22 December, 2025

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Un’ospedale unico per la ASSL di Carbonia!!! Se ne parla da anni ma fino ad oggi il progetto è rimasto sempre e solo motivo di discussione tra favorevoli e contrari, in un’area della Sardegna che lamenta quotidianamente le inadeguatezze del sistema sanitario pubblico, sia per la vetustà delle strutture dei presidi ospedalieri, sia per i problemi legati all’utilizzo delle risorse, sia finanziarie sia umane.

Il dibattito sulle problematiche del sistema sanitario è salito di livello negli ultimi anni, prima e dopo l’approvazione della legge di riordino della rete ospedaliera e, in più occasioni, è tornato d’attualità il tema dell’ospedale unico per il Sulcis Iglesiente, da realizzare in un’area baricentrica tra il distretto sanitario di Carbonia e quello di Iglesias (Villamassargia?).

Il 31 maggio scorso, il direttore generale dell’ATS Sardegna, Fulvio Moirano, a distanza di pochi giorni dall’incontro avuto con i sindaci nel centro direzionale di via Dalmazia, è tornato a Carbonia, per un incontro con gli operatori del settore sanitario, con i quali ha dibattuto i temi legati agli accorpamenti previsti dalla legge di riordino della rete ospedaliera e, nel corso dei lavori, su sollecitazione di un operatore, Roberto Olla, ha parlato dell’ospedale unico, facendo una rivelazione sorprendente: «I finanziamenti per realizzare gli ospedali unici nella ASSL di Carbonia e ad Alghero ci sono, stiamo predisponendo un bando per la realizzazione di uno studio di fattibilità concreto, ma ciò che sorprende è che pare nessuno voglia questi ospedali unici, non ho sentito grande enfasi, una posizione che considero medievale…».

Per completezza d’informazione, per capire da dove arrivano i finanziamenti per la realizzazione dell’ospedale unico, proponiamo il filmato dell’intervento di Fulvio Moirano, intorno al quale sarebbe molto importante un tempestivo, serio approfondimento, da parte di tutti i soggetti interessati, ad iniziare dai sindaci che, secondo quanto emerge dal filmato, sarebbero i primi per niente entusiasti del progetto che porterebbe alla realizzazione dell’ospedale unico per la ASSL di Carbonia.

 

 

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Turismo

Parte giovedì 14 giugno ad Olbia il secondo giro di incontri territoriali per la definizione del nuovo Piano strategico del turismo “Destinazione Sardegna 2018-2021” organizzati dall’assessorato regionale del Turismo, Artigianato e Commercio. Per ciascun incontro sarà possibile iscriversi on line attraverso la piattaforma regionale SardegnaParteciPA.

«Con questo ciclo, anche stavolta aperto a amministratori, operatori turistici e a tutti coloro che si interessano del tema turismo – dice l’assessore Barbara Argiolas – intendiamo fare il bilancio degli spunti, osservazioni e sollecitazioni emersi durante il primo giro di “consultazioni” coi territori, con l’obiettivo di articolarli in proposte e soluzioni da includere nel documento finale che verrà sottoposto alla Conferenza permanente del turismo. Il Piano strategico è strumento di aggiornamento della politica turistica regionale e per l’esercizio delle funzioni di programmazione, di indirizzo e coordinamento, con l’obiettivo migliorare la competitività e attrattività della destinazione Sardegna, in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Grazie al metodo partecipativo scelto per la costruzione del Piano e alla risposta corale dei territori – conclude l’assessore regionale del Turismo – abbiamo potuto costruire un quadro esauriente su potenzialità, criticità ed esigenze che ci aiuteranno a definire strategie e scelte operative più efficaci per la crescita del turismo in Sardegna e per la definizione di nuove offerte e nuove stagionalità.»

Il calendario degli incontri, dopo l’apertura a Olbia, farà tappa nei comuni di Alghero (15 giugno), Oristano (18 giugno), Sardara e Iglesias (19 giugno), Cagliari (22 giugno), Lanusei e Sinnai (25 giugno). Sarà possibile iscriversi a ciascun incontro dalla piattaforma regionale SardegnaParteciPA.

Le iscrizioni on line ai tavoli dovranno essere eseguite entro le 24 ore precedenti alla data dell’incontro. Sarà, inoltre, possibile iscriversi on site il giorno degli incontri fino ad esaurimento dei posti disponibili in sala.

 

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L’assessorato regionale dell’Agricoltura ha pubblicato da qualche giorno l’avviso per la presentazione delle domande d’aiuto in favore delle aziende zootecniche colpite nel 2017 dall’epidemia della febbre catarrale degli ovini (lingua blu o blue tongue). Le domande si potranno presentare fino alle ore 12.00 dell’11 luglio 2018, dovranno pervenire al Comune nel quale è censito l’allevamento tramite Posta elettronica certificata o raccomandata con ricevuta di ritorno, oppure consegnate a mano nell’Ufficio protocollo comunale. L’intervento, voluto da Giunta e Consiglio regionale, è stato discusso, modificato, condiviso e quindi approvato durante gli incontri del Tavolo verde alla presenza di tutte le associazioni di categoria e dell’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria.

Sono beneficiari dell’aiuto gli imprenditori agricoli le cui aziende siano state dichiarate dall’Autorità sanitaria sede di focolaio di febbre catarrale degli ovini nel corso del 2017 e comunque non oltre il 28 febbraio 2018.

L’aiuto è stabilito in un importo forfettario di compensazione per l’aggravio dei costi sostenuti a causa della malattia, quantificato in 3 euro per ogni capo presente in azienda all’apertura del focolaio, detratti prima i capi morti, e in un indennizzo forfettario di 50 euro da applicare a ogni capo morto a causa della blue tongue. Il numero dei capi per singola impresa è certificato dai Servizi sanità animale delle ASSL territorialmente competenti e i dati sono a disposizione delle aziende interessate presso il Comune in cui è censito l’allevamento.

«Come già accaduto negli anni scorsi – ha precisato Pierluigi Caria – il pagamento delle domande d’aiuto sarà garantito dai Comuni che erogheranno i circa 4 milioni e 771mila euro messi a disposizione dal Consiglio regionale. Le risorse non sono tante, ne avremmo voluto certamente di più, ma purtroppo con queste abbiamo dovuto procedere per venire incontro ai danni subiti nelle tante aziende sarde dove circa 36mila capi sono morti e 850mila sono stati coinvolti dai focolai.»

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Compatibilmente con i lavori del Consiglio regionale, per la settimana in corso, sono state fissate due riunioni delle commissioni.

La commissione delle Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto (Pd), ha in programma una seduta per mercoledì 13 giugno, alle ore 16.00, con all’ordine del giorno l’esame del Testo unico sulle cooperative di comunità e la proposte di legge n. 495 sulla valorizzazione della suinicoltura sarda.

La commissione speciale sull’artigianato presieduta da Roberto Deriu (Pd), inoltre, si riunirà giovedì 14 giugno, alle 12.30, per le audizioni di Unioncamere e Confartigianato sulla situazione del commercio e dell’artigianato in Sardegna. Nel pomeriggio, con inizio alle 18.30, sono previste le audizioni delle associazioni di categoria Cna e Casartigiani.

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Si è svolto ieri, 11 giugno 2018, a Cagliari, un incontro tra una delegazione di Europa Donna Italia, il movimento per i diritti delle donne operate al seno) e l’assessorato della Salute della Regione Sardegna.

Scopo dell’incontro la richiesta di intervento per migliorare l’organizzazione dei tre centri ospedalieri che dovrebbero fungere da Centri di Senologia Multidisciplinari (o Breast Unit) a Cagliari, Sassari e Nuoro.

In particolare per quello di Cagliari si richiede che il polo ospedaliero dedicato all’oncologia preservi la divisione chirurgica dedicata alla patologia del carcinoma mammario secondo gli standard europei ed indicati dal Ministero nelle “Linee di indirizzo sulle modalità organizzative della rete dei centri di senologia” recepite dal Consiglio della Regione Sardegna nella seduta del 25/10/2017, contestualmente all’approvazione della ridefinizione della rete ospedaliera. La preoccupazione, infatti, è che il concorso per la direzione del Centro preveda la figura di un chirurgo oncologo generico e non dedicato alla chirurgia senologica.

Per Sassari e Nuoro, inoltre, viene richiesto che l’Assessorato intervenga sulle lunghe liste d’attesa, la mancanza di personale dedicato e l’insufficienza delle sale operatorie.

In tutta la Regione Sardegna poi la delegazione sottolinea la mancanza di protocolli per le donne ad alto rischio e l’inadeguata organizzazione, e di conseguenza la scarsa adesione, dello screening mammografico, tra le più basse a livello nazionale.

Europa Donna Italia era rappresentata dal presidente Rosanna D’Antona, dal consigliere Loredana Pau e dalla delegata delle associazioni della Sardegna Rosa Soru Marchi, di Nuoro Donna.

In vece dell’assessore, è intervenuto il direttore di Gabinetto Alfredo Schirru, che ha così ribattuto alle rilevazioni del Movimento: «La regione è sensibile al tema della chirurgia senologica poiché, come previsto dall’atto dell’azienda ospedaliera Brotzu, è stato avviato un concorso per il coordinatore della chirurgia oncologica e si sta impegnando per dar corso alla nomina entro l’anno o i primi mesi del 2019. Per Sassari – ha concluso – sta provvedendo alla riorganizzazione per migliorare il servizio della Breast Unit esistente e subito dopo verrà presa in considerazione anche un potenziamento di quella di Nuoro.»

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Trenitalia, azienda del gruppo Ferrovie dello Stato, continua la ricerca di personale. Il piano prevede per il 2018 l’assunzione di circa 500 figure, almeno questi sono gli accordi raggiunti con i sindacati di categoria e di cui abbiamo parlato in precedenti articoli. Per rispettare questo crono-programma di assunzioni il gruppo FS-Trenitalia pubblica periodicamente annunci con le figure ricercate. Per il mese di giugno ci sono importanti novità. Oltre a figure laureate e da assumere in ambiti molto specializzati, come sempre più spesso accade per grandi aziende che operano in settori tecnologici o comunque complessi, questa volta l’azienda è alla ricerca anche di figure diplomate … 

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://www.suntini.it/diariolavoro_trenitalia.html ) .

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Ieri pomeriggio, a Selargius, i carabinieri della locale stazione hanno arrestato un giovane di 29 anni per maltrattamenti in famiglia. Il giovane, al fine di estorcere del denaro alla madre convivente, la aggrediva ripetutamente, prima di essere immobilizzato e tratto in arresto dai carabinieri, prontamente intervenuti. Il giovane, già arrestato dagli stessi carabinieri il 31 maggio scorso per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, al termine delle formalità di rito è stato tradotto presso la casa circondariale di Uta, a disposizione dell’autorità giudiziaria, informata dalla stazione dei carabinieri di Selargius.

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A distanza di poche ore dal voto amministrativo nei Comuni sardi, il coordinatore regionale dei Riformatori sardi esprime «soddisfazione per la tenuta delle nostre liste e per i ballottaggi che siamo convinti di vincere».

«Si è concluso il primo tempo di una campagna elettorale difficile – aggiunge Pietrino Fois – che ha riservato importanti conferme per le nostre liste e i nostri candidati. La coerenza e la serietà del nostro lavoro sono stati premiati ed i risultati dei ballottaggi lo certificheranno. Nel grande agone politico che oramai ha visto le alleanze più disparate e nuove, l’elettorato ha dimostrato di avere le idee chiare nel confermare ai Riformatori sardi la propria fiducia.»

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Grande successo per la tappa algherese della Festa del gusto, organizzata dall’associazione Primavera Sulcitana. Decine di migliaia di persone hanno letteralmente preso d’assalto l’ara con i quaranta stand – sardi, nazionali e internazionali, tra i quali hanno spiccato quelli provenienti dalla Grecia, dalla Spagna, dall’Argentina e dal Brasile – tutti immersi nei gusti di cibi unici e preparati al momento. Dal sei al 10 giugno scorsi le ramblas algheresi hanno fatto da cornice anche alla tappa sarda del rapply. Motori e sapori vincenti, insomma.

«Lo street food ha conquistato anche Alghero, siamo felici e non vediamo l’ora di tornare in questa città – dice Ivan Scarpa, addetto alla comunicazione di Primavera Sulcitana – ringraziamo l’Aci Sassari, con il presidente Giulio Pes e tutti i componenti del consiglio, e il Comune, con il sindaco e tutti gli assessori, per averci ospitato. C’è stata un’ottima collaborazione tra i due eventi, speriamo di poterlo replicare anche nel 2019. Dal 14 al 17 giugno saremo a Olbia, poi a seguire a Cagliari e Tortolì.»

Pieno apprezzamento arriva anche da Marco Pala, consulente di Aci: «Manifestazione riuscitissima, ormai tutti i piloti si sentono a casa ad Alghero, e ancora di più lo sono stati grazie ai tanti cibi provenienti da tutto il mondo. Sono rimasti soddisfatti anche gli operatori locali, confermo la volontà di replicare nel 2019 insieme alla Festa del gusto».

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Un diciannovenne Roberto Mancini ha appena concluso una minitournée azzurra di due partite, il rientro è previsto per il pomeriggio del giorno dopo. I “grandi” della squadra, i campioni del mondo di due anni prima, gli propongono un giro nella Manhattan “by night”. Per i più giovani ci sarebbe il divieto, ma Enzo Bearzot si è già ritirato, e la tentazione è irresistibile. Mancini fa le cinque di mattina con Tardelli allo Studio 54. Quando rientra in hotel, ormai alle sei, trova il ct ad aspettarlo in sala colazione. «Subisco in silenzio il peggior cazziatone della mia vita. Me ne dice di tutti i colori, che non ha dormito per la preoccupazione, che mi sono comportato come un somaro, che non mi chiamerà mai più in Nazionale, nemmeno se segnerò 40 gol a campionato».

Oggi che nei panni che furono del grande Bearzot c’è lui, è Roberto Mancini a raccontare l’aneddoto a Paolo Condò, nell’intervista di copertina del numero di luglio-agosto di GQ, in edicola dal 12 giugno. Epilogo compreso: «Anni dopo, quando s’era ormai ritirato, incontrai Bearzot. Non feci in tempo a chiedergli nulla, fu lui ad assalirmi. “Perché non mi hai chiamato per scusarti?”. Rimasi di sale. Non l’avevo fatto perché mi vergognavo troppo del mio comportamento, ed ero certo che lui fosse ancora furioso con me. Bearzot si mise le mani nei pochi capelli che gli restavano. “Io aspettavo soltanto la tua telefonata per richiamarti in Nazionale. Ma senza le scuse non potevo fare niente, e così ti sei perso il Mondiale del 1986”. Volevo morire».

Fu sempre l’orgoglio, spiega nell’intervista a GQ, a costargli il Mondiale del 1990. «In un ambiente come quello della Nazionale occorre parlarsi molto, perché le rabbie e le amarezze latenti ci sono sempre. Io non sono riuscito a emergere in azzurro, e sì che il talento non mi mancava, perché non ho mai avuto l’opportunità di giocare le cinque partite di fila che mi servivano per “entrare” nel motore della squadra. Una gara modesta, e Vicini la volta dopo mi lasciava in panchina. Io mi arrabbiavo, e sbagliavo, perché in Nazionale devi alzare il tuo livello di gioco. I compagni sono tutti forti, ragazzi selezionati, visti e rivisti, sicuri. Non puoi pretendere strada libera per sei mesi – cinque partite implicano più o meno questo tempo – a prescindere da quanto mostri in campo. All’epoca lo sognavo, ed ero un ingenuo».

Persino più amaro – anche perché era la sua ultima occasione al Mondiale – il ricordo del 1994. Arrigo Sacchi era stato chiaro con lui: «Per me tu sei la riserva di Baggio». Mancini, masticando amaro, aveva detto sì. Ma in un’amichevole primaverile di preparazione con la Germania, con Baggio appunto assente, Sacchi gli lasciò giocare solo il primo tempo e poi, vista la giornata così così, lo rimise in panchina. Facendolo sentire tradito. All’arrivo notturno a Malpensa, lo sfogo: «Mister, lei non è stato ai patti. Non mi chiami più, ho chiuso con la Nazionale». Reazione che il nuovo ct della Nazionale oggi descrive come «una cretinata enorme. Tra l’altro in quel Mondiale, tra gli infortuni, le squalifiche e il grande caldo, avrei sicuramente giocato moltissimo. Bearzot non mi chiamò nel 1986 perché non chiesi scusa, Sacchi mi lasciò fuori nel 1994 perché non tornai sulla decisione di autoescludermi, nel 1990 Vicini mi convocò ma senza mai schierarmi. Risultato: non ho giocato un minuto di un Mondiale, e la trovo un’assurdità anche se in buona parte la colpa è mia. Ora penso a qualificarmi per l’Europeo e poi a disputarlo alla grande, io gioco sempre per vincere. Ma confesso che l’idea del Mondiale, visti i precedenti, già mi frulla in testa».

Tra i giocatori su cui pensa di costruire la riscossa c’è Federico Chiesa, figlio di quell’Enrico che all’epoca, facendo alzare il sopracciglio a colleghi come Vialli e Montella, definì il migliore dei suoi partner: «Ogni tanto mi fermo a osservarlo, perché con lui viaggio nel tempo. Federico è identico a Enrico, le stesse finte, la stessa accelerazione, un tiro molto simile. Quest’anno ha segnato poco in relazione alle potenzialità, ma è il classico talento che può esplodere in qualsiasi momento anche dal punto di vista realizzativo. Io me lo aspetto».

E poi c’è, ovviamente, il tanto discusso Mario Balotelli. «Provo affetto per lui, è ovvio, ma il suo ritorno in azzurro ha motivazioni esclusivamente calcistiche», spiega Roberto Mancini a GQ. «Mario ha soltanto 28 anni, e quindi fa ancora in tempo a prendersi tutte le soddisfazioni che desidera perché al suo background fisico e tecnico ha aggiunto l’esperienza. Insomma, è cresciuto in tutti i sensi. Considerato che la Nazionale è destinata a perdere – subito o nel giro di un paio d’anni – lo zoccolo duro che ci ha tenuto a galla fino al flop con la Svezia, ho bisogno di nuovi leader. Mario ha l’età e la credibilità tecnica per farlo, e per fortuna non è l’unico».