25 December, 2025

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Sta nascendo il nuovo Carbonia Calcio. Oggi la società guidata dal presidente Carlo Foti, ha annunciato che il direttore sportivo Andrea Colombino ha perfezionato le trattative per l’arrivo di ben 9 nuovi calciatori e per 1 conferma.

Come preannunciato nel tardo pomeriggio, è stato ufficializzato l’arrivo di Marco Russu, esterno classe 1995, cresciuto nel vivaio del Cagliari, ha esordito in serie C nella stagione 2014/2015 con il Como, in quella successiva ha giocato ancora in serie C con il Lumezzane, collezionando 28 presenze, poi nell’Olbia e da fine anno al Melfi. Un’altra stagione, 2017/2018 divisa tra Arzachena e Lucchese. Nelle ultime due stagioni ha giocato in Sardegna, in Eccellenza nella Nuorese e, nel campionato interrotto dall’emergenza Coronavirus, nella Torres di Marco Mariotti.

Giocherà il prossimo campionato con la maglia del Carbonia anche Roberto Vitolo, centrale o esterno destro, classe 1998; cresciuto nelle giovanili del Sorrento, ha poi giocato in serie D con Nocerina e Racing Aprilia.
Per il settore centrale del campo, arrivano a Carbonia Cristian Stivaletta e Joseph Tetteh. Il primo, nell’ultima stagione, si è diviso tra la Vastese (15 presenze e 2 gol) ed il San Nicolò Notaresco (12 presenze e 1 rete) ma nei due anni precedenti, sempre con la Vastese, aveva messo a segno ben 17 reti (11 nel 2017-2018 e 6 nel 2018-2019). Uno spiccato senso del gol mostrato anche nei due campionati precedenti, con la maglia del San Nicolò, quando andò a segno 4 volte nella stagione 2014-2015 ed altre 5 in quella 2016-2017. In mezzo l’esperienza in serie C con l’Aquila (9 presenze).
Arriva come ultimo anno da fuoriquota Joseph Tetteh, ex Primavera del Cagliari, una stagione all’Olbia in serie C nel 2018-19 (5 presenze). Nell’ultima stagione e mezza ha giocato in serie D con il San Donato Tavernelle, disputando in tutto 27 partite con 3 gol all’attivo.
Nel primo pomeriggio, erano state annunciate le altre operazioni.

La difesa cambia volto. Il nuovo portiere sarà Werther Carboni, classe 1996, cresciuto nelle giovanili del Cagliari e con presenze in serie C tra Olbia e Lumezzane. Lo scorso anno ha giocato in Eccellenza con la San Marco Assemini ’80, ben figurando nelle quattro sfide con il Carbonia, tra campionato e Coppa Italia, nonostante i tanti goal subiti. Il reparto si avvarrà delle prestazioni di Matteo Bagaglini, difensore centrale classe 1992, una decina di stagioni in serie D, già con il mister Marco Mariotti alla Nuorese; e di quelle di Lorenzo Costa, mancino classe 2000, cresciuto nelle giovanili del Novara, ha maturato esperienza in serie D (Castiadas e Lanusei).

A centrocampo arriva Cristiano Palombi, centrale classe 1998, cresciuto nelle giovanili della Roma, alcuni campionati in serie D alle spalle. Arriva in prestito dal Monterosi (serie D). E viene confermato Nicola Serra, classe 1999, cresciuto nelle giovanili del Carbonia, con diversi anni nei dilettanti tra Promozione ed Eccellenza, e in serie D con Latte Dolce e Castiadas.

Per l’attacco arriva Ador Gjuci, classe 1998, cresciuto nelle giovanili della Reggina e del Torino, protagonista poi in serie D con Monterosi e Torres.

A fronte di questi nuovi arrivi, vanno registrate alcune partenze. Dopo quelle del portiere Antonio Fortuna, accasatosi al Guspini e del centrale difensivo Luigi Pinna all’Atletico Uri, entrambi in Eccellenza, e quella arrivata ieri di Daniele Contu, al Villamassargia in Promozione, è di oggi la notizia dell’accordo del capitano Marcello Angheleddu al Muravera, nello stesso girone del Carbonia, dove ritrova il direttore sportivo Sebastian Puddu.

Tutti i partenti lasciando un grande ricordo a Carbonia, dove sono stati protagonisti di una straordinaria stagione, culminata con la promozione in serie D e la conquista della Coppa Italia, in particolare Marcello Angheleddu, un calciatore dalle qualità fuori dal comune, non solo tecniche. E’ stato il faro della squadra e del gruppo, l’uomo intorno al quale è stata costruita una squadra davvero super che resterà nella storia del Carbonia Calcio.

Giampaolo Cirronis

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«In passato ho chiesto, più volte, al Governo interventi per salvaguardare i posti di lavoro alla ‘RWM Domusnovas’ alla luce del divieto di vendita ed esportazione all’Arabia Saudita per cercare di fermare il conflitto in Yemen dove, ingiustamente, l’azienda è stata messa all’indice come ipotetica responsabile.»

Lo ha detto oggi Salvatore Deidda, capogruppo di FdI in Commissione Difesa.
«Ovviamente, abbiamo avuto – dal Governo – solo rassicurazioni a parole nonostante la RWM fosse definita strategica per le forniture
all’Italia ed alle altre nazioni europee», ribadisce Salvatore Deidda, commentando la decisione dell’azienda di mettere in cassa integrazione 90 dipendenti e non rinnovare il contratto ad 80 lavoratori che si aggiungono ai 110 del periodo passato.
«Presenterò un’ interrogazione al ministro della Difesa ed al ministro dello Sviluppo economicoconclude l’esponente di FdI per richiamare le chiare responsabilità del Governo e chiedere, finalmente, interventi risolutivi per non perdere centinaia di posti di lavoro e che fine ha fatto il riconoscimento della rilevanza strategica dell’Azienda per gli interessi nazionali, attraverso il rilascio del nulla osta di sicurezza industriale strategico, già avviato dal marzo del 2018.»

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«Il Comitato Riconversione Rwm prende atto con preoccupazione di quanto comunicato dalla direzione aziendale Rwm relativamente all’impossibilità di mantenere gli attuali (ridotti) livelli occupativi dello stabilimento di Domusnovas-Iglesias.»

Lo scrivono, in una nota, i due portavoce Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa.

«Si tratta di 80 posti di lavoro già persi e di altri 90 a rischio, ancorché provvisoriamente affidati alla cassa integrazione, in un territorio che, da tempo ridotto al lumicino, ha visto affievolirsi ulteriormente le proprie speranze di salvezza in questo tempo di epidemiaaggiungono Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa -. Le conseguenze economiche del divieto di esportazione verso paesi belligeranti imposto dalla legge 185/90 e voluto da Parlamento e Governo nello scorso luglio, hanno finito per ricadere esclusivamente sugli anelli deboli della catena: i lavoratori e le loro famiglie. Come troppo spesso succede. L’azienda ha un cliente principale che giustifica economicamente la sua attività e quel cliente è un paese che da 5 anni è in guerra contro una parte dei cittadini yemeniti, con tutta la potenza del suo apparato militare che non bada a spese pur di annientare il nemico ed è sostenuto da buona parte dei paesi occidentali. Ma quel cliente, fortunatamente, è, al momento, all’angolo.»
«Eppure, lo scenario potrebbe essere ben diverso se solo il gruppo tedesco Rheinmetall, che detiene la proprietà della fabbrica, indirizzasse i propri investimenti in Sardegna verso altre direzioni, meno dipendenti da scelte di morte e di distruzioneproseguono Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa -. Buona parte del fatturato della multinazionale con sede a Berlino, infatti, proviene dal settore civile e niente gli impedirebbe di convertire al civile anche le produzioni dell’isola. Invece, come si legge anche nel comunicato, persistono gli investimenti finalizzati ad incrementare la produzione di armi, che prevede un tipo di occupazione meno stabile perché continuamente soggetta alle
fluttuazioni di un mercato per sua natura scoppiettante. Stavolta è la scelta governativa di rispettare finalmente la legge a mettere a rischio l’occupazione di qualche centinaio di lavoratori, la prossima potrebbe essere la fine di una guerra. Volere espandere la produzione di
armi significa non aver interesse alla pace. Quella bellica è un tipo di industria predatoria che costringe quadri ed operai a desiderare che guerre e distruzioni non abbiano mai fine, pur di salvaguardare il proprio lavoro. Da anni diciamo queste cose e da anni mettiamo in guardia contro la fragilità occupativa dell’industria bellica, soggetta a repentini cambi di programma, ribaltamenti geopolitici e prese di posizione dei governi che controllano la produzione. Da anni affermati studiosi sostengono che le industrie belliche siano fonti di ingenti guadagni per pochi e non portino vero sviluppo ai territori nei quali si installano.»
«La legge 185/90, oltre a prevedere divieti e attente regolamentazioni, stabilisce anche che possa essere lo Stato a farsi carico delle conseguenze delle crisi dell’industria bellica, prevedendo un fondo per la riconversione. Piuttosto che tenere in vita un’industria così precaria, con sussidi pubblici e artifici amministrativi, non sarà il caso di mettere in cantiere, subito, un progetto di riconversione industriale al civile, finanziato dallo Stato, magari approfittando dei fondi stanziati dall’Unione per la conversione ecologica, green, dell’economia
europea?concludono Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa -. Le istituzioni, facciano la scelta giusta: sostengano subito e direttamente i . lavoratori, con gli strumenti necessari, senza incentivare nuove intraprese belliche della proprietà aziendale ma anzi promuovendo una radicale conversione delle produzioni, ecologica e pacifica, per il bene di tutti i sardi ma anche, contemporaneamente, delle popolazioni straziate dalle “nostre” bombe.»

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«Esprimo la solidarietà personale e del ministero della Difesa ai lavoratori della RWM di Domusnovas, 80 dei quali stanno vivendo un’estate drammatica a causa del mancato rinnovo del loro contratto di lavoro mentre altri 90 saranno posti in cassa integrazione a partire dal primo agosto. Tutto questo in una regione già caratterizzata da scarse opportunità di lavoro, acuite peraltro dall’attuale emergenza sanitaria. Una situazione difficile verso la quale la Difesa è intervenuta nelle diverse sedi, anche comunitarie, per ricercare soluzioni a salvaguardia di questa importante realtà produttiva.»
Lo ha detto oggi il sottosegretario di Stato della Difesa, Giulio Calvisi, in merito al mancato rinnovo contrattuale, annunciato dall’azienda, a circa 80 lavoratori.
«Nei prossimi giorni incontrerò i vertici aziendali, le rappresentanze sindacali e i sindacati per studiare insieme possibili soluzioni. Lavorerò anche con altri rappresentanti del Governo e, in particolare, con la collega Alessandra Todde, sSottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, per individuare misure a tutela e a salvaguardia dei lavoratori e delle loro famiglie», ha concluso il sottosegretario Giulio Calvisi.

 

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Tre associazioni ambientaliste, Italia Nostra Sardegna, Cobas Cagliari ed Unione Sindacale di Base (USB Sardegna), e due sindaci, di Ussaramanna e Villanovaforru, si schierano ancora contro il metano, quale fonte energetica transitoria nella fase di decarbonizzazione.

«Le ambizioni dell’attuale classe dirigente della Sardegna sono in perfetta continuità con quelle disastrose scelte politiche del passato che hanno portato la nostra Regione ad essere il fanalino di coda dell’intera Europa in termini di occupazione, ricchezza, salute dei cittadini e salubrità dell’ambientesi legge in una notaAssistiamo ancora oggi alla reiterata richiesta di realizzare un’infrastruttura come l’obsoleta rete del metano, distruttiva per il territorio e di nessuna utilità per la comunità sarda, ma economicamente vantaggiosa solo per chi la realizza. Gli interessi in campo sono infatti rilevanti – costerebbe intorno al miliardo e mezzo di euro, anche se non è ancora chiaro chi li dovrebbe sborsare – e nessuno vuole rinunciarvi, nonostante le forti motivazioni che ne sconsigliano la realizzazione:
• Si tratterebbe di un’infrastruttura destinata a trasportare un combustibile che verrà soppiantato nei prossimi anni. Da tener presente che il costo della dorsale non verrebbe ammortizzato neppure in 50 anni!
• L’Europa chiede che si finanzino opere finalizzate all’abbandono delle energie fossili, ed il metano è un combustibile fossile.
• Nelle stesse città italiane già servite dalla rete di distribuzione, le nuove abitazioni non usano più il gas di città, ma sono prevalentemente climatizzate con impianti elettrici.
• Il superbonus inserito nel DL rilancio finanzia al 110% impianti per la produzione, l’efficientamento ed il risparmio energetici, ha tra i suoi obiettivi la sempre maggiore riduzione del fabbisogno energetico nelle nostre case.»
«A poco però valgono le ragioni tecniche se i profitti sono cospicui e, soprattutto, appannaggio di pochi!aggiungono Italia Nostra Sardegna, Cobas Cagliari, Unione Sindacale di Base (USB Sardegna), e i sindaci di Ussaramanna e Villanovaforru -. Le nostre proposte, che abbiamo raccolto in un libretto e presentato al MISE nel corso degli incontri sull’applicazione del PNIEC in Sardegna, prevedono invece di utilizzare i cospicui finanziamenti, tra i quali quelli che si vorrebbe impegnare nella realizzazione della dorsale del gas, per accelerare i tempi della transizione dell’Isola alle rinnovabili, puntando sia sul potenziamento e la modernizzazione della rete elettrica sarda (unica infrastruttura utile che già raggiunge ogni angolo dell’isola), sia sull’incremento degli attuali collegamenti con la penisola mediante l’elettrodotto sottomarino triterminale (Sardegna-Sicilia-Continente), opera prevista dal Piano di sviluppo di Terna. Nello stesso tempo si è ipotizzato di ridurre i consumi, riorganizzando la rete dei trasporti, migliorando l’efficientamento energetico dell’edificato e delle attività produttive, attivare i distretti energetici perseguendo l’autonomia energetica, realizzare ulteriori impianti di pompaggio nelle dighe per compensare il gap della fluttuazione delle rinnovabili, incentivare autoproduzione ed autoconsumo, dare corso ad un’intensa sperimentazione locale sulle potenzialità dell’idrogeno come vettore energetico nel solco tracciato di recente dall’UE. Proposte che, anche grazie al Green New Deal europeo, potranno garantire una strategia industriale alternativa a quella del passato e contribuire a sviluppare competenze e attività in grado di generare lavoro ed occupazione qualificata nel settore delle rinnovabili e del risparmio energetico.»

«Sosteniamo quindi la decisione di evitare l’inutile spesa del metanodotto in Sardegna – concludono Italia Nostra Sardegna, Cobas Cagliari, Unione Sindacale di Base (USB Sardegna), e i sindaci di Ussaramanna e Villanovaforru – ed auspichiamo che questa scelta sia prodromica ad un completo ripensamento del fallimentare sistema industriale sardo che porti al ridimensionamento della presenza nell’isola delle inquinanti e antieconomiche industrie chimiche di base.»

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Si è svolta stamattina, alla presenza delle segreterie regionali e territoriali di categoria e della RSU, l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori sulla situazione lavorativa negli stabilimenti della Società RWM Italia Spa.
«La Società ha comunicato, anche a seguito della decisione del Governo Nazionale di sospendere, in data 29 luglio 2019, le licenze di fornitura di armamenti verso gli stati dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti, l’avvio delle procedure per la richiesta della cassa integrazione guadagni per tutti i lavoratori, nonché il mancato rinnovo contrattuale a circa 80 lavoratori che si aggiungono agli altri 110 espulsi dal ciclo produttivo ad ottobre 2019si legge in una nota dell’assemblea dei lavoratori -. Già dal mese di luglio 2019 abbiamo anticipato quello che sarebbe stato lo scenario futuro, lanciando un appello alle forze regionali e nazionali al fine di evitare ulteriori perdite di posti di lavoro in un territorio che ha il triste record di disoccupati. Nonostante le annunciazioni, le promesse e le rassicurazioni del periodo queste non hanno sortito nessuno effetto e il risultato è sotto gli occhi di tutti.»
«Sarebbe opportuno che ognuno, per il ruolo che ricopre e la competenza assegnatagli si assumesse le proprie responsabilità si legge ancora nella nota -. In questo momento c’è ben poco da gioire, se non per qualche associazione, anzi la preoccupazione è alle stelle dato che, in mancanza di risposte, è il preludio della chiusura della fabbrica. Non accetteremo passivamente questa situazione, l’attesa è finita, è tempo di risposte concrete, dichiariamo lo stato di agitazione e la conseguente mobilitazione nelle forme che si riterranno più opportune.
Nelle prossime ore – conclude la notainvieremo una richiesta di incontro urgente al Prefetto, agli assessorati regionali Industria e Lavoro, e ai sottosegretari Sardi della Difesa e del Mise.»

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Prime operazioni in entrata, per il nuovo Carbonia, in vista del prossimo campionato di serie D. Il direttore sportivo Andrea Colombino, ha concluso le trattative per gli arrivi al Carbonia di cinque nuovi calciatori (un quinto dovrebbe firmare nelle prossime ore) e per una conferma.

La difesa cambia volto. Il nuovo portiere sarà Werther Carboni, classe 1996, cresciuto nelle giovanili del Cagliari e con presenze in serie C tra Olbia e Lumezzane. Lo scorso anno ha giocato in Eccellenza con la San Marco Assemini ’80, ben figurando nelle quattro sfide con il Carbonia, tra campionato e Coppa Italia, nonostante i tanti goal subiti. Il reparto si avvarrà delle prestazioni di Matteo Bagaglini, difensore centrale classe 1992, una decina di stagioni in serie D, già con il mister Marco Mariotti alla Nuorese; e di quelle di Lorenzo Costa, mancino classe 2000, cresciuto nelle giovanili del Novara, ha maturato esperienza in serie D (Castiadas e Lanusei).

A centrocampo arriva Cristiano Palombi, centrale classe 1998, cresciuto nelle giovanili della Roma, alcuni campionati in serie D alle spalle. Arriva in prestito dal Monterosi (serie D). E viene confermato Nicola Serra, classe 1999, cresciuto nelle giovanili del Carbonia, con diversi anni nei dilettanti tra promozione ed Eccellenza, e in serie D con Latte Dolce e Castiadas.

Per l’attacco – la notizia dovrebbe essere ufficializzata nelle prossime ore – dovrebbe arrivare Marco Russu, esterno classe 1995, cresciuto nel vivaio del Cagliari, ha esordito in serie C nella stagione 2014/2015 con il Como, in quella successiva ha giocato ancora in serie C con il Lumezzane, collezionando 28 presenze, poi nell’Olbia e da fine anno al Melfi. Un’altra stagione, 2017/2018 divisa tra Arzachena e Lucchese. Nelle ultime due stagioni ha giocato in Sardegna, in Eccellenza nella Nuorese e, nel campionato interrotto dall’emergenza Coronavirus, nella Torres di Marco Mariotti; è già sicuro l’arrivo di Ador Gjuci, classe 1998, cresciuto nelle giovanili della Reggina e del Torino, protagonista poi in serie D con Monterosi e Torres.

A fronte di questi nuovi arrivi, vanno registrate alcune partenze. Dopo quelle del portiere Antonio Fortuna, accasatosi al Guspini e del centrale difensivo Luigi Pinna all’Atletico Uri, entrambi in Eccellenza, e quella arrivata ieri di Daniele Contu, al Villamassargia in Promozione, è di oggi la notizia dell’accordo del capitano Marcello Angheleddu al Muravera, nello stesso girone del Carbonia, dove ritrova il direttore sportivo Sebastian Puddu.

Tutti i partenti lasciando un grande ricordo a Carbonia, dove sono stati protagonisti di una straordinaria stagione, culminata con la promozione in serie D e la conquista della Coppa Italia, in particolare Marcello Angheleddu, un calciatore dalle qualità fuori dal comune, non solo tecniche. E’ stato il faro della squadra e del gruppo, l’uomo intorno al quale è stata costruita una squadra davvero super che resterà nella storia del Carbonia Calcio.

Giampaolo Cirronis

 

 

 

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La commissione Autonomia, presieduta da Pierluigi Saiu (Lega), ha completato nella seduta di questa mattina la discussione generale del Testo unificato degli Enti locali, che riunisce alcune proposte di legge presentate da diversi gruppi consiliari.
Per la prossima settimana sono state programmate le audizioni dell’Anci Sardegna e del Consiglio delle Autonomie locali, la discussione e l’esame degli emendamenti ed il voto finale, previsto per la giornata di venerdì 31 luglio.

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Anche nelle ultime 24 ore, nessun contagio e nessun decesso legato al Covid-19, in Sardegna. Restano così 1.379 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza e 134 le vittime.
In totale nell’Isola sono stati eseguiti 99.476 tamponi (674 nelle ultime 24 ore). I pazienti ricoverati in ospedale sono 7, nessuno in terapia intensiva, mentre 5 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.230 pazienti guariti, più altri 3 guariti clinicamente.
Sul territorio, dei 1.379 casi positivi complessivamente accertati, 259 sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 102 nel Sud Sardegna, 61 a Oristano, 78 a Nuoro, 879 a Sassari.

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Prosegue l’impegno dell’Assessorato regionale all’Ambiente per il patrimonio boschivo. Dopo i 4 milioni per i comuni che subito una rilevante diminuzione degli occupati nel settore della forestazione, ora ne arriveranno altri 4 per l’aumento, la manutenzione e la valorizzazione.
«Si trattaha dichiarato l’assessore, Gianni Lampisdi un finanziamento per le aree interessate da gravi forme di deindustrializzazione, da cave dismesse, da impianti di incenerimento di rifiuti solidi urbani o di produzione di energia da fonte fossile. I Comuni potranno eseguire interventi selvicolturali per la gestione delle foreste, rimboschimenti e imboschimenti, destinati a riqualificazione ambientale e salvaguardia del territorio, oltre a forestazione urbana, lavori per sentieri e piste ciclopedonali destinati alla fruizione delle aree forestali e rurali, lavori fitosanitari.»
«Rientrano nel finanziamento anche opere di prevenzione del rischio incendi e interventi di salvaguardia e ripristino del patrimonio forestale danneggiatoha concluso Gianni Lampis – lavori di ingegneria naturalistica, connessi alla sistemazione di piccole frane, scarpate, sentieri, ruscelli e piccoli corsi d’acqua, e lavori di sistemazioni idraulico forestale.»
Antonio Caria