22 December, 2025

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L'Aula magna durante il simposio di questa mattina

E’ stata trasmessa all’Ateneo di Cagliari, nei giorni scorsi, la relazione della Commissione di esperti incaricata dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) di sottoporre a valutazione l’Università degli Studi di Cagliari. Già dal 2016 l’Ateneo si era volontariamente candidato per il processo di accreditamento periodico istituito in Italia per autorizzare gli Atenei ad attivare sedi e corsi di studio (Accreditamento iniziale) ed a confermare e valutare i requisiti di qualità, di efficienza e di efficacia delle attività svolte (Accreditamento periodico), per rendere confrontabili i percorsi universitari a livello nazionale e internazionale e di conferire fiducia a tutte le parti interessate, famiglie, aziende, investitori.

L’esame degli esperti inviati dall’ANVUR è stato particolarmente approfondito: dopo una valutazione documentale a distanza, la Commissione è stata in Ateneo nello scorso mese di ottobre e ha analizzato non solo UniCa nel suo complesso, ma anche un campione statisticamente rappresentativo di corsi di laurea e dipartimenti.

Ora si attende l’ufficializzazione del risultato da parte dell’ANVUR, ma si può dire con assoluta certezza che il giudizio ottenuto è “pienamente soddisfacente” (il giudizio più elevato finora tra quelli assegnati), e colloca l’Università di Cagliari alle prime posizioni tra gli Atenei (una trentina, su 96) che sono stati finora sottoposti a valutazione.

«E’ un grande successo di squadra – ha detto il Rettore, Maria Del Zompo, conversando con i giornalisti -. Non soltanto di chi vive e opera all’interno dell’Ateneo, con gli studenti, il personale, i docenti e i ricercatori, ma anche del territorio: penso ai rapporti con le imprese, ai Comitati di indirizzo, alle istituzioni. Tutti hanno partecipato a questo percorso di crescita che premia la qualità della didattica, della ricerca, dei servizi agli studenti e delle strutture. E’ il punto di partenza di una strada sulla quale, tutti insieme, vogliamo continuare a camminare.»

«È stato riconosciuto il lavoro che si sta facendo nella sua oggettività – ha aggiunto Maria Del Zompo -. Il nostro è un bellissimo Ateneo, che può certamente migliorare, ma che offre ottimi servizi.»

Di “una certificazione importante della nostra organizzazione in qualità e per qualità” ha parlato il Direttore generale Aldo Urru, «che premia uno sforzo pesante fatto in un contesto di contrazione pesantissima di risorse finanziarie e umane».

Elio Usai, coordinatore del Presidio di Qualità, ha sottolineato che «l’Ateneo è pronto a continuare sulla strada intrapresa. Molto contenti della certificazione ottenuta, che attesa anche l’ottimo livello di tanti nostri docenti», mentre il Prorettore vicario, Francesco Mola, ha rimarcato la complessità della procedura, cominciata con una valutazione documentale, prima ancora della visita in loco. Poco dopo, il presidente della Regione Francesco Pigliaru – conversando con l’ANSA – ha espresso la soddisfazione della Giunta per il risultato centrato dall’Ateneo.

La CEV ha valutato molto positivamente (ha espresso un giudizio nel complesso pienamente soddisfacente di livello B in una scala da A a E – dove E equivale al non accreditamento, cioè alla soppressione della Sede) la capacità dell’Università di Cagliari di definire le proprie politiche e strategie per la didattica, la ricerca e le connessioni col territorio e col sistema produttivo, la capacità di coinvolgere i portatori di interesse nella vita dell’Ateneo, il ruolo attivo della Rappresentanza Studentesca negli Organi di Governo e la leadership coinvolgente.

Ancora, ha apprezzato il senso di appartenenza alla Comunità sentito da tutte le categorie di attori consultate, la centralità del ruolo degli studenti e delle loro esigenze e soprattutto la volontà di miglioramento. Gli esperti valutatori hanno apprezzato il modello adottato dall’Ateneo per realizzare il miglioramento continuo, ritenuto in grado di affrontare efficacemente le continue sfide e le novità dell’alta formazione e della ricerca.

Il Rettore, il Prorettore Mola, il coordinatore del Presidio per la Qualità Elio Usai
Il Rettore, il Prorettore Mola, il coordinatore del Presidio per la Qualità Elio Usai

La Commissione ha espresso opinioni particolarmente positive sul reclutamento e sulla qualificazione del corpo docente e ha anche giudicato come “prassi meritoria” l’attività predisposta dall’Ateneo a favore della crescita delle competenze didattiche dei docenti attraverso i progetti “Laboratorio Didattico Calaritano” e DISCENTIA.

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Ritorna l’appuntamento con “Monumenti aperti”: sabato 5 e domenica 6 maggio, porte aperte a Sant’Antioco per la visita, gratuita, di innumerevoli siti archeologici e culturali incastonati in scorci paesaggistici mozzafiato. E per l’edizione 2018, due importanti novità: il trenino turistico (gratuito) che condurrà i visitatori alla scoperta dei beni culturali dislocati nel centro cittadino, e la possibilità di conoscere il Faro di porto Ponte Romano, alto 22 metri, edificato nel 1924 e ancora oggi punto di riferimento per le imbarcazioni in navigazione sul Golfo di Palmas. Ad arricchire la visita al Faro, la possibilità di utilizzare gratuitamente bici elettriche messe a disposizione per una passeggiata con visita guidata alla Salina. Ma non finisce qui: esclusivamente domenica 6 maggio, il Comune ha organizzato un’iniziativa tesa a diffondere in maniera “virale” i siti archeologici di Sant’Antioco. Si chiama “InvadiAmo Sant’Antioco” e consiste nella condivisione di immagini del centro storico antiochense nei principali Social Network, utilizzando Hashtag specifici: #invasionidigitali e #invadiAmosantantioco #santantiocoècultura (per ulteriori dettagli visitare il sito: http://www.invasionidigitali.it).

Grazie all’immancabile collaborazione degli studenti delle scuole cittadine, i siti saranno visitabili dalle 16.00 alle 20.00 di sabato 5, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00 di domenica 6 maggio. Non mancheranno le visite guidate nei principali luoghi di interesse: la Basilica, le Catacombe, il Museo Archeologico Ferruccio Barreca, l’Acropoli e la Necropoli, la Torre Sabauda, l’Archivio storico comunale, il MuMa, eccetera. Insomma, a Sant’Antioco c’è solo l’imbarazzo della scelta: «Incastonata in una suggestiva cornice – commenta l’assessore della Cultura, della Pubblica istruzione e dei Beni culturali, Rosalba Cossu – la nostra isola offre bellezze paesaggistiche dal fascino incomparabile. Conoscere meglio la nostra storia, oggi ci permette di avere maggiore consapevolezza della nostra identità, ci invita a tutelare, valorizzare e condividere questa grande eredità culturale che è un bene universale. L’evento di Monumenti Aperti ci offre l’opportunità di aprire con entusiasmo le porte dei nostri monumenti, incoraggiandone la fruizione in maniera collettiva. Grazie alla variegata e generosa collaborazione volontaria soprattutto degli studenti e delle Associazioni, vivremo l’emozionante esperienza del tuffo nel passato».

Per l’elenco completo dei siti e gli orari di visita, si può consultare il sito www.comune.santantioco.ca.it .

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Con una serata dal titolo “Ottoni, dal quintetto all’ensemble” proseguono nel Conservatorio di Cagliari gli appuntamenti con “Fiati, il respiro della musica”, rassegna curata dal Dipartimento fiati dell’istituzione musicale cagliaritana.

Alle 18.00, negli spazi dell’Auditorium (in piazza Porrino), formazioni composte dai migliori studenti e dai docenti proporranno musiche di Soglia, Gatti, Bernstein, De Jong, Ellington, Mills, Bigard, Meixner, Kalke, Gershwin, Gabrieli, Bach, Rheinberger, Satie, Copland, Piazzolla e Mercury.

Fiati, il respiro della musica è una rassegna pensata accendere l’attenzione sul settore degli strumenti a fiato ripescando a piene mani da un repertorio che abbraccia tutta la storia della musica, dal barocco all’ottetto a fiato di Stravinsky. Protagonisti del ciclo di concerti sono soprattutto i migliori studenti del dipartimento Fiati che, affiancati dai loro insegnanti, in un’ideale spirito di condivisione, hanno la possibilità di vivere un’esperienza professionalizzante e di esprimersi nei più rappresentativi organici di strumenti a fiato.   

L’ingresso ai concerti è libero e gratuito.

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Il periodo di estrazione del sughero per la stagione 2018 in Sardegna è stato fissato dal 1° maggio al 30 settembre. Lo dispone un decreto firmato nei giorni scorsi dall’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano.
In base alla normativa, la legge regionale 4 del 1994, coloro che intendono estrarre il sughero devono dare comunicazione dell’operazione alla Stazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale prima dell’inizio dei lavori. Al fine di tutelare le piante, l’estrazione del sughero può essere sospesa, con determinazione del direttore del Servizio ispettorato del Corpo forestale pubblicata sul sito istituzionale della Regione, con preavviso minimo di 15 giorni in due casi: se un attacco di insetti mettesse a rischio con defogliamento lo stato fitosanitario delle sughere e se le eventuali condizioni ambientali avverse ostacolassero gravemente il razionale distacco del sughero.

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Il comune di Sant’Antioco avvia i laboratori inseriti nel progetto “Educativa di strada – L’isola che c’è”, rivolti ai giovani dai 12 ai 18 anni. Il progetto, attivato in collaborazione con il Consorzio Territoriale Network Etica Italia e con la Cooperativa “Dimensione Umana”, ha lo scopo di promuovere relazioni sociali “autentiche”, non filtrate dagli strumenti informatici che oggi hanno assunto un ruolo preponderante, anche in termini relazionali. “Educativa di strada”, inoltre, si pone l’obiettivo di interviene dove possono esistere forme di disagio: ovvero tutte quelle situazioni a rischio emarginazione, devianza, abbandono e solitudine. Spazio, dunque, ad attività ricreative, ludiche ed animative come i laboratori di cucina (denominato “La nostra cucina”), di fotografia, di creazione di videoclip, nonché escursioni all’aria aperta tramite trekking che accompagnano i partecipanti alla scoperta del patrimonio naturalistico, paesaggistico e archeologico dell’isola di Sant’Antioco.

«L’Educativa di strada – commenta l’assessore dei Servizi sociali, Eleonora Spiga – richiama l’idea di andare là dove esiste il bisogno in una nuova concezione di incontro, anziché aspettare la richiesta di aiuto: i servizi si spingono dove c’è la necessità. Tale iniziativa si presenta come una innovazione del tutto originale in un sistema nel quale spesso vengono sottovalutati, per impreparazione o per superficialità, i problemi giovanili. E l’educatore di strada parte dal presupposto che ogni soggetto che incontra è capace di iniziative, portatore di risorse da valorizzare e promuovere.»

Tutte le attività, la cui partecipazione è gratuita, sono organizzate dall’equipe educativa, in collaborazione con le agenzie educative, le associazioni di promozione sociale e le società sportive del territorio. Per le iscrizioni c’è ancora tempo: gli interessati possono contattare gli uffici della Cooperativa ai numeri 329 7818930; 324 9226449; 0781 840507.

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La Società Assicuratrice Italiana (SAI) nasce come società di assicurazioni nel 1921 a Torino con lo scopo principale di assicurare i rischi industriali. Nel 2002, dopo aver incorporato La Fondiaria Assicurazioni, cambia nome diventando Fondiaria Sai. Nel gennaio 2014 la società, che è entrata a far parte del Gruppo Unipol, prende il nome di UnipolSai, una delle compagnie assicurative più importanti nella graduatoria nazionale dei gruppi assicurativi e leader in Italia nel ramo danni, in particolare nell’RC Auto. La Compagnia opera in Italia attraverso una grande rete formata da circa 3.000 agenzie assicurative e oltre 5.700 subagenzie, tramite le quali offre una gamma completa di prodotti e servizi assicurativi e serve oltre 10 milioni di clienti. UnipolSai è sempre alla ricerca di personale giovane diplomato o laureato da assumere come… L’articolo completo è consultabile nel sitohttp://www.suntini.it/diariolavoro_unipol.html .

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Ancora pochi giorni per iscriversi al “Premio Amnesty International Italia”, sezione Emergenti. Scade il 30 aprile, infatti, il bando di concorso del Premio, organizzato come sempre nell’ambito del festival “Voci per la libertà”, che quest’anno si svolgerà dal 19 al 22 luglio a Rosolina mare (Rovigo). Il 20 e 21 luglio si svolgeranno dal vivo le semifinali del concorso con otto artisti, il 22 la finale con cinque di loro.

Possono partecipare tutti gli artisti che abbiano un brano legato al tema dei diritti umani, in qualsiasi lingua o dialetto. Le informazioni sul concorso, i premi, le modalità di iscrizione e il bando completo sono disponibili all’indirizzo www.vociperlaliberta.it/festival/premio-amnesty-emergenti .

Uno degli otto semifinalisti è già noto. Sono le napoletane Mujeres Creando che, con il brano “E je parlo ‘e te”, hanno ottenuto il Premio Web Social 2018 in virtù dei voti raccolti sul sito e sulla pagina Facebook di “Voci per la libertà”. Grazie a ciò si aggiudicano, oltre all’accesso diretto alle semifinali, un pacchetto promozionale offerto dal Mei.

La band partenopea ha prevalso sugli altri 53 artisti che si erano iscritti al concorso entro il 10 marzo, artisti che sono, comunque, ancora in lizza per partecipare alle semifinali del 20 e 21 luglio.

Fra tutte le iscrizioni arrivate entro il 30 aprile sarà inoltre assegnato il Premio under 35, che consentirà anch’esso al migliore giovane di accedere alle semifinali del concorso.

L’Associazione Voci per la libertà sceglierà poi altre sei proposte, che si batteranno assieme al Premio Web Social e al Premio Under 35 nelle semifinali a Rosolina mare. Qui una giuria prestigiosa di addetti ai lavori assegnerà il Premio Amnesty International Italia Emergenti.

In occasione della finale del 22 luglio sullo stesso palco salirà anche Brunori Sas, in qualità di vincitore del Premio Amnesty International Italia sezione “Big”, con la sua “L’uomo nero”. Big ed emergenti uniti nell’intento di promuovere i diritti umani e le campagne di Amnesty International attraverso la musica.

Le Mujeres Creando sono una band interamente femminile formata da: Assia Fiorillo (voce), Igea Montemurro (violino), Giordana Curati (fisarmonica), Anna Claudia Postiglione (chitarre), Marisa Castaldo (batteria e percussioni).

Nasce nel 2010 in formazione di trio. Il nome è mutuato dal collettivo femminista sudamericano e in italiano significa “Donne che creano”; il riferimento alla creatività, al grande potenziale delle donne quando si uniscono per un obiettivo comune, insieme al carattere mediterraneo della lingua spagnola sembrano cogliere in pieno l’impronta artistica e concettuale che si vuole dare al progetto. Il 26 gennaio 2018 la band ha presentato il primo disco dal titolo “Le stelle sono rare”.

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Ieri, 23 aprile 2018, tramite PEC dell’ufficio protocollo del comune di Sant’Antioco, il circolo cittadino di Fratelli d’Italia ha chiesto al sindaco Ignazio Locci e alla sua Giunta, di presentare una mozione per attivarsi presso la Presidenza della Regione Sardegna e la Giunta regionale, per individuare un Centro di riferimento regionale relativo a questa patologia nell’ambito del Sistema sanitario regionale ad attivare corsi di aggiornamento e preparazione per medici e sanitari al fine di garantire una migliore assistenza alle persone affette dalla sindrome della fibromialgia; un codice di esenzione regionale per le prestazioni sanitarie fruibili dai pazienti affetti dalla sindrome della fibromialgia.

Ad attivarsi con la Regione Sardegna per l’adesione alla piattaforma nazionale “Nuova celiachia”, l’adozione della piattaforma creata dalla Regione Lombardia ed attivare le successive convenzioni con gli esercizi commerciali accreditati, per semplificare maggiormente l’erogazione dell’assistenza per i cittadini celiaci ed i loro familiari.

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Le sarde e i sardi hanno diritto a pari opportunità col resto d’Italia e d’Europa. Da tale assunto, semplice quanto fondante, è partita la campagna culturale, sociale e politica per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione. Il concetto di “isola” è da troppo tempo associato a quello di “isolamento”, al punto che, per una sorta di determinismo geografico, chi nasce in un’isola come è la Sardegna, si trova in una “naturale” condizione di esclusione e di marginalità. Talmente pervasiva è stata tale percezione che gli stessi sardi, spesso, fanno di ciò una caratteristica naturale.

Il Comitato per l’insularità in Costituzione ha voluto, fin dalle prime attività, tematizzare in termini istituzionali la questione: pari opportunità e diritti significa veder riconosciuto un principio; tale principio non può realizzarsi solo attraverso regimi di vantaggio negli spostamenti (continuità territoriale etc.); tale principio non è una novità, giacché si tratta di declinare a favore delle giovani e dei giovani sardi (a loro soprattutto ci si rivolge) l’articolo 3 della Costituzione.

Se è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli economici e sociali che fissano punti di partenza differenti, in Italia, a seconda del luogo di nascita, è evidente come la richiesta di pari dignità geografica sia non già pretendere privilegi, bensì vedere riconosciuti diritti fondamentali. Anche perché il processo attivato dal Comitato promotore vuole davvero essere il coronamento della riscoperta e messa in valore dei caratteri dell’isola, e non esaurirsi nel tempo di una campagna elettorale.

I principi alla base della campagna referendaria hanno stimolato la costante dialettica tra cittadini, intellettuali, studiosi; l’affermarsi di buone prassi e comportamenti collaborativi e inclusivi; la promozione di concetti quali Costituzione, insularità, pari opportunità, interdipendenza, reciprocità, coesione, la raccolta di migliaia di firme (92.000) a significare una partecipazione popolare reale.

La presa di coscienza dell’insularità positiva potrà radicarsi definitivamente solo se passerà attraverso l’azione delle studentesse e degli studenti sardi. A tal fine il comitato promotore ha attivato un percorso di alternanza scuola-lavoro con il Liceo Scientifico Leon Battista Alberti, I.I.S. Tecnico Nautico Buccari – Marconi, Liceo Classico Giovanni Maria Dettori, I.I.S. (Liceo linguistico, Liceo scienze umane, Istituto tecnico tecnologico) De Sanctis – Deledda, Liceo Artistico Foiso Fois, Liceo Scientifico Antonio Pacinotti,Liceo Classico Giovanni Siotto Pintor.

L’obiettivo di tale progetto è appunto la presa di coscienza, da parte di studentesse e studenti delle scuole secondarie di II grado del concetto stesso di insularità e della necessità di superare le condizioni ostative del riconoscimento di una parte dell’identità nazionale – costituita dalla Sardegna e dalle sue isole – negli aspetti storici, geografici, insediativi, storico culturali, economici. Il disconoscimento del concetto di insularità, sottraendo opportunità di sviluppo per i residenti nell’isola, temporanei o definitivi, rappresenta, infatti, una visione da modificare, a partire appunto dal mondo giovanile.

Gli studenti e le studentesse coinvolti approfondiranno precisi argomenti (economici, ambientali, storici, culturali, sociali) riguardanti la Sardegna; da ciò partiranno per la creazione di “moduli” da sviluppare nel corso di conferenze durante le quali dialogheranno con studiosi, esperti, professionisti e pubblici decisori. I risultati delle attività saranno diffusi dai media partner L’Unione Sarda, Videolina online e Radiolina. Lungo il loro percorso di ricerca saranno supportati dal comitato promotore, che farà dei materiali prodotti la base per le sue future azioni di promozione, conoscenza e diffusione.

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In occasione delle celebrazioni del 25 aprile (1945-2018) per il 73° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo, mercoledì 25 aprile alle ore 10.00, in piazza Roma, il Sindaco di Carbonia Paola Massidda deporrà una corona d’alloro presso la targa dedicata ai caduti per la Liberazione dell’Italia. 

A seguire, dalle ore 10.30, organizzato dalla compagnia La Cernita Teatro insieme all’Anpi sezione di Carbonia e al Comitato Provinciale Carbonia Iglesias, con il patrocinio del Comune di Carbonia, la sala polifunzionale di piazza Roma ospiterà lo spettacolo teatrale “Storia di una piccola città”, con: Pietro Carta, Piero Deidda, Lucia Longu, Mariella Mannai, Luciano Sulas, Rosanna Sulas; costumi: Lucia Longu, Mariella Mannai, Rosanna Sulas; oggetti di scena realizzati da: Luciano Sulas; disegno luci: Giampietro Guttuso; regia: Monica Porcedda; produzione La Cernita Teatro.

«Una piccola città, appena uscita dalla guerra, si stringe tutta intera attorno ai minatori scioperanti per affermare il suo diritto di esistere.»

Una piccola Città deve sorgere in men che non si dica. 
E’ una “Città Macchina”, costruita a bocca di miniera, il sogno di emancipazione per molti giovani attratti dalla speranza di un lavoro e di una nuova vita. Ingegneri, operai, muratori, manovali in men di tredici mesi costruiscono strade e piazze e case e palazzi per accogliere migliaia di persone provenienti da tutta l’Italia. 
E’ una migrazione verso un diverso modo di “coltivare”, a 100, 200, 300 metri di profondità dove il frutto della terra non è appannaggio dei lavoratori, ma serve a forgiare le armi della guerra e della pace secondo le logiche dell’autarchia fascista.

Così, nel profondo sud della Sardegna, nasce Carbonia.

Ma, a soli dieci anni dalla sua fondazione, già mostra i segni della sua esistenza precaria quando i più economici carboni esteri mandano in crisi il settore estrattivo. E’ la fine.
Da obiettivo e rifugio sicuro per la sua gente essa diventa una temuta arma di ricatto in mano all’Azienda proprietaria di tutta la Città.

Contro le misure repressive e provocatorie a danno soprattutto dei lavoratori che lottano per difendere il posto di lavoro, il 7 ottobre 1948, il sindacato proclama lo sciopero.

«Al centro di questo lavoro non c’è una storia che si conclude risolvendo il conflitto che l’aveva originariamente suscitata, ma il conflitto stesso, ancora aperto, su una rinascita economica e sociale che in Sardegna non è mai avvenuta, al di là dei problemi di natura geografica ed economica derivanti dall’essere un’isola. 

La narrazione compie un salto nel passato per ripercorrere alcuni tra i problemi emersi nel dopoguerra nel Sulcis Iglesiente, problemi ancora oggi non risolti a fronte di una condizione economica e sociale che alimenta il disagio, problemi che non riguardano solo la Sardegna. 

Questo lavoro, infatti, rappresenta il tentativo di scavalcare il leitmotiv di “Sulcis Iglesiente territorio più povero d’Italia” per guardare oltre: basterebbe volgere lo sguardo poco oltre l’isola per fermarsi in mezzo al mare che in questi anni ha un bel sacco di storie da raccontarci. 

Così la storia di una piccola città come Carbonia, è solo un pretesto per raccontare una storia più grande, una storia universale di potere, di abusi, di fame ma anche di lotte quotidiane e, soprattutto, di tanta dignità.»