20 May, 2024
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Al centro del nuovo progetto di AR/S – Arte Condivisa in Sardegna, la piattaforma progettuale della Fondazione di Sardegna che alla promozione di mostre dedicate alla storia dell’arte sarda alterna sempre con più frequenza interventi dedicati al presente, c’è il viaggio del fotografo Pino Musi alla scoperta del Sulcis/Iglesiente: un itinerario spesso impervio, articolato in numerose tappe e preceduto da una sosta all’Asinara.

La residenza d’artista. Nell’ambito dell’ormai annuale commissione che la Fondazione di Sardegna dedica alla Fotografia, il progetto “Sottotraccia” di Pino Musi curato da Marco Delogu si è sviluppato in due fasi di residenza sull’isola: cinque giornate trascorse presso l’ex isola carcere nel mese di giugno 2019, seguite da due settimane, tra agosto e settembre, dedicate a percorrere il sud-ovest della Sardegna. Le opere fotografiche prodotte in questi due territori così diversi si presentano in realtà come due capitoli di uno stesso racconto: una riflessione attenta alle tracce, sedimentate e sotterranee, che caratterizzano i processi di trasformazione della Sardegna, e più in generale delle isole. Valerio Magrelli, poeta e critico letterario i cui testi accompagnano il progetto, insieme a quelli del regista Giovanni Columbu e del curatore Marco Delogu, sottolinea: «Esiste una perfetta simmetria che si crea nel contrasto tra il riverbero dell’isola dell’Asinara e l’oscurità dei giacimenti del Sulcis. In tal senso viene spontaneo osservare come i due poli di questo viaggio visivo di Pino Musi coincidano con le componenti stesse della fotografia, in un perfetto equilibrio tra bianco-Asinara e nero- Sulcis, tra le abbacinanti immagini del carcere e certi scorci “piranesiani” dell’Iglesiente».

La mostra “Sottotraccia”. Il progetto fotografico, confluito in una pubblicazione edita da Punctum Press, è al centro della mostra che sarà inaugurata il 20 dicembre 2019, alle ore 19.00, negli spazi della Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta 2 a Cagliari: 43 opere fotografiche che rivisitano i luoghi e i siti dell’archeologia industriale nel Sulcis Iglesiente e l’architettura del ventennio nelle città di fondazione, dopo aver colto i segni e le ferite dell’Asinara. Un corpus che si dipana tra le geometrie deprivate della cella di Totò Riina all’Asinara e gli scheletri degli impianti minerari dismessi: Cala d’Oliva, Serbariu e Monteponi, ma anche gli orizzonti dilatati di Fornelli e le linee morbide di Piscinas e Cala Domestica.

«Alle immagini di Sottotraccia potrebbe essere riconosciuto un valore di denuncia – scrive Giovanni Columbu – eppure sembra che quanto stia a cuore a Musi riguardi soprattutto l’esplorazione di altre relazioni, quella misteriosa e universale tra il buio e la facoltà di vedere, così come quella tra l’incombere del disfacimento e il contestuale riemergere delle ragioni originarie dell’esistenza di un oggetto·»

Sulcis Iglesiente, i contorni del cambiamento. Ritrarre il Sulcis Iglesiente con i suoi villaggi fantasma, i pozzi, le attrezzature abbandonate negli impianti minerari è un omaggio alla memoria che non indugia più su quel che è stato, e cioè la prima industria sarda. Definita nel 2001 attraverso una lunga attività di concertazione, l’Area Pit del Sulcis Iglesiente (che include i centri di Carloforte, Decimoputzu e Villaspeciosa) è una delle province più povere d’Italia. Pur possedendo il 21% dei contribuenti della provincia di Cagliari, l’area genera il 18% del reddito imponibile, e il reddito pro-capite (11.863) rappresenta solo l’88% della media provinciale (13.682 euro) e il 98% di quella regionale (12.552 euro). Ex primo polo industriale regionale, il Sulcis Iglesiente è inoltre uno dei territori maggiormente colpiti dallo spopolamento: perde 30 abitanti ogni 1.000 residenti, più del quadruplo di quanto accade a livello regionale. Nascono anche meno persone di quelle che muoiono: la differenza è di circa 165 unità all’anno.

Asinara/Sulcis Iglesiente, lontano dalla retorica del degrado. Nelle opere fotografiche prodotte, Musi registra l’indubbia drammaticità degli scenari incontrati lungo il viaggio, senza mai però indugiare sul degrado dei siti, tralasciando di sottolinearne l’abbandono e la retorica decadente che tanto ha imperversato nell’iconografia di questo territorio. Secondo Marco Delogu, curatore della mostra, «l’eterna lotta tra buio e luce viene paradossalmente capovolta nei due territori del Sulcis e dell’Asinara. Uomini liberi venivano obbligati al buio delle miniere, giornate intere passate a centinaia di metri sotto la superficie. Uomini in cattività venivano obbligati a convivere con la potenza della luce del sole, e di questa bellezza abbagliante non potevano usufruire: punizione nella punizione, quella luce marcava il loro confine, così come il profondo buio toglieva salute e libertà ai minatori del Sulcis».”Tale contrasto paradossale è tuttavia annullato nelle fotografie di Pino Musi, il cui sguardo persegue una visione poetica che è ben lontana da ogni intenzione documentaristica. Laddove l’Asinara è infatti il punto di partenza anche interpretativo del viaggio e dell’indagine “Sottotraccia”, è solo attraverso i siti minerari del Sulcis / Iglesiente che il percorso visivo si evolve, concentrandosi in un territorio che forse più di molti altri porta i segni evidenti di fasi storico-economiche anche recenti e dal complesso sviluppo che, in quanto tali, meritano di essere osservate, indagate e messe in luce attraverso sguardi e linguaggi contemporanei.

La mostra sarà visitabile gratuitamente tutti i giorni, dal lunedì al sabato, dalle 9.00 alle 19.00, fino al 31 marzo 2020.

Note biografiche. Pino Musi vive e lavora a Parigi. Il fascino per la camera oscura e la costante frequentazione delle avanguardie teatrali, almeno fino alla fine degli anni ottanta, hanno segnato la sua attività. Il lavoro di Musi ha intersecato molteplici aree d’interesse come l’antropologia, l’architettura, l’archeologia o, ancora, la produzione industriale. La sua ricerca sulla forma fa parte di un progetto coerente e trova il miglior mezzo espressivo attraverso la creazione di libri.
Opere fotografiche di Pino Musi sono presenti in collezioni private e pubbliche, tra cui la Fondazione Rolla, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione Fotografia di Modena, il FRAC (Fonds régional d’art contemporain) Bretagne.

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Un’azienda farmaceutica australiana ha individuato la Sardegna come il luogo ideale per coltivare cannabis medica per i mercati internazionali. I direttori dell’azienda sono alla ricerca di organizzazioni con risorse adeguate per la coltivazione per la successiva esportazione in Australia e Nuova Zelanda.

Medicinal Organic Cannabis Australia (MOCA) è una compagnia privata, con sede a Sydney in Australia. La società è la prima azienda di cannabis medica biologica in Australia che all’inizio di quest’anno ha presentato con successo l’offerta di fornire al Ministero della Difesa italiano la sua quota annuale di cannabis medica.

I direttori dell’azienda, il cav. Alessandro Sorbello e la dott.Ssa Emanuela Ispani sono in Italia da maggio, collaborando con le regioni italiane per determinare le condizioni ambientali più adatte per la coltivazione della cannabis per applicazioni farmaceutiche. I direttori hanno incontrato funzionari in Toscana, Abruzzo, Piemonte, Lombardia, Campania e Sicilia. Ora si trovano in Sardegna, nell’ultima tappa italiana del loro tour di ricerca e hanno identificato questa fertile Regione come l’opzione più favorevole. Alessandro Sorbello ed Emanuela Ispani hanno visitato i coltivatori in varie aree dell’isola, sviluppando relazioni con i proprietari di serre fotovoltaiche e serre tradizionali nelle province di Cagliari e Sassari.

Il mercato globale della cannabis medica sta crescendo in modo esponenziale e la domanda anticipata di CBD (un componente della cannabis medica) crescerà di oltre il 700% nel 2020. La spesa globale per la cannabis legale in tutto il mondo raggiungerà $57 miliardi in un decennio, secondo Arcview Market Research e BDS Analytics. Grazie alla spinta della legalizzazione della cannabis e dalla crescente domanda, è previsto che il fatturato generato dalla cannabis negli Stati Uniti raggiunga i 23,4 miliardi di dollari entro il 2022.

MOCA è in possesso di licenze farmaceutiche conferite dal governo federale australiano per l’importazione ed il commercio all’ingrosso di prodotti medici, compresa la cannabis, per la fornitura a ospedali e cliniche specialistiche. I medicinali a base di cannabis di MOCA vengono usati per il trattamento di condizioni come l’epilessia infantile, il morbo di Parkinson, gli spasmi muscolari causati da sclerosi multipla, nausea causata dalla chemioterapia antitumorale e scarso appetito e perdita di peso causata da malattie croniche, come l’HIV.

In Sardegna, MOCA si focalizzerà progressivamente nella coltivazione di oltre 300 ettari. L’azienda farmaceutica possiede protocolli proprietari per la coltivazione di cannabis medica e la genetica delle piante, sviluppati in collaborazione con il suo gruppo di ricerca e approvati dai governi Australiano, Neozelandese e Canadese. Durante il loro soggiorno in Sardegna, i direttori di MOCA hanno stabilito un rapporto di collaborazione con l’Università di Cagliari allo scopo di assistere le attività di sviluppo del settore nella Regione. La compagnia ha una politica di riacquisto garantito delle infiorescenze e biomassa prodotti con i suoi coltivatori e paga molto al di sopra degli standard del settore. I contratti per la coltivazione e l’acquisto della biomassa prodotta vedranno una ridistribuzione di circa E 20 milioni all’anno nella Regione, per i prossimi 10 anni.

Sorbello e Ispani sono in Sardegna fino al 18 dicembre per valutare potenziali aziende e siti per eventuali collaborazioni nella coltivazione. Una volta confermate le soluzioni adeguate, i direttori torneranno all’inizio del 2020 per sviluppare il progetto portando con sé il loro team di esperti provenienti da Australia, Canada e Stati Uniti.

La coltivazione permetterà a MOCA di fornire cannabis di grado farmaceutico ai mercati internazionali. L’inizio della coltivazione è prevista per il primo trimestre del 2020.

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La tavola e il buon cibo per insegnare ai più giovani il valore degli alimenti di qualità, certificati DOP, IGP, Biologici e tradizionali. Per rafforzare il legame con il territorio e tra le comunità. In sintesi è questo lo spirito di “Mandigos – la Sardegna in tavola”, il programma di educazione alimentare finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna e realizzato da Laore Sardegna in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, con i Consorzi regionali di tutela DOP e IGP e le associazioni di categoria. I primi seminari formativi rivolti a insegnanti e rappresentanti dei genitori sono in programma giovedì e venerdì (il 12 e 13 dicembre), rispettivamente a Cagliari e Sassari.

OBIETTIVI. Sapere quello che si mette in tavola è la base per poter scegliere un cibo salubre e di qualità. Per essere consumatori consapevoli occorre conoscere e riconoscere i prodotti, le tecniche di coltivazione e di trasformazione, i marchi. Imparare ad assaporare i piatti e le materie prime fondamento della cultura culinaria sarda da millenni. Il progetto coinvolge i bambini, i ragazzi, gli insegnanti, i genitori e tutti coloro (sanità, comuni, gestori delle mense) che si occupano a vario titolo di educazione alimentare e ristorazione nelle scuole.

Già nel suo nome in lingua sarda il progetto #Mandigos (cibo-alimenti) racchiude il legame fra il buon cibo e i prodotti di qualità e a filiera corta della nostra Isola. Tutti i partecipanti, dai bambini agli adulti, potranno così conoscere meglio gli alimenti di qualità sardi, guidati da esperti e con l’ausilio dei produttori. In particolare, oltre a scoprire modalità di produzione e trasformazione, potranno gustare i numerosissimi piatti e materie prime, sapori autentici della Sardegna. Tra i prodotti a Denominazione d’Origine Protetta ci sono il Pecorino sardo, Fiore sardo, Pecorino romano, il Carciofo spinoso di Sardegna, l’Olio Extravergine di Oliva Sardegna e ancora lo Zafferano di Sardegna; tra quelli a Indicazione Geografica Protetta l’Agnello di Sardegna e i Culurgionis d’Ogliastra. Tra i vari cibi analizzati dal progetto ci saranno anche i prodotti da agricoltura biologica, i Prodotti Agroalimentari Tradizionali e il pane fresco.

AZIONI. Quattro sono le azioni previste per realizzare il progetto ‘Mandigos – la Sardegna in tavola’. La prima si sviluppa attraverso un ciclo di sei seminari, uno per ogni aerea geografica di riferimento degli istituti aderenti al progetto, e punta a rafforzare le competenze di insegnanti e genitori sulle «politiche di comunicazione e di educazione alimentare». Si concluderà con dei laboratori sensoriali che permettono di scoprire e assaporare prodotti DOP, IGP, biologici e tradizionali. È incentrata, invece, sui laboratori di degustazione la seconda azione, rivolta agli studenti della scuola media, dei licei, degli istituti tecnici e professionali. Protagonisti dell’azione successiva sono i ragazzi più piccoli, coinvolti in visite guidate alle fattorie didattiche iscritte all’Albo regionale della multifunzionalità delle aziende agricole e ittiche o negli stabilimenti produttivi agroalimentari. La quarta e ultima azione mira a coinvolgere gli operatori e i gestori dei servizi di ristorazione scolastica, attori fondamentali nel 2

supportare o nell’invalidare i messaggi educativi sui corretti stili dell’alimentazione, attraverso l’organizzazione di un concorso di cucina con la finalità di ideare nuove ricette e nuovi menù per dar valore ai prodotti.

DESTINATARI. Sono 97, tra pubbliche e paritarie, le scuole sarde che hanno risposto all’invito dell’Agenzia Laore Sardegna. L’iniziativa al momento coinvolge in totale 2210 alunni. Gli istituti finora selezionati rispecchiano la distribuzione scolastica regionale: 22 sono in provincia del Sud Sardegna, 6 di Oristano, 13 e 14 rispettivamente di Nuoro e Sassari, sono invece 12 gli istituti della città metropolitana di Cagliari. Numeri di partecipazione destinati a crescere.

APPUNTAMENTI. Il progetto è al nastro di partenza. I primi seminari dell’Azione 1 rivolta a insegnanti e rappresentati dei genitori delle scuole che hanno aderito all’iniziativa, si svolgeranno il 12 dicembre a Cagliari ed il 13 a Sassari. Gli incontri proseguiranno poi a gennaio, il 15 a Nuoro ed il 16 a Sanluri, il 21 a Oristano. L’ultimo appuntamento si terrà il 23 gennaio nel Sulcis Iglesiente.

giovedì 12 dicembre – Villa Fanny

Via Don Bosco, 8 – Cagliari

venerdì 13 dicembre – Ersu, Sala Conferenze

Via Coppino 32, Sassari

mercoledì 15 gennaio – ExMè – Struttura Multifunzione

Piazza Goffredo Mameli, 1, Nuoro

giovedì 16 gennaio – Sala Consiliare Comune Samassi

Via Municipio, 1, Samassi

mercoledì 22 gennaio – Hotel Su Baione

località Nuraghe Losa, Abbasanta

giovedì 23 gennaio – Centro di aggregazione sociale

Masainas

IL PROGRAMMA. I seminari, coordinati da Laore Sardegna, saranno articolati in più focus che toccheranno più argomenti tra i quali “il sapore della tradizione”, “influenza dei media e della pubblicità sulle scelte alimentari”, “buon cibo e buona salute”, “etica e alimentazione”. La giornata si concluderà con un laboratorio dal titolo “gli strumenti didattici e metodologici per l’educazione alimentare”.

 

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«Fa specie leggere le dichiarazioni dell’assessore della Sanità della Regione Sardegna Mario Nieddu, che si dice preoccupato per una ‘possibile’ sostituzione dell’attuale responsabile dell’Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) da parte del ministro della Salute, denunciando lo spoil system.»

Lo scrive, in una nota, Gianfranco Ganau, capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale.

«Giova ricordare all’assessore Nieddu che fa parte di un Giunta regionale che ha fatto dello spoil system più selvaggio la propria regola di azione, sin dall’insediamento, spesso non rispettando neanche le regole alla base delle nuove nomine, come dimostra il vergognoso tentativo di dare una falsa ’interpretazione autentica’ alla norma che regola le caratteristiche che devono avere i direttori generali per essere nominati tali, con l’evidente intento di sanare in questa maniera evidenti illegittimità. Sappia – conclude Gianfranco Ganau – che contro questo tentativo metteremo in campo tutti gli strumenti utili per denunciarlo e possibilmente sventarlo.»

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Le atlete italiane continuano a vincere, a portare il nostro Paese sul podio, conquistando contemporaneamente premi e medaglie e un pubblico sempre più numeroso che segue le loro imprese. Nonostante vittorie e traguardi restano però una realtà poco raccontata, non hanno la visibilità mediatica che meritano, rimangono pressoché invisibili in tv e sui giornali. La narrazione nei media televisivi e nella carta stampata è ancora distorta e poco equilibrata, concentrata spesso sulla fisicità delle sportive e non sulla loro bravura, a discapito dei risultati. Ecco perché le parole giuste per dirlo e le occasioni per riflettere sui temi della discriminazione di genere non bastano mai, e le iniziative di Giulia giornaliste che mirano ad abbattere gli stereotipi che sulle donne in particolare producono una deformazione dell’informazione in diversi campi e un fiorire di luoghi comuni e doppi sensi nei testi e nelle immagini, sono numerose e in continuo aggiornamento. Dalle parole giuste per fare bene i titoli nei media, per rappresentare le persone con disabilità nella comunicazione, per tutelare la dignità delle persone qualunque sia il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere, alle parole giuste per una corretta informazione priva di pregiudizi su donne e sport. Sarà proprio quest’ultimo il tema centrale del terzo corso di formazione della stagione autunno-inverno 2019-20 organizzato da Giulia giornaliste Sardegna e dall’Ordine dei Giornalisti Sardegna, in collaborazione con il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari, dal titolo “Donne e Sport – Riflessioni urgenti per una corretta rappresentazione mediatica” che si terrà mercoledì 11 dicembre 2019, nell’Aula Motzo della Facoltà di Studi Umanistici, Università di Cagliari (Sa Duchessa), dalle ore 14.00 alle 17.00.
Il corso intende promuovere le linee del Manifesto “Media, Donne e Sport: idee guida per una diversa informazione” redatto da Giulia giornaliste e Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti) per contribuire a realizzare cronache e interviste attente, consapevoli, corrette e libere da pregiudizi.
Intervengono per i saluti istituzionali: Francesco Birocchi, presidente Odg Sardegna; Celestino Tabasso, presidente Assostampa Sardegna; Susi Ronchi, fondatrice di Giulia giornaliste Sardegna; Mario Frongia, presidente Ussi Sardegna (Unione Stampa Sportiva Italiana). Seguiranno i contributi di Elisabetta Gola, docente di Semiotica dei media (Unica), Mara Cinquepalmi, giornalista professionista (Agenzia di stampa Italpress e Atlante di Treccani), è autrice dell’ebook “Dispari, storie di sport, media e discriminazioni di genere”; Mimma Caligaris, presidente della CPO FNSI, caposervizio sport “Il Piccolo” e sportiva; Silvia Garambois, presidente Giulia giornaliste; l’avvocata Margherita Falqui, componente del gruppo di lavoro FIS (Federazione Italiana Scherma) per la stesura del codice anti-molestie; Federica Ginesu, giornalista, esperta di questioni di genere e sport; Veronica Baldaccini, cronista sportiva Sky; Chiara Obino, fra le prime dieci donne al mondo per le immersioni in apnea. Modera: Simona De Francisci, vicedirettrice Videolina. Ai giornalisti verranno riconosciuti 5 crediti deontologici.

Lo sport al femminile sta suscitando maggiore interesse, come dimostrato dai Mondiali di calcio 2019, quando “le ragazze mondiali”, le calciatrici azzurre, sono scese in campo la scorsa estate: audience da record su Rai1 e un’intera nazione a fare il tifo. Ma oltre al problema di una corretta rappresentazione nei media, le atlete italiane in Italia si scontrano con un forzato dilettantismo sportivo condannate da una legge datata 1981 che proibisce loro l’accesso al professionismo e tutto quello che ne consegue.
Diritti negati, ma non solo. Una disparità di trattamento che si ripercuote anche nei compensi, le sportive agoniste percepiscono in media il 51,4 per cento in meno rispetto ai colleghi maschi. La poca attenzione alle gesta vittoriose delle sportive è uno degli elementi che alimenta la mancata parità tra uomini e donne nello sport.

Mercoledì 11 dicembre 2019
Corso di formazione
“Donne e Sport”
Riflessioni urgenti per una corretta rappresentazione mediatica
Facoltà di Studi Umanistici |Sa Duchessa
Università di Cagliari
Aula Motzo
ore 14.00-17.00

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Una maratona linguistica così non si era mai vista nell’isola. Ed il format sperimentale che doveva portare nuova linfa al concorso letterario si è rivelato vincente, non solo per partecipazione di pubblico e di artisti, ma anche per un’inaspettata freschezza e forza propulsiva che non è difficile immaginare, rivoluzionerà forse il modo di pensare questo tipo di manifestazioni per il futuro.

La XXX edizione del Premio di Poesia sarda organizzato dalle ACLI Sardegna, sabato (7 dicembre) e domenica all’Hospitalis Sancti Antoni di Oristano, è stata una grande festa per la lingua sarda. Dopo l’introduzione del presidente Acli regionale, Franco Marras, e della segretaria del concorso, Daniela Masia, che ha avuto un ruolo fondamentale nella pianificazione dell’evento, la maratona linguistica di sabato ha visto cimentarsi diversi nomi illustri sia nel panorama regionale della poesia tradizionale classica sia declinata verso nuove prospettive, e quindi nel campo della musica e del teatro. Nel pieno spirito dell’associazione organizzatrice, sono stati affrontati temi legati al sociale, ai diritti umani, alla violenza di genere e all’inquinamento, abbracciando con spirito partecipativo le diverse varianti linguistiche di tutta l’isola.

Tra i presenti per i saluti, anche il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, e Peppino Tilocca, preside dell’Istituto d’Istruzione Superiore “De Castro” di Oristano, i cui studenti hanno intrapreso un percorso di Alternanza scuola lavoro con le Acli provinciali.

Forti emozioni domenica ha riservato la presenza di Tonietto dei Salis ‘n Salis, che ha ricevuto il Premio alla carriera dalle mani del direttore artistico Michele Pinna e dalla giornalista Simona Scioni. Istituito per la prima volta, il riconoscimento è rivolto a personalità che abbiano inciso nella storia della cultura musicale, poetica, letteraria e artistica della Sardegna. Visibilmente commosso, Tonietto dei Salis ‘n Salis ha dedicato questo premio al fratello Francesco, scomparso qualche anno fa.

Le motivazioni sono state lette sul palco dai componenti della giuria formata da Vincenzo Pisanu (presidente), Nino Pericu, Giuseppe Tirotto, Michele Pinna e Nicolò Migheli. Batticuore e sorrisi hanno suscitato i piccoli poeti provenienti dalle scuole primarie di Orotelli, guidati dalla docente Immacolata Salis, i quali hanno ritirato il premio della sezione “Scuola/laboratori linguistici per bambini” grazie al lavoro “Un arbu unu contu”, e hanno letto alcuni brani dei loro componimenti. Una realtà che in primavera troverà un sequel grazie una giornata interamente dedicata alle scuole.

Emozioni in note invece sono arrivate con il cantautore Andrillo, al secolo Andrea Murgia di Cagliari, che ha riscosso forti applausi per le sue esibizioni canore alla chitarra, prima di ricevere il premio novità riservato alla Poesia musicata, per l’opera “Su chi est lebiu bolat”.

Il primo premio assoluto nella sezione “Poesia in rima o versi liberi” è andato ad Antonello Bazzu di Sassari per “Duria Ingannadora”, il secondo ad Antonio Canu per “No te’ edat la terra”, e il terzo a Giangavino Vasco per “Nues de reselu”. Tonino Fancello ha invece ricevuto il Premio speciale della giuria per “Fortuna furistera”, mentre menzioni speciali sono state attribuite a “Bisos” di Tonino Cau, “Eternidade” di Franco Piga, “Unu solu est su nidu” di Domenico Angelo Fadda, “Cudda tzia” di Giancarlo Secci e “Incantera” di Eliano Cau.

La sezione prosa ha visto primeggiare Peppino Fogarizzu con “Su bantzigu eredadu”, al secondo posto Costantina Frau con “Sa lezes suba sos cunzaos”, e al terzo Sandro Biccai con “Fata bi l’amos!”. Menzione speciale per Maria Antonia Fara con “Isvagos ismentigados”. Salvatore Pintore l’ha spuntata nella sezione Letteratura edita con il volume “Paràulas e silèntzios”.

Nella sezione a tema sui Valori delle Acli, la corona d’alloro se l’è aggiudicata Stefano Arru per “Chentales de sotzialidade (virtude Aclista)”. Menzioni speciali a Dante Erriu per “Eterna Amistadi”, ad Angelo Maria Ardu per “S’atera istrina” e Antonio Longu per “Semenonzos”.

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I carabinieri della stazione di Carbonia hanno arrestato M.M., lasse 1981, di Carbonia, pregiudicato, nullafacente, in esecuzione di un ordine di carcerazione per reati di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi. Nello specifico, l’attività di indagine che ha portato alla richiesta della misura coercitiva, era stata avviata dai carabinieri di Carbonia, nello scorso mese di novembre, a seguito di una serie di furti messi a segno da ignoti, all’interno di un cantiere edilizio vicino al centro cittadino. In più occasioni dal cantiere erano stati asportati materiali ed attrezzature edili di svariato valore. Gli elementi investigativi subito raccolti dai militari, avevano fatto convergere i sospetti sul giovane, gravato da numerosi altri precedenti specifici, surrogati, peraltro, anche dal suo riconoscimento nelle immagini delle telecamere di video sorveglianza che riprendevano il malfattore mentre si allontanava con la refurtiva a seguito. I militari, recatisi nell’abitazione dell’uomo che vive ancora nella casa dei genitori, seppur non erano riusciti a rintracciarlo, sono rimasti sorpresi nel rinvenire nella sua camera da letto, all’interno di un armadio, 1 kg di marijuana lasciata essiccare dentro un bidone per la raccolta differenziata, nonché un fucile da caccia monocanna, abilmente modificato, con la canna mozzata per essere facilmente occultabile, con relative cartucce a pallettoni.

La gravità dell’esito delle operazioni condotte dagli investigatori, che hanno delineato la pericolosità sociale del 39enne, hanno indotto l’Agnad emettere immediatamente un ordine di carcerazione. MM, al termine delle formalità, è stato condotto al carcere di Uta.

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Un nuovo avviso di condizioni meteo avverse per vento e mareggiate è stato diramato oggi dal Centro funzionale decentrato della Protezione civile, valido dalle 8.00 di domani, 9 dicembre, alle 18,00 di martedì 10 dicembre 2019.

Sono previsti venti forti da Nord-Ovest su tutta l’Isola, fino a burrasca sulle coste settentrionali occidentali in prossimità dei rilievi, dalla mattina di domani, martedì 9 dicembre con rotazione dei venti da Nord e successiva graduale attenuazione a partire dal pomeriggio. Mareggiate lungo le coste esposte.

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Dopo il Porto Rotondo anche la Kosmoto Monastir è riuscito a bloccare sul pari il Carbonia, raggiunto dal Castiadas in testa alla classifica del campionato di Eccellenza. Questo pomeriggio è finita 0 a 0, al termine di una partita ben giocata dal Carbonia nel primo tempo, nel corso del quale ha costretto a lungo il Monastir (sceso in campo con due dei quattro nuovi acquisti, un terzo è entrato nel corso della partita) nella propria metà campo, costruendo anche tre nitide occasioni per sbloccare il risultato, meno brillante nella ripresa, nel corso della quale il Monastir ha sofferto meno ed ha cercato anche di creare qualche problema alla difesa mineraria.

Il Castiadas ha superato in rimonta con un largo punteggio, 4 a 1, il La Palma Monte Urpinu, ed ha così agganciato il Carbonia in vetta, a due settimane dal confronto diretto. Tra sette giorni, proprio il La Palma Monte Urpinu sarà avversario del Carbonia al “Carlo Zoboli”, mentre il Castiadas giocherà sul difficile campo dell’Ossese, oggi bloccata sul pari, 2 a 2, ad Arbus. Il La Palma Monte Urpinu da due settimane è guidato da Franco Giordano, subentrato al dimissionario Paolo Busanca, arrivato certamente nel periodo più difficile, alla vigilia delle sfide con Nuorese, Castiadas e Carbonia. Le prime due il Palma Monte Urpinu le ha perse 5 a 0 in casa e 4 a 1 in trasferta ed ora è ultimo in classifica da solo con soli 8 punti.

La Nuorese ha superato il Li Punti 2 a 0 ed ha agganciato al terzo posto, a due punti dalla coppia di testa, la Ferrini, piegata di misura nel finale a Bosa, 3 a 2, dopo essere stata due volte in vantaggio. L’Ossese segue a tre lunghezze dalla vetta. Cinque squadre racchiuse in soli tre punti.

La giornata ha registrato la larghissima vittoria dell’Atletico Uri sulla San Marco Assemini ’80, che ha interrotto una terribile serie di cinque sconfitte consecutive della squadra che contenderà al Carbonia, l’8 febbraio 2020, ad Oristano, la Coppa Italia 2019/2020.

In coda, infine, vittorie pesanti per il Taloro Gavoi sul Guspini, 3 a 0, e per il Porto Rotondo sul Ghilarza, 2 a 1.