25 December, 2025

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Domani, martedì 7 luglio 2020, le squadre di Abbanoa, a Buggerru, effettueranno un intervento di efficientamento nel nodo di rete situato all’incrocio tra via Roma e la strada provinciale. Tra le 8.30 e le 16.30 si verificheranno cali di pressione ed interruzioni dell’erogazione idrica nel tratto di via Roma tra la palazzina Ina e la località Malfidano.

Sarà cura dei tecnici di Abbanoa limitare le ore di sospensione qualora gli interventi dovessero essere completati in tempi minori rispetto a quelli previsti. Qualsiasi anomalia potrà essere segnalata al servizio di segnalazione guasti di Abbanoa tramite il numero verde 800.022.040 attivo 24 ore su 24.

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«Un nuovo tratto di 2 km della Sassari-Olbia è stato riaperto al traffico, frutto del lavoro che stiamo svolgendo come Regione nella modernizzazione delle infrastrutture stradali della Sardegna. Abbiamo chiesto ad Anas celerità nei lavori e attenzione per la nostra Isola, da tradursi anche in una ripresa delle attività nella fase immediatamente successiva all’emergenza Covid. Oggi registriamo cantieri aperti e lavori in fase di completamento, segno di una vitalità che fa ben sperare per il futuro.»

Così l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, commenta la realizzazione (e percorribilità) del nuovo tratto di strada relativo al lotto 2 dell’Itinerario “Sassari Olbia”, tra Ardara ed Ozieri.

«Tutti i comparti della nostra economia, dall’edilizia all’agricoltura passando per il turismo, soffrono la mancanza di vie di collegamento e comunicazione adeguate che possano garantire efficienza nel trasporto di persone e merci – aggiunge Roberto Frongia -. Regione e Anas stanno lavorando fianco a fianco per portare a compimento quella rivoluzione infrastrutturale di cui la Sardegna ha bisogno.

L’inaugurazione del nuovo tratto di strada relativo al lotto 2 segue la formalizzazione del contratto per l’avvio della cantiere del lotto 4 della Sassari-Olbia di qualche giorno fa, che consentirà a breve di avviare le opere di completamento della strada che va dal km 36 + 100 in corrispondenza del termine del lotto 3, incluso lo svincolo di Oschiri fino al km 45 + 610 dopo lo svincolo di Berchidda bloccate da maggio 2018.

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Dal 20 luglio uno dei due medici di base di Cortoghiana si trasferirà a Bacu Abis. Nella popolosa frazione di Carbonia è scattato l’allarme e questa sera, presso la sala della Circoscrizione, si è svolta una riunione, nel corso della quale è stato affrontato il problema.
Erano presenti tanti cittadini e rappresentanti dell’Amministrazione comunale. Dai diversi interventi, è emersa la necessità di trovare soluzioni condivise e praticabili in grado di scrivere la parola fine ad una situazione che da anni sta creando molti disagi, soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione.
«Non è assolutamente pensabile sostiene il Comitato di quartiere non garantire la presenza di almeno due medici di base che prestino servizio continuativo a Cortoghiana. Dall’assemblea sono emerse diverse proposte che mirano a trovare soluzioni definitive. Si è deciso di partire da subito con una raccolta di firme a cui hanno aderito tutti i presenti, e di continuare la raccolta di firme anche nei prossimi giorni, presso la farmacia di Maria Rita Ennas. Come Comitato di quartiere prepareremo un documento che consegneremo alla Direzione ATS, nel quale chiederemo la presenza fissa a Cortoghiana di un secondo medico di base.»
«Siamo molto soddisfatti dei risultati dell’assemblea cittadina odiernaconclude il Comitato di quartiere -, dobbiamo tornare ad essere una comunità più coesa ed unita e far valere i nostri diritti con maggior forza e partecipazione, solo così potremo ottenere maggiori risultati.»

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Grande colpo di mercato della Monteponi. Questo pomeriggio la società rossoblu ha siglato l’accordo per la stagione 2020/2021 con il corteggiatissimo centrocampista Sandro Scioni.
L’ex capitano dell’Arbus, 27 anni, originario di Dolianova, un recente passato alla Torres, arriva a completare un reparto di centrocampo solidissimo per la categoria. Con il suo ingaggio, il presidente Giorgio Ciccu conferma la volontà di mettere a disposizione del nuovo tecnico, Alessandro Cuccu, un organico di prima qualità, in grado di recitare un ruolo da protagonista nel prossimo campionato di Promozione regionale.

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In Italia ci sono 1,2 milioni di malati conclamati di Alzheimer e oltre 700mila persone che ancora non sanno di essere malati. E nel mondo i malati sono addirittura 49 milioni, il che equivarrà a dire tra 10 anni un nuovo malato ogni tre secondi. «Cifre che devono far pensare e che devono essere prese seriamente in considerazione» puntualizza Pierluigi Di Giorgio, presidente 2019-2020 del Rotary Club Roma Capitale.

I malati sono 120mila in Lombardia, 109mila nel Lazio e 106mila in Emilia Romagna, che si posizionano così sul podio. Seguono Puglia (104mila), Veneto (100mila), Campania (98 mila), Piemonte (95mila), Sicilia (90mila), Toscana (85mila) e Calabria (68mila).

Seguono poi Marche (42mila), Sardegna (40mila), Friuli Venezia Giulia (36mila), Liguria (33mila), Abruzzo (25mila), Trentino Alto Adige (15mila), Umbria (13mila), Basilicata (9mila), Molise (8mila), Valle d’Aosta (4mila).

L’incidenza dei malati di Alzheimer tende ad aumentare con l’avanzare dell’età: la patologia interessa lo 0,4% degli individui che hanno tra i 65 e i 69 anni, l’1,9% degli individui tra i 70 e i 74 anni, il 3,4% di chi ha tra i 75 e i 79 anni per arrivare a toccare l’11,5% degli anziani che hanno 80 anni e più.

Approfondendo l’analisi per genere è evidente il gap a sfavore delle donne, le quali presentano una incidenza del 6%, doppia rispetto al 3% degli uomini. E per quanto riguarda il livello di istruzione si osserva che l’insorgenza della malattia è diffusa prevalentemente tra gli individui meno istruiti (6%, 1 punto percentuale sopra la media) con una quota doppia rispetto a chi ha un’istruzione media (3%) e meno diffusa presso gli individui altamente istruiti (1%).

La malattia di Alzheimer influenza la qualità della vita: il 63% dei malati riferisce di avere gravi difficoltà nella attività di cura della persona, il 90% ha gravi difficoltà nelle attività domestiche, il 68% lamenta calo di concentrazione e di conseguenza il 12% dei malati è incorso in incidenti domestici.

A livello territoriale i più alti tassi di mortalità si presentano in Valle d’Aosta (48%), in Piemonte (36%), in Sardegna (36%), in Veneto (36%) e nella provincia Autonoma di Bolzano (36%).

E, per quanto riguarda le province, i tassi più elevati si registrano a Carbonia-Iglesias (46%), Treviso (39%), Cuneo (38%), Trapani (38%), Sassari (38%), Bergamo (36%), Cremona (36%), Ancona (36%) e Modena (36%).

A livello mondiale, poi, secondo le previsioni del Rotary, il numero delle persone con demenza di Alzheimer è destinato a triplicarsi, superando a livello globale i 160 milioni di casi nel 2050.

Esaminando i trend attuali, rispetto ai 49 milioni di malati del 2019, già entro il 2020 questo numero salirà a 52 milioni, comportando un costo annuo della demenza che a livello mondiale supera i mille miliardi di dollari, cifra destinata a raddoppiare già entro i prossimi 10 anni.

In Italia il costo medio annuo per malato è pari a 71mila euro, comprensivo delle spese a carico del Servizio Sanitario Nazionale e dei costi indiretti che ricadono sulle famiglie o sulle organizzazioni di sostegno.

«Moltiplicando questo costo per gli attuali 1,2 milioni di italiani malati di Alzheimer, si può capire quale sia il gigantesco impatto economico di questa malattia che nel nostro Paese rappresenta dunque una spesa di oltre 85 miliardi di euro annui» sostengono gli analisti del Rotary Club Roma Capitale.

Una cifra che è 8 volte superiore rispetto al dato ufficiale riferito ai costi diretti -di cui il 73% a carico delle famiglie- che ufficialmente ammontano a circa 11 miliardi di euro.

«Considerando che l’Italia è il Paese più longevo d’Europa con 13,4 milioni di ultra-sessantenni, pari al 22% della popolazione, questo problema ci riguarda molto da vicino. Per questo, ci proponiamo di fare con l’Alzheimer lo stesso che abbiamo fatto con la poliomielite, con un impegno economico di circa 2 miliardi di dollari da parte dei soci rotariani di tutto il mondo che ha consentito di vaccinare 2,5 miliardi di bambini in 122 Paesi e di eradicare quasi del tutto questa malattia» commenta il dottor Pierluigi Di Giorgio.

«Con l’Alzheimer ci proponiamo di fare lo stesso che abbiamo fatto con la poliomielite» prosegue il presidente 2019-2020 del Rotary Club Roma Capitale, che in occasione del «passaggio della campana» al presidente eletto, avvocato Gennaro Contardi, ha anche tracciato un bilancio dell’attività del club romano.

Tra i molti progetti concretizzati quest’anno, durante l’emergenza Covid-19 vi è stata anche la donazione – realizzata dal Rotary Club Roma Capitale insieme ai giovani del Rotaract Roma Tirreno Monte Mario – di un respiratore ad un noto ospedale romano, con un impegno economico di 18.500 euro raccolti grazie all’adesione di una cinquantina di soci.

Per l’impegno nella lotta contro l’Alzheimer voluto dal Rotary Club Roma Capitale sono stati quest’anno insigniti della «Paul Harris Fellowship», la più alta distinzione rotariana, il presidente e segretario generale della World Organization for International Relations (www.woirnet.org), Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, il dottor Renato BocciaClaudio Pernazza e Giuliano Cenciarelli.

Il diploma di conferimento dell’onorificenza è stato consegnato durante una cerimonia che si è tenuta presso il prestigioso «Polo Club» di Roma, che è stata anche occasione per accogliere nella famiglia rotariana due nuovi illustri soci: la scrittrice Adriana Pelo, ricercatrice di Linguistica Italiana alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Roma Tre, e l’architetto Filippo Maria Martines, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Roma nonché progettista della nuova sede del Ministero dell’Ambiente.

«Bisogna trovare molti più fondi per finanziare la ricerca e di questo possiamo farci carico noi rotariani, proprio come abbiamo fatto per la poliomielite» sostiene il dottor Renato Boccia, portavoce e responsabile -insieme al consocio Claudio Pernazza – del Progetto Alzheimer del Rotary Club Roma Capitale.

Il progetto rotariano a carattere internazionale sull’Alzheimer è partito dal Rotary Club Roma Capitale, dunque dal nostro Paese, ma anche il progetto contro la poliomielite ha la sua prima origine, 41 anni fa, per opera di un piccolo club italiano: il Rotary Club di Treviglio, che, tramite il suo presidente Sergio Mulitisch, propose alla Convention di Roma del 1979 l’idea di vaccinare contro la poliomielite i bambini dei Paesi in via di sviluppo.

Il progetto, subito accettato dal board della sede centrale di Evanston del Rotary International, fu dapprima riservato ai soli club italiani che, a proprie spese, provvidero alla raccolta dei primi vaccini da inviare nelle Filippine. Poi il progetto ebbe così tanto successo che il Rotary decise di coprire tutto il mondo con il programma di vaccinazione «Polio Plus».

Oggi, forti della circostanza che Albert Sabin, rotariano di Cincinnati, padre del vaccino orale, ha lasciato in eredità al Rotary International l’utilizzo del suo vaccino, grazie anche alla collaborazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Unicef, la poliomielite può dirsi praticamente eradicata dal mondo, restando solo pochi focolai isolati.

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Il segretario della Funzione pubblica CGIL della Sardegna Sud Occidentale, Giovanni Zedde, e Roberto Fallo, componente della segreteria CISL Funzione Pubblica, hanno comunicato al questore di Cagliari, Pierluigi D’Angelo, che mercoledì 8 luglio, dalle 9,30 alle 14.00, si terrà una manifestazione dei lavoratori dell’ex Casa famiglia “Il Girasole” di Fluminimaggiore, con un presidio sit-in davanti alla sede dell’ATS – ASSL di Cagliari, in via Piero della Francesca, a Selargius.

La manifestazione, che vedrà la partecipazione di una trentina di persone, mira ad ottenere l’immediata riapertura della struttura, chiusa per la realizzazione di urgenti lavori di ristrutturazione nei primi mesi del 2018, portati a termine nel settembre del 2019. A tutt’oggi, nonostante le innumerevoli sollecitazioni fatte, il servizio non è stato riattivato e nessuna garanzia si ha che ciò possa avvenire in futuro.

L’assurda situazione della Casa Famiglia di Fluminimaggiore è stata denunciata a più riprese dal sindaco, Marco Corrias, anche sabato mattina, in occasione della manifestazione dei sindaci svoltasi a Buggerru.

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Ritorna a vestire la maglia del Latte Dolce Calcio, dopo l’esperienza nel campionato di eccellenza con l’Ossese Carlo Nurra, centrocampista classe 2002.
«Sono molto contento di tornare a casaqueste le prime parole di Carlo Nurra -, nella stagione appena conclusa sono cresciuto tanto e non vedo l’ora di mettermi in gioco in un campionato di serie superiore. L’Eccellenza mi è servita molto. Per questo devo ringraziare l’Ossese, a partire dal presidente ai dirigenti, allo staff tecnico e in particolare ai miei compagni di squadra e a mister Giuseppe Cantara: mi hanno dato una grande possibilità, permettendomi di fare una fantastica esperienza. Sono migliorato, dal punto di vista calcistico e umano. Ho vissuto uno spogliatoio con giocatori esperti, ho ricevuto consigli preziosi e non vedo l’ora di metterli in pratica.»
Nella sua prima esperienza con i sassaresi, guidati dai mister Sergio Dossena e Giovannino Oggiano, vince il suo primo campionato regionale.
Nel primo anno allievi disputa e vince il campionato provinciale, ma è l’ultimo ad avere un posto speciale fra i ricordi più belli: l’annata culmina con il successo nel campionato regionale, con la squadra di mister Calledda a farsi valere nelle finali nazionali.
Gli obiettivi per la prossima stagione? «Si spera ovviamente di arrivare il più lontano possibile e di fare il meglio possibile. Le potenzialità ci sono, lo dicono i progressi fatti negli ultimi anni. Certo occorre lavorare duro, e fare sempre le cose con calma e tranquillità. Mister Stefano Udassi è allenatore che conosce bene il calcio e ha una forte personalità. Devo ringraziare anche lui per avermi concesso di fare esperienza all’Ossese. Per quanto riguarda i compagni, sono tutti grandi giocatori e ho molto da imparare da tutti, da quelli più giovani e dai grandi. Metterò in campo la mia massima disponibilità: ho tanto da dare e tanta voglia di fare, cercherò di ritagliarmi uno spazio e quando avrò la chance di essere in campo cercherò di dare il mio contributo alla squadra.»
Antonio Caria

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Come preannunciato nei giorni scorsi, stamane l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, ha fatto visita ai lavoratori al presidio ai cancelli dello stabilimento Sider Alloys di Portovesme. Con lei c’erano i due consiglieri regionali eletti nella circoscrizione di Carbonia Iglesias, Fabio Usai del Partito sardo d’Azione e Michele Ennas della Lega. I lavoratori portano avanti ormai da dieci giorni, esattamente da venerdì 26 giugno, la mobilitazione ai cancelli dello stabilimento, per sollecitare la conclusione della vertenza (iniziata 8 anni fa) che sembra ormai vicina, con la firma del contratto di fornitura dell’energia a prezzo agevolato dall’Enel alla Sider Alloys.

«La visita dell’assessora dell’Industria ai lavoratori è stata importante per far sentire loro la vicinanza delle istituzioni regionali nel prosieguo della vertenza con l’azienda ed il Governo centraleha commentato in una nota l’on. Fabio Usai – e, ovviamente per far comprendere meglio alla multinazionale svizzera che su questa partita c’è la massima attenzione e determinazione da parte della Regione per il raggiungimento di un risultato positivo nell’interesse di coloro che in quella fabbrica ci lavoravano e oggi legittimamente ambiscono a lavorarci di nuovo. Per quanto mi riguardaha aggiunto Fabio Usaiè giunto il momento che Sider Alloys sciolga definitivamente le riserve e dica cosa vuole fare dello stabilimento di Portovesme. Il tempo dei rinvii è finito.»

«La multinazionale svizzera sottoscriva l’accordo energetico, presenti un piano industriale credibile e strutturato, rinnovi i contratti scaduti e attivi il revamping della fabbrica per dare il via alla ricollocazione di tutti lavoratori che da lunghi anni attendono di essere rioccupatiha sottolineato Fabio Usai -. Nel frattempo che tutto ciò accada è necessario attivarsi, la Regione in tal senso si è già adoperata per ciò che è di sua competenza e verso il governo nazionale, per sostenere il reddito di quei lavoratori che oggi arrivati all’ennesimo rinnovo della mobilità in deroga si trovano a percepire poco più di 450 euro, ovvero una cifra inadeguata per sostenere la sopravvivenza delle proprie famiglie.»

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Un nuovo contagio, nella Città Metropolitana di Cagliari, e un decesso, nella provincia di Sassari, nelle ultime 24 ore, in Sardegna. I casi di positività accertati dall’inizio dell’emergenza salgono a 1.371,  le vittime a 134.

In totale nell’Isola sono stati eseguiti 87.798 tamponi (245 nelle ultime 24 ore). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 3, nessuno in terapia intensiva, mentre 7 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.216 pazienti guariti (+2 rispetto al precedente aggiornamento), più altri 11 guariti clinicamente. Salgono a 134 le vittime.
Sul territorio, dei 1.371 casi positivi complessivamente accertati, 254 (+1) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 101 nel Sud Sardegna, 61 a Oristano, 78 a Nuoro, 877 a Sassari.

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#semiabbandonicrollo: la campagna lanciata dagli archeologi per salvare i Nuraghi del Sulcis Iglesiente sta dando i suoi frutti.
«Questa mattina la Regione Sardegna comunica l’archeologa responsabile della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, Simona Leddaha deciso per una proroga di un mese. Il nostro auspicio è che la proroga concessa serva a fissare meglio, nel contraddittorio tra le parti sociali, i termini della questione della tutela del patrimonio archeologico del Sulcis in una visione di continuità col lavoro fatto da venti anni ad oggi. Deve essere data la possibilità ai cantieri archeologici attivati di poter continuare il loro lavoro di valorizzazione, scavo e manutenzione.»
Sotto l’istituìto #semiabbandonicrollo, il tentativo da parte degli addetti ai lavori sta dando i suoi frutti: la dott.ssa Carla Perra, direttore scientifico dello scavo di Nuraghe Sirai di Carbonia, continua a domandarsi perché gli estensori del Progetto non abbiano considerato la lettura del Decreto istitutivo del Parco e del suo Statuto; e perché non si tenga in considerazione il beneficio che queste aree comportano ogni anni ai Comuni del Sulcis.
L’appello degli archeologi, Simona Ledda, Mauro Puddu, Elisa Pompianu e Matteo Tatti, è sempre lo stesso: «Ci auguriamo che questi luoghi vengano salvati. Non dimentichiamo il nostro patrimonio storico e archeologico, un patrimonio che la regione Sardegna ha il dovere di tutelare e valorizzare».