24 December, 2025

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Stamattina, nel Municipio di piazza Roma, a Carbonia, i sindaci di Carbonia, Tratalias e Villaperuccio – Paola Massidda, Marco Antonio Piras ed Antonello Pirosu – hanno firmato una convenzione che prevede la gestione di un sistema integrato dei beni culturali e ambientali presenti nei propri territori comunali.

L’obiettivo è valorizzare l’intero patrimonio di risorse archeologiche e culturali di cui i tre Comuni sulcitani dispongono, garantendo lo sviluppo sostenibile delle comunità, creando nuove sinergie, posti di lavoro e offrendo nuove possibilità per l’imprenditoria locale.

Con la stipula di questa convenzione i comuni di Carbonia, Tratalias e Villaperuccio, facendo tesoro delle esperienze maturate, intendono rilanciare con rinnovato entusiasmo la stagione della valorizzazione delle importanti risorse culturali, tracciando insieme un percorso comune, integrando le forze, mettendo in rete i propri siti e creando un sistema unitario che sia capace di dare nuova linfa alle economie locali sotto il profilo culturale, museale e turistico. In quest’ottica, a breve verrà bandito un appalto unitario dei sistemi museali dei tre Comuni.

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«La Giunta Solinas ha chiuso la prima importante fase del percorso di riavvio dello stabilimento di Portovesme, ora bisogna offrire strumenti adeguati di sostegno ai lavoratori in attesa della ripresa produttiva.»

Lo ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, al termine di un incontro che si è tenuto questa mattina con i lavoratori di Eurallumina, i sindacati, i rappresentanti dell’azienda e di Confindustria.

«Oggi ci occupiamo della parte della vertenza che riguarda il lavoro, quella che deve definire l’abbinamento tra politiche attive e passive. Abbiamo dato una buona notizia, ovvero nel programma ‘TVB’ (tirocini, voucher, bonus) è già contenuto lo strumento che può affiancare le politiche passive. Siamo quindi pronti da subito a iniziare un percorso che ci vedrà già da giovedì 12 a Roma per la reintegrazione di tutti i lavoratori di Eurallumina», ha concluso l’assessore Alessandra Zedda.

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Chi ha vinto la “guerra dei menhir”? Forse nessuno tra i contendenti. Ma di sicuro, al momento a perdere sembra essere stato il fondamento del metodo scientifico. Almeno secondo quanto è emerso dalla relazione presentata da Aristeo e SAT durante terza edizione di “Divulgare la scienza”, che si è svolta nei giorni scorsi a Sassari nella Sala convegni della Fondazione di Sardegna.

La bomba mediatica esplosa nelle scorse settimane tra Sergio Frau e Maria Ausilia Fadda, accusata dal giornalista di aver riposizionato nel 1994 (in fila indiana) in maniera arbitraria i menhir sul sito di Biru ’e Concas, a Sorgono, è stata vagliata ai raggi x dall’archeologa Simonetta Castia di Aristeo e da Michele Forteleoni della Società Astronomica Turritana, attraverso un lavoro accurato svolto in sinergia.

È in realtà noto da tempo alle comunità di studiosi e appassionati che l’attuale posizionamento dei megaliti sia artefatto, come riportato anche in recenti pubblicazioni. Il problema è stato forse aggravato dal mancato chiarimento riguardo agli allineamenti, soprattutto dopo la massiccia pubblicizzazione del sito da parte dei media nazionali, in termini sensazionalistici.

Riguardo a Sergio Frau, promotore dell’”operazione Obelix” di NurNeon (che parrebbe patrocinata e sostenuta economicamente dalla Regione Sardegna, prima in graduatoria nel bando Culture Lab), ha senz’altro infastidito il disprezzo verso il mondo dell’archeologia sarda, fatto sì di accademici e addetti ai lavori, ma anche, indubbiamente, di tantissimi giovani laureati specializzati in un settore che richiede conoscenze specifiche, metodo e la padronanza della materia; un intero mondo che viene sistematicamente snobbato e sminuito quando si tratta di promuovere, senza contraddittorio, le proprie tesi, non suffragate da dati e prove scientifiche, se non generici richiami a foto d’epoca o a rilevamenti non georeferenziati, e comunque in possesso di pochi fortunati. Come e più ai tempi della affascinante teoria di Atlantide colpisce l’esigenza di circondarsi, in modo pure efficace, di esperti nazionali chiamati a legittimare ricostruzioni su materie loro oscure, come l’archeologia sarda, per il malcelato tentativo di ostentare l’incapacità dei sardi nell’analizzare e comunicare il proprio passato.

E se è vero che il fondamento della scienza è quello di riconoscere i propri errori per consentire alla conoscenza di progredire, la forte replica degli addetti ai lavori rischia di gettare ombre sul valore dell’archeoastronomia, disciplina ormai ampiamente riconosciuta nel panorama nazionale. Al netto delle stravaganze sensazionalistiche – è stato detto – da aborrire sempre e comunque, sia nell’ambito dell’archeologia (quando si parla di giganti in modo improprio, ad esempio) che delle sue discipline ausiliarie. Nella speranza che sulla scia di questa polemica non si creino altrettanto superficiali e poco opportune contrapposizioni tra mondi molto più affini di quanto alcuni continuino a pensare, dicono gli organizzatori.

Di un nuovo modello di cittadinanza scientifica ha parlato Alberto Cora, dell’Inaf di Torino, per il quale l’astronomia rappresenta un esempio storico notevole, a partire dalla nascita dei planetari. Da posizioni unidirezionali in cui lo scienziato era protagonista, si è passati a un coinvolgimento attivo del pubblico, con dei risvolti positivi anche per il cambiamento della società.

La visione del cielo ha restituito la consapevolezza dell’esistenza di pianeti simili alla Terra. Come ha spiegato Emilio Molinari, dell’Osservatorio astronomico di Cagliari Inaf, per individuare l’esistenza di questi corpi celesti sono utilizzati due metodi indiretti: la velocità radiale, dalla quale si ottiene la massa e il metodo del transito, che ci restituisce il volume. Occorre cocciutaggine e pazienza, ma negli ultimi anni sono stati scoperti 3073 pianeti.

Il pensiero dell’autore classico Lucrezio, incredibile anticipatore delle teorie atomiche è stato approfondito da Gian Nicola Cabizza (AIF), che ne ha mostrato l’influenza sulla cultura di Roma e sul pensiero di Tommaso Moro, Giordano Bruno e Shakespeare, e perfino sui risvolti artistici di Botticelli e Raffaello, nonostante il suo “De rerum natura” appena riscoperto, fosse stato subito messo al bando, avversato dalla chiesa in quanto seguace di Epicuro.

Con l’archivista Stefano Alberto Tedde si è andati oltre il “digital divide”, illustrando l’accesso alle tecnologie dell’informazione nell’esperienza di un gruppo di detenuti per il recupero dell’Archivio dell’ex colonia di Tramariglio. Un’esperienza positiva che ha permesso ai partecipanti di comprendere il vero valore dei documenti considerati fino ad allora poco più che scartoffie.

Simonetta Castia e Stefania Bagella hanno proposto, come ipotesi di lavoro, la creazione di un “Itinerario dei luoghi di Enrico Costa”, una sorta di museo diffuso per la città di Sassari, che sia preludio a un’esposizione museale vera e propria. In un perfetto abbinamento tra testi e immagini storiche, sono stati tratteggiati gli ipotetici luoghi della vita, della poetica e degli altri poliedrici aspetti culturali, alla riscoperta di Sassari, attraverso lo sguardo di questo straordinario intellettuale.

La divulgazione scientifica non poteva trascurare la tv. A parlarne è stata Simona Scioni, autrice delle trasmissioni “Focus di storia sarda” e “Dialoghi della memoria” sull’emittente regionale Sardegna Uno.

In un quadro di saturazione in cui l’iperconnessione ci spinge a interessarci solo di ciò che ci piace, tra le sfide principali elencate dalla giornalista vi sono l’utilizzo di un linguaggio in grado di sedurre, e in seconda istanza il recupero dell’intelligenza emotiva per suscitare curiosità.

Pier Andrea Serra dell’Università degli studi di Sassari ha introdotto alla visione di un nanomondo più piccolo dei batteri, fatto di nano-biosensori e nanotecnologie che sono già realtà. Dalle nanoparticelle che acchiappano il colesterolo ai nanorobot copiati dai virus, non si tratta più di fantascienza. Ma ci sono dei limiti. Non si può miniaturizzare all’infinito, almeno con la tecnologia attuale che utilizza raggi luminosi. Il limite estremo della miniaturizzazione sta nella lunghezza massima degli elettroni, oltre la quale le particelle diventano onde.

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Roberto Pili.

Rimuovere gli ostacoli, promuovere il benessere, eliminare le disparità, facilitare l’inclusione e affermare i diritti delle persone con disabilità. Questo il principale dettato della Giornata internazionale delle persone con disabilità istituita il 3 dicembre del 1981 dall’Assemblea generale dell’ONU.

Per l’occasione di questa importante ricorrenza l’Istituto Europeo per la Ricerca la Formazione e l’Orientamento Professionale di Eccellenza per disabili ed emarginati (IERFOP), in accordo con la Comunità Mondiale Della Longevità (CmdL), l’ANMIC, la società scientifica SIMFER e il contributo decisivo della Fondazione di Sardegna, ha presentato ieri nel corso di una conferenza presso l’Aula Magna Giovanna Salaris in via Platone 1 a Cagliari, l’istituzione dell’Osservatorio Regionale sulle Disabilità

«La grande esigenza di controllo dei dati, di elaborazioni statistiche sulle tipologie di disabilità, la necessità di condividere indicatori capaci di cogliere adeguatamente il fenomeno, di ovviare alla carente diffusione di dati di natura amministrativa, di informazioni su servizi e diritti – sottolinea il presidente IERFOP e CmdL Roberto Pili – ci ha fatto constatare quanto sia necessaria l’esistenza di un Osservatorio sulle disabilità. Il servizio sarà uno strumento attivo e dinamico capace di andare oltre l’aspetto sanitario e valutare il reale livello di partecipazione e di inclusione delle persone con deficit suggerendo grazie a un servizio di segretariato sociale, ausili ed esperienze di buone prassi, servizi offerti e procedure di erogazione disponibili».

In questo contesto l’Osservatorio avrà l’ambizioso obbiettivo di studiare la reale entità del fenomeno, mettere a confronto i dati disponibili elaborati da istituti che perseguono politiche e obbiettivi differenti come Inps, Inail, ASL e Università, ma soprattutto affrontare la sfida delle disabilità con una programmazione di interventi più efficaci in grado di superare la costosissima logica della continua emergenza.

«Si stima che al mondo si contino 1 miliardo di disabili, solo nel nostro Paese 4.360.000 – aggiunge il vicepresidente IERFOP Teodoro Rodin – ma i servizi a loro dedicati e le risorse messe a disposizione sono scarsi e distribuiti a macchia di leopardo. In questo scenario, le famiglie soffrono sentendosi spesso abbandonate e costrette a fare i conti con istanze inascoltate e costi sempre più elevati di riabilitazioni e cure.»

Una problematica di grandi proporzioni che fa aumentare la richiesta di aiuto e sussidio.

«E’ sempre più necessario che disabilità vecchie e nuovedice il direttore delle attività didattiche Bachisio Zolo – siano affrontate con metodologie di lavoro, strumenti e strategie adeguate. Tutte le Istituzioni hanno il dovere, a fronte di un’istanza sempre più crescente, di individuare quanto prima soluzioni concrete contro le disuguaglianze nella salute e dare maggiore sostegno alle famiglie delle persone più fragili.»

L’Osservatorio sarà strutturato in 3 aree di intervento: Area Territorio, Area Statistica e Area Percorsi. L’Area Territorio raccoglierà informazioni sui servizi attivati nel territorio per i disabili e le loro famiglie, verranno redatte delle “Guide ai Servizi” per informare e orientare le persone nei casi di necessità. L’Area Statistica strutturerà un sistema di raccolta dati nel territorio regionale, attualmente carente in materia. L’Area Percorsi offrirà uno sportello di ascolto psicologico e educativo pedagogico volto alla promozione della partecipazione, del funzionamento e dell’inclusione delle persone con disabilità, alle loro famiglie, alle reti amicali, con supporto personalizzato per le diverse fasi della vita. Il servizio fornirà consulenza, accoglienza e un contributo alla creazione di una rete dei servizi presenti nel territorio, con gli operatori dei servizi sociali, sanitari e del personale della scuola e ancora con le associazioni, gli enti e le istituzioni che operano nel campo della promozione dell’inclusione delle persone con disabilità.

Questo nuovo ente sarà composto da un team di giovani ricercatori e saranno affiancati da consulenti con esperienza nel campo della medicina, della riabilitazione, della psicologia e della pedagogia della disabilità. La sede principale sarà presso il centro direzionale IERFOP di Cagliari ma, saranno istituiti altri punti d’ascolto e di segretariato sociale nell’isola e in altre regioni come Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Molise, Piemonte e Puglia, grazie alle numerose sedi IERFOP presenti sul territorio nazionale. Tra le finalità dell’Osservatorio sulle disabilità c’è anche quella fornire un chiaro quadro su una fascia di popolazione sempre più estesa, ma al contempo marginalizzata progressivamente in base alla complessità delle sue situazioni di vita.

«La promozione dell’autonomia, la resilienza e l’empowerment delle persone con disabilità in tutte le fasi della vita è l’obbiettivo storico di IERFOP e l’istituto – conclude Roberto Pili – intende essere sempre più al servizio di un processo culturale inclusivo che investe tutta la società. Siamo convinti che lo sportello d’ascolto rappresenterà un punto di riferimento per le famiglie e le persone con disabilità ma anche per le associazioni, professionisti ed enti grazie anche, alla sempre maggiore apertura e respiro internazionale di tutte le attività intraprese dall’istituto.»

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Durante il convegno di agrometeorologia XWC19 svoltosi questa mattina, il Politecnico di Torino ha presentato il suo nuovo record, la realizzazione di un collegamento Wi-Fi tra un sensore e un ricevitore distanti più di 700 km.

La sperimentazione ha avuto inizio nel 2017 ed è stata condotta dagli iXem Labs dell’Ateneo, da sempre impegnati nella ricerca per il superamento del divario digitale, con l’obiettivo di costruire un sistema autonomo e alternativo alla telefonia mobile per la raccolta di dati (l’internet delle Cose), applicabile in qualsiasi luogo, anche quello più remoto, indipendentemente dalla disponibilità di energia e dalle condizioni di copertura.

Perché il sistema sia sostenibile e replicabile sono necessarie due caratteristiche essenziali: consumi energetici ridottissimi e collegamenti a lunga distanza. Per disporre di un campo di prova reale, le nuove tecniche di trasmissione sono quindi state implementate su alcuni dei sensori di iXemWine, il progetto del Politecnico finalizzato alla condivisione dei dati agrometeorologici raccolti nelle vigne e utilizzati per migliorare l’efficacia dei trattamenti fitosanitari.

Per rendere l’esperimento reale, i sensori sono stati miniaturizzati, dotati di antenne molto piccole (inferiori a 2 cm) con l’energia fornita da due semplici batterie stilo, alcaline e non ricaricabili. Soprattutto, sono stati posizionati solo in contesti reali, nelle vigne, in mezzo ai filari. Fin dall’inizio, tutte le attività sono state autofinanziate e realizzate in economia: per ovviare alla mancata disponibilità di tralicci, le prime prove sono state effettuate appendendo i ricevitori a palloni meteostatici ancorati al suolo.

Nel 2017 questi dispositivi  hanno permesso di raccogliere dati fino a 50 km, distanza comunque superiore a quelle raggiunte dai sistemi telefonici tradizionali. Nel corso dei due anni successivi i sensori sono stati più volte riprogettati e perfezionati, fino alla realizzazione di un collegamento tra una stazione meteo installata il 3 giugno nelle vigne “U Tabarka” di Carloforte, in Sardegna, e un ricevitore insediato successivamente in Catalogna, sulle alture di Tarragona. I due siti sono stati efficacemente e ripetutamente collegati durante tutto il periodo di prova. La stazione, i cui dati sono consultabili liberamente sul sito https://www.ixem.wine , ha trasmesso dati ogni 10 minuti, anche a distanze superiori ai 700 km. Nonostante la distanza raggiunta, la stazione oggi, a sei mesi di distanza, mantiene più del 90% di carica residua delle batterie. Il record, quindi, è stato ottenuto con emissioni bassissime (paragonabili al telecomando di un’automobile), ma straordinaria sensibilità in ricezione.

Gli iXem Labs sono un’eccellenza dell’Ateneo Piemontese. Fondati nel 2004, nel 2007 hanno realizzato il record mondiale di trasmissione Wi-Fi, con un collegamento di 300 km tra il Monte Rosa e il Monte Cimone. Sette anni più tardi hanno contribuito alla fondazione di Senza Fili Senza Confini, il primo provider Internet italiano non a scopo di lucro, analizzato e riconosciuto come caso di studio dalle più importanti testate giornalistiche internazionali e hanno all’attivo decine di progetti con un unico denominatore comune: la lotta al divario digitale.

Il progetto iXemWine invece è partito a fine marzo 2019. In pochi mesi ha permesso l’installazione di 180 stazioni meteo in 6 Regioni Italiane, che sono state utilizzate da più di 650 operatori del settore. Grazie a sensori di dimensioni molto ridotte ma con grande autonomia energetica, in grado di trasmettere dati a grandissima distanza, gli studi effettuati nel corso della stagione appena terminata hanno dimostrato una significativa riduzione del numero di trattamenti chimici necessari: ciò ha aumentato la qualità del prodotto e diminuito l’esposizione ambientale, a dimostrazione che la sperimentazione tecnologica può essere sostenibile.

«La rivoluzione digitale in corso impatta tutti i settori produttivi, soprattutto con il prossimo avvento delle piattaforme per l’Internet delle Cose. Da tempo il nostro Ateneo è attivo in questo campo, e questo record testimonia l’efficacia e l’applicabilità della nostra attività di ricerca», ricorda il direttore di iXem Labs Daniele Trinchero, che prosegue: «Questo esperimento ha carattere dimostrativo, con una forte connotazione radioamatoriale. Abbiamo scelto le condizioni di propagazione più favorevoli per raggiungere distanze sempre maggiori, con grande attenzione alla sostenibilità. Il record del 2007 fu ottenuto utilizzando solo materiali riciclati e obsoleti, dimostrando una via alternativa alla digitalizzazione a banda larga.  Oggi sperimentiamo dispositivi compatti, di facile installazione, a bassissime emissioni, con fabbisogno energetico minimo, e quindi replicabili. Questa sarà l’Internet del futuro».

«Abbiamo accolto con entusiasmo l’iniziativa promossa dal Politecnico di Torino – afferma Salvatore Puggioni, sindaco di Carloforte –. Carloforte si sta affermando sul piano nazionale ed internazionale come meta privilegiata non solo per la bellezza del suo paesaggio ma anche per la posizione strategica che occupa. L’esperimento condotto dagli studiosi dimostra ancora una volta come le potenzialità di sviluppo dell’Isola passino anche attraverso l’adesione a progetti posti sulla frontiera della ricerca.»

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Risorse economiche sufficienti e un commissario che garantisca la normale attività all’Agenzia Forestas, ma soprattutto la stabilizzazione dei lavoratori entro il prossimo 31 dicembre.

E’ quanto chiedono i sindacati confederali FAI Cisl, FLAI Cgil e UILA Uil che hanno indetto per martedì prossimo 10 dicembre alle 10.00 un sit-in ad oltranza dei lavoratori dell’Agenzia Forestas presso la sede della presidenza della Regione in via Oslavia (lato villa Devoto).

I sindacati chiedono un reale miglioramento delle condizioni di lavoro per i dipendenti dell’Agenzia attraverso uno stanziamento di risorse aggiuntive per l’applicazione delle Leggi Regionali n. 43/2018 e n.6/2019. La piattaforma rivendicativa prevede che sia data priorità assoluta e certezza della stabilizzazione entro il 31/12/2019 con modifica della D.G.R. n.28/2, risorse aggiuntive per gli OTD (braccianti agricoli) che sono stati esclusi dalla L.R. 6/2019, la nomina immediata del commissario per garantire all’Agenzia la normale attività e il pagamento degli arretrati I.V.C. come previsto dall’accordo tra CORAN e FAI, FLAI, UILA dell’11 settembre 2018.

La situazione è preoccupante – dichiara la segretaria generale della UILA UIL Sardegna Gaia Garau –. Gli assessori competenti devono agire con urgenza al fine di dare garanzie ai lavoratori a tempo determinato, che non possono essere esclusi dalla attuale contrattazione per il transito al ruolo unico regionale. Il fatto che anche il sindacato autonomo abbia chiesto ai lavoratori, attraverso un recente comunicato, di partecipare alla nostra iniziativa, dimostra l’urgenza del problema di cui tutti finalmente prendono atto

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I gruppi del centrosinistra in Consiglio regionale hanno presentato oggi una proposta di legge che punta ad aumentare gli stanziamenti e a ridefinire i criteri di assegnazione delle borse di specializzazione medica attribuite dalla Regione.

La grave carenza di medici specialisti, come ampiamente sottolineato da professionisti e associazioni di pazienti anche durante i sopralluoghi nei presidi sanitari dell’isola tenuti recentemente dalla VI commissione Sanità del Consiglio regionale, è critica in tutti i territori.

«Senza un intervento organico la situazione in futuro sarà ancora più grave – dice l’on. Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti e primo firmatario della proposta di legge – l’eta avanzata del personale oggi impiegato e l’applicazione di quota 100 aggraverà l’emergenza già dal 2020. Non bastano più le misure spot o gli interventi emergenziali, serve al contrario una seria pianificazione che ci permetta di investire oggi per la preparazione dei professionisti che tra qualche anno avranno in carico la tutela della salute di tutti i sardi.»

La proposta di legge sottoscritta dai gruppi Progressisti – Pd e Leu mira a intervenire in maniera organica e strutturale e, oltre a prevedere lo stanziamento aggiuntivo di 15 milioni di euro all’anno per le borse di specializzazione medica ad integrazione di quelle nazionali, istituisce un Osservatorio Regionale del Fabbisogno che provvederà annualmente a monitorare il numero e le carenze di medici specialisti e a definire sulla base delle esigenze dell’isola i criteri di assegnazione delle borse regionali. Inoltre crea i presupposti per sfruttare meglio l’intera rete formativa, quindi anche le strutture dell’ATS e del Brotzu, e non solo le aziende universitarie.

«L’imbuto formativo unitamente al sistema nazionale di attribuzione delle borse penalizza l’isola – aggiunge Francesco Agus -. Ma non possiamo permetterci di spendere male le risorse: occorre investire di più e garantire più finanziamenti nelle specializzazioni dove la carenza futura sarà critica. Serve un piano pluriennale concordato da tutti gli attori in campo: Università, aziende sanitarie, Regione.»
La proposta presentata consentirà inoltre l’inserimento, negli ultimi anni di formazione specialistica, dei giovani medici negli ospedali che hanno denunciato le criticità maggiori, senza che questo ostacoli la didattica. A questo proposito la PL prevede per gli specializzandi incentivi economici e copertura assicurativa.

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Con una grande parata che conta oltre 120 componenti, tra sbandieratori, mascotte della Disney, la banda musicale, la slitta di Babbo Natale lunga tre metri, il Calesse di Cenerentola ed il suo principe, sabato 7 dicembre, alle 17.00, verrà inaugurato “Il Villaggio di Natale a Sant’Antioco”. La sfilata prenderà il via dalla Chiesa di Nostra Signora di Bonaria e si concluderà in Piazza Umberto, dove hanno sede la “Casa dei giochi” per i bambini e la “Fiera mercato”, su cui domina una grande stella luminosa. La giornata proseguirà con l’apertura della Fiera mercato e l’accensione delle luminarie, mentre Piazza Italia sarà interamente dedicata ai bambini, con il taglio del nastro dell’igloo di Babbo Natale e del “Giardino delle Fiabe”, a cui si accompagneranno numerose sorprese: zucchero filato, pop corn, animazione, fotografie, luci e musica.

«Quest’anno abbiamo creato un grande villaggio che abbraccia tutto il centro cittadino e i cui contorni sono segnati da luminarie uniche – commenta l’assessore al Turismo Roberta Serrenti – capaci di creare un’atmosfera magica: dagli addobbi nella Chiesa di Bonaria, fino al “Giardino delle Fiabe” di Piazza Italia, l’albero all’ingresso del paese, le varie luminarie presenti nelle principali strade del centro e il nostro “pezzo forte”: la Stella luminosa di Piazza Umberto, unica in Sardegna e alta sette metri. Senza dimenticare il Corso Vittorio Emanuele, arricchito da un lungo cordone luminoso che abbiamo ribattezzato “Cielo Stellato”. Non mancherà l’animazione, soprattutto nei fine settimana e nelle giornate a cavallo del Santo Natale: fiabe, laboratori, giochi vari e spettacoli di magia. Quest’anno torna anche il concorso “Vetrina di Natale” sul tema “Le fiabe Disney”, con i negozi del centro addobbati a festa.»

Il programma prevede 16 giornate di animazione, con eventi dedicati a tutti ed una particolare attenzione alle famiglie e ai più piccoli. Confermato anche quest’anno il grande Presepe vivente (“Su Nascimentu in grutta, per le vie di Betlemme”) che come da tradizione si svolgerà domenica 8 dicembre nel centro storico (via Necropoli – Villaggio Ipogeo) con centinaia di figuranti. E ancora, altro appuntamento immancabile: l’inaugurazione della mostra “I presepi nell’isola” e del Presepe artistico di Gianni Salidu, nel Corso Vittorio Emanuele. Infine, domenica 5 gennaio, “Aspettando la Befana”, con il concorso della Befana più bella che culminerà con sfilata e “discesa” della Befana dal cielo.

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Il 6 dicembre, dalle ore 11.00 alle 13.00 circa, presso la Fondazione di Sardegna, in via Salvatore d’Aorta, Cagliari, si terrà un un convegno sulla ricerca per le patologie tumorali pediatriche. Interverranno le dottoresse Stefania Fochesato e Lara Mussolin, della Città della Speranza di Padova, e il generale dei carabinieri, ora in pensione, Carmine Adinolfi, già comandante della Legione Sardegna, sostenitore della predetta Onlus.
Si parlerà delle iniziative sviluppate negli ultimi anni per combattere le malattie più gravi che, purtroppo, colpiscono tantissimi bambini.
La Città della Speranza, fondata nel 1994, oggi impegna circa 300 ricercatori nello studio della delicata materia ed è in contatto con diverse realtà oncologiche del nostro Paese per sviluppare insieme terapie adeguate per migliorare la cura dei tumori.
La finalità è restituire il sorriso a tanti piccoli che soffrono e che aspettano da tutti noi un aiuto. Allo scopo sarà presentato un calendario per bambini, realizzato dal generale Adinolfi e dal bravissimo disegnatore Antonio Mariella, appuntato dell’Arma in servizio in Puglia, donato alla Città della Speranza per finanziare la ricerca.
L’incontro, aperto alla cittadinanza e alle scuole, con accesso libero, vedrà la partecipazione della banda della gloriosa Brigata Sassari, diretta dal maestro Andrea Atzeni, per un breve concerto dedicato ai bambini quale significativo gesto di attenzione ad una problematica così rilevante per tutti.

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È pronto il cartellone degli eventi che accompagneranno stintinesi, e non solo, per tutto il periodo natalizio. Sarà la musica a fare da filo conduttore, con una serie di concerti che, dal 7 dicembre sino alla vigilia del nuovo anno, faranno risuonare tra le vie del borgo la musica popolare e della tradizione sarda quindi i canti gospel. Il grande protagonista del Natale stintinese sarà, ancora una volta, il presepe a grandezza naturale che quest’anno, arrivato alla sua dodicesima edizione, abbraccerà l’intero paese.

Gli appuntamenti, organizzati dall’assessorato comunale della Cultura, in collaborazione con l’associazione Il tempo della Memoria e La Mirò, prenderanno il via sabato 7 dicembre quando alle 20, nella chiesa parrocchiale dell’Immacolata Concezione si svolgerà il concerto di Natale di Piero Marras. Il cantante, che quest’anno ha compiuto 70 anni, presenterà al pubblico stintinese un repertorio che è frutto dei suoi 40 anni di carriera e rappresenta una produzione che è frutto della continua ricerca dell’identità sarda, fatta di testi di alto valore culturale e di grande musica.

L’8 dicembre, alle 18,30, l’intero paese si ritroverà per l’inaugurazione e la benedizione del presepe a grandezza naturale. Quest’anno la composizione del presepe, con oltre 100 statue abbraccerà l’intero paese, dalla banchina del porto Minori al largo Cala d’Oliva, per arrivare al lungomare Colombo sul porto Mannu.

«Quest’anno – afferma l’assessore della Cultura Francesca Demontis – abbiamo voluto organizzare un vero e proprio percorso che, per tappe, potesse raccontare la natività passando dalle tradizioni del nostro paese a quelle del territorio e del mondo. E nello spirito dell’invito che quest’anno Papa Francesco ha rivolto al mondo cattolico, cioè di allestire il presepe anche nelle piazza e nei luoghi pubblici, noi nel nostro piccolo rinnoviamo l’impegno che da dodici anni portiamo avanti con grande orgoglio.»

Il percorso racconta la pesca a Stintino, le maschere sarde, la casa del contadino, i presepi del mondo, i pastori, l’Asinara, il banditore, la Confraternita, i musicanti, la natività largo Cala d’Oliva, i Re Magi.

A collegare le due ali del paese sarà una mostra fotografica, con oltre 50 scatti raccolti su 40 pannelli posizionati nelle vie laterali alla chiesa, vicolo Campanile e vicolo Chiesa, che uniscono la zona del porto vecchio alla piazza centrale del paese. La mostra, organizzata dal Comune in collaborazione con l’associazione Il tempo della memoria e La Mirò, racconta per immagini le diverse edizioni del presepe stintinese “La Betlemme d’Europa”. Gli scatti sono di Andrea Bazzoni. Il presepe sarà visitabile sino all’Epifania.

musicale ideato da Lorenzo Fasolo di Kaos Lab, con la voce e le musiche di Beppe Dettori e le foto di Luigi Corda. Un’occasione di riflessione sui temi dell’immigrazione, integrità razziale, musica e tradizioni popolari.

Il 21 dicembre, alle 19.00, sarà la volta della nuova edizione del concerto di Natale che quest’anno si svolgerà nella chiesa parrocchiale e vedrà protagonista uno tra i più prestigiosi cori gospel in attività: The Anthony Morgan Inspirational Choir of Harlem. Il coro, diretto dal maestro Anthony Morgan, si è esibito già in importanti teatri italiani dall’Auditorium di Roma al Teatro Smeraldo, dallo storico club Blue Note Milano al Teatro Accademia di Conegliano Veneto per arrivare anche alla trasmissione televisiva Scalo 76, trasmessa da Rai 2.

A chiudere gli appuntamenti in musica sarà il concerto dell’associazione culturale Beata Vergine Assunta Coro Baratz di Villassunta che il 28 dicembre, alle 19.00, si esibirà al Mut di via Lepanto.

Durante gli appuntamenti al Mut, inoltre, sono previste le proiezioni di tre documentari. Il primo, “La Misteriosa Isola dell’Asinara”, sarà proiettato il 7 dicembre alle ore 18,30, il secondo, “Regata di vela Latina Presidente della Repubblica”, il 15 dicembre ed il terzo, La storia di Stintino, il 28 dicembre. Venerdì 20 dicembre alle 18,30 saranno proiettati tutti e tre.

I documentari sono stati realizzati nel periodo che va dal 1990 al 2010. Gli autori dei testi sono i giornalisti Angelo Santoro e Lino Mura, le immagini sono state realizzate da Mauro e Paolo Fancello, la voce del documentario di Vela Latina, Trofeo Presidente della Repubblica è di Claudio Capone voce storica della trasmissione Quark.