21 December, 2025

Teatro Centrale Carbonia copia

“Incroci di parole e di scritture dal mondo mediterraneo” è la conclusione della VI edizione de “La città che legge. Mediterraneo: navigare tra le letterature”. Due giorni, il 6 e il 7 novembre, di incontri e di dialoghi fra giovani e adulti, fra italiani e stranieri, fra chi scrive e chi legge. Le mattine sono state dedicate alle scuole: la prima mattina apertura presso la sezione di storia locale, nella Grande Miniera, della mostra “I libri fanno parlare scrivere disegnare pensare sognare…”: gli elaborati esposti sono stati prodotti nelle classi durante i laboratori di lettura de “La città che legge…”. In contemporanea Ribka Sibhatu ha incontrato le classi di una scuola primaria che hanno letto le sue fiabe. La mattina seguente ancora incontri: presso il teatro centrale la compagnia Teatro Impossibile ha messo in scena, in una sala gremita di scolaresche di Carbonia, ma soprattutto di San Giovanni Suergiu, di Portoscuso e di Paringianu, le fiabe eritree di “L’esatto numero delle stelle”: la scrittrice era presente ed ha animato il dibattito con giochi e racconti dalla sua terra. In contemporanea presso le scuole superiori si sono svolti gli incontri con gli scrittori e si è parlato sia dei libri letti nelle classi che dei temi che sarebbero stati approfonditi nell’incontro del pomeriggio. La prima sera sono stati ospiti, sul tema “Pensare il Mediterraneo per pensare un’altra Europa” il prof. Piero Bartoloni che con i suoi studi e le sue pubblicazioni testimonia le nostre origini fortemente contaminate, come è per tutti i popoli del Mediterraneo, una contaminazione reciproca favorita dal “vuoto” del mare fra le terre, che di volta in volta è stato colmato dai popoli più forti e più intraprendenti. La contaminazione sta all’origine della nostra identità sulcitana e sarda, conseguenza della nostra centralità nel Mediterraneo, ed è da questa centralità che è partito il nostro progetto di diffusione della lettura nelle scuole, per un riconoscimento identitario e insieme per un incontro con “l’altro” e le letterature sono state lo strumento per la navigazione in questo nostro mare. Se l’Europa riconoscesse questa centralità storica e geografica e guardasse con più attenzione al mondo mediterraneo, al luogo dove si incontrano tre continenti, dove sono nate le tre religioni monoteiste, al luogo dove sono aperti i conflitti più lunghi e più difficilmente risolvibili, forse acquisterebbe un suo ruolo di mediazione fra Oriente e Occidente e, insieme, quell’autonomia politica che i suoi fondatori sognavano, di conseguenza la centralità della Sardegna non sarebbe riconosciuta solo per dare ospitalità al 65% delle basi militari della Nato alloggiate nel territorio italiano. Altro ospite della serata è stato l’autore di “Riscatto mediterraneo” un libro che racconta di milioni di persone, soprattutto giovani, che negli anni scorsi hanno occupato le piazze delle capitali del Mediterraneo: in Egitto, in Tunisia, in Algeria, in Grecia, in Spagna, in Italia… e il Mediterraneo è diventato il luogo della resistenza contro i fondamentalismi orientali e occidentali, il fondamentalismo islamico e quello del mercato, attraverso l’adozione di pratiche di distribuzione e di resistenza, che sono proprie della “politica diffusa”, che nasce, ma non riesce a crescere, perché non trova una cornice teorica e sta lontana dai luoghi delle grandi decisioni. Secondo Gianluca Solera si può pensare di creare un nuovo Rinascimento per la Sardegna, per l’Italia e per l’Europa tutta, coltivando la socialità, la gratuità, la diversità e la cittadinanza. La giovane professoressa Roberta Petrillo ci ha raccontato di chi fugge attraverso il Mediterraneo, è ricercatrice presso la Sapienza di Roma e si occupa di politica migratoria e di geopolitica dei flussi migratori: nessuna frontiera può arginare la volontà di allontanarsi dalla propria terra, a qualsiasi prezzo, anche a costo della vita: l’emigrazione è tanto più un problema sociale quanto più lo si subisce e non lo si governa: occorre pensare ad una politica di integrazione che non si limiti alla tolleranza, ma che riconosca il valore delle culture diverse e ne faccia una risorsa. Così abbiamo fatto noi nella seconda serata, rendendo protagonisti di un evento culturale scrittori provenienti da mondi e da lingue madri diverse dall’italiano.

L’incontro della prima sera è stato coordinato dal giornalista Ottavio Olita, che ha legato in modo armonioso i diversi interventi, pur non rinunciando ad esporre i suoi punti di vista.

La seconda sera è stata dedicata al dialogo fra scrittori, coordinato da Luigi Manconi e Valentina Brinis, che hanno scritto “Accogliamoli tutti” libro dal titolo forse provocatorio, ma che racconta una razionale proposta di integrazione e di scambio, conveniente sia per gli stranieri che per i locali. E’ un libro che richiama lo spirito che ha suggerito l’incontro della seconda sera “Nuovi immaginari per una nuova letteratura”: tanti sono ormai gli scrittori e le scrittrici di lingua madre italiana che scrivono di migrazioni e di migranti e tanti scrittori e scrittrici di lingua madre straniera scrivono in italiano di sé e degli italiani: è la letteratura di migrazione. E’ un reciproco specchiarsi che permette la conoscenza dell’altro e del suo sguardo su di noi, uno sguardo staccato, ironico, che ci costringe a sorridere delle nostre debolezze e del nostro carattere di “italiani brava gente” che non sanno fare i conti col proprio passato e neanche col proprio presente, perché è vero quello che ha detto Ribka Sibhatu, eritrea di origine e con cittadinanza francese, ma che vive in Italia, che il problema non è l’immigrazione, ma come la si affronta.

Ospite della seconda serata, il prof. Wasim Damash, che insegna letteratura araba presso l’università degli studi di Cagliari, traduttore di opere di scrittori palestinesi suoi connazionali. Il professore  tante volte è stato ospite e insieme collaboratore nel nostro progetto di conoscenza delle letterature del Mediterraneo, è espressione di una integrazione che favorisce non tanto la multiculturalità, quanto la più produttiva intercultura, che è scambio e rispecchiamento reciproco.

Hamid Ziarati, scrittore proveniente dall’Iran, che ha regalato ai nostri studenti delle superiori due bellissimi romanzi di formazione in cui ciascuno può riconoscersi, ricchi di ironia e di allusioni, leggeri nel tono e nel ritmo, ma dolorosamente e profondamente dentro la realtà di un Iran “ancora immerso in un suo feudalesimo”.

Ribka Sibhatu ha portato in Italia e nelle scuole primarie e secondarie di primo grado le favole della sua Eritrea, che è stata costretta a lasciare e di cui porta testimonianza nei gesti nelle parole nei giochi che ha proposto ai bambini e alle bambine che ha incontrato nelle scuole e presso il teatro centrale, ha testimoniato l’esperienza di una donna che non si rassegna a pensare il suo paese nelle mani di un dittatore sanguinario con il quali i governi europei e lo stesso governo italiano continuano ad avere rapporti commerciali: forse non tutti sapevamo che i naufraghi delle coste di Lampedusa provenivano quasi interamente dall’Eritrea, ma si deve dire il meno possibile, per non rovinare le relazioni commerciali, e lei ce l’ha raccontato.

Mariangela Sedda che ha scritto e presentato a Carbonia “Oltremare” e “Vincendo l’ombra” due romanzi epistolari, di emigrazione in Argentina, ha ricostruito le tappe della letteratura di migrazione  dalle sue origini,  quando chi migrava erano gli italiani e le italiane e ha messo in evidenza quanto le donne fin dall’inizio abbiano avuto un ruolo da protagoniste, ruolo che continuano a conservare perché tante sono le scrittrici straniere che arricchiscono la letteratura di migrazione e insieme l’imaginario della nostra letteratura, alcune di queste hanno trovato posto nella bibliografie che abbiamo proposto alle scuole.

Alberto Capitta, lo scrittore di “Creaturine” e di altro, ha parlato della sua esperienza con i carcerati di Badd’e carros, pubblicata in “Evasioni di inchiostro”: il valore ed il significato delle parole in un contesto costrittivo, che mette in evidenza le differenze, non per valorizzarle, ma per sentirsi almeno un gradino superiore rispetto a qualcun altro: con le “Evasioni di inchiostro” sono state trovate parole più giuste.

Con la navigazione nel mare delle letterature siamo approdate in questa VI edizione alla letteratura di immigrazione, penso che sarà questo il filone su cui continueremo a fare ricerca per proporre alle scuole le prossime edizioni de “La città che legge”.

Anna Lai

Alcoa ingresso

Oggi la Direzione Alcoa, ha convocato il sindacato, rappresentanze di FSM, FIOM, UILM, UGL e CUB, per dare comunicazioni circa la gestione della mobilità e l’organizzazione di stabilimento per il 2015.

«Per quanto riguarda la mobilità – ha detto Stefano Lai, rappresentante della segreteria provinciale UGL – Metalmeccanici UTL Carbonia Iglesias – la Direzione Alcoa ha ribadito il programma relativo al percorso sottoscritto al MiSE, anche con le OO.SS. il 27 marzo 2012. A tal fine, Alcoa invierà già dalla prossima settimana comunicazione a tutti i 440 dipendenti, riguardante la collocazione in mobilità volontaria di tutti i lavoratori per accedere all’integrativo previsto dagli accordi.»

«La Direzione ha precisato – ha aggiunto Stefano Lai – che, nessun integrativo alla mobilità (incentivo all’esodo) sarà erogato in assenza di conciliazione tra le parti, conciliazione da effettuarsi entro e non oltre la data del 29 dicembre 2014. Seguirà a tale comunicazione, una lettera a tutti i dipendenti, di formale collocazione in mobilità del lavoratore. Alcoa ha comunicato anche che dal prossimo 1 dicembre ha predisposto i suoi uffici per ottemperare a questa procedura di cessazione volontaria da parte del dipendente, con relativo calcolo delle spettanze, comprendenti l’integrativo alla mobilità, il TFR e competenze varie. Il tutto sarà erogato al dipendente, in un’unica soluzione, nel mese di gennaio 2015.»

La Direzione di stabilimento, ha anche comunicato la struttura che gestirà l’impianto dal prossimo gennaio. Gestiranno sicurezza, ingegneria, gestione materiali e servizi di stabilimento, un Direttore di stabilimento e sette collaboratori. Rimarrà attivo il servizio di portineria (esternalizzato).

Altre due unità esterne (appalti), seguiranno la gestione “Integrità – Servizi alle Strutture”.

Alcoa, ha precisato che questo organico, dovrà gestire la fase di “smantellamento dell’impianto” o nel caso di conclusione positiva delle interlocuzioni tra Alcoa e Glencore, il possibile “riavvio dell’impianto”.

I consiglieri regionali del Partito dei Sardi Pier Mario Manca e Augusto Cherchi hanno presentato, in veste di primi firmatari, insieme ad altri 22 colleghi di tutta la maggioranza, una mozione urgente in cui si impegna il presidente della Regione e l’assessore dell’Agricoltura a «interrompere le procedure poste in essere da Agea (l’ente statale pagatore dei fondi agricoli) perché vessatorie per i nostri agricoltori». Agea, infatti, secondo i presentatori della mozione, sta dando un’interpretazione forzata, per non dire illegittima, delle procedure di classificazione del territorio sardo – trasformando quelli che un tempo venivano considerati pascoli a macchia mediterranea in boschi – con “esiti aziendali catastrofici”.

Questo porterebbe a perdere 210 milioni di euro dovuti al comparto agricolo sardo nei prossimi 6 anni, come già denunciato dal Partito dei Sardi nei mesi scorsi. Questa azione varrebbe retroattivamente costringendo gli agricoltori sardi a rendere finanziamenti già percepiti negli anni passati. E diventerebbe la base da cui verranno calcolati i finanziamenti futuri della PAC 2013-2020. In poche parole, le quote che si perdono oggi non potranno più essere recuperate.

La mozione chiede che Agea fornisca alla Regione la lista di lavorazione con tutte le particelle di territorio che oggi risultano in eclatanza generando anomalie e perdite di finanziamenti; chiede all’assessorato dell’Agricoltura di intervenire su Agea e in conferenza Stato-Regioni per chiedere la riapertura di tutti gli usi del territorio in modo da poter effettuare una nuova mappatura rispettosa degli interessi e della biodiversità della Sardegna; chiede di attivare tutte le procedure per la costituzione, avviamento e gestione dell’organismo pagatore sardo che vada a sostituirsi ad Agea nel pagamento dei fondi agricoli europei.

 

Il Protocollo dell’Ufficio Urbanistica del comune di Carbonia, in occasione della scadenza, prevista per il giorno 29 novembre  2014, del Piano Casa (legge regionale 4/2009 e successive modificazioni e integrazioni) sarà aperto, esclusivamente per la consegna delle pratiche del Piano Casa, venerdì 28 novembre 2014, dalle ore 8.30 alle ore 13.00.

Piazza Roma Carbonia 4 copia

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Confartigianato Imprese Sardegna ricorda che mancano 8 giorni alla conclusione del Piano Casa della Sardegna anche se potrebbe esserci un “bonus” di 2 giorni per presentare le istanze ai Comuni.

Non è la tanto auspicata proroga della legge, ma si tratterebbe solo dell’applicazione di una norma del codice civile che farebbe slittare di fatto la scadenza a lunedì 1 dicembre.

L’ultimo ultimo giorno utile per sfruttare questo Piano Casa, infatti, cade di sabato e, come tutti sanno, gli Uffici Protocollo dei Comuni, che devono ricevere domande e progetti, non sono aperti. In questi casi, la legge dice che ogni qualvolta il “dies ad quem” cade in un pre festivo è prorogato di diritto “al primo giorno seguente non festivo”.

«Stiamo ricevendo molte richieste di chiarimento da parte degli operatori del settore, delle imprese e dei cittadini che necessitano di delucidazioni in merito – afferma Giacomo Meloni, della presidenza regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – per sfruttare fino all’ultimo giorno la possibilità di questo Piano Casa». «Abbiamo scritto all’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu – continua Meloni – affinché possa dirimere il dubbio al comparto dell’edilizia e ai cittadini ma soprattutto possa supportare gli Uffici Comunali che stanno ricevendo migliaia di pratiche dagli Uffici Tecnici privati”. 

Meloni ricorda come più la data di scadenza si avvicina, più gli studi tecnici di geometri e ingegneri subiscono una vero e proprio “assalto” all’ultimo minuto, ricevendo richieste per pratiche che per smaltirle non basterebbero 2 anni, con la certezza che tantissimi cittadini rimarranno fuori.

Di riflesso anche sulle imprese si stanno moltiplicando le occasioni di lavoro sicuro per i prossimi 3-4 anni. Anche in questo caso, paradossalmente, non ci sarà il tempo di soddisfare tutte le richieste: infatti il lavoro dovrà essere portato a termine, come impone la legge, entro i prossimi 18 mesi.

In conclusione Giacomo Meloni pone una domanda: «Se il problema dell’accumulo delle pratiche negli uffici tecnici comunali è palese, vista la carenza di personale e l’ingente mole di lavoro, quando potrà essere controllata tutta la documentazione?».

Gavino Manca

«La non impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale, da parte del Governo nazionale, della legge n. 17 approvata dal Consiglio regionale lo scorso settembre, conferma non solo il pieno rispetto delle norme nazionali e la fondatezza delle controdeduzioni formulate dalla Regione sarda in risposta al parere critico redatto in proposito dal Mise, ma soprattutto testimonia l’efficacia dell’alto grado di collaborazione che caratterizza i rapporti politici e istituzionali che intercorrono tra la Regione e l’esecutivo guidato da Matteo Renzi.»

Lo ha detto Gavino Manca, presidente della commissione Lavoro del Consiglio regionale, in merito alla non impugnazione della legge su Csl e Cesil.

«Esprimo, dunque, grande soddisfazione – ha aggiunto Manca – per la piena applicazione delle misure adottate a favore dei Centri servizi per il lavoro (Csl), dei Centri servizi inserimento lavorativo (Cesil) e delle Agenzie di sviluppo locale che prorogano i contratti degli operatori precari fino al tempo massimo consentito dalle vigenti normative (3 anni), garantendo così la completa operatività di uffici e strutture.»

«Il tutto significa, inoltre, che con le professionalità presenti nei Csl e nei Cesil e dando attuazione ai propositi del presidente Pigliaru per la riforma e la riorganizzazione dei servizi per l’impiego, potremo impegnarci con maggiore forza e ancor più grande determinazione per raggiungere gli obiettivi indicati dal piano “garanzia giovani” e contribuire così alla sfida lanciata dal premier Renzi, per restituire speranza, competenze e lavoro – ha concluso Gavino Manca – ai tanti che in questi anni difficili hanno perso un’occupazione o che non l’hanno mai avuta».

«800 insegnanti a casa e 8mila ragazzi in tutta la Sardegna non potranno più frequentare le scuole civiche di musica. E’ questo il risultato della decisione dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Claudia Firino, che a tradimento ha cancellato un’esperienza apprezzata in tutta la Sardegna e che stava dando grandi frutti, consentendo a tanti ragazzi che non se lo possono permettere di imparare a suonare uno strumento e di avvicinarsi e apprezzare la musica e la cultura musicale.» 

La denuncia arriva dal coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, che ha predisposto una mozione con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale.

«Questo – dice Cossa – è l’ennesimo abbaglio dell’assessore Firino che sta distruggendo quanto resta del tessuto culturale della Sardegna. Ma la cancellazione dei fondi per le scuole civiche di musica è ancora più grave perché colpisce i bambini e i giovani sardi che stanno per perdere una delle cose buon fatte dalla politica in questi anni: dare la possibilità a tutti di avvicinarsi all’arte e alla musica a prescindere dal censo e dal reddito.»

«Dal 1999 a oggi – dice ancora Cossa – le scuole civiche di musica sono entrate a pieno titolo nella filiera didattica degli istituti d’alta formazione. Senza dimenticare che ricoprono un ruolo importante contro la dispersione scolastica, il bullismo, recuperano tanti ragazzi che trovano in queste scuole sparse in tutti i Comuni sardi una grande occasione e un’opportunità di riscatto.»

«Ecco perché – conclude Cossa – chiediamo all’assessore di fare immediatamente retromarcia, ripristinando i fondi cancellati e continuando a far vivere e potenziare un’esperienza che non ha colore politico ma un altissimo valore sociale e culturale per i giovani sardi.»

La Regione Sardegna deve cambiare passo e dare subito risposte sulla questione Igea assumendo atti concreti e trovando subito soluzioni.

Lo dice Daniele Reginali, neo segretario provinciale del Partito Democratico.

«Non è corretto – aggiunge Reginali – che vengano disattesi gli accordi sottoscritti anche recentemente e che i lavoratori debbano ancora fare i conti con i ritardi che si accumulano nel pagamento degli stipendi. Il Pd di Carbonia Iglesias – conclude il neo segretario PD – sosterrà i lavoratori nelle loro azioni volte a difendere il diritto al lavoro e un’azienda pubblica importante per la crescita di questo territorio e l’avvio delle bonifiche ambientali.»

Daniele Reginali 2 copia