29 March, 2024
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19 ottobre 1992 – 15 dicembre 1992. Due date rimaste impresse nella memoria di coloro che in quei 58 giorni furono protagonisti di un evento che scrisse un importante pezzo di storia del Sulcis Iglesiente nell’ultimo scorcio dello scorso millennio: “La Marcia per lo Sviluppo”.

Quell’evento è stato ricostruito da alcuni dei protagonisti, nel libro “La Nostra Marcia”, presentato ieri sera nella sala convegni del Lu’ Hotel, a Carbonia, riempita al limite della sua capienza («non accadeva da tempo» hanno sottolineato alcuni degli intervenuti nel corso della serata), in un incontro impreziosito dalla presenza di Sua Eminenza Cardinale Arrigo Miglio, ai tempi della “Marcia per lo Sviluppo” agli inizi della sua esperienza vescovile alla diocesi di Iglesias.

«Il libro ricorda marciatrici e marciatori, descrive il contesto, racconta e documenta la Marcia per lo Sviluppo del Sulcis Iglesiente, partita il 19 ottobre 1992 da Teulada e giunta a Roma l’8 dicembre.»

La presentazione è iniziata con gli interventi dei quattro autori: Sandro Mantega, allora responsabile della redazione di Carbonia del quotidiano l’Unione Sarda e giornalista di Telegamma; Tore Cherchi, allora parlamentare; Antonangelo Casula, allora sindaco di Carbonia; Peppino La Rosa, allora segretario della Camera del Lavoro CGIL del Sulcis Iglesiente. Nei loro interventi gli autori hanno ricostruito origine e sviluppo della Marcia per lo Sviluppo, il grande coinvolgimento popolare, i risultati raggiunti, importanti anche se non esaustivi per l’intero ultimo decennio del secolo scorso. Al termine del suo intervento, nel corso del quale ha ricostruito brevemente il diario della “Marcia”, iniziata a Teulada e conclusa a Roma, curato nel libro, Peppino La Rosa ha coinvolto il giornalista Giacomo Serreli, allora redattore di Videolina, che ha seguito la “Marcia” anche nella Penisola, fino a Roma, autore dei servizi proposti alla visione dei presenti in un filmato, unitamente ad una breve sintesi delle varie tappe della “Marcia”, filmate a livello amatoriale da uno dei protagonisti, Carlo Rosso.

Particolarmente significativo l’intervento del cardinale Arrigo Miglio che ha sottolineato l’importanza di quella mobilitazione che vide unito l’intero territorio, con l’auspicio che, in qualche modo, possa servire da esempio per le nuove generazioni, in un territorio che, purtroppo, ancora oggi vive una situazione socio-economica difficile, nella quale occorre unirsi per raggiungere nuovi obiettivi.

Sono seguiti numerosi interventi: Antonello Pirotto, uno dei marciatori, tra gli otto che hanno collaborato con una testimonianza personale alla stesura del libro; Salvatore Benizzi, allora direttore della Pastorale per il Lavoro della Diocesi di Iglesias; Nino Flore, amministratore delegato del gruppo Euralcoop, che ha presentato un filmato che racchiude i risultati raggiunti dal progetto imprenditoriale nato nella cooperativa soci Eurallumina e cresciuto in diversi settori (commercio, turismo, agricoltura) fino ad avere oggi un organico di oltre 400 dipendenti, per dimensioni seconda azienda del Sulcis Iglesiente; Pietro Morittu, sindaco di Carbonia, allora giovane studente che partecipò alla “Marcia”, che ha ringraziato gli autori del libro «per aver ricostruito una pagina importante, che resterà indelebile, nella storia del nostro territorio Una pagina che ha visto protagonisti uomini e donne, lavoratori e lavoratrici, marciare verso Roma per reclamare maggiori spazi ed occasioni di sviluppo per il Sulcis Iglesiente, un lavoro dignitoso per tutti. Una pagina che è, ancora oggi, un esempio della grande resilienza e della tempra tipica dei cittadini del Sulcis che, quando sono tutti uniti e capaci di fare fronte comune, riescono a ottenere risultati straordinari». Il primo cittadino di Carbonia ha assunto l’impegno di promuovere il ricordo delle marciatrici e marciatori del Sulcis Iglesiente attraverso la realizzazione di un progetto didattico con il supporto degli Istituti scolastici della città. Roberto Puddu, allora sindacalista degli elettrici della CGIL e autore anche lui di una testimonianza nel libro; Rino Barca, allora sindacalista della CISL, autore di una testimonianza personale nel libro; Raffaele Callia, direttore della Caritas della Diocesi di Iglesias; Riccardo Cardia e Franco Porcu, allora sindacalisti della CGIL, anche loro autori di una testimonianza nel libro. Gli altri autori delle testimonianze nel libro, presenti in sala, sono Francesco Tocco, Stefano Meletti e Ottavio Spanu.

Tra i tantissimi intervenuti alla presentazione, sindaci, amministratori locali, sindacalisti, lavoratori.

Il ricavato delle vendite del libro, pubblicato da Giampaolo Cirronis Editore, finanziato dalla Fondazione di Sardegna, verrà devoluto interamente alla Caritas della Diocesi di Iglesias.

 

Si è tenuta ieri sera, al Supercinema di Carbonia, la proiezione in anteprima del film “Schisòrgiu 1937”, di Paolo Carboni, realizzato dal Centro servizi culturali  Carbonia della Società Umanitaria – Ex-Di Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, in collaborazione con il Comune di Carbonia, lo SBIS – Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis e con il sostegno del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna e della Fondazione di Sardegna, a partire da un’idea dell’Associazione Amici della Miniera e del giornalista Sandro Mantega.

La proiezione del film è stata preceduta da un momento di commemorazione pubblica delle vittime dell’incidente di Schisòrgiu, intorno all’area parcheggio del supermercato Lidl, in via Dalmazia, in corrispondenza dell’area di sottosuolo in cui si verificò la terribile tragedia il 19 ottobre 1937, a seguito di una violenta esplosione che devastò il cantiere minerario, provocando 14 vittime, dove alcuni minatori della Carbosulcis hanno deposto una corona di fiori a ricordo. Erano presenti l’assessora della Cultura del comune di Carbonia, Antonietta Melas, il presidente dell’associazione Amici della Miniera Mario Zara e don Salvatore Benizzi, fino allo scorso 1° ottobre responsabile della Pastorale sociale e per il lavoro della diocesi di Iglesias.

Don Salvatore Benizzi ha lasciato, dopo 40 anni, la guida della Pastorale, Sociale e del Lavoro, della Diocesi di Iglesias, gli subentra don Antonio Mura.

La Cancelleria vescovile nel primo pomeriggio di ieri ha reso noto che in data 1° ottobre mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo della diocesi di Iglesias, accogliendo la rinuncia presentata dal reverendo don Salvatore Benizzi dall’Ufficio diocesano per i problemi sociali, il lavoro, giustizia e pace e la salvaguardia del creato e da vicario episcopale per tale ambito pastorale, ha nominato il reverendo canonico Antonio Mura, nuovo direttore del medesimo Ufficio per un quinquennio.

Ieri mattina don Salvatore Benizzi ha ripercorso oltre 40 anni di impegno pastorale, sociale e del lavoro, per il territorio della diocesi di Iglesias. Hanno accompagnato don Salvatore in questo percorso di rivisitazione e di riflessione dell’impegno pastorale, il neo cardinale mons. Arrigo Miglio, già vescovo di Iglesias ed arcivescovo di Cagliari, e l’attuale vescovo della diocesi mons. Giovanni Paolo Zedda. L’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi, annunciato alla vigilia, non ha potuto presenziare ma ha inviato un lungo messaggio che è stato lo stesso Salvatore Benizzi a leggere ai presenti che hanno gremito la nuova ed ospitale sala dell’oratorio della parrocchia San Pio X. Era presente anche mons. Walter Erbì, recentemente ordinato vescovo di Nepi e nunzio apostolico in Liberia e Sierra Leone.

 

 

Hanno risposto all’invito in tanti, dai sindaci di diversi Comuni della Diocesi, amministratori, lavoratori, sindacalisti, volontari, protagonisti del presente e del passato. Tutti insieme, dopo il saluto del parroco di San Pio X, don Giorgio Fois, e l’intervento del vescovo mons. Giovanni Paolo Zedda, hanno ricostruito 40 anni delle vicende di un territorio che, purtroppo, conserva tanti dei problemi, in molti casi non solo irrisolti ma divenuti anche assai più critici, che caratterizzarono l’inizio del percorso di Salvatore Benizzi. Uno dei momenti più significativi ed indimenticabili è stato e resta la visita di Papa Giovanni Paolo II a Iglesias, nel 1985, ricordata con il messaggio che rivolse al Pontefice allora un lavoratore, riproposto integralmente.

Giampaolo Cirronis

 

Sabato 1 ottobre, presso l’oratorio San Pio X, a Iglesias, dalle ore 9.00, “Don Salvatore Benizzi ripercorre gli oltre 40 anni di impegno pastorale, sociale e del lavoro per il territorio”. Presenzieranno all’incontro, il cardinale Arrigo Miglio, l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi ed il vescovo di Iglesias Giovanni Paolo Zedda, nonché lavoratori, sindacalisti, amministratori, volontari, protagonisti delle vertenze del territorio nel presente e nel passato.

Si sono radunati in piazza Sella, nel tardo pomeriggio. Cgil-Cisl-Uil, la Consulta Anziani di Iglesias, l’Associazione Amici della Vita, l’Auser, l’OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) di Carbonia Iglesias, il Coordinamento del Sulcis Iglesiente della Rete sarda per la difesa della sanità pubblica, l’Associazione Diabete Sulcis Iglesiente, diverse centinaia di cittadini, provenienti da tutto il Sulcis Iglesiente, per dare il via alla fiaccolata, poco dopo le 18.00, destinazione il CTO, in via Cattaneo, dove il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, due giorni fa ha iniziato una clamorosa manifestazione di protesta, dopo l’annuncio della sospensione delle sedute chirurgiche e dell’assistenza anestesiologica per la carenza di medici anestesisti.

Prima di andare incontro al corteo dei manifestanti, mi sono recato al CTO, per incontrare ed intervistare Mauro Usai. Una lunga intervista, della durata di poco più di dieci minuti, nel corso della quale il primo cittadino ha spaziato a 360 gradi sullo stato di grave disagio in cui versa il sistema sanitario pubblico nel territorio. Terminata l’intervista, negli spazi del pre-triage, nel quale già erano presenti alcuni infermieri e cittadini, oltre ad alcuni consiglieri comunali giunti a manifestare vicinanza e solidarietà a Mauro Usai, tra i quali Giuseppe Giganti e Giuseppe Vella, del gruppo consiliare di maggioranza “Ora x Carbonia”,

è arrivato il consigliere regionale della Lega Salvini Sardegna Michele Ennas, con la sindaca del comune di Villamassargia Debora Porrà ed il primario del reparto di Anestesia e Rianimazione Aldo Clemenza, ovvero colui che aveva annunciato la sospensione delle sedute chirurgiche e dell’assistenza anestesiologica, a causa della carenza di medici anestesisti.

Michele Ennas ha mostrato a Mauro Usai la lettera con la quale lo stesso primario ha comunicato al commissario straordinario della ASSL 7 Carbonia Iglesias, ai direttori del Sirai, dei reparti di Medicina, Chirurgia generale, Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia, Oculistica, ORL, Pediatria del CTO, del Pronto Soccorso del Sirai-CTO e della Centrale Operativa 118, il ripristino dell’attività presso il CTO.

«A seguito di dichiarata disponibilità dei colleghi del Servizio e di intensa attività di mediazione, siamo riusciti a superare almeno nel breve periodo, la criticità esposta nella precedente comunicazione ha annunciato il dottor Aldo Clemenza -. Nelle more di una situazione più stabile, comunque, da domani saranno garantire nuovamente l’attività anestesiologica in sala operatoria, l’assistenza ai pazienti ricoverati nei reparti, i trasporti verso altre strutture e le altre attività di consulenza, diagnosi e terapia che erano prestate fino a pochi giorni orsono.»

Il sindaco Mauro Usai ha accolto con sorpresa e comprensibile soddisfazione la novità, esposta da Michele Ennas e Aldo Clemenza.

Mauro Usai si è sfilato la fascia tricolore ed il giubbotto che ha vestito negli ultimi due giorni

e si è recato all’esterno, dove è arrivato il corteo dei manifestanti, ai quali ha annunciato la novità tanto attesa ed il conseguente scioglimento del presidio.

Il primo cittadino ha spiegato nuovamente le ragioni della protesta e le legittime richieste del territorio, finalmente nuovamente unito, ed il consigliere regionale Michele Ennas ha aggiunto che nella difesa dei diritti della città e dei suoi cittadini non possono esserci divisioni.

Ha concluso la serata la preghiera di don Salvatore Benizzi.

 

Il 5 novembre del 2001, con la Santa Messa celebrata nella vecchia sala argani del Pozzo Sella della miniera di Monteponi dal vescovo della diocesi di Iglesias mons. Tarcisio Pillolla e dal vescovo della diocesi di Ales Terralba mons. Tonino Orrù, si concludeva la più lunga occupazione delle miniere della Sardegna che portò all’istituzione del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna. A conclusione di quella lunga lotta, iniziata il 5 novembre del 2000 per chiedere alla Regione Sarda e al Governo Nazionale il rispetto degli impegni assunti con la Carta di Cagliari, sottoscritta il 30 settembre 1998 per l’istituzione del Parco Geominerario, vennero raggiunti i seguenti risultati: 1. L’approvazione della norma di legge da parte del Parlamento per l’istituzione del Parco Geominerario; 2. L’emanazione del decreto da parte dei Ministeri competenti, d’intesa con la Regione Sarda, che istitutiva formalmente del Parco Geominerario; 3. Lo stanziamento di 6 miliardi di lire all’anno per la gestione dello stesso Parco; 4. Lo stanziamento da parte dello Stato di un primo finanziamento di 63 miliardi di lire per dare avvio al Piano da 1.000 miliardi di lire predisposto nel 1998 dall’Ente Minerario Sardo per la bonifica delle aree minerarie dismesse del Sulcis Iglesiente Arburese e Guspinese; 5. L’assunzione a tempo pieno e indeterminato dei 500 lavoratori precari che nel 1998 avevano dato avvio ai lavori propedeutici alla costituzione del Parco Geominerario.

Per ricordare questo importante anniversario l’Associazione Pozzo Sella, anch’essa costituita il 5 novembre del 2001 nei sotterranei del Pozzo Sella, ha organizzato un incontro nella stessa sala argani del Pozzo Sella della miniera di Monteponi per commemorare con una semplice e toccante cerimonia, gli uomini illuminati e lungimiranti che idearono e sostennero le lotte per l’istituzione del Parco Geominerario, mancati negli ultimi 20 anni (prof. Giovanni Lilliu, prof. Luis Bergeron, ing. Gianlupo Delbono, ing. Giulio Boi, sig. Franco Todde, dott. Renzo Pasci, dott. Luciano Ottelli, sig. Siro Usai e sig. Paolo Vargiu, mons. Tarcisio Pillolla, on.le Altero Matteoli). Nella stessa circostanza, è stata sommessamente ricordata alle istituzioni competenti, regionali e nazionali, l’esigenza di rispettare gli impegni assunti 20 anni fa ponendo finalmente fine alla grave inadempienza rappresentata dal mancato funzionamento del Parco Geominerario che resta l’unico progetto possibile per favorire la transizione economica, sociale e culturale del Sulcis Iglesiente Arburese Guspinese, come avvenuto negli altri grandi bacini minerari europei, con la creazione di migliaia di posti di lavoro.

A conclusione della semplice e toccante commemorazione, i cittadini presenti, accompagnati dal sindaco Mauro Usai e dal presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, hanno lasciato il sottosuolo per raggiungere la vicina chiesa di Santa Barbara, visitata il 15 ottobre del 1985 dal Papa San Giovanni Paolo II, dove il vescovo di Iglesias con il parroco don Ivano Gelso ed il responsabile diocesano della Pastorale del Lavoro don Salvatore Benizzi, hanno concelebrato la Santa Messa di ringraziamento.

 

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Ci vorranno ancora almeno 18 mesi, forse 24, per vedere i primi lingotti di alluminio uscire dallo stabilimento Sider Alloys di Portovesme. E’ emerso stamane, nel corso del vertice ministeriale svoltosi nella sala riunioni, convocato dalla sottosegretaria di Stato del ministero dello Sviluppo economico, Alessandra Todde (M5S), cui hanno partecipato, in presenza, i massimi dirigenti dell’Azienda, l’Amministratore delegato Giuseppe Mannina ed il responsabile del settore Energia Gaetano Libia, il responsabile della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Iglesias don Salvatore Benizzi ed alcuni sindaci dei Comuni del Sulcis, ed in videoconferenza gli assessori regionali del Lavoro Alessandra Zedda e dell’Industria Anita Pili, i rappresentanti di Invitalia e quelli delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e CUB.

La sottosegretaria Alessandra Todde è arrivata in stabilimento intorno alle 11.00, reduce da una visita allo stabilimento Eurallumina. S’è fermata al presidio, davanti ai cancelli dello stabilimento, dove ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori. Già con loro, come ha fatto successivamente all’interno dello stabilimento, nel corse del vertice, iniziato in ritardo per difficoltà nell’attivazione della videoconferenza, ha sottolineato l’importanza del passaggio positivo registrato con la sottoscrizione dell’accordo di fornitura dell’energia tra ENEL e Sider Alloys, ma allo stesso tempo, in piena sintonia con i lavoratori, ha ribadito che i passaggi da effettuare sono ancora tanti, ad iniziare dalla definizione del piano industriale che vedrà la luce dopo l’estate.

Nel corso dell’incontro, l’amministratore delegato Giuseppe Mannina ha ribadito quanto già espresso ieri in una comunicato stampa, il suo ringraziamento per tutti coloro che hanno concorso al superamento del problema relativo alla fornitura dell’energia elettrica. Anche i rappresentanti dei lavoratori hanno espresso soddisfazione per il passo avanti compiuto, unitamente alla prudenza ed all’auspicio che ora si possa procedere più speditamente verso il traguardo finale, rappresentato dall’assunzione dei lavoratori ex Alcoa e dall’avvio della produzione.

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Si è svolta questa mattina, a Carbonia, l’iniziativa promossa dall’OPI, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche del Sulcis Iglesiente, sui temi legati allo stato di estremo degrado in cui versa il sistema sanitario pubblico nel Sulcis Iglesiente e sulla nuova, l’ennesima riforma, proposta dalla Giunta regionale guida da Christian Solinas e prossima all’approdo prima in Commissione poi in Consiglio regionale, per la sua approvazione. «Chi ha paura di una ASL nel Sulcis Iglesiente», «Per una riforma equa del Sistema Sanitario Regionale», recitavamo gli striscioni esposti fuori dalla sala polifunzionale, dove i convenuti si sono trasferiti dalla piazza Roma, sede originaria della manifestazione, per l’inclemenza delle condizioni meteo ma, non lo si può negare, anche per la modesta partecipazione. Il sistema sanitario pubblico non funziona, le emergenze non si contano più, i cittadini lamentano ogni giorno, giustamente, gravissimi disagi, ma inspiegabilmente, tutte le iniziative che invitano alla mobilitazione per rivendicare il rispetto dei diritti, previsti nell’articolo 32 della Costituzione, vengono sottovalutate e disertate.

Tra i presenti, c’erano una dozzina di sindaci, con in testa Paola Massidda, padrona di casa e presidente della conferenza socio-sanitaria dei Comuni del Sulcis Iglesiente, rappresentanti di diverse associazioni, medici, paramedici, cittadini. Una delegazione è arrivata dall’Ogliastra, in rappresentanza del Comitato costituito a difesa dei diritti di quel territorio in materia sanitaria che recentemente ha mobilitato la popolazione, riuscendo a portare in piazza oltre 3.000 persone, un numero considerevole, se si tiene conto che l’Ogliastra conta 23 Comuni per complessivi 57,318 abitanti, contro lo stesso numero di Comuni, 23, del Sulcis Iglesiente, che conta però 136.345 abitanti…

Dopo la relazione introduttiva di Graziano Lebiu, presidente dell’OPI del Sulcis Iglesiente, è intervenuta Paola Massidda e sono poi seguiti quindici interventi: Giorgio Madeddu, presidente dell’associazione Amici della Cita Sulcis; Efisio Aresti, segretario della UIL Funzione pubblica del Sulcis Iglesiente; don Salvatore Benizzi, direttore diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro; Gianluca Lindiri, dializzato di Tratalias; Gianfranco Trullu, sindaco di Perdaxius; Bruno Piras, rappresentante del Comitato dei cittadini dell’Ogliastra; Andrea Deiana, giovane diversamente abile impegnato nell’associazionismo a difesa dei diritti dei cittadini; Giorgio Vidili, segretario regionale di Cittadinanza Attiva; Rita Melis, coordinatrice territoriale della Rete Sarda per la difesa della Sanità pubblica e gratuita; Peppino La Rosa, ex consigliere regionale; Loriana Pitzalis, ex assessore del comune di Carbonia; Manolo Mureddu, giornalista; Paolo Zandara, medico pediatra; e, infine, i consiglieri regionali eletti nel territorio, Michele Ennas (Lega) e Fabio Usai (PSd’Az).

Non riportiamo i contenuti degli interventi, perché li abbiamo registrati e ve li proporremo nelle prossime ore, allegate a questo articolo.

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Nell’ambito della rassegna Carbonia scrive, venerdì 5 aprile, presso il Salone della Società Umanitaria, Ex Dì Fabbrica del Cinema, nell’area della Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, è stato presentato il libro di Carlo Panio “Dall’Enel alla Carbosulcis”.

L’appuntamento culturale è stato patrocinato dal comune di Carbonia, dall’associazione Amici della Miniera, dall’associazione Storia e Radici della città di Carbonia, dalla Società Umanitaria e dello S.B.I.S..

I lavori sono stati coordinati dal giornalista di Videolina e La 7 Luca Gentile che ha aperto la serata anticipando il tema e gli interventi della serata, a cura di un vasto partner di relatori. Subito dopo, i saluti da parte della sindaca Paola Massidda che ha parlato dell’importanza di valorizzare il territorio puntando ad una diversificazione del lavoro ma ricordando anche quanto comunque la storia sia maestra di vita.

Alle spalle dei relatori, particolarmente suggestiva la carrellata delle immagini legate alla Grande miniera e alla Carbosulcis, cinquant’anni di lotte operaie, sindacali e politiche, per un progetto minerario su cui si è puntato tanto, tralasciando forse l’eventualità che il panorama potesse cambiare e che la risposta potesse non essere più adeguata alla richiesta di mercato.

Anche l’intervento dell’editore Carlo Delfino ha avvalorato la tesi, ormai più volte presentata, sul fatto che la riconversione dovesse essere fatta anni fa, piuttosto che continuare ad impegnare risorse economiche dettate da scelte politiche che nel tempo si sono poi rivelate non idonee. Basti pensare a quanto la nostra isola potrebbe vivere “alla grande” di bellezza del territorio, di cultura archeologica, di artigianato, di silenzi in luoghi immersi nella natura e di storia fatta di eventi molto lontani nel tempo.

Un libro, quello di Carlo Panio, che denuncia, che racconta, attraverso tanti articoli di giornale, la nascita delle attività estrattive ad opera di minatori che giungevano nel Sulcis da varie parti d’Italia, con la speranza di un lavoro e di una vita migliore per le loro famiglie.

La nascita della città di Carbonia ad opera di Benito Mussoliniche ha dato una casa proprio ai lavoratori impegnati nell’estrazione del carbone che poi si sarebbe rivelato di limitato potere calorifico e qualitativamente inferiore, perché ricco di impurità altamente inquinanti, uscito perdente dalla concorrenza con altri combustibili fossili europei.

La lignite però, di lì a poco, sarebbe stata destinata a diventare il combustibile che avrebbe alimentato il mega impianto da costruire a Porto Vesme. Fame e miseria sembravano arginate da questo grande progetto ed arrivarono gli anni del boom economico, sino al momento in cui scelte politiche intervennero ad interrompere lo sfruttamento delle ultime miniere ancora in attività.

Uno scenario che la cronaca ha raccontato per tutta la sua durata, cinquant’anni di vita di un territorio teatro di speranze puntualmente deluse, di alti e bassi economici che si sono ripercossi nelle vite di tante famiglie.

Ora la necessità di cambiar pelle, di puntare a progetti legati all’innovazione tecnologica ed alla ricerca, nonché al turismo.

Su questo tema hanno puntato il dito i relatori che si sono susseguiti durante la serata: Mario Zara, presidente dell’associazione “Amici della Miniera”; Enea Casti, presidente dell’associazione “Storia e Radici della città di Carbonia”; Paolo Serra, direttore della Società Umanitaria; Alberto Scanu, presidente della Confindustria Sardegna; Antonio Martini, amministratore unico della Carbosulcis; Raffaele Cotza, professore di arte mineraria presso l’università di Cagliari; Salvatore Cherchi, coordinatore regionale del Piano Sulcis; Salvatore Benizzi, vicario episcopale per la pastorale del lavoro della diocesi di Iglesias; Enrico Manca, ex presidente ed amministratore delegato della Carbosulcis; Sabrina Sabiu, assessore della Cultura del comune di Carbonia e, infine, Roberto Puddu, ex segretario della Camera del Lavoro CGIL del Sulcis Iglesiente.

Una serata storico-culturale che ha visto una buona partecipazione di pubblico che ha seguito i vari interventi, tutti interessanti e meritevoli di attenzione, che hanno ancora una volta delineato l’importanza di rilanciare quanto prima il territorio, ormai da anni sofferente per una crisi economica grave, dai toni sempre più preoccupanti, che necessita quanto prima di una risoluzione che possa risollevare le sorti di un territorio martoriato per la mancanza di lavoro, a cui si aggiunge un calo demografico non indifferente che va a complicare il quadro generale.

La speranza è che finalmente la situazione migliori e che le nuove generazioni possano continuare a vivere nel luogo dove sono nati e dove le loro famiglie hanno posto le radici, in quel lontano dicembre 1938.

Nadia Pische

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“Dall’ENEL alla CARBOSULCIS”, cinquant’anni di lotte operaie sindacali e politiche per un progetto minerario tradito o inattuabile. E’ il nuovo libro di Carlo Panio, 40 anni, laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Sassari, passionato di storia mineraria della Sardegna.  Carlo Delfino Editore.

Il libro verrà presentato venerdì 5 aprile, alle 17.00, presso il salone della Società Umanitaria Ex-Dì Fabbrica del Cinema, nell’area della Grande Miniera di Serbariu, nell’ambito della rassegna “Carbonia Scrive“.

Dopo il saluto del sindaco di Carbonia, Paola Massidda, sono previsti gli interventi di Mario Zara, presidente dell’associazione “Amici della Miniera” di Carbonia; Enea Casti, presidente dell’associazione “Storia e Radici della Città di Carbonia“; Paolo Serra, direttore del Centro Servizi Culturali della società Umanitaria di Carbionia; Alberto Scanu, presidente della Confindustria Sardegna; Antonio Martini, amministratore unico della Carbosulcis; Raffaele Cotza, già professore di Arte Mineraria presso l’Università di Cagliari; Salvatore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis; Salvatore Benizzi, vicario episcopale per la Pastorale del Lavoro della Diocesi di Iglesias; Enrico Manca, già presidente ed amministratore delegato della Carvosulcis; Sabriba Sabiu, assessore della Cultura del comune di Carbonia; Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna.

Coordinerà i lavori Luca Gentile, giornalista di Videolina e La7 che curerà anche le conclusioni, con l’autore Carlo Panio.