23 December, 2025

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Destreggiandosi tra la folla, le bancarelle, i giochi e i tavolini dei locali per le vie del centro storico di Iglesias, è proseguita nella serata di “Notteggiando”, venerdì 22 luglio, l’iniziativa di distribuzione dei libretti informativi “La Verità sulla Droga” da parte dei volontari di Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga e Chiesa di Scientology.

Dopo l’esperienza dello scorso anno e delle scorse settimane, questi libretti sono diventati “popolari” tra i cittadini di Iglesias e numerose persone, soprattutto genitori di adolescenti, hanno richiesto l’assortimento degli opuscoli, perché, ha dichiarato un genitore: «Li ho trovati molto interessanti e adatti per una lettura da fare insieme ai ragazzi; si usa un linguaggio semplice e diretto che è piaciuto ai miei figli; così ha chiesto se poteva avere, oltre all’opuscolo sulla marijuana, anche quelli sull’alcol e l’abuso degli antidolorifici».

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Questa sera cala il sipario sulla ventiseiesima edizione del festival Narcao Blues, organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione. Al centro della quarta e ultima serata (biglietto intero a dodici euro, ridotto a dieci) il chitarrista e cantante statunitense Luke Winslow-King e, a seguire, la Sweet Soul Music Revue con il suo coinvolgente viaggio nella storia del soul e del rhythm & blues. 

Ad accendere per primo gli amplificatori, alle 21.30, sarà dunque il bluesman originario di Cadillac, nel Michigan, ma trapiantato a New Orleans, alla testa di una band che annovera tra le sue file, insieme al batterista Benji Bohannon, due musicisti italiani: il chitarrista Roberto Luti (di ritorno a Narcao dove si è esibito da protagonista l’anno scorso con il progetto Playing For Change) e il bassista Lucio Villani. Luke Winslow-King  è un grande interprete del blues del Delta, maestro dello slide, capace di sposare la parte folk-cantautorale del genere con il jazz tradizionale, il rock & roll e altre influenze. La sua è una musica ruvida ma al contempo ricercata e raffinata, impreziosita dalla sua indiscussa capacità strumentale. Quattro gli album all’attivo: il quinto, “I’m Glad Trouble Don’t Last Always“, è in uscita il prossimo 30 settembre. 

Il compito di chiudere festosamente la ventiseiesima edizione di Narcao Blues spetta alla Sweet Soul Music Revue, che nella seconda parte della serata prenderà letteralmente per mano il pubblico conducendolo in un autentico viaggio attraverso la storia del soul e del rhythm & blues. Si viaggerà tra i grandi classici del genere, passando per le pietre miliari di Ray Charles e James Brown, senza tralasciare i repertori di Aretha Franklin, Ike & Tina Turner, Stevie Wonder e altri, reinterpretati e riportati alla loro energia originaria grazie alle calde voci dei cantanti e agli strumentisti del gruppo: con il sassofonista Klaus Gassmann, leader e fondatore del progetto, saliranno sul palco dodici musicisti (Axel Welter ai sassofoni, Steffen Mathes alla tromba, Ray Muhumane alla chitarra, Michael Webb alle tastiere, Heiner Holderbach al basso e Paulee Brown alla batteria, a sostenere le voci di Derrick Alexander, Daria Biancardi, Lisa Benjamin, Jimmy James, Laeh Jones e Ester Stevens) per suggellare il ventiseiesimo Narcao Blues all’insegna del divertimento e dei festeggiamenti.

Ma la festa continua, in realtà, dentro la notte, con l’immancabile appuntamento dopo concerto in località Santa Croce, affidato come sempre a una formazione sarda: a chiudere la serie sono i Wild Bunch, sotto la cui insegna si riconoscono Dario Fadda (chitarra e voce), Corrado Cherchi (tastiere e voce), Riccardo Chia (basso e voce) e Luca Fanutza (batteria e voce).

Sweet Soul Music Revue (m)2016 Luke Winslow-King - Press 2 m (foto Victor Alonso) Luke Winslow-King (Photo credit Akasha Rabut) 2m Sweet Soul Music Revue (2m)

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Le sonorità dell’armonica a bocca hanno caratterizzato ieri sera i due concerti della terza giornata del XXVI Festival Narcao Blues, organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione. Al centro dei riflettori l’On The Road Quartet, formazione italiana nata quattro anni fa da un’intuizione di Davide Speranza, virtuoso dello strumento a fiato, chitarrista di grande esperienza internazionale. Con Claudio De Palo al basso ed Angelo Farolli alla batteria, il gruppo ha proposto al sempre numeroso ed appassionato pubblico di piazza Europa, una miscela esplosiva di blues, rock’n’roll e zydeco, tipicamente in stile New Orleans.

A seguire, alle 23.30, è salito sul palco Moreland & Arbuckle, un power trio che sposa blues e roots rock con inconfondibile energia e novità. Nata come duo dall’incontro (la prima volta nel 2001, durante una jam session nella loro città, Wichita, nel Kansas) del chitarrista Aaron Moreland, 42 anni, con l’armonicista e cantante Dustin Arbuckle, 35 anni, la formazione statunitense ha trovato più tardi nei tamburi e nei piatti di Kendall Newby il suo completamento.

Dall’ampio album fotografico allegato, emerge chiaramente il clima in cui si sono esibiti i due gruppi sul palco di piazza Europa.

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Nuove dure critiche del consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco, componente della commissione Sanità, al disegno di legge di riordino della Sanità sarda.

Edoardo Tocco evidenzia preoccupazione per quello che definisce «un pasticcio che avrà l’effetto di smantellare l’assistenza alle persone più deboli. Il presidio ospedaliero è un punto di riferimento per la Sardegna. Si eviti di spostare dei reparti in altre strutture o, peggio ancora, di utilizzare il metodo dei tagli illogici. Con un disegno che deve essere utilizzato per organizzare, invece si tenta di disgregare l’offerta specialistica – conclude Edoardo Tocco -. Per questo temiamo che la Asl unica serva solo a provocare il disastro della sanità sarda, con un colpo devastante per i pazienti».

Ospedale Brotzu Cagliari2

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Buone pratiche nella gestione dei rifiuti ma anche un’analisi puntuale dei nostri comportamenti quotidiani e di cosa fare per ridurre l’impatto di ognuno di noi sull’ambiente. Sono questi i temi di “Meno 100 chili – Ricette per la dieta della nostra pattumiera” e “Dieci azioni per Zero Rifiuti”, i due libri che Roberto Cavallo presenterà mercoledì 27 luglio, alle 21,30, all’anfiteatro comunale di Calangianus, in una serata dedicata interamente all’ambiente.

Il rifiutologo, volto noto della trasmissione di Rai 3 “Scala Mercalli”, partecipa infatti alla promozione della campagna “Differenzia tutti i giorni per una raccolta di qualità”, iniziativa di promozione della raccolta differenziata realizzata da Tetra Pak Italia in collaborazione con l’Unione dei comuni dell’Alta Gallura, Latte Arborea e la Cooperativa Erica. 

“Meno 100 chili”, piccolo caso editoriale italiano con più di 7.000 copie vendute, racconta come si possa ridurre la  quantità di rifiuti che produciamo ogni giorno, in casa come al lavoro. Alternando l’approfondimento scientifico con racconti ed aneddoti, l’autore passa al setaccio le azioni che compongono la nostra quotidianità, e per ognuna indica come ridurre la quantità di spazzatura che potrebbe generarsi. Il libro, vincitore del “Premio Kafka Italia”, ha anche ispirato il docu-film omonimo di Emanuele Caruso.

“Dieci azioni per Zero Rifiuti” ripercorre invece il cammino verso rifiuti zero di alcune delle più importanti aziende italiane del settore ambientale e di numerose amministrazioni locali virtuose presenti nella nostra penisola. Un percorso che viene raccontato in modo fresco, diretto e senza fronzoli da chi vive questa realtà nel proprio lavoro quotidiano e sta partecipando attivamente all’evoluzione che sia gli Enti locali che l’Industria stanno affrontando, mettendo al centro del proprio operato una nuova sensibilità per l’ambiente e i temi della sostenibilità. 

Roberto Cavallo è nato a Torino nel 1970 ed è laureato in agraria. amministratore delegato di E.R.I.C.A. soc. coop. – azienda leader nella consulenza ambientale, in Europa, Centro e Sud America, Africa – è presidente di AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale). Autore e divulgatore in alcune trasmissioni radio-televisive sui temi ambientali (Ambiente Italia, Chetempochefa, Geo&Geo, ScalaMercalli), è autore i testi scientifici e narrativi, tra cui “Prodotti di Nicchia di Langhe e Roero” (2005) – premio il Parnaso delle Muse; “Napoli Express” (2005) – finalista premio Garcia Lorca; “Keep Clean and Run” (2015). 

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Oltre 40 piccole imprese, tanti dipendenti, un prodotto artigiano di elevata qualità e notevole varietà, grande entusiasmo e la necessità di una legge regionale che possa tutelarli, farli crescere senza danneggiarli e, soprattutto, permettere di far conoscere la produzione anche fuori dall’isola.

E’ questo il “mondo” delle imprese birrarie della Sardegna che, ieri pomeriggio a Cagliari, si è riunito su iniziativa di Confartigianato Imprese Sardegna per analizzare le necessità del comparto e sviluppare azioni forti e immediate a sostegno del “sistema”.

Sono 40 i birrifici (artigiani, agricoli e beerfirm) censiti da Confartigianato Imprese Sardegna (erano 19 nel 2009). In provincia di Cagliari sono 19, a Nuoro 8, a Oristano e Sassari, 6, e in Gallura 1. I comuni con più presenza di birrifici sono Cagliari con 4, Quartu con 3, e Carbonia, Guspini, Selargius e Oliena con 2.

Dalla rilevazione dell’associazione artigiana sulle imprese intervistate è emerso come il 50% delle aziende abbia l’isola come mercato esclusivo, il 25% sia già proiettato nel mercato nazionale e solo il 15% lavori già con l’estero.

In media, la produzione di ogni birrificio, la cui dimensione è di 2,5 addetti, non supera i 1.000 ettolitri l’anno e ha un fatturato medio che non supera i 100mila euro. Tra le richieste più importanti delle imprese, la consulenza per investimenti e per l’export, e la formazione.

Come certificano i recenti dati, il settore in Sardegna cresce di giorno in giorno. Un mondo, quello de piccoli birrifici, che arricchisce il territorio sardo, dove qualità e artigianato sono le coordinate fondamentali in cui s’inseriscono metodo di lavorazione, materie prime impiegate nonché professionalità, passione ed eccezionale competenza dei maestri birrai artigiani. Quindi, un vero e proprio fenomeno culturale e un settore in espansione, ricco di opportunità e buone prospettive, che Confartigianato Imprese Sardegna ritiene sia il volano di una crescita di filiera, evoluta e dinamica, con impatti e ricadute benefiche trasversali che vanno dal mondo dei coltivatori sino all’indotto del turismo enogastronomico ed esperienziale.

Apprezzamento è stato espresso dalle imprese per le opportunità offerte dai bandi regionali, pubblicati, e in pubblicazione, sull’internazionalizzazione e sull’innovazione e competitività delle medie e piccole imprese ma anche per le novità proposte dai bandi e dal programma di sviluppo rurale.

Nel corso della serata è stata condivisa l’analisi sia sulla legge nazionale di settore, che ha introdotto la definizione di “birra artigianale” e sia sulla recente proposta di legge regionale.

Le imprese e la Confartigianato sono convinte che anche in Sardegna sia tempo di porre le basi per una regolamentazione della “birra artigianale sarda” che in questo modo si preparerebbe a diventare un brand riconoscibile anche per la qualità, in virtù non solo delle materie prime ma anche, e soprattutto, del metodo di lavorazione. Questo processo produttivo, infatti, verrebbe riconosciuto anche a livello internazionale.

«Il settore sente fortemente la necessità di una regolamentazione che tuteli la produzione artigianale e la qualità – afferma il Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli – e noi ci siamo messi a disposizione per ascoltare le imprese e condensare le loro richieste in un documento che potrebbe essere l’inizio di un percorso legislativo tutto sardo, il primo in Italia di questo genere. Ricordiamo che ad oggi nessuna regione italiana si è dotata di una propria normativa e la Sardegna potrebbe essere la prima in Italia ad avere un legge di questo tipo. In Piemonte e in Umbria, infatti, non sono entrate in vigore per decadenza dei termini, mentre in Veneto e in Abruzzo le proposte sono attualmente in discussione.»

«Abbiamo necessità di una legge che ci faccia crescere, non ci danneggi o ponga inutili vincoli, e che informi correttamente il consumatore anche attraverso un marchio regionale che sia sinonimo di qualità e garanzie – hanno detto le aziende birrarie presenti nei vari interventi – perché la birra artigianale è un’assoluta eccellenza enogastronomica del nostro territorio, che va ulteriormente tutelata attraverso specifici provvedimenti. Qualora si approvasse una legge, ovviamente c’è necessità che poi venga effettivamente applicata insiemeai relativi controlli- Siamo qui perché la Sardegna ha bisogno di valorizzare la produzione artigianale dei microbirrifici, piccole aziende artigianali, con 3 o 4 addetti – hanno continuato – che sono riuscite a creare un ottimo prodotto apprezzato localmente, e che ora guardano anche ai mercati internazionali, quindi non rivolgendosi solo ed esclusivamente agli appassionati del territorio.»

Stefano Mameli copia

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Campagne di Giba

«Criticità per i giovani aspiranti agricoltori e perplessità su alcune scelte adottate dall’assessorato regionale dell’Agricoltura segnano la recente Misura 6.1 del PSR Sardegna 2014-2020, che garantisce aiuti all’avviamento di imprese destinati ai giovani per il primo insediamento in agricoltura.»

Lo sostiene in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Innanzitutto partiamo dalle tabelle del bando, che rispecchiano un concetto arretrato di agricoltura, in quanto non tengono conto delle opportunità di impiego delle nuove tecnologie (come il super intensivo) che oggi consentirebbero l’introduzione di colture (olivo, mandorlo, melograno, ciliegio, etc.) nei cui mercati la Sardegna non è competitiva. Eppure la nostra terra, a partire dalle condizioni climatiche, si presterebbe agevolmente a certe coltivazioni e ad aggredirne i relativi mercati. Guardiamo poi ai requisiti di ammissibilità (Insediamento per la prima volta in un’azienda agricola in qualità di capo dell’azienda) che impone al giovane agricoltore di non essere stato titolare di partita IVA per l’attività agricola oltre i 6 mesi precedenti alla presentazione della domanda. Un requisito che rappresenta una vera assurdità. Sarebbe molto più logico inserire la possibilità di essere titolare di partita iva da non più di 5anni. Si tenga conto che l’ultimo bando di insediamento risale al 2012: chi ha avuto svariate esigenze ha dovuto aprire una partita iva e ora, suo malgrado, si trova impossibilitato ad accedere al bando.

L’impressione – aggiunge Ignazio Locci – è che si stia dando importanza a colture la cui rilevanza in realtà è stata pompata per ragioni politiche, forse perché frutto di qualche contrattazione sottobanco con importanti agenzie di rappresentanza del mondo degli agricoltori. Ma così facendo si ignorano i tempi moderni, gli attuali mercati a disposizione e le conseguenti opportunità di sviluppo. Presupposti sbagliati in partenza che non assicurano le condizioni utili a creare sviluppo e nuovi insediamenti agricoli.»

«Tuttavia, c’è sempre tempo per modificare gli aspetti del bando che, anziché favorire un nuovo sviluppo, tarpano le ali ai potenziali agricoltori. Forse sarebbe il caso che l’assessorato dell’Agricoltura prendesse spunto da quello che è stato fatto in Puglia, Sicilia, Calabria. Anche perché – conclude Ignazio Locci – talvolta copiare le buone pratiche, facendo un bagno di umiltà, può essere salutare per tutti: aiuta a fare meglio e sgombera il campo dai dubbi sul fatto che si stia dando spazio alle solite lobby dell’agricoltura, senza invece guardare alle realtà nostrane.»

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Sabato 30 luglio, dalle 21.00, in occasione della manifestazione “Ospitalità e Solidarietà”, la piazza Roma di Carbonia ospiterà un concerto dei Tazenda.

Organizza l’Auser Carbonia, in collaborazione con la Cgil Sulcis Iglesiente, il Centro Servizi per il volontariato – Sardegna Solidale, la Regione Sardegna e il comune di Carbonia.

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Barche a Sant'Elia I partner, gli organizzatori e alcuni giovani coinvolti nel progetto Laboratorio di sculture di sabbia al Poetto Marc Mercier

Ultima giornata domani, domenica 24 luglio, per “Navigare i confini”, il progetto ideato dall’associazione Carovana SMI, che attraverso arte e creatività punta a rafforzare nella città di Cagliari la cultura dell’accoglienza e dell’interazione multiculturale.

A partire dalle 19.00, a Lazzaretto di Sant’Elia, si ricorda il santo patrono con “Navigare i confini”, rito in mare in onore anche dei migranti. L’evento, che vede la collaborazione dei pescatori e dell’intera comunità di Sant’Elia, proporrà la processione con le barche e i pescherecci, musica, canti e poemi dal mare a cura degli artisti e partecipanti del progetto. Si prosegue alle 20,30 con “Navigare i Confini. Tra Asia e Africa in un’isola che c’è!”, performance, installazioni video, percorsi sensoriali, con i partecipanti ai laboratori. Alle 21.30 la rassegna si chiude sulle note della serata danzante “InterNation Disco”, con il DJ DYAS Said Ait Elmoumen e interventi musicali e coreografici a cura dei partecipanti e degli artisti del progetto., portato avanti in questi mesi a Cagliari insieme a organismi e mediatori culturali che si dedicano ad attività per il dialogo interculturale, la valorizzazione delle differenze e la coesione.

Ancora domani, inoltre, sarà possibile visitare “Migrazioni di corpi e d’immagini”, installazione video d’arte dall’archivio del Festival di “Instants Video” Marsiglia a cura del videoartista Marc Mercier, e “Dal Ciusa a….Ciusa (Francesco)”, mostra di disegni e dipinti dei corsisti dell’ex CTP 23, Scuola Media “Ciusa”, via Meilogu. Quest’ultimo è un progetto di Marina Pisano in collaborazione di Franca Angioi.

“Navigare i confini” è un progetto portato avanti in questi mesi a Cagliari insieme a organismi e mediatori culturali che si dedicano ad attività per il dialogo interculturale, la valorizzazione delle differenze e la coesione.

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Domenica 24 luglio, alle ore 21,00, nella suggestiva cornice dell’Arena Fenicia di Sant’Antioco, andrà in scena la sonorizzazione dal vivo con le musiche di Mauro Palmas del film muto del 1922 diretto e sceneggiato da Gennaro Righelli. Recuperato da un’unica copia ritrovata nella Cineteca di Praga, grazie all’interessamento di Livio Jacob, direttore della Cineteca del Friuli con la collaborazione della Cineteca della Società Umanitaria, questo film rappresenta una delle opere cinematografiche più importanti per la cultura sarda, essendo l’unica pellicola muta, realizzata con intento verista. Righelli, infatti, scelse di raccontare la storia della giovane e bella Cainà girando la pellicola nelle piazze e nelle strade della Gallura, utilizzando come comparse la gente sarda. Interpretato da Maria Jacobini (Cainà) con Carlo Benedetti (Pietro), Ida Carloni-Talli (la madre), sig. Carmi ed Eugenia Duse, il film nel suo intreccio narrativo propone in parallelo temi diversi come contrasto tra la vita tranquilla delle piccole comunità rurali sarde, il desiderio di fuga verso nuove avventure e il rimpianto per aver lasciato la terra natia. A fare da commento sonoro al film saranno le musiche di Mauro Palmas (mandole), eseguite dal vivo con Riccardo Tesi (organetti), Marco Argiolas (clarinetto), Silvano Lobina (basso), Andrea Ruggeri (batteria), ed il quartetto d’archi Archaea String. Palmas con questa sonorizzazione conferma, ancora una volta, le sue eccellenti doti compositive, assecondando il ritmo del film, sottolineandone i momenti cruciali e riempiendo il tutto di colore e calore. La sonorizzazione di “Cainà” trova i suoi punti di forza in un’idea compositiva unitaria robusta, ispirata ai suoni e ai ritmi del Mediterraneo, fonte inesauribile di ispirazione. Mauro Palmas ha dato vita, così, ad un lavoro ricco di suggestioni con sorprendenti attraversamenti sonori tra ritmi magrebini, sonorità arabe e latine ed ardite incursioni sul fronte delle tradizioni sarde. Dal tema del “tundu” alla classica “Ave Maria” completamente riscritta per gli archi. Un mix potente eppure composito e compiuto di suoni dalla forte presa emozionale.

 Sant'Antioco.