25 April, 2024
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Venerdì 25 settembre, presso la circoscrizione di Bacu Abis, si è svolta la commemorazione “In ricordo del Dottor Enrico Pasqui”, storico medico della città, giunto tra i primi per svolgere la sua professione presso l’ospedale Sirai (inaugurato nel 1956), scomparso il 16 maggio di quest’anno, all’età di 91 anni.

Nato il 28 luglio del 1928 da padre toscano e madre cagliaritana, Enrico Pasqui si laureò a soli 25 anni, diventando presto un eccellente medico, tra i fondatori del sistema sanitario pubblico territoriale del dopoguerra. Apparteneva ad una famiglia agiata ma, nonostante questo, visse con umiltà, nel rispetto di tutte le lotte portate avanti dai minatori.

La serata è stata organizzata dall’associazione culturale “Bacu Abis e Sulcis Iglesiente” col patrocinio del comune di Carbonia e i relatori che si sono susseguiti sono stati introdotti e coordinati dal presidente dell’associazione, Gianfranco Fantinel, che ha portato i saluti della Sindaca Paola Massidda e dell’assessora della Cultura del comune di Carbonia, Sabrina Sabiu, impossibilitate a presenziare.

Tra le personalità il primo a prendere la parola Antonangelo Casula, ex sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze ed ex sindaco di Carbonia; a seguire la lettura da parte del presidente di due scritti inviati da Irma Cancedda, presidente dell’Avis Provinciale e del primario dell’ematologia del Sirai  Angelo Zuccarelli che non hanno potuto essere presenti.

A seguire l’intervento dell’ingegnere presidente dei Lions Mario Porcu, del dottor Cesare Saragat ex primario del reparto di medicina del Sirai, del dottor Giorgio Mirarchi primario del reparto di Nefrologia del Sirai, del dottor Pietro Chessa, ex primario del reparto di Chirurgia dell’ospedale Sirai ed ex direttore generale della Asl 7 e dell’ex manager della Usl 17 di Carbonia Tullio Pistis.

Tutte le testimonianze hanno raccontato di un medico professionalmente molto preparato, che contribuì sin dal suo arrivo al nosocomio, a curare terribili malattie con le sue brillanti intuizioni, dovute ad uno studio molto attento e preciso.

Enrico Pasqui è stato un grande maestro, rispettoso e riservato nel comunicare ai suoi collaboratori, ai quali ha insegnato tanto, un errore medico, facendolo sempre personalmente, in privato, senza mai mettere in difficoltà chi lo commetteva. Paziente e mai alterato, disponibile e cortese in ogni occasione, amato e rispettato da tutti.

L’impegno sociale di Enrico Pasqui andava anche oltre, occupato in associazioni a scopo filantropico e sempre supportato dalla sua famiglia.

Dopo le personalità ha preso la parola la signora Gabriella, vedova del dottor Enrico Pasqui che, commossa, ha ringraziato per le belle parole rivolte alla memoria di suo marito e ha raccontato alcuni aneddoti sul suo amato sposo, da giovane promettente calciatore che scelse la strada della medicina anziché inseguire la carriera sportiva che avrebbe potuto essere economicamente più conveniente, sposo che conobbe quando ancora era un bambino di 10 anni, già attento e studioso, ragazzino che crescendo, divenne poi marito e padre esemplare. Erano presenti anche la figlia e la nipote, orgogliose di tanto dir bene per questo pilastro importante della loro vita.

Al caro e indimenticabile dottor Enrico Pasqui vanno tanti ringraziamenti che potrebbero concretizzarsi con la riuscita di un’iniziativa, nata sin dai primi giorni della sua scomparsa, la raccolta delle firme promossa da Giorgio Melis su Change.org, la piattaforma di petizione online per cambiare nome all’ospedale Sirai e dedicarlo alla sua memoria.

La serata si è svolta nel totale rispetto delle norme anti-Covid che salvaguardano la salute e contribuiscono a non diffondere il virus che tanti problemi sta creando alla società.

Nadia Pische

 

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Anche per il biennio 2020-2021 il comune di Carbonia ha ricevuto il riconoscimento del titolo di “Città che legge”, bissando il risultato degli anni 2018-2019.
Carbonia è stata premiata per la sua capacità di soddisfare una serie di requisiti previsti nel bando di carattere nazionale, promosso dal Mibact-Centro per il libro e la lettura, in collaborazione con ANCI:
1. Ha garantito ai suoi abitanti l’accesso ai libri e alla lettura attraverso biblioteche e librerie;
2. Ha ospitato Festival (Tuttestorie) e Rassegne (Biblionotte) che hanno mobilitato i lettori ed incuriosito i non lettori;
3. Ha partecipato a iniziative congiunte di promozione della lettura tra biblioteche, scuole, librerie ed associazioni (“Nati per Leggere”, “L’isola dei libri: Carbonia, una miniera di cultura”, “Storie piccine”, “Carbonia Scrive” e “Carbonia Studia”);
4. Ha aderito a uno o più dei progetti nazionali del Centro per il libro e la lettura (“Libriamoci”, “Maggio dei libri”);
5. Si è impegnata a promuovere la lettura con continuità anche attraverso la stipula di un patto locale per la lettura che preveda una stabile collaborazione tra enti pubblici, istituzioni scolastiche e soggetti privati per realizzare pratiche condivise.
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Paola Massidda: «Questo riconoscimento conferma quanto la città di Carbonia stia proseguendo sempre più in una direzione volta a promuovere con continuità sul proprio territorio politiche pubbliche di promozione della lettura e avvalora la nostra candidatura a Capitale Italiana della Cultura».
«Si tratta di un traguardo meritato alla luce delle molteplici iniziative organizzate dal Comune in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis (SBIS) proprio per diffondere la pratica della lettura, a cominciare dalle fasce d’età più giovani e dalle scuole del territorio. Ultima tra le iniziative di animazione alla lettura la nuova rassegna estiva “Biblionotte”, che coniuga libri arte e musica», ha precisato l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu.
La qualifica di “Città che legge” consentirà al comune di Carbonia di partecipare ai bandi per l’attribuzione di contributi economici, premi ed incentivi che il Centro per il libro e la lettura di volta in volta predisporrà per premiare i progetti più meritevoli.

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Più forte della paura del virus è stata la volontà di far andare in scena anche la XII edizione di Notti a Monte Sirai. La manifestazione sulcitana, che accende da oltre due lustri di luci, musica e magia il parco archeologico di Carbonia, quest’anno si terrà in forma ridotta: tre spettacoli e un pubblico contingentato nel rispetto delle misure di prevenzione anti Covid-19.

«Ma proprio questo ulteriore sforzo, in balia delle enormi difficoltà che ci ha portato il 2020 per realizzare Notti a Monte Sirai, rende la XII edizione ancora più bella e importante per il territorio – dice l’assessora della Cultura, Spettacolo e Turismo del comune di Carbonia, Sabrina Sabiu -. La manifestazione è molto amata e attesa, e dunque abbiamo compiuto tutti un enorme lavoro per poterci essere. Non abbiamo indetto conferenza stampa, abbiamo ridotto il numero degli spettacoli e del pubblico che potrà assistere, ma in ogni caso ci saremo. E questo è un segnale forte e di attenzione che abbiamo voluto dare al mondo della cultura, dello spettacolo e dei beni culturali che è in grande sofferenza.»

L’evento è promosso dal comune di Carbonia, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica ed il sostegno della Fondazione di Sardegna e della Regione. Organizzato dall’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo, la manifestazione ha in calendario tre appuntamenti, previsti per la notte di domenica 2 agosto con Banda Osiris in 40 anni suonati.
A seguire, il 21 agosto, lo spettacolo di Lella Costa: La vedova Socrate. Chiude la kermesse sabato 29 agosto, con Il processo a Shylock, l’attore Francesco Montanari.

– Gli spettacoli, sotto le stelle del Sulcis. L’inaugurazione è prevista per domenica 2 agosto alle ore 21.30, con Banda Osiris

in 40 anni suonati. In questo nuovo spettacolo, il furore dissacratore della Banda Osiris si concentra sul mestiere del musicista. Attraverso l’abilità mimica, strumentale e canora che li contraddistingue, i quattro protagonisti si divertono con ironia a elargire provocatori consigli: dal perché è meglio evitare di diventare musicisti a come dissuadere i bambini ad avvicinarsi alla musica, fino ai metodi su come eliminare i musicisti più insopportabili. La Banda Osiris tratteggia il ritratto impietoso della figura del musicista: presuntuoso, permaloso, sfortunato, odiato, e molto raramente amato.

Lella Costa, venerdì 21 agosto ore 21.30. Un passaggio di testimone epocale: Lella Costa raccoglie invito di Franca Valeri, grande matriarca del teatro italiano a interpretare La vedova Socrate, il testo da lei scritto e interpretato la prima volta nel 2003. Un concentrato di ironia corrosiva e analisi sociale, rivendicazione disincantata e narrazione caustica. Liberamente ispirato a La morte di Socrate dello scrittore svizzero Friedrich Durenmatt, nato a seguito dell’intuizione di Giuseppe Patroni Griffi che glielo suggerì, il monologo è ambientato nella bottega di antiquariato e oggettistica di Santippe, la moglie del filosofo tramandata dagli storici come una delle donne più insopportabili dell’antichità. Durante lo spettacolo si cerca di sfatare proprio la leggenda che Santippe fosse solo una bisbetica, e si regala un nuovo profilo socio-culturale alla donna.

Francesco Montanari, sabato 29 agosto ore 21.30. Chiude la rassegna di “Notti a Monte Sirai” una rappresentazione difficile e misteriosa: il Processo a Shylock.

Il testo, a cura di Bianca Melesecchi, analizza il rapporto tra uomo e denaro. Quando si traffica con i soldi spesso si dimentica che si sta toccando la carne degli uomini, i loro corpi e i loro destini. Anche amori, affetti, passioni in questa storia si traducono in denaro, oro, gioielli. Il mondo concreto di Venezia si contrappone al mondo mitico di Belmonte, ma i problemi degli uomini e delle donne che li abitano sono gli stessi: la malinconia d’amore, il denaro che non basta a riempire la vita, il dilemma della scelta del proprio destino, la ricerca disperante di un equilibrio impossibile e di un’indefinibile felicità.

Prevendite, prenotazioni e misure di prevenzione anti Covid-19.

Ingresso spettacoli Teatro Monte Sirai ore 21.00. Biglietti posto Unico euro 15 (esclusi i diritti di prevendita). Per le prevendite e le prenotazioni rivolgersi a Circuito Box Office Ticket 070 657428, www.boxofficesardegna.it.

A Carbonia Augusto Tolari, 328 171 9447.

L’ingresso è consentito a una persona per volta, dotata di mascherina personale che dovrà mantenere fino al raggiungimento del posto assegnato. I congiunti e i familiari potranno prendere posto vicini.

Quale sarà il destino del nuraghe Sirai di Carbonia? È questa la domanda più scottante del momento, almeno per quanto riguarda le aree archeologiche del Sulcis Iglesiente, interessate dalla chiusura dei cantieri di scavo e manutenzione. La convenzione con la Fondazione Cammino di Santa Barbara giunge al termine e i lavoratori, formati da anni di lavoro e corsi di formazione sullo scavo archeologico, saranno occupati in altre sedi. Il dialogo con la Regione sembra essersi interrotto e all’orizzonte non paiono prospettarsi nuove soluzioni.
«Il nostro confronto con la regione è iniziato a settembrespiega la sindaca di Carbonia, Paola Massidda -, con un incontro con l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda, che ci aveva dato forti rassicurazioni. Evidentemente, però, per l’assessore queste rassicurazioni riguardavano solo il fatto che i lavoratori del nuraghe Sirai avrebbero mantenuto la sicurezza di un posto di lavoro. Ma il fatto è che le competenze, le qualifiche e le esperienze maturate in vent’anni di scavi archeologici vengono di fatto buttate.»
Competenze maturate sul campo ma anche attraverso appositi corsi di formazione istituiti dalla Regione stessa. Il nuraghe, che nel corso degli anni ha restituito una realtà unica nell’ambito dell’archeologia sarda, resterà quindi senza un cantiere di scavo e non sarà più possibile renderlo fruibile al pubblico.
«Due anni fa siamo riusciti ad aprire al pubblico questa perla del nostro territorio, che ora dovrà essere chiusa perché il comune non ha le risorse per tenere il cantiere apertoprosegue Paola Massidda -. L’ultimo atto sono le lettere inviate all’assessore dei Beni Culturali, Andrea Biancareddu, e al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, perché questa rappresenta una grave perdita per tutto il nostro patrimonio culturale.»
Il nuraghe Sirai era stato inserito all’interno del progetto Cammino di Santa Barbara, come luogo di passaggio dei pellegrini. Come spiega ancora la sindaca di Carbonia: «Era una delle tappe che offrivamo, nel nostro territorio, alla visita dei pellegrini. Forse riusciremo a trovare i fondi grazie all’assessore dei Beni Culturali, ma non si sa. Con le sue risorse, il comune di Carbonia non riesce assolutamente a salvaguardare e a tutelare questo bene, che rischia l’abbandono».

L’assessore della Cultura, Sabrina Sabiu, conferma le difficoltà attraversate in questo momento così delicato: «Al momento non abbiamo altre soluzioni da proporre. Questi lavoratori sono vitali per poter mantenere aperto il cantiere e gli scavi. Solo attraverso il loro utilizzo è possibile mandare avanti la filiera della ricerca. Il nostro sconcerto deriva anche dal fatto che le loro competenze vengono disconosciute dalla stessa Regione che, a suo tempo, aveva speso dei denari nei corsi di formazione».
La conseguenza è che, tra tutti e quattro i siti che resteranno senza la manutenzione di un cantiere, il nuraghe Sirai non avrà nemmeno la possibilità di essere gestito da personale che lo renderà fruibile al pubblico.
«Gli altri siti sono già oggetto di un percorso museale consolidatospiega ancora l’assessore Sabrina Sabiu che ormai è nel circuito del finanziamento regionale, legato alla legge 14 del 1996, mentre il nuraghe Sirai, in questo circuito, non è mai entrato. Quindi non è solo un discorso di apertura al pubblico, perché ovviamente avendo le guide potremmo fare anche questo. Il problema è che il sito va manutenuto e le risorse umane che abbiamo non sarebbero sufficienti per mantenere aperto un sito di questa portata. Noi non abbiamo la possibilità di poter investire ulteriormente.»
Il danno che ne consegue è enorme, vista la rilevanza scientifica dell’area, che in questa bagarre passa totalmente in secondo piano. L’archeologo Matteo Tatti fa il punto sul perché il nuraghe Sirai rappresenti un valore aggiunto per la storia della Sardegna.
«In questo contesto si è creata una commistione molto interessante, perché le popolazioni che arrivano dall’Oriente si insediano qua e condividono l’area con le popolazioni nuragiche che già c’erano, dando luogo a un qualcosa di nuovo. Per cui vediamo forme di età nuragica realizzate con tecniche di lavorazione del tutto nuove. O, al contrario, forme ceramiche che noi riconosciamo come fenicie ma prodotte con un tipo di manifattura di età nuragica. Si tratta di un sito in cui è presente una fortissima attività artigianale, che ha dato risultati eccezionali, e che ha pochissimi altri esempi nel Mediterraneo. Un unicum in Sardegna. Manufatti di pregio che prendevano anche il largo sulle navi e che quindi si inserivano su percorsi commerciali di più ampio raggio.»
Una realtà importantissima e peculiare che deve assolutamente restare disponibile alla fruizione pubblica e che non può permettersi di cadere nell’oblio.
«La ricerca ed i suoi risultati devono essere messi a disposizione della collettivitàprosegue Matteo Tatti -. La risposta del pubblico, durante le aperture periodiche del nuraghe, è sempre stata notevole. Questo significa che la collettività ha necessità di riappropriarsi della sua storia. Questo è un elemento che non deve mai essere trascurato e che deve essere messo tra gli obiettivi principali a cui rispondere quando si interviene. Noi archeologi abbiamo una responsabilità notevole e di tutto questo dobbiamo rendere conto alla collettività che ne fruisce.»
Federica Selis

          

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«Se mi abbandoni crollo»: è questo lo slogan che campeggia su quattro siti cardine dell’archeologia del Sulcis Iglesiente. Il 30 giugno chiuderanno i cantieri di manutenzione e scavo di quattro aree archeologiche del Sud Sardegna: il nuraghe Sirai di Carbonia, Pani Loriga di Santadi, il nuraghe Seruci di Gonnesa e la zona archeologica di Sant’Antioco. Gli operai addetti ai lavori saranno dirottati verso altre tipologie lavorative ma i siti di Seruci e Pani Loriga, già gestiti da cooperative, resteranno comunque aperti alla fruizione pubblica.
«Esprimiamo profonda amarezza perchè si chiude, in parte, una cosa che funziona spiega Hansel Cabiddu, sindaco di Gonnesa -. Abbiamo predisposto per poter riaprire il sito al pubblico la settimana prossima e in concomitanza con la riapertura perdiamo personale qualificato che ha curato il sito. Quindi una cosa che funziona viene messa nelle condizioni di perdere un pezzo importante.»
Come sottolinea anche Marco Valdes, responsabile del sito archeologico di Seruci per conto del Cammino di Santa Barbara: «Attualmente stiamo facendo diserbo, pulizia e manutenzione generale. Questo sito ci mancherà. Entreremo con la nuova ditta e vedremo il da farsi».
A Santadi, al sito di Pani Loriga, l’atmosfera è la stessa. Il cantiere archeologico chiude e gli 8 operai che curano la manutenzione dell’area saranno impiegati in altre mansioni.
«La chiusura del cantiere archeologicointerviene Simona Garau, assessore dei Beni culturali del comune di Santadi vuol dire lasciare un sito senza l’ordinaria manutenzione. Santadi vive anche dalle bellezze archeologiche che offre il territorio. La chiusura del cantiere vorrebbe dire un danno d’immagine che né il comune di Santadi né gli altri comuni che hanno in gestione questi siti si possono permettere. Siti che restano comunque aperti al pubblico e che, proprio per questo, necessitano di manutenzione. Il comune di Santadi non può farsene carico. Questo la Regione lo sa benissimo e ciononostante non ha avuto intenzione, fino ad oggi, di porre rimedio a questa incresciosa situazione. Faremo di tutto per rinvenire finanziamenti che consentano la prosecuzione del cantiere archeologico.»
Quella di Pani Loriga è un’area molto estesa, che comprende testimonianze di diverse epoche storiche, dal Neolitico fino al periodo bizantino. Rappresenta, a tutt’oggi, uno dei punti di riferimento culturale per l’intero Basso Sulcis, come spiega l’archeologa Simona Ledda, responsabile del sito: «Parliamo di un sito plurimillenario, che rappresenta una parte importante della storia della Sardegna. Dal 30 giugno chiude il cantiere di manutenzione perché all’interno di un bando internazionale, promosso dalla regione Sardegna, non sono stati inseriti i siti archeologici. Chiedo direttamente al presidente Solinas di trovare una soluzione».
Diverso il destino del Nuraghe Sirai di Carbonia, che, a differenza delle aree di Seruci e Pani Loriga, non è mai stato sottoposto a gestione e non è quindi fruibile al pubblico. I lavoratori, che ininterrottamente dal 2018, si occupano della manutenzione del sito, dal 30 giugno saranno spostati e l’area archeologica chiuderà i battenti. Le strutture capannicole e gli scavi verranno ricoperti con dei teli bianchi, in modo da preservarli da intemperie e atti di vandalismo.
«Qui stiamo andando a porre fine ad un’attività di scavo e di valorizzazione ma anche di manutenzione costantespiega l’archeologo Matteo Tatti -, che ha portato questi monumenti archeologici a poter essere resi alla collettività. Questi lavoratori si sono formati in questo sito, assumendo professionalità specifiche nella cura dello scavo archeologico. Adesso verranno spostati chissà dove.»
Anche Carla Perra, responsabile scientifico e direttore dello scavo, si interroga sul destino dei lavoratori. «Questi operai sono stati formati attraverso corsi di formazione e hanno acquisito professionalità elevate nel restauro, nello scavo e nella documentazione. Ora chissà dove verranno mandati. Forse in qualche cantiere di bonifica o di archeologia industriale. Inoltre, gli scavi hanno bisogno di una manutenzione continua. Sarà un problema, perché i comuni non hanno le risorse per potersi occupare della manutenzione.»
Mafalda Maxia, capo cantiere nel sito del nuraghe Sirai, esprime il dispiacere, da parte di tutti i colleghi, per il trasferimento.
«Dal 30 giugno ci ritroveremo a fare chissà quale lavoro e vorremmo cercare di mantenere la stessa tipologia di occupazione, in modo tale da continuare la professionalità che abbiamo acquisito in tutti questi anni. Non chiediamo altro.»
Rammarico viene espresso anche dall’assessore della Cultura del comune di Carbonia, Sabrina Sabiu. «Questo è stato un processo virtuoso, che è riuscito a dare nuova formazione a dei lavoratori che prima si occupavano di tutt’altro ma che si sono dedicati a questo settore con passione. Con la loro formazione ci hanno consentito di rendere il sito fruibile e visitabile. Interrompendo questo percorso si sta facendo un danno enorme.»
Attraverso le pagine social istituzionali, il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, ringrazia la Fondazione Cammino di Santa Barbara per l’impegno profuso in questi due anni nella cura e nella manutenzione delle aree archeologiche dell’isola.
Federica Selis

 

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È stato presentato, durante una conferenza stampa tenutasi all’interno della lampisteria della Grande Miniera di Serbariu, l’evento “Carbonia Wine Festival”, manifestazione sostenuta dalla Fondazione Banco di Sardegna, partner principale, e dal comune di Carbonia. Si tratta di una due giorni enogastronomica che si svolgerà il 19 e 20 settembre, organizzata dall’Associazione Live@t Sulcis Iglesiente, che racchiude le imprese legate al drink & food del Sulcis. A fare da portavoce alla presentazione Maxwell Frongia e Sergio Cera, rispettivamente presidente e vicepresidente del Live@t.

«Il Live@t Sulcis Iglesiente organizza il primo evento in Fase 2 del Covid, nella Regione Sardegna: il Carbonia Wine Festival annuncia Maxwell Frongia -. Una manifestazione che vedrà coinvolti operatori vitivinicoli, caseari, della pesca e del tonno. Un insieme di produzioni di eccellenza del nostro territorio che verranno messe a disposizione di tutti coloro che vorranno venire a trovarci.»
Partita inizialmente come Live@t Carbonia, l’associazione è riuscita in breve tempo ad attirare sempre più soci, divenendo una delle realtà territoriali più importanti per quanto riguarda la promozione enogastronomica del territorio, tanto da poter modificare la propria denominazione in Live@t Sulcis Iglesiente. Scopo dei soci e della manifestazione è la valorizzazione delle eccellenze territoriali non solo a livello di drink&food ma anche di cultura e ambiente. Perché la cultura, in una regione come la Sardegna, passa anche dal cibo, come sottolinea l’assessore alla cultura, spettacolo e turismo del comune di Carbonia, Sabrina Sabiu: «L’agroalimentare è un’espressione di grande portata culturale, data dal fatto che noi siamo gli eredi di saperi, sapori, profumi e colori che i nostri antenati sono riusciti sapientemente a trasmetterci in modo autentico e genuino. Quindi dobbiamo essere i custodi di questo grande patrimonio, perchéè una parte importantissima e fondamentale della nostra identità».
Nonostante le incognite di quest’anno, che hanno portato alle cancellazione di tutti gli eventi, finalmente si torna a parlare di iniziative importanti per un territorio già estremamente devastato dalla disoccupazione. Un’iniziativa, il Carbonia Wine Festival, che si spera possa fare da rompighiaccio per l’intera regione Sardegna.
«In un primo tempo ci siamo ritrovati a riflettere sul fatto se fosse opportuno o meno rischiare di fare questo eventoprosegue l’assessore Sabrina Sabiuma abbiamo deciso di sì per dare un segnale importante.»
Si parla, infatti, di uno dei primi eventi presentati in questo periodo post Covid. La speranza è che a settembre la situazione della pandemia sia migliorata e che questo possa portare ad un ulteriore allentamento delle restrizioni. In ogni caso, l’organizzazione ha già previsto il rispetto di tutti i protocolli sanitari, a partire dall’acquisto di termoscanner, che permetteranno di rilevare la temperatura all’ingresso ad ogni visitatore.
«Stiamo lavorando attraverso quelle che sono le indicazioni previste nel DPCM del 25 maggio 2020 assicura Maxwell Frongia -, che ci consente di svolgere eventi e sagre nella più totale sicurezza. Quindi attuando tutti i principi di distanziamento personali e interpersonali.»
A far da suggestiva cornice alla due giorni enogastronomica sarà la Grande Miniera di Serbariu, scenario storico importante del Sulcis Iglesiente, custode del patrimonio mineral-metallurgico della città di fondazione di Carbonia.
«Questo luogo fa parte del consorzio dell’industria del carbone sin dalla costituzionespiega Mauro Villani, direttore del Museo del Carbone -, proprio per creare sinergia tra strutture culturali e strutture ricettive del territorio. Per questo accogliamo con gran piacere il fatto che questa manifestazione si svolga negli spazi della Grande Miniera, che sono già stati utilizzati in passato e sono sicuramente adatti a manifestazioni di ampio respiro.»
L’intento dell’associazione Live@t è, infatti, proprio la promozione turistica del segmento culturale enogastronomico di tutta la Regione Sardegna. Al “Carbonia Wine Festival” saranno presenti espositori importanti come la “Sarda Ligure Tonnare” di Carloforte, le Cantine di Santadi, Calasetta e Sant’Antioco oltre a diverse eccellenze provenienti da tutta la Regione, che stanno già facendo richiesta di partecipazione all’evento.
Federica Selis

 

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La quiete in seno al gruppo di maggioranza del Movimento 5 Stelle che guida dal 19 giugno 2016 il comune di Carbonia, è durata 216 giorni. Il 29 ottobre 2019 si dimise Eleonora Cera, eletta il 5 giugno 2016 con 240 preferenze, passata all’opposizione. Questa mattina ha rassegnato le dimissioni dal Consiglio comunale, Elio Loi, eletto quattro anni fa con 84 preferenze. Al suo posto entrerà in Consiglio comunale Carla Cannas, 20ª nella lista del M5S il 5 giugno 2016, con 60 preferenze. Elio Loi è il quarto consigliere eletto nel 2016 che abbandona il gruppo che vinse le elezioni, il secondo che lo fa lasciando anche il Consiglio comunale. La prima a lasciare il gruppo ed il Consiglio fu Sabrina Soru (eletta con 75 preferenze), il 13 giugno 2017, sostituita da Marco Craig (68 preferenze); il secondo Maurizio Soddu (eletto con 134 preferenze), dimessosi dal gruppo il 5 gennaio 2019 e passato all’opposizione.

Tra consiglieri eletti in prima battuta, 15, subentrati agli eletti entrati nella prima Giunta (il Testo unico degli Enti locali prevede l’incompatibilità tra i due incarichi), 3 (Adolfo Lebiu, 77 preferenze, per Carla Mario, 359 preferenze; Sabrina Soru, 75 preferenze, per Gian Luca Lai, 217 preferenze; Mauro Careddu, 69 preferenze, per Paola Argiolas, 185 preferenze), e subentrati ai dimissionari dal Consiglio, 2 (Marco Craig per Sabrina Soru e Carla Cannas per Elio Loi), sono rimasti solo 4 i candidati nella lista del M5S a non essere ancora entrati in Consiglio comunale: Luciano Deias, 57 preferenze; Guendalina Fronteddu,  55 preferenze; Giuliana Pisu, 34 preferenze; Patrizia Mascia, 22 preferenze).

Le dimissioni di Elio Loi che verrà sostituito da Carla Cannas, non modificano gli equilibri tra maggioranza e minoranza: 13 a 11.

Le quattro defezioni fin qui maturate in seno al gruppo consiliare, “impallidiscono” al cospetto della quasi completa “rivoluzione” maturata in seno alla prima Giunta presentata dal sindaco eletto Paola Massidda, il 5 luglio 2016, in occasione della riunione di insediamento del Consiglio comunale.

Ben 6 assessori su 7 hanno lasciato i rispettivi incarichi per dimissioni volontarie.

La “fuga” dalla prima Giunta del Movimento 5 Stelle ebbe inizio il 9 settembre 2016, 66 giorni dopo l’insediamento della Giunta, con l’assessore dei Servizi sociali Arianna Vinci, sostituita da Loredana La Barbera; proseguì con le dimissioni dell’assessore dei Lavori pubblici, Urbanistica, Rapporti con Area, Trasporti e Viabilità, Polizia locale e Arredo urbano Riccardo Cireddu, ufficializzate mercoledì 1 febbraio 2017 ed inizialmente non sostituito (con redistribuzione delle deleghe tra il vicesindaco Gian Luca Lai ed il sindaco Paola Massidda), poi sostituito da Luca Caschili; il 30 marzo 2017 è stata la volta dell’assessore della Cultura, Spettacolo e Turismo Emanuela Rubiu, le cui dimissioni in un primo momento rientrarono ma poi vennero ripresentate, questa volta in maniera irrevocabile, e venne sostituita da Sabrina Sabiu. Il 10 maggio 2017 sono arrivate le dimissioni di Carla Mario, la più votata il 5 giugno 2016 nella lista del M5S, alla prima esperienza in politica come tutti gli altri componenti della Giunta Massidda ed i 15 consiglieri comunali del gruppo di maggioranza, sostituita da Valerio Piria.

Il 20 giugno 2017, Massimiliano Zonza (82 preferenze) s’è dimesso dalla carica di presidente del Consiglio comunale, dopo le polemiche seguite alla pubblicazione sulla pagina facebook dell’associazione 5 Stelle Carbonia, di un post sessista che in tanti pensarono fosse indirizzato all’ex assessore della Cultura Emanuela Rubiu (ipotesi poi smentita), dopo le sue dimissioni dall’incarico, post poi rimosso. Al suo posto è stata eletta Daniela Marras (168 preferenze).

Il 23 marzo 2018 s’è dimessa l’assessore degli Affari Generali e del Personale Paola Argiolas, non sostituita (la Giunta è rimasta con 6 assessori).

Il 20 giugno 2019 la seduta del Consiglio comunale è stata interrotta per la mancanza del numero legale, per l’assenza di tre consiglieri di maggioranza al momento della votazione del sesto ed ultimo punto dell’ordine del giorno, la proposta di adesione all’Associazione Live@t Carbonia, e l’assessore del Bilancio e delle Attività produttive Mauro Manca, promotore della stessa, poche ore dopo, ha preso atto della situazione ed ha rassegnato le sue irrevocabili dimissioni. Il  7 luglio 2019 Paola Massidda ha affidato la delega vacante al tenente colonnello della Guardia di Finanza Antonio Guerrieri.

I movimenti interni…al Movimento, sono proseguiti, con l’avvicendamento alla presidenza del gruppo consiliare, il 29 luglio 2019, tra Manolo Cossu (352 preferenze) e Giorgio Santoru (94 preferenze).

Che l’esperienza amministrativa del Movimento 5 Stelle sarebbe stata complicata, vista la totale inesperienza di sindaco, assessori e consiglieri, era prevedibile ma certamente pochi avrebbero potuto prevedere…tanti cambiamenti in corsa. Quando ormai manca poco meno di un anno alla conclusione della consiliatura, i fermenti sono in crescita esponenziale e non sono da escludere altre novità nei prossimi mesi. Il panorama politico è in evoluzione, forze politiche, movimenti e gruppi vari sono attivi già da diversi mesi e sembrano essere saltati molti dei vecchi schemi dei vari schieramenti, altri appaiono destinati a saltare…

Giampaolo Cirronis

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Centinaia di persone, ieri mattina, si sono date appuntamento al centro intermodale di Carbonia, per fare “un tuffo nel passato”, con il meraviglioso treno a vapore 740-423. Arrivato da Cagliari con a bordo 215 turisti, ha regalato una bella giornata a chi, per curiosità, si è recata a scattare fotografie o a realizzare video al treno a vapore datato 1933 che solitamente staziona a Cagliari. Presenti all’evento, in mattinata, alcuni rappresentanti del comune di Carbonia: la sindaca Paola Massidda; il vicesindaco ed assessore dell’Ambiente, Servizi di Pubblica utilità, Manutenzioni (So.Mi.Ca) e Lavori pubblici, Gian Luca Lai; l’assessora della Cultura, Spettacolo e Turismo, Sabrina Sabiu; l’assessora delle Politiche sociali, Politiche del lavoro e Politiche giovanili, Loredana La Barbera, l’assessore del Bilancio, Turismo ed Attività produttive del comune di Gonnesa, Simone Franceschi.

Tutti hanno potuto visitare l’interno delle carrozze, particolarmente curate e dal gusto squisitamente vintage e, in molti, si sono commossi al ricordo di momenti lontani legati alla gioventù. L’evento è stato organizzato dall’associazione sarda Treni Storici “Sardegnavapore” e dalla Fondazione delle Ferrovie dello Stato Italiane, con il patrocinio del comune di Carbonia, in un momento in cui la città di Carbonia è in lizza come Città Capitale della Cultura per il 2021. L’accoglienza dei turisti è stata curata dagli studenti del Liceo Amaldi, che li hanno accompagnati a visitare la Grande miniera di Serbariu e l’area archeologica di Montessu.

Un evento particolarmente riuscito e di grande attrattiva, a cui si spera possano seguirne tanti altri che portino la città mineraria alla ribalta per iniziative storico-culturali importanti, per far conoscere alla nuove generazioni spaccati importanti del passato.

Nadia Pische

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Domenica 23 febbraio, a Carbonia, si è potuto assistere ad un grande spettacolo, messo in scena dai tantissimi partecipanti alla sfilata di carnevale: 12 carri allegorici e 5 gruppi a piedi, 2 bande musicali e la maschera Crabò.

In migliaia mascherati e non si sono concentrati lungo le vie del passaggio dando così vita ad un evento tra i più riusciti degli ultimi anni.

La manifestazione, organizzata dalla Pro Loco di Carbonia con il patrocinio ed il contributo economico del comune di Carbonia, ha riscosso grande entusiasmo tra i nostri concittadini ma anche tra i tanti visitatori giunti dai paesi dei dintorni e non solo. Una sfilata caratterizzata dal divertimento, musica e balli che si sono susseguiti per tutto il tragitto, coinvolgendo il pubblico in modo spiritoso e simpatico. I carri, alcuni dei quali realizzati in modo attento e ricercato, hanno messo in crisi la giuria che quest’anno doveva assegnare un solo premio in danaro al primo carro ed uno al primo gruppo a piedi.

Intorno alle 19.00, ai microfoni di Davide Musu ed il suo staff, che ha animato la serata, si è finalmente scoperto che il primo premio di 1.500 euro è andato al gruppo degli Irlandesi, proveniente da San Giovanni Suergiu ed il secondo, di 600 euro, al gruppo a piedi delle Palle di neve di Calasetta, che si è portato a casa anche il premio della critica e la mascotte Crabò, in custodia fino alla prossima edizione. Una targa è stata assegnata al gruppo dell’associazione Stella Speciale che ha sfilato con il carro dell’associazione Sturmtruppen. Tra gli altri carri I Grettini, Il libro della giungla, La Banda Bassotti, Gli incredibili, Mama Africa, Pasta Barilla, Il mare inquinato, I medioevali…

I premi sono stati consegnati dal sindaco Paola Massidda e dall’assessore della Cultura Sabrina Sabiu. Un saluto è stato portato da Maria Ibba, in rappresentanza della Pro Loco.

Al termine l’artista Maurizio Lai ha regalato al comune di Carbonia un Pinocchio, realizzato in legno in soli tre giorni.

Appuntamento all’anno prossimo!

Nadia Pische

                                              

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L’associazione culturale Bacu Abis e Sulcis Iglesiente ha organizzato, con il patrocinio del comune di Carbonia, una manifestazione in ricordo dell’ingegner Alberto Castoldi, nel corso della quale verrà presentato il libro “Montevecchio – L’ingegnere che la fece più grande”, scritto dall’autore Paolo Fadda.

L’appuntamento è in programma sabato 22 febbraio, alle ore 16.00, presso l’ex Circoscrizione di Bacu Abis.
All’iniziativa parteciperà, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu.