23 December, 2025

Decathlon, azienda leader nella creazione, produzione e distribuzione di prodotti e tecnologie sportive, in vista delle future opportunità di inserimento ricerca 120 figure tra le quali Assistenti alla vendita, che dovranno accogliere e ascoltare i clienti e accompagnarli nell’acquisto desiderato, prendere in autonomia decisioni riguardanti la gestione del proprio reparto; Tecnici di Laboratorio, che dovranno soddisfare i propri clienti proponendo prodotti e servizi ed essere ambasciatori dei prodotti a marchio Decathlon; Sport Leader, che dovranno occuparsi del proprio sport di competenza (sci, ciclismo, escursionismo, tennis, nuoto, fitness, etc.) prendendo decisioni che vanno dalla gestione dello stock e degli spazi commerciali fino alla creazione di una vera politica commerciale e di un network, per andare incontro ai bisogni dei clienti etc. I candidati, diplomati o anche studenti, saranno inseriti presso gli oltre 90 negozi presenti su tutto il territorio nazionale, nei diversi settori dell’azienda: retail, logistica, produzione e finance. Decathlon, nata in Francia nel 1976, è diventato il più grande network di negozi per la distribuzione di articoli per lo sport ed è presente, oltre che in Italia, anche in 19 paesi nel mondo con 700 punti vendita per un totale di 70 mila collaboratori i quali L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_deca_ott_2019.html .

L’Amministrazione comunale di Iglesias ha approvato la realizzazione in città di una rete di infrastrutture di ricarica (IDR) per veicoli elettrici. Un intervento che vuol contribuire a favorire la diffusione dei veicoli elettrici e rappresenta una significativa opportunità per lo sviluppo sostenibile nel settore dei trasporti, fornendo un piccolo contributo alla riduzione delle emissioni e più in generale alla salvaguardia ambientale. Da parte della ditta o delle ditte selezionate per la gestione del servizio, verranno installate in città 13 IDR, ognuna di esse prevede l’occupazione di due stalli auto, in quanto dotata di due attacchi per la ricarica, con una durata di concessione del suolo pubblico prevista per 8 anni, con nessun onere per l’Amministrazione, ad esclusione dell’esenzione della tassa di occupazione del suolo pubblico. Le IDR verranno installate in: – Via Deledda (fronte Centro Culturale) – Parco delle Rimembranze (Via Valverde) – Via Garibaldi (fronte Stazione) – Piazza Belvedere (Frazione di Nebida) – Via Pacinotti – Via Fadda (piazzale Scuola Via Brescia) – Piazza Sarigu

– Frazione di Masua (parcheggi) – Via Vivaldi – Via Venezia (angolo Via Argentaria) – Rosa del Marganai (angolo Via Atria) – Via Indipendenza (fronte Seminario Arcivescovile) – Via Loi (fronte PS). “La realizzazione della rete di ricarica, che sarà sviluppata in collaborazione con l’Assessorato comunale ai Lavori lubblici, rappresenta una maniera concreta di mettere in atto gli interventi necessari alla promozione di una viabilità sostenibile – ha spiegato l’assessore dell’Ambiente, Francesco Melis – e questo sarà il primo di ulteriori interventi, come l’acquisto da parte del Comune di veicoli elettrici destinati all’Amministrazione”.

“Il pronto soccorso di Isili accetta soltanto pazienti in codice verde. Questo non è noto ai pazienti, che lo scoprono quando arrivano sul posto e non era noto nemmeno alla commissione Sanità prima del sopralluogo di oggi. I pazienti più gravi, invece, vengono dirottati dal 118 su altri ospedali con il disagio evidente dei familiari e dei malati. E’ un dato di assoluta preoccupazione, che non possiamo tacere in particolare, se consideriamo le dimensioni del territorio che questo pronto soccorso serve”. Lo afferma il consigliere regionale Stefano Schirru (Psdaz) al termine della trasferta nel Sarcidano con la commissione Sanità del Consiglio regionale. Prosegue Stefano Schirru: “I posti letto del reparto Medicina devono passare almeno a 25 perché gli attuali 20 sono insufficienti ma più in generale tutta la dotazione dell’organico va rivista. Questo è l’effetto dell’applicazione del Decreto Ministeriale 70, che ha stravolto la sanità sarda, completamente diversa da quella lombarda o emiliana: in Sardegna ci sono pochissime città e qualche centinaio di piccoli comuni in un territorio vastissimo. Servono, dunque, regole differenti”.

Il comune di Carbonia aderisce anche quest’anno all’iniziativa ecologica “Puliamo il mondo”, in programma nella mattinata di sabato 12 ottobre. L’evento, promosso da Legambiente con la collaborazione di Anci e con i patrocini di ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e di UPI (Unione delle Province d’Italia), “mira a sensibilizzare il mondo giovanile e i cittadini al rispetto, alla salvaguardia e alla pulizia dell’ambiente, coinvolgendo attivamente le scuole, le associazioni ambientalistiche, sportive, culturali e sociali di Carbonia. Tutti insieme ci rimboccheremo le maniche per dare un esempio concreto di senso civico e amore per la nostra città”, ha detto il sindaco Paola Massidda. Sono state individuate diverse squadre di volontari che eseguiranno interventi di pulizia e decoro urbano nelle seguenti zone situate all’interno del territorio comunale: – Parco di Rosmarino;

• Zona di accesso a Monte Leone;
• Pista ciclabile nel tratto tra il Centro Intermodale e via Nazionale;
• Aree limitrofe al cimitero di Serbariu;
• Cortoghiana: aree verdi presso Largo Montessori, via Nepero e l’ex Circoscrizione;
• Bacu Abis: dalla rotonda Pozzo Castoldi fino all’ex Circoscrizione;
• Barbusi: località “Su Strintu de s’Axina”.
L’assessore dell’Ambiente Gian Luca Lai ha spiegato che “questa iniziativa si colloca in continuità con le due precedenti edizioni, in cui tanti volontari animati dallo spirito di servizio per la propria città raccolsero centinaia di kg di rifiuti. La pulizia delle aree degradate, il rispetto dell’ambiente e la riduzione della produzione di rifiuti (plastica in particolare) risultano pienamente in linea con quanto recentemente richiesto dai giovani nelle manifestazioni “Fridays for future”. Visto il prevedibile successo dell’iniziativa, il comune di Carbonia ha provveduto ad acquisire, tramite la società De Vizia, un numero superiore di kit – da adulto e da bambino – rispetto alle scorse edizioni. Le pettorine gialle, i guanti e i gadgets verranno consegnati ai volontari il giorno della manifestazione. Ciascun volontario sarà coperto da idonea assicurazione. I volontari che hanno intenzione di aderire all’iniziativa sono invitati di comunicare il proprio nominativo agli uffici del comune di Carbonia.

Sant’Antioco e Calasetta spalancano le porte dell’isola all’ENIT UK & Ireland (agenzia nazionale italiana del turismo con sede a Londra), per mostrare e promuovere le proprie peculiarità a cinque tour operator e tre giornalisti del Regno Unito e dell’Irlanda. Il progetto, organizzato dal comune di Sant’Antioco, assessorato al Turismo e dai centri commerciali naturali (CCN) dei due paesi, Sulki _ Welcome to Sant’Antioco e Calasetta – Cultura, Calore, Natura, in collaborazione con l’assessorato regionale del Turismo, il comune di Cagliari e il Consorzio Turistico Iglesias, prende il via la mattina di sabato 5 ottobre con l’arrivo all’aeroporto di Elmas e si conclude martedì 8. Fulcro della quattro giorni è la presentazione di un pacchetto turistico dalla forte componente identitaria, perfetto per poter essere promosso a un target mediamente colto, mediamente spendente, sensibile a un turismo culturale, enogastronomico e sostenibile. La scelta di ottobre per la realizzazione dell’educational non è casuale: l’obiettivo dei centri commerciali naturali è quello di puntare sulla destagionalizzazione dell’offerta turistica, mostrando – e dimostrando – che un turismo non legato all’estate, in Sardegna e nel Sulcis, non solo è possibile, ma anzi consente di apprezzare appieno aspetti poco valorizzabili nella stagione più calda.

Un solo incendio oggi in Sardegna ha richiesto l’intervento del mezzo aereo del Corpo forestale. Nelle campagne di Macomer, i località “Funtana Giaga”, sono intervenuti due elicotteri: uno proveniente dalla base del Corpo forestale di Bosa e uno proveniente dalla base di Anela. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della Stazione di Macomer coadiuvato dall’intervento di 2 squadre di Forestas. Il fuoco ha interessato un’area costituita da pascoli arborati e cespugliati. Le operazioni di spegnimento, si sono concluse alle ore 15.00 circa.

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E’ stata presentata istanza da 23 consiglieri regionali, primi firmatari Emanuele Cera ed il gruppo consiliare di Forza Italia, per chiedere l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla presenza dell’amianto in Sardegna, con la specifica finalità di verificare le conseguenze e le ripercussioni sulla salute degli abitanti della Sardegna e in particolar modo dei lavoratori e delle comunità locali interessate dalla presenza di stabilimenti dedicati a suo tempo alla lavorazione e alla produzione di prodotti di amianto. Come è noto in Italia ci sono 96mila siti contaminati da amianto, censiti e presenti nel database del ministero dell’Ambiente, e l’Osservatorio Nazionale Amianto rileva che sono ancora 6.000 le persone che muoiono ogni anno di patologie legate all’amianto, e che inoltre migliaia di italiani si ammalano di tumore polmonare e altri tumori a carico del sistema respiratorio, nonostante siano ormai 27 anni che l’uso di amianto sia stato bandito nel nostro Paese. Anche la Sardegna non è esente dalla esposizione all’amianto, che causa ogni anno numerosissime vittime per via di una presenza diffusa di questo materiale fibroso, sia negli edifici privati residenziali, negli edifici pubblici o aperti al pubblico che negli impianti industriali attivi e dismessi. Basti pensare ai lavoratori sardi che hanno lavorato nelle fabbriche di manufatti in cemento amianto, sottolinea il consigliere Emanuele Cera, quali la «Sardit di Oristano e la Ce.Ma Sarda di Marrubiu, oppure ai lavoratori di altri stabilimenti quali ad esempio Ottana, Porto Torres, etc. che seppur esposti indirettamente alla presenza di amianto, hanno lavorato in stabilimenti che hanno utilizzato la fibra come componentistica». «Occorre acquisire definitivamente i dati della presenza di amianto in Sardegna soprattutto negli edifici privati residenziali – prosegue il consigliere Emanuele Cera -, al fine di contrastare definitivamente il problema amianto attraverso la messa a regime nel tempo di un intervento risolutore, che metta in sicurezza la popolazione e le famiglie in Sardegna». Viene evidenziata inoltre dal consigliere Emanuele Cera la necessità di «avviare azioni finalizzate ad attivare la procedura di inserimento dei siti Sardit di Oristano e Ce.Ma Sarda di Marrubiu, fra i Siti di interesse nazionale per la bonifica dall’amianto, con la precisa finalità diusufruire dei benefici di legge, alla stessa stregua dei siti della penisola, che mediante l’uso di risorse pubbliche, sono stati quasi tutti bonificati e riconvertiti in strutture pubbliche di pregio culturale e paesaggistico, come ad esempio Eternit Casale, in cui al posto della fabbrica adesso sorge un parco».

Il contesto ambientale nel quale viviamo influisce direttamente sulla nostra salute e può creare percorsi personali di disagio e sofferenza in grado di produrre sintomi che definiamo stato di “malattia”. Alla luce di questa visione occorre ridisegnare l’organizzazione del pensiero medico per favorire una visione unitaria e d’insieme sia del malato che della malattia. Nella pratica quotidiana del medico è, infatti, sempre più importante la necessità di ampliare la visione clinica verso l’indagine e la comprensione delle dinamiche causali polifattoriali che caratterizzano l’evoluzione patobiografica individuale. In parti colare negli ultimi decenni una maggior incidenza di alterazioni dello stile di vita e alimentare, disagi psicosociali e relazionali, disfunzioni del microbiota intestinale, incremento del carico tossico da veleni ambientali sempre più di frequente si sommano nel tempo nel produrre patologie infiammatorie croniche ad evoluzione autoimmune. Il 2° congresso Nazionale dell’AIMES (Associazione Italiana di Medicina Sistemica), da sempre impegnata nel promuovere e diffondere il pensiero sistemico in medicina, si terrà il 5 ottobre presso l’Hotel Michelangelo di Milano. Nel corso dei lavori si parlerà non solo della centralità del paziente e della perso nalizzazione della terapia ma di tutte le strategie sistemiche di cura nelle patologie autoimmuni. Dai patogeni intestinali come possibile origine dell’autoimmunità, alla gestione della malattia autoimmune in gravidanza; dalla infiammazione cronica connettivale alle cause di disregolazione immunitaria di riconoscimento del “self”, dall’alimentazione immuno disfunzionale fino al valore fisiopatologico dell’esercizio fisico nella prevenzione e cura delle patologie autoimmuni. La salute è espressa da equilibrio dinamico caratterizzato da processi continui di cambiamento. Ne abbiamo parlato con il presidente AIMES, dott. Giampiero Di Tullio, specialista in Medicina Preventiva, Scienza dell’Alimentazione e Dietetica, medico espertoin Omeopatia e Omotossicologia. Ideatore e fondatore della Medicina Sistemica. La salute – afferma – è uno stato di adattamento a tutto ciò che riceviamo dall’esterno. Le risposte adattative del nostro organismo ai numerosi stimoli stressogeni ambientali dipendono da due importanti fattori individuali: attitudine reattiva e capacità di funzione regolativa. Entrambe sono di natura individuale, modulate dalle interazioni tra genetica ed epigenetica ambientale e basate sulla costante interazione tra i nostri sistemi metabolici, immunitari, ormonali e neuropsichici. La capacità adattativa, e di conseguenza la salute – specifica Giampiero Di Tullio – può essere alterata sia da un eccesso di stimoli ambientali, definiti da quantità e tempo di interazione, che dalla nostra progressiva incapacità nel produrre un ““cambiamento adattativo”” sia fisico che psicoemotivo. Secondo lo studioso, per recuperare il proprio equilibrio e benessere è necessario “riabilitare” i sistemi preposti alla regolazione della reazione adattativa. Dopo una prima fase di definizione del livello di sofferenza individuale, che si compie attraverso un’ attenta ricostruzione del percorso anamnestico patobiografico, è indispensabile elaborare una strategia terapeutica multilivello che induca un nuovo potenziale di guarigione, coinvolgendo tutti i sistemi adattativi sia biologici che psichici. Ad esempio, ricorda il presidente AIMES, ripristinando la corretta funzione degli organi emuntoriali preposti all’ eliminazione dei tossici, rigenerando l’eubiosi intestinale, recuperando la fisiologica composizione corporea e l’efficienza dello stato nutrizionale, operando modifiche delle abitudini di vita nella direzione di ridurre lo stress e l’infiammazione sistemica, riequilibrando il sistema immunitario e ormonale. “È importante nella pro pria quotidiana alimentazione – sottolinea – evitare i cibi eccessivamente manipolati dall’agricoltura intensiva e dall’industria alimentare, recuperando cibi naturali e “veri” con caratteristiche di freschezza, di non eccessiva cottura, integri e, soprattutto, ancora ricchi di energia vitale. È inoltre indispensabile – ribadisce l’esperto – ridurre il carico di tossicità quotidiana che non si riferisce solo al carico tossico ambientale ma anche alle abitudini emozionali tossiche e ai pensieri negativi. In sintesi una strategia sistemica di cura per ritrovare dunque l’energia non solo attraverso il cibo ma anche nella libera espressione delle nostre emozioni (intelligenza emotiva) e nel recupero del “senso” della propria vita. Guarire da se stessi – conclude il dottor Giampiero Di Tullio – è possibile. Significa uscire dai propri schemi cristallizzati, superare le primitive reazioni automatiche diventate abitudinarie. Il nuovo e l’imprevisto, compresa la malattia, possono essere trasformati in una utile opportunità di cambiamento e quindi di guarigione.

Assunzioni a tempo pieno e a tempo indeterminato di 14 Collaboratori Professionali Sanitari Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro – Cat. D: il concorso è lanciato dall’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) Brianza di Monza. L’ente si è costituito nel 2016 in seguito alla fusione delle due ex aziende sanitarie ASL Lecco e ASL Monza e Brianza e svolge funzioni di gestione, programmazione e controllo, oltre che di supervisione sulla continuità delle cure ai malati cronici e gravi. Per partecipare alla selezione, oltre ai requisiti previsti dalla legge per prendere parte ai concorsi pubblici, i candidati devono essere in possesso di almeno uno dei seguenti titoli di studio:

  • laurea in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (classe di appartenenza L/SNT04 – Professioni Sanitarie della Prevenzione);
  • diploma Universitario di Tecnico della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro;
  • diplomi conseguiti in base al precedente ordinamento e riconosciuti equipollenti e/o equiparati al diploma universitario ai fini dell’esercizio dell’attività professionale e dell’accesso ai pubblici uffici;
  • iscrizione al relativo Albo professionale.

E’ possibile presentare la propria candidatura fino al 17 Ottobre 2019.
Una volta terminata l’eventuale preselezione, le procedure selettive prevedono la valutazione dei titoli ed il superamento di tre prove d’esame, due scritte ed una orale, sui seguenti temi:

  • argomenti relativi alla qualificazione professionale richiesta;
  • esecuzione di tecniche specifiche o nella predisposizione di atti connessi alla qualificazione professionale richiesta;
  • conoscenza del codice di comportamento aziendale;
  • elementi di informatica;
  • verifica della conoscenza della lingua straniera inglese.

Per la Giornata Mondiale della Terra del 22 aprile, la Fondazione UniVerde e la Società Geografica Italiana Onlus hanno lanciato l’undicesima edizione del concorso fotografico ‘Obiettivo Terra’. Un viaggio per immagini che mette al centro il tema della natura e che assegnerà all’autore della foto vincente un premio di 1.000 euro. L’iniziativa mira a valorizzare il patrimonio ambientale e la biodiversità dei parchi nazionali e regionali italiani. Sarà un’occasione per esprimere solidarietà nei confronti delle aree protette, per promuovere il turismo sostenibile e responsabile e per conservare le tradizioni locali agricole, enogastronomiche, artigianali e storico culturali. Il soggetto fotografato deve fare riferimento infatti ad un Parco Nazionale o Regionale , un’Area Marina protetta o una Riserva Statale o Regionale. La partecipazione è del tutto gratuita; per inviare la propria fotografia basta accedere al sito ufficiale e seguire le indicazioni, inviando l’immagine entro il 2 febbraio 2020. Saranno ammesse al concorso solo foto in formato digitale, a colori, di risoluzione minima 1600×1200 in formato orizzontale o verticali, non superiori ai 15 Mb. Le foto in concorso devono essere gli ‘originali’ ottenute da un unico scatto. Per partecipare è necessario essere cittadini italiani maggiorenni o stranieri residenti in Italia. L’autenticità e la titolarità della fotografia viene certificata con la candidatura al concorso e la fotografia presentata al concorso non deve essere già stata premiata in concorsi italiani o esteri.
Il concorso prevede alcune categorie speciali come:

  • alberi e foreste;
  • animali;
  • area costiera;
  • fiumi e laghi;
  • paesaggio agricolo;
  • turismo sostenibile.

Per l’edizione 2020 sono state inserite anche le sezioni: borghi; patrimonio geologico; Mother Earth Day; Plant Health e obiettivo mare. E’ previsto anche un Premio Accessibilità per l’area protetta che si è distinta per aver favorito l’accessibilità a la fruibilità alle persone con disabilità e a mobilità ridotta, in collaborazione con FIABA ONLUS.