26 December, 2025
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Il Consiglio comunale di Sant’Antioco, nella seduta di mercoledì 9 maggio, ha approvato la variazione di bilancio n° 5 con cui si registra un aumento di fondi a disposizione, riferito all’annualità 2018, di ben 1 milione e 960mila euro.

«Si tratta di risorse – spiega il sindaco Ignazio Locci che ha la delega al Bilancio – che ci consentiranno di mantenere fede agli impegni assunti e di stare all’interno del tracciato del nostro piano di lavoro. Di questi, mi preme sottolineare i 300mila euro ottenuti grazie a nuovi spazi finanziari concessi dalla Regione, che impiegheremo per asfaltare un buon numero di strade dissestate di Sant’Antioco. E ancora, non meno importanti, i 420 mila euro che saranno spesi per la concessione di contributi a privati cittadini per l’edilizia privata e i 400 mila stanziati per il completamento della scuola di via Bologna, anch’essi frutto della concessione di nuovi spazi finanziari.»

La variazione n° 5 è un documento ampio e articolato che mette a correre fondi per tutti i settori della macchina amministrativa. Tra le varie voci che arricchiscono il bilancio del 2018, sono presenti anche i 350mila euro per nuovi cantieri comunali e i 160mila euro aggiuntivi per l’organizzazione delle manifestazioni estive.

 

 

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Più di una volta abbiamo pubblicato l’annuncio del Gruppo Poste Italiane che cercava nuovo personale soprattutto portalettere, ma già da qualche anno il gruppo è alla ricerca costante anche di altre figure. Infatti, le nuove assunzioni fanno parte del piano di lavoro per il periodo 2015/2020 che prevede la creazione di complessivi 8.000 nuovi posti di lavoro. Questa volta la ricerca è rivolta a giovani da assumere come consulenti finanziari, i quali dovranno occuparsi dei prodotti finanziari e assicurativi da svolgere all’interno della rete degli uffici postali. I giovani candidati dovranno avere ottima conoscenza degli strumenti di Office Automation, età non superiore a 29 anni (o 35 anni se residenti nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna), spiccate doti commerciali, forte orientamento al cliente e dinamismo. Le assunzioni saranno effettuate su tutto il territorio nazionale. Per candidarsi c’è tempo fino al …

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://www.suntini.it/diariolavoro_1_poste.html .

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Il comune di Carbonia ha diffuso una nota con la quale informa che, in riferimento al voucher “IoStudio 2017”, a causa di problematiche tecniche del ministero della Pubblica istruzione, la visualizzazione del borsellino elettronico nell’area riservata del Portale della Carta dello studente (http://iostudio.pubblica.istruzione.it) è stata posticipata a data da definirsi.
Il voucher “IoStudio” 2017 consiste in una borsa di studio a favore degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e paritarie, finalizzata all’acquisto di libri di testo, di soluzioni per la mobilità ed il trasporto, per l’accesso ai beni e servizi di natura culturale. Le borse di studio saranno erogate ai beneficiari attraverso l’emissione di voucher in forma virtuale, stampabili e spendibili presso gli esercenti appositamente convenzionati per l’iniziativa.

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La scorsa notte i carabinieri della compagnia CC di Cagliari sono intervenuti presso la località “Fra giuanni” di Capoterra, dove ignoti avevano appiccato un incendio che ha causato il totale danneggiamento di due container e di un capannone contenente materiale edile di proprietà di un artigiano del posto. Sul posto sono intervenuti i militari della stazione carabinieri di Sarroch unitamente ai vigili del fuoco di Cagliari che hanno domato le fiamme. Non ci sono feriti e i danni sono in corso di quantificazione.

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Le cronache degli ultimi giorni sono piene di critiche alla gestione della sanità nel territorio della ASSL di Carbonia, per problemi strutturali dei tre presidi ospedalieri Santa Barbara, CTO e Sirai, e per la gestione dei servizi. Obiettivo delle critiche, l’ATS Sardegna e quindi la Giunta regionale che nei mesi scorsi ha approvato la legge di riforma della rete ospedaliera.

Oggi la direzione dell’ATS Sardegna replica alle accuse, con un lungo intervento che pubblichiamo integralmente, nel quale, tra l’altro, emerge una chiara apertura al progetto dell’ospedale unico, del quale si parla da alcuni anni.

«A seguito di alcune dichiarazioni che si sono succedute in queste ore sull’operato dell’ATS, corre l’obbligo alla Direzione effettuare alcune precisazioni:

• Il ragionare “su un nuovo modello, che sia realmente efficiente ed economico, e che non lasci i cittadini privi di servizi indispensabili” presupporrebbe la piena applicazione della normativa in vigore (Decreto ministeriale 2 aprile 2015 n. 70) in tema di definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera. Quest’ultima, prevede l’organizzazione secondo tre livelli a complessità crescente: presidio ospedaliero di base sede di pronto soccorso (bacino di popolazione tra 80.000 e 150.000 abitanti); presidio ospedaliero di I livello sede di Dipartimento di Emergenza Accettazione DEA di I livello (bacino di popolazione compreso tra 150.000 e 300.000); presidio ospedaliero di II livello con sede di DEA di II livello (bacino di popolazione tra 600.000 e 1.200.000 abitanti);

• L’Area Socio-Sanitaria di Carbonia ha una popolazione pari a 126.324 abitanti (Fonte Dato GeoDemo Istat al 31/12/2018) e considerando anche le proiezioni demografiche dell’Istat che non ipotizzano certo una crescita per i prossimi 50 anni, l’assistenza ospedaliera dovrebbe essere operata per mezzo di un ospedale di base. In realtà, ad oggi, l’area di Carbonia evidenzia la presenza di 3 stabilimenti (Sirai, Santa Barbara e CTO) caratterizzati tutti da un alto indice di vetustà, mentre la riforma della rete ospedaliera, approvata dal Consiglio regionale lo scorso ottobre, assegna all’Area di Carbonia un presidio ospedaliero di I livello suddiviso su due stabilimenti. Valutando corretta la scelta del DEA di I livello, anche in considerazione delle specificità del territorio, una riflessione all’insegna dell’efficienza e dell’economicità presupporrebbe la realizzazione di un ospedale unico. In merito occorre ricordare che le stime elaborate prima della nascita dell’ATS (anno 2014), riguardo l’impatto economico proveniente dalla costruzione del Nuovo ospedale unico del Sulcis Iglesiente, riportano efficienze per circa 30 milioni di euro l’anno;

• Per la Direzione ATS nessun territorio della regione è considerato marginale, anzi, esattamente l’opposto. Le politiche di assistenza sanitaria che si sono succedute negli anni caratterizzate da un’alta offerta di carattere ospedaliero hanno di fatto drenato fondamentali risorse per tutte quelle attività di prevenzione, promozione e presa in carico dei pazienti sul territorio. Attività quali la lungodegenza e l’assistenza domiciliare sono da sempre di gran lunga sottodimensionate rispetto alle reali esigenze. Di conseguenza, in un contesto che vede anche un grave deficit economico da recuperare, la Direzione ATS è impegnata, sempre secondo i dettami normativi nazionali, a implementare un percorso di appropriatezza, attraverso una conversione di alcuni tipi di ricoveri ordinari in day hospital nonché la conversione di ricoveri day hospital in prestazioni territoriali, che consenta di recuperare le risorse necessarie per l’assistenza là dove essa è necessaria;

• Per gli amanti dei numeri relativi alla spesa farmaceutica convenzionata la Direzione ATS mette a disposizione i dati degli ultimi anni precisando che è in corso dall’insediamento della nuova azienda un grande lavoro sull’appropriatezza prescrittiva che vede coinvolti tutti i medici prescrittori. Dunque, nessuna omissione negli acquisti ma ricerca dell’efficacia e dell’efficienza attraverso la messa in pratica di alcuni principi cardine della pubblica amministrazione e cioè concorrenza e trasparenza;

SPESA LORDA FARMACEUTICA CONVENZIONATA

ANNO

SPESA LORDA

SPESA NETTA

2009

373.075.268 €

340.938.504 €

2010

384.849.084 €

344.789.283 €

2011

378.274.569 €

330.543.029 €

2012

371.294.718 €

320.932.423 €

2013

342.715.326 €

295.777.587 €

2014

340.172.285 €

291.185.545 €

2015

340.031.827 €

289.933.863 €

2016

317.779.914 €

270.038.850 €

2017

304.719.031 €

257.749.747 €

• Occorre ricordare che proprio nell’Area Socio-Sanitaria di Carbonia, durante il governo dell’on. Cappellacci, sono state rilevate gravi irregolarità – danno erariale – da parte della Corte dei Conti in merito ad alcune acquisizioni infrastrutturali che hanno determinato spese per circa 4 milioni euro (considerando anche gli interessi circa 6). Somme che oggi avrebbero potuto essere destinate per interventi di manutenzione in strutture ospedaliere e territoriali;

• Occorre ricordare che proprio nell’Area Socio-Sanitaria di Carbonia, durante il governo dell’On. Cappellacci, sono state rilevate gravi irregolarità – danno erariale – da parte della Corte dei Conti in merito ad alcune acquisizioni infrastrutturali che hanno determinato spese per circa 4 milioni euro (considerando anche gli interessi circa 6). Somme che oggi avrebbero potuto essere destinate per interventi di manutenzione in strutture ospedaliere e territoriali;

• Infine, è intenzione della Direzione – sia ATS e ASSL Carbonia – dare avvio ad una commissione di indagine interna per fugare ogni dubbio riguardo le manutenzioni e i lavori (tempi e spese sostenute negli ultimi dieci anni) mettendo a disposizione di tutti i risultati. Si coglie l’opportunità per ringraziare tutti coloro – e non sono pochi – che in questi giorni stanno manifestando nei confronti dell’Azienda piena solidarietà spronando la Direzione e i dipendenti tutti a proseguire nell’impegnativo lavoro di riorganizzazione senza badare alle sempre maggiori pressioni provenienti da chi agisce per interessi personali, senza avere a cuore la salute dei cittadini sardi.»

Il Manager dell’ATS Sardegna Fulvio Moirano.

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Questa mattina i carabinieri della compagnia di Carbonia hanno effettuato un servizio di controllo straordinario del territorio. Sono state effettuate verifiche a due campi nomadi cittadini, dove dimorano complessivamente 98 sinti, tra croati, bosniaci e serbi. Il primo ad essere controllato è stato il campo di Sirai, dove i carabinieri hanno identificato 2 nuovi nuclei familiari, cittadini croati, giunti da poco. Qui non sono state riscontrate irregolarità in merito alla loro permanenza sul territorio nazionale. Successivamente è stato controllato il campo nomadi di Caput Acquas, dove sono stati sottoposti a verifiche le roulotte e le case mobili. Qui invece sono stati notificati due provvedimenti amministrativi per espulsioni rispettivamente ad un cittadino bosniaco e ad un apolide. Complessivamente sono state identificate 40 persone, controllate 10 autovetture ed eseguita 1 perquisizione.

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Cifre record per il bando da 44 milioni di euro riguardante interventi di efficientamento energetico negli edifici pubblici e realizzazione di Micro Reti rivolto alle strutture pubbliche in Sardegna, Enti locali, Università e Consorzi industriali. Le istanze pervenute sono state 259, per un finanziamento totale richiesto pari a 150 milioni e 929mila euro. Le istanze ammesse sono 230, per un finanziamento ammissibile pari a 129 milioni e 580mila euro. Le domande finanziate sono 52, per un investimento complessivo di 69 milioni e 359mila euro, di cui 43 milioni e 461mila euro con fondi POR e 25 milioni e 898mila euro con altro cofinanziamento pubblico e privato. La graduatoria del Bando è stata pubblicata oggi. Gli esiti dell’iniziativa sono stati illustrati in conferenza stampa dagli assessori dell’Industria e dei Lavori pubblici, Maria Grazia Piras ed Edoardo Balzarini. L’obiettivo è dotare la Sardegna di edifici intelligenti che consumano meno energia, la producono, usano solo quella necessaria e trasferiscono quella in eccesso ad altre strutture, in un processo virtuoso che si traduce in economia, tutela ambientale e miglioramento della qualità della vita per tutti i sardi.
Il bando ha premiato le istanze che presentano un maggiore equilibrio tra risorse richieste sulle due Azioni 4.1.1 (promozione dell’eco sufficienza e riduzione dei consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche) e 4.3.1 (realizzazione di Smart Grid e interventi per incrementare la distribuzione di energia prodotta da fonti rinnovabili). Sono state inoltre premiate le domande che presentano un maggiore equilibrio nella composizione finanziaria delle risorse attivate, in particolare quelle private. Nel dettaglio, delle 259 istanze pervenute, 237 provengono da Comuni (69 della provincia di Sassari, 73 del Sud Sardegna, 60 della provincia di Oristano, 45 della provincia di Nuoro, 12 della Città Metropolitana di Cagliari), 22 da altri Enti (Università, Unioni dei Comuni, Associazioni di Comuni, Consorzi e Comunità montane). Le richieste di finanziamento sono pari a 3,4 volte la dotazione del Bando e si distribuiscono per il 72% sull’Azione 4.1.1 e per il 28% sull’Azione 4.3.1. Le istanze ammesse sono 230 (211 Comuni, 19 altri Enti) in prevalenza dalle province di Sassari, Oristano e Sud Sardegna. Il finanziamento ammissibile è di 129 milioni e 580mila euro, quasi 3 volte la dotazione del Bando. Le risorse si distribuiscono per il 70% sulla prima Azione e per il restante 30% sulla seconda Azione. Infine, le istanze finanziate, per un totale di 43 milioni e 461mila euro (25,2 milioni sull’Azione 4.1.1 e 18,2 sull’Azione 4.3.1). Sono 52 le domande finanziate, di cui 44 provenienti da Comuni e 8 da altri Enti (40% in provincia di Sassari, 23% in quella di Nuoro, 21% Sud Sardegna, 8% Città Metropolitana di Cagliari, 8% Provincia di Oristano). Le risorse sono distribuite in modo equilibrato tra la prima Azione (58%) e la seconda Azione (42%). Su un investimento totale di 69 milioni e 360mila euro, il 63% è finanziato dalle due Azioni mentre il restante 37% da altre risorse pubbliche e private. Infine, sulle 42 operazioni finanziate, 8 prevedono l’attivazione di una ESCo, 31 un cofinanziamento pubblico, 8 il conto termico.

 

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L’esplorazione interplanetaria da oggi passa attraverso la Sardegna. Al Radiotelescopio di San Basilio è stato inaugurato il Sardinia Deep Space Antenna (SDSA) dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che offrirà supporto alle missioni nello spazio, dialogando con i satelliti, in un sistema che coinvolge soltanto 5 infrastrutture del genere al mondo: quella di San Basilio è una delle più all’avanguardia.
«È una giornata molto importante per la Sardegna – dice il vicepresidente della Regione Raffaele Paci -. Crediamo molto nel settore dell’aerospazio, l’abbiamo sostenuto dal primo momento, abbiamo investito tanto e continuiamo a farlo, e la presenza qui di Asi, Nasa, Esa, Inaf, JPL (Jet Propulsion Laboratory), delle altre Agenzie spaziali, che credono in questa strutturar e nelle sue potenzialità, dimostra che la strada è quella giusta. La Sardegna oggi entra in un network mondiale che, sono sicuro, porterà importanti ricadute economiche, occupazionali e di sviluppo in tutto il territorio.»

Un “club esclusivo”, come l’ha definito il presidente dell’ASI Roberto Battiston, che ha spiegato come da oggi in poi il ruolo del Radiotelescopio non sarà più solo quello di osservare e ascoltare l’universo ma anche di interagire con i satelliti lanciati nello spazio per riportare dati anche in funzione di nuove missioni interplanetarie e lunari.
Il Sardinia Deep Space Antenna condivide con SRT una parte delle dotazioni ma ha un suo equipaggiamento e un centro di controllo specifico per comunicare con i veicoli spaziali. È diventato oggi ufficialmente operativo nell’ambito del Deep Space Network della Nasa, ma fornirà servizi di comunicazione e navigazione anche per le sonde interplanetarie europee. È nato grazie ad accordi tra Asi e Inaf e a uno specifico accordo Asi-Nasa che ne assicura l’utilizzo in una molteplicità di missioni interplanetarie in collaborazione con JPL. Il suo debutto è stato legato alla fase finale della missione della sonda Cassini nel sistema di Saturno, il cui tuffo finale è stato seguito in diretta mondiale proprio attraverso il Radiotelescopio di San Basilio.
Per il Radiotelescopio di San Basilio, realizzato dall’Inaf in collaborazione con ASI, Regione, Miur e Università, la Regione ha investito oltre 20 milioni di euro. Ma non solo: per sostenere e far crescere le imprese che operano nell’aerospazio, sono stati investiti oltre 12 milioni di euro. «Bandi che hanno avuto un successo enorme, con domande di finanziamento che hanno superato di molto la dotazione disponibile tanto che abbiamo aggiunto altri soldi per garantire il finanziamento di tutti i progetti idonei. Questo dimostra che è un settore che sta crescendo molto e che, come si vede dai progetti presentati ai bandi, sta riuscendo a passare dalla fase di ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, e questo è un passaggio fondamentale perché è quello che può portare sviluppo e posti di lavoro – spiega Raffaele Paci –. Continueremo a lavorare per sostenere l’aerospazio, insieme all’Universita e all’Inaf, perché la sinergia è fondamentale e ci ha permesso di arrivare all’importante risultato di oggi».
Il vicepresidente della Regione ricorda poi quanto l’alta tecnologia sia fondamentale, soprattutto in una regione come la Sardegna, per costruire un futuro solido. «Con l’alta tecnologia possiamo superare il gap geografico, che spesso è un limite, trasformandolo in una risorsa. Le caratteristiche della nostra isola e le competenze digitali che possiamo garantire sono ideali per ospitare importanti progetti internazionali: pensiamo ad Aria nella miniera di Seruci o a SarGrav a Lula, pezzi di storia del nostro passato che rivivono grazie all’alta tecnologia. Questa è la strada, e oggi qui a San Basilio riceviamo un riconoscimento mondiale che ci rende molto orgogliosi», conclude Raffaele Paci.

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A Teulada la stazione del Corpo forestale si sposta dal vecchio locale di via De Gasperi n. 46 a quello in via Sulcis al civico 75. La nuova sede, realizzata grazie a un progetto dell’Unione dei Comuni Nora e Bithia, è stata inaugurata questa mattina alla presenza degli assessori della Difesa dell’ambiente, Donatella Spano, e degli Enti locali, Cristiano Erriu, del sindaco di Teulada e vice presidente dell’Unione di Comuni, Daniele Serra, del direttore del Servizio territoriale dell’Ispettorato ripartimentale di Cagliari del Corpo forestale, Carlo Masnata, e del comandante di Stazione Ignazio Carta. Hanno partecipato anche i delegati delle amministrazioni dell’Unione e le forze dell’ordine locali.
«La nuova sede, che garantisce il presidio del Corpo forestale nel territorio con migliori condizioni di operatività, è il risultato della sinergia tra la Giunta e l’istituzione dell’Unione dei Comuni. Stiamo, lavorando, infatti, nell’ottica di presenza sul territorio anche in collaborazione con le altre istituzioni – ha dichiarato l’assessore Donatella Spano -. Il Corpo forestale è una componente capillare con specializzazione in campo forestale e ambientale che abbiamo voluto mantenere in Sardegna dopo la riforma Madia. Siamo infatti dell’idea che questa organizzazione possa essere vincente e vada ulteriormente valorizzata, per i compiti di controllo territoriale e di protezione civile. E specialmente in un territorio pregiato come questo ma soggetto a pressioni antropiche, idrogeologiche e di rischio incendi, dove il Corpo è il primo sportello per le informazioni ambientale alla cittadinanza.» 
«Questo edificio, che un tempo era dell’ormai disciolta Comunità montana, fu acquisito dalla Regione e poi trasferito al comune di Teulada – ha sottolineato l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu -. È stato storicamente un luogo di esercizio di funzioni territoriali. Siamo nel cuore di un territorio molto delicato, con componenti ambientali molto forti, dominanti costiere e il parco di Gutturu Mannu. C’è la volontà della Giunta di garantire un presidio fisico della Regione, talvolta sopperendo al mantenimento di una presenza capillare delle istituzioni statali, in particolare là dove sono richieste figure professionali con alta specializzazione. In un contesto di leale collaborazione reciproca, la Regione affianca il Comune nell’esercizio delle funzioni di salvaguardia ambientale.»

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“Fanti e Carabinieri. Viaggio attraverso la grande guerra e il banditismo in Sardegna”: è il titolo del percorso guidato, composto da pannelli illustrativi, con immagini d’epoca ed un’esposizione di cimeli e documenti originali. Una vetrina che riporterà i visitatori indietro nel tempo. Una sorta di museo storico che si snoderà nei locali Faccin (ai bordi di via Roma) a Sestu. Il taglio del nastro della galleria espositiva, che si avvale del patrocinio dell’assessorato regionale del Turismo e della collaborazione dell’amministrazione comunale, dell’Arma dei Carabinieri, dell’Associazione “La Storia e la Memoria di Cagliari” e della Pro Loco di Sestu – è in programma venerdì alle 18.30 nella sala della struttura al centro del paese. La mostra sarà poi aperta sino al 20 maggio, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30. Un lungo intreccio di emozioni che fanno realmente “Vivere la Grande Guerra”, trasformando un’“epopea” conosciuta dai più solo attraverso i libri di storia, in quello che la guerra in realtà si è poi rivelata. L’esposizione sarà arricchita di immagini d’epoca, antichità e documenti originali che raccontano il contributo fornito dai carabinieri durante lo sforzo bellico del Paese nel corso della Grande Guerra.

Lo spirito e le tradizioni dei carabinieri di Sardegna sono un sentimento vivo e profondo, il legame che unisce l’isola e l’Arma ha radici antiche che rendono la nostra istituzione, una parte fondamentale della società; l’attenzione che le istituzioni rivolgono alla presenza delle Stazioni dei carabinieri e la speranza che in esse ripongono, deriva da una dalle capacità che i carabinieri hanno saputo esprimere, sin dal 1822, pacificando un territorio aspro, povero di ricchezze naturali ma ricco di orgoglio e rispetto delle tradizioni. La consapevolezza di ciò e il rispetto di quanti, nei 204 anni di presenza dell’Arma in Sardegna, hanno donato la vita nel rispetto del giuramento prestato, superando difficoltà di ogni genere, ci hanno indotto ad una profonda ricerca storica degli eventi che hanno caratterizzato la storia dell’Arma, attraverso documenti e cimeli storici che saranno approfonditi e poi utilizzati migliorare le conoscenze di tutti i carabinieri, affinché ci si possa sentire realmente eredi di uomini splendidi che in tante occasioni hanno dato la vita per l’arma e per la Sardegna. Le fotografie, le lettere e le attestazioni di merito di centinaia di carabinieri che abbiamo raccolto e riportato, non lasciano dubbi sul reale eroismo di uomini che, sul senso dello stato, hanno fondato la loro vita, nel rispetto di valori quali Patria, onore e giustizia.

All’interno della mostra ci sarà spazio per un percorso sul Banditismo in Sardegna.

L’Arma dei carabinieri ha combattuto a fondo il fenomeno criminoso, attuando operazioni che furono caratterizzate da cruenti conflitti a fuoco che le costarono un alto tributo di vite e di sangue. Nel decennio 1890-1900, 29 furono i carabinieri caduti nella lotta al banditismo in Sardegna; una Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia, una Medaglia d’Oro al Valor militare, 15 d’argento, 72 di bronzo, 223 encomi solenni bastano ad attestare il valore dimostrato dai singoli ufficiali, sottufficiali, appuntati e carabinieri in quel decennio. Uno dei risultati più ragguardevoli fu quello conseguito dal maggiore dei carabinieri Eugenio Baratono, comandante la Divisione di Sassari, che il 29 maggio 1894, alla testa di 16 carabinieri affrontò in una masseria i feroci banditi De Rosas – che per vendetta aveva il 14 novembre 1891 trucidato nello spazio di un’ora ben quattro persone – e Angius, catturandoli con altro criminale dopo un violento scontro a fuoco che costò la vita al valoroso maresciallo Vittorio Audisio.

Tra le centinaia di operazioni compiute vanno ricordate l’uccisione in conflitto del bandito Paolo Criscialuzzu (1893), la cattura dei famigerati Liberato Onano e Moro Torracorte, che dal 1878 al 1881 avevano svolto un’impressionante attività delittuosa, l’uccisione del bandito Salvatorangelo Dettori, avvenuta l’8 aprile 1899, e le operazioni condotte dal capitano Giuseppe Petella, dal brigadiere Lussorio Cau e dal Brigadiere Lorenzo Gasco. Sotto le rispettive voci vengono riportate la figura e l’opera dei tre suddetti militari dell’Arma, che si distinsero particolarmente l’ 11 luglio 1899 nella “battaglia di Morgogliai” presso Orgosolo, conclusasi con l’uccisione di quattro feroci e temutissimi banditi e il ferimento di un quinto.

(Medaglia d’Oro al Valor Militare per il brigadiere Cau, Medaglia d’Argento per il capitano Petella e per il Brigadiere Gasco. In quella operazione cadde valorosamente il carabiniere Aventino Moretti. Alcuni mesi prima (nei giorni 14-15 maggio) lo stesso capitano Petella aveva diretto nella zona di Nuoro una vasta retata – definita dallo scrittore Giulio Bechi la “notte di San Bartolomeo” – che portò alla cattura di un gran numero d’individui pericolosi 3 sospetti, provocando l’allarme tra i banditi annidati nei covi montani. Alcuni di essi, i più temuti, vennero intercettati presso Dorgali nel loro tentativo di fuga; nel conflitto notturno che ne seguì con i militari dell’Arma furono uccisi il capobanda Fancello (alias Berrina) – affrontato in colluttazione dal brigadiere Gasco – e quattro altri briganti. Nel giro di qualche mese il circondario di Nuoro si vide così liberato di ben 75 banditi.

Il 12 agosto 1949 tre carabinieri persero la vita e altri sei vennero feriti in modo grave in un assalto dei banditi sardi. I carabinieri erano isolati: nei paesi era per loro difficile trovare collaborazione nella popolazione impaurita; i pochi confidenti venivano eliminati. Nell’agosto 1949 una vettura con le paghe per le maestranze della diga del Tirso fu assaltata. La scorta fu massacrata: tre morti e un ferito gravissimo. L’Arma organizzò con metodo la reazione.

Nel maggio 1950 fu catturato il bandito Liandreddu, un nome famigerato e temuto. A luglio fu la volta di suo zio, Giovanni Battista Liandru. Nell’aprile 1951 il più pericoloso latitante sardo, Francesco Sini, fu assicurato alla giustizia. L’8 maggio 1951, a Giana di Perda, una campagnola passò sotto il tiro incrociato dei criminali in un canalone: due carabinieri persero la vita e uno fu gravemente ferito. Ma anche questa volta i responsabili furono catturati.

La situazione nell’isola sarebbe rimasta tesa per molti anni. Nel settembre del 1959, in un agguato viene ucciso il maresciallo Ettore D’Amore, comandante della Stazione di Orgosolo. Gli fu conferita la Medaglia d’oro alla memoria.

Furono, quelli, gli anni in cui i Carabinieri fecero da protagonisti sulle pagine illustrate dei settimanali: non passava settimana senza che da qualche angolo d’Italia giungesse notizia della cattura e dell’eliminazione delle più agguerrite bande criminali. Dopodiché, col consolidarsi dello Stato unitario e col perfezionarsi degli organi della pubblica amministrazione, la delinquenza assunse forme e proporzioni normali, anche se dissimili da regione a regione. L’Arma, ormai saldamente organizzata, continuò a svolgere al servizio del Paese la sua attività, caratterizzata dall’assoluto senso del dovere, che comportava insieme fermezza e moderazione, donde le era già venuto da tempo l’appellativo antonomastico di “Benemerita”.