27 December, 2025

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Lavoras

LavoRas, il piano per il lavoro da 128 milioni, è arrivato alla volata finale. Dopo gli ultimi incontri svoltisi a Villa Devoto con sindacati, associazioni datoriali, Anci, Cal e la condivisione con la maggioranza, martedì prossimo LavoRas sarà presentato in Giunta. Subito dopo, il piano sarà portato all’attenzione delle commissioni consiliari per raccogliere eventuali osservazioni e integrazioni, e sarà infine approvato definitivamente dall’Esecutivo. Durante gli incontri, convocati dal presidente della Regione Francesco Pigliaru con gli assessori del Lavoro Virginia Mura e della Programmazione Raffaele Paci, sono state illustrate le linee portanti del Piano approvato dal Consiglio attraverso la Finanziaria 2018. Due le tipologie di intervento previste, i cantieri diretti per garantire risposte alle situazioni di emergenza e gli incentivi alle imprese per favorire le assunzioni, misura con un respiro più strutturale. È previsto un Osservatorio che monitorerà costantemente l’andamento e l’efficacia di LavoRas.

«Il lavoro è una priorità e siamo perfettamente consapevoli che la disoccupazione è uno dei problemi più gravi che la Sardegna si trova a dover affrontare. Fin da subito ci siamo impegnati per risolverlo lavorando con serietà e concretezza, e i dati finalmente incoraggianti ci dicono che siamo sulla strada giusta – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Questo vogliamo fare anche con LavoRas, un piano innovativo di estremo rilievo, che mette insieme un importante finanziamento regionale straordinario con finanziamenti nazionali ed europei ancora liberi che stiamo programmando su politiche utili a tutte le categorie attualmente in difficoltà – aggiunge il presidente Pigliaru -, con una particolare attenzione per i giovani ma anche per chi il lavoro l’ha perso e non riesce a reinserirsi, per le donne, per chi ha competenze più specifiche e per chi invece è meno specializzato. È un altro, cruciale tassello nelle politiche che portiamo avanti per abbattere la disoccupazione e creare nuove opportunità per i nostri ragazzi, perché possano costruire in Sardegna il loro presente e il loro futuro.»

LavoRas ha una dotazione finanziaria per il 2018 che ammonta precisamente a 127 milioni e 760mila euro. Quattro le macromisure previste: cantieri di nuova attivazione, 45 milioni e 200mila euro; cantieri già operativi, 21 milioni e 260mila euro; politiche attive, 48milioni divisi fra incentivi assunzionali e assegni formativi; altri interventi specifici (13,2 milioni). La misura cantieri di nuova attivazione dà la possibilità ai Comuni, direttamente o tramite le cooperative sociali, di assumere lavoratori con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro per un periodo di 8 mesi. Finanziando i cantieri già operativi si confermeranno gli interventi avviati con fondi regionali negli anni scorsi sui cantieri verdi, i lavoratori in utilizzo e quelli socialmente utili (LSU), i cantieri affidati a Forestas. All’interno delle politiche attive sono previsti interventi per incentivare le imprese ad assumere personale qualificato, a tempo determinato per almeno 12 mesi o a tempo indeterminato, a tutele crescenti e in aggiunta alle misure nazionali attraverso un mix combinato di azioni: si punta a sostenere giovani, disoccupati e inoccupati over 35, persone con disabilità, lavoratori coinvolti in situazioni di crisi, disoccupati over 55. Particolare attenzione ai giovani, con azioni a sostegno della trasformazione dei tirocini in contratti a tutele crescenti o, quando non possibile, almeno a tempo determinato e con assegni formativi per garantire i profili professionali richiesti dalle imprese. Infine, con gli altri interventi specifici si agirà su specifiche situazioni di crisi e categorie di lavoratori e se necessario, sul potenziamento delle altre misure.

«I confronti che abbiamo avuto con le parti sociali sono stati molto proficui, e ci hanno permesso di definire gran parte degli interventi che compongono LavoRas – dice l’assessore regionale del Lavoro -. Non solo: anche le misure sulle quali si è concordato di svolgere alcuni ulteriori approfondimenti , sono in avanzato stato di definizione, in particolare quelle che riguardano gli incentivi e le politiche attive. In pochissimo tempo – conclude l’assessore del Lavoro – potremo disegnare in maniera ottimale anche i particolari di questa parte del Piano LavoRas, in modo da collegarlo nel modo più efficace con le misure nazionali e assicurare così le migliori opportunità ai lavoratori e alle imprese sarde».

Gli importi destinati ai cantieri saranno gestiti dai Comuni, direttamente se hanno spazi assunzionali oppure attraverso le cooperative sociali. Sei le tipologie dei cantieri previsti da LavoRas. Ambiente e dissesto idrogeologico: per esempio progetti di valorizzazione e messa in sicurezza del patrimonio ambientale, sistemazione di aree di particolare pregio ambientale, prevenzione di calamità naturali e rischio idrogeologico, sistemazione dei reticoli idrici. Beni culturali e archeologici: dunque campagne di scavo, potenziamento della fruibilità dei siti per esempio con i boxoffice. Edilizia: manutenzione straordinaria di edifici pubblici. Reti idriche: censimento, digitalizzazione e monitoraggio delle reti idriche. Valorizzazione attrattori culturali ovvero progetti di salvaguardia e fruizione di beni culturali e siti archeologici. Patrimonio pubblico e miglioramento delle procedure comunali, per esempio efficientamento energetico e catalogazione dei beni.

«Sono molto soddisfatto di quello che abbiamo fatto in questi mesi, rispettando i tempi previsti e incontrando più volte i sindacati, le imprese, i rappresentanti degli enti locali e tutti i soggetti interessati a LavoRas, di cui abbiamo accolto richieste e suggerimenti. È un piano importante e fortemente condiviso – sottolinea l’assessore della Programmazione Paci -, un punto davvero qualificante della nostra azione di governo, su cui stiamo lavorando moltissimo concentrando tutto il nostro impegno. Ora siamo alle battute finali, il passaggio in Giunta è fondamentale per arrivare rapidamente al varo definitivo del piano, con cui offriamo interventi emergenziali ma anche strutturali e un ventaglio di possibilità per le imprese che va dal tempo determinato all’indeterminato. L’attenzione alla creazione di lavoro stabile da parte della Giunta è massima, come dimostrano le tante azioni messe in campo a cominciare dai bandi per le imprese che rendono disponibili 250 milioni in due anni. Proseguiremo in questa direzione – conclude Raffaele Paci – mettendo in campo ogni intervento utile.»

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Nasce “Rete Sud”, un protocollo d’intesa per la realizzazione di una rete di imprese per il Sud capaci di scambiarsi le “migliori pratiche” relative al servizio. A firmare il protocollo “Rete Sud”, giovedì 15 febbraio a Roma, le principali aziende dei servizi pubblici del Meridione e Utilitalia, federazione che riunisce 500 imprese italiane dei servizi idrici, energetici e ambientali in Italia. Fanno parte di “Rete Sud” le regioni Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Il protocollo d’intesa – che ha una durata di tre anni – è stato sottoscritto, oltre che da Abbanoa (tra i promotori dell’iniziativa), da Acquedotto pugliese, Amam (Messina), Sicilia acque, Acquedotto Lucano, Rete gas (Bari), Amap, Rap, Gori (Napoli), Asia (Benevento), Amiu (Puglia), Sidra (Catania).

Le criticità da affrontare. Bassi investimenti, difficoltà nella spesa dei fondi europei, necessità di portare avanti progetti di ricerca per l’efficientamento di reti e impianti obsoleti sono solo alcune delle criticità/tematismi che coinvolgono direttamente il Mezzogiorno. Ma più in generale, il quadro idrico è a tinte fosche a livello nazionale: sebbene in Italia il 60% della rete abbia più di 40 anni, il 25% ne ha oltre 50, si investono ogni anno in riparazione di perdite idriche appena € 30/ab contro i 100 del Regno Unito, gli 80 della Germania e i 90 della Francia.  

«L’esperienza che Abbanoa ha maturato nel complesso progetto di integrazione industriale e di servizio che abbiamo realizzato – spiega il Direttore Generale Sandro Murtas – è già considerato buona pratica a livello nazionale e internazionale. In questo senso vanno le recenti pubblicazioni del Daily Telegraph sulla gestione reti e, più in generale, della raccolta Italian Water Industry. Cases of exellance e del più recente Balanced Scorecard. La gestione del cambiamento. Il caso Abbanoa, di imminente pubblicazione nazionale, nelle quali appare Abbanoa come caso di management.»

Secondo il Direttore generale ogni scambio di buone pratiche tra aziende pubbliche è un tassello in più verso l’efficientamento del servizio idrico in Italia: «Abbanoa in questi anni ha portato avanti un profondo e faticoso processo di trasformazione aziendale, che ha riguardato l’organizzazione e le competenze interne, con l’adozione di un modello di struttura unico in Italia, informato alla Balanced Scorecard (ndr metodologia americana, Harward University)  con 4 dimensioni organizzative (Clients, Operations, Finance, Learning) e di una dimensione straordinaria Investments per la gestione di oltre 500 milioni di investimenti nei prossimi 36 mesi e questa esperienza suscita notevole interesse a livello nazionale. La nostra nuove strutture hanno conseguito la certificazione di qualità ISO 9001.2015».

«Nell’area Learning e Research – prosegue il Dg Murtas – è operativo dal 2015 il Project Management Office interno e oggi realizziamo progetti di ricerca applicata immediatamente impattanti nello stesso esercizio di sperimentazione. Abbanoa ha invertito il paradigma di funzionamento dell’impresa del SII, adottando metodologie-tecniche-strumenti di intervento informati al principio di agilità, generando soluzioni abilitanti che guardano alla risorsa umana non come vincolo ma come opportunità», ha concluso Murtas.

Il lavoro di cooperazione e integrazione entra ora nel vivo, con le prime attività ed incontri previste per il 26 febbraio e 1 marzo prossimi a Roma.

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L’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha visitato oggi l’area PIP Ungias-Galantè di Alghero, dove in questi giorni sono state completate le opere di infrastrutture finanziate con 600mila euro dalla Regione. Il sopralluogo si è svolto alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Alghero, Mario Bruno, degli assessori comunali delle Opere pubbliche, dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, Raimondo Cacciotto, Ornella Piras e Raniero Selva, e dell’ex assessore comunale Gianni Cherchi.

«Siamo davanti a un bell’esempio di buone pratiche: richiesta di finanziamento da parte del Comune, somma erogata dalla Regione, inizio e conclusione dei lavori, tutto in poco più di due anni. È così che devono funzionare le cose della pubblica amministrazione, con tempi rapidi e certi – ha detto l’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras -. Il Comune ha speso bene e in fretta le risorse e questo non può che renderci soddisfatti. Ma, soprattutto, fa piacere sapere che ci sono già due nuove richieste per l’assegnazione dei lotti da parte di imprese del territorio. L’ennesimo segnale che c’è fiducia nella ripresa economica e che le aziende vogliono investire, creare sviluppo e quindi occupazione.»

Le risorse utilizzate per completare le infrastrutture nell’area PIP Ungias-Galantè, che ospita oltre 40 attività nei settori della nautica, del tessile, dell’edilizia e dell’artigianato, provengono dai finanziamenti regionali per le opere nelle aree industriali di crisi delle province di Sassari, Nuoro e Ogliastra (22 milioni di euro) con approvazione prima da parte del Consiglio nel marzo 2015 e successivamente della Giunta. I fondi per Alghero sono stati autorizzati ed erogati nel dicembre 2015. Nell’area alla periferia della cittadina catalana sono stati realizzati il nuovo impianto di illuminazione, l’arredo a verde attrezzato degli spazi liberi del comparto, la pavimentazione stradale, la segnaletica stradale e una seconda area di parcheggio.

«Il PIP di Alghero e tutte le altre aree industriali della Sardegna – ha ricordato l’assessore Maria Grazia Piras – sono mappate e sono on line sul sito sardegnaimpresa.eu , il portale dedicato a chi vuole fare impresa nella nostra regione. È un servizio fondamentale attraverso il quale la Regione offre agli imprenditori, o a chi ha intenzione di avviare un’attività, la possibilità di conoscere meglio gli insediamenti produttivi e approfondire le questioni legate ai costi e ai servizi offerti. Anche questo è un modo per agevolare le imprese e per renderle sempre più protagoniste in questa fase di ripresa economica.»

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Aereo Meridiana 2

«Il mantenimento del quartier generale a Olbia è un buon segnale che crediamo possa garantire un ruolo primario dell’isola nel potenziale di crescita della compagnia – aggiunge l’assessore dei Trasporti Carlo Careddu -. Ora chiediamo attenzione verso tutti gli scali della Sardegna e un rafforzamento dell’offerta di collegamenti, consapevoli della dimensione nazionale e internazionale alla quale da domani giustamente Air Italy aspira. In questo momento – aggiunge Careddu – il nostro pensiero va a tutti i lavoratori che hanno reso possibile con i loro sacrifici questo primo risultato, a Qatar Airways per il coraggio imprenditoriale e all’Aga Khan per l’attaccamento alla compagnia e alla Sardegna. E infine alla buona politica che si è impegnata per rendere possibile tutto ciò anche quando le speranze erano prossime allo zero.»

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incontro su diga Maccheronis

L’assessore regionale dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, ha annunciato oggi che domani verrà portata in Giunta la proposta di modifica del piano di laminazione statica attualmente applicato per la diga di Maccheronis che ricade nei territori di Posada e Torpè. «La modifica – ha sottolineato l’assessore dei Lavori pubblici – permetterà il superamento delle soglie di riempimento prefissate, consentendo in tal modo un maggior riempimento dell’invaso, per un periodo limitato, con un contestuale incremento delle misure di Protezione Civile in capo ai sindaci e alla Regione».

Alla riunione svoltasi oggi per affrontare la situazione, hanno preso parte, oltre all’esponente della Giunta, i sindaci di Torpè, Omar Cabras, e di Posada, Roberto Tola, i rappresentanti di Enas, Arpas, Protezione Civile, Agenzia del Distretto Idrografico della Sardegna e del Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale.

«L’obiettivo primario, in questa fase – ha spiegato Edoardo Balzarini – è quello di garantire l’esigenza della tutela della sicurezza delle popolazioni residenti a valle dell’invaso e, nel contempo, di salvaguardare la disponibilità della risorsa idrica in un momento particolarmente critico per il sistema produttivo di quei territori seriamente condizionato da ricorrenti fenomeni di siccità.»

La proposta che domani sarà esaminata dall’esecutivo prevede, con un rapporto di stretta collaborazione tra enti e istituzioni, la sospensione temporanea del rilascio dell’acqua dalla diga di Maccheronis. Nel concreto si pensa di aumentare gradualmente nei prossimi giorni il livello dell’ acqua presente nel bacino da quota 38 metri sul livello del mare (così come previsto per il mese di febbraio dall’attuale piano di laminazione) a 40,5 metri sul livello del mare (quota prevista nel piano per il mese di marzo). Sulla base delle attuali previsioni meteorologiche si ipotizza di incamerare nell’immediato 5 milioni di metri cubi d’acqua e, successivamente, altri 5 milioni.

«Tutto questo – ha aggiunto l’assessore dei Lavori pubblici – in attesa della piena operatività della strumentazione idropluviometrica, in carico ad Arpas, sul Rio Posada che consentirà di ottenere un sistema informativo più preciso sulla diga e un migliore controllo delle situazioni di piena. E’ necessario che Arpas porti rapidamente a termine questo progetto che deve essere operativo entro la fine dell’estate per essere fruibile – ha concluso Edoardo Balzarini – all’inizio della prossima stagione autunnale.» 

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Verranno presentate il prossimo 28 febbraio al pubblico le tre proposte di progettazione del nuovo stadio del Cagliari Calcio. Si entra così nel vivo del processo finale di selezione: J+S con One Works, Tractebel-Engie e Sportium – i 3 gruppi scelti dal club a fronte di 25 candidature – dopo aver realizzato il concept della nuova Casa del Cagliari, saranno ora chiamati a presentare le proprie idee a istituzioni, media e tifosi. All’evento, che si terrà a partire dalle 14.30 nella suggestiva location del Lazzaretto di Sant’Elia, interverranno autorità politiche e del mondo dello sport: il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru; il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda; il direttore generale della Figc, Michele Uva; il presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Andrea Abodi. Per il Cagliari Calcio, il presidente Tommaso Giulini e il consigliere del CdA Stefano Signorelli.

La scelta del progetto del nuovo stadio del Cagliari, un’opera fondamentale per il futuro del club, fortemente legata alla città e alla Sardegna, ha bisogno del maggior coinvolgimento possibile della comunità. Per questo il Cagliari Calcio ha puntato sin dall’inizio su un innovativo e trasparente processo di condivisione, informando costantemente il pubblico sulle tappe della selezione e presentando ora i tre concept del nuovo stadio, in un evento che verrà trasmesso anche in diretta streaming sui nostri canali social. Inoltre, i lavori dei progettisti potranno essere visionati dai tifosi in un’esposizione pubblica che verrà ospitata alla Sardegna Arena, dal 1° al 9 marzo.

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Si recupera domenica prossima (25 febbraio) al Birdland di Sassari il live show di Giorgio Montanini “Eloquio di un perdente” che era saltato, per motivi organizzativi, due giorni prima della data prevista dello scorso 11 febbraio. Il comico satirico marchigiano sarà di scena nel club in zona industriale Predda Niedda, a partire dalle 21.00. Organizza la cooperativa “Forma e Poesia nel Jazz”, in collaborazione col Birland.  

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ARGIOLAS CAMMINI RELIGIOSI

Un’esperienza intima e autentica alla scoperta di luoghi unici dal punto di vista culturale e spirituale, in una terra dove l’accoglienza è considerata sacra. Spiritualità, accoglienza, turismo ‘lento’ sono i valori portanti della guida ‘Luoghi francescani in Sardegna’, presentata sabato al convento dei Cappuccini di Cagliari: un percorso a tappe, una dorsale che unisce 14 comunità dove si insediarono i seguaci di san Francesco d’Assisi, alla scoperta dell’indelebile traccia che i tre ordini francescani (Cappuccini, Conventuali e Minori Osservanti) hanno lasciato nel loro passaggio. Alghero, Bosa, Cagliari, Castelsardo, Fonni, Gesturi, Iglesias, Laconi, Luogosanto, Mores, Oristano, Pula, Sanluri e Sassari sono i luoghi coinvolti, testimonianze attuali ma radicate della storia del francescanesimo nell’Isola.

«Il ‘turismo dei cammini’ è un modello di turismo ‘sostenibile’ legato a comunità e antichi borghi – spiega l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas -, incentrato sul benessere delle persone e sulla condivisione di culture ed esperienze tra viaggiatori e cittadini. La Sardegna è natura, paesaggio, cultura, storia millenaria, comunità autentiche e accoglienti. Dobbiamo ripartire dai luoghi vivi, dove patrimonio architettonico e culturale convivono in armonia con chi li abita: sono le persone a conferire alle destinazioni la dimensione esperienziale che i viaggiatori oggi cercano. I luoghi francescani offrono tutto questo.»

La guida, presentata da Alberto Dragone, responsabile della casa editrice ‘Terre di Mezzo’ curatrice della pubblicazione, racconta le sedi del francescanesimo, le strutture adibite all’ospitalità e le peculiarità architettoniche e artistiche di monasteri e santuari, spesso immersi in splendidi scenari paesaggistici: un’eccellenza ‘diffusa’ che mette insieme aspetti culturali e tradizioni. La tipica accoglienza francescana, ‘anima’ di un’esperienza unica, allo stesso tempo culturale, spirituale e turistica, permette di vivere una dimensione introspettiva, la bellezza dei luoghi favorisce la contemplazione e il senso di comunità porta serenità interiore: esattamente ciò che ricercano i viaggiatori in questo tipo di esperienze. Il percorso francescano è entrato a far parte del registro dei Cammini della Sardegna nel 2016, dopo la firma del protocollo di intesa tra assessorato, Conferenza episcopale sarda, ordini francescani e Comuni coinvolti, in base al quale è stato istituito un partenariato, con capofila Laconi, per garantire una governance sullo sviluppo del progetto.

Il percorso rientra nel progetto regionale del ‘turismo dei cammini’, che intende promuovere in maniera unitaria un’offerta declinata nei cammini di Nostra Signora Bonaria, di Santa Barbara, di Sant’Efisio, di San Giorgio vescovo di Suelli, di Santu Jacu, cui si aggiunge il percorso nei luoghi francescani, e nelle destinazioni di pellegrinaggio (Dorgali, Galtellì, Gesturi, Laconi, Luogosanto, Orgosolo e Sant’Antioco). «L’Assessorato – ha spiegato Barbara Argiolas – crede nello sviluppo degli itinerari religiosi e dei progetti incentrati sul turismo di comunità, ossia in un’offerta di viaggio sostenibile che consente di vivere al meglio il patrimonio materiale e immateriale dell’Isola, scoprire le peculiarità dei nostri territori ed entrare in contatto con chi li vive.»

Nel caso dei luoghi francescani, «la proposta della Sardegna coniuga una forte dimensione spirituale e identitaria con esperienze culturali e aspetti turistici, un turismo esperienziale di grande valore e appeal, complementare ad altri prodotti tematici che creano nuove motivazioni di viaggio e nuove stagionalità, favorisce una forte integrazione fra costa e aree interne e coinvolge le piccole comunità dell’Isola». La creazione di un’offerta di qualità, infatti, «stimola la crescita di competenze e professionalità sul territorio e diventa opportunità di occupazione: la richiesta di esperienze di viaggio incentrate sulla spiritualità e sul benessere psicofisico è in aumento soprattutto da parte dei turisti stranieri. Il nostro impegno ora – ha concluso Barbara Argiolas – si concentrerà sulla riconoscibilità regionale e sulla fruibilità e segnaletica dei cammini, con l’obiettivo di facilitare la loro iscrizione all’Atlante nazionale dei Cammini del Mibact».

Oltre all’assessore Barbara Argiolas, sono intervenuti padre Fabrizio, responsabile del progetto per i francescani, la sindaca di Laconi Anna Paola Zaccheddu, in rappresentanza dei 14 Comuni coinvolti, padre Salvatore Morittu e padre Maurizio che ha portato i saluti dell’arcivescovo Arrigo Miglio, presidente della Conferenza episcopale sarda. L’appuntamento è stato coordinato dal giornalista Paolo Matta.

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Nella stessa giornata in cui si concludeva il passaggio ad una nuova proprietà dello smelter di alluminio primario ex Alcoa, venerdì 15 febbraio nello stabilimento Eurallumina si è svolta un’infuocata assemblea.

«Gli annunci emanati dal ministro dello sviluppo Economico in conferenza stampa dopo la firma del passaggio da Alcoa a Sider Alloys, sull’importanza di rimettere in attività l’intera filiera dell’alluminio a partire dal primo anello, quello della raffinazione della bauxite in allumina, indicando come definizione conclusiva dei restanti passaggi autorizzativi il corrente mese di febbraio (affermazioni ribadite nel pomeriggio in un video messaggio, proiettato ad Iglesias) – si legge in una nota della RSU Eurallumina – non sono bastati a tranquillizzare le tute verdi sulcitane.»

«E’ indubbio e concreto l’impegno del ministro Calenda e del suo staff, come quello della Presidenza e di alcuni degli assessori regionali coinvolti nella interminabile fase autorizzativa, insieme a quello incessante del coordinatore del Piano Sulcis e di pochi rappresentanti politici del territorio e per onestà gli va riconosciuto – aggiunge la RSU -. Ma il loro sforzo propositivo, basato su accordi, protocolli, contratti di sviluppo, indirizzi strategici per il rilancio di un asset così importante per l’industria nazionale, rapporti governativi internazionali, già sottoscritti a tutti i livelli, non basta. Allo stesso modo la richiesta pressante di una multinazionale intenzionata a riprendere le produzioni, che ha mantenuto tutti gli impegni con le istituzioni e con i lavoratori, pronta a mettere in circolazione oltre 200 milioni di investimenti (180 spesi dalla fermata), attenendosi per il nuovo corso al rigoroso rispetto delle norme e alla legislazione in vigore sui temi ambientali, in proprio e a livello consortile con le altre grandi aziende. Con un piano industriale che prevede 357 lavoratori diretti (100 nuove assunzioni), oltre 200 per gli appalti, altrettanti nell’indotto, migliaia di persone con i familiari coinvolti. Come a nulla valgono anni di lotta e di sacrifici dei lavoratori, che senza sosta hanno urlato il loro diritto al lavoro.»

«L’Eurallumina Rusal – sottolinea la RSU – ha ufficializzato che risponderà alle nuove richieste di “chiarimenti”.

Nel tempo imposto dei 30 giorni a partire dal 7 febbraio, esaudirà la gran parte delle richieste, ma avrà necessità di un’ulteriore tempistica, valutata entro la fine di marzo – prima decade di aprile, per completare l’intera documentazione.

La richiesta di proroga “gli uffici”, si riserveranno di valutarla, una volta che sarà formalizzata, e condizionale d’obbligo “dovrebbe essere accolta”.

Vanno avanti, intanto, con buone possibilità di conclusione positiva, ma allo stato attuale non vi è nessun accordo formalizzato, le possibili sinergie per il trasferimento del vapore, da altra fonte di approvvigionamento.

Importante, la conferma del contratto di sviluppo, che verrà garantito, ma dovrà essere pena il suo ritiro, completato ovvero utilizzato entro il 2020.

Affrontato il tema degli ammortizzatori sociali, che si esauriranno il 31/12/2018  e senza la conclusione positiva dell’iter in corso, non sarà possibile poter individuare il percorso di sostegno per il restante periodo necessario al completo rientro dei lavoratori a tempo pieno.

La conferma del massimo impegno del governo, e della presidenza della Giunta, e delle istituzioni coinvolte (anche ieri dichiarato per l’ennesima volta) per la conclusione positiva del percorso di rilancio delle produzioni.»

Domani la RSU incontrerà il management aziendale, per valutare la rispondenza degli impegni assunti dalle istituzioni e le loro evoluzioni a distanza di qualche giorno. Successivamente verra riconvocata l’assemblea generale.

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La canzone d’autore al femminile targata Bianca d’Aponte continua a superare i confini di Aversa e, quest’anno, se ne va in giro per l’Italia. Sarà il “Premio Bianca d’Aponte in tour” e toccherà le tre principali città italiane – Milano (il 7 marzo), Roma (il 20 marzo) e Napoli (il 9 aprile) – con l’obbiettivo di portare su altri palchi le eccellenze del contest, giunto alla 14esima edizione, e presentarne il nuovo bando e le finalità artistiche.

Si parte con Milano dove l’appuntamento sarà il 7 marzo alla Salumeria della musica, storico locale meneghino. Fra i primi artisti confermati, i Favonio (che saranno i padroni di casa), Charlotte Ferradini e Irene Ghiotto (vincitrici rispettivamente nel 2012 e 2015), Patrizia Cirulli (già finalista del Premio) e tre artisti da sempre amici del d’Aponte, Mauro Ermanno Giovanardi, Kaballà e Bruno Marro. Altri ospiti sono in via di definizione.

A Roma la serata è in programma all’Asino che vola il 20 marzo. Il cast sarà annunciato prossimamente.

A Napoli la cornice sarà particolarmente prestigiosa, si tratta infatti del Piccolo Bellini. L’evento è realizzato da BeQuiet, un progetto nato nel 2012 da un’idea dell’artista Giovanni Block, che ha intercettato l’esigenza di creare attorno alla canzone d’autore partenopea un vero e proprio circuito, fatto non solo di pubblico ma anche di addetti ai lavori e appassionati. Il 9 aprile si esibiranno, fra gli altri, Momo e Federica Morrone (vincitrici del d’Aponte nel 2009 e nel 2017), Fede ‘N’ Marlen (Premio della critica ‘Fausto Mesolella’ 2017), Katres e Alfina Scorza (entrambe premiate negli anni scorsi per la miglior composizione). Salirà sul palco anche una delle madrine del Premio, Brunella Selo. Altri artisti presenti saranno comunicati prossimamente.