22 December, 2025

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Il comune di Calasetta lancia il servizio “Scrivi al Comune”, il nuovo canale di “filo diretto” tra cittadini ed ente. Con l’invio di un’e-mail, sarà possibile inviare segnalazioni, evidenziare disservizi e criticità, fornire un contributo concreto attraverso consigli e suggerimenti.

«Con un semplice clic, chiunque potrà entrare in contatto con l’amministrazione fornendo il proprio apporto propositivo e critico – commenta Sergio Porseo, consigliere delegato del Turismo, Comunicazione e Pro loco del comune di Calasetta – per noi ogni osservazione, sia dei residenti che dei visitatori, è preziosa.»

Per inviare l’e-mail è sufficiente connettersi al sito http://www.comune.calasetta.ci.it/, rimanere nella home page, scorrere in basso fino al banner verde “Scrivi al Comune” e cliccare sopra. Si aprirà automaticamente la schermata per l’invio all’indirizzo scrivialcomune@comune.calasetta.ci.it .

«Posto che le porte del Municipio sono sempre aperte a tutti – conclude Sergio Porseo – riteniamo che la creazione di un canale di comunicazione ulteriore tra cittadini e Comune sia utile ed efficace, anche sotto il profilo della comodità per gli utenti: agevolmente da casa, con il nuovo servizio, si potrà interagire con l’amministrazione.»

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Le aree Sardamag dopo la chiusura dello stabilimento, prima dell’inizio dello smantellamento. 

«La Regione rompa il silenzio sulla riconversione delle aree ex Sardamag e stanzi le risorse necessarie (occorrono 20 milioni) per portare a compimento il progetto di risanamento da cui passa lo sviluppo di Sant’Antioco e del Sulcis.»

Il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci interviene sull’annosa vicenda delle bonifiche nelle aree ex Sardamag, al palo da tempo, e torna a pungolare la Regione affinché prenda atto della strategicità di quelle opere e agisca di conseguenza.

«Non possiamo continuare ad aspettare che la Giunta di Francesco Pigliaru si “ricordi” che esistono anche le “questioni aperte” del profondo Sulcis – aggiunge il sindaco – i cittadini di Sant’Antioco attendono da anni (talmente tanti che si potrebbe parlare di intere generazioni di antiochensi che aspettano) che dalle belle parole di riconversione si passi definitivamente ai fatti. Abbiamo abbondantemente esaurito la pazienza.»

Da tempo Igea, che ha la competenza sulla bonifica di gran parte delle aree (una porzione è invece in capo al Comune di Sant’Antioco), ha concluso parte dei lavori di risanamento.

«Ma non ci possiamo certo accontentare di una semplice messa in sicurezza – sottolinea ancora Ignazio Locci –  l’assessorato regionale dell’Ambiente deve capire che quelle aree devono essere rese disponibili per il mercato: per fare ciò occorre che si chiuda il capitolo delle bonifiche una volta per tutte e si arrivi alla programmazione concreta, che non può prescindere dai progetti che il Comune di Sant’Antioco ha in animo di realizzare. Noi siamo disponibili a collaborare con Igea con lo scopo di concludere la partita delle bonifiche, che sono fondamentali nel quadro della pianificazione portuale e per lo sviluppo del fronte mare. Se la Regione non è interessata alla crescita di questo pezzo di Sardegna di sua proprietà – conclude Ignazio Locci – lo dica chiaramente. In tal caso, siamo disponibili a prenderlo in carico. Con i dovuti fondi, naturalmente.»

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Da sabato 14 luglio, Sant’Antioco ha un nuovo centenario. A compiere il secolo di vita è stato Raffaele Carmelo Milia, noto come Rafiellicu. Nato il 14 luglio del 1918, al momento è il più anziano cittadino di Sant’Antioco. A festeggiarlo, ieri mattina, sono stati i due figli. Giovanni e la nuora Graziella ma soprattutto Teresa e il marito Renato che dalla morte della moglie lo hanno accudito e coccolato. I nipoti Fabio, Andrea e Martina, Emanuela ed Alessandro, e le quattro pronipoti. A porgergli gli auguri dell’Amministrazione comunale è stata la vicesindaco Eleonora Spiga.

Raffaele Milia non ha avuto una vita facile. Terzo figlio di un reduce di guerra, per difficoltà economiche familiari finì ben presto accordau, a controllare buoi. La scuola era un lusso che pochi allora potevano permettersi. Così rimase analfabeta. I figli, che invece ha voluto che studiassero e si laureassero, ed i nipoti, hanno provato più volte senza successo ad insegnargli a scrivere almeno la firma. Le mani abituate ad usare gli arnesi dell’agricoltore mal si combinavano con l’uso della penna. La formazione universitaria di ambedue è stata per lui motivo di grande soddisfazione. Ma al centro di tutto ci sono sempre stati il lavoro e la fatica nei campi, la vita all’aria aperta, i suoi amati vitigni di Carignano rigorosamente a piede franco, lui astemio, per i quali ha rinunciato anche ad un lavoro alla Carbosarda.

Aveva paura di finire al buio in una miniera e non amava essere alle dipendenze di qualcuno, se non scelto da lui. A 20 anni, nel 1938, partì per il servizio militare che, dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, durò circa 7 anni. Dopo il ritorno a casa ha ripreso il lavoro in campagna. A 30 anni si è sposato con la carissima moglie Tullia che gli ha dato due figli. Dopo la morte della moglie, avvenuta 20 anni fa, ha continuato a lavorare le vigne con l’aiuto di un asino, di un aratro in ferro e di una zappa.

Raffielicu Milia ha una memoria di ferro, ricorda tutto. E’ di buon appetito ed ogni mattina, da quando ha smesso di lavorare la vigna, dove si recava con la sua mitica motocarrozzella che ha guidato sino al 1992, non manca di trascorrere qualche ora in Piazza Umberto, prima di far rientro a casa per pranzo.

Tito Siddi

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Bilancio positivo per la prima edizione di “Sapori di casa”, l’evento svoltosi ieri sera in località Sirai, sul piazzale di circa 2.200 metri quadrati di proprietà della Cooperativa Allevatori Sulcitani, promotrice della manifestazione, organizzata con il patrocinio del comune di Carbonia, nell’ambito delle iniziative programmate per festeggiare nel migliore dei modi l’80° compleanno della città.
Nei numerosi stand sono state esposte le eccellenze dei produttori di formaggi, panifici, ristoratori, vinifici, pastifici, salumifici, produttori di birre artigianali, apicoltori, torronifici, biscottifici, liquorifici, con dimostrazioni di cucina tenute da professionisti coordinati, come tutta l’area food, da Maxwell Frongia, del Ristorante Tanit.
“Sapori di Casa” non è stato solo enogastrononia. Il programma ha preso il via alle 17.00, con il raduno delle mountain bike organizzato dalle associazioni sportive Asd Team Spakkaruote, Dimonios Bike Team e Sulcis Bike. Sono seguite le attività di intrattenimento per bambini curate dall’associazione Le Simpatiche Canaglie e da Carrasegare 1983. Alle 19.00 si è tenuto il raduno motoristico delle Harley Davidson, curato dall’Associazione Group Vanguard di Carbonia. In conclusione, fino a tarda sera, la cena sotto le stelle, con degustazione dei migliori prodotti enogastronomici locali e musica live a cura dell’Associazione Culturale Gruppo Origine e dei cantori sardi “Dianthus” di Is Gannaus.

Vediamo ora le interviste realizzate con Mauro Manca, assessore delle Attività produttive del comune di Carbonia (all’evento hanno partecipato anche il sindaco Paola Massidda, il vicesindaco Gian Luca Lai ed alcuni assessori e consiglieri) e Giampiero Fenu, presidente della Cooperativa Allevatori Sulcitani.

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Saranno i pianisti Ludovica Pisano e Sebastiano Bussu i protagonisti del nuovo appuntamento, martedì 17 luglio, con “Notturni di note”, la rassegna che vede i migliori allievi delle classi di Pianoforte, Musica d’insieme e Corno del Conservatorio di Cagliari esibirsi sotto la magica atmosfera del cielo stellato.

Alle 21,30, nel cortile esterno dell’istituzione musicale (Parco della musica), la serata si apre con Ludovica Pisano che si misurerà con la celebre “Sonata in la bemolle maggiore op. 110″ di Ludvig Van Beethoven, la penultima del ciclo di sonate scritte dal genio tedesco.

A seguire, arriva l’esibizione di Sebastiano Bussu che proporrà al pubblico la “Ballata n. 2″ di Franz Listz, opera assai significativa anche se non tra le più famose del compositore ungherese, ed il trittico “Gaspard de la nuit” di Maurice Ravel.

Gli appuntamenti che hanno per filo conduttore l’ispirazione notturna andranno avanti ancora martedì 24 e 31 luglio.

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Quattro appuntamenti pensati per riscoprire alcuni tra i più grandi interpreti della musica antica. Si intitola “Grandi interpreti per splendide musiche” la mini rassegna, inserita nella manifestazione Cagliari Paesaggio, che dal 17 luglio il festival Echi lontani propone all’interno del suo cartellone. Si tratta della proiezione di concerti tenuti da alcuni tra i più grandi maestri di questo genere, che ripercorrono le musiche di Johann Sebastian Bach, Carl Philipp Emanuel Bach, Jean Gilles e Georg Friedrich Händel.

Martedì 17 luglio si parte, alle 21.00, negli spazi della Fondazione Siotto (in via dei Genovesi 114) dove sarà proposta la registrazione del concerto “Gli oratori dell’ascensione”, composti da Johann Sebastian Bach e dal figlio Carl Philipp Emanuel, nell’esecuzione del Coro Ex Tempore – La Petite Bande, diretti da Sigiswald Kuijken. L’appuntamento è il primo degli omaggi che Echi lontani dedica ai fratelli Wieland, Sigiswald e Barthold Kuijken, una grande famiglia di decani della musica antica.

Il giorno dopo, mercoledì 18 luglio, sempre nel Palazzo Siotto alle 21.00, si prosegue con “L’offerta musicale”, altro capolavoro firmato da Johann Sebastian Bach, nell’interpretazione del Kuijken Ensemble (Barthold Kuijken, al traverso, Sigiswald Kuijken, al violino, Wieland Kuijken, alla viola da gamba, e Robert Kohnen al clavicembalo) tenuta a Lipsia nel 2000.

Venerdì 20 luglio si riprende, sempre alle 21 ma nella Chiesa di Santa Maria del Monte, con uno dei capisaldi della letteratura musicale francese del diciassettesimo e diciottesimo secolo: il “Requiem” di Jean Gilles, compositore di cui quest’anno ricorre il 350° anniversario della nascita. L’esecuzione di questa opera è affidata all’ensemble Le Concert Spirituel, diretto da Hervé Niquet, un gruppo che può definirsi la nuova generazione di ensemble dediti alla musica antica.

“Grandi interpreti per splendide musiche” si chiude domenica 22 luglio nel Palazzo Siotto dove, alle 21.00, sarà proposta la registrazione del “Dixit Dominus” di Georg Friedrich Händel nell’esecuzione del 2014 resa in Inghilterra da Sir John Eliot Gardiner (direzione) con il Monteverdi Choir e l’English Baroque Soloists.

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«Il Liceo Michelangelo Pira di Bitti deve restare nella sua sede storica, il trasferimento nei locali dell’ex pretura sarebbe il segnale di una smobilitazione che rischia di impoverire ulteriormente il territorio, accelerando quel processo di spopolamento che Comune e Regione dicono a parole di voler contrastare.»
Lo ha affermato ieri, nel corso di un’affollata assemblea svoltasi a Bitti, il senatore del Movimento Cinquestelle Gianni Marilotti, secondo cui «sarà anche opportuno indagare sul motivo che ha condotto la Provincia a non spendere subito i 51mila euro messi a disposizione per il rifacimento della copertura dello stabile, salvo poi dirottarli ad una struttura, la ex pretura, che non è neanche di sua proprietà».

Per il senatore del Movimento Cinque Stelle «i locali nei quali Comune e Provincia vorrebbero infatti sistemare i ragazzi sono assolutamente inadeguati, essendo privi di spazi per ospitare una palestra, la biblioteca, le aule speciali e perfino un luogo dove passare la ricreazione. Dopo la perdita dell’autonomia, il Liceo Pira è stato quasi abbandonato al suo destino, mentre si sarebbe potuto potenziare diversificando l’offerta formativa e accedendo alle misure di vantaggio che vengono riconosciute alle scuole delle zone montane. In questo modo invece si rischia di accelerare quel processo di spopolamento che l’amministrazione comunale, assente all’assemblea, dice a parole di voler contrastare, e che invece deve essere affrontato mettendo al centro proprio le politiche dell’istruzione e della cultura. È facile, infatti, immaginare che vedendo trasferiti in locali non idonei i loro ragazzi, nel tempo le famiglie preferiranno iscriverli alle scuole di Nuoro».

Per Gianni Marilotti l’Amministrazione comunale ha quindi perso un’occasione per confrontarsi con la popolazione sia sul tema del Liceo che su altre questioni centrali per il futuro del territorio, come il progetto del parco eolico. «L’assemblea era stata chiesta già a maggio e ma si è svolta ieri senza che fossero presenti i rappresentanti del Comune: segno che di alcuni temi – ha concluso Gianni Marilotti – si preferisce parlare nelle segrete stanze per poi far calare dall’alto soluzioni che sembrano inevitabili.»

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Una fiaba per una nuova narrazione di vita e ancora per trasmettere cultura, tradizioni e infine trarre beneficio dagli effetti che il bilinguismo ha sulle abilità generali e sulla cosiddette “riserve cognitive” delle persone in tutte le fasce d’età.

E’ fresco di stampa e in fase di distribuzione “Fidelidade” la nuova fiaba, terzo volume di una di una collana di testi di Medicina Narrativa in italiano e nella lingua Sarda scritti dal medico e ricercatore della Comunità Mondiale della Longevità Roberto Pili.

Impreziosito dalle illustrazioni a colori realizzate da Regina Obino e che si avvale della traduzione in lingua Sarda, a cura di Quintina Culurgioni, il libro “Fidelidade” può essere preso come un testo di riferimento nelle scuole per favorire la conoscenza della lingua Sarda.

«La scelta delle favole bilingui è più che ragionata – sottolinea Roberto Pili – perché la lingua sarda deve continuare ad agire nella mente dei sardi come la chiave primaria di accesso alla storia, alla letteratura, alle tradizioni di un popolo. Riappropriarsi del proprio codice linguistico partendo dalla quotidianità, dal rapporto privilegiato nonni, genitori, figli, nipoti come può darlo anche solo il riprendere a parlare, a raccontare in sardo può contribuire a spezzare il circolo vizioso del suicidio linguistico e poter mettere a frutto l’impressionante stimolo cognitivo conscio e inconscio che ci consente il cervello plurilingue

Ancora una volta l’autore, attento osservatore e descrittore di vissuti, con la sensibilità del professionista impegnato sul fronte delle vicissitudini umane, riesce a descrivere le molteplici complessità della vita e dell’animo umano. Questo nuovo esperimento che segue il precedente libro “La strega dei bottoni” che  ha riscosso successo anche nella versione teatrale, ripropone con i toni e l’avvincente semplicità della fiaba, in una ambientazione agropastorale, una storia senza tempo e l’universalità dei sentimenti umani.

Il rapporto uomo/animale è sempre stato al centro dell’attenzione di scrittori e scienziati, per il suo valore quotidiano e per il suo ruolo terapeutico. La storia del Cane Niedduzzu, riassume la quotidianità di questo rapporto e il supporto disinteressato dell’animale-amico nell’affrontare le vicissitudini della vita. Il lutto per la morte di un familiare rappresenta il motivo centrale del racconto e l’elemento scatenante di una narrazione avvincente che racconta il percorso di adattamento ad una nuova situazione di vita, grazie al supporto della famiglia e del fedele animale. Al ripiegarsi in sé stesso di Giuanni nel lutto della perdita della compagna di vita, Niedduzzu oppone la sicurezza della vicinanza (nonostante l’allontanamento) e garantisce la docilità del fedele amico. La scintilla che porta all’incendio riaccende la quotidianità di un legame indissolubile, nonostante le vicende della vita. Niedduzzu ha sempre avuto sentore di questa indissolubilità, ancora prima che le fiamme dell’incendio sollevino il velo del lutto dal volto dell’umano.

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A Sassari l’assemblea dell’Associazione Centro Studi Agricoli, associazione costituita nel 2005, registrata presso Ufficio Entrate di Sassari, con lo scopo di analizzare e studiare le problematiche del comparto agricolo e che racchiude al proprio interno numerosi agronomi, periti agrari, commercialisti e addetti nel settore, ha rinnovato le cariche, confermando alla presidenza Tore Piana, ex consigliere regionale e da sempre impegnato sui problemi dell’agricoltura.

Durante la riunione è stata analizzata la situazione generale dell’Agricoltura in Sardegna, nella quale sono particolarmente emersi inspiegabili ed inaccettabili ritardi da parte della Regione sul pagamento dei danni provocati dalla siccità del 2017, in particolare al settore dell’allevamento Bovino e su tutte le altre colture, da ricordare che il Consiglio regionale ha già da oltre 8 mesi stanziato i denari necessari. Inspiegabili ritardi si registrano sui pagamenti PSR, in particolare sul benessere animale dove quasi tutte le aziende sono in attesa dei pagamenti del 2016 e 2017.

Ma a catalizzare l’attenzione è stata la situazione della filiera del latte di pecora, dove pare che quest’anno le produzioni di Pecorino e del pecorino romano dop, abbiano raggiunto quantità straordinarie inaspettate. Si parla di  produzioni di latte di pecora che pare arrivino a 400 milioni di litri, una quantità  eccezionalmente straordinaria, che vede tutto il latte prodotto trasformato in formaggi pecorini. A differenza degli anni scorsi quando grandi quantitativi di latte fresco, veniva venduti in altre regioni e alla Grecia.

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Internazionalizzione e progetti di sviluppo, ma anche consolidamento delle produzioni regionali. È positivo e tende a crescere, nonostante le contrazioni della crisi, il bilancio della Legacoop Sardegna. Un dato che viaggia in linea con la crescita registrata dalla Legacoop a livello nazionale che quest’anno segna un avanzamento del 3 per cento. Ma con un’attenzione particolare alle difficoltà che potrebbero sorgere dall’applicazione di nuovi dazi. Punti salienti indicati nel corso della direzione regionale della Sardegna che si è svolta a Nuoro e a cui ha partecipato il presidente nazionale Mauro Lusetti.

«Nonostante tutto c’è una significativa crescita per occupazione e affari del 3 per cento – ha detto Mauro Lusetti – e gli indicatori relativi alla trimestrale del 2018 fanno ben sperare. Certo restano ancora delle difficoltà da superare che vanno dal settore dell’edilizia a quello degli appalti pubblici.»

Positivo poi il settore dell’agricoltura che viaggia bene «sulle esportazioni. Per questo motivo siamo contrari all’applicazione di nuovi dazi. Una nuova politica in questo settore andrebbe a penalizzare l’ambito in cui riusciamo a crescere». Il trend nazionale trascina anche le produzioni sarde. Nell’isola sono 780 le coop affiliate a Legacoop (la prima delle organizzazioni regionali) con 60mila soci, 1 miliardo di fatturato e 18mila occupati.

«Numeri importanti – ha detto Daniele Caddeo, direttore generale di Legacoop Sardegna – che certificano un impegno e un lavoro costante in settori che vanno da quello agroalimentare ai servizi, passando per cultura e il sociale andiamo a chiudere il quadriennio di mandato iniziato nel dicembre 2014, ad aprile 2019 si terrà il congresso della nostra associazione e non dobbiamo dimenticare come ,nel quadro nazionale di Legacoop,  in questi 4 anni Legacoop Sardegna ha avuto importanti ruoli e peso specifico negli equilibri nazionali. Questo perché il progetto del presidente Claudio Atzori è riuscito a dare valore aggiunto alla cooperazione sarda oltre che aiutare un nuovo ragionamento ed equilibrio ben metabolizzato dal nazionale. Ci aspetta un autunno intenso e lavorativamente stimolante, prepareremo un congresso importante basato sulla continuità politica dell’organizzazione oltre che  sviluppo e rafforzamento del sistema cooperativo sardo.»

Nel suo intervento il presidente regionale Claudio Atzori ha messo in evidenza i risultati raggiunti dall’organizzazione cooperativistica.

«Lo scorso anno sociale la Legacoop è riuscita a portare a casa risultati importanti – ha detto Claudio Atzori – sia nel settore agroalimentare, con una valorizzazione delle filiere, sia nel campo sociale.»

Positivi anche i risultati e i progetti di internazionalizzazione come Sardinia beyond the sea, e progetto iterreg Italia Francia marittimo Me.co.

«Abbiamo dato il nostro impegno per intervenire e modificare la legge sulla cooperazione, una norma – ha concluso Claudio Atzori – che ha 50 anni e va aggiornata. Inoltre l’Alleanza delle cooperative che vede Legacoop alla guida.»

Senza dimenticare poi il fenomeno delle false cooperative e l’impegno profuso da Legacoop.