22 December, 2025

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Si è svolto presso la Sala Teatro “Casa della cultura”del comune di Monserrato, il settimo appuntamento del progetto scolastico denominato “Il mondo in guerra visto dal cinema e dai media 1914-1918/1939-1945”.

Dopo i saluti della professoressa Emanuela Stara, assessore della Pubblica istruzione, Rapporti con l’Università e Pari opportunità del comune di Monserrato, la settima tappa della rassegna cinematografica, come ormai da programma consolidato, ha avuto inizio con l’interessante conferenza del dott. Michele D’Andrea, che ha intrattenuto l’uditorio con l’entusiasmante conferenza sull’inno di Mameli dal titolo «L’inno svelato. Chiacchierata briosa su Il Canto degli Italiani».

A seguire il generale Giovanni Domenico Pintus, comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, che ha introdotto il film italiano “Soldato semplice”, un film commedia del 2015, diretto da Paolo Cevoli.

Il film racconta la storia di un maestro elementare romagnolo che, a causa dei suoi comportamenti libertini ed antinterventisti, viene suo malgrado arruolato volontario nella grande guerra. Col trascorrere del tempo la guerra assume contorni stimati di quotidianità e lascia il ruolo da protagonista ad un incredibile intreccio di vicende umane che enfatizzano le differenze sociali dell’Italia di quegli anni.

L’appuntamento con il progetto scolastico elaborato dall’I.I.S. Bacaredda-Atzeni di Cagliari in collaborazione con il Comando Militare Esercito Sardegna e la partnership dell’Università degli Studi di Cagliari, dell’Ordine dei Giornalisti Sardegna e dei comuni di Cagliari, Monserrato, Capoterra e Villamar, conferma ancora una volta la validità del cinema quale strumento in grado di infondere nei ragazzi le molteplici sensazioni ed emozioni vissute dai giovani chiamati a combattere al fronte e le tragiche vicissitudini che segnarono per sempre i destini dei protagonisti.

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Sono 27 gli eletti nelle rappresentanze sindacali unitarie dell’Aou che escono fuori dalle urne, dopo la lunga tre giorni di votazioni che, dal 17 al 19 aprile, ha chiamato a raccolta 1534 dipendenti tra infermieri e amministrativi. A raccogliere il numero maggiore di preferenze il sindacato Fsi-Usae, con 380 voti.

Due i seggi nei quali i dipendenti dell’Aou hanno espresso le loro preferenze tra i 125 candidati in campo: uno al Santissima Annunziata, dove si sono recati in 720, e l’altro alla stecca bianca, con un’affluenza di 814 votanti. Sette le liste in campo: quella della Human caring Sanità, quella della Cgil-Fp quindi Nursind, Fsi-Usae, Nursing Up, Uil-Fp e Cisl-Fp.

Il dato scaturito dallo spoglio delle schede, iniziato venerdì mattina e concluso nel primo pomeriggio, ha visto la Federazione sindacati indipendenti, organizzazione costituente della confederazione Usae, raccogliere 380 voti e conquistare ben 7 seggi.

A seguire il Nursind con 331 voti e 6 seggi quindi la Cisl-Fp con 283 voti e 5 seggi, la Cgil-Fp con 241 voti e 4 seggi, il Nursing Up con 203 voti e 4 seggi, la Uil-Fp con 48 voti e Human caring Sanità con 13 voti e nessun seggio.

La commissione elettorale, composta da Roberta Carta in qualità di presidente, Carmen Fraietta, Silvana Vargiu, Antonio Piga, Giuseppe Muzzoni e Antonello Occhioni, ha quindi proclamato gli eletti.

Per il sindacato Fsi-Usae sono Mariangela Campus, Giovanni Maria Tugulu, Pierrette Murgia, Agnese Solinas, Ciro Pianura, Francesca Piras e Rossana Dore.

Per il Nursind sono Fausta Pileri, Roberto Tola, Marco Russu, Alessandro Masala, Sergio Pinna ed Elisabetta Cocco.

Per la Cisl-Fp gli eletti sono Antonio M. Monni, Maria Lina Virdis, Giovanni M. Sardu, Pischedda Marco e Rita Bosca.

Tra le fila della Cgil-Fp sono stati eletti Pierina Mura, Ida L. Spanedda, Cinzia Tomagra e Mauro Loriga.

Per il Nursing Up sono stati eletti Davide Ruzzu, Alessandro Nasone, Rita Ruggiu e Giandomenico Congiu.

Per la Uil-Fp entra infine Piero Cozzula.

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Si terrà al teatro Electra di Iglesias, dal 26 al 28 aprile, il 4° Congresso internazionale del Centro Studi SEA. Il simposio di studi storici e sociali, organizzato in occasione del ventennale della fondazione del Centro (1998-2018), ha il titolo “Legami socio-economici, culturali e religiosi tra Europa mediterranea e America Latina in età moderna e contemporanea” e vedrà riuniti nella città mineraria una trentina di studiosi e ricercatori provenienti da università e centri di ricerca della Sardegna e del resto d’Italia, oltre che di Spagna, Francia, Colombia, Cile e Uruguay.

Il programma del Congresso si articola in due sessioni e un seminario. La prima sessione, prevista per giovedì 26 aprile, è dedicata a “Chiesa e società nelle aree europee dell’Impero di Spagna e Portogallo e nell’America spagnola e portoghese in età moderna e contemporanea”, con coordinatori Giampaolo Atzei (Centro Studi SEA), Carolina Cabezas Cáceres (Rivista «Ciencias de la Documentación» – Cile) e Manuela Garau (Centro Studi SEA). La seconda sessione si terrà venerdì 27 aprile ed avrà come tema “Nuovi studi e ricerche d’archivio sull’emigrazione dal bacino del Mediterraneo all’America Latina nei secoli XIX e XX”, coordinatori Annamaria Baldussi (Università di Cagliari), Martino Contu (Centro Studi SEA) e Maria Cristina Secci (Università di Cagliari). Completa il programma il seminario di sabato 28 aprile, “Miniere dismesse e riqualificazione ambientale. Un confronto tra Sardegna e Cile”, coordinato da Tarcisio Agus (Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna), Maria Grazia Cugusi (Centro Studi SEA) e Giuseppe Doneddu (Università di Sassari).

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Sono sempre più numerosi in Sardegna i tavolini per la raccolta delle firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare per l’inserimento in Costituzione del principio di insularità, presenti oramai in più di 70 città italiane, e si moltiplicano le manifestazioni, i dibattiti e gli incontri pubblici di approfondimento su tutto il territorio nazionale.

«Sono protagoniste dodici associazioni spontanee nate appositamente a sostegno dell’iniziativa presenti soprattutto nel sud Italia, l’Associazione nazionale dei comuni delle Isole minori (ANCIM) che sta compiendo un lavoro straordinario isola per isola su tutte le coste italiane, il Comitato siciliano con il quale è stata  messa a punto una manifestazione comune da svolgersi nei primi di maggio, l’associazione Ambasciata di Sardegna capillarmente presente nel nord ovest e la Fasi (la Federazione delle associazioni dei sardi in Italia) che non solo fa parte del Comitato promotore ma è protagonista di una grande mobilitazione a livello nazionale attraverso le decine di circoli, presenti soprattutto nell’Italia centro-settentrionale – dice il presidente del Comitato Roberto Frongia -. Del resto, gli emigrati sardi sono tra le maggiori vittime dell’insularità: la difficoltà di accesso alla loro isola li porta necessariamente a diradare le visite alla loro terra e in tal modo ad affievolire i legami affettivi con essa. Al tempo stesso, la straordinaria risorsa rappresentata dalla rete degli emigrati sardi nel mondo riesce ad esplicare con molta fatica un ruolo che potrebbe portare benefici enorme alla Sardegna in termini di esportazione di prodotti agroalimentari e artigianali di elevata qualità, estremamente apprezzati in Italia e nel mondo.»

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Il 22 e 29 aprile su Rai Tre Sardegna, alle ore 10.30, andranno in onda due speciali sul Premio Andrea Parodi 2017, con le esibizioni degli artisti ospiti e dei concorrenti e con interviste dietro le quinte.

Fra gli artisti che hanno calcato il palco del Teatro Auditorium Comunale di Cagliari in quella occasione ci sono i Tenores di Bitti “Remunnu ‘e locu”, la cantante bosniaca Amira Medunjanin, Luisa Cottifogli e i Pupi di Surfaro. Fra i concorrenti, Daniela Pes, che è stata la vincitrice assoluta e si è anche aggiudicata il Premio della critica. Le due puntate saranno poi fruibili sul sito ufficiale del premio www.premioandreaparodi.it . Intanto, è sempre aperto il bando della nuova edizione, organizzato dalla Fondazione Andrea Parodi con la direzione artistica di Elena Ledda. Le finali, quest’anno, sono in programma dall’8 al 10 novembre a Cagliari al Teatro Auditorium Comunale. Il bando è disponibile su www.fondazioneandreaparodi.it. Le domande di iscrizione, che sono come sempre gratuite, dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 maggio 2018, tramite il format presente su www.fondazioneandreaparodi.it (per informazioni: fondazione.andreaparodi@gmail.com ).

 

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Ancora premi e riconoscimenti per i vini della Cantina Nuraghe Crabioni di Sorso, azienda sassarese guidata da Alessandra e Maurizio Seghene, durante la prestigiosa kermesse del Vinitaly di Verona.

Per il terzo anno consecutivo, il “Sussinku Bianco IGT di Romangia”, vermentino vinificato in purezza, è stato premiato con un punteggio di 90/100 e inserito nel prestigioso “5 Stars Wines THE BOOK 2017”, guida internazionale dei vini della 53ª edizione della manifestazione. Riconoscimento anche per il “Vermentino DOC Nuraghe Crabioni 2016”, che al Concorso nazionale Vermentino ha conquistato la medaglia di bronzo.

«Il Vinitaly è stata l’occasione per consolidare i rapporti con i clienti storici dall’Europa, Stati Uniti e Australia – afferma Alessandra Seghene, Amministratrice della società “Tresmontes”e per stringere nuovi accordi con importatori da tutto il mondo soprattutto da Russia Ucraina e Kazakhistan

«Siamo molto soddisfatti di questi riconoscimenti perché stanno premiando la nostra voglia di crescere e di puntare sul futuro e sull’innovazione – aggiunge Alessandra Seghene – ma sono stati premiati anche il lavoro, l’amore per il territorio e l’ecosostenibilità, tutti elementi che garantiscono standard produttivi e qualitativi di altissimo livello

«Abbiamo 14 anni di attività e produciamo 6 vini, tra vermentino, bianco, cannonau e moscato – sottolinea l’Amministratrice – il tutto immerso in una tenuta di 35 ettari nel territorio di Sorso sui quali sorgono anche la cantina e le altre infrastruttureNonostante la giovane età della Cantina siamo riusciti a coniugare gli antichi saperi dei vecchi contadini del posto con le più moderne tecnologie di vinificazione, privilegiando sempre e comunque la qualità e la tipicità che sono i valori aggiunti di un mercato attento ed esigente

«Abbiamo visto che questo lavoro ci sta premiando in tutto il mondo – conclude Alessandra Seneghe – a Los Angeles come a New York, a Londra come a Mosca. Proprio nella capitale russa, a febbraio i nostri vini sono stati proposti e fatti conoscere in tutto il continente euroasiatico attraverso una fitta serie di incontri con importatori, responsabili delle catene di supermercati e gourmet, ristoratori, albergatori e giornalisti specializzati russi

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Circa 250 atleti provenienti da 10 differenti scuole di arti marziali hanno partecipato oggi al campionato regionale di Wushu-Kung Fu-Sanda-Taiji, che si è svolto al Palazzetto dello Sport di Via delle Cernitrici a Carbonia. La manifestazione è stata organizzata dall’’ASD Wudang Kung Fu di Carbonia con il patrocinio e il contributo economico dell’’Amministrazione comunale. “Una giornata in cui hanno trionfato i valori della sana competizione sportiva. È stata una bellissima emozione vedere tantissimi bambini e ragazzi esibirsi in gare altamente spettacolari, sotto lo sguardo attento e commosso dei genitori, fieri dei loro piccoli campioncini in erba”, ha commentato il vicesindaco Gian Luca Lai che, insieme al presidente della commissione Sport del comune di Carbonia Manolo Cossu, ha premiato gli atleti vincitori.

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Questa mattina, nella sede elettorale della coalizione che appoggia la candidata sindaca Valentina Pistis, è stato presentato il secondo assessore, della futura squadra di governo, in caso di risultato favorevole alle prossime elezioni amministrative del 10 giugno.

«Proseguendo il lavoro cominciato due settimane fa con Miriam Cabras, assessore delle Attività produttive, turismo, artigianato e commercio – ha detto Valentina Pistis, candidata alla carica di sindaco – questa mattina parliamo di politiche sociali, famiglia e sport. Tema delicato e decisivo per la nostra comunità. Abbiamo in programma per le prossime settimane, incontri e consultazioni con associazioni di volontariato e onlus, sindacati e consulte, l’obiettivo è quello di scrivere un programma il più condiviso possibile e ben centrato su quelle che sono le emergenze da arginare.»

Si tratta di Alberto Cacciarru, nato ad Iglesias, classe 1966, diploma di perito minerario geo tecnico, sposato e padre di due figli. Ex dipendente Alcoa, attualmente è responsabile di una società di logistica. Capogruppo in Consiglio comunale dal 2013 ad oggi e presidente della commissione Politiche sociali.   

 

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La Copagri del Nord Sardegna, plaude per l’ottima organizzazione della fiera dell’Agricoltura in programma oggi e domani nel quartiere “San Nicola” di Ozieri. Un appuntamento fisso da diversi anni, affermano Paolo Ninniri e Tore Piana. “Le fiere sono energia per il territorio”, continuano Ninniri e Piana, “Il sistema fieristico di Ozieri e del Nord Sardegna, sostengono, è un passaporto fondamentale per l’internazionalizzazione del made in Sardynia e uno strumento imprescindibile per entrare nei mercati”, siamo convinti che la molteplicità, la varietà e la ricchezza del tessuto produttivo ma anche culturale e territoriale in senso lato della Sardegna debbano essere rappresentate dalle numerose fiere esistenti, come è quella di Ozieri. La specificità peculiare di ciascuna realtà fieristica, che deve rispecchiare le caratteristiche intrinseche del suo territorio, è ciò che rende forte l’intero comparto agricolo. La confederazione territoriale della COPAGRI del Nord Sardegna, metterà a disposizione le sue pur modeste strutture organizzative, a chiunque voglia organizzare momenti espositivi e/o mostre e Fiere.

Nonostante queste considerazioni positive, COPAGRI  si dichiara fortemente dispiaciuta, per la mancata autorizzazione all’esposizione di alcuni capi di Suini della razza autoctona riconosciuta dai registri genealogici “SU PORCU SARDU” da parte delle autorità sanitarie della Fiera di Ozieri, a favore di alcune aziende suinicole associate a COPAGRI e facenti parte della cooperativa della razza autoctona “SU PORCU SARDU”.

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Il Consiglio regionale si appresta ad adottare l’inno ufficiale della Sardegna, un tema che era stato sollevato nei mesi scorsi dai Riformatori sardi, presentatori di una specifica proposta di legge che prevedeva un percorso condiviso tra i sardi per la  sua scelta.

Questa esigenza si può sintetizzare nella considerazione che Il popolo sardo è universalmente riconosciuto come una “nazione senza stato”. I sardi si sentono indissolubilmente legati – in qualunque parte del mondo essi si trovino – alle loro radici, alla loro storia, alla loro cultura, alle loro tradizioni. Questo è il messaggio che viene trasmesso dallo sventolio di una bandiera con l’effige dei quattro mori che, ovunque venga esposta, certifica la presenza della sardità ed accende in noi un profonda emozione di appartenenza.

Allo stesso modo l’inno sardo sarebbe un forte elemento simbolico, che consentirebbe di rafforzare ancora di più questo sentimento di unità e di coesione.

L’inno che viene proposto, “Procurad’e moderare”, il canto de “S’innu de su  patriottu sardu a sos feudatarios”, è certamente uno di quelli maggiormente amati.

La Sardegna può vantare antichi primati in ambito di “riconoscimento” identitario, attraverso la forza di brani musicali. Da “Cunservet Deu su Re” (1842) fino a quello proposto nel 2005, dal maestro sassarese Antonio Deiara, con un arrangiamento dei versi di Montanaru e la musica del grande Lao Silesu.

Ma esistono anche altri “canti della sarditá” che, per differenti ragioni, storiche, politiche, sociali, religiose, sono tutti capaci di suscitare emozioni profonde tra i sardi e possono dunque ragionevolmente rappresentarne l’identità;  tra questi l’inno della Brigata Sassari “Dimonios” ed il bellissimo canto d’amore “No poto reposare”, le cui note commuovono ogni sardo. Ed è stata anche avanzata l’autorevole opinione di scrivere un inno ex novo, coinvolgendo le migliori espressioni poetiche e musicali della Sardegna.

Chi deve scegliere dunque il “canto dei sardi” tra le diverse opzioni in campo?

La politica dice che lo deve scegliere il Consiglio regionale. Noi invece siamo convinti che nella decisione su un tema così fortemente evocativo deve essere coinvolto il popolo sardo. Viviamo, infatti, un momento storico particolarmente propizio per avviare un percorso di coinvolgimento della comunità sarda: le celebrazioni del 70° anniversario dello Statuto e la grande iniziativa legata all’inserimento del principio di insularità in Costituzione.

Coinvolgere le scuole, il mondo accademico, l’intera società sarda in una grande riflessione collettiva su questo rappresenterebbe una spinta potente in termini di rafforzamento di quell’orgoglio di appartenenza oggi così tenue ma di cui abbiamo tanto bisogno e di quelle positività ed entusiasmo indispensabili per far ripartire la nostra Isola anche sul piano economico.

La paura è che si stia si stia sprecando una preziosa occasione.

Perciò chiediamo al Consiglio regionale di riflettere sull’opportunità di fare della scelta dell’inno una mera “cosa di Palazzo”, che i sardi finirebbero per percepire come artificiale ed estranea.

Michele Cossa

Consigliere regionale Riformatori sardi