21 December, 2025

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Maria Amelia Lai è la nuova presidente provinciale di Confartigianato Imprese Sassari.

Prima donna alla guida dell’associazione artigiana sassarese, è stata nominata per acclamazione dai delegati provinciali all’assemblea associativa.

Lai, 54enne imprenditore di Ozieri nel campo delle costruzioni stradali, sarà a capo degli Artigiani sassaresi per il prossimo triennio.

Nel suo incarico verrà affiancata da Marco Rau, in qualità di vicepresidente vicario, e supportata da Francesco Fiori (vice presidente), Roberto Poddighe, Roberto Nieddu (vice presidente e rappresentante del Goceano), Walter Manos (di Osilo in rappresentanza dell’Anglona), Giantonello Moro (referente del Coros) e Marzio Sotgiu e Carmelo Cano (per Alghero).

La neo presidente, nel discorso di insediamento, sottolineando l’importante responsabilità che la attende fino al 2021, convinta della necessità di supportare il comparto che rappresenta, ha voluto analizzare la situazione economico-imprenditoriale della provincia, e dell’intera regione, e le prospettive per le realtà produttive. Ha per questo, più volte, rimarcato il proprio impegno e quello di Confartigianato Sassari a continuare il dialogo politico-istituzionale a tutti i livelli per dare coraggio, energia, credito e opportunità alle quasi 13mila imprese artigiane sassaresi e agli oltre 21mila addetti.

Quella di Sassari, infatti, è una provincia che, dal punto di vista del comparto artigiano, fatica a riprendersi.

I dati, elaborati dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte ISTAT-MISE-UNIONCAMERE per gli anni 2016-2017, descrivono un tessuto produttivo con 57.706 realtà di cui il 22,6%, ben 13.070 attività, sono artigiane. Quest’ultimo settore è stato duramente colpito anche nell’ultimo anno, avendo perso altre 282 unità rispetto al 2016 quando se ne registrarono 13.352.

«Puntare sulle piccole imprese, non è solo una speranza di sviluppo – ha affermato la neo Presidente Lai – ma una preziosa opportunità che abbiamo a portata di mano e che dobbiamo riuscire a cogliere in tempi stretti. Lo chiediamo come imprenditori e lo chiediamo come Confartigianato SassariPretendiamo un sistema economico “normale” – ha aggiunto Maria Amelia Lai – pretendiamo una Politica all’altezza del suo ruolo, che possa creare le condizioni per cui fare impresa in Sardegna e in provincia di Sassari possa diventare paragonabile al fare impresa negli altri paesi industrializzati”. “Perché le realtà che rappresentiamo sono la spina dorsale dell’economia a tutti i livelli e in tutti i territori – ha sottolineato – e proprio per questo pretendiamo, da chi ci governa, più incisività sulla riduzione della pressione fiscale, sulla semplificazione del sistema tributario e sull’accesso al credito non dimenticando di creare le opportunità per stare sul mercato”. “Solo con un fisco meno esoso, un mercato del lavoro più flessibile, uno Stato sociale più moderno e meno costoso – ha rimarcato Maria Amelia Lai – il nostro sistema imprenditoriale potrà affrontare la questione cruciale del lavoro sommerso, fattore particolarmente grave nell’Isola. Per questo la nostra scelta e chiara: l’economia sommersa non è solo sfruttamento dei lavoratori, non è solo evasione fiscale, ma è anche concorrenza sleale per le imprese

Per la neo Presidente, inoltre, “la Sardegna dovrà sempre avere come obiettivo principale quello di  diventare una Regione che sappia valorizzare le sue enormi potenzialità, le straordinarie risorse umane, la capacità di lavorare e il ricco e ineguagliabile patrimonio d’imprenditorialità, rappresentato dalle imprese artigiane. Tutto ciò, dovrà aprire un periodo che possa consentire all’Isola di riprendere velocità sulla via dello sviluppo per offrire, alle attuali e future generazioni, prospettive di lavoro, di crescita, di benessere individuale e collettivo”.

Poi una sottolineatura verso le Istituzioni locali: «In questo momento è urgente un loro risoluto impegno per attivare tutti gli strumenti che possano agevolare una ripresa sostanziale dell’economia. Quindi, è fondamentale una nuova fase di opere pubbliche, alla quale possano partecipare, in maniera più concreta e attiva, soprattutto le realtà di piccole e medie dimensioni».

La Presidente ha poi anticipato l’azione dell’associazione per i prossimi mesi: “«Confartigianato Sassari, nella nuova stagione che si è aperta con queste elezioni associative, rafforzerà sempre più il rapporto con i decisori pubblici per sostenere lo sviluppo delle imprese e favorire l’azione tra la produzione e le Istituzioni, rapporto spesso eccessivamente lento e troppo burocratizzato verso chi deve produrre».

«Come Organizzazione Artigiana e come esperti di imprese, saremo di fianco a tutti coloro che affrontano, quotidianamente, mercati sempre più complessi e che necessitano di “fare sistema”- conclude – supportandoli anche nel cambiamento di cultura e un linguaggio, con regole condivise, con sistemi informativo omogenei, mettendo “in rete” le esperienze di eccellenza. Il “gioco di squadra” è la strada per consentire a ogni categoria artigiana di cogliere le migliori opportunità di sviluppo.»

Nell’intera provincia di Sassari, nel totale delle imprese, 30.924 sono attive nel settore Servizi, 9.076 nelle Costruzioni mentre 4.134 sono quelle Manifatturiere.

Nell’artigianato, le Costruzioni sono quelle più rappresentate con 5.164 realtà (il 39,5% di tutte le attività artigiane), in calo di 150 unità rispetto al 2016 quando se ne registrarono 5.314. Seguono i Servizi con 5.126 (39,2% sul totale artigianato), anche questo in calo (di 56 unità) rispetto alle 5.182 del 2016. In calo anche il Manifatturiero: con 2.606 realtà, in rappresentanza del 19,9% dell’artigianato, il settore ha registrato una decrescita di 70 unità, contro le 2.676 registrate nel 2016.

L’insieme delle attività del territorio danno lavoro a 102.134 persone di cui ben 21.316 sono addetti dell’artigianato, per una dimensione media d’impresa artigiana di 2,3 (lavoratori per azienda).

Il tutto insiste su una popolazione residente di 493.788 persone, composta da 222.673 famiglie, con un reddito imponibile totale di 5miliardi e 300milioni e un reddito pro capite di 10.778 euro.

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«Il presidente Pigliaru concorda con noi che l’atteggiamento assunto dalla Sideralloy in merito al confronto avuto in Confindustria – ha detto Angelo Diciotti, del sindacato CUB -. Abbiamo rimarcato la volontà delle organizzazioni di avere un confronto costruttivo tra le parti e che l’atteggiamento assunto da Sider Alloys non è quanto previsto e sottoscritto nella cessione dello Stabilimento. Il presidente Pigliaru ha concordato con noi sui contenuti delle nostre rimostranze per questo giovedi sarà convocata una riunione con la presenza di Sider Alloys per definire un accordo quadro che imponga alle parti di seguire un criterio.»

«Un verbale di accordo che vincoli la Sider Alloys ad assumere prioritariamente i 376 lavoratori licenziati da Alcoa nel 2014». E’ la richiesta di Cgil e Fiom portata oggi all’attenzione del presidente della Regione nel corso dell’incontro in viale Trento. Alla Regione il sindacato chiede di farsi parte attiva per sostenere questo accordo, con l’auspicio di arrivare a un’intesa già giovedì prossimo, quando si svolgerà l’incontro tra Regione, azienda e sindacati. Le prime scintille nei rapporti con la Sider Alloys sul tema assunzioni si erano registrate già la settimana scorsa, nel tavolo in Confindustria, quando Cgil e Fiom avevano denunciato la modalità con cui l’azienda aveva fatto le prime assunzioni, senza alcun confronto, bypassando del tutto le relazioni sindacali. L’azienda quindi, non ha rispettato nemmeno un principio che appariva a tutti come assodato, ovvero l’assunzione dal bacino ex Alcoa. «Un atteggiamento inaccettabile – sostengono CGIL e FIOM Regionali e Territoriali -, che ha portato al primo presidio davanti ai cancelli della fabbrica contro la nuova società, e alla richiesta urgente di incontro al presidente della Regione, per richiamare l’azienda al rispetto degli impegni già presi nell’accordo di programma del 22 dicembre scorso, nel quale, in particolare, l’articolo 9 prevedeva esplicitamente il confronto con il sindacato su piano industriale e occupazionale. Sono almeno tre i punti prioritari da fissare nel nuovo accordo auspicato dal sindacato: il bacino a cui attingere, le regole d’ingaggio, la formazione per costruire eventuali competenze che non fossero già presenti nello stesso bacino.
«Abbiamo rimarcato la volontà delle Organizzazioni di avere un confronto costruttivo tra le parti – sostiene la Segreteria UILM del Sulcis Iglesiente – ed abbiamo rimarcato che l’atteggiamento assunto da Sider Halloys non è quanto previsto e sottoscritto nella cessione dello Stabilimento. Il presidente Pigliaru ha concordato con noi sui contenuti delle nostre rimostranze e per questo giovedì prossimo sarà convocata una riunione con la presenza del management Sider Alloys, in modo da definire un accordo quadro, che imponga alle parti di seguire un criterio determinato criterio, che favorisca il personale ex Alcoa. Vi informeremo per tempo su eventuali novità.»

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Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, ha incontrato nella tarda mattinata i lavoratori ex Alcoa che da alcuni giorni manifestano davanti ai cancelli dello stabilimento di Portovesme contro i metodi attuati da Sider Alloys per le assunzioni.

«Il presidente si è impegnato a fare da pontiere, sostenendo le nostre ragioni – si legge in una nota della segreteria FSM CISL del Sulcis Iglesiente –, nel nuovo incontro che si terrà a metà della settimana prossima alla presenza della Sider Alloys durante il quale faremo di tutto per sottoscrivere un accordo quadro nell’interesse generale di tutti i lavoratori fuoriusciti dallo stabilimento alla sua chiusura negli anni scorsi. Relazioneremo meglio sull’esito dell’incontro odierno, lunedì mattina alle ore 8.00, davanti ai cancelli, dove è convocata l’assemblea dei lavoratori. Visto il momento delicatissimo e l’importanza degli argomenti da discutere, è indispensabile la massima partecipazione.»

Per facilitare il dialogo, il presidente della Regione ha chiesto lo sblocco delle iniziative ai cancelli.

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Caria Alà dei Sardi

Un sogno che per Luigi, Mario e Antonio, tre allevatori di suini di Alà dei sardi, si è fatto realtà: avere in concessione terre demaniali dall’Agenzia regionale Forestas dove avviare il proprio allevamento di maiali di razza autoctona sarda. Il via libera è arrivato martedì scorso con la firma nella sede locale dell’Agenzia, a Tempio Pausania, degli atti con cui circa 40 ettari di pascoli cespugliati di macchia mediterranea ed alcuni immobili sono stati dati in affitto agevolato, per 20 anni rinnovabili ogni 5, all’Azienda agricola “Sos Nurattolos Agritour”, in località “Bolostiu”. Il momento ufficiale della posa del primo paletto in ferro e della rete metallica, che con doppie recinzioni delimiterà l’allevamento secondo le norme sul contrasto della Peste suina africana, c’è stata oggi alla presenza dell’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, dell’amministratore unico di Forestas, Giuseppe Pulina, dei rappresentanti dell’amministrazione comunale (il sindaco, Francesco Ledda, si trova all’estero per impegni istituzionali già assunti in precedenza), degli allevatori concessionari e di due delegati dell’Associazione nazionale allevatori suini (ANAS). Stamattina c’era inoltre Sebastiano Porcu, attualmente in comando all’Agenzia regionale Forestas, uno dei maggiori esperti della Sardegna e l’unico titolato a riconoscere e certificare l’appartenenza dei maiali alla razza di suino sarda. Sebastiano Porcu è stato uno dei principali promotori che in questi mesi ha contribuito alla buona riuscita del progetto di Alà dei Sardi.

«Il passo in avanti di oggi è un altro risultato positivo portato a casa dall’Unità di Progetto per l’eradicazione della PSA nell’ambito della lotta alla malattia dei maiali che da 40 anni tiene in ostaggio l’intero comparto isolano.»

Così Pier Luigi Caria che ha aggiunto: «Questo è il frutto di un confronto costante con i territori, con cittadini e amministratori locali che hanno a cuore il futuro delle proprie comunità. Proprio iniziative come quella di Alà dei Sardi si muovono, dando speranza, sulla strada giusta della battaglia contro lo spopolamento delle aree rurali della nostra Isola».

Giuseppe Pulina ha invece spiegato che «si tratta di un progetto pilota su cui la Regione intende investire esportandolo in altri zone della Sardegna, sempre a patto che vengano garantiti il rispetto delle norme sulle buone pratiche dell’allevamento suino, anche attraverso l’applicazione del benessere degli animali, così da poter raggiungere una rapida eradicazione della PSA. Da parte dell’Unità di Progetto – ha proseguito l’amministratore unico di Forestas – c’è sempre stata la disponibilità e la piena apertura alla collaborazione verso gli allevatori regolari e virtuosi che voglionno operare nella legalità: oggi lo abbiamo dimostrato e così continueremo a fare nel futuro».

«In questi territori si è sempre allevato il maiale di razza sarda, al punto che numerosi branchi venivano portati in transumanza durante il periodo del ghiandatico dai paesi circostanti: arrivavano addirittura dalle montagne di Fonni e di Orgosolo. A causa della Peste suina africana le tradizioni sono cambiate e fino a quando non ci saremo liberati da questa malattia non sarà possibile pensare di detenere animali allo stato totalmente brado». Lo ha detto Mario Scanu. «Il nostro progetto punta a valorizzare la razza autoctona – ha proseguito – in un percorso che metta assieme tipicità ambientale e ricchezze agroalimentari. Intendiamo infatti allevare i maiali e portare avanti il turismo rurale con percorsi in mountain bike, passeggiate a cavallo e attività didattiche aperte alle scuole e alle famiglie». Luigi Scanu, non legato da vincoli con Mario, è il più giovane della società: classe 1994 e tanta voglia di fare che sarà certamente di buon esempio per numerosi coetanei: «Partiamo dal nostro territorio con uno sguardo rivolto alle altre comunità dell’Isola che intendono investire nel comparto. Noi lo faremo anche in collaborazione con le Università locali e della Penisola». Antonio Corda, terzo componente della neo società agricola, ricorda che «far parte del progetto pilota significa avere una particolare responsabilità verso i tanti allevatori che in tutta la Sardegna ci guardano con notevole interesse. Riuscire bene vuol dire portare a casa un risultato positivo non solo per la nostra comunità, ma anche per chi vuole intraprendere questo mestiere attraverso le terre eventualmente concesse dalla Regione».

«Allevare i maiali in biosicurezza, salvaguardando soprattutto il suino di razza sarda – ha osservato Sebastiano Porcu – è possibile anche all’interno delle proprietà gestite da Forestas. Per tutelare questa tipicità zootecnica è tuttavia necessario registrare e regolarizzare animali e allevamenti. Solo così si potrà dare un contributo importante per garantire un futuro, superando la consanguineità, a questa specie di animale che racconta un pezzo importante della tradizione agricola della nostra terra». Nel registro anagrafico del suino di razza Sarda risultano iscritti circa 300 capi presenti in poco meno di 25 allevamenti sparsi in tutta la regione.

In occasione del passaggio delle consegne, fra le montagne di Alà dei Sardi, erano presenti gli ispettori dell’Associazione nazionale allevatori suini (ANAS) che cura i registri delle razze autoctone nazionali. Silvia Tinarelli e Francesco Nen da una settimana stanno girando i diversi allevamenti presenti in Sardegna con l’ausilio di Sebastiano Mocci, dell’ufficio periferico Anas della Sardegna. Obiettivo: verificare e quindi registrare i caratteri di razza presenti negli animali già iscritti o eventualmente da iscrivere.

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Martedì, alle 10,30, nella sede dell’AVIS di via Talete, a Cagliari, si terrà una conferenza stampa per la presentazione dell’evento benefico “Bai e Dona in via Costituzione”.

Anche quest’anno, Ariu Ceramiche e la pizzeria “Sa tracca” hanno organizzato una manifestazione in favore dell’Associazione Peter Pan onlus, per raccogliere i fondi per realizzare un FabLab per i ragazzi autistici, supportato con grande entusiasmo anche dall’Avis.

Spiegheranno i dettagli dell’evento e il ruolo di Avis in questa avventura:

• Antonello Carta, presidente regionale Avis

• Ignazio Zuddas, presidente comunale Avis

• Marco Granata, Associazione Peter Pan onlus

• Claudia Pugliese, pizzeria Sa Tracca (organizzatore evento)

• Cristina Ariu, Ariu Ceramiche (organizzatore evento)

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Questa mattina i lavoratori del progetto Parco Geominerario assunti dalla Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, hanno dato avvio alla riapertura del primo cantiere archeologico nella necropoli punica di Sant’Antioco. La Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara ringrazia il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, che per primo ha proposto di impegnare la Fondazione in questa avventura, la Giunta regionale che ha dato fiducia alla Fondazione, la Sovrintendenza per l’alta sorveglianza che eserciterà sul nostro lavoro.

Nei prossimi giorni verranno aperti i cantieri nel nuraghe Sirai di Carbonia, nel nuraghe Seruci a Gonnesa e nel complesso archeologico di Pani Loriga a Santadi.

Il primo progetto prevede l’impiego di 8 operai per un anno, che saranno impegnati nella manutenzione ordinaria e straordinaria della vasta necropoli punica di Is Pirixeddus; ma anche degli altri siti urbani Sa Presonedda, il tempio dell’acropoli, l’arena fenicia, il ponte romano, il Cronicario e il tofet. E ancora, manutenzione e ripristino percorsi del ricco patrimonio archeologico extraurbano: i nuraghi S’ega ‘e Marteddu, S’Uttu de su Para, Femmineddas, Grutti ’e Acqua e Corongiu Murvoni. L’impiego di queste 8 figure, nell’ambito della cura dei siti, si configura come fondamentale, considerata proprio la densità di monumenti presenti nel territorio di Sant’Antioco: queste attività, infatti, possono essere garantite soltanto attraverso un’azione sinergica tra gli enti preposti alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio.

Esprime soddisfazione il sindaco Ignazio Locci: «Finalmente riusciamo a dare avvio a un progetto di straordinaria importanza per il territorio: ringrazio vivamente il presidente della Fondazione, Giampiero Pinna, che si è speso attivamente affinché il programma andasse in porto, nonché la Soprintendenza, con la quale si è collaborato in totale sinergia. Questo piano di lavoro non solo ci consente di dare un’opportunità lavorativa a ben 8 figure professionali, ma colma anche il vuoto lasciato dalla cessazione della convenzione tra la Regione e l’Ati-Ifras (gli operai sono tutti ex Ati-Ifras), che ha interrotto il lavoro di cura e manutenzione nei siti archeologici antiochensi».

In merito interviene anche il presidente della Fondazione Cammino minerario di Santa Barbara Giampiero Pinna: «Questa mattina i lavoratori del progetto Parco Geominerario assunti dalla Fondazione CMSB hanno dato avvio alla riapertura del primo cantiere archeologico nella necropoli punica di Sant’Antonio.  Grazie al Sindaco di Sant’Antioco che per primo ha proposto di impegnare la Fondazione in questa bella avventura; grazie alla Giunta Regionale che ha dato fiducia alla Fondazione; grazie alla Soprintendenza per l’alta sorveglianza che eserciterà sul nostro lavoro. Nei prossimi giorni verranno aperti i cantieri nel nuraghe Sirai di Carbonia, nel nuraghe Seruci a Gonnesa e nel complesso archeologico di Pani Loriga a Santadi».

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«Nel Nord Sardegna l’Ats chiude gli ambulatori di igiene e sanità pubblica per tutta la stagione estiva. E’ una decisione vergognosa ed inaccettabile, che non intendiamo subire passivamente>»

Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale Antonello Peru (FI) che accusa la Giunta regionale di abbandonare al loro destino gli utenti che gravitano nelle succursali di Sorso e Valledoria, con un servizio che si estende ai pazienti di Sennori, Viddalba e Santa Maria Coghinas. «Una sforbiciata che mette a forte rischio i servizi sanitari sul territorio, con l’interruzione delle attività nella stagione più calda – aggiunge Antonello Peru -. Il provvedimento è stato adottato a causa della perdurante carenza di personale infermieristico e della dirigenza medica. Siamo di fronte all’ennesima beffa ai danni del nord Sardegna. Non comprendiamo il motivo che impedisce di aumentare l’organico delle strutture».

Il servizio sarà interrotto sino al 15 settembre, con un accorpamento delle attività nei presidi di Porto Torres e Sassari. «Un intasamento che determinerà ulteriori disfunzioni nei servizi dell’hinterland sassarese, con un incremento di utenti che aumenteranno le attese per le vaccinazioni, le certificazioni relative alle patenti di guida, la profilassi delle malattie infettive. E’ un colpo durissimo per il territorio che certifica il totale disinteresse della giunta Pigliaru per le esigenze dei cittadini, in un’area che registra da tempo altri segnali negativi con la dismissione di importanti strutture – conclude Antonello Peru -. Si tratta di una smobilitazione illogica ed irrazionale, visto che il servizio degli ambulatori di Sorso e Valledoria è un punto di riferimento per l’area che si estende attorno alla Romangia. La permanenza dei presidi è fondamentale per una gestione efficiente dei servizi sul territorio».

 

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arà una serata all’insegna della scherma quella che andrà in scena domani (sabato 7 luglio), alle 21,30, in piazza Berlinguer. A esibirsi sarà il settore spada under 14 del Club Scherma Roma. 18 giovani atleti che hanno conquistato già numerosi titoli daranno spettacolo con le loro spade, e tra questi Viola Salutari del Club Scherma Roma, medaglia di bronzo categoria bambine ai campionati italiani 2018 di Riccione.

Tra i partecipanti ci sarà anche Riccardo Franca della Sport Full time Sassari che a Riccione ha conquistato il settimo posto.

Sulle pedane saranno presenti anche maestri d’eccezione. A partire da Tito Tomassini che per la spada nel Pentathlon moderno conquistò due ori e un bronzo ai giochi olimpici di Los Angeles, quindi ancora Stefano Giommoni, maestro della nazionale olimpica di Pentathlon moderno a Londra 2012 e Rio 2016, quindi bronzo individuale ai mondiali under 21 nel 1991 e campione italiano assoluto nel 2000.

Accanto a loro la maestra di fioretto e spada Giulia Di Martino.

Da Sassari, per la Sport Full time saranno presenti il pluricampione sardo di fioretto, spada e sciabola Sandro Bartoletti e Fabio Poddighe, vincitore di quattro titoli italiani di Pentathlon moderno.

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La consigliera regionale Rossella Pinna esprime soddisfazione per l’approvazione all’unanimità, da parte dell’intero Consiglio, della legge regionale “Interventi per la promozione e la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli”.

«Insieme ai colleghi del gruppo consiliare, alla commissione sanità, al mondo del volontariato, è nata una legge che ha come destinatari finali i soggetti deboli che necessitano di un sostegno per poter provvedere alla cura dei propri interessi – dice Rossella Pinna -. Una legge molto attesa in un ambito importante e delicato che investe aspetti personali e sociali delle persone interessate e che coinvolge strutture giudiziarie e amministrative, chiamate ad operare con efficienza e rapidità, ma spesso in difficoltà per l’alto numero di amministrati da tutelare.»

«Partendo dalle criticità relative all’attuazione della norma nazionale di 14 anni fa, a seguito di un’importante riforma del codice civile, la legge approvata promuove in Sardegna la figura dell’Amministratore di sostegno – aggiunge Rossella Pinna -. Attualmente in Sardegna sono oltre 12mila le procedure aperte nei Tribunali regionali, e il numero delle persone beneficiarie della misura cresce negli anni ad un ritmo esponenziale, segnale di un aumentato bisogno, legato anche all’invecchiamento della popolazione e al conseguente incremento delle disabilità. Parallelamente all’aumento dei casi, diminuisce per contro, il numero dei familiari disponibili ad assumere l’incarico. Infatti, tra i bisogni segnalati dagli attori istituzionali, dalle associazioni e dai familiari delle persone amministrate, risalta la difficoltà di reperire persone disponibili.

L’individuazione da parte del giudice tutelare dell’Amministratore di sostegno è un momento strategico.

Affinché la risposta ai bisogni della persona fragile sia appropriata è fondamentale poter disporre di un elenco di persone motivate e adeguatamente formate, che volontariamente si mettano a disposizione.

La norma regionale, nel ribadire la volontarietà del compito dell’Amministratore di sostegno, esclude il pericolo della professionalizzazione, ma interviene assicurando una adeguata formazione nonché un servizio di supporto informativo nel territorio, che eviterà la solitudine degli Amministratori e le lunghe file davanti agli uffici della volontaria giurisdizione.

Le novità introdotte dalla legge riguardano anche l’attivazione a livello provinciale e locale di servizi di supporto, chiamati SPG, Sportelli di Protezione giuridica, che assicurano il raccordo con gli uffici del Giudice tutelare, col compito di offrire gratuitamente consulenze in materia economica, legale e sociale, oltre che formazione, informazione e sensibilizzazione.

La Regione promuove, oltre allo sportello specialistico, una rete diffusa di servizi di supporto all’amministrazione di sostegno presso gli uffici dei servizi sociali comunali, per il tramite dei PLUS, che predispongono l’elenco aggiornato annualmente dei soggetti disponibili a ricoprire l’incarico di amministratore. Tali elenchi vengono messi successivamente nella disponibilità dei Giudici tutelari.

La norma istituisce, inoltre, un fondo destinato a venire incontro ai casi sociali più complessi, in particolare interviene, nei limiti della capienza, per rimborsare gli oneri sostenuti per la stipulazione di polizze assicurative contro eventuali rischi, nonché le spese sostenute per i casi sociali più complessi e privi di adeguati mezzi.

L’obiettivo della norma regionale è quello di definire un modello di welfare di comunità, strutturato sui valori della solidarietà della coesione sociale e del benessere comune, fondato sul presupposto che si è tutti parte di una comunità, nell’ambito della quale ciascuno può contribuire nei confronti degli altri, soprattutto quando questi non sono completamente autonomi e in grado di provvedere a se stessi.»

«Il quadro normativo tracciato, in una stagione dalle innegabili difficoltà, si è trasformato in una pagina di buona politica, in una scelta di civiltà, al servizio della persona – conclude Rossella Pinna -, esattamente come quella che vogliamo mettere a fondamento della nostra idea di società e che ci fa fare un passo in avanti importante per affiancare e non lasciare sole le persone fragili e le loro famiglie.»

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Ha un valore speciale, quest’anno, l’immancabile appuntamento dell’estate con i Seminari Jazz di Nuoro: dal 21 al 31 agosto, l’iniziativa promossa dall’Ente Musicale di Nuoro taglierà infatti il traguardo della sua trentesima edizione. Un traguardo ragguardevole per quella che, nata quasi in sordina nel 1989 su invito della compianta Antonietta Chironi con il gruppo docente formato dal quintetto di Paolo Fresu (che avrebbe poi diretto i seminari per ben cinque lustri) e la partecipazione di trentasette allievi, anno dopo anno si è consolidata tra le realtà più rappresentative nel campo della didattica jazz in Italia. Lo dimostra anche il numero (e la composizione) degli allievi già confermati: più di centoventi (10 sardi, 115 in arrivo dalla penisola, 6 da Norvegia, Austria, Belgio, Germania, Inghilterra e Spagna), un numero ormai prossimo a un nuovo record di iscritti, dopo quello della scorsa edizione.

Anche stavolta, la formula dei seminari prevede undici giornate dense di impegni, tra lezioni teoriche e pratiche, prove aperte di gruppo e musica d’insieme, sotto l’insegnamento di un corpo docente formato da musicisti di vaglia della scena jazzistica nazionale (alcuni dei quali, in passato, sono stati essi stessi allievi dei corsi nuoresi), coordinati dal direttore artistico Roberto Cipelli: oltre allo stesso pianista cremonese (teoria e armonia jazz le sue materie), ne fanno parte Emanuele Cisi (in cattedra per la classe di sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Francesca Corrias (canto jazz e laboratorio vocale), Dado Moroni (pianoforte e tastiere), Marcella Carboni (arpa jazz), Max De Aloe (armonica cromatica e fisarmonica), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Salvatore Maltana (basso elettrico), Stefano Bagnoli (batteria), Salvatore Spano (pianoforte e tastiere) e Enrico Merlin (storia del jazz), più la novità del chitarrista Angelo Lazzeri, già tra i docenti dei corsi invernali, qui “a rinforzo” di una delle classi che conta il maggior numero di iscritti (ben venticinque, come quella di canto).

L’offerta formativa è impreziosita anche quest’anno da due masterclass: come già annunciato, spetterà a Paolo Angeli il compito di condurre, il 24 agosto, quella dedicata alla musica tradizionale, mentre sarà un altro chitarrista, l’americano Peter Bernstein, a tenere la masterclass internazionale dal 23 al 27. Ritorna, infine, ed è la quarta volta consecutiva, il corso per fonici condotto dall’ingegnere del suono Marti Jane Robertson: dal 21 al 28 agosto.

Varie borse di studio verranno assegnate, come ogni anno, al termine dei Seminari: c’è quella riservata al migliore allievo di ogni classe di strumento per l’iscrizione gratuita alla prossima edizione di Nuoro Jazz; c’è poi la borsa “Billy Sechi” (in memoria del batterista sardo scomparso nel novembre 2005) che offre invece la possibilità di partecipare ai seminari di Siena Jazz; ai docenti spetta poi anche il compito di scegliere un allievo da proporre come finalista all’annuale premio “Massimo Urbani” di Camerino riservato ai solisti jazz under 30, mentre un’altra borsa di studio immancabile è quella dedicata alla formazione del gruppo dei migliori allievi che avrà modo di esibirsi l’anno venturo in apertura di Nuoro Jazz.