25 December, 2025

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Il segretario regionale di Articolo Uno Luca Pizzuto interviene a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici della Cooperativa Sistema Museo che gestisce i siti e musei archeologici e paleontologici delle Città di Carbonia e di Villaperuccio.
«Dopo mesi di battaglie, in periodo Covid, è stato firmato, senza il dovuto coinvolgimento di tutte le parti, un nuovo contratto che demansiona i dipendenti e prevede una decurtazione dei salari che varia dai 200 ai 300 euro – scrive in una nota Luca Pizzuto -. Questo è inaccettabile. Sosteniamo, al fianco della CGIL – Filcams territoriale, la battaglia delle lavoratrici e lavoratori e chiediamo la convocazione immediata di un nuovo tavolo nazionale per una nuova contrattualizzazione. La cultura non può continuare ad essere bistrattata – conclude Luca Pizzuto -. È inutile fare grandi proclami se poi non si tutelano le donne e gli uomini che a quel settore dedicano la lo loro competenza, passione e fatica.»

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«Abbiamo presentato insieme ai colleghi del PD e dei 5 stelle una serie di emendamenti per convincere la maggioranza a rimuovere dalla proposta di legge le disposizioni che sanerebbero tutta una serie di opere abusive rendendole legittime fin dall’origine, ma anche per ribadire che fascia costiera, beni identitari e zone agricole rappresentano per noi risorse preziose, irripetibili e non rinnovabili che la Regione Sardegna deve continuare a tutelare e valorizzare.»

Lo sostengono i consiglieri regionali dei Progressisti Maria Laura Orrù ed Antonio Piu.

«Il nostro obiettivo è che la legge esca dall’aula ripulita da queste indicazioni pericolose per la salvaguardia e valorizzazione del nostro territorio ma soprattutto, a nostro avviso, illegittime.»

Questa mattina le consigliere ed i consiglieri dei gruppi di opposizione in Consiglio regionale, Progressisti, Partito Democratico e Movimento 5 stelle, hanno depositato diversi emendamenti alla proposta di legge n. 153. Oltre alla nuova scadenza del Piano casa prevista al 31 dicembre 2020 su cui nulla osta, la proposta della maggioranza in Consiglio regionale introduce una serie di “interpretazioni autentiche” al Piano Paesaggistico Regionale che hanno tutto il sapore di deroghe retroattive.

«Ancora una volta il centrodestra utilizza una legge ordinaria per aggredire il PPRconcludono Maria Laura Orrù ed Antonio Piu -. Piuttosto che adeguare il nostro Piano paesaggistico regionale alle modifiche del Codice Urbani ed estendere le disposizioni previste oggi solo per le zone costiere anche alle zone interne, la maggioranza si preoccupa di scardinare le misure di tutela sulla fascia costiera, sui beni identitari e nelle zone agricole.»

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Da oggi, venerdì 5 giugno, sono aperte le iscrizioni per la frequenza relativa all’anno educativo 2020-2021 dei bambini all’Asilo Nido comunale “I Colori dell’Arcobaleno”, una struttura d’eccellenza nel panorama dei servizi per l’infanzia del nostro territorio, formata da personale professionale altamente qualificato. Un punto di riferimento basilare per l’educazione dei nostri piccoli.
La struttura di via Manzoni rappresenta un servizio educativo fondamentale, che dà l’opportunità ai genitori di crescere i figli in serenità, senza rinunciare agli impegni professionali e alle incombenze giornaliere.
Il servizio è rivolto ai bambini di età compresa tra i 3 ed i 36 mesi residenti nel comune di Carbonia.

Le domande di iscrizione dovranno pervenire all’Ufficio Protocollo del Comune via email all’indirizzo comcarbonia@comune.carbonia.ca.it o via Pec all’indirizzo comcarbonia@pec.comcarbonia.org entro il 15 luglio 2020, fatta salva la possibilità di presentare la domanda lungo tutto il corso dell’anno, compatibilmente con i posti disponibili.

I genitori dei piccoli dovranno compilare un apposito modulo, a cui dovrà essere allegato un documento di identità, ISEE in corso di validità ed il certificato vaccinale rilasciato dalla ASL competente.

Per maggiori informazioni sulla modulistica da presentare è possibile consultare il seguente link:

https://www.comune.carbonia.su.it/servizi/asilo-nido/item/3329-avviso-iscrizioni-asilo-nido-anno-educativo-2020-2021-e-modulo-iscrizione-asilo-nido-anno-educativo-2020-2021

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I segretari generali di CGIL, CISL e UIL Sardegna, Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca, hanno chiesto al presidente della Regione, Christian Solinas, l’apertura urgente di un confronto sulla riforma sanitaria in Sardegna.

«In diverse occasioni abbiamo condiviso l’esigenza di aprire un confronto sulle linee guida di una riforma sanitaria in Sardegna, che Lei stesso ci aveva rassicurato di voler svolgere prima di avviare l’iter consiliare conseguente alle decisioni della Giunta. Abbiamo invece registrato, successivamente, che il testo della riforma è stato esitato senza alcun nostro coinvolgimento preliminare e poi trasmesso alla competente Commissione consiliare, la quale, peraltro, non ci risulta abbia ancora svolto audizioni né convocato le Segreterie Confederaliscrivono in una nota Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca -. Registriamo nel contempo anche un tentativo strumentale di apertura di un confronto sulla riforma da parte dell’assessore della Sanità con i soli sindacati del comparto (i quali se ne sono peraltro correttamente sottratti), senza che egli abbia mai, finora, avuto il benché minimo impulso a incontrare il sindacato generale e interloquirvi. Ciò sembra sottendere una visione dei problemi che si colloca agli antipodi di quanto da Lei dichiarato, quando l’anno scorso condividemmo un metodo di confronto e un orizzonte di contenuti tematici – tra cui questa ed altre riforme – circa la validità della partecipazione dei corpi sociali alla vita democratica delle stesse istituzioni. In questo caso, sembrerebbe che il tema della garanzia del diritto alla salute dei cittadini attraverso i servizi e gli acquisti pubblici, la loro programmazione, la loro distribuzione nel territorio, le loro qualità e caratteristiche, il loro finanziamento, le modalità e l’equilibrio complessivo di gestione efficiente ed efficace della sanità; le compatibilità di bilancio e l’alimentazione del fabbisogno che l’intera comunità regionale esprime, complessivamente e su questo aspetto così rilevante della sua esistenza, che è variamente intrecciato con altri ambiti della vita associata, attività istituzionali, produttive, servizi; un settore nel quale operano direttamente e indirettamente molte decine di migliaia di persone, appartenenti a diversi comparti contrattuali, ma al quale sono interessati tutti i cittadini, in quanto fruitori o finanziatori dei servizi, e tra questi sono i lavoratori dipendenti e i pensionati, nel loro insieme, coloro i quali concorrono in misura enormemente preponderante, attraverso tasse, contributi e imposte, a fornire alla collettività le risorse necessarie alle prestazioni sociali; ecco, è quasi come se tutte queste questioni siano affrontabili e risolvibili sul piano della condivisione delle scelte fondamentali attraverso una discussione con i soli rappresentanti sindacali del settore, alla stessa stregua di quanto potrebbe farsi per la contrattazione di lavoro o l’organizzazione del servizio degli addetti del comparto (cose peraltro rilevantissime e alle quali, infatti, le stesse confederazioni sono direttamente partecipi, così come condividono con le proprie federazioni di categoria valutazioni e orientamenti sulle tematiche generali, per le ovvie implicazioni che legano tra loro le une e le altre).»

«Così facendo non si sconvolge soltanto una consuetudine consolidata nelle normali relazioni con il sindacato confederale e con le forze sociali in Sardegna, e nel nostro Paese, ma si tradisce una concezione auto-referenziale che non appartiene in alcun modo alla nostra realtà e alla nostra cultura associativa e che, pertanto, non potrebbe neppure produrre il risultato di una condivisione di scelte che travalicano di gran lunga, per contenuto, il solo ambito settorialeaggiungono Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca -. Spiace dover rilevare queste cose così evidenti, Presidente, ma poiché non è la prima volta che il confronto su temi di interesse generale è svolto da esponenti della Sua Giunta soltanto attraverso queste modalità, non ci resterebbe che concluderne che ciò esprima il vero orientamento politico della Sua maggioranza, malgrado le Sue differenti dichiarazioni. Forse risiede qui anche la ragione per cui non abbiamo ancora avuto riscontro alle diverse richieste che Le abbiamo inoltrato, e deriva da questo quella fatica che sembra accompagnare la creazione di tavoli di confronto con il sindacato, che da ultimo non riesce a interloquire neanche su materie sulle quali di recente erano state trovate opportune intese, le quali restano in gran parte inapplicate e bisognose di un Suo intervento risolutivo. Infine, siamo certi che non Le sfugga come l’emergenza sanitaria del Covid-19 contribuisca sensibilmente a rideterminare priorità e obiettivi di riforma della sanità, a partire dalle linee guida nazionali sul necessario rafforzamento delle terapie intensive e semi-intensive, sul reclutamento del personale sanitario, sulla medicina territoriale e la prevenzione, sulle residenze sanitarie, ed altro ancora, ciò che presumibilmente comporta la revisione di proposte maturate in altri contesti, oltre che l’individuazione degli interventi prioritari per il 2020 su cui convogliare le risorse stanziate dal Governo, a iniziare dai 42 milioni di euro del decreto “Rilancio”, da rendere strutturali ma che già dall’autunno prossimo dovranno essere operativi – concludono Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca -. Per tutte queste ragioni, Le chiediamo di attivare presso la Presidenza della Giunta, con l’urgenza del caso, un primo momento di confronto sulla riforma del sistema sanitario in Sardegna con le Organizzazioni Sindacali confederali CGIL, CISL e UIL.»

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Il comune di Carbonia ha pubblicato online il nuovo elenco (il settimo in ordine cronologico dopo le pubblicazioni del 4, 12, 15, 22, 27 maggio e 1° giugno) delle famiglie beneficiarie dell’erogazione del contributo regionale da 800 euro inerente le “Misure straordinarie urgenti a sostegno delle famiglie per fronteggiare l’emergenza economico-sociale derivante dalla pandemia SARS-COV-2”.

Le graduatorie sono pubblicate al seguente link: https://www.comune.carbonia.su.it/servizi/servizi-sociali-e-politiche-giovanili/item/3330-avviso-pubblico-misure-straordinarie-e-urgenti-a-sostegno-delle-famiglie-esito-del-procedimento-iv-gruppo-v-elenco-delle-richieste-ammesse-ed-escluse-con-esito-sospese-nelle-precedenti-istruttorie

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«Il progressivo azzeramento dei contagi è la più credibile conferma dell’efficacia delle misure adottate sul nostro territorio. Ora siamo pronti ad avviare una nuova fase con la ripresa dell’attività sanitaria ordinaria, in totale sicurezza, e diamo al nostro sistema sanitario gli strumenti necessari per ripartire e dare risposte alle necessità di assistenza dei sardi.»

Con queste parole il presidente della Regione, Christian Solinas, commenta l’approvazione, da parte della Giunta, delle linee di indirizzo per la riprogrammazione delle attività ambulatoriali, quelle di ricovero ospedaliero programmato e per le attività sociosanitarie sospese durante l’emergenza Covid-19 in seguito all’attuazione delle misure per il contrasto della circolazione virale.

«Abbiamo predispostodichiara l’assessore della Sanità, Mario Nieddulinee d’indirizzo omogenee per l’intero sistema sanitario regionale. Misure per regolare in modo rigoroso gli accessi alle strutture e i comportamenti da seguire da parte di chiunque, siano essi pazienti, familiari, fornitori o gli stessi operatori sanitari. Indicazioni che consentiranno di disciplinare la presenza delle persone nei vari ambienti, dai pronto soccorso, agli ambulatori, sino ai reparti di degenza, prevedendo l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, l’adozione di soluzioni di distanziamento e screening mirati con tampone naso faringeo, in particolare, prima delle prestazioni più a rischio e verso i soggetti più esposti, anche, ad esempio, nel caso di dimissioni ospedaliere di pazienti verso altri presidi, come Rsa, Hospice e strutture riabilitative.»

Oltre alla normale attività ambulatoriale, con le visite in presenza, indispensabili nel caso di primi accessi, si punta allo sviluppo della telemedicina e del teleconsulto, dove possibile, per le attività di controllo, i follow-up e gli aggiornamenti dei piani terapeutici. «Lo scopoprecisa l’assessore della Sanitàè quello di cadenzare e gestire le presenze nelle strutture, garantendo le prestazioni e, al tempo stesso, tutelando la salute degli utenti e degli operatori dal rischio contagio. Per consentire l’attuazione di un modello di questo tipo e incidere sui tempi d’attesa, abbiamo previsto l’estensione degli orari delle prestazioni ambulatoriali, che potranno essere effettuate anche il sabato.»

Indicate anche le modalità per la regolare ripresa delle attività di prevenzione, gli screening oncologici, le vaccinazioni pediatriche, obbligatorie per l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia e la scuola, e le altre vaccinazioni rivolte in particolare agli anziani e ai soggetti fragili, con la riallocazione nei centri vaccinali del personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid-19 e una pianificazione delle sedute mirata a impedire gli assembramenti nelle strutture.

Spetterà ora alle aziende sanitarie del territorio, con le quali le linee di indirizzo sono state già condivise in fase di elaborazione, approntare i protocolli operativi per darne completa attuazione.

«Siamo pienamente consapevoli dell’impatto che l’epidemia ha avuto sul nostro sistema sanitario, in particolare sulle liste d’attesa. Prima che deflagrasse l’emergenza, abbiamo approvato un piano per l’abbattimento a cui abbiamo destinato 20 milioni di euro. Ripartiremo con forza da questo punto, per assicurare ai sardi il diritto alle cure», conclude l’assessore regionale della Sanità.

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«Incarichi di direzione di strutture sanitarie assegnati nonostante il divieto della Giunta regionale.»

E’ il quesito posto dai Progressisti nell’interrogazione depositata in Consiglio regionale per far luce sui procedimenti avviati nelle ultime settimane da alcune aziende sanitarie regionali per attribuire incarichi dirigenziali in strutture dipartimentali, semplici e complesse. Le iniziative di nomina, tuttavia, sarebbero in contrasto con gli indirizzi impartiti dal Presidente della Regione con la direttiva emanata all’inizio della legislatura.

«L’assessorato regionale della Sanità anche nel mese di aprile scorso ha ricordato alle aziende sanitarie che rimane vietato il conferimento di incarichi senza esplicita autorizzazione della Regione. E’ evidente, infatti, che la riforma del sistema sanitario in discussione nella commissione Sanità del Consiglio regionale potrebbe stravolgere l’assetto organizzativo della sanità sarda con modifiche rilevanti che attualmente è difficile prevedere considerando che la materia è complessa e che nella stessa maggioranza al governo si registrano idee e sensibilità diverse

Gli esponenti del centrosinistra evidenziano le criticità riportate nell’interrogazione con la quale si invita la Giunta regionale a fare chiarezza sulle procedure di nomina avviate dall’ATS e da altre aziende pubbliche del SSR.

«Nell’Azienda Ospedaliera Brotzu sono state indette selezioni interne per conferire l’incarico di direzione di ben 6 strutture dipartimentali. Diversamente da altre procedure avviate dalla stesse AOB, non risulta che su queste selezioni il Commissario straordinario abbia richiesto il nulla osta all’assessorato alla Sanità

I Progressisti fanno riferimento alla delibera n. 790 del 22 maggio 2020 con la quale il Commissario straordinario del Brotzu ha stabilito di assegnare incarichi di responsabile delle strutture semplici dipartimentali di medicina urgenza pediatrica, chirurgia d’urgenza, chirurgia ORL e facciale, disturbi pervasivi dello sviluppo, laboratorio genetica e genomica, banca sangue cordonale.

«Chiediamo alla Giunta di verificare la regolarità di quanto sta avvenendo nelle Aziende sanitarie – evidenziano – e scongiurare fughe in avanti in particolare da parte degli amministratori straordinari che dovrebbero, invece, limitarsi a garantire l’attività gestionale ordinaria.»

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Poste Italiane continua nel processo di ripristino delle giornate di apertura e degli orari negli uffici postali del Sud Sardegna.

A partire da lunedì 8 giugno, infatti, altri 3 uffici postali della provincia il cui orario di apertura al pubblico era stato temporaneamente rimodulato, tornano ad essere operativi su sei giorni, dal lunedì al sabato.

A vedere ristabilito il consueto orario Pre-Covid saranno gli uffici postali di Buggerru, Giba e Selegas. Attualmente, nella città metropolitana di Cagliari e nel Sud Sardegna, sono 149 sul totale di 150 il numero degli uffici postali aperti.

L’Azienda ricorda che sono a disposizione della clientela, sul territorio delle due province, 102 ATM Postamat, disponibili sette giorni su sette ed in funzione 24 ore su 24, che consentono di effettuare operazioni di prelievo di denaro contante, interrogazioni su saldo e lista dei movimenti, ricariche telefoniche e di carte Postepay, accanto al pagamento delle principali utenze e dei bollettini di conto corrente postale.

Poste Italiane coglie l’occasione per ribadire l’invito ai cittadini ad entrare negli uffici postali avendo cura, ove possibile, di indossare dispositivi di protezione personale; di entrare in ufficio solo all’uscita dei clienti precedenti; tenere la distanza di almeno un metro, sia in attesa all’esterno degli uffici che nelle sale aperte al pubblico.

Ulteriori informazioni sulle aperture e sulle disponibilità orarie degli uffici postali sono reperibili sul sito internet www.poste.it.

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Nella tarda serata di ieri, poco prima di mezzanotte, i carabinieri delle stazioni di Sant’Antioco e Calasetta, in collaborazione con il personale del Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Carbonia e di due Unità cinofile della 2ª Compagnia della Guardia di finanza di Cagliari, intervenuta con i cani Grey ed Abba, hanno arrestato per concorso in detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, C.F., operaio 49enne di Carbonia, residente a Sant’Antioco, e la convivente D.D., commessa 39enne di Cagliari.

I due, fermati nel centro abitato di Sant’Antioco, a bordo della loro autovettura, con il loro atteggiamento hanno insospettito i militari che hanno approfondito gli accertamenti. Il controllo, ha consentito ai carabinieri di trovare nascosta nel vano motore, una scatola in latta contenente alcune tavolette pressate di marijuana confezionate sottovuoto, la somma contante di quasi 1.200 euro ed un foglietto manoscritto contenente vari nomi con cifre, ritenuto essere la rendicontazione proprio dell’attività di spaccio. Questo rinvenimento ha indotto i carabinieri a proseguire ulteriormente l’attività presso la loro abitazione, dove con l’ausilio dei cani Grey ed Abba della 2ª Compagnia della Guardia di Finanza di Cagliari, hanno scoperto sotterrati nel giardino due pozzetti contenenti ciascuno un bidone, all’interno dei quali sono state trovare numerose tavolette analoghe a quelle rinvenute poco prima dentro il motore dell’autovettura.

L’operazione ha consentito di rinvenire e sequestrare complessivamente 40 tavolette per complessivi 4,780 kg di marijuana pressata.

I due arrestati sono stati successivamente accompagnati presso la Casa Circondariale “E. Scalas” di Uta, in attesa dell’interrogatorio di convalida.

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In Sardegna ci sono circa 30mila micro e piccole imprese (con meno di 10 dipendenti) pari al 29,7% del totale (circa 100mila), che si servono di almeno un canale alternativo di vendita rispetto alla vendita tradizionale “in presenza”, sino a pochi giorni fa impedita e in futuro fortemente limitata a causa della pandemia. I canali alternativi includono le vendite a domicilio e l’e-commerce (oltre a modalità come le vendite televisive, l’utilizzo di intermediari, ecc.).

Sono questi i dati dell’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, sull’“Intensificazione del canale digitale nella crisi Covid-19”.

«Già prima dell’emergenza vendere online era un passo e un investimento consigliato – afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegnaora è ormai certo che, il post Covid19, porterà con sé un cambio delle nostre abitudini di consumo. Con il commercio elettronico si vanno a intercettare nuove fette di mercato, si promuove l’artigianato e si fidelizzano i consumatori offrendo nuove esperienze

La crisi Covid-19 ha intensificato l’utilizzo di nuovi canali, accelerando in modo forse non sorprendente, ma certamente molto significativo, il trend di crescita altrimenti stabili ma molto lenti: sono salite di circa il 19,8% le imprese che fanno e-commerce, raddoppiando il tasso di crescita di trend e quasi 4 imprese su 10 fanno consegne a domicilio (che includono le imprese che utilizzano piattaforme di delivery online based, dunque riconducibili ancora una volta all’e-commerce, nonché la vendita attraverso i sistemi di messaggistica e i social).

Interessanti anche i dati sugli utilizzatori: il 63,8% degli internauti sardi, nell’ultimo anno ha fatto acquisti on line, percentuale che pone la Sardegna al secondo posto in Italia dopo i Valdostani con il 66% e al pari dei Trentini.

Secondo i dati stimati dall’Ufficio Studi della Confartigianato Imprese Sardegna, con la riapertura di tutte le attività, il trend di crescita delle soluzioni e-commerce è destinato a crescere ulteriormente. La reattività alla situazione di emergenza, infatti, porterà alla fine del prossimo anno, ulteriori 5mila MPI sarde ad utilizzare il commercio elettronico. A questo numero, assai significativo di per sé e come segnale di un trend di digitalizzazione massiva, si aggiungono le soluzioni per la gestione digitale dei servizi obbligata dalle restrizioni del distanziamento sociale.

Si pensa qui innanzitutto alle soluzioni di gestione digitale dell’agenda delle prenotazioni per ristoranti, parrucchieri e centri estetici, obbligati nella Fase 2 a contingentare al massimo le presenze di clienti.

L’emergenza, in definitiva, ha messo in luce come l’e-commerce possa essere un’importante soluzione alle oggettive difficoltà di molti imprenditori, anche del settore del “business to business”, come per esempio la produzione di macchinari e all’abbigliamento conto terzi, dal momento che possono trovare, grazie ad alcuni marketplace verticali, delle valide alternative alle fiere.

«Non è mai troppo tardi per attivarsi e sfruttare questa opportunità di business che è davvero a misura di qualsiasi azienda e si rivolge anche ai mercati europei e mondiali. A patto di affidarsi a persone preparateL’impennata nell’utilizzo dei servizi digitali – conclude il presidente Antonio Matzutziperò ha messo a dura prova le infrastrutture di connessione digitale e sollevato ancora una volta il tema del digital divide: la quota di imprese italiane che utilizzano banda ultralarga è di oltre dodici punti percentuali inferiore al 49,9% della media dell’Unione europea.»