22 December, 2025

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La messa a dimora di alberi e piante nell’area metropolitana di Cagliari per sensibilizzare i giovani e le pubbliche amministrazioni.

A.R.K.A. Eventi Culturali, in collaborazione con latestata.info ed altre associazioni, partecipa alla chiamata di “No Planet B” con un progetto intitolato “Amico Albero”.

Una dozzina di progetti da tutta Italia si sfidano e concorrono al budget di 100.000 euro.

Ormai tutto il mondo si è reso conto dell’emergenza climatica che vive il pianeta. Testimonial eccezionali come Greta Thunberg e papa Francesco continuano a fare la loro parte, nonostante si registri la miopia di alcuni governi come quelli brasiliano, statunitense e cinese, tra i maggiori inquinatori mondiali.

L’Italia partecipa al Climate Action Summit dell’ONU indetto dal presidente Antonio Guterrez.

L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni entro il 2030: meno carbone e centrali di vecchio tipo.

Ma esiste anche una emergenza plastica, una emergenza effetto serra, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare.

Le specie animali e vegetali a rischio.

Un problema alimentare e di acqua che scarseggia.

La bomba demografica e la migrazione di massa di popolazioni da un continente all’altro.

NoPlanetB lancia un concorso di idee e una gara di video per moltiplicare nelle città metropolitane italiane le zone di verde pubblico.

A.R.K.A.

Eventi Culturali, da sempre sensibile alle tematiche ambientali portate all’attenzione del pubblico attraverso il Festival Letterario San Bartolomeo (due titoli su tutti, “Il Sud puzza” di Pino Aprile e “Goodmorning diossina” di Angelo Bonelli), partecipa col progetto “Amico Albero”.

Il progetto, nel caso fosse selezionato dalla giuria, verrà sviluppato in un comune dell’area metropolitana di Cagliari che metterà a disposizione della cittadinanza uno spazio pubblico dove verranno messe a dimora delle piantine o degli alberi.

Inoltre sarà possibile sensibilizzare i giovani delle scuole elementari e delle scuole medie attraverso un concorso di disegni riguardanti il tema degli spazi verdi urbani.

La prima fase si concluderà il 3 ottobre, da qui l’appello a votare e far votare il progetto “Amico Albero”.

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Il 27 settembre, al Teatro Si ‘e Boi di Selargius, nuovo appuntamento autunnale con “WallPaper” di Sara Angius per “Logos/Cortoindanza. Un ponte verso l’Europa”, rassegna internazionale di danza contemporanea diretta da Simonetta Pusceddu.

I diversi stati dell’anima umana, la debolezza le paure e le preoccupazioni che si tenta di nascondere. Un intreccio di vite diverse che cela le inclinazioni segrete della propria anima e le proprie ferite lacere, nella coreografia “WallPaper” di Sara Angius che debutta il 27 settembre al Teatro Si’ e Boi di Selargius, alle 20.30, per la rassegna internazionale “Logos/Cortoindanza. Un ponte verso l’Europa” diretta da Simonetta Pusceddu. «Se uno non vede la ferita lacera, uno non vede niente più!», spiega la coreografa e danzatrice. Il microcosmo dai dintorni chiusi e limitati, diviene la scena tragicomica delle relazioni tra caratteri eccentrici che disputano con le loro inibizioni, le frustrazioni e le follie. Un dialogo nel quale ciascuno deve dichiararsi e svelare sensazioni che non di solito si rivelano. Con Sara Angius, Loretta D’Antuono, Stefano Roveda e Lucrezia Maimone. Progetto in co-organizzazione con la Cedac.

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I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Vito, nel corso della mattinata di ieri impegnati nel servizio di pattugliamento del 112 Pronto Intervento, hanno arrestato in flagranza di reato un giovane 30enne, originario di Villasimius. L’uomo nel corso della mattinata di ieri mentre si trovava a Muravera sulla centralissima Via Roma, proprio davanti all’ingresso dell’Ospedale San Marcellino, al passaggio di un autobus di linea A.R.S.T. in servizio giornaliero tra San Vito e Muravera ha occupato la carreggiata stradale costringendo l’autista ad un’improvvisa frenata. Il giovane, inveendo senza motivo contro il conducente. si è aggrappato ai due tergicristallo danneggiandoli e di conseguenza spaventando l’autista che fortunatamente aveva appena fatto scendere alla fermata i pendolari e gli utenti dell’ospedale. L’autista scosso per l’episodio e per le urla del giovane, si è chiuso all’interno dell’autobus, interrompendo la tratta mentre i militari, fortunatamente lì vicino per il consueto controllo degli obiettivi di interesse pubblico e delle aree maggiormente frequentate dalla cittadinanza, hanno immediatamente fermato il giovane impedendo che potesse arrecare altri danni. Dopo le consuete attività di identificazione, l’uomo è stato accompagnato presso il Comando di San Vito e, successivamente, trasferito in stato d’arresto presso le camere di sicurezza del Comando Provinciale Carabinieri di Cagliari, in attesa dell’udienza di convalida disposta dall’Autorità Giudiziaria di Cagliari in cui dovrà rispondere di danneggiamento e interruzione di pubblico servizio o di pubblica utilità.

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Il deputato del M5S Nardo Marino ha presentato un’interrogazione al Governo in commissione Trasporti a Montecitorio per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori sulla strada provinciale 38 bis e – in particolare- sulla ricostruzione del ponte di Monte Pino crollato il 18 novembre del 2013 sotto la furia del ciclone Cleopatra. Si tratta di una situazione molto importante per il nostro territorio, che non può essere trascurata. Sei anni fa tre persone sono morte a seguito del crollo del ponte e, da allora, due centri importanti del nord Sardegna come Olbia e Tempio sono privi di un collegamento infrastrutturale importante.

In risposta all’interrogazione urgente dell’on. Nardo Marino, il Ministero ha confermato che molto presto si potranno riavviare i lavori. L’Anas ha confermato di aver avviato la procedura di risoluzione del contratto nei confronti dell’impresa appaltatrice IMP Costruzioni Generali di Carloforte e che prevede di ultimare le attività relative alla redazione dello stato di consistenza entro la fine del prossimo mese di ottobre. Successivamente, sarà possibile interpellare la seconda impresa in graduatoria e quindi si potrà procedere alla stipula del contratto di subentro e alla ripresa dei lavori.

«Recentemente ho effettuato un sopralluogo sul posto, in accordo con i vertici di Anas Sardegna – ha spiegato Nardo Marino -. In quell’occasione è emerso che i lavori sono conclusi solo per il 30 per cento. È dunque evidente che sia indispensabile attivare delle procedure d’urgenza, per garantire la sicurezza e il diritto alla mobilità degli abitanti della zona e dei sardi in generale. Durante l’interrogazione ho rimarcato – ha concluso Nardo Marino – che, laddove non ci fossero le condizioni per la riattivazione celere del cantiere, sarà indispensabile pensare alla possibilità di commissariare l’opera.»

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NVITO CONFERENZA STAMPA

Mercoledì 2 ottobre, ad Iglesias, alle ore 11.00, presso la Sala Riunioni del Centro Direzionale, in via Isonzo, si terrà la conferenza stampa di presentazione della 27ª edizione del “Trofeo del Minatore”, la gara di atletica organizzata dalla “ASD Atletica Iglesias”, con la collaborazione dell’assessorato dello Sport del comune di Iglesias e del Comitato Regionale Sardo della FIDAL.

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Come coinvolgere i giovani nel volontariato? Un progetto e una ricerca offrono un contributo importante per chiarire il tema e offrire indicazioni alle associazioni. Il progetto GioeVo (Giovani e Volontariati), promosso dalla Convol e finanziato da Fondazione CON IL SUD, ha sperimentato un percorso per sensibilizzarli e coinvolgerli, accompagnandolo con un’indagine per rilevarne e monitorarne i risultati. Il progetto si è svolto in quattro regioni (Campania, Sardegna, Puglia e Sicilia) e ha coinvolto 16 istituti superiori e 36 associazioni. I risultati del progetto e della ricerca verranno presentati durante il seminario di riflessione

Interverranno Ermes Carretta, presidente ConVol; Emma Cavallaro, responsabile Progetto GIOeVO; Emmanuele Pavolini, dell’Università di Macerata, Giovanni Battista Sgritta, professore emerito dell’Università La Sapienza di Roma, e soprattutto insegnanti, studenti e associazioni che hanno partecipato al progetto.

Il progetto GioeVo ha proposto agli studenti delle scuole superiori un percorso in tre tappe: inizialmente sono state presentate nelle classi le attività delle organizzazioni di volontariato del territorio; in secondo luogo sono state proposte esperienze di coworking nelle associazioni stesse, all’interno delle quali gli studenti sono stati accompagnati da un tutor e formati per svolgere attività di peer education (cioè educazione tra pari) su questi temi; infine è stato chiesto ai giovani di presentare ai compagni di classe l’esperienza di volontariato fatta, facendosi “propagatori” dell’esperienza stessa.

Parallelamente, l’indagine ha coinvolto 720 studenti per mettere a fuoco gli effetti del progetto. Effetti che sono stati certamente positivi sui ragazzi che hanno fatto l’esperienza nelle associazioni e che hanno potuto così vedere crescere, oltre alla propria civicness (cioè l’orientamento civico), la percezione di essere informati sul volontariato a scuola, un atteggiamento positivo verso il volontariato, il coinvolgimento e l’orientamento a fare volontariato in futuro. I ragazzi infatti si sentono informati e si dicono disponibili in percentuale molto più alta dei loro compagni che non hanno fatto la stessa esperienza, e questo sia nel breve che nel lungo termine. L’esperienza nelle associazioni, tra l’altro, ha permesso loro di costruire anche dentro la scuola contatti e relazioni con altre persone coinvolte nel volontariato, e queste relazioni si sono mantenute anche alla fine dell’esperienza.

L’effetto peer è invece più sfumato: evidentemente la capacità dei ragazzi di trasmettere la propria esperienza non è stata sufficiente a cambiare gli atteggiamenti.  Gli aspetti positivi sono evidenti sul piano della civicness, cresciuta anche negli studenti che non hanno fatto l’esperienza di coworking: e questo è importante, perché lo sviluppo di un orientamento civico positivo, è comunque il presupposto per una disponibilità all’impegno. Ci sono aspetti positivi anche riguardo la percezione di essere informati sul volontariato a scuola (più alta a breve termine, in calo a medio termine): questo significa che c’è stato un confronto, una discussione in cui si sono sentiti coinvolti. Dall’altra parte, gli effetti della comunicazione tra pari non ha fatto venire voglia di coinvolgersi attivamente nelle associazioni.

Altri aspetti interessanti emergono dalla lettura dei “Diari di Bordo” che i ragazzi hanno compilato durante il progetto, per raccontare la loro esperienza. Qui hanno dichiarano di avere acquisito competenze trasversali e di avere imparato che cosa è un’associazione, cosa significa essere volontari, cosa vuol dire sentirsi responsabili, come si devono gestire le emozioni quando si lavora con le persone fragili, e di essere gratificati dalle relazioni instaurate tra pari, con gli utenti delle associazioni e con i tutor.

«In generale, possiamo dire che offrire ai giovani la possibilità di entrare in un’associazione per fare un’esperienza viva, anche se limitata nel tempo, rimane la via privilegiata per coinvolgere i giovani, i quali poi possono trasmettere la loro esperienza ai compagni, favorendo la sensibilità e la conoscenza del volontariato, anche se poi anche i compagni hanno bisogno di un’esperienza più determinante – commenta Emma Cavallaro, responsabile del progetto GioeVO -. Occorre dunque costruire rapporti sistematici e continui fra scuole e organizzazioni di volontariato, per offrire percorsi più articolati. E, naturalmente, sullo sfondo resta l’impegno, da parte delle associazioni, per accogliere e formare gli studenti con cui entrano in contatto». Per quanto riguarda il senso del progetto, secondo Emma Cavallaro, la speranza è che «i giovani che hanno fatto questa esperienza abbiano capito correttamente cosa è il volontariato e soprattutto che esso, prima di essere una disciplina, prima di essere una tipologia di attività, è una categoria dello spirito.»

I risultati del progetto e della ricerca sono stati pubblicati in un volumetto intitolato “Giovani e volontariati”. La versione elettronica di può scaricare dal sito www.gioevo.org .

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Export regionale in frenata in Sardegna. Nel primo semestre dell’anno in corso, al netto del settore petrolifero, il volume complessivo dell’export regionale ha segnato un calo del 1,3% rispetto allo stesso periodo 2018. Il dato peggiora (-3%) se si include anche il comparto petrolifero che, da solo, rappresenta l’82% delle esportazioni dell’Isola. Eppure, come attesta un report della Cna Sardegna, qualche segnale positivo arriva dal settore agroalimentare. In particolare, il lattiero-caseario (legato principalmente all’export del Pecorino) dà finalmente segni di ripresa (+4%) dopo un triennio disastroso.

Il calo del primo semestre dell’anno arriva dopo un 2018 complessivamente positivo. L’anno passato si era infatti chiuso con una crescita (sempre al netto del comparto petrolifero) pari al +3,3%, trainata dalle vendite di prodotti chimici e farmaceutici (+27%) e dell’industria metallurgica (+8,3%). Molto male era andato anche lo scorso anno il settore agroalimentare, che ha proseguito il suo trend negativo di durata ormai triennale. Viceversa, nei primi sei mesi del 2019 le vendite di prodotti agroalimentari sono andate in controtendenza segnando un aumento del +4% rispetto allo stesso periodo del 2018, pari a 3 milioni di euro in più.

«Il dato è doppiamente significativo se si osserva che ad incrementare il dato delle vendite sono stati i prodotti lattiero caseari ed in particolare il pecorino – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -: la cosa fa ben sperare perché si tratta di un comparto che rappresenta l’unica realtà industriale regionale con una filiera “quasi” completamente locale e che assorbe una quota del 62% di tutto il settore agroalimentare isolano

Tabella 1 – Export regionale (milioni di euro) e variazione percentuali tendenziali

2015 2016 2017 2018 II 2018 II 2019 Var.% 2018 Var.% II 2019
Prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca 10 12 13 18 7 6 37,4% -19,9%
Industria estrattiva 57 55 58 63 31 24 7,9% -24,2%
Settore Agroalimentare 196 182 180 148 73 76 -17,8% 4,0%
Tessili e abbigliamento, pelli 19 20 21 20 10 8 -2,5% -20,3%
Legno e carta 30 26 24 23 12 12 -3,5% -5,8%
Industria petrolifera 3.910 3.423 4.427 4.763 2.204 2.185 7,6% -0,9%
Industria chimica e farmaceutica 169 141 221 281 137 122 27,1% -11,1%
Plastiche non metallifere 23 19 17 20 10 9 18,0% -8,9%
Industria metallurgica 191 196 221 240 126 133 8,3% 5,5%
Elettronica, ottica e apparecchi elettrici 20 16 22 22 9 9 -2,3% -4,1%
Altri macchinari 48 39 56 52 27 14 -6,6% -49,3%
Mezzi di trasporto 18 35 77 32 14 32 -58,6% 127,4%
Altro manifatturiero 4 8 8 4 2 2 -51,0% 3,2%
Energia e trattamento rifiuti 21 30 19 27 9 9 42,7% 8,1%
Altro 8 7 6 25 11 10 313,0% -14,2%
Totale 4.723 4.209 5.371 5.738 2.683 2.649 6,8% -1,3%
Totale senza petrolifera 812 786 944 975 478 464 3,3% -3,0%

Fonte: Elaborazioni Cna Sardegna su dati Istat.

In un semestre nel complesso negativo, le vendite di prodotti agroalimentari segnano dunque un +4% rispetto allo scorso anno: 3 milioni di euro in più. Tutto ciò grazie ad un incremento delle vendite dei prodotti lattiero caseari, comparto che come detto assorbe una quota del 62% del settore agroalimentare isolano (al secondo posto si colloca il comparto delle bevande, con il 15%, al terzo quello dei prodotti da forno e farinacei, 9%, seguito dalle carni lavorare, 5,7%).

Quando si parla di esportazioni nel comparto lattiero-caseario si fa ovviamente riferimento soprattutto al mercato del pecorino. Sotto questo profilo , rileva lo studio della Cna Sardegna, si può affermare che sono state le dinamiche negative delle vendite all’estero di questo prodotto DOP (il Pecorino Romano e il Fiore Sardo) a determinare le vicende dell’intero comparto agroalimentare sardo. Il calo è stato importante: considerando le esportazioni nazionali complessive di Pecorino e Fiore Sardo (il 95% relative a prodotto lavorato in Sardegna) si è passati dai 162 milioni del 2015 ai 124 milioni del 2018.

Per spiegare questa performance negativa è possibile isolare due fattori: la fluttuazione dei prezzi di vendita e la scarsa diversificazione in termini di mercati di sbocco.

La fluttuazione dei prezzi. Il 2015 aveva rappresentato il picco massimo dell’ultimo decennio, quando, secondo i dati Istat, il livello medio del prezzo all’export era arrivato ad oltre 9 euro al chilo, salvo poi letteralmente crollare nel biennio successivo e risalire leggermente attestandosi nel 2019 abbondantemente al di sotto della soglia di riferimento di 8,5 euro/Kg. Si tratta di una dinamica che trova conferma nelle quotazioni ufficiali mensili della piazza di Milano per prodotto con oltre 5 mesi di stagionatura (il prezzo s’intende quello praticato nelle transazioni commerciali tra operatori economici del settore, prezzo franco caseificio, merce nuda I.V.A. esclusa), che indicano attualmente (settembre 2019) una quotazione di 6,75 euro al Kg (il livello del prezzo dipende, ovviamente, dalla quantità di prodotto presente sul mercato e dalla domanda espressa dai principali mercati di sbocco).

Il report della Cna sarda confronta le dinamiche del prezzo del pecorino con quelle del prodotto caseario per eccellenza dell’export nazionale, ovvero il parmigiano (Grana Padano e Parmigiano Reggiano), che rappresenta un mercato estero da quasi un miliardo di euro di export nel 2018 (932 milioni, contro i poco più di 120 milioni del pecorino): nel 2015, secondo i dati Istat, il prezzo medio di vendita del pecorino era superiore a quello del parmigiano. Negli anni successivi, tuttavia, le dinamiche sono state opposte: il pecorino, come detto, ha mostrato un calo vertiginoso dei prezzi unitari (da 9,5 a circa 7 euro al kg nel 2019), mentre il secondo ha visto lievitare i prezzi fino a oltre 11 euro al kg (da 8,9 del 2015). Si può affermare che esiste un problema di tenuta del prezzo nel mercato del pecorino.

I mercati di sbocco. Un elemento che contribuisce a spiegare dinamiche de prezzi così sfavorevoli è la scarsa diversificazione dei mercati di sbocco del pecorino. Ad esempio, se si considerano solo i primi due mercati (Stati Uniti e Germania, sia per il pecorino, sia per il parmigiano), il valore delle esportazioni rappresenta il 70% delle vendite all’estero di pecorino, contro il 36% per il parmigiano; se poi si estende il calcolo ai primi 5 mercati (USA, Germania, Francia, Regno Unito e Canada) si arriva all’83% per il formaggio sardo e ad appena il 59,7% per il parmigiano. Proprio questo carattere fortemente specializzato espone il prodotto sardo a maggiori rischi derivanti dalle fluttuazioni dei tassi di cambio e a situazioni sfavorevoli dal lato delle politiche commerciali dei partner. Si pensi alle conseguenze di una politica di sempre maggiore chiusura verso le importazioni europee da parte degli USA, o ai rischi, ancora totalmente da decifrare, derivanti dalla Brexit.

I nuovi mercati. Altro punto di debolezza del Pecorino è la sua minore capacità di penetrare i Nuovi Mercati, ovvero i mercati delle economie emergenti, come Cina, India, Turchia, Russia, Sud Est Asiatico e Sud America (Brasile in testa). Considerando gli ultimi dieci anni, ad esempio, la quota sull’export totale dei Nuovi Mercati per il parmigiano è cresciuta dal 10 al 13%, mentre per il pecorino a fatica ha superato il 6%.

«Questi mercati, seppure ad ora poco inclini all’import agroalimentare di prodotti occidentali, sono destinati a crescere rapidamente – evidenziano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu -. La nuova classe media di paesi come India o Cina (senza dimenticare la Russia o il Sud America) rappresenta il potenziale consumatore di prodotti italiani in un futuro ormai prossimo. E’ una partita che le produzioni sarde, non solo quella casearia (si pensi al vino o all’olio di grande qualità prodotto nell’Isola) non possono non giocare. Non possiamo non ricordare che a partire dal 2009 la Cina ha sperimentato un vero e proprio boom di importazioni di prodotti agroalimentari (+362%, +48% nel caso dell’India, +60% il Brasile), in particolare dall’Italia. E’ un trend di crescita destinato, nei prossimi anni, a proseguire ininterrotto nel quale la Sardegna potrebbe avere un ruolo importante a patto che la Regione sarda investa sullo sviluppo del settore agroalimentare nel suo complesso, promuovendo l’accesso ai mercati internazionali anche di altre produzioni oltre a quelle lattiero-casearie

 

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Migliaia di persone che hanno affollato Luogosanto, le sue vie, le piazze. Una partecipazione popolare, che ha accompagnato le celebrazioni religiose e gli eventi laici. Un programma ricco, variegato, che ha dimostrato come il turismo religioso sia una risorsa per il territorio. Luogosanto e la Gallura hanno celebrato la “Festa Manna” con il corollario di una grande affluenza di pubblico, sia di curiosi e devoti provenienti da ogni parte dell’Isola, sia di turisti sbarcati da ogni parte del mondo per il rito atteso da sette anni. E’ stata l’apertura della Porta Santa il momento di più grande fascino, sentimento ed espressione di devozione di un percorso lungo, che ha messo Luogosanto al centro della Sardegna per gli ultimi giorni di agosto e le prime due settimane di settembre.

«Possiamo ritenerci pienamente soddisfatti per una manifestazione che ha riscosso un grande successo – sottolinea Agostino Pirredda, sindaco di Luogosanto -. Il merito va certamente a tutta l’organizzazione, con un plauso speciale per chi ha collaborato alla preparazione degli eventi, a partire dall’associazione “Fidali del 1975″ e a tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento delle varie manifestazioni. Le presenze registrate mi fanno affermare come l’evento sia cresciuto. Un premio per coloro che in questi anni hanno creduto e investito tanto, in termini di risorse economiche ed impegno, sulla Festa Manna della Gallura. Che rappresenta l’evento religioso più importante per Luogosanto, ma è una festa per tutta la Gallura e va visto come il più importante evento turistico di questo periodo. Un momento dell’anno che si colloca al termine della stagione estiva, per questo crediamo in un investimento e un evento anche turistico, che porta visitatori da ogni parte della Sardegna e turisti da ogni parte d’Europa e del mondo.»

Luogosanto città mariana, dunque, rappresenta un pilastro di quel turismo religioso che punta ad attrarre visitatori anche fuori dai classici e tradizionali mesi estivi.

Una grande partecipazione di pubblico ha accompagnato un ricchissimo calendario di eventi, fin dalla prima giornata dedicata ai festeggiamenti in onore della Madonna di Luogosanto: appuntamento che ha segnato il via ufficiale, con la novena, alla “Festa Manna” che da 791 edizioni commemora “la Regina incoronata di Gaddura”. Giovedì 29 agosto, nella Basilica di Nostra Signora di Luogosanto, dopo il Santo Rosario e il Vespro, ha avuto luogo la celebrazione della Santa Messa. Al termine della funzione, attorno al santuario, si è svolto il tradizionale rito popolare de “lu caracólu di li bandéri”, il corteo automobilistico delle bandiere religiose. Questo e molti altri eventi, tra appuntamenti religiosi e laici, sono stati gestiti dal Comitato dei Fidali che, dalla classe dei ’50, ha assunto un ruolo sempre più importante nell’organizzazione della festa. La classe ’75 festeggia un quarto di secolo dall’istituzione dell’organismo. La Festa Manna è composta da eventi laici e religiosi, il comitato organizzatore dei Fidali ogni anno ha una classe che si occupa di organizzare la festa. Quest’anno è toccato ai Fidali del ’75. «Voglio ringraziare sentitamente il presidente Massimo Pirredda, perché il comitato lavora tutto l’anno ininterrottamente promuovendo iniziative di vario genere per la ricerca di fondi – conferma il sindaco di Luogosanto -. Tutti danno il loro contributo, a volte con grande difficoltà. Alla fine tutto il paese contribuisce attraverso i Fidali per un intero anno».

«Il programma è stato articolato in spettacoli, processioni, il caracollo, i riti dei giorni fondamentali della festa – 7, 8, 9 e 15 settembre – ed i momenti dedicati alla novena – conferma Agostino Pirredda -. Il progetto, patrocinato dalla Regione Sardegna e dal comune di Luogosanto, ha raggiunto l’obiettivo di estendere i giorni di festa proponendo nelle giornate di spalla numerose forme di intrattenimento. La Festa Manna rappresenta per la nostra comunità l’evento più importante tra tutti i festeggiamenti che si svolgono nel corso dell’anno: la maggiore attrazione religiosa, culturale e turistica di cui disponiamo – spiega il primo cittadino di Luogosanto -. Sono queste alcune delle ragioni che ci hanno spinto a estendere l’impegno dell’amministrazione anche ai giorni che hanno preceduto la Festa Manna. Speriamo di aver centrato l’obiettivo offrendo anche al visitatore, che ha deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza a Luogosanto, diversi elementi di attrazione: alcuni consolidati nella tradizione e altri completamente inediti». Luogosanto, già Città Mariana, è stata inserita nei Percorsi Francescani e nei Percorsi di Pellegrinaggio: riconoscimenti importanti che fanno del centro gallurese uno dei pilastri del turismo religioso della Sardegna.

Il 7 settembre ha poi visto svolgersi un altro evento importante: l’ingresso del nuovo parroco, don Efisio Coni, cerimoniere vescovile e delegato regionale per la liturgia. Ha sostituito don Francesco Cossu, già parroco di Santa Maria della Neve ad Arzachena, che questa primavera aveva sostituito don Sandro Serreri. «I nostri più affettuosi ringraziamenti vanno a monsignor Sebastiano Sanguinetti, per averci onorato con la sua presenza in questa ricorrenza dell’apertura della Porta Santa – sottolinea il sindaco Agostino Pirredda –. Lo ringraziamo per aver presieduto la celebrazione dell’Eucaristia all’apertura della 791ª edizione della Festa Manna di Gaddura, in onore della Natività della Beata Vergine Maria di Luogosanto. Grazie anche per il dono di una nuova guida spirituale alla comunità di Luogosanto, nella persona di don Efisio Coni, figura di alta personalità nel presbiterio diocesano·»

Il calendario della Festa Manna ha poi visto svolgersi concerti, giochi, parate, conferenze, presentazioni di libri, fino al momento topico del 7 settembre, il giorno dell’apertura della Porta Santa con il rito presieduto dal vescovo Sebastiano Sanguinetti. Il giorno 8 settembre si è poi celebrata la Festa Manna di Gaddura. Il via la mattina con l’incontro del vessillo di San Simplicio, patrono della Diocesi, con quello della Regina della Gallura; i presidenti dei comitati si sono scambiati i saluti e hanno consegnato ai cavalieri in costume le bandiere per la solenne processione, che si svolge per le vie del paese. I cavalieri hanno una grande importanza storica nella processione, che si tramanda di generazione in generazione e che vede numerosi partecipanti provenienti da diversi paesi del territorio, insieme ai gruppi folk provenienti da tutta la Gallura. La processione ha poi ospitato le autorità civili e militari insieme ai sindaci dei diversi paesi della Gallura. «La loro presenza è stato motivo di onore e di arricchimento per la nostra comunità – sottolinea Pirredda -. Sento il dovere di ringraziarli a nome di tutti». Il 7 e l’8 settembre poi ci sono stati i due grandi concerti con star di livello nazionale: Bianca Atzei salirà sul palco sabato 7 settembre, i The Kolors la sera successiva. Eventi musicali che hanno attirato sotto il palco un pubblico numeroso ed entusiasta.

La Festa Manna di Gaddura è stata patrocinata dal Comune di Luogosanto, con il contributo dell’assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna e la collaborazione della Pro loco. I riti religiosi sono stati celebrati dalla Parrocchia Natività della Beata Vergine Maria, mentre i grandi eventi in Piazza Incoronazione sono stati organizzati e finanziati dal Comitato Festa Manna 2019 “Fidali 1975”, presieduto da Massimo Pirredda. Gli eventi culturali sono stati organizzati dall’Ufficio turistico comunale, dalla Biblioteca comunale e dalla Scuola di archeologia e comunità dell’Università di Cagliari. La direzione tecnico-organizzativa è stata affidata a Sémiti di Parauli, la direzione artistica a Riccardo Mura. La comunicazione è stata seguita dalla società Dodify di Olbia. Si ringraziano i cavalieri, i gruppi folk, le confraternite, i falegnami, i campanari, i fucilieri del Tav di Luogosanto, le associazioni “Lu Juali” e  “Civitas Mariana” e tutte le forze dell’ordine.

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Da trent’anni il Cada Die Teatro si dedica, oltre che alla produzione di spettacoli, alla formazione teatrale con un’ampia offerta di laboratori. Dal mese di ottobre riparte l’attività della Scuola di Arti Sceniche de La Vetreria e sarà possibile iscriversi ai corsi, ben sette, dedicati a varie fasce d’età, dalla prima infanzia all’età adulta, tenuti dagli attori, e registi, della storica compagnia  cagliaritana, che si svolgeranno nel centro comunale d’arte e cultura La Vetreria di Pirri. Un laboratorio – è una novità – che prenderà il via quest’anno è “Spazio alla creatività, istruzioni per l’uso”, dedicato ai bambini dai 7 ai 10 anni e condotto da Francesca Pani. I giovanissimi allievi, attraverso un lavoro che mette insieme il gioco, la costruzione e l’osservazione dell’ambiente urbano, impareranno un nuovo modo di guardare e ascoltare e, soprattutto, a scoprire nuovi spazi per giocare. Ne “Il gioco del teatro”, di Silvestro Ziccardi, bambini dai 5 ai 13 anni si alleneranno a essere più sciolti nei movimenti, balleranno, canteranno, parleranno, discuteranno, in una parola, faranno teatro. Verranno proposti esercizi che stimolano l’attenzione e la fiducia; lo spazio scenico non sarà il luogo della finzione ma un’area protetta dove si può provare, sbagliare, essere se stessi.

“Cuori di panna smontata”, progetto diretto da Mauro Mou e dedicato agli adolescenti, nasce nel 2004 durante un laboratorio sui percorsi possibili delle arti sceniche, organizzato per la manifestazione “Ogliastra teatro”. Anche quest’anno si concentrerà sulla ricerca e lo studio di linguaggi innovativi e sullo sviluppo di nuove tematiche, cercando una metodologia collettiva di elaborazione e di stimolazione del percorso creativo.

Ne “Il mestiere dell’attore”, condotto da Alessandro Lay e rivolto ad allievi dai 20 anni in su, si lavorerà sul corpo e sulla sua preparazione a un’azione teatrale. Si darà vita a dei quadri teatrali usando le varie possibilità attoriali: il linguaggio del corpo, l’uso dell’immagine e della composizione visiva, il testo scritto che diventa vivo, partendo dal monologo alle tecniche di narrazione, dal dialogo alla coralità. “Spirito guida“del percorso sarà il bardo per antonomasia, William Shakespeare.

“Con passione” è il titolo del laboratorio diretto da Pierpaolo Piludu, dedicato a giovani ed adulti.

Verrà sviluppato il lavoro portato avanti nel corso che si è concluso nel mese di maggio con la presentazione dello studio “Se non son gigli”. I partecipanti verranno invitati a mettersi nei panni degli abitanti delle palazzine di Piazzetta Sirboni: donne e uomini egoisti, cinici e menefreghisti, cresciuti con il coltello fra i denti in un ambiente dove le parole gentilezza e bontà sono sinonimo di stupidità.

Ancora Pierpaolo Piludu riprenderà il progetto “La guerra dentro casa”. Ogni anno a febbraio, nei giorni dell’anniversario dei bombardamenti, il gruppo di 20 allievi che frequenta il laboratorio porta in scena “Cagliari 1943. La guerra dentro casa”, un lavoro incentrato sulle tragiche giornate in cui la città venne quasi rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale.

Verrà sviluppato anche lo studio Cari simpatici vecchini, proposto, con gli stessi allievi, nello scorso mese di giugno.

“Migranti” è il progetto curato da Alessandro Mascia, un laboratorio teatrale integrato che si rivolge all’area del disagio psichico, fisico e sociale. “Migranti” ha preso le mosse dall’incontro di anime cosiddette diversabili con i presunti normali. E’ nato così un laboratorio permanente, che dal 2003 è ospitato nella Scuola di Arti Sceniche La Vetreria di Pirri.

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Uffici pubblici off limits per i disabili. Succede a Sassari, Alghero, Arzachena e Tempio, dove, nelle sedi amministrative di Abbanoa le barriere architettoniche impediscono l’accesso alle persone in carrozzina o con mobilità ridotta. A denunciare questa grave inadempienza alle prescrizioni di legge è la capogruppo del M5S Desirè Manca, attraverso un’interrogazione in Consiglio regionale: «Sono state portate avanti tantissime battaglie per l’abbattimento delle barriere architettoniche, e nonostante ciò, ancora oggi c’è chi si permette di ignorare la legge non applicandola e di snobbare completamente i diritti dei cittadini con disabilità. Fatto ancora più grave è che non stiamo parlando di esercizi commerciali o sedi di attività di privati, ma degli uffici del gestore idrico della Sardegna, interamente partecipato da Enti pubblici e dalla Regione in primis».

«Con l’assenza di uno scivolo per disabili, di ascensori e corsie dedicate per l’accesso ai suoi uffici, Abbanoa sta negando palesemente l’ingresso ai suoi utenti. Non aver mai abbattuto le barriere architettoniche presenti è una manifestazione di menefreghismo e di assoluta noncuranza che ben si accosta alle altre azioni irrispettose e scorrette compiute dall’Azienda negli ultimi anni. Compresa l’ultima, costata all’Azienda una maxi multa di 3,8 milioni di euro per pratiche commerciali aggressive», ha aggiunto Desirè Manca.

La capogruppo del M5S si rivolge al presidente Christian Solinas e l’assessore de Lavori pubblici Roberto Frongia per sapere se e in che modo intendano intervenire affinché Abbanoa ottemperi agli obblighi previsti dalla legge. Ma non solo: Desirè Manca chiede se intendano segnalare alle autorità preposte al controllo questa grave situazione.

«Al giorno d’oggi le barriere architettoniche all’ingresso di un ufficio pubblico equivalgono a una porta sbattuta in faccia. Sono un’offesa per i disabili, per gli accompagnatori, ma anche e soprattutto per gli stessi dipendenti Abbanoa. I lavoratori che quotidianamente, con grande spirito di abnegazione aiutano i cittadini disabili a entrare – ha concluso Desirè Manca -. Lavoratori che quotidianamente sono costretti a provare la vergogna di lavorare in un ufficio pubblico che aperto al pubblico non è.»