24 December, 2025
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Le sarde e i sardi hanno diritto a pari opportunità col resto d’Italia e d’Europa. Da tale assunto, semplice quanto fondante, è partita la campagna culturale, sociale e politica per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione. Il concetto di “isola” è da troppo tempo associato a quello di “isolamento”, al punto che, per una sorta di determinismo geografico, chi nasce in un’isola come è la Sardegna, si trova in una “naturale” condizione di esclusione e di marginalità. Talmente pervasiva è stata tale percezione che gli stessi sardi, spesso, fanno di ciò una caratteristica naturale.

Il Comitato per l’insularità in Costituzione ha voluto, fin dalle prime attività, tematizzare in termini istituzionali la questione: pari opportunità e diritti significa veder riconosciuto un principio; tale principio non può realizzarsi solo attraverso regimi di vantaggio negli spostamenti (continuità territoriale etc.); tale principio non è una novità, giacché si tratta di declinare a favore delle giovani e dei giovani sardi (a loro soprattutto ci si rivolge) l’articolo 3 della Costituzione.

Se è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli economici e sociali che fissano punti di partenza differenti, in Italia, a seconda del luogo di nascita, è evidente come la richiesta di pari dignità geografica sia non già pretendere privilegi, bensì vedere riconosciuti diritti fondamentali. Anche perché il processo attivato dal Comitato promotore vuole davvero essere il coronamento della riscoperta e messa in valore dei caratteri dell’isola, e non esaurirsi nel tempo di una campagna elettorale.

I principi alla base della campagna referendaria hanno stimolato la costante dialettica tra cittadini, intellettuali, studiosi; l’affermarsi di buone prassi e comportamenti collaborativi e inclusivi; la promozione di concetti quali Costituzione, insularità, pari opportunità, interdipendenza, reciprocità, coesione, la raccolta di migliaia di firme (92.000) a significare una partecipazione popolare reale.

La presa di coscienza dell’insularità positiva potrà radicarsi definitivamente solo se passerà attraverso l’azione delle studentesse e degli studenti sardi. A tal fine il comitato promotore ha attivato un percorso di alternanza scuola-lavoro con il Liceo Scientifico Leon Battista Alberti, I.I.S. Tecnico Nautico Buccari – Marconi, Liceo Classico Giovanni Maria Dettori, I.I.S. (Liceo linguistico, Liceo scienze umane, Istituto tecnico tecnologico) De Sanctis – Deledda, Liceo Artistico Foiso Fois, Liceo Scientifico Antonio Pacinotti,Liceo Classico Giovanni Siotto Pintor.

L’obiettivo di tale progetto è appunto la presa di coscienza, da parte di studentesse e studenti delle scuole secondarie di II grado del concetto stesso di insularità e della necessità di superare le condizioni ostative del riconoscimento di una parte dell’identità nazionale – costituita dalla Sardegna e dalle sue isole – negli aspetti storici, geografici, insediativi, storico culturali, economici. Il disconoscimento del concetto di insularità, sottraendo opportunità di sviluppo per i residenti nell’isola, temporanei o definitivi, rappresenta, infatti, una visione da modificare, a partire appunto dal mondo giovanile.

Gli studenti e le studentesse coinvolti approfondiranno precisi argomenti (economici, ambientali, storici, culturali, sociali) riguardanti la Sardegna; da ciò partiranno per la creazione di “moduli” da sviluppare nel corso di conferenze durante le quali dialogheranno con studiosi, esperti, professionisti e pubblici decisori. I risultati delle attività saranno diffusi dai media partner L’Unione Sarda, Videolina online e Radiolina. Lungo il loro percorso di ricerca saranno supportati dal comitato promotore, che farà dei materiali prodotti la base per le sue future azioni di promozione, conoscenza e diffusione.

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In occasione delle celebrazioni del 25 aprile (1945-2018) per il 73° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo, mercoledì 25 aprile alle ore 10.00, in piazza Roma, il Sindaco di Carbonia Paola Massidda deporrà una corona d’alloro presso la targa dedicata ai caduti per la Liberazione dell’Italia. 

A seguire, dalle ore 10.30, organizzato dalla compagnia La Cernita Teatro insieme all’Anpi sezione di Carbonia e al Comitato Provinciale Carbonia Iglesias, con il patrocinio del Comune di Carbonia, la sala polifunzionale di piazza Roma ospiterà lo spettacolo teatrale “Storia di una piccola città”, con: Pietro Carta, Piero Deidda, Lucia Longu, Mariella Mannai, Luciano Sulas, Rosanna Sulas; costumi: Lucia Longu, Mariella Mannai, Rosanna Sulas; oggetti di scena realizzati da: Luciano Sulas; disegno luci: Giampietro Guttuso; regia: Monica Porcedda; produzione La Cernita Teatro.

«Una piccola città, appena uscita dalla guerra, si stringe tutta intera attorno ai minatori scioperanti per affermare il suo diritto di esistere.»

Una piccola Città deve sorgere in men che non si dica. 
E’ una “Città Macchina”, costruita a bocca di miniera, il sogno di emancipazione per molti giovani attratti dalla speranza di un lavoro e di una nuova vita. Ingegneri, operai, muratori, manovali in men di tredici mesi costruiscono strade e piazze e case e palazzi per accogliere migliaia di persone provenienti da tutta l’Italia. 
E’ una migrazione verso un diverso modo di “coltivare”, a 100, 200, 300 metri di profondità dove il frutto della terra non è appannaggio dei lavoratori, ma serve a forgiare le armi della guerra e della pace secondo le logiche dell’autarchia fascista.

Così, nel profondo sud della Sardegna, nasce Carbonia.

Ma, a soli dieci anni dalla sua fondazione, già mostra i segni della sua esistenza precaria quando i più economici carboni esteri mandano in crisi il settore estrattivo. E’ la fine.
Da obiettivo e rifugio sicuro per la sua gente essa diventa una temuta arma di ricatto in mano all’Azienda proprietaria di tutta la Città.

Contro le misure repressive e provocatorie a danno soprattutto dei lavoratori che lottano per difendere il posto di lavoro, il 7 ottobre 1948, il sindacato proclama lo sciopero.

«Al centro di questo lavoro non c’è una storia che si conclude risolvendo il conflitto che l’aveva originariamente suscitata, ma il conflitto stesso, ancora aperto, su una rinascita economica e sociale che in Sardegna non è mai avvenuta, al di là dei problemi di natura geografica ed economica derivanti dall’essere un’isola. 

La narrazione compie un salto nel passato per ripercorrere alcuni tra i problemi emersi nel dopoguerra nel Sulcis Iglesiente, problemi ancora oggi non risolti a fronte di una condizione economica e sociale che alimenta il disagio, problemi che non riguardano solo la Sardegna. 

Questo lavoro, infatti, rappresenta il tentativo di scavalcare il leitmotiv di “Sulcis Iglesiente territorio più povero d’Italia” per guardare oltre: basterebbe volgere lo sguardo poco oltre l’isola per fermarsi in mezzo al mare che in questi anni ha un bel sacco di storie da raccontarci. 

Così la storia di una piccola città come Carbonia, è solo un pretesto per raccontare una storia più grande, una storia universale di potere, di abusi, di fame ma anche di lotte quotidiane e, soprattutto, di tanta dignità.»

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L’Automek Calasetta esordirà mercoledì 25 aprile, alle 18.00, sul campo dell’Esperia (rispettivamente seconda e terza classificata al termine della seconda fase), sul campo di via Pessagno, a Cagliari, nelle semifinali di andata del campionato di serie C Silver di basket. Nell’altra semifinale, alle 20.30, si affronteranno due squadre quartesi, il Basket Antonianum e la Ferrini Delogu Legnami, rispettivamente quarta e prima classifica al termine della seconda fase.

La squadra di Simone Frisolone ha condotto fin qui una stagione eccellente, con un continuo testa a testa con la Ferrini Delogu Legnami, perdendo nettamente lo scontro diretto casalingo dell’ultima giornata della seconda fase, per 91 a 72.

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Valentina Pistis (Cas@ Iglesias), questa sera ha diffuso una nota, dopo l’accordo elettorale siglato due giorni fa con Forza Italia che ha deciso di non partecipare alle prossime Amministrative con gli altri partiti della coalizione di centrodestra e di entrare a far parte della coalizione con Cas@ Iglesias e la lista civica ispirata dal Partito Comunista di Iglesias.

«Abbiamo ritenuto e concordato con i consiglieri comunali di Forza Italia, Saiu, Mannu e Biggio, ed il Partito un percorso trasparente – ha dichiarato Valentina Pistis -. Sono certa che sapremo rappresentare la nostra Comunità avendo ben chiari i principi di legalità, efficienza e giustizia. Sta nascendo una nuova classe dirigente consapevole dei profili morali con cui deve rappresentare la propria Comunità e cosciente dei doveri che l’attendono. Il nostro orizzonte – ha concluso Valentina Pistis – sarà la difesa delle tante famiglie deboli e il rilancio della Città. Ora lavoriamo.»

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Slitta di 24 ore il nuovo vertice su Sider Alloys Italia Spa, convocato al Mise, per parlare di piano industriale e nuovo assetto societario, partecipazione finanziaria e piano di lavoro per la riattivazione degli impianti ex Alcoa. Il responsabile dell’Unità che gestisce le crisi aziendali presso il Mise, Giampietro Castano, ha convocato per le 11.00 del 3 maggio, nel salone Arazzi del Mise, in via Molise 2, a Roma, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru; l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri; il presidente ed il responsabile HR della Sider Alloys Italia Spa, Giuseppe Mannina e Gaetano Libia; il presidente del coordinamento del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi; le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM-UIL, UGL Metalmeccanici e CGIL-CISL-UIL-UGL.

Si tratta di una tappa fondamentale, la più attesa dai lavoratori e dalle loro rappresentanze sindacali, per conoscere soprattutto il piano industriale della Sider Alloys e per parlare dell’organico con il quale procedere alla riattivazione degli impianti, fermi ormai da diversi anni.

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Si è svolta oggi, al Teatro civico “Oriana Fallaci” di Ozieri, la giornata commemorativa del 73° anniversario della Liberazione. Una giornata che il presidente ha voluto collegare ad un recente fatto di cronaca accaduto nel centro del Mejlogu, dove comparvero scritte intimidatorie contro la presenza di un gruppo di migranti. La ferma condanna di quell’episodio che tutta la comunità ozierese ha voluto esprimere, ha ricordato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, «è un esempio di buona politica che sa assumersi la responsabilità di gestire problemi complessi di fronte ai quali nessuno può girarsi dall’altra parte». Per questo, rivolgendosi ai ragazzi del Liceo “Segni” e dell’Istituto “Fermi”, il presidente li ha invitati ad impegnarsi «per essere migliori di noi e cercare sempre risposte alle domande che ci pone la società, perché i problemi dell’immigrazione sono strettamente legati ad altre grandi questioni del nostro futuro: sostenibilità, lavoro, diritti umani, equilibrio demografico, sicurezza».

Dopo il presidente Gianfranco Ganau, ha preso la parola la senatrice Albertina Soliani, presidente dell’Istituto “Alcide Cervi”. Un intervento appassionato, aperto dal ricordo della Carta costituzionale come «una Costituzione che pensò ai giovani», permettendo loro di studiare ed affrontare in anni difficilissimi un futuro ricco di opportunità. La Soliani ha poi ricordato brevemente la figura di Gavino Cherchi, insegnante di Ittireddu che durante la seconda guerra mondiale venne a lavorare a Parma e diventò un protagonista della Resistenza, prima di essere catturato ed ucciso sulle rive del Po con altri due compagni. Gavino, ha affermato la senatrice Soliani, «è un nostro eroe e un vostro eroe». Albertina Soliani si è poi soffermata sulle vicende della famiglia Cervi e dell’Istituto, da lei guidato, che ne porta avanti la memoria.

Vediamo le interviste con il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau e con la senatrice Albertina Soliani.

 

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Giovedì 26 aprile, alle ore 10,00, una delegazione del coordinamento dei Riformatori sardi incontrerà, presso la sede di via Dalmazia, a Carbonia, la responsabile della ASSL di Carbonia, dottoressa Maddalena Giua, per un confronto sulle cause delle criticità della sanità nel territorio. L’incontro arriva in risposta alla richiesta inviata nei giorni scorsi.

«Ci risulta che le proteste e le iniziative di queste ultime settimane hanno prodotto qualche primo risultato in termini di impegno su organici e strumentazioni e strutture – scrive in una nota il coordinatore dei Riformatori sardi Francesco Loi -. Noi andremo per sostenere una cosa prima di tutto: sono state prese decisioni che in gran parte non condividiamo ma pretendiamo che le scelte siano effettive e funzionino al meglio. Servizi e prestazioni previsti devono essere garantiti nelle strutture ospedaliere, nel territorio, nelle piccole isole.»

«L’ospedale per l’emergenza urgenza deve essere in grado effettivamente di affrontare l’emergenza ogni giorno ed ogni ora – conclude Francesco Loi -. Ci impegniamo a comunicare puntualmente tutto quanto sarà affrontato durante l’incontro.»

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Questa mattina, nella sala Emilio Lussu di Villa Devoto, il presidente della Regione Francesco Pigliaru con gli assessori della Programmazione Raffaele Paci e degli Enti locali Cristiano Erriu, ha firmato con il presidente dell’Anci Emiliano Deiana, i rappresentanti di Aiccre e Asel Carla Medau ed Antonello Atzeni e con il Cal, l’accordo quadro che dà il via a tutta la procedura per i cantieri di LavoRas, la parte che muove 45 dei 128 milioni complessivi messi in campo con il piano per il lavoro voluto dalla Giunta e approvato dal Consiglio attraverso la Finanziaria. Nelle prossime ore Insar pubblicherà l’avviso: i Comuni possono immediatamente presentare il progetto che sarà valutato da Insar. Una volta approvato, verrà fatta la selezione dei disoccupati dalle liste comunali e a quel punto si potrà materialmente aprire il cantiere. Una procedura che, per obblighi di legge, ha delle scadenze in ogni sua fase fissate fra i 30 e i 45 giorni, ma che può essere chiusa nel giro di pochissimi giorni se le domande saranno presentate tempestivamente dai Comuni. Attraverso i cantieri, i Sardi occupati saranno circa 3.500. I rappresentanti degli Enti Locali hanno espresso forte apprezzamento per LavoRas, sottolineando la correttezza dell’impostazione e la condivisione del percorso, che dà fiducia e risponde alle aspettativa dei Comuni.
«LavoRas è la nostra risposta a una ripresa che è ancora troppo lenta, e questo vale non solo per la Sardegna ma per tutto il Paese, soprattutto al sud. Quando il mercato non sostiene con sufficiente vigore la creazione di lavoro, la ricetta è quella che ci ha insegnato Keynes: il lavoro va creato anche con l’intervento pubblico – ha dichiarato il presidente Francesco Pigliaru -. I cantieri di lavoro previsti e finanziati da LavoRas sono esattamente questo: la creazione di nuova occupazione subito su progetti mirati, che dunque avranno effetti permanenti con la realizzazione di servizi di cui le comunità avevano bisogno e che saranno un vantaggio per tutti. Grazie all’impegno di molti e con l’essenziale protagonismo dei Comuni, il percorso sta andando avanti in fretta ed efficacemente: la firma di oggi, che definisce i dettagli, dimostra che insieme si è lavorato bene, ed è un ottimo esempio di collaborazione tra Istituzioni che hanno come unico obiettivo aiutare chi ha sofferto e sta soffrendo di più la crisi.»
«Il percorso di LavoRas è stato fortemente condiviso con le parti sociali, economiche e istituzionali oltre che con il Consiglio regionale», ha ricordato Raffaele Paci. «Abbiamo fatto decine di incontri per raggiungere il miglior risultato possibile, accogliendo suggerimenti e integrazioni, perché ognuna delle parti ha portato il suo importante contributo. Abbiamo corso molto, lavorato su questo Piano ogni singolo giorno e ora bisogna continuare a correre per capitalizzare al massimo tutti gli sforzi che sono stati fatti: puntiamo su procedure snelle e rapide, e siamo sicuri che anche i Comuni saranno pronti, perché c’è grande voglia di ripartire e far ripartire la nostra regione. LavoRas è una risposta seria e concreta all’emergenza lavoro in Sardegna – conclude Raffaele Paci -. E, insieme ai 45milioni del Reis e alle politiche di programmazione territoriale, è una occasione straordinaria per uscire definitivamente dalla crisi.»
I 45 milioni destinati ai cantieri di LavoRas sono di provenienza Fsc e Fse. Un primo anticipo, pari al 30% dell’importo complessivo, sarà erogato dalla Regione al momento della firma della convenzione di approvazione del progetto fra Comune interessato, Aspal e Insar. Una seconda quota, il 50%, verrà stanziata all’apertura di cantieri (dunque al momento dell’assunzione dei disoccupati), il restante 20% a saldo dopo la rendicontazione finale. Sei le tipologie di cantieri previste: ambiente, compresi i litorali e le aree umide, e dissesto idrogeologico; beni culturali e archeologici; edilizia; reti idriche; valorizzazione attrattori culturali; patrimonio pubblico ed efficientamento delle procedure comunali.
«Questo programma straordinario – sottolinea l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu – riattiva i cantieri comunali per l’occupazione. I Comuni sardi sono abituati da tempo a dare risposte ai tanti fabbisogni e alle richieste di lavoro dei cittadini. Da oggi sarà possibile farlo anche attraverso i cantieri innovativi inseriti nel Catalogo, che rispondono a una domanda di occupazione e consentono ai Comuni stessi di risolvere alcune criticità amministrative: digitalizzazione di documenti, gestione degli archivi, attività legate all’archeologia e alla sistemazione del territorio. Sarà possibile sviluppare la micro-imprenditorialità locale e, in una certa misura, contenere lo spopolamento delle zone interne. I progetti potranno essere presentati anche in forma partecipata, all’interno di una o più Unioni di Comuni oppure in una porzione di un singolo territorio.»
Con LavoRas, che oltre ai cantieri contiene la parte dei bonus occupazionali, la Giunta conta di ridurre il tasso di disoccupazione di circa un punto percentuale, a condizioni stabili, e di dare lavoro complessivamente a oltre diecimila persone. Oltre ai 128 milioni per il 2018, il Piano stanzia 70 milioni ciascuno per il 2019 e il 2020, soldi e politiche che faranno aumentare ulteriormente il numero degli occupati. 

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Gli studenti dell’Istituto Tecnico Angioy hanno partecipato ad una conferenza sul nuovo impianto di compostaggio dei rifiuti di Sa Terredda.

«È stata un’importante occasione per sensibilizzare i giovani studenti sulla corretta gestione dei rifiuti e il trattamento della frazione umida tramite il compostaggio. Inoltre, attraverso questa iniziativa è stato possibile informare i ragazzi in merito alle opportunità lavorative che il mondo dell’ambiente in generale e quello dei rifiuti e delle bonifiche in particolare possono offrire loro», ha detto l’assessore dell’Ambiente Gian Luca Lai nel corso della conferenza svoltasi presso l’Aula magna dell’Istituto Tecnico Giovanni Maria Angioy di Carbonia, alla presenza degli studenti e degli insegnanti delle classi 4ª A e 5ª A del corso Costruzioni-Ambiente e Territorio e 5^ C del Liceo delle Scienze Applicate.

L’incontro, che si inserisce nell’ambito delle attività di Alternanza Scuola-Lavoro, è stato organizzato dall’istituto diretto dalla professoressa Antonietta Cuccheddu, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Carbonia e con la Verde Vita S.r.l., la società che gestisce la struttura di Sa Terredda. I relatori hanno posto in evidenza che la struttura di Sa Terredda risulta essere il primo e unico impianto in Sardegna in grado di trattare e recuperare i rifiuti ingombranti.

«Si tratta di una sezione dell’impianto che si è evoluta rispetto al progetto originario di semplice triturazione degli ingombranti da indirizzare in discarica o al termovalorizzatore. La rimodulazione è stata fortemente voluta dall’attuale Amministrazione Comunale sulla scorta di una precisa scelta di politica ambientale. La piattaforma di ricezione e recupero dei rifiuti è stata avviata a partire dal novembre 2017 con l’obiettivo di ridurre di un ulteriore 5-6% la produzione di secco indifferenziato», ha spiegato l’assessore Lai.
Al termine della conferenza, gli studenti della classe 5ª C del Liceo delle Scienze Applicate, accompagnati dal prof. Migliozzi, hanno visitato l’impianto di Sa Terredda.

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Martedì 17 aprile, per la prima volta al Fuorisalone milanese, Nicola Filia ha presentato la sua installazione “Catene” nella Food Court di StreetEat in Brera nel cortile del Liceo Parini.

In una vera e propria corte del cibo nazionale ed internazionale, ma soprattutto tra nuovi designer e proposte innovative, come ad esempio la eV Now! di Tesla, l’artista ha realizzato in anteprima un’opera site-specific formata da più di trecento anelli di ceramica bianca.

Il curatore del progetto, Aldo Sardoni direttore artistico di Noema Gallery (Galleria che rappresenta Filia a Milano) ha scritto di questo lavoro: «… La catena ha generalmente un’accezione negativa nella nostra immaginazione, rimanda alla mancanza di libertà, all’impossibilità di movimento, sia fisico che psicologico. Ci sono moltitudini di catene con le quali dobbiamo confrontarci nella nostra vita di esseri umani. Poiché credo che la libertà non esista e che si dipenda sempre e, comunque, da qualche cosa, l’invito è quello di osservare e leggere la catena come il luogo della rassicuranza, intesa non solo come tratto biologico dell’uomo, ma come costruzione di una serie di legami (catene) che ci fanno sentire protetti in un ambiente conosciuto e nel quale siamo legati. Avere queste catene ci consente di non perderci nell’oblio di una vita che altrimenti non avrebbe riferimenti, pertanto il progetto, come un’esortazione, invita ad essere incatenati a qualcosa e non, come generalmente si pensa, a liberarsi dalle catene».

Dopo questo primo passaggio, all’artista sarà dedicata un’esposizione personale nella location di Noema Gallery a Milano, in via Solferino 40 (angolo via Castelfidardo), il prossimo autunno dal 15 al 25 novembre. In quella occasione, saranno esposte tutte le opere che hanno fatto conoscere Nicola Filia anche a livello internazionale, in un’antologica dal titolo “Argilla: per fine e per mezzo”.

L’installazione “Catene” sarà visibile per tutta la durata del Fuorisalone.

(Food Court StreetEat, cortile del Liceo Parini, ingresso cancello di via San Marco).