23 December, 2025

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La Giunta regionale ha deliberato l’ulteriore iniziativa a favore dell’export agroalimentare sardo, con priorità ai prodotti della filiera del latte ovino della Sardegna, annunciata ieri a Roma dalla Regione al tavolo del latte del ministero delle Politiche Agricole. Su proposta dell’assessorato dell’Industria, l’esecutivo ha integrato l’aggiornamento del Programma di Internazionalizzazione 2019-2021 e autorizzato l’utilizzo di risorse provenienti da Fondi POR FESR 2014-2020 per favorire la penetrazione nei mercati esteri delle produzioni DOP di pregio, quali il Pecorino Romano, il Pecorino Sardo e il Fiore Sardo. Gli interventi di sostegno all’export saranno realizzati in collaborazione con ICE Agenzia nel quadro della fattiva collaborazione già in atto da alcuni anni. 

Il progetto prevede di sostenere con attività dedicate i produttori di formaggi ovini sardi tra le quali formazione, assistenza e promozione finalizzata a sviluppare contatti con i canali distributivi esteri.

A queste si aggiungeranno forme di collaborazione convenzionale tra Regione e ICE, sia come interventi a sostegno delle imprese sarde interessate a partecipare a eventi organizzati da ICE sia con programmi specifici sui mercati, da impostare congiuntamente e da realizzare a cura dell’Istituto per il Commercio estero su finanziamento regionale che potrebbe essere integrato con fondi promozionali da destinare specificatamente. Tra le iniziative che potranno fare parte del programma, in cui potrebbero essere inserite anche le produzioni lattiero casearie DOP di pregio della Sardegna, ci sono anche attività di promozione in negozi specializzati, azioni di penetrazione nel settore dell’industria alberghiera e l’organizzazione di eventi di presentazione dei prodotti a importatori e chef.

Il Progetto complessivo verrebbe orientato sui mercati sudamericani, in particolare Uruguay, Canada, Cina e Giappone e altri sbocchi da definire congiuntamente. A tale proposito potrà essere valutato se rafforzare le azioni attualmente in corso sui mercati in Francia, nel Regno Unito e in Germania. Per quanto riguarda il Pecorino Romano, si punterà a incentivare l’export di un nuovo prodotto, con stagionatura di lunga durata.

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La Giunta regionale ha destinato, per l’annualità 2019, tre milioni 720mila euro del Fondo nazionale politiche sociali (FNPS) per l’intervento ‘La famiglia cresce’. Le risorse graveranno per un milione 735mila euro sull’FNPS 2018 e per un milione 984mila euro sull’FNPS 2017. È stato fissato in 160 euro l’importo del beneficio riconoscibile a ciascun figlio fiscalmente a carico di età non superiore ai 25 anni, appartenente a un nucleo familiare numeroso (quattro o più figli) e con un reddito ISEE non superiore a 30mila euro. L’intervento, che sarà gestito tramite gli ambiti PLUS e i Comuni, riconosce la centralità della famiglia quale elemento di sviluppo e risorsa per l’intera collettività. Non a caso, la Direzione generale delle Politiche sociali sta attuando, nell’ambito della programmazione unitaria, un sistema di interventi a favore delle famiglie (per esempio i bandi InPrimis, IAI, ecc.), in cui convergono risorse provenienti da diverse fonti finanziarie. Dall’analisi del Servizio della statistica regionale dai dati Istat del 15° censimento, emerge che il numero di nuclei familiari con 4 o più figli presenti nel territorio regionale è di 5.348. Il numero stimato di figli è pari a 23.231. La Regione punta a garantire ogni utile supporto soprattutto ai nuclei familiari numerosi, in quanto maggiormente esposti al disagio e all’esclusione sociale.

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Sono aperte le iscrizioni per partecipare ai percorsi formativi gratuiti organizzati dall’agenzia IFRAS SpA, dal titolo: “Percorsi di promozione di siti ed eventi per il territorio di Carbonia”.

«I corsi consentono agli iscritti di poter ampliare il proprio bagaglio di conoscenze, competenze ed esperienze in un settore come quello turistico-culturale, che può rappresentare un volano per lo sviluppo economico del nostro territorio», ha detto il sindaco Paola Massidda.

Il progetto, finanziato dal programma POR Sardegna FSE 2014-2020 “Misure integrate tra sviluppo locale, partecipativo e occupazione negli ambiti della Green & Blue Economy – Linea 3C”, è rivolto a disoccupati e occupati residenti in Sardegna ed è finalizzato a fornire a tutti i partecipanti specifiche competenze nel campo della valorizzazione e promozione dei siti e dei beni culturali.

Il titolo rilasciato certificherà le competenze acquisite dai partecipanti nelle seguenti aree di attività: valorizzazione e tutela dei beni culturali nei musei e nei siti culturali; analisi del territorio di riferimento.

La scadenza dei termini per la presentazione delle domande di iscrizione è fissata per il 24 febbraio 2019. Sede di svolgimento del corso sarà l’Istituto di Istruzione Superiore Giovanni Maria Angioy.

La partecipazione ai “Percorsi di promozione di siti ed eventi per il territorio di Carbonia” è gratuita.

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Nel 2018 quasi 3.300 sardi, soprattutto giovani, hanno lasciato la nostra regione in cerca di lavoro e di opportunità: il flusso migratorio – più che raddoppiato rispetto ai livelli dello scorso anno – rappresenta per la Sardegna il record storico dell’ultimo ventennio e contribuisce ad accelerare l’inesorabile e preoccupante declino demografico che sta interessando la nostra regione.

E’ quanto si evince da un report del Centro studi della Cna Sardegna che analizza i recenti dati dell’ISTAT sui flussi della popolazione residente nell’isola. Le ultime statistiche confermano infatti il trend negativo emerso in maniera sempre più netta nel corso dell’ultimo quinquennio: alla fine del 2018 la popolazione residente registrata in Sardegna è di un milione e 639mila, quasi 9mila abitanti in meno rispetto all’anno precedente, Con un decremento netto del -5,4% l’isola si colloca ben al di sopra del calo medio nazionale (-1,5%) e supera anche la variazione media delle regioni del Mezzogiorno (-4,2%). Vanno peggio della Sardegna solo Basilicata (-6,0‰) e Molise (-7,8‰).

Tabella 1 – Popolazione residente a fine anno e variazione percentuale rispetto all’anno precedente

2013

2014

2015

2016

2017

2018 *

Sardegna

1.663,9

1.663,3

1.658,1

1.653,1

1.648,2

1.639,3

Variazione assoluta

 

-0,6

-5,1

-5,0

-5,0

-8,9

Variazione percentuale

 

Sardegna

-0,3

-3,1

-3,0

-3,0

-5,4

Mezzogiorno

-1,0

-3,0

-3,0

-4,1

-4,2

Italia

0,2

-2,1

-1,3

-1,8

-1,5

Fonte: elaborazione CNA su dati ISTAT. (*) Stime

All’origine del problema – evidenzia il report della Cna Sardegna – c’è come detto il rilevantissimo flusso di popolazione in uscita, stimato nel 2018 in quasi 3.300 individui, principalmente giovani, che dall’isola sono emigrati verso altre regioni italiane. Questo flusso risulta più che raddoppiato rispetto ai livelli dello scorso anno (1.251 residenti in meno) ma, osservato in un orizzonte temporale più ampio, rappresenta per la Sardegna il record storico dell’ultimo ventennio. Anche se la ripresa dei flussi migratori (per lo più giovani) verso il centro-nord (e il corrispondente impoverimento demografico e sociale) è un fenomeno generalizzato che coinvolge tutte le regioni del Mezzogiorno e con cui il Paese sarà costretto a confrontarsi per tutto il prossimo ventennio. 

Al forte incremento dell’emigrazione verso le altre regioni si aggiunge una netta riduzione dei flussi di popolazione proveniente dall’estero, con un saldo tra iscrizioni e cancellazioni stimato nel 2018 in 2.466 unità: il 32% in meno rispetto ai valori dell’anno precedente. Il movimento con l’estero (in cui prevale la componente straniera) resta quindi nettamente inferiore al flusso in uscita verso l’Italia (in cui prevale la componente italiana) definendo un bilancio migratorio complessivo di 822 residenti in meno.

Tabella 2 – Movimento migratorio con l’interno e con l’estero in Sardegna

2013

2014

2015

2016

2017

2018 *

Migrazioni verso le altre regioni

-1.252

-1.041

-1.457

-1.654

-1.251

-3.288

Iscrizioni

31.526

29.576

28.398

29.007

29.354

 

Cancellazioni

32.778

30.617

29.855

30.661

30.605

 

Saldo con l’estero

1.768

959

1.439

2.154

3.637

2.466

Iscrizioni

4.361

3.820

4.535

5.524

7.218

 

Cancellazioni

2.593

2.861

3.096

3.370

3.581

 

Fonte: elaborazione CNA su dati ISTAT. (*) Stime

«L’accelerazione dei fenomeni di declino demografico trae origine dal perdurare della difficile situazione economica e dalla mancanza di opportunità di inserimento lavorativo specialmente per i più giovani – evidenziano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu , rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -. Se la Sardegna non riuscirà ad invertire la rotta saranno sempre di più i giovani sardi che cercheranno fuori dall’isola opportunità lavorative e di vita, determinando un impoverimento sempre più marcato del tessuto socio-economico con conseguenze devastanti per gli equilibri demografici ed economici della nostra regione.»

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Sono stati pubblicati altri due bandi per l’affidamento in concessione di beni regionali, tutti situati nell’arcipelago di La Maddalena: un bando riguarda il vecchio faro di Razzoli e l’ex stazione di vedetta di Marginetto, mentre il secondo riguarda il faro di Punta Filetto nell’isola di Santa Maria.

Le proposte saranno selezionate sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e dovranno guardare al recupero dei beni interessati attraverso interventi altamente qualificati, nel rispetto dei principi di tutela e conservazione previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e in coerenza con gli strumenti di pianificazione territoriale e comunale.

Con questa iniziativa la Regione intende promuovere un nuovo sistema di ricettività, volto anche alla promozione di una rete regionale dedicata ad una forma di turismo sostenibile e legata alla cultura del mare e dell’ambiente mediterraneo. Il modello di recupero proposto punta alla tutela, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio costiero, nel rispetto delle caratteristiche di pregio storico-artistico e paesaggistico degli immobili.

Gli edifici oggetto dei due bandi potranno accogliere nuove attività turistiche e ricettive che affianchino ai tradizionali servizi alberghieri ed extra-alberghieri un’ampia offerta di servizi socio-culturali, ricreativi e di scoperta del territorio, delle risorse e dei prodotti locali, garantendo comunque anche modalità di fruibilità pubblica degli stessi immobili. La documentazione è disponibile sul sito istituzionale della Regionewww.regione.sardegna.it, Servizi alle imprese/locazioni e concessioni patrimoniali, e sul sito dell’Agenzia del Demanio (www.agenziademanio.it).

Il 20 dicembre scorso erano stati pubblicati i 5 bandi relativi ai seguenti immobili: ex faro di Capo d’Orso (Palau); ex stazione segnali di Capo Sperone (Sant’Antioco); ex stazione semaforica di Capo Ferro (Arzachena); ex stazione di vedetta di Capo Figari (Golfo Aranci); ex stazione segnali di Punta Falcone (Santa Teresa di Gallura).

 

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Il Comitato Provinciale Carbonia-Iglesias MSP Italia (Movimento Sportivo Popolare) organizza con il patrocinio del Comune di Carbonia la manifestazione intitolata “Sport Insieme… Carbonia”, che si svolgerà domenica 24 febbraio al Palazzetto dello Sport di via delle Cernitrici, a partire dalle ore 9.30.

«L’evento, giunto alla nona edizione, prevede una serie di iniziative che abbracciano numerose discipline, a conferma della radicata tradizione sportiva presente nel nostro territorio comunale», ha dettto il sindaco Paola Massidda.

«Si tratta di un’iniziativa meritoria volta a promuovere lo sviluppo dello sport come fattore di aggregazione, integrazione e socializzazione», ha precisato l’assessore dello Sport Valerio Piria.

L’ingresso al Palazzetto è gratuito. È prevista la partecipazione di associazioni e società provenienti da tutta la Sardegna.

Questo il programma della manifestazione “Sport insieme…Carbonia”: si comincia alle ore 10,30 con Zumba Fitness Party. Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15.00, si terranno esibizioni di danza, fitness, braccio di ferro, arti marziali, mauy thay e ginnastica ritmica.

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Promuovere il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale con la creazione di empori sociali solidali. È la principale finalità dell’avviso “Progetto Alimentis”, rivolto agli Enti locali e online nelle sezioni Notizie e Bandi del sito della Regione.

L’intervento si inquadra all’interno delle misure, predisposte dall’assessorato del Lavoro, contro lo stato di povertà ed emarginazione dei soggetti più deboli e rappresenta un modello efficace ed efficiente di distribuzione delle eccedenze alimentari, mediante la costruzione di una rete strutturata di operatori, capace, in prospettiva, di autosostenersi. 

Attraverso l’avviso, con scadenza il 18 marzo (alle ore 12.00), si intende individuare gli Enti locali che vogliano realizzare «azioni virtuose a favore di soggetti reti territoriali virtuose», promuovendo la più ampia partecipazione di soggetti economici e del privato sociale: soggetti del terzo settore e del privato sociale, operatori del settore agro-alimentare, comprese le associazioni di categoria, del commercio alimentare, compresi gli esercenti della piccola, media e grande distribuzione alimentare, della ristorazione, della Grocery Alimentare (ovvero dei prodotti da supermercato) e dell’enogastronomia.

Sono tre le tipologie di attività oggetto dei progetti che verranno selezionati:  la donazione, il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale; l’attivazione congiunta di iniziative economiche che, muovendosi nell’ambito del settore del cibo, consentano, nel corso di un periodo definito, di sviluppare la capacità di autofinanziamento delle attività sopra indicate; l’attivazione congiunta di percorsi di prossimità e accompagnamento dei soggetti vulnerabili in stato di forte emarginazione e lo sviluppo di opportunità lavorative in questo nuovo ambito, anche attraverso percorsi per la formazione di professionalità specifiche.

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Una serie di progetti e di avvisi per rafforzare l’azione strategica della Regione in favore dell’occupabilità, dell’inclusione e della creazione d’impresa. È quanto stabilisce una delibera approvata oggi in Giunta su proposta dell’assessorato del Lavoro. Persone a rischio di esclusione sociale, donne in stato di difficoltà e famiglie sono le principali categorie di beneficiari a cui guarda l’atto licenziato dall’Esecutivo regionale.

Ammonta a 25 milioni 500mila euro il finanziamento dei diversi interventi: 16 milioni 500mila di residui vincolati, di cui immediatamente disponibili 10 milioni, più 2 milioni di fondi regionali, 5 milioni di giacenze del bilancio dell’Insar e 2 milioni del Fondo Sociale Europeo.

La delibera prevede, da una parte, il rafforzamento di misure già avviate; dall’altra, l’avvio di nuovi interventi di politiche attive.

Tra i più innovativi spicca un progetto sperimentale di inclusione attiva, rivolto a varie categorie di donne a rischio di esclusione sociale: vittime di violenza, over 50 disoccupate o precarie a rischio povertà, donne che abbiano scontato pene detentive, donne Rom o appartenenti alle comunità minoritarie sinti e camminanti.

Sul primo versante, è sancito il potenziamento degli assegni formativi del Programma LavoRAS, considerato il grande fabbisogno per la massiccia adesione da parte di disoccupati presso i Centri per l’Impiego ai corsi proposti dalle Agenzie formative nell’ambito del catalogo. L’incremento delle risorse consentirà, nell’anno in corso, di finanziare nuovi assegni per oltre 2mila disoccupati. Vengono, inoltre, rafforzati progetti sperimentali rivolti ai più giovani e ai più deboli: per il finanziamento della totalità dei progetti idonei, in base all’avviso PROPILEI, si incrementano con fondi regionali le risorse del POR FSE; previste risorse aggiuntive per dar corso ad ulteriori progetti presentati dagli Istituti Tecnici Superiori sardi negli ambiti della green & blue economy.

È previsto, inoltre, l’incarico alla società in house IN.SAR. SPA di predisporre alcune schede progettuali in tema di politiche per l’impresa e servizio socio educativi, da finanziare con risorse regionali e FSE 2014-2020: il Progetto ITACA, destinato agli emigrati sardi, per favorire il loro rientro in Sardegna attraverso il sostegno all’avvio di un numero di imprese variabile tra un minimo 52 ed un massimo 93; il Progetto Fare impresa, per la creazione di iniziative di microimpresa da parte di donne disoccupate over 36, o percettrici di reddito di inclusione regionale, attraverso una sostegno finanziario e consulenze; Ore Preziose 2019, per l’erogazione a circa 1.700 famiglie di bonus, dell’importo massimo di 2mila 200 euro, per le rette degli asili.

 

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Vincenza Palmieri, presidente dell’INPEF, ha scritto una lettera aperta ai ministri dell’Istruzione, Università e Ricerca, Marco Bussetti; della Giustizia Alfonso Bonafede e della Famiglia e delle Disabilità Lorenzo Fontana, sul caso di «un ragazzo modello, punito dalla Giustizia».

Di seguito il testo integrale.

Onorevoli Ministri,

ci sono storie – ordinarie, straordinarie – sarete Voi a giudicarlo, che non possono essere taciute. Storie che vanno raccontate. E per le quali, magari, andrebbe scritto un finale diverso. 

Questa è una di esse. E’ la vicenda di un ragazzo di 16 anni, che vive da sempre con la mamma. Una mamma che con il figlio che le è stato affidato ha fatto un ottimo lavoro. “Paolo” (nome di fantasia), infatti, è un bravo ragazzo. Non è uno scapestrato: non si ubriaca, non si droga. Non è un bullo. E’ un adolescente che va a scuola con successo, rispettando le richieste dei professori. Lo studio gli piace; ha sempre dedicato tempo ad approfondimenti e ricerche. Ora frequenta un Liceo Linguistico. 

A casa, incontra persone madrelingua con cui fa conversazione, non soltanto nelle materie di base previste come oggetto di studio, ma anche e addirittura in Cinese. Le pagelle evidenziano buoni voti e qualità personali spiccate, che investe nello studio. Paolo è spiritoso, molto preparato, collaborativo nell’aiutare i compagni in difficoltà. I giudizi sono inequivocabilmente positivi.

La mamma lavora e vive in un contesto dignitoso; ed è riuscita a seguire il figlio offrendogli presenza e affetto. Paolo non ha mai sofferto di solitudine, è socievole, allegro. 

Allo stesso tempo, però, Paolo ha scelto – in questa fase della sua vita – di non volersi relazionare con il padre e i familiari paterni, dai quali sente di essere stato trascurato o addirittura mal sopportato. Nel momento in cui si è iscritto al Liceo linguistico, infatti, la sua scelta è stata da loro molto criticata. E oggi, quando racconta con entusiasmo di voler diventare Carabiniere, si sente rispondere dal padre che – così, magro come un chiodo – non ce la farà mai. Questo lo addolora profondamente.

Paolo rivendica il proprio diritto a scegliere per sé: chi siano i suoi amici, dove indirizzare le proprie energie, le proprie emozioni, passioni. Lo fa con educazione ma anche con profonda convinzione. 

Sottoposto a valutazioni neuropsichiatriche e psicologiche presso strutture pubbliche, le risultanze sono “nessuna evidenza clinica”. Eppure, l’esito finale che emerge, sorprendentemente, si trasforma in “disturbo dell’adattamento con sindrome ansiosa”. La mamma chiede, allora, una Consulenza all’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare. Da Presidente e Consulente Tecnico, prendo in carico il caso e la documentazione relativa.

Cosa accade, oggi, a Paolo?

Si ritrova a non poter partecipare ad una attività istituzionale della scuola, che ha organizzato una visita di istruzione all’estero di una settimana. Il papà non ha mai risposto alla richiesta della madre di firmare l’autorizzazione e il Giudice – non apprezzando l’iniziativa della mamma, che aveva comunque firmato e pagato – ha disposto che il ragazzo resti a casa. Non ha apprezzato l’autonomia della madre, che non aveva ritenuto di privare il figlio di questa attività formativa importante e meritata, solo a causa del silenzio del padre.

E, dunque, i suoi compagni domenica sono partiti. Ma Paolo è rimasto a casa.

Il Giudice ha inteso punire la decisione autonoma della madre che non ha ritenuto che il silenzio del padre dovesse penalizzare il figlio. Ma – in maniera tutt’altro che indiretta – ha di fatto punito un ragazzo che non lo merita. 

Un ragazzo che, oggi, sta venendo stigmatizzato e ritenuto malato.

Su questo punto, difficile essere in disaccordo con le parole dell’Avvocato della mamma, Francesco Miraglia: «Ancora una volta devo constatare che anche nel caso de quo la nostra Giustizia Minorile non funziona e, se funziona, funziona male. Ancora più incredibile è il comportamento del Giudice che invece di rimanere super partes e soprattutto di provvedere alla tutela del Minore diventa Esso stesso parte del processo, vietando, di fatto, al Minore di partecipare ad un viaggio studio per punire la mamma la quale, da sempre, ha sottolineato un rapporto conflittuale con i servizi sociali. Questa vicenda merita sicuramente l’attenzione delle Istituzioni affinché violenze del genere da parte delle Autorità deposte a tutela dei Minori non accadano più».”

Le Istituzioni, in questo modo, si stanno accanendo in maniera miope su di lui; invece che intervenire sugli adulti. Un bambino che non ha mai dato motivo di preoccupazione. 

Per “vendetta” sulla madre, insomma, si punisce il bambino. Un bambino che deve credere nelle Istituzioni. E che vuole farlo. A tal punto da desiderare di entrare a far parte dell’Arma dei Carabinieri, servire e rappresentare lo Stato. Ma che, oggi, invece, è oggetto di errore da parte di quelle Istituzioni che lo penalizzano ingiustamente e che gli vogliono imporre di incontrare degli adulti indesiderati, mentre su questi stessi adulti non è stato fatto nessun intervento. Nessun progetto di presa di coscienza e consapevolezza sugli errori commessi, nessun percorso su come potersi riavvicinare a gradienti al loro giovane parente per riconquistarne la fiducia e la relazione.

Da una parte si vuole forzare un adolescente ad incontrare parenti con cui non ha mai avuto rapporti, perché loro per primi non li hanno voluti avere, e, insieme, gli si impedisce di istruirsi. Un ragazzo sano, con il quale si sta sbagliando tutto.

La visita d’istruzione, attualmente in corso presso un Paese dell’Unione Europea che non nomineremo per rendere non riconoscibile l’identità del ragazzo stesso, si sta snodando lungo questi punti:

  • Sistemazione in famiglia
  • Passeggiata per la città: orientarsi con le cartina
  • Visita guidata con un professore di arte della scuola
  • Lezioni di lingua (4 ore al giorno)
  • Pranzi in famiglia
  • Musei

Di fatto, il ragazzo, oggi, sta perdendo 20 ore di lingua straniera e una settimana intera di cultura straniera. La mamma poteva pensare che non sarebbe stato apprezzato l’aderire all’offerta formativa della scuola? 

Cosa chiediamo, dunque, ai Ministri competenti, alla stampa e all’opinione nazionale?

Chiediamo innanzitutto se sia possibile che questo bambino sia rimasto a casa. Paolo è discriminato. Discriminato rispetto ai compagni che si stanno chiedendo come mai non sia andato. E che, da adolescenti, si stanno rispondendo, in proposito. Paolo è esposto a derisione e all’emarginazione. Penalizzato nell’accesso all’Istruzione e nella Relazione con i compagni.

Ma chiediamo, ancor di più, se tutto ciò non rappresenti anche una grave violazione rispetto all’immagine delle Istituzioni.

Che messaggio educativo si veicola?

Domandiamo l’attenzione concreta del ministro per l’Istruzione; e che il Ministro della Famiglia prenda in carico questo caso. Così come il ministro della Giustizia, nel momento in cui un Magistrato ha agito nei confronti di un Minore e della sua Famiglia in modo talmente evidentemente paradossale.

Che idea si farà il ragazzo delle Istituzioni?

Che Cittadino stiamo costruendo?

E’, senza alcun dubbio, un caso non unico – Onorevoli Ministri – ma, anzi, emblematico. 

Sul quale vorremmo sentire la mano restauratrice delle Istituzioni pronte a difendere i Valori, la Famiglia e un giovane adolescente cresciuto in maniera sana e per bene, fino a questo momento.

Prof.ssa Vincenza Palmieri

Presidente Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare

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La Giunta regionale ha richiesto al ministero delle Politiche agricole un provvedimento che riconosca il carattere di eccezionale avversità atmosferica degli eventi che hanno colpito le campagne della Sardegna da maggio a novembre del 2018. Lo prevede una delibera approvata oggi, su proposta dell’assessorato dell’Agricoltura, nella quale si richiede anche di determinare la concessione delle provvidenze per i danni alle strutture aziendali e alle scorte alimentari per il bestiame. I tecnici dell’Agenzia Argea hanno già predisposto la documentazione relativa all’accertamento dei danni subiti dalle aziende agricole sarde nella prima settimana di maggio e per tutto il periodo estivo e autunnale, in particolare nel mese di ottobre. Per quanto riguarda il settore agricolo e zootecnico, Argea ha verificato danni alle produzioni conseguenti ad allagamenti nei campi appena seminati o destinati a fieno, nelle aree in procinto della raccolta, come nel caso degli agrumeti o delle coltivazioni ortive, danni strutturali alle serre e anche colture in pieno campo per effetto della violenta grandinata del novembre scorso. Ingenti, inoltre, sono i danni accertati riguardanti le attività negli ovili e nelle stalle, dalla perdita di capi di bestiame al danneggiamento delle strutture.