4 May, 2024
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L'assessore Piras e il presidente Pigliaru.

L’assessore Piras e il presidente Pigliaru.

La #Giunta regionale ha approvato una delibera che avvia la semplificazione delle norme per le imprese, presentata dal presidente Francesco Pigliaru di concerto con l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. Contiene le linee guida e le priorità di intervento per arrivare a una semplificazione delle strutture e degli atti burocratici che rendono difficile l’attività delle imprese e la vita dei cittadini. Gli interventi dovranno favorire l’avvio di attività d’impresa, la fruizione di strumenti semplici e di facile utilizzo, un’azione di forte supporto e sostegno ai repentini e continui mutamenti normativi e procedurali.
Per raggiungere questi obiettivi è necessaria una nuova regia con una governance unitaria delle politiche per le attività produttive. Una regia e una operazione a costo zero. Un percorso che passa attraverso un approccio partecipativo, che valorizzi il dialogo con le parti economiche, sociali e istituzionali coinvolte nel più ampio processo di semplificazione.
Per questo è stato istituito un Tavolo regionale permanente per la semplificazione normativa coordinato dal presidente e con una partecipazione equilibrata della componente pubblica e di quella privata. Ne fanno parte permanente sei assessori, due rappresentanti delle associazioni delle Autonomie locali, tre degli enti locali individuati dal Consiglio delle autonomie locali, sei delle organizzazioni economiche, quattro delle organizzazioni sindacali. Primo obiettivo del tavolo, che sarà convocato entro 15 giorni, ridurre i costi e gli oneri che gravano su cittadini e imprese.
Accanto al tavolo per la semplificazione normativa viene istituito un #Nucleo tecnico per la semplificazione delle norme e delle procedure, coordinato dal direttore generale dell’assessorato dell’Industria, di cui faranno parte dirigenti e funzionari delle strutture coinvolte, incaricato di individuare le leggi superate, quelle su cui è possibile intervenire semplificandole, le sovrapposizioni di competenze. Si tratta di un’operazione di monitoraggio e di segnalazione di tutto ciò che non funziona nella burocrazia.
Il punto di riferimento del Nucleo tecnico sarà il coordinamento regionale Suap (gli Sportelli unici per le attività produttive) dell’assessorato dell’Industria per il know how acquisito in materia di semplificazione amministrativa in favore di imprese e cittadini, come conferma lo Small Business Act – Rapporto 2013, che considera il Suap tra le esperienze regionali più significative in materia di sostegno della competitività delle microimprese locali.

 

Tuerredda 7

La Giunta Pigliaru non si deve limitare ad annullare la delibera con la quale, a poche ore dal voto regionale, l’esecutivo di Ugo Cappellacci varò il Pps ma deve rendere inefficace la delibera 45/2 del 25 ottobre del 2013 con la quale il centrodestra, utilizzando in maniera strumentale tutte le possibilità concesse dal Ppr di Renato Soru, creava le condizioni per uno travolgimento del senso della legge di tutela voluta dal centrosinistra. È quella infatti la “delibera madre” revocata la quale si ripristina sul piano del diritto lo “status quo ante”.

Per questo motivo le associazioni #Sardegna sostenibile e sovrana e #Sardegna pulita, fortemente preoccupate per le notizie di possibili ulteriori attacchi al paesaggio della Sardegna (così come si evince dalle notizie della stampa e come è stato documentato con dovizia di riferimenti normativi e giuridici dall’associazione ambientalista Gruppo d’intervento Giuridico onlus) chiedono alla Giunta regionale, all’assessore competente e al presidente Francesco Pigliaru, di revocare con ogni consentita sollecitudine la deliberazione n. 45/2 del 25 ottobre 2013 (avente per oggetto “L.R. 23 ottobre 2009 n. 4 art.11. Piano paesaggistico regionale della Sardegna, primo ambito omogeneo costiero”), quale primo atto concreto di nuova pianificazione urbanistica della nuova giunta.

La difesa e la tutela del suolo e delle coste sarde sono obiettivi prioritari, e in questo senso il principio di precauzione deve guidare l’agire giuridico dell’esecutivo regionale in carica. Infatti, con la delibera n. 10/20 del 28 marzo 2014 della Giunta Pigliaru (che annullava la deliberazione n. 6/18 del 14 febbraio 2014 della Giunta Cappellacci con la quale si era stravolto il Ppr varato dalla Giunta Soru) non si garantisce e non scongiurano del tutto i rischi evidenziati da più parti. Per questo motivo, anche in ragione degli impegni assunti in campagna elettorale e ribaditi dallo stesso Presidente, chiediamo la revoca della delibera 45/2 del 25 ottobre 2013.

Centro Don Vito Sguotti 2 copia

I lavoratori della formazione professionale L. 47/79 in #cassa integrazione o mobilità in deroga, hanno lanciato un appello all’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura e, per conoscenza, al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, al presidente della 2° commissione del Consiglio regionale, Gavino Manca, ed alle organizzazioni sindacali.

«Sono trascorse oltre due settimane – scrivono i lavoratori – da quando le abbiamo inviato una richiesta, sottoscritta da 60 di noi, nella quale Le chiedevamo di attivarsi con urgenza per porre in essere ogni provvedimento utile alla applicazione delle norme che lo scorso anno il Consiglio regionale ha approvato per cercare di risolvere in modo definitivo la drammatica situazione nella quale, da ormai troppi anni, ci troviamo coinvolti.»

«Purtroppo – aggiungono i lavoratori della formazione professionale L. 47/79 – spiace constatare, non solo la mancata adozione di qualsivoglia provvedimento in tal senso da parte Sua, ma persino la totale indifferenza mostrata di fronte al nostro accorato appello, considerato che non si è neanche preoccupata di farci pervenire alcuna risposta. Riteniamo che questo comportamento non sia rispondente al ruolo che riveste e non produca altro che l’ampliamento della distanza, già fin troppo marcata, tra i cittadini e i propri amministratori. Ci permettiamo, pertanto, di rinviarle il nostro precedente appello nella speranza che vorrà attivarsi nel più breve tempo possibile per ricercare una soluzione definitiva a questa inaccettabile condizione nella quale siamo costretti a vivere da troppi anni.»

«La informiamo sin d’ora – concludono i lavoratori della formazione professionale L. 47/79 – che se non dovessimo ricevere alcun riscontro anche alla presente, è nostra ferma intenzione attivarci, sin dalla prossima settimana, per rendere più visibile la nostra protesta a tutela dei diritti che le leggi ci riconoscono.»

DIMITRI LANGIU – ESIEA – MOB DEROGA

MARIA ANTONIETTA PIPPIA – ENAIP – CIG DEROGA

ANDREA ABELTINO – ESIEA – MOB DEROGA

GIANLUCA ARGIOLAS – CRFPA – CIG DEROGA

ALESSANDRA BERTOCCHI – ESIEA – MOB DEROGA

ALESSANDRA BONSIGNORE – ANAP – CIG DEROGA

MARIA ANTONIETTA BRANDAS – ENAP – CIG DEROGA

MICHELE BRIGAGLIA – ENAP – CIG DEROGA

CLAUDIA BRIOCCIA – ENAIP – CIG DEROGA

BARBARA CALABRESE – ENAIP – CIG DEROGA

MARIA CANCILLERI – CRFPA – CIG DEROGA

GERONIMO CARRERAS – ENAIP – CIG DEROGA

MONICA CASU – ENAIP – CIG DEROGA

MARCO CASU – ENAIP – CIG DEROGA

ANTONELLA COCCO – ENAP – CIG DEROGA

MAURO CLAY COMPARETTI – ENAP – CIG DEROGA

ALBERTO COSSU – ENAIP – CIG DEROGA

MARIA AUSILIA DEFRAIA – CNOS FAP – MOB DEROGA

CONSUELO DESOGUS – ANAP – CIG DEROGA

ROBERTO DORIA – ENAIP – CIG DEROGA

ANGELO FAVARON – CNOS FAP – MOB DEROGA

LAURA FIGUS – CRFPA – CIG DEROGA

STEFANIA FOIS – IRIAPA – CIG DEROGA

MASSIMILIANO FOTZI – ENAIP – CIG DEROGA

ROBERTA FRALLEONE – ISOGEA – MOB DEROGA

MANUELA FRAU – CRFPA – CIG DEROGA

FABIO FRONGIA – CRFPA – CIG DEROGA

PIERO ANTONIO ISOLA – ESIEA – MOB DEROGA

MARIO LANNI – ESIEA – MOB DEROGA

PASQUALE MARRAS – EX IMEF ITALIA – MOB DEROGA

CRISTINA MASCIA – IRIAPA – CIG DEROGA

NATALIA MATTANA – IRIAPA – CIG DEROGA

AMEDEO MATTEU – ENAP – CIG DEROGA

SAMANTHA MEREU – ENAP – CIG DEROGA

MAURIZIO ORTU – ENAIP – CIG DEROGA

DONATELLA ORTU – ENAIP – CIG DEROGA

ALESSANDRA PAUTASSO – CIF – CIG DEROGA

MARIA BONARIA PINNA – ESIEA – MOB DEROGA

MASSIMO PISANI – CNOS FAP – MOB DEROGA

FRANCESCO PITTAU – ESIEA – MOB DEROGA

ADRIANA PODDA – ENAIP – CIG DEROGA

NICOLINA PUGGIONI – ENAIP – CIG DEROGA

DANIELA PUSCEDDU – ESIEA – MOB DEROGA

NICOLA SANNA – ENAIP – CIG DEROGA

LOREDANA SCHIRRU – ANAP – CIG DEROGA

ANGELA SIMONE – EX IMEF ITALIA – MOB DEROGA

FRANCA SPIGA – IRIAPA – CIG DEROGA

FABRIZIO SULAS – ENAP – CIG DEROGA

ALBERTO TINTI – ENAP – CIG DEROGA

GIORGIO TODDE – ENAIP – CIG DEROGA

GIANFRANCO TRUDU – ENAIP ì – CIG DEROGA

PAOLA URAS – IRIAPA – CIG DEROGA

EMANUELE VACCA – ENAIP – CIG DEROGA

MARIA GRAZIA VENTRONI – IRIAPA – CIG DEROGA

ELEONORA VENTURA – ENAIP – CIG DEROGA

GRAZIELLA VIZZARRI – ENAIP – CIG DEROGA

Gianluigi Rubiu 5 copia

Il capogruppo Udc in Consiglio regionale Gigi Rubiu ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, sui numerosi casi di slacci ed interruzione dell’erogazione sulle utenze domestiche Abbanoa. 

«Viste le numerose segnalazioni di cittadini utenti di Abbanoa, prevalentemente del Sulcis Iglesiente, ove manifestano totale disappunto per il comportamento dell’Ente Abbanoa che con un sistema coattivo interrompe l’erogazione idrica agli utenti ritenuti morosi, che siano questi famiglie con bambini, anziani– scrive Gigi Rubiu – e visto che la stragrande maggioranza dei casi la presunta morosità è frutto di errori di Abbanoa, di casi di letture errate, mal funzionamento degli impianti e della rete, e l’atteggiamento di Abbanoa nel persistere nell’interruzione di erogazione idrica delle utenze lasciando le famiglie prive di un bene di primaria importanza come l’acqua senza la possibilità di dialogo; considerato inoltre che si tratta di persone che in alcuni casi sono disoccupati, inoccupati, cassintegrati, pensionati, residente in un territorio in sofferenza economica e sociale, chiedo al presidente e all’assessore dei Lavori pubblici:

• di richiamare tempestivamente Abbanoa ad assumere un atteggiamento collaborativo con gli utenti, e si obblighi l’Ente a bloccare qualsiasi tipo di interruzione di erogazione idrica in attesa di un regolamento Regionale;

• trattandosi di un servizio essenziale, come il bene acqua per il consumo personale e per garantire la salute pubblica, sia garantito a tutti i cittadini residenti in Sardegna, che dimostrino di essere privi di lavoro e quindi di reddito;

• che si costituisca una Commissione permanente per verificare periodicamente l’operato di Abbanoa; 

• che si valuti se sussistono le condizioni di fatto e di diritto per procedere con una denuncia alle Autorità giudiziarie per “interruzione di pubblico servizio”;

• per tutti quegli utenti ove sussistano le condizioni economiche e la volontà di voler regolarizzare, si studi un sistema di rateazione di almeno 72 rate, come peraltro già previsto dalla Agenzia delle entrate.»

Le dune di Teulada.

Esercitazioni militari copia

«In un mondo in cui tutto cambia e si trasforma, solo la dimensione delle servitù militari della Sardegna rimane immutata. Ora è tempo di cambiare. Sulle servitù militari e sui relativi territori i Sardi protestano da troppo tempo. Non firmeremo l’intesa.»

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha aperto così il suo intervento, ieri mattina nell’aula magna della città militare della Cecchignola a Roma, alla seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari. La posizione della Sardegna portata dal presidente alla Conferenza, che si era riunita una sola volta, nel 1981, è la medesima votata nell’ordine del giorno di martedì dal Consiglio regionale: nel rispetto per il ruolo delle Forze armate, esprime la necessità di un riequilibrio e pone richieste chiare allo Stato. In attesa di risposte, il presidente Pigliaru non ha firmato l’Intesa, stipulata dal #ministero della Difesa con le Regioni Puglia e Friuli Venezia Giulia. 

«Con la Sardegna – ha chiarito il ministro della Difesa Roberta Pinotti – apriamo un tavolo bilaterale per arrivare insieme a un’intesa». Il ministro ha sottolineato che c’è bisogno di creare un nuovo rapporto tra la Difesa e il Paese e che è importante, nel rapporto con la Sardegna, comprendersi reciprocamente per andare verso obiettivi condivisi. In relazione alle richieste su costi-benefici, il ministro ha concordato sull’opportunità di capire come muoversi verso un riequilibrio. 

Alla giornata politica della Conferenza in cui è intervenuto il presidente Pigliaru, con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, erano presenti il sottosegretario Domenico Rossi, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ed il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, che ha evidenziato come sia indispensabile mostrare la credibilità scientifica di ciò che viene fatto, per poi confrontarsi con le comunità. «La trasparenza e la cultura dell’ambiente – ha detto, sono le posizioni su cui aprire un dialogo». 

Nel suo intervento, che ha toccato molti punti, il presidente Pigliaru ha citato l’ex presidente Mario Melis che già nell’incontro del 1981 denunciò «la pesante sproporzione fra il peso delle servitù militari gravanti nell’isola e quello imposto alla gran parte delle altre regioni italiane e citò un ordine del giorno del 10 gennaio 1980 che impegnava il governo ad attuare “un piano di ridislocazione delle forze armate su territorio nazionale volto ad alleggerire le relative installazioni militari e servitù della Sardegna». 

«In tempi di spending review – ha detto Francesco Pigliaru – si tagliano costi ovunque, si riduce e si risparmia ma si fa una eccezione: la dimensione dei poligoni e delle servitù della Sardegna. Non sono qui per sentirmi dire che la posizione sui poligoni non è negoziabile, sono qui per ragionare e avviare una negoziazione. Sulle servitù militari lo Stato italiano si è posto con la logica minimalista e liquidatoria degli indennizzi forfettari. Il tema è giustizia, correttezza delle regole, certezza dei diritti, equa distribuzione dei doveri: la base stessa del patto costituzionale.» 

«Non si può essere gravemente sperequati da una prassi dello Stato di cui si fa parte – ha proseguito il Presidente della Regione – non si può più ritenere scontato che la gran parte delle servitù militari della Repubblica italiana sia in Sardegna. Quando non si tollera più una situazione grave e protratta in questo modo per decenni, il rischio è che si intacchi la fiducia nella leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali.» Pigliaru ha specificato che «riequilibrio è la parola chiave di questa conferenza», ed ha chiesto che lo Stato affronti le sue responsabilità dando inizio a un processo di dismissioni e bonifiche. «Le bonifiche sono una grande occasione di lavoro, di educazione, di civiltà, di sviluppo, di recupero e riuso e vanno finanziate a valere sulla fiscalità generale della Repubblica.»

Francesco Pigliaru ha poi citato l’esempio di Porto Tramatzu – Sabbie Bianche in prossimità del poligono di Teulada (aree SIC per le quali esistono progetti di sviluppo in chiave di tutela ambientale) in cui è localizzato un vero e proprio stabilimento balneare militare, una sorta di benefit della Difesa e la Servitù di Guardia del Moro nell’Isola di Santo Stefano, nell’arcipelago della Maddalena, un deposito di munizioni all’interno di un Parco nazionale. 

«La ricchezza naturale e le limitazioni militari coincidono proprio laddove le stesse leggi dello Stato prevedono che si innalzi il livello di tutela. La Difesa colloca bombe dentro un Parco Nazionale e chiude le scuole: noi vogliamo più scuole e meno bombe», ha proseguito il governatore, citando il caso della progressiva riduzione delle attività della scuola per sottufficiali della Marina a La Maddalena. 

In conclusione, la proposta della Regione Sardegna, da valutare in un successivo tavolo negoziale, chiede trasparenza e l’abbandono della logica degli indennizzi forfettari. Sulla base di dati incontrovertibili, il presidente Pigliaru ha inoltre preteso: tutela ambientale e della salute, tempi certi per attivare i processi di riequilibrio, avvio di processi di riconversione delle attività tramite programmi di ricerca tecnologica, innovazione e sviluppo; un percorso condiviso per la valutazione dei costi da mancati sviluppi alternativi dei Comuni nei quali insistono i poligoni; la fluidificazione dei processi di dismissione e acquisizione al patrimonio regionale dei beni immobili demaniali non più necessari alla Difesa; l’immediata estensione del periodo di sospensione delle esercitazioni, che non dovranno più svolgersi dal primo giugno al 30 settembre; l’immediata esclusione degli indennizzi dal calcolo degli spazi finanziari definiti dal patto di stabilità interno e l’istituzione, presso i Poligoni, di Osservatori ambientali indipendenti.

Ignazio Locci 7 copia

Il consigliere regionale Ignazio Locci /FI) ha rivolto un appello alla Giunta Pigliaru, perché affronti l’emergenza dei lavoratori legge 47/79 della formazione professionale.

«La Regione Sardegna – scrive Locci in una nota – intervenga immediatamente per garantire continuità ai progetti di utilizzo dei lavoratori rientranti nella legge 47/79 che dal 30 giugno prossimo resteranno senza occupazione. Si tratta di soggetti provenienti dal mondo della formazione professionale che, contrariamente agli ex colleghi riconducibili alla legge 42/89, non hanno ottenuto un reinserimento compiuto nel mondo del lavoro. Per ora, infatti, risultano percettori di ammortizzatori sociali impiegati in utilizzo presso le amministrazioni pubbliche, tra Comuni, Enti regionali ed Agenzie.»

«I percorsi di utilizzo loro assegnati scadranno il 30/06/2014 – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco – e in quella data saranno automaticamente licenziati. Eppure, la strada per garantire loro l’occupazione è stata individuata con la delibera 11/2 della Giunta regionale (emanata in data 31/03/2014) che ha confermato l’indirizzo interpretativo ed applicativo impartito dalla Giunta regionale con la delibera n. 55/11 del 31/12/2013 in merito alle disposizioni di cui all’art. 4 della legge regionale n. 10 del 29 aprile 2013.»

«L’annosa vicenda dei lavoratori della legge 47 merita maggiore attenzione e rende necessaria un’accelerata verso la soluzione definitiva del problema, evitando che di volta in volta tali soggetti aspettino la proroga dei progetti di utilizzo. Per queste ragioni – conclude Ignazio Locci -, ho presentato un’interpellanza con la quale chiedo al presidente della Regione e all’assessore regionale al Lavoro quali tempi occorrano per porre la parola fine alla questione e se la delibera n. 11/2 del 31/03/2014 succitata rappresenti l’ennesimo documento incapace di produrre effetti.» 

Pietro Cocco 1 copiaEsercitazioni militari copia

Il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Pietro Cocco, ieri sera ha espresso la propria condivisione in merito alla mancata firma da parte del presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, del protocollo d’intesa proposto dal ministero della Difesa sulle servitù militari in Sardegna ed ha detto di condividere la decisione del presidente di proseguire il confronto col ministero per la progressiva riduzione dell’attuale gravame militare attraverso assunzione di impegni precisi e certi.

«Le condizioni proposte dal Governo – ha concluso Pietro Cocco – appaiono aleatorie e distanti rispetto ai contenuti dell’ordine del giorno approvato due giorni fa in Consiglio regionale e, soprattutto, rispetto alle aspettative del popolo sardo.»

Attendati Alcoa 3 copia

La multinazionale #Klesch non convince ed il Governo ora cerca nuovi investitori per lo stabilimento #Alcoa di Portovesme. La notizia, nell’aria ormai da giorni e confermata ieri dal governatore Pigliaru nel corso della Conferenza nazionale sulle servitù militari, è stata ufficializzata oggi nel vertice svoltosi al #ministero dello Sviluppo economico, presieduto dal viceministro Claudio De Vincenti, alla presenza del governatore Francesco Pigliaru, dell’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras, del vice segretario generale della presidenza del Consiglio Raffaele Tiscar, delle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di FIM CISL, FIOM CGIL, UILM UIL, e concluso con la firma di un verbale d’incontro che riportiamo integralmente:
«1) il confronto con i potenziali investitori ancora interessati allo smetter di Portovesme, necessita un’accelerazione. A questo riguardo, il ministero dello Sviluppo economico e la Regione Sardegna sono in costante contatto con Alcoa e con le imprese interessate per sollecitare la presentazione dei piani industriali indispensabili per la conclusione del confronto. I ritardi che sono stati generati dai comportamenti poco trasparenti di chi ha manifestato interesse, non possono più essere accettati. Nei prossimi giorni vanno chiarite le posizioni e presentata la documentazione adeguata sia alle istituzioni, sia ad Alcoa. In ogni caso, saranno attivati confronti anche con altri potenziali interessati.
2) Il delicato momento in cui si trova la vicenda dell’Alcoa di Portovesme, richiede un impegno straordinario, una coesione di tutte le forze impegnate ed un’attenta e costante comunicazione. Per questi motivi, viene istituito un gruppo ristretto di lavoro incaricato di valutare in tempo reale ogni fatto rilevante per l’esito della vertenza, informando i sindacati, le istituzioni territoriali e tutte le persone interessate. Del gruppo di lavoro fanno parte rappresentanti della Presidenza del Consiglio, del Mise, del ministero del Lavoro, della presidenza della Regione Sardegna e delle segreterie nazionali di FIM FIOM UILM.
3) La tutela di tutti i lavoratori dell’indotto è impegno prioritario e per questo nei prossimi giorni, in accordo con il ministero del Lavoro, sarà individuata la modalità per garantire un ammortizzatore sociale fino a tutto il corrente anno per l’insieme dei lavoratori. La questione del pagamento delle spettanze arretrate dei laboratori in cassa integrazione, sarà affrontata in apposito incontro presso l’assessorato del Lavoro della Regione Sardegna il prossimo 26 giugno 2014.»
La riunione del tavolo di confronto ministeriale è stata aggiornata al 7 luglio 2014.

Piras-Pigliaru 1 copia

La multinazionale #Klesch non convince ed il Governo ora cerca nuovi investitori per lo stabilimento #Alcoa di Portovesme. La notizia, nell’aria ormai da giorni e confermata ieri dal governatore Pigliaru nel corso della Conferenza nazionale sulle servitù militari, e’ stata ufficializzata oggi nel vertice svoltosi al #ministero dello Sviluppo economico, presieduto dal viceministro Claudio De Vincenti, alla presenza del governatore Francesco Pigliaru, dell’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras, del vice segretario generale della Presidenza del Consiglio Raffaele Tiscar, delle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di FIM CISL, FIOM CGIL, UILM UIL, e concluso con la firma di un verbale d’incontro che riportiamo integralmente:
1) il confronto con i potenziali investitori ancora interessati allo smetter di Portovesme, necessita un’accelerazione. A questo riguardo, il ministero dello Sviluppo economico e la Regione Sardegna sono in costante contatto con Alcoa e con le imprese interessate per sollecitare la presentazione dei piani industriali indispensabili per la conclusione del confronto. I ritardi che sono stati generati dai comportamenti poco trasparenti di chi ha manifestato interesse, non possono più essere accettati. Nei prossimi giorni vanno chiarite le posizioni e presentata la documentazione adeguata sia alle istituzioni, sia ad Alcoa. In ogni caso, saranno attivati confronti anche con altri potenziali interessati.
2) Il delicato momento in cui si trova la vicenda dell’Alcoa di Portovesme, richiede un impegno straordinario, una coesione di tutte le forze impegnate ed un’attenta e costante comunicazione. Per questi motivi, viene istituito un gruppo ristretto di lavoro incaricato di valutare in tempo reale ogni fatto rilevante per l’esito della vertenza, informando i sindacati, le istituzioni territoriali e tutte le persone interessate. Del gruppo di lavoro fanno parte rappresentanti della Presidenza del Consiglio, del Mise, del ministero del Lavoro, della Presidenza della Regione Sardegna e delle segreterie nazionali di FIM FIOM UILM.
3) La tutela di tutti i lavoratori dell’indotto e’ impegno prioritario e per questo nei prossimi giorni, in accordo con il ministero del Lavoro, sarà individuata la modalità per garantire un ammortizzatore sociale fino a tutto il corrente anno per l’insieme dei lavoratori. La questione del pagamento delle spettanze arretrate dei laboratori in cassa integrazione, sarà affrontata in apposito incontro presso l’assessorato del Lavoro della Regione Sardegna il prossimo 26 giugno 2014.
La riunione del tavolo di confronto ministeriale e’ stata aggiornata al 7 luglio 2014.

Francesco Pigliaru 1 copia

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, non ha firmato il protocollo d’intesa con il ministero della Difesa sulle servitù militari. Francesco Pigliaru ha motivato la mancata firma con il fatto che i tempi non sono maturi e ormai da troppo tempo i sardi protestano senza essere ascoltati.

Il governatore ha mostrato i dati delle servitù nell’Isola, sui quali si registra un grado di incidenza dei gravami di circa il 65% rispetto al totale nazionale: oltre 30mila ettari impegnati dal Demanio militare, spazi aerei sottoposti a restrizioni o interdetti, 80 km di costa non accessibili per alcuna attività economico-turistica, tre poligoni di tiro (Capo Teulada, Capo Frasca e Salto di Quirra) che sono i più vasti d’Europa. Un’analisi dettagliata, presentata ai tecnici del Ministero prospettando un’integrazione così da elaborare un quadro di informazioni e conoscenza chiaro e definito.

All’interno delle considerazioni tecniche portate all’attenzione della Conferenza da parte del ministero della Difesa, per voce del generale Alberto Rosso, è emerso che il trasferimento in altre zone delle attività svolte a Teulada, Quirra e Capo Frasca appare “non facile”, ma è stato sottolineato che la Difesa ha avviato un costruttivo percorso – ove possibile – per trovare soluzioni “attagliate” alle esigenze locali e ripensare i poligoni come «opportunità di cooperazione civile e militare», così come l’avviare, secondo linee concertate tra la Difesa e la Regione Sardegna, un processo di riduzione delle aree interessate.

Queste considerazioni non hanno soddisfatto Francesco Pigliaru che ha chiesto con grande fermezza il riequilibrio della presenza militare in Sardegna, con la dismissione dei Poligoni di Capo Teulada e di Capo Frasca.

Il protocollo d’intesa è stato firmato dai governatori della Puglia, Nichi Vendola e del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.