22 December, 2025

[bing_translator]

La Giunta Regionale della Cia – Agricoltori Italiani della Sardegna, riunitasi in settimana a Tramatza, preso atto dello stato di difficoltà dell’agricoltura isolana, delle numerose vertenze in atto, sulle quali si non si trovano adeguate soluzioni, ha deliberato l’avvio di una mobilitazione della Confederazione sul territorio sardo.

Gli agricoltori sardi sono stanchi dei continui rinvii alle soluzioni dei problemi del settore primario, dei balletti sulle responsabilità: l’agricoltura sarda necessita di risposte serie ai problemi emergenziali ed alle questioni strutturali.

Le imprese agricole vanno sostenute in un processo di professionalizzazione imprenditoriale.

Sulle emergenze: oltre il prezzo del latte, rimangono bloccati i pagamenti degli impegni assunti attraverso le misure del programma dello sviluppo rurale della Sardegna per le annualità precedenti.

Sono fermi i pagamenti delle misure agro ambientali e delle misure sugli investimenti. Tra le tante questioni irrisolte vi è anche quella relativa al ristoro danni derivanti dalla siccità 2017.

Sulle questioni strutturali: il riordino della filiera ovicaprina regionale, tracciare un percorso che introduca regole e criteri certi che durino nel tempo e che possano definire le relazioni tra chi compra latte e chi vende, che vi sia riconoscimento della qualità del latte e qualità dei formaggi per rendere competitivo il comparto – stroncare le posizioni dominanti che frenano l’evoluzione del comparto, istituzione di un autorità di controllo, tavolo nazionale di filiera e tavolo regionale permanente; ARAS: non si arriva a una soluzione vera e ancora ci si fraintende sull’importanza delle sue funzioni a sostegno dello sviluppo di una zootecnia regionale specializzata e di qualità: sono servizi essenziali imprescindibili.

Sull’Organismo Pagatore Regionale: le imprese agricole della Sardegna hanno scommesso con qualche perplessità a causa delle probabili difficoltà iniziali, difficoltà scontate per ogni nuovo strumento operativo chiamato ad operare per il settore primario che si dimostra difficile e complesso. L’avvio delle attività previsto per il 16 ottobre: oggi si apprende che non sarà rispettata quella data e si sta ipotizzando di chiedere una proroga e fissare la data di avvio nel mese di giugno 2020. Domanda lecita: le imprese agricole a chi rivolgeremo le domande del PSR, chi pagherà le domande in corso e soprattutto saranno erogati gli anticipi delle domande già presentate, entro novembre come da consuetudine, ancora, avremo il saldo sui pagamenti come fino a oggi ha garantito l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura che fa capo al MIPAF?

 Sulle relazioni tra Regione Sardegna e Imprese Agricole: riteniamo vada ripensato lo stesso modello di relazioni e la dotazione strumentale che regola i rapporti divenuti non solo insoddisfacenti ma addirittura insostenibili. Va fatta una riforma vera di cui tutti abbiamo necessità.

Sul piano dell’interlocuzione e della proposta politica osserviamo Servono competenze vere e capacità decisionali al servizio di un’idea sostenibile dello sviluppo e di una proposta progettuale che vede al centro l’agricoltura per quanto essa rappresenta e per i legami trasversali che la caratterizzano (spopolamento, diritto alla residenzialità delle popolazioni rurali, servizi e sostegno alle comunità interne, ecc.).

È necessario un nuovo modello agricolo isolano, sostenibile e competitivo, una nuova organizzazione della pubblica amministrazione che s’interfaccia con le imprese agricole e con le comunità rurali che chiedono diritto di residenzialità.

La Cia – Agricoltori Italiani della Sardegna nei prossimi giorni e nei prossimi mesi sarà impegnata in una serie di incontri di natura tecnica e politica con i propri associati per condividere, discutere e delineare proposte e soluzioni che diano respiro all’agricoltura sarda.

Al fine di aprire una discussione sulla situazione complessiva del comparto agricolo sardo, chiediamo inoltre che venga avviata un interlocuzione con il Presidente della Regione Solinas e con la Giunta Regionale, finalizzata alla condivisione di un progetto di sviluppo per le aree rurali e agricole.

Francesco Erbì

Presidente Cia Sardegna

 

[bing_translator]
Una serata di festa per i bambini per salutare con giochi, spettacoli, danze e tanto divertimento la fine dell’estate 2019. Domani, sabato 14 settembre, alle ore 17.30, nel Parco di Villa Sulcis si svolgerà la quinta edizione de
ll’Addio all’Estate, un evento organizzato dall’Associazione culturale Sturmtruppen con il patrocinio del comune di Carbonia.

«Si tratta di un’iniziativa consolidata e di successo che vedrà i nostri bambini dilettarsi con balli, canti e una lotteria con estrazione di premi», ha detto il sindaco Paola Massidda.
La manifestazione è intitolata a Francesca Medau, la giovane donna scomparsa cinque anni fa.

La festa di fine estate è dedicata in particolar modo ai bambini fino ai 14 anni di età e vedrà come ospite speciale Gianni Dettori, l’artista cagliaritano celebre per le sue apparizioni televisive su Videolina con la Compagnia Lapola.

L’animazione per i bambini sarà curata da Mr. Balloon e prevede anche la presenza dei giochi gonfiabili. Spazio anche alla musica e alla danza con le spettacolari performance eseguite dalla Scuola di ballo Elledance di Emanuela Ledda e Silvia Loi.
La serata sarà presentata da Veronica D’Onofrio.

[bing_translator]

Il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, denuncia che, a due anni dal via libera all’adeguamento e messa in sicurezza della strada Sant’Antioco-Calasetta, i lavori non sono mai iniziati.

Il 27 giugno del 2017 la Giunta regionale approvava la delibera N° 31/12 con cui disponeva “L’adeguamento della tratta Sant’Antioco-Calasetta (S.S. 126 dir Sud Occidentale sarda) mediante la realizzazione di interventi puntuali quali l’allargamento della sede stradale, la rettifiche di curve e la sistemazione delle protezioni laterali”. Ma ad oggi, nonostante siano trascorsi oltre due anni dalla deliberazione, il cantiere non ha preso avvio, pregiudicando la sicurezza di chi quotidianamente od occasionalmente percorre quella statale. Eppure, i soldi ci sono: oltre 5 milioni e mezzo di euro di fondi CIPE rientranti nell’ambito del Piano straordinario per il Sulcis, così come è certo il soggetto attuatore dell’intervento, l’ANAS S.p.A. Ma il cantiere non prende avvio e, nel frattempo, considerata la pericolosità dell’arteria, si susseguono gli incidenti stradali.

«Pretendiamo che l’ANAS avvii immediatamente il cantiere – commenta il sindaco Ignazio Locci – è inaccettabile che, anche di fronte alla disponibilità economica e alla progettazione, i lavori restino bloccati da una burocrazia incancrenita o dall’incapacità dell’ANAS di fare il proprio lavoro. Quella strada è pericolosissima, tanto che era stata inserita tra gli interventi da realizzare con i fondi legati al Piano Sulcis. Ci auguriamo che il nostro appello non cada nel vuoto e chi di competenza proceda celermente.»

Sono ben 7 gli interventi specifici in programma nella statale e inseriti nella delibera. Di questi, così come recita  il documento, alla luce del finanziamento a disposizione solo tre si sarebbero dovuti realizzare. L’auspicio è che almeno questi inizialmente in programma vengano immediatamente avviati.

 

[bing_translator]

Imperdibile anteprima, domani sera (sabato 14) a Cagliari, della ventiduesima edizione di “Forma e Poesia nel Jazz”, il festival organizzato dall’omonima cooperativa, in programma da giovedì 26 a domenica 29.

All’Auditorium del Conservatorio “G.P. da Palestrina”, riflettori puntati su Sergio Cammariere, in concerto a partire dalle 21.00. Ad affiancare sul palco il cantautore e pianista, Daniele Tittarelli al sax contralto, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Amedeo Ariano alla batteria e Bruno Marcozzi alle percussioni.
 

[bing_translator]

«Il poligrafo del servizio di Emodinamica dell’Ospedale Sirai tornerà a funzionare. Abbiamo lavorato con Ats per una soluzione che tenesse conto dell’urgenza di ripristinare un macchinario fondamentale per la diagnostica e quindi per la qualità del servizio erogato.»

Sono le parole dell’assessore della Sanità Mario Nieddu. Nella giornata di ieri, Ats ha infatti emanato la determina per l’affidamento diretto per la manutenzione straordinaria del Sistema Poligrafico Axiom Senis in dotazione all’Unità Operativa di Emodinamica dell’Assl di Carbonia. L’intervento avrà un costo di circa 43mila euro.

«Ora ci aspettiamo – ha concluso l’assessore regionale della Sanità – che il problema venga risolto in tempi rapidi, con l’obiettivo di ridurre il più possibile i disagi per il territorio e garantire la sicurezza e la salute dei cittadini del Sulcis.»

[bing_translator]

Questo pomeriggio i carabinieri della stazione di Flumini di Quartu, nel corso di un mirato servizio perlustrativo, hanno arrestato per coltivazione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti un 53enne disoccupato del posto. I militari, al termine di perquisizione domiciliare, hanno rinvenuto nelle pertinenze di un’abitazione in uso all’uomo, una serra artigianale allestita per lo sviluppo di quaranta piante di cannabis indica, alte 220 cm circa ciascuna, e materiale vario per il confezionamento dello stupefacente. Il soggetto, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida fissata per la mattinata di domani dall’Autorità Giudiziaria.

[bing_translator]

Enrico Deregibus

Enrico Deregibus.

Il “Forum del giornalismo musicale” torna con la sua quarta edizione, prevista il 5 e 6 ottobre a Faenza, nell’ambito del Mei. Un evento ormai diventato centrale nel panorama musicale italiano, diretto da Enrico Deregibus, e che vedrà alternarsi nelle due giornate diversi appuntamenti.

Il Forum riunisce ogni anno oltre 100 giornalisti e critici di diversa provenienza ed età, che una volta all’anno si ritrovano per confrontarsi fra loro e con molte altre figure della filiera musicale.

Gli appuntamenti sono previsti nel palazzo comunale di Faenza. Si comincerà sabato 5 ottobre, alle 14.00, con l’assemblea dell’AGIMP, l’Associazione dei Giornalisti e critici Italiani di Musica legata ai linguaggi Popolari, nata da un’idea lanciata nel 2016 durante il Forum. All’associazione, in via di consolidamento, possono aderire coloro che scrivono di musica senza necessariamente essere iscritti all’Ordine dei giornalisti, ma che dimostrino di svolgere attività su differenti media (giornali, radio, tv, web compresi i blog e le emittenti). Attualmente l’associazione è rappresentata da un direttivo (formato da Fabio Alcini, Simona Cantelmi, Luciano Lattanzi, Michele Manzotti, Alex Pierro), eletto durante il Forum 2018.

Alle 16.30 verrà presentata la rivista “Olifante”, mentre alle 17.00 sarà la volta dell’incontro con Ginevra di Marco e Cristina Donà, che racconteranno del loro rapporto con la critica e il giornalismo musicale, presenteranno il loro progetto insieme tra tour e disco e parleranno della musica al femminile.

Domenica 6 ottobre, dalle 9.30, in collaborazione con il settimanale “Il Piccolo”, ci sarà spazio per un seminario sul giornalismo musicale che vedrà tra i docenti Vincenzo Cimino, musicista e membro commissione cultura Ordine dei giornalisti (che parlerà di “Musica e giornalismo”), Federico Durante, direttore di Billboard (“Realizzare un mensile musicale oggi”), Cinzia Fiorato, caposervizio e conduttrice TG1 (“Giornalismo musicale in Tv. Ieri, oggi e domani”), Marco Mangiarotti, critico musicale, già vicedirettore de “Il Giorno” (“Dalla critica al selfie. La musica, le pagine, il web”), Vincenzo Martorella, critico musicale (“Ascoltare/scrivere”). Si tratta di un corso accreditato come “formazione professionale continua” per gli iscritti all’ordine dei giornalisti (che devono iscriversi sulla piattaforma Sigef), ma aperto anche ai non iscritti in qualità di uditori. A coordinare sarà Enrico Deregibus.

Il Forum ha ospitato nei suoi primi tre anni numerose iniziative: tavoli di lavoro, assemblee, lezioni, corsi di aggiornamento, incontri con figure professionali. Sono stati coinvolti sino ad oggi oltre 300 giornalisti, da quelli delle grandi testate a quelli delle webzine, sino alle radio e tv. Una occasione unica per affrontare da molti punti di vista i temi centrali del giornalismo musicale di oggi: il rischio di estinzione, il nuovo ruolo, la carenza di spazi, l’interazione fra media diversi e molto altro.

[bing_translator]

Il 10 settembre la direzione aziendale della RWM ha annunciato il taglio di circa 160 posti di lavoro.

Ciò non significa però che altrettanti lavoratori vengano licenziati, in quanto, i 2/3 della forza lavoro della fabbrica, circa 200 dipendenti, sono costituiti da personale a tempo determinato, in somministrazione, il quale personale (dice l’azienda), al termine previsto dal contratto, non verrà né riassunto, né rimpiazzato. Non licenziamento, dunque, ma mancata riassunzione e comunque tanto lavoro in meno per il Sulcis Iglesiente, un territorio che non se la passa per niente bene.

Trattandosi di lavoratori in somministrazione, non avranno nemmeno diritto a cassa integrazione o mobilità anche se il comunicato aziendale lascia intravvedere questa possibilità.

Si tratta del contraccolpo occupazionale causato dalla giusta decisione governativa di fine giugno, quando, a seguito di una mozione parlamentare, è stata stabilita una sospensione di 18 mesi delle esportazioni di munizioni e armamenti verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, in considerazione dell’uso di tali ordigni nella guerra in Yemen, da parte della coalizione saudita.

E’ giusto ricordare che la legge italiana non consente il transito, la produzione e l’esportazione di armamenti verso paesi belligeranti e, dunque, l’embargo sarebbe dovuto entrare in vigore già dal 2015, quando l’Arabia è entrata in guerra contro i ribelli yemeniti.

Nello specifico, la sospensione riguarda le famose bombe per aereo della serie MK80, prodotte nel Sulcis-Iglesiente, dalla ditta RWM Italia spa, sussidiaria del gruppo tedesco Rheinmetall.

Presumibilmente, l’azienda ha preferito non stabilizzare la maggior parte dei propri lavoratori, proprio in considerazione della rischiosità dell’operazione commerciale che stava conducendo, esportando verso un paese in guerra, regolarmente autorizzata ma contrariamente al dettato legislativo italiano (legge 185/90), alla Posizione Comune dell’Unione Europea ed ai Trattati Internazionali.

Incrociando i dati delle autorizzazioni governative alle esportazioni – impressionante quella relativa a circa 20.000 ordigni, per un importo di oltre 400 milioni di euro, rilasciata dal governo Renzi alla RWM, nel 2016 – con i dati di bilancio dell’azienda italo-tedesca, si può osservare che la ditta, pur avendo avuto in questi anni una costante crescita del fatturato, in buona parte legata a quella commessa, non ha potuto certo assolvere completamente all’impegno preso con i Saud, in quanto la capacità produttiva della fabbrica non ha superato i 100 milioni l’anno ed essendo stata la produzione comunque distribuita non solo verso i sauditi ma anche verso altri paesi europei e lo stesso stato italiano.

Si può ragionevolmente stimare che, in 3 anni scarsi, solo una quota minoritaria dell’ordinativo sia stato effettivamente consegnato e che proprio per questo motivo, l’azienda fosse impegnata, fino al momento dello stop governativo, ad aumentare la produttività mediante nuove assunzioni e nuovi investimenti per circa 40 milioni di euro, rivolti all’aumento delle linee di produzione.

Ma torniamo ai lavoratori, che sono quelli che le difficoltà aziendali le pagano sulla propria pelle. Anche stavolta assistiamo ad un film già visto. Come al solito, le debolezze di un sistema malato si scaricano sugli anelli più deboli e come all’Ilva, come all’Alcoa, come alla Rockwool, e in tanti altri casi, si tagliano i viveri alle famiglie, causando la crisi di interi territori.

Se il Comitato Riconversione RWM non può non essere soddisfatto per la sospensione di quel tragico collegamento tra l’Iglesiente e lo Yemen, che ha contribuito a generare la maggiore crisi umanitaria del secolo (definizione ONU), d’altra parte, è sconfortato per il trattamento riservato alle maestranze, le quali, già deboli a causa della precarietà del rapporto di lavoro, si trovano ora scaricate come ferri vecchi, senza, al momento, un intervento di tutela da parte dello Stato, principale responsabile del danno, causato da irresponsabili autorizzazioni all’esportazione.

Si poteva evitare? Certo che si poteva. Se solo si fossero considerati per tempo i numerosi avvisi relativi all’illegittimità dell’operazione, provenienti dalle maggiori organizzazioni pacifiste italiane, le 5 richieste di embargo verso l’Arabia Saudita approvate dal Parlamento Europeo e le richieste di riconversione avanzate, fin dal maggio 2017, dal Comitato Riconversione RWM, e, successivamente, dalla Chiesa Sarda, dal Congresso Nazionale CGIL di Bari a gennaio 2019 e da altri soggetti.

I lavoratori della RWM sono stati, invece, ingannati per anni. Gli veniva detto che il loro lavoro era finalizzato alla difesa, che era “regolarmente autorizzato”, che dovevano stare buoni e non fiatare perché, a tutto avrebbe pensato mamma RWM ma, così non era. La mamma pensava solo al proprio tornaconto ed era pronta a liberarsene alla prima difficoltà.

Ora c’è addirittura chi accusa le associazioni pacifiste e ambientaliste di essere la causa dei “licenziamenti”, quando è sotto gli occhi di tutti che quel tipo di commercio non è ammesso in Italia, al pari dello spaccio di sostanze stupefacenti e dello sfruttamento della prostituzione.

E’ come accusare il poliziotto al posto del ladro o il medico al posto della malattia.

E ci sono anche dei sindacalisti che propongono che sia lo Stato ad acquistare le bombe in surplus per sostenere i lavoratori. Svariate migliaia di bombe per aereo! Per farne che cosa?

Ci sarebbe da farsi prendere dallo sconforto ma il Comitato non cambierà di una virgola il proprio obiettivo: tenere insieme il diritto alla vita con il diritto al lavoro.

Solo tutelando il primo, ha senso il secondo. Saremo alla riunione in Regione, attiveremo altri tavoli e continueremo a proporre soluzioni alternative per lo sviluppo del territorio e per un lavoro degno, per evitare che la nostra gente possa sentirsi costretta a portare il pane a casa collaborando inconsapevolmente coi signori della guerra.

Arnaldo Scarpa – Cinzia Guaita

Portavoce del Comitato Riconversione RWM

[bing_translator]

«Da giorni ormai il servizio di approvvigionamento idrico nella città di Sassari e in numerosi paesi limitrofi va avanti a singhiozzo. Sono diversi i problemi tecnici che hanno portato tanti Comuni a restare per ore o per intere giornate con i rubinetti a secco. Tra questi, cito quello che ha interessato una condotta di collegamento dell’acquedotto del Bidighinzu, per cui a causa della presenza di aria nelle tubature non è stato possibile riempire i serbatoi comunali di Usini, Tissi, Olmendo, per citarne solo alcuni. Ma non basta: sempre in questi giorni, come denunciato dall’associazione sarda nefropatici, emodializzati e trapiantai (Asnet), i pazienti del centro dialisi dell’ospedale San Camillo di Sassari, sono stati costretti a rimandare le cure salvavita, parrebbe proprio a causa di un intervento sulla rete idrica a opera di Abbanoa. Questo è un fatto gravissimo. Non è accettabile che il servizio idrico si blocchi in modo brusco e senza che siano state predisposte soluzioni alternative.»

La capogruppo del M5S Desirè Manca ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale, con la quale chiede chiarimenti e delucidazioni sull’operato del gestore idrico della Sardegna Abbanoa.

«Alla luce dei gravi problemi che in questi giorni stanno creando pesanti disagi ai cittadini del Nord Sardegna – spiega Desiré Manca – vorrei sapere se oltre al contratto di manutenzione affidato a ditte esterne, esistono dei programmi e dei registri tecnici stilati dai tecnici specializzati di Abbanoa di verifica e controllo dell’operato di tali ditte.»

La capogruppo del M5S Desirè Manca chiede massima trasparenza: «Questa documentazione, oltre ad essere fondamentale, deve essere resa pubblica, facilmente reperibile e consultabile, da parte di tutti gli amministratori e di parte dei cittadini».