23 December, 2025

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha incontrato oggi le rappresentanze di 29 associazioni sarde di malattie rare. Un faccia a faccia intenso che ha portato a definire importanti risultati. «Il confronto è stato molto utile per fare il punto sullo stato delle cose e per fare chiarezza sulle attività da portare avanti – ha detto Luigi Arru -. Abbiamo per esempio spiegato che il registro di patologie potrebbe essere potenziato con il supporto di SardegnaIT, la società in house della Regione. Un aggiornamento costante dei dati, che ci permetterebbe di fare interventi ragionati e puntuali a seconda delle reali esigente dei territori».

«Dalla conoscenza dei contesti si può quindi programmare correttamente e dare risposte appropriate ai cittadini – ha aggiunto l’assessore della Sanità -. La ASL Unica ha fra i suoi principali obiettivi proprio quello di riorganizzare tutto il sistema partendo dall’analisi dei dati e sviluppando percorsi omogenei di presa in carico dei pazienti.»
Si è deciso di far ripartire le attività del Tavolo tecnico (il prossimo appuntamento è programmato fra un mese) con la nomina dei rappresentanti delle associazioni, proposti dalle associazioni stesse. Un accordo è stato raggiunto anche per il ripristino della rete regionale con la riattivazione immediata e il potenziamento dei Centri di riferimento regionale (Cagliari e Sassari) e dei CRP (Centri di riferimento per patologia) con particolare attenzione a quello dell’Azienda ospedaliera universitaria (AOU) di Sassari, che aveva in carico buona parte dei pazienti del centro-nord Sardegna. Oltre all’attivazione del registro regionale, dal confronto è emersa anche la disponibilità a potenziare i laboratori di genetica e i centri di genetica clinica, che dovranno essere messi in rete così da condividere ancora di più le buone pratiche. Apertura è giunta inoltre per l’attivazione dei percorsi di transizione, per i pazienti diventati adulti, dai centri per l’infanzia a quelli di età adulta.
L’assessore ha poi assicurato di lavorare sulla semplificazione dell’accesso dei pazienti e dei loro familiari ai centri di riferimento e l’immediata attivazione di PDTA (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) per garantire la circolarità dei percorsi di presa in carico. Le associazioni hanno chiesto alla Regione un aggiornamento dell’elenco delle malattie rare, alla luce dei nuovi LEA (Livelli essenziali di assistenza). Disponibilità a migliorare la situazione è stata poi assicurata da Luigi Arru sul versante dell’accesso ai farmaci e degli ausili speciali, recependo le segnalazioni delle associazioni.
I lavori di oggi sono stati aggiornati a fra un mese, con il riavvio delle attività della Commissione dedicata alla malattie rare. «Non c’è tempo da perdere – ha spiegato Arru – come assessorato siamo pronti a collaborare con le associazioni e siamo disponibili a trovare le migliori soluzioni per l’assistenza ai malati».

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La Sispe, Sindacato Specialisti Pediatri, rappresentativo a livello regionale e nazionale, in relazione all’annunciata chiusura degli ambulatori dei pediatri di famiglia della regione Sardegna dal giorno 13 al giorno 15 marzo prossimi, per il blocco delle prestazioni assistenziali aggiuntive previste dal contratto regionale, attraverso il suo segretario regionale, Paolo Zandara, comunica che, pur considerando legittime le rivendicazioni dei colleghi del sindacato FIMP, considera le modalità di sciopero non congrue con le rivendicazioni.

«Il rischio è di colpire le persone più deboli, ossia i più piccoli pazienti, già penalizzati dall’incapacità dell’Amministrazione regionale, di instaurare una corretta trattativa, come da noi da tempo richiesto – spiega Paolo Zandara -. Cogliamo quindi l’occasione per affermare che i nostri ambulatori non saranno chiusi dal 13 al 15 marzo ma chiediamo contemporaneamente, per l’ennesima volta, un incontro urgente per poter esporre le nostre ragioni, convinti che si possa ottenere un onorevole risultato per questa regione, volto ad ottenere le giuste attenzioni per i pediatri e per i bambini sardi che ci onoriamo di assistere. Per focalizzare l’attenzione sul problema dell’assistenza sanitaria pediatrica – conclude Paolo Zandara – in quei giorni i pediatri eseguiranno gratuitamente le prestazioni aggiuntive nei propri ambulatori.»

 

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Si è svolta oggi, presso la Confesercenti provinciale di Cagliari, l’assemblea costitutiva della FIBA (Federazione Italiana Balneari) della provincia di Cagliari. La federazione raccoglie a se gli operatori delle attività balneari (chioschi bar al mare, gestori per gli affitti di ombrelloni e sdraio) che hanno a che fare con il demanio marittimo in virtù della loro specificità.

«La necessità di costituire la federazione provinciale era da tempo sostenuta dagli stessi operatori – sottolinea Gianluigi Molinari, coordinatore regionale della FIBA – per meglio difendere i loro interessi nelle sedi opportune. Le battaglie che la nostra associazione ha posto in essere negli anni con i vari comuni e con la Regione Sardegna sono state di impulso per l’ottenimento di alcuni risultati importanti per la categoria. Le continue interlocuzioni con le amministrazioni pubbliche hanno fatto si che la nostra federazione crescesse e diventasse un punto di riferimento importante per l’impresa legata al turismo balneare.»

Nel corso dei lavori dell’Assemblea sono stati nominati i vertici della federazione e all’unanimità è stato votato Alessandro Cogoni (La Sella Del Diavolo) in qualità di presidente della FIBA provinciale. Nel direttivo provinciale entrano anche Antonio Congera, Massimiliano Fontana, Alberto Borsetti e Samuele Murgia.

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«Tantissimi giovani sardi rischiano di essere tagliati fuori dal Riordino delle carriere all’interno della Polizia di Stato, con l’abbassamento dell’età degli aspiranti ai concorsi da 30 a 26 anni». Il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) sollecita la Giunta regionale per un intervento in grado di scongiurare l’approvazione della riforma. «Una revisione – aggiunge Edoardo Tocco – che rischia di vedere sfumato il sogno di tanti ragazzi per diventare agenti della Polizia di Stato».

La diminuzione dell’età per accedere ai concorsi – sostiene Edoardo Tocco – andrebbe a penalizzare le realtà con la più alta percentuale di disoccupazione.

«Moltissimi giovani sardi tenteranno di accedere alle selezioni – conclude Edoardo Tocco -. Abbiamo atteso oltre 20 anni per un concorso che apra nuovi spazi per i civili all’interno della polizia, ma la nuova modifica pone in forte pericolo la partecipazione di una vasta schiera di aspiranti provenienti dall’Isola con diploma e laurea.»

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Il commissario straordinario del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena Leonardo Deri ha affidato a Yuri Donno, naturalista-biologo marino e responsabile dell’area ambiente dell’Ente Parco l’incarico di Direttore facente funzioni. Donno aveva già rivestito il ruolo di Direttore facente funzioni traghettando l’Ente nel corso della difficile stagione estiva.

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La commissione Ambiente e Governo del territorio, presieduta da Peppino Pinna (Udc) ha ascoltato l’amministratore unico Giuseppe Pulina ed il direttore generale Antonio Casula sul nuovo statuto dell’Agenzia Forestas, recentemente approvato dalla Giunta regionale.

Nel suo intervento l’amministratore unico Giuseppe Pulina si è soffermato in particolare sull’innovazione più importante contenuta nello statuto, la cosiddetta “de-cantierizzazione”, cioè «la possibilità di impiegare i lavoratori dell’agenzia su tutto il territorio regionale, superando lo schema precedente nel quale il personale era assegnate esclusivamente ai diversi cantieri ed occorreva una delibera della Giunta per poterli dislocare altrove». «Ora – ha spiegato – questo schema è superato e, fra l’altro, è stato già sperimentato positivamente in occasione dell’emergenza-neve; in prospettive, inoltre, consentirà un migliore utilizzo delle risorse umane che potranno specializzarsi nelle diverse filiere che costituiranno l’attività dell’Agenzia, anche attraverso specifiche convenzioni con le amministrazioni locali.»

«Altra novità – ha aggiunto Pulina – riguarda l’attribuzione della competenza delle relazioni sindacali all’amministratore unico, mentre prima erano divise fra gli assessorati di riferimento, dell’Ambiente e del Personale». «In questa fase – ha concluso – ci stiamo occupando di adempimenti importanti come il riordino del patrimonio, in collaborazione con l’assessorato degli Enti locali, e dei regolamenti regolamentare, suddivisi in una trentina di testi che contiamo di sintetizzare in 4 documenti principali».

Per quanto riguarda il contratto del personale, attualmente all’esame della prima commissione, il direttore di Forestas Antonio Casula ha messo l’accento sulla necessità di lavorare ad un «allineamento con il sistema-Regione, che divide sostanzialmente i dipendenti in 4 fasce mentre all’interno di Forestas ce ne sono ben 11, con tutti i problemi tecnici e gestionali che ciò comporta».

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Salvatore Demontis, Alessandro Collu e Antonio Solinas del Pd, Angelo Carta del Psd’Az, Pier Mario Manca del Pds e Pierfranco Zanchetta dell’Upc.

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«La legge truffa approvata dal centrosinistra nel dicembre scorso per venire fuori dall’impasse Ati-Ifras mostra oggi tutti i suoi limiti e conferma le preoccupazioni da noi espresse in sede di discussione, quando denunciavamo un imbroglio a carico dei 520 lavoratori. E, ahinoi, oggi sappiamo con certezza che avevamo ragione: le maestranze ex Ati-Ifras, secondo la norma farsa e le rassicurazioni fornite dalla maggioranza, avrebbero dovuto fare 60 giorni in Naspi per poi transitare nei Comuni, in Igea, nelle Province, etc. Ma marzo è arrivato e, guarda caso, non si sa ancora nulla, mentre i lavoratori, ancora in Naspi (che peraltro non è stata ancora pagata), aspettano e restano in questo limbo cui gli ha costretti il centrosinistra.»

Lo sostengono, in una nota, Ignazio Locci, vicepresidente del Consiglio regionale e Stefano Tunis, consigliere regionale di Forza Italia Sardegna.

«Ci dica la Regione come intende uscire dal caos che ha consapevolmente creato per manifesta incapacità, lasciando nell’incertezza 520 famiglie. Quando verranno approvati i progetti di cui gli esponenti della maggioranza si riempivano la bocca? Quando verranno assunti i lavoratori, i quali attendono che la Regione rispetti gli impegni presi? In gioco c’è il futuro di centinaia di sardi, nonché il proseguo delle attività nei cantieri gestiti da Ati-Ifras fino al dicembre scorso. Il tempo è scaduto e le chiacchiere stanno a zero. La Regione – concludono Ignazio Locci e Stefano Tunis – lavori per normalizzare la situazione nel più breve tempo possibile.»

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«Siamo il Paese della biodiversità e quindi nettamente contrari all’accordo CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) tra Europa e Canada, perché non è nei migliori interessi dell’Italia». Lo ha affermato David Granieri, presidente di Unaprol alla conferenza stampa di TUTTOFOOD a Milano, che ha aggiunto «così come è articolato l’accordo apre all’omologazione dei sapori ed al livellamento verso il basso della qualità dei nostri prodotti agricoli».

Il tutto avviene mentre i consumi di olio di oliva sono in diminuzione. Secondo i dati del Consiglio Oleicolo Internazionale di Madrid, negli ultimi dieci anni il consumo dell’olio di oliva in Italia è calato di oltre 200mila tonnellate. A fare compagnia al nostro tricolore vi sono, nello stesso periodo, Spagna con -100mila tonnellate e Grecia. Quest’ultima ha perso il 22% scendendo a 120mila tonnellate all’anno.

Per invertire questa tendenza negativa, afferma ancora Granieri «dobbiamo riempire di nuovi contenuti il rapporto con il consumatore mondiale. Intercettare i loro bisogni, creare nuovo valore intorno all’olio extra vergine di oliva italiano che è tra i prodotti più soggetti a maggiore pressione promozionale (70%)».

Nel mondo l’86% dei consumatori sa cos’è l’olio extra vergine di oliva e una media del 72% sa che l’Italia è uno dei paesi produttori. Inoltre, nella misurazione della notorietà tra i paesi produttori di olio di oliva, l’Italia è prima in classifica nel mercato globale. «L’accordo CETA però – aggiunge David Granieri -, mischia le carte e crea confusione tra i consumatori perché avranno più difficoltà a distinguere prodotti originali da quelli con nomi simili agli originali e di fantasia che evochino anche una certa italianità. Questo non è corretto – ha concluso David Granieri – perché non si può sostenere la globalizzazione a spese dell’olivicoltura italiana che è basata sul concetto di biodiversità e di glocalizzazione dei territori di produzione.»

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Sugli sviluppi della vertenza Alcoa, i segretari CGIL Roberto Puddu e Roberto Forresu scrivono al governatore Francesco Pigliaru e al ministro Carlo Calenda.

«Nella riunione tenutasi a Cagliari il 1 dicembre dello scorso anno, per quanto ci riguarda – scrivono Roberto Puddu e Roberto Forresu -, abbiamo formulato il riconoscimento per il cambio di passo impartito alla vertenza sia con l’accordo con l’Alcoa, sia per quanto riguarda la decretazione dell’Area di Crisi Industriale Complessa e le conseguenti soluzioni per superare in larghissima parte la perdita degli ammortizzatori sociali, oltre l’impegno a dare soluzione al resto dei lavoratori del bacino escluso da quel vitale provvedimento.»

«Al contempo – aggiungono Roberto Puddu e Roberto Forresu – abbiamo però sollecitato la prosecuzione del rispetto degli impegni nel merito e nel metodo con quest’ultimo che, a partire dalla natura della richiesta del Ministro di procedere indispensabilmente “giocando in squadra”, assume importante sostanza nell’esercizio della condivisione e nella responsabilità, ciascuno nell’ambito del proprio ruolo. Questione che comporta chiaramente il fatto che i componenti di quella “squadra” – che per noi sono e rimangono i lavoratori, le lavoratrici, il territorio nelle loro rappresentanze sindacali e istituzionali – devono essere parte attiva della stessa. Per questo, confermando l’apprezzamento per il cambio di passo ma consci che il tempo passa velocemente, dobbiamo anche ribadire e questo mal si sostanzia con le notizie a “gocce” nei Social; con quelle preziose e sempre informalissime frutto dell’interesse e delle interlocuzioni di Parlamentari del territorio; infine da quelle altrettanto informali e apparentemente “sfuggite” alle varie Parti in campo.»

«Infine, in considerazione della inusuale risposta domanda del Ministro in un twitt “se ci si possa vedere dopo il 15 marzo?”, riteniamo di poter affermare che per quanto ci riguarda è necessario anticipare e di molto quella data. Pertanto, ci permettiamo di sollecitare la Convocazione urgente della riunione della “squadra” – concludono Roberto Puddu e Roberto Forresu –  nella quale fare il punto e condividere lo stato della Vertenza, da tenersi possibilmente in Sardegna.»

Silos occupato

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«I lavori di demolizione e bonifica dei gruppi 1 e 2 nella centrale di Fiumesanto se non sono fermi procedono con grande ed incomprensibile lentezza, a meno di un anno dalla scadenza delle autorizzazioni. Questo non può che creare dubbi e preoccupazioni sia dal punto di vista dello stato di inquinamento del sito che per quanto riguarda i problemi legati alla sicurezza. Chiediamo che Eph chiarisca quali siano i motivi dei ritardi. Non basta più affermare che i lavori termineranno nel febbraio del 2018 ma si deve procedere definendo con chiarezza tempi e modi di realizzazione del decommissioning.» Lo afferma in un comunicato il senatore del Partito Democratico Silvio, Lai nel quale illustra la lettera scritta al ministro Gian Luca Galletti la quale chiede una maggiore vigilanza.

«È trascorso quasi un anno e mezzo dall’interrogazione che insieme ad altri colleghi senatori avevamo presentato per chiedere i motivi del blocco dei cantieri delle bonifiche dei gruppi 1 e 2 ad olio combustibile. In quell’occasione – aggiunge Silvio Lai – avevamo ricordato come la demolizione e lo smaltimento con bonifica e ripristino dell’area sarebbe dovuto avvenire entro il dicembre del 2014. C’è stato poi il sequestro del cantiere da parte della magistratura ma successivamente anche questo ostacolo all’avvio dei lavori era venuto meno. Oggi, nonostante le affermazioni rassicuranti sul rispetto del crono programma definito da EPH i cantieri risultano praticamente fermi, questo almeno è quanto emerso dall’esito dell’audizione del dirigente del settore ambiente della Provincia nella competente commissione consiliare del Comune di Sassari, che con la presidente Fadda ha dato vita ad un’opportuna indagine conoscitiva sulla situazione. In questi anni ci sono stati molti cambi di programma e impegni sottoscritti e poi disattesi da parte di chi gestiva la centrale di Fiumesanto. Non ultimo sulla realizzazione del quinto gruppo, anche se il cerino acceso é stato lasciato da EOn e non intendiamo attribuirlo all’azienda della Repubblica Ceca.»