22 December, 2025

L’Amministrazione comunale di Carbonia, nell’ambito del #PLUS, il Servizio Affidi Distrettuali e la Società Umanitaria presentano, presso il #salone Velio Spano a Carbonia, in via della Vittoria 56, una serie di proiezioni cinematografiche sul tema dell’Affidamento familiare.

Il prossimo incontro si terrà questa sera, dalle ore 21.00 alle ore 22.30.

In occasione delle proiezioni saranno presenti gli operatori del #Servizio Affidi Distrettuale, che hanno organizzato la rassegna, per ogni eventuale richiesta di informazioni e/o contatti.

Il #Servizio affidi, inserito nel PLUS (Piano Locale Unitario dei Servizi alla persona) e gestito in forma associata, promuove e sostiene la cultura dell’affido dei bambini e dei ragazzi. Il servizio oltre a seguire e accompagnare i minori in affidamento, sostiene le famiglie naturali e le famiglie ospitanti, svolgendo attività di promozione e formazione tramite un’equipe multidisciplinare.

Il Servizio affidi distrettuale interessa i sedici comuni del distretto socio-sanitario di Carbonia. Partecipano attivamente le altre istituzioni del territorio: l’ASL n. 7, la ex #Provincia di Carbonia Iglesias, le istituzioni scolastiche e gli operatori del privato sociale.

La sede del #Servizio affidi si trova in via Catania 5 a Carbonia.

E’ stato pubblicato sul sito del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo il primo dei bandi previsti per il riconoscimento giuridico delle qualifiche professionali operanti nel settore del restauro.

Questo consentirà ad artigiani ed operatori del restauro l’acquisizione della qualifica di “Collaboratore restauratore di beni culturali – tecnico del restauro”, cui si accompagnerà quella di “Restauratore di beni culturali”, per la quale occorrerà attendere la pubblicazione di un successivo bando.

«E’ con soddisfazione – sottolinea #Confartigianato Imprese Sardegna – che apprendiamo della pubblicazione del primo bando, dopo 4 anni dalla sospensione della precedente procedura di selezione pubblica che aveva bloccato il riconoscimento delle figure professionali. Da oggi sarà possibile tutelare con professionisti abilitati il ricco patrimonio culturale esistente in Italia:»

«Tutti gli artigiani restauratori – ha aggiunto l’associazione artigiana – interessati al restauro di beni culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici sono chiamati a partecipare ai bandi, i cui requisiti di partecipazione sono stati ampiamente estesi grazie agli interventi svolti in questi anni da #Confartigianato e dalle altre organizzazioni di rappresentanza.»

Il prossimo mese di ottobre, riprendono i corsi teatrali annuali (2014-2015) diretti da Monica Porcedda, direttore artistico de #La Cernita Teatro.

I corsi inizieranno lunedì 13 ottobre alle ore 19.00 al Teatro di Bacu Abis in Piazza Santa Barbara, dove la compagnia ha la sua sede artistica, con la 6ª edizione del laboratorio permanente di ricerca teatrale realizzato con il sostegno del comune di Carbonia.

A Sant’Anna Arresi inizieranno, invece, giovedì 16 ottobre alle ore 19.30, presso il centro di aggregazione sociale con la 5ª edizione del laboratorio permanente che rientra nel progetto “Festival Sant’Anna Arresi Teatro” realizzato con il sostegno del comune di Sant’Anna Arresi.

I gruppi di lavoro saranno impegnati in un percorso formativo finalizzato all’utilizzo delle tecniche del lavoro dell’attore: uso della voce e della parola, linguaggio gestuale e motorio, improvvisazione, scrittura collettiva, messa in scena. I corsi sono rivolti a persone dai 16 anni di età in su.

Per info e iscrizioni: www.lacernita.it – info@lacernita.it – cell. 329 3143009.

WEB loc.  6° ed. laboratorio Bacu Abis WEB loc. 5°ed. laboratorioSant'Anna Arresi

Sabato 20 settembre, alle 20.00, la #Casa baronale di Teulada ospiterà il convegno “#Genti Beccia – Il fenomeno teuladino”, organizzato dalla #Comunità Mondiale della longevità, dal comune di Teulada e dallo SPI-CGIL.

Interverranno, Daniele Serra, sindaco di Teulada; Gloria Addis, assessore della Cultura del comune di Teulada; Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della longevità; Salvatore Loi, del sindacato Pensionati Italiani SPI-CGIL; Donatella Petretto, dell’Università di Cagliari; Luca Gaviano, dell’Università di Cagliari; Bonaria Lai, dell’Università di Cagliari. L’iniziativa, organizzata anche un anno fa, come documentano le fotografie allegate, rientra nell’ambito del progetto A.Te.Ne., Ageing in Teulada’s Neurocognition – Longevità a Teulada.

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I consiglieri regionali Michele Azara, Efisio Arbau, Gaetano Ledda e Raimondo Perra, del gruppo Sardegna Vera, preso atto dell’intollerabile situazione in cui versa il territorio di Buggerru, con un patrimonio ambientale unico al mondo compromesso dalla mancanza di un impianto di depurazione e con una popolazione che ancora oggi si trova senza acqua potabile, hanno presentato un’interpellanza al l’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, sollecitandolo a porre in essere tutte le iniziative necessarie al fine di dotare il territorio di Buggerru degli adeguati sistemi di depurazione delle acque reflue e di potabilizzazione delle acque per uso domestico.
I consiglieri del gruppo Sardegna Vera, hanno chiesto inoltre all’assessore:
1. quali azioni intenda avviare anche per arginare i rischi derivanti dall’apertura di nuovi procedimenti giudiziari nei confronti di Abbanoa, che andrebbero inevitabilmente a pesare sui bilanci dell’Ente, accrescendone i pesanti passivi;
2. se non ritenga altresì opportuno attivarsi presso il Governo nazionale onde evitare di incorrere nelle procedure di infrazione dell’Unione Europea, per non aver adempiuto alla messa in regola dei sistemi di depurazione delle acque reflue entro il 2015;
3. quali provvedimenti intenda pertanto assumere, anche nei confronti di #Abbanoa, al fine di sanare una situazione non più sostenibile sia per le ripercussioni igienico ambientali che gravano sul territorio di Buggerru, che per le ricadute economico sociali estremamente negative inferte alla sua popolazione.

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L'arrivo di Modesto a Mauthausen 2

Sì è concluso, per Modesto Melis, il ritorno nei luoghi della deportazione subita 69 anni fa, a Mauthausen e Gusen. Come era accaduto in quella sera del 7 agosto del 1944, il 13 settembre 2014 Modesto ha visto comparire lentamente in cima al pianoro erboso, alla sommità della collina, il profilo grigio ed inquietante della costruzione che, allora, gli parve come un castello riemerso dalle tenebre del passato. Ora come allora alte mura grigie immerse in un pulviscolo di pioggia finissima ed avvolgente, illuminate da potenti riflettori, con la corrusca aquila di bronzo, inquadrata da sciabole di luce che trasformavano la costruzione in una impressionante immagine di minacciosa potenza, quasi sospesa nel nulla di una notte oscura.

Oggi quell’aquila minacciosa che stringeva tra gli artigli il superbo simbolo della croce uncinata, non esiste più. Travolta dalla furia di rivalsa dei deportati liberati, è crollata per sempre, al suo posto due tristi spuntoni di ferro arrugginito, rimangono a testimoniare quella presenza ma, un’aria di sinistra malvagità, continua ad emanare da quella mura, dai profili dei camini e delle torrette, da cui spuntavano, un tempo, le canne delle mitragliatrici.

Come allora, Modesto ha superato quel portone per scendere nelle tenebre delle docce dove, nudo ed umiliato fu completamente depilato e venne lavata via, oltre al sudore del viaggio nei vagoni bestiame, anche la sua dignità d’uomo.

Per contro, la mattina del 13 settembre Modesto è stato accolto dal rispetto e dal sorriso delle guide del Memoriale di Mauthausen che lo hanno come avvolto in un abbraccio di simpatia, stringendoglisi intorno per sentire dalla viva voce il suo racconto, come a voler trovare la conferma vivente di quanto, essi stessi, raccontano ai visitatori che accompagnano ogni giorno con la narrazione dell’orrore.

Modesto, insieme all’autore della sua biografia “L’animo degli offesi”, Giuseppe Mura e all’editore, Giampaolo Cirronis, è stato sottoposto, se pur bonariamente, dal ricercatore che, da circa 40 anni studia il sistema concentrazionario di Gusen, ad un vero fuoco di fila di domande, per cercare eventuali, possibili notizie ancora non note, su metodi e tecniche usate per portare avanti il loro piano di costruzione di armamenti nell’imponente galleria.

Le risposte di Modesto sono state sempre accurate e puntuali, per quanto possibile dopo 69 anni, ma sempre accompagnate da un sorriso tranquillo e dalla consueta arguzia. La visita è proseguita domenica 14 settembre, al Memoriale di Gusen, il campo dove Modesto languì per quasi un anno, fino al fatidico 5 maggio del 1945. Poteva essere una mattina come tante altre vissute da Modesto nei suoi novantaquattro anni di vita, invece si preparava per lui un avvenimento speciale, unico, quello in cui avrebbe rivisto i luoghi dove aveva trascorso la gran parte della sua prigionia: il lager di Gusen.

Fino al 1940, il nome Gusen era stato solamente quello di un modesto affluente del Danubio, sconosciuto a chiunque non abitasse in quel circondario ma, quando gli alti ufficiali delle SS, si accorsero che era prevedibile un rapido incremento del numero di deportati, si diede inizio alla costruzione di decine di grandi baracche in legno, insieme a qualche edificio in pietra e all’utilizzazione di poche costruzioni preesistenti. Fu poi eretto un muro perimetrale, alla cui sommità vennero stese tre linee di filo spinato, sostenute da isolatori di porcellana; infine, furono elevate, ad ogni angolo e al centro di ciascun lato del perimetro, le torrette di guardia. Era sorto il nuovo lager, appendice di quello principale di Mauthausen, divenuto ormai il centro direzionale di un vasto sistema concentrazionario, composto di ben 49 campi satelliti, tra i quali, quello di Gusen sarebbe stato il maggiore, arrivando a contenere fino a 26.000 deportati. Vi avrebbero trovato la morte oltre 3.500 italiani.

Modesto Melis, matricola 82441, vi sopportò ogni genere di sofferenza. La prima sorpresa arriva per Modesto subito all’arrivo: nessuna traccia è più presente di quanto aveva conosciuto; i chilometri di filo spinato percorso da corrente e la lunga teoria di baracche di legno sono stati sostituiti da linde ed eleganti villette dai tetti spioventi per resistere al carico della neve, circondate da allegri giardini cinti da siepi verdi, intersecati da vialetti lastricati. Di tutto quanto Modesto aveva conosciuto e vissuto, rimane uno dei doppi forni crematori, racchiuso da un muro di cemento armato, costruito a seguito di una raccolta volontaria di denaro da parte di ex deportati italiani. Furono sempre le stesse associazioni a comprare il terreno per erigere il monumento, per poi cederlo al comune di Langenstein, di cui la novella frazione divenne parte.

Modesto appare ora un poco perplesso, ma i ricordi riaffiorano non appena, affiancati da un’affabile guida, entriamo nel memoriale e, appesi alle pareti, osserviamo i pannelli luminosi che rappresentano le foto originali del campo e le diverse piantine. Modesto aguzza gli occhi, si avvicina e dà il via ad un inarrestabile flusso di parole. Racconta e racconta…, le sue esperienze, la composizione del campo, le diverse vicissitudini affrontate, i kapos, le frustate, i compagni morti, i più, i sopravvissuti, pochissimi… Una mattinata dedicata interamente alla memoria. Poi, sempre accompagnati dalla giovane ed interessatissima guida, ripercorriamo i sentieri del cammino passato.

Ecco il percorso della ferrovia che trasportò i deportati, un giorno dopo l’altro, ecco il ponte ed il cavalcavia che attraversò Modesto nella sua fuga verso la libertà. Terminiamo, infine, la visita esausti per le emozioni contrastanti che saturano le nostre menti: orrore, stupore, sconcerto…pena..

Modesto è forse l’unico ad apparire sereno, quasi…

Giuseppe Mura

Autore del libro “L’animo degli offesi”

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Entro la prossima settimana, l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, incontrerà l’imprenditore Ninetto Deriu ed i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, per l’esame delle problematiche inerenti il rilancio produttivo dello stabilimento ex Ila, oggi Portal. Dopo il fallimento, lo stabilimento è stato acquisito dal gruppo di Ninetto Deriu con un investimento che fin qui ha raggiunto i 7 milioni di euro (nei due anni e mezzo trascorsi dall’acquisizione, sono stati spesi un milione e mezzo di euro per le sole manutenzioni). L’azienda è in attesa della firma di un decreto della Giunta regionale per il via libera all’installazione di un mini parco eolico. Tre le pale richieste, due quelle concesse, in prima battuta, in sede di conferenza di servizi, ma resta un ostacolo da superare, una norma legislativa che vieta la realizzazione di nuovi impianti a meno di tre km dal mare, per superare la quale, visto lo stato in cui si trova l’area industriale, ormai compromessa dalla presenza delle industrie e del parco eolico dell’Enel, è necessario un provvedimento della Giunta regionale.

Il gruppo Deriu, già oggi ha 350 dipendenti in servizio, 160 sono quelli prossimi al rientro con il rilancio produttivo della Portal e 120 quelli previsti dal progetto del centro termale Coquaddus. Vista la drammaticità della crisi, oggi più che mai il Sulcis e gli imprenditori attendono risposte dalla politica in tempi certi. Senza le pale eoliche la fabbrica non potrebbe riaprire, in quanto il costo dell’energia graverebbe in misura eccessiva sulla produzione e non si capisce proprio perché i tempi autorizzativi debbano essere tanto lunghi, con il rischio di compromettere l’intero progetto ed il ricollocamento di 160 lavoratori diretti ed almeno di un centinaio indiretti.

Ninetto Deriu