25 December, 2025

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Bnl, uno dei principali gruppi bancari italiani e tra i più noti brand in Italia, offre opportunità di lavoro a oltre 80 giovani da assumere come responsabili, gestori dei crediti, operatori, addetti back office, consulenti ed altre figure, che saranno inserite presso gli uffici presenti su tutto il territorio nazionale. Lavorare in BNL significa lavorare a stretto contatto con i professionisti e manager di un Gruppo bancario internazionale, il quale ha sempre dimostrato impegno e attenzione verso le proprie persone attraverso percorsi mirati di formazione a ogni livello aziendale, soprattutto per le attività a favore della crescita professionale e personale dei propri collaboratori per questo, sempre sul sito della società, è possibile trovare anche annunci che riguardano stage. Bnl, fondato nel 1913 come Istituto di Credito per la Cooperazione, offre un’ampia gamma di soluzioni, prodotti e servizi, da quelli più tradizionali ai più innovativi, per soddisfare le molteplici esigenze dei clienti (privati e famiglie, imprese, enti ed istituzioni). Dal 2006 BNL fa parte del Gruppo BNP Paribas, leader in Europa nei servizi bancari e finanziari con una presenza a livello internazionale, attivo in più di 70 paesi con oltre 189mila collaboratori di cui … 

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_bnl_mar_2019.html .

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È “Salvagente”, il brano di Roy Paci & Aretuska con il rapper Willie Peyote, ad aggiudicarsi il Premio Amnesty International Italia, sezione Big, come miglior brano sui diritti umani del 2018. In questo caso un brano sull’integrazione.

Il Premio è stato istituito nel 2003 da Amnesty International Italia e dal festival Voci per la Libertà, che ospiterà i vincitori domenica 21 luglio a Rosolina Mare (Rovigo), nella serata finale della 22a edizione del festival.

‘Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty’ si terrà dal 18 al 21 luglio e darà spazio anche alle finali della sezione emergenti del Premio Amnesty, il cui bando rimane aperto fino al 6 maggio. Sul sito www.vociperlaliberta.it è, intanto, in corso il voto del pubblico per il Premio Web Social, che permetterà al vincitore di partecipare alle finali di luglio. In lizza i primi 60 iscritti al concorso, che potranno essere votati fino al 10 aprile.

Sulla vittoria del Premio ai Big Roy Paci ha dichiarato: «Sono molto emozionato di ricevere questo premio, come fosse il coronamento di una missione che ho condotto negli ultimi 20 anni, a fianco ad Amnesty International. Non potrei mai immaginare una separazione tra la mia vita di musicista e ciò che accade intorno a noi, le due cose sono inscindibili».

Grande soddisfazione anche per Willie Peyote, che ha detto: «Per me è un grande traguardo e un grande onore ricevere questo riconoscimento. Da sempre tento di fare musica che possa smuovere anche di pochi millimetri le coscienze e spingere le persone a farsi una domanda in più, questo premio mi da la forza di continuare su questa strada più determinato di prima. Ringrazio in particolare il maestro Roy Paci che ha reso possibile tutto questo».

Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, ha ricordato che “l’impegno di Roy Paci in favore dei diritti umani ha accompagnato, addirittura preceduto, il nostro festival. Questo impegno è stato ed è costante, coerente e generoso. Il riconoscimento di quest’anno è dunque una sorta di ‘premio alla carriera’, ma non di quelli che si danno alla fine di un percorso artistico, giacché questo è in pieno, fulgido svolgimento. Prova ne è ‘Salvagente’, con la preziosa collaborazione di Willie Peyote, che restituisce al mondo in cui deve stare la parola ‘differenza’, oggi – come molte altre – appropriata indebitamente dal vocabolario della divisione, della discriminazione e dell’odio”.

Erano in lizza per il Premio anche Carmen Consoli con “Uomini topo”, Ghali con “Cara Italia”, Patrizia Laquidara con “Il cigno (the great Woman)”, Ermal Meta e Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente”, Francesca Michielin con Bolivia”, i Punkreas con “U-soli”, i Radiodervish con “Nuovi schiavi”, Salmo con “90 min”, i Subsonica con “Punto critico”.

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Sarà l’Auditorium del Conservatorio di Cagliari, il 31 marzo, alle 20.30, ad ospitare il concerto della banda musicale Monastir che, per proseguire la sua crescita artistica e proporre nuovi progetti musicali, ha scelto la bacchetta del maestro olandese Johan de Meij per il suo prossimo evento concertistico.

Johan de Meij è un compositore e direttore d’orchestra olandese e ha ricevuto la sua formazione musicale al Royal Conservatory of Music dell’Aia, dove ha studiato trombone e direzione d’orchestra. Autore di composizioni originali, trascrizioni sinfoniche e arrangiamenti di colonne sonore e uno dei più acclamati direttori a livello internazionale. La sua Sinfonia n. 1 “Il Signore degli Anelli” è stato insignito del prestigioso Sudler Composition Prize ed è stato inciso dalla London Symphony Orchestra, la North Netherlands Orchestra, la Nagoya Philharmonic e l’Amsterdam Wind Orchestra. 

Ha diretto l’orchestra “Simón Bolívar” di Caracas, in Venezuela, la “New York Wind Symphony” e la “Kyushu Wind Orchestra” a Fukuoka, in Giappone e questa volta sarà sul podio dell’orchestra di fiati monastirese. 

Si alternerà nella direzione con il maestro Alessandro Cabras, direttore artistico della Banda Musicale Monastir dal 2001. 

Il concerto prevede l’esecuzione di 4 brani del maestro Johan De Meij e vedrà protagonisti, oltre ai due direttori, Ambrogio Pili come solista nel brano “Ufo Concerto” con il suo euphonium e la corale Framas di Siurgus Donigala nel brano “Mother Earth”. A completare il programma “Gandalf” ed “Extreme Beethoven”

L’iniziativa musicale avrà uno scopo benefico e in particolar modo sarà legata al ricordo di Daniela Montis, clarinettista dell’associazione e scomparsa lo scorso anno dopo una breve ma intensa malattia. Sabato 30, nell’aula magna del Conservatorio di Musica di Cagliari, si terrà la conferenza “Musica e medicina” con la presenza di medici e luminari nazionali che affronteranno il tema de legame tra suoni e salute. 

Il biglietto per il concerto avrà un costo di 7 euro ed il gruppo “Abbracciamo un sogno” di Cagliari sarà il destinatario di questa straordinaria due giorni di musica e amicizia in ricordo di Daniela.

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Dopo otto anni, il comune di Sant’Antioco torna ad assumere a tempo indeterminato. L’Amministrazione comunale di Sant’Antioco va alla ricerca di sette unità di personale: cinque amministrativi categoria C1, e due tecnici categoria C1. Nello specifico, le assunzioni sono così programmate: per l’annualità 2019, due Istruttori Amministrativi – Cat. C1 giuridica, da assegnare al settore dei servizi generali e al settore finanziario; due Istruttori Tecnici – Cat. C1 giuridica, da assegnare al settore dei servizi per il territorio; per l’annualità 2020, due Istruttori Amministrativi – Cat. C1 giuridica, da assegnare al settore dei servizi generali e al settore dei servizi sociali; Per l’annualità 2021, un Istruttore Amministrativo – Cat. C1 giuridica, da assegnare al settore dei servizi per il territorio.

Per i requisiti di ammissione al concorso e per le modalità di presentazione delle domande si rimanda all’avviso pubblico di concorso e ai relativi allegati, che verranno resi noti nel sito istituzionale www.comune.santantioco.ca.it , a seguito della pubblicazione, per estratto, del bando di concorso nella Gazzetta Ufficiale Quarta Serie speciale Concorsi ed Esami.

«Dopo un’attesa durata otto anni – commenta il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci – questo Comune, grazie alla programmazione messa in campo dall’Amministrazione comunale attualmente in carica, torna ad assumere a tempo indeterminato. Tengo a precisare che il potenziamento della “macchina comunale” lo avevamo annunciato in campagna elettorale, mettendolo nero su bianco nel nostro programma di governo. È un altro degli impegni assunti con i cittadini che, a distanza di nemmeno due anni dall’inizio del  nostro mandato, stiamo onorando. Entro dieci giorni circa, la Gazzetta Ufficiale pubblicherà il bando e a quel punto i candidati potranno presentare domanda».

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Pochi giorni fa, a Cagliari, Fabio Ardau presentava la curata pubblicazione Cattedrali di Sardegna, per i tipi della Gangemi. Un’opera che è stata definita ‘polifonica’, in quanto frutto della sinergia messa in atto da chi, ordinariamente, lavora alla promozione ed alla tutela dei Beni Culturali, pensata ed allestita in vista di una progettualità mirante all’adeguamento liturgico dei templi che vi sono rappresentati.

È di tutta evidenza come ciò rimarrebbe ad un livello puramente teorico se le Curie diocesane non si impegnassero fattivamente per la salvaguardia delle chiese madri presenti sul loro territorio e nelle quali i condiocesani si concentrano e si identificano. Nella logica di tale fattività, la Diocesi di Alghero-Bosa ha avuto ed ha a cuore lo stato di salute anche della chiesa Concattedrale di S.M. Immacolata in Bosa. Caro a tutti, bosani e no, tale scrigno di tesori inestimabili (fra i tanti, gli ariosi affreschi di E. Scherer) è notoriamente, e fisiologicamente, indebolito per la contiguità delle acque del Temo, le quali (come risulta da recenti Studi di staticità eseguiti ad hoc sugli apparati fondazionali) costringono l’intero corpo architettonico in una condizione che si configura di ‘perenne assestamento’. Da ciò: lesione degli intonaci, alterazioni cromatiche e distacchi di stucchi i quali, per la sicurezza delle persone, hanno prudentemente indotto le Istituzioni competenti ad interdire una cospicua parte del Tempio.

Tra gli anni 2017-2018, al fine di garantire la fruibilità della chiesa, si allestiva un imponente e costoso progetto di ‘controsoffittatura’ dell’intera aula mediante una rete che impedisse ad eventuali calcinacci di raggiungere il suolo e, soprattutto, fedeli e turisti in visita. Nel frattempo – la notizia è piuttosto recente – giungeva a maturazione uno stadio avanzato del Protocollo di Intesa RAS – CES nell’ambito della Programmazione Territoriale (2014-2019, Strategia 5.8), per cui, assieme all’Unione di Comuni del Marghine (in ordine ad interventi di recupero e restauro delle chiese di S. Pantaleo in Macomer e, sebbene ad una fase ancora iniziale della Pratica, di Sant’Antonio Abate in Silanus, per € 150.000) ed assieme all’Unione di Comuni del Meilogu con l’Unione di Comuni Villanova (in ordine ad interventi di recupero e restauro delle chiese di N. S. di Corte in Sindia e di San Leonardo Ab. in Villanova M., per € 1.150.000), si preventivava, a favore dell’Unione di Comuni Montiferru-Sinis con l’Unione di Comuni Planargia, di intervenire sulle chiese di San Pietro Ap. in Santulussurgiu e di S.M. Immacolata in Bosa, per € 1.600.000).

Ora, dati i tempi di ‘vacche magre’ nei quali ci troviamo ad operare, parrebbe quantomeno avventato posare la rete a cui si accennava (il cui costo, salvo imprevisti, era stimato pari a € 50.000) se si potrà intervenire direttamente sulle superfici che la facevano sembrare utile.

Comprensibilmente, la vicinanza della Settimana Santa e della Pasqua – con i partecipatissimi Riti che la nostra Diocesi custodisce – rende più sensibile il nervo, già scoperto, dell’agibilità della chiesa Concattedrale, nella quale tali eventi individuano un loro fulcro. E non senza cura la Diocesi intera partecipa di tale disagio. Ma è per averla nuovamente, ed interamente, agibile e sicura che si chiede a tutti, bosani e no, la pazienza di sopportare questo, momentaneo, ‘Venerdì Santo’ di attesa, magari con un’intelligente dislocazione dei Riti prepasquali e pasquali in altre chiese.

Don Paolo Secchi

Direttore Ufficio

Beni Culturali ecclesiastici

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Ieri, 20 marzo, dopo 24 giorni (esattamente come 5 anni fa), poco dopo le 14.00, l’ufficio elettorale della Corte d’appello del Tribunale di Cagliari ha finalmente consegnato in Consiglio regionale il plico contenente i nomi degli eletti della XVI legislatura. Di lì a qualche ora, sono esplose le polemiche e si profila una pioggia di ricorsi. Il primo ad annunciare il ricorso è stato Antonello Peru (Forza Italia), vicepresidente uscente del Consiglio regionale, che seppur rieletto, si è ritrovato nell’elenco degli eletti e delle preferenze attribuite (3.638), ben 1.986 preferenze in meno rispetto a quelle realmente ottenute (5.624), che pure sono state puntualmente registrate, aggiornate, nel sito del Consiglio regionale. Lo stesso Antonello Peru ha rimarcato che con 5.624 preferenze gli spetta il record di preferenze, che viceversa l’elenco consegnato dall’ufficio elettorale della Corte d’Appello ha attribuito a Piero Comandini, del Partito Democratico, con 5.225.  Così è avvenuto anche per gli altri candidati. La domanda sorge spontanea? Perché l’Ufficio elettorale della Corte d’appello ha consegnato in Consiglio regionale elenchi con conteggi delle preferenze sbagliati, praticamente gli elenchi precedenti alle verifiche, per le quali si sono resi necessari 24 giorni dal giorno del voto?

Dai conteggi sono scaturiti altri risultati che fanno discutere e, che con ogni probabilità, porteranno a dei ricorsi. Tra questi l’elezione di Francesco Mura (Fratelli d’Italia) nella circoscrizione di Oristano (che così ha avuto 7 seggi contro i 6 potenziali iniziali), con 1.272 preferenze (ma in realtà sono 1.311) a scapito del consigliere regionale uscente Gianluigi Rubiu, il più votato con 2.678 preferenze, nella circoscrizione di Carbonia Iglesias (che così ha avuto “solo” 2 seggi contro i 4 potenziali iniziali); e quella di Alfonso Marras (Riformatori sardi) nella stessa circoscrizione di Oristano, a scapito di Ivan Piras (Forza Italia).

Quanto accaduto rafforza la convinzione in molti osservatori che la legge elettorale sia pessima e debba essere immediatamente riscritta, perché non risponde alle legittime esigenze di rappresentatività dei territori. E’ assurdo che un territorio, quale quello di Oristano, ad esempio, abbia eletto 7 consiglieri regionali, ed un altro, non molto più piccolo, quale il Sulcis Iglesiente, soltanto 2!

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Jack Cooley, 26 punti. Fonte: www.dinamobasket.com .

Una grandissima Dinamo Banco di Sardegna ha espugnato la Karsiyaka Arena nella sfida di andata  dei quarti di finale di Fiba Europe Cup, travolgendo i padroni di casa del Pinar Karsiyaka con il largo punteggio di 87 a 68 (primo tempo 36 a 29). La squadra di Gianmarco Pozzecco, galvanizzata dal successo di Pistoia, ha giocato con grande aggressività fin dalle battute iniziali, scattando subito avanti nel primo quarto (16 a 14 al 10′) e a metà gara: 36 a 29.

La svolta dell’incontro è maturata nel terzo quarto, nel quale la Dinamo ha realizzato con grande regolarità, con un parziale di 30 a 23 che ha portato il vantaggio a +14 al 30′. Il Pinar non ha mai dato l’impressione di poter invertire l’inerzia della partita che la Dinamo ha chiuso con un largo 87 a 68 che cosyituisce più di un’ipoteca sul passaggio del turno e l’accesso alle semifinali della competizione europea.

Nella Dinamo il migliore è stato Jack Cooley, autore di una doppia doppia (26 punti – 12 su 19 da 2 punti, 2 su 2 ai tiri liberi, 11 rimbalzi, 3 assist e 32 di efficienza), ben coadiuvato da un super Achille Polonara (15 punti e 3 rimbalzi). Positive anche le prestazioni di Tyrus McGee (12 punti), Jaime Smith (7 punti e 6 assist) e Marco Spissu (11 punti e 3 assist).

«Prima di tutto vi voglio ringraziare per la perfetta organizzazione perché abbiamo ricevuto una grande accoglienza, ci avete trattato benissimo e avete mostrato di essere grandi professionisti e grandi uomini di sport – ha commentato a fine match Gianmarco Pozzecco -. La vittoria di stasera è una vittoria importante per noi e per il club, questa sera abbiamo giocato un’ottima difesa e portato in campo grande intensità per quaranta minuti. Sono molto contento di come siamo scesi in campo e della prestazione dei miei ragazzi.»

Pinar Karsiyaka 68 – Dinamo Banco di Sardegna 87

Parziali: 14 a 16; 15 a 20; 23-30; 16 a 21.

Progressivi: 14 a 16; 29 a 36; 52 a 66; 68 a 87.

Pinar Karsiyaka: Walker 8, Ugurlu 5, Aygunduz, Guven 11, Gulaslan, Batuk, Karaman 5, Eurulku, Henry 19, Evans 2, Dogan, Marei 18. All. Dirk Bauermann.

Dinamo Banco di Sardegna: Spissu 11, Re, Smith 7, McGee 12, Carter 1, Devecchi, Magro, Pierre 3, Gentile 3, Thomas 9, Polonara 15, Cooley 26. All. Gianmarco Pozzecco.

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I migliori caffè e cappuccini di Sardegna li prepara una barista di Tortolì. Sara Farci, 28 anni, ha vinto le selezioni regionali per la partecipazione alla 10ᵃ edizione di Espresso Italiano Champion, il campionato baristi organizzato ogni anno dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano (Inei), le cui finali si terranno a Milano il prossimo autunno. Le prove sarde si sono svolte questa mattina a Sassari, nella sala di formazione Altascuola, curate da AltoGusto, azienda leader in Sardegna nella produzione e distribuzione del caffè, e hanno visto la partecipazione di tredici concorrenti arrivati da tutta l’isola per inseguire il sogno delle finali.

In gara ogni concorrente ha tarato l’attrezzatura e ha preparato in soli 11 minuti quattro espresso e quattro cappuccini sotto gli occhi dei giudici tecnici; caffè e cappuccini sono stati quindi valutati da una giuria sensoriale che ha operato in modo blind, chiusa in una stanza isolata, secondo gli standard indicati dall’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac), presente in sala con un supervisore.

Sara Farci gestisce un’attività a Tortoli: «L’attività al centro del paese l’ho aperta da circa un anno insieme con il mio compagno, ma già da sette anni, gestisco un chiosco-bar sulla spiaggia, nella stagione estiva – spiega -. È la prima volta che partecipo a una selezione, ma in questi anni ho seguito molti corsi organizzati da Altascuola in Sardegna e anche a Cremona. Questo risultato è una grande soddisfazione personale, ma non mi illudo. La nostra è una professione che richiede molta formazione e continui aggiornamenti, per cui devo continuerò a impegnarmi per migliorare sempre le mie qualità professionali»,

Sara Farci rappresenterà la Sardegna alle semifinali nazionali dell’Espresso Italiano Champion in programma a giugno a Milano, ultimo ostacolo per arrivare alle finali della competizione, in autunno.

 

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Che sia stata una grande XII edizione non ci sono dubbi. Ma il “terre di confine”, oltre a essere un intrigante festival cinematografico, è stato anche un’importante occasione di confronto e riflessione sul cinema e la società, uno spunto di riflessione collettiva nella quale sono entrati in contatto il pubblico e gli autori.

Al di là delle visioni di opere difficilmente reperibili altrove, e degli incontri con registi come Orlando Lübbert, José Maria Gonzales, Pancho Hervé e tanti altri, la manifestazione è stata capace di creare emozioni e di traghettare il pubblico all’interno di una vicenda politica e storica tanto drammatica, quella della dittatura in Cile. Tracciando al contempo un ponte immateriale verso questo Paese sudamericano, incuriosendo ed aprendo alla voglia di conoscerne il territorio e i suoi abitanti, e visitare le sterminate lande che vanno dalla Patagonia alla città di Santiago.

Ed è proprio questo l’intento della manifestazione organizzata dall’associazione Su Disterru: incontrarsi, dialogare e discutere attraverso il cinema, ma soprattutto, abbattere i confini e avvicinare le culture. Culture che spesso si rivelano di una insospettabile ricchezza.

In questa seconda volta di Marco Antonio Pani alla direzione artistica, affiancato nella conduzione da Enrico Pitzianti, molto apprezzati sono stati anche i corti e i lungometraggi degli autori sardi, tra i quali quelli di Francesca Lixi, Bonifacio Angius, Paolo Carboni e Sergio Naitza. Una carta vincente è stata senz’altro l’apertura alla declinazione del tema di quest’anno, La libertà, nelle sue infinite sfaccettature tra poesia, pittura, videoart, musica e incontri con gli studenti.

Di forte impatto è stata la performance di Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia dedicata a Violetta Parra, il concerto di musica andina del “Grupo Nazca”, la presenza del poeta Antonio Arévalo con il suo libro “Le terre di nessuno” ed Aldo Brigaglia in “Intillimanìa”. Quindi le installazioni artistiche a cura di Bianca Laura Petretto e le esposizioni di Alejandro Robles e Lea Gramsdorff e le letture di Isabella Orchis.

Significativo è stato inoltre il gemellaggio del “terre di confine” con il Festival de cine de Santa Fe de Antioquia, in Colombia, suggellato dalla presenza del direttore artistico Alejandro Alzate Giraldo.

Altro importante tassello è stato l’incontro e la collaborazione con l’associazione Cilenos de Sardigna, che ha permesso di conoscere un’importante pagina poco conosciuta della nostra storia, quella di ben cinquecento sardi che, cileni di nascita, furono adottati da famiglie sarde in tenera età, soprattutto durante i vent’anni della dittatura di Pinochet, e oggi fanno parte integrante del tessuto sociale dell’isola.

Notevole supporto è stato dato dalla Regione Autonoma della Sardegna, dalla Cineteca Sarda, dalla Filmcommission, dalle diverse amministrazioni comunali e dal consorzio “Sa perda ‘e Iddocca”, in collaborazione con Lo Teatrì di Alghero, l’Accademia delle Belle arti Mario Sironi, il Cityplex Moderno di Sassari e il MEA di Asuni. E un’altra carta vincente forse è stata proprio la scelta itinerante della manifestazione, in un tour che ha abbracciato le comunità di Cagliari, Alghero, Sassari, Solarussa ed Asuni.

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Oggi, al Parlamento europeo, si è tenuta una conferenza di alto livello sulle industrie culturali e creative, mirata a promuovere una politica industriale europea che abbia in primo piano anche questo settore strategico.

Durante il suo intervento, il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha dichiarato:

«Le industrie culturali e creative sono tra i settori più importanti dell’economia Ue, generano il 9% del PIL e danno lavoro a 12 milioni di persone. Questi settori sono, inoltre, tra i più dinamici e contribuiscono a creare nuove opportunità di lavoro per i nostri giovani.

Grazie anche alla incomparabile ricchezza della storia e della cultura europea, siamo leader in questi settori. Basti pensare che il 70% dell’alta gamma mondiale è prodotta in Europa. Tuttavia, in un mondo sempre più dominato dai giganti del web, la creatività e la cultura europea sono in pericolo. Dobbiamo garantire una giusta remunerazione a designer, scrittori, musicisti, autori, cantanti, giornalisti. 

Stiamo lavorando per dotare l’Europa di nuove e moderne regole sul diritto d’autore, che permettano di salvaguardare i creatori di contenuti, garantendo al contempo ai consumatori un ampio accesso alla rete.

Servono anche risorse adeguate per sostenere la competitiva del settore. Per questo il Parlamento ha proposto e ottenuto che le industrie culturali e creative siano prioritarie nel prossimo programma di ricerca e innovazione Orizzonte Europa. Abbiamo anche chiesto maggiori risorse sul programma per il Digitale e sul nuovo Programma Europa Creativa 2021-2027.

Il Parlamento europeo vuole garantire un’equa concorrenza fra i grandi player digitali e gli operatori tradizionali. I grandi gruppi tecnologici devono rispettare le regole comuni e pagare le tasse in maniera equa per dare il loro contribuire alla società. In questo contesto, sono rammaricato del fatto che i Paesi Membri non siano ancora riusciti a raggiungere un accordo sulla istituzione di una tassa europea sui giganti del Web fortemente voluta dal Parlamento europeo».