22 December, 2025

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Il MIUR in collaborazione con Caritas Italiana bandisce un Concorso Nazionale dal titolo “Cittadini per una cultura dell’incontro: dai social alla comunita umana” cui possono partecipare gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado di istruzione, in forma individuale o in gruppo.
Per una piena e consapevole partecipazione al concorso, si invitano gli studenti ad approfondire le tematiche della campagna di sensibilizzazione sul tema, avvalendosi dei materiali messi a disposizione dalla Caritas italiana.
Gli studenti, preferibilmente in gruppo, potranno partecipare inviando:

  • 1 fotografia/disegno,
  • un breve scritto (max. 1.800 battute spazi inclusi),
  • oppure un breve video/spot (max 2 minuti).

Gli elaborati potranno contenere un’eventuale scheda esplicativa del percorso didattico realizzato.
Sono candidati al premio finale i lavori che avranno affrontato in maniera originale, creativa e significativa il tema oggetto del bando. I vincitori verranno premiati durante un evento di elevato valore istituzionale, in cui saranno anche presentati i lavori.

​Si consiglia un’attenta lettura del bando e dell’allegato, scaricabili dalla pagina ufficiale dedicata.
Le schede dovranno essere inviate entro e non oltre il 2 marzo 2020.

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Sei uno scienziato di talento agli inizi della carriera e che ha già prodotto un eccellente lavoro supervisionato, ti senti pronto a lavorare in modo indipendente e mostrare il potenziale per essere un leader della ricerca? La Starting Grants dell’ERC potrebbe fare al caso tuo.

​Possono candidarsi ricercatori di qualsiasi nazionalità con 2-7 anni di esperienza dal completamento del dottorato di ricerca (sono possibili estensioni in determinate circostanze – vedi l’ultimo programma di lavoro dell’ERC), con una storia scientifica che mostra grandi promesse e un’eccellente proposta di ricerca.
Le domande possono essere presentate in qualsiasi campo di ricerca.

Le sovvenzioni dell’ERC operano su una base “bottom-up” senza priorità prestabilite.

La ricerca deve essere condotta in un’organizzazione di ricerca pubblica o privata (nota come Istituzione ospitante / HI). Potrebbe essere l’HI in cui il richiedente già lavora, o qualsiasi altro HI situato in uno degli Stati membri dell’UE (vedi anche ammissibilità delle persone giuridiche del Regno Unito) o Paesi associati.
Le domande per una sovvenzione ERC devono essere presentate da un unico ricercatore principale (PI) in collaborazione con e per conto della propria Istituzione ospitante, denominata entità legale richiedente.
Le sovvenzioni vengono concesse all’Istituzione ospitante con l’impegno esplicito che questa istituzione offra condizioni adeguate affinché il principale investigatore possa dirigere la ricerca in modo indipendente e gestire i suoi finanziamenti per la durata del progetto.
Qualsiasi tipo di entità legale, comprese università, centri di ricerca e imprese, può ospitare l’IP e il suo team. Legalmente l’istituzione ospitante deve avere sede in uno degli Stati membri dell’UE o in uno dei paesi associati.

L’IP non deve necessariamente lavorare presso l’istituzione ospitante al momento della presentazione della proposta. Tuttavia, in caso di esito positivo della proposta, sono necessari un accordo reciproco e l’impegno dell’istituzione ospitante su come stabilire la relazione.
L’ERC concede progetti di sostegno realizzati da un singolo ricercatore che può assumere ricercatori di qualsiasi nazionalità come membri del team. È anche possibile avere uno o più membri del team situati in un paese extraeuropeo.
I posti vacanti per i membri del team interessati a partecipare a un progetto di ricerca guidato dall’ERC possono essere pubblicati sul portale Euraxess-Jobs.
Esistono  iniziative, sotto forma di “modalità di attuazione”, per i team finanziati dall’ERC in Europa per ospitare scienziati di talento non europei.
Le sovvenzioni iniziali possono essere assegnate fino a 1,5 milioni di euro per un periodo di 5 anni (pro rata per progetti di durata inferiore). Tuttavia, è possibile mettere a disposizione un ulteriore milione di € per coprire i costi ammissibili di “avviamento” per i ricercatori che si spostano da un paese terzo verso l’UE o un paese associato e/o l’acquisto di attrezzature importanti e/o l’accesso a grandi strutture e/o altri importanti costi di lavoro sperimentale e sul campo.

Una sovvenzione del CER può coprire fino al 100% dei costi diretti ammissibili totali della ricerca oltre a un contributo del 25% dei costi totali ammissibili ai costi indiretti.
Le domande di sovvenzione dell’ERC possono essere presentate solo in risposta a un invito a presentare proposte.
l’ERC ha inviti annuali a presentare proposte riguardanti tutti i settori scientifici.
Perché una domanda di sovvenzione dell’ERC sia completa, deve includere i moduli amministrativi, la proposta di ricerca e i documenti supplementari. La proposta completata deve essere presentata entro la data di chiusura specificata.

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E’ in programma sabato 5 e domenica 6 ottobre, all’Abbadia di Fiastra di Tolentino-Urbisaglia, in provincia di Macerata, l’ottava edizione dell’iniziativa nazionale della Copagri “Agricoltura in festa”.

L’iniziativa ospiterà confronti su tematiche di stringenti attualità inerenti al comparto primario e di forte interesse per i consumatori e i produttori agricoli, che vedranno la qualificata presenza di rappresentanti del mondo istituzionale, accademico e produttivo, tra i quali il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L’Abbate, il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, il presidente della Copagri Franco Verrascina ed il presidente della Copagri Marche Giovanni Bernardini.

Numerose e stimolanti saranno le iniziative organizzate nell’area convegni, che ospiterà confronti su tematiche di stringenti attualità inerenti al comparto primario e di forte interesse per i consumatori e i produttori agricoli, quali l’etichettatura dei prodotti agroalimentari, le piante officinali, l’agricoltura di precisione ed i prodotti fitosanitari.

In occasione della festa, gratuita e dedicata ai produttori agricoli, ma anche ai curiosi e agli appassionati del gourmet di tutte le età, si svolgerà la dodicesima edizione della “Mostra mercato dei prodotti agricoli e artigianali del territorio”, che si terrà dalle 9:00 alle 22:00 e ospiterà oltre cinquanta espositori, con ampio spazio riservato alla birra agricola e, per la prima volta, allo street food a base di prodotti locali.

 

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Nella giornata odierna due incendi hanno richiesto l’intervento del mezzo aereo del Corpo forestale.

Nelle campagne di Silius, in località “M.za Is Trunconis”, è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Villasalto. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della stazione di San Nicolo’ Gerrei coadiuvata dagli elitrasportati, 1 squadra di volontari di Goni e una squadra di Forestas di Armungia. L’incendio ha bruciato una superficie di pascolo cespugliato. Le operazioni di spegnimento, grazie al tempestivo arrivo delle squadre sul posto, si sono concluse alle ore 13.10.

Nelle campagne di Silanus, in località “P.ta Tiria”, dove è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Anela. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della Stazione di Bolotana coadiuvata dagli elitrasportati, 1 squadra di Forestas di Bolotana. L’incendio ha interessato una superficie di circa 4 ettari tra bosco e pascolo cespugliato. Le operazioni di spegnimento, grazie al tempestivo arrivo delle squadre sul posto, si sono concluse alle ore 18.40.

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La decisione assunta dall’Executive Board dell’UNESCO Global Geoparks, relativa all’esclusione del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna dalla Rete Mondiale dei Geoparchi, rappresenta la perdita di un’occasione fondamentale per il rilancio economico di tutta la Sardegna, per la promozione turistica e per il recupero delle aree che ancora risentono della fine delle attività estrattive e della crisi del comparto industriale, sia da un punto di vista occupazionale che da un punto di vista relativo alla bonifica e alla messa in sicurezza del territorio.

Un “cartellino rosso” che non arriva in maniera inaspettata e rappresenta il prevedibile risultato di una gestione del Parco che non è stata in grado di raggiungere gli standard individuati dall’UNESCO ed i risultati ottenuti in questi anni da analoghe realtà europee, nate successivamente al Parco Geominerario della Sardegna ma capaci di offrire un’offerta culturale e turistica che ha ottenuto risultati importanti e “creato sistema”, valorizzando il territorio ed incontrando il favore di un numero sempre maggiore di visitatori.

Un risultato negativo ancora più doloroso in quanto, il Parco Geominerario della Sardegna, nato nel 2001 e cresciuto fino ad abbracciare 8 macro aree rappresentative di tutto il territorio dell’Isola, è stato il primo Parco europeo ad entrare nella Rete dei Geoparchi, contribuendo al movimento socio-culturale di riscoperta delle tradizioni minerarie, di tutela dei siti dismessi e di valorizzazione del capitale umano legato alle attività estrattive.

La bocciatura da parte degli ispettori dell’UNESCO, impone a tutti l’avvio di una profonda riflessione, che possa coinvolgere la dirigenza del Geoparco, i soggetti istituzionali come i Comuni, l’Amministrazione regionale e le associazioni della società civile presenti nel territorio.

Un processo di confronto che parta dalla presa d’atto delle criticità emerse in questi anni, nei quali non si è riusciti a creare una vera sinergia con la società, a partire da un insufficiente coinvolgimento delle scuole, delle associazioni, del mondo accademico e dei settori produttivi.

In questo modo si è creata una distanza con la società civile e con le Istituzioni, frutto anche della mancata collaborazione nella gestione e valorizzazione dei siti ex minerari, malgrado da parte delle Amministrazioni comunali si sia più volte sollecitata la messa in atto di interventi a livello infrastrutturale, di messa in sicurezza della sentieristica, di contributi per l’apertura dei siti ex minerari nell’ottica di una loro valorizzazione turistica e per la formazione e la retribuzione del personale adibito a guida.

E’ impossibile non citare l’opera messa in atto dal comune di Iglesias in totale solitudine, per l’acquisizione ed il rilancio di siti minerari come Porto Flavia, nei quali si sono ottenuti risultati di grande rilevanza, con un costante incremento esponenziale nella presenza dei flussi turistici e con un’attenzione sempre crescente da parte dei tour operator, nell’ottica di una

promozione turistica che coniughi sviluppo e sostenibilità e che permetta di superare il turismo balneare limitato alla sola stagione estiva.

Un’opera esercitata dal solo Comune di Iglesias, a causa di forza maggiore ed in stato di necessità, nonostante esista un piano di gestione che assegna ai siti ex minerari 700.000,00 euro, importo che non è mai stato a disposizione del Comune di Iglesias, costretto quindi a provedere in maniera esclusiva ed autonoma.

Emblematico anche il caso dell’uscita del Parco Geominerario dalle Associazioni che gestiscono l’EcoMuseo di Rosas e il CICC di Carbonia, con il conseguente scioglimento delle stesse e lo stato di agitazione proclamato dalle sigle sindacali che rappresentano i lavoratori del comparto museale geominerario.

Per questi motivi, in qualità di Presidente della Comunità del Parco, ho convocato per venerdì 4 ottobre, alle ore 9.00 in prima convocazione e alle ore 10.00 in seconda convocazione, presso l’Aula Magna della Palazzina Bellavista di Monteponi, i membri della Comunità nell’imminenza della predisposizione del Bilancio di Previsione 2020, al fine di avviare la discussione per raccogliere indicazioni da trasferire al Consiglio Direttivo, che entro Ottobre/ Novembre p.v. sarà chiamato all’approvazione di suddetto bilancio.

Rivolgo l’invito di partecipare all’incontro della Comunità del Parco, per aprire un confronto sulla situazione dei siti ex minerari, sulle proposte per il bilancio di previsione 2020, e sulle criticità emerse dopo la bocciatura da parte dell’UNESCO, al fine di avviare una riflessione sul futuro del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.

Mauro Usai

Presidente della Comunità del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna

 

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Nel Sulcis Iglesiente martoriato da una gravissima crisi socio-economica, si moltiplicano le emergenze a cadenza crescente. Uno dei settori maggiormente colpiti, negli ultimi mesi, è stato quello della sanità, con specifico riferimento alle imprese d’appalto e ai lavoratori in utilizzo. 6 mesi fa è esplosa l’emergenza di 12 lavoratori della Serco srl, impresa impegnata nel settore delle manutenzioni, lavoratori che sono ancora privi sia di lavoro sia di ammortizzatori sociali; circa un mese e mezzo fa è stata la volta di 15 lavoratori della Carbotermo, impresa impegnata nel settore delle manutenzioni straordinarie; ora a rischiare di perdere il poro posto di lavoro sono 44 lavoratori in utilizzo impegnati in vari servizi, quali il trasporto sangue tra gli ospedali di Iglesias e Carbonia, l’apertura dei poliambulatori, i servizi ticket e cup, custodia e guardiania. La loro situazione è stata al centro di un incontro svoltosi questa mattina presso il Centro direzionale della ASSL di Carbonia, tra il dirigente Francesco Melis ed i rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL e della CISAL, nel corso del quale è emerso che la copertura finanziaria destinata a questi lavoratori si fermerà al mese di novembre, anziché al previsto mese di dicembre.

Al termine dell’incontro, il coordinatore regionale della CISAL Sardegna, Fabio Enne, ha inviato una richiesta di incontro all’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, e per conoscenza all’assessorato della Sanità.

«A seguito dl un’assemblea tenutasi in data odierna con i lavoratori in utilizzo, operativi presso ATS del Sulcis Iglesiente – scrive Fabio Enne – riferiamo forte preoccupazione derivante dalla loro possibile precarietà, in quanto, la copertura finanziaria prevista fino dicembre 2079, potrebbe invece essere sufficiente fino al mese di novembre. Considerata lo grave situazione in cui verso tutto il sistema sanitario del territorio, aggravato dalla forte razionalizzazione nei servizi attinenti, riteniamo urgente una discussione che posso mettere in atto un percorso di prospettivo per i lavoratori sopracitati, garantendo i livelli occupativi, senza indebolire ulteriormente la qualità delle prestazioni all’interno del comparto.»

La situazione di questi lavoratori acuisce ulteriormente una situazione complessiva del territorio giunta ormai al limite del dramma sociale. Le vertenze delle maggiori aziende del polo industriale si protraggono da diversi anni, nel corso dei quali il Sulcis Iglesiente ha perso altre migliaia di posti di lavoro sia nel terziario sia nel settore dei servizi. I giovani hanno ripreso da tempo la strada dell’emigrazione, ripetendo le esperienze vissute dai loro genitori e, soprattutto, dai loro nonni, alla fine degli anni ’50 e negli anni ’60 e chi decide di restare, purtroppo, è costretto a vivere in condizioni di estrema precarietà, spesso ai limiti e oltre l’indigenza… E le forze politiche non sembrano aver ancora preso piena coscienza della gravità della situazione in cui vive il territorio, la “Provincia più povera d’Italia”.

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Le segreterie FP-CGIL, FP-CISL e UIL-FPL hanno organizzato un’assemblea dei lavoratori AIAS per il 30 settembre, in vista dello sciopero proclamato per il 7 ottobre, per contestare ancora una volta l’irregolarità nella corresponsione degli stipendi e richiedere una fase nuova per il servizio e la tutela del lavoro.

«Nonostante le dichiarazioni e gli impegni presi dalla politica e le iniziative del Consiglio e della Giunta, i lavoratori ed il servizio vivono ancora una situazione di disagio e preoccupazione – spiegano i tre segretari Roberta Gessa, Massimo Cinus e Fulvia Murru -. È necessaria una svolta decisiva e concreta da parte delle Istituzioni alle quali si chiede di avere il coraggio di definire la vertenza. Organizziamo pertanto un’assemblea del personale in vista dello sciopero proclamato per il 7 ottobre, per contestare ancora una volta l’irregolarità nella corresponsione degli stipendi e richiedere una fase nuova per il servizio e la tutela del lavoro.»

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Questo pomeriggio il Consiglio regionale ha approvato la richiesta di istituzione di una Commissione speciale inerente al riconoscimento del principio di insularità, da parte dei rispettivi Stati e dell’Unione europea, per le regioni appartenenti a Stati sovrani, aderenti all’Ue, il cui territorio sia esclusivamente insulare e situato nel Mar Mediterraneo .

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente ha aperto la discussione sulla richiesta di istituzione, per la durata di un anno, di una Commissione speciale sul tema dell’insularità presentata da 13 consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. Un’iniziativa trasversale con un obiettivo dichiarato: ottenere il riconoscimento del principio di insularità da parte dei rispettivi Stati e dell’Unione Europea, per le regioni appartenenti a Stati sovrani, aderenti all’UE, il cui territorio sia esclusivamente insulare e situato nel mar Mediterraneo: Sicilia, Sardegna, Corsica, Isole Baleari, Creta, isole dell’Egeo e isole Ionie.

La richiesta è stata illustrata dal primo firmatario, il consigliere del Pd Roberto Deriu: «Questa iniziativa consiliare è il frutto di un lungo e duro lavoro incentrato sulla necessità di un riconoscimento in Costituzione del principio di insularità – ha detto Roberto Deriu – per questo chiediamo oggi un pronunciamento unanime del Consiglio, l’obiettivo è ambizioso: riunire in un fronte comune tutte le regioni insulari del Mediterraneo nella contrattazione con l’Unione europea. Solo così si potrà ottenere uno status speciale che ci permetta di superare lo svantaggio dell’insularità».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Michele Cossa ha sottolineato l’importanza del passaggio consiliare inserito in un’iniziativa più ampia che ha visto la partecipazione di tutte le forze politiche presenti in Sardegna ma anche di molti sindaci e amministratori locali. «La battaglia per l’insularità si è chiusa con il deposito di una proposta di legge di iniziativa popolare firmata da oltre 100mila cittadini. Quella proposta è oggi all’attenzione della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Chi ha dimestichezza con i meccanismi parlamentari conosce le difficoltà e la debolezza contrattuale della Sardegna. Per questo occorre utilizzare la leva degli argomenti soprattutto nel momento in cui le regioni ricche del Nord hanno aperto un altro fronte sull’autonomia differenziata».

Michele Cossa ha quindi ricordato i rischi che questa nuova rivendicazione delle regioni forti del settentrione comporta per la Sardegna e la necessità di far valere le nostre ragioni: «C’è un elemento incontrovertibile a nostro favore: la Sardegna, in quanto isola, ha difficoltà che non ha nessun’altra regione italiana, nemmeno al Sicilia che può godere di collegamenti migliori. Se noi facciamo parte della comunità nazionale, lo Stato deve darci le medesime opportunità delle altre regioni italiane. E’ finito il tempo dell’elemosina, tutti siamo consapevoli che ogni regione deve raggiungere un livello di efficienza che gli consenta di sbrigarsela da sola. Ci sono da noi gap infrastrutturali, difficoltà enormi nei collegamenti. E’ una battaglia che deve coinvolgere tutte le forze politiche perché l’obiettivo è davvero grande».

Anche Ignazio Manca (Lega) si è pronunciato a favore dell’istituzione di una Commissione speciale: «E’ un tema mai risolto. La Sardegna è in grande difficoltà economico e sociale che i giovani pagano più di altri. Siamo da sempre visti come una colonia – ha aggiunto Ignazio Manca – non ci è mai stata riconosciuta sovranità ma solo assistenzialismo. Poco importa che ogni anno 7-8.000 giovani lascino la Sardegna. La soluzione indicata è il ripopolamento della Sardegna con i migranti, nuovi schiavi di un sistema che non funziona». Ignazio Manca ha quindi ricordato il deficit infrastrutturale che penalizza la Sardegna e gli alti costi per la mobilità aerea e marittima: «In questo contesto sono danneggiati non solo i sardi ma tutta l’economia isolana a partire dal turismo. C’è bisogno di un nuovo piano di crescita. Serve un fronte unitario, la battaglia per l’insularità è un’opportunità importante. L’auspicio è che la proposta di legge nazionale venga approvata al più presto dal Parlamento».

Per il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau c’è la necessità di un passo in avanti nella battaglia per il riconoscimento del principio di insularità: «Questa condizione è riconosciuta come svantaggio dai trattati europei. La Ue riconosce anche l’esigenza di politiche mirate. E’ però quello che oggi manca alla nostra Isola – ha detto Gianfranco Ganau – la Sardegna ha pochi abitanti, non gode di una vera continuità territoriale, il costo aggiuntivo per il solo trasporto marittimo è di 660 milioni all’anno. Non ci sono autostrade e ferrovie ad alta velocità. Per non parlare del gap infrastrutturale: siamo l’unica regione priva di energia a basso costo».

Gianfranco Ganau ha quindi citato i dati sull’indice di competitività delle regioni europee che vede la Sardegna al 128° posto su 263: «L’insularità si traduce in arretratezza, per questo molti nostri ragazzi lasciano la Sardegna. Solo compensando gli svantaggi si può essere concorrenti. In attesa di sistemi solidaristici, i divari sono destinati ad aumentare come testimonia l’aumento dei tassi di disoccupazione e l’abbassamento  del livello di istruzione universitaria. La battaglia sull’insularità è decisiva, sbaglia chi la sottovaluta. Un primo risultato è stato raggiunto con l’istituzione di una commissione paritetica nel 2017 che però non ha poi avuto seguito. Il referendum consultivo ha avuto il 90% di adesioni e la proposta di legge nazionale è stata firmata da oltre 100mila persone. Oggi finalmente l’argomento entra a pieno diritto in quest’aula con la richiesta di istituzione di una Commissione Speciale.  I risultati dipenderanno dalla nostra capacità di coordinare e dirigere il lavoro con le altre regioni insulari d’Europa».

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha rivendicato il lavoro portato avanti dal Comitato per l’insularità: «L’obiettivo era ottenere un provvedimento non calato dall’alto ma raggiunto attraverso il coinvolgimento di tutte le forze sociali. La presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare è percepita come un’azione di popolo. Purtroppo in Parlamento nulla si muove. Nel frattempo altre regioni più ricche di noi chiedono spazi finanziari più ampi. Il Comitato ha evidenziato la necessità di far rispettare l’articolo 3 della Costituzione. Ecco perché l’azione non mira a maggiori interventi assistenzialistici ma si indirizza verso una prospettiva costituzionale per il raggiungimento di diritti più compiuti».

Franco Mula ha poi sottolineato le ragioni del divario tra la Sardegna e le altre regioni italiane: «Il gap deriva dal mancato riconoscimento dell’insularità che si traduce in un vero e proprio divario democratico. E’ necessario mandare un segnale chiaro al Parlamento, l’istituzione di una Commissione speciale va in questa direzione. Lo Stato deve riconoscere lo svantaggio e predisporre gli strumenti per il suo superamento. Sarebbe opportuno prevedere nel documento anche il coinvolgimento della Giunta. L’esecutivo regionale vuole portare queste istanze nel confronto con il Governo».

Roberto Deriu si è detto favorevole alla proposta del capogruppo sardista: «Accogliamo l’invito del consigliere Franco Mula. Vogliamo lavorare in stretto contatto con la Giunta, anzi proponiamo un incarico a un assessore che segua da vicino la vicenda».

Il presidente Michele Pais ha quindi sospeso la seduta per consentire la presentazione di un emendamento ad hoc.

Alla ripresa dei lavori Franco Mula ha presentato un emendamento orale nel quale si sottolinea la comunità di intenti tra Giunta e Consiglio sul fronte dell’insularità. L’emendamento è stato accolto dall’Aula.

E’ poi intervenuto il capogruppo della Lega Dario Giagoni per chiedere un’ulteriore sospensione dei lavori. Richiesta accolta dal presidente Michele Pais.

Alla ripresa dei lavori il presidente, dopo l’acquisizione del parere favorevole della Giunta, ha messo in votazione l’ordine del giorno relativo alla proposta di costituzione della commissione: il Consiglio ha approvato all’unanimità con 52 voti. Successivamente il presidente ha riconvocato il Consiglio per domani alle 11.00.

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«L’esclusione del Parco geominerario dalla rete mondiale dell’Unesco è il risultato inevitabile di una totale mancanza di programmazione e di un’imbarazzante incapacità gestionale con evidenti responsabilità di chi ci ha preceduto alla guida della Regione.»

Lo afferma l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, commentando la decisione annunciata dall’Executive board dell’Unesco sul Geoparco sardo.

«È una scelta che ci amareggia – aggiunge l’assessore Gianni Lampis – ma che, purtroppo, non ci coglie impreparati. Appena insediata la Giunta abbiamo cercato di rimediare in pochissimo tempo all’immobilismo che ha caratterizzato i cinque anni di governo del centrosinistra. Il danno però ormai era già stato fatto ed abbiamo solo potuto assistere, dopo gli avvertimenti formali, all’annuncio di una bocciatura che ridimensiona un progetto ambizioso per il rilancio del territorio. Ora bisogna ripartire, con la forza delle idee e della buona politica, perché non venga disperso l’enorme patrimonio minerario, storico ed ambientale, grande ricchezza della nostra Isola.»

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Giovedì 26 settembre si svolgerà a Sassari un seminario informativo sul progetto clusterValorizzazione del germoplasma sardo di mandorlo per la produzione di dolci tipici” (VAGEMAS), promosso da Sardegna Ricerche e condotto da Agris Sardegna con la collaborazione di Porto Conte Ricerche e il coinvolgimento di 14 aziende agricole e di trasformazione.
L’uso delle mandorle in Sardegna è legato prevalentemente alle produzioni dolciarie tradizionali, ma la mancanza di mandorle sarde ha spinto le imprese dolciarie all’utilizzo delle mandorle californiane. L’obiettivo è quello di selezionare le varietà locali più adatte alle produzioni dolciarie attraverso prove di produzione in azienda e analisi sensoriali sui consumatori, rilanciando così il settore mandorlicolo isolano. Il progetto si propone quindi di agire su due aspetti della filiera: quello della valorizzazione della mandorlicoltura sarda e quello delle tecnologie di produzione dolciaria.
Durante la mattinata sono previsti gli interventi degli esperti di Agris Sardegna che parleranno dei primi risultati del progetto. Interverranno inoltre gli esperti di Porto Conte Ricerche per affrontare i temi della trasformazione e della correlazione tra i dati sensoriali e i parametri chimico-fisici. Infine sono in programma i contributi delle imprese coinvolte nel progetto.
VAGEMAS è uno dei 35 progetti cluster promossi da Sardegna Ricerche attraverso il programma “Azioni cluster top-down” ed è finanziato grazie al POR‑FESR Sardegna 2014-2020. I progetti clustersono attività di trasferimento tecnologico condotte da organismi di ricerca pubblici con l’attiva collaborazione di gruppi di piccole e medie imprese del settore o di settori affini, per risolvere problemi condivisi e portare sul mercato le innovazioni sviluppate nei laboratori. Come per tutti i progetti cluster, anche per VAGEMAS vale il principio della “porta aperta”: tutte le imprese interessate possono chiedere di entrare a far parte del progetto in qualsiasi momento.
L’appuntamento è alle 10.00, nella sede di Promocamera, in via Predda Niedda 18.