26 April, 2024
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Seconda giornata di attività, a Nuoro, per il Seminario Jazz, che ieri mattina ha tagliato il nastro di partenza della sua edizione numero ventisette.

Mentre alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi”, in via Mughina, proseguono per tutto il giorno le lezioni di teoria e pratica del jazz (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00), nella sala prove di Mousikè, in via Gramsci, 48, prende il via in mattinata (dalle 9.00 alle 13.00), e andrà avanti fino a martedì prossimo, la masterclass per fonici di Marti Jane Robertson: si tratta di una novità assoluta per il seminario, così come l’altra master dedicata invece ai musicisti (titolo: “Parlare con il fonico“), che l’ingegnere del suono americana terrà nei pomeriggi di oggi e domani, alla Scuola Civica di Musica dalle 15.00 alle 19.00.

Qui, alle 15,45, è in programma anche un altro momento didattico: il musicista e storico della musica del Novecento Enrico Merlin conduce il primo dei suoi “Quattro passi nel jazz”, la serie di incontri (aperti al pubblico, con iscrizione a 10 euro, gratuita per i soci dell’Ente Musicale e gli abbonati al Festival Nuoro Jazz), sul jazz come linguaggio senza confini.

Poi, in serata, doppio appuntamento all’auditorium “Giovanni Lilliu” dell’ISRE con la rassegna di concerti che accompagna le undici giornate del Seminario organizzato dall’Ente Musicale di Nuoro (biglietto intero a dodici euro, ridotto a dieci). Apre, alle 21.00, il gruppo formato dai migliori allievi della passata edizione dei corsi attraverso le apposite borse di studio assegnate dai docenti: si chiama Jazz Express perché, come spiegano i suoi membri, «il nome racchiude in due semplici parole la voglia di volerci esprimere insieme, di cercare e scoprire i tesori che il Jazz racchiude. Express perché questa ricerca è un lungo viaggio che si fa insieme uno accanto all’altro, come sul vecchio ‘treno espresso’». Con Francesco Nasone (voce), Luca Agnello (sax tenore), Danilo Tarso (pianoforte e Rhodes), Antonio Masala (chitarra), Francesco Rapinesi (contrabbasso) e Juri Altana (batteria), c’è anche la cantante Pina Muroni, vincitrice di una menzione speciale che le permette di esibirsi insieme ai Jazz Express come ospite.

A seguire, riflettori puntati sul duo formato da Raffaele Casarano (sassofoni) e Mirko Signorile (pianoforte), un sodalizio artistico sbocciato dalle file del quartetto Locomotive (sulle scene dal 2004 e con tre dischi all’attivo) intestato al primo, e in particolare dalle tracce dell’album “Noè”, pubblicato due anni fa dall’etichetta Tuk Music di Paolo Fresu: un disco giocato sulle ombre, i chiaroscuri, le pause, le atmosfere del sogno. È su queste basi che i due musicisti pugliesi hanno rafforzato la loro intesa musicale; ripercorrendo il repertorio originale del quartetto in versione più intima e acustica, Raffaele Casarano (classe 1981) e Mirko Signorile (1974) lasciano libero spazio agli schemi dei brani senza per forza restare nella ritmica dettata da contrabbasso e batteria, dando vita a un dialogo in musica intriso di emotività e caratterizzato dalla curiosità di esplorare sempre nuovi linguaggi e nuove idee.

Raffaele Casarano & Mirko Signorile (foto@gianni cataldi)2s Pina Muroni 2 Marti Jane Robertson 2 Jazz Express FOTO Band (s) Enrico Merlin (s)

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Al via domani, giovedì 20 agosto, a Nuoro, la ventisettesima edizione del Seminario Jazz, la seconda con Roberto Cipelli come coordinatore, dopo venticinque sotto la guida di Paolo Fresu. I battenti della Scuola civica di musica “Antonietta Chironi” (in via Mughina) si aprono alle 10 per la prima delle undici, intense giornate all’insegna della teoria e della pratica del jazz organizzate dall’Ente Musicale di Nuoro, che si chiuderanno domenica 30 con l’immancabile saggio-concerto finale.

Dopo la formazione delle classi, si va avanti fino alle 13.00 con le lezioni teoriche e strumentali; prove aperte di gruppo a partire dalle 15, poi musica d’insieme sino alle 19.00. In cattedra il nuovo corpo docente titolare dalla scorsa edizione, e formato da volti noti della scena jazzistica nazionale: Emanuele Cisi (per la classe di sassofono), Cinzia Spata e Francesca Corrias (canto), Dado Moroni (pianoforte), Marcella Carboni (arpa jazz), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Stefano Bagnoli (batteria), Enrico Merlin (storia del jazz), Salvatore Maltana (musica d’insieme) e Giovanni Agostino Frassetto (flauto, armonia di base e tecnica dell’improvvisazione). Due nuovi docenti si avvicenderanno invece nella classe di tromba, Fulvio Sigurtà (fino a martedì 25) e Dino Rubino (da martedì 25 a domenica 30), con il compito di colmare il vuoto lasciato da Marco Tamburini, tragicamente scomparso lo scorso maggio.

Alle lezioni si aggiungeranno via via le masterclass che arricchiscono come sempre l’offerta didattica dei seminari nuoresi. Quella internazionale – in programma lunedì, martedì e mercoledì prossimi (24, 25 e 26 agosto) – si affida quest’anno al compositore, arrangiatore, pianista e fisarmonicista americano Gil Goldstein. Lunedì prende il via (per andare avanti fino a domenica 30) anche la masterclass di musica tradizionale sarda, che stavolta ha per protagonisti l’organetto diatonico e uno dei suoi più apprezzati interpreti, Totore Chessa.

Intanto, da questo venerdì (21 agosto) fino a martedì prossimo (25), si tiene la masterclass per fonici di Marti Jane Robertson, proposta in collaborazione con Mousikè Nuoro; si tratta di una novità assoluta per il seminario, così come l’altra master dedicata invece ai musicisti (titolo: “Parlare con il fonico“), che l’ingegnere del suono americana (ma da tempo trapiantata in Italia) terrà nei pomeriggi di venerdì e sabato (21 e 22 agosto).

Il jazz come linguaggio senza confini è infine il tema di quattro incontri con il musicista e storico della musica del Novecento Enrico Merlin: aperti al pubblico (iscrizione a 10 euro, gratuito per i soci dell’Ente Musicale e gli abbonati al Festival Nuoro Jazz), i “Quattro passi nel jazz” si terranno alla Scuola Civica di Musica questo venerdì e sabato (21 e 22), e poi giovedì e sabato della settimana prossima (27 e 29), sempre con inizio alle 15.45.

Con la prima giornata di lezioni prende il via anche la rassegna di concerti che come ogni anno fa da corollario spettacolare alle attività didattiche del seminario jazz. Dopo le due anteprime delle scorse sere al caffè “I Grani” con Enrico Merlin (lunedì) e con il duo clarinetto e contrabbasso di Matteo Pastorino e Salvatore Maltana (martedì), domani (giovedì 20) si entra nel vivo del cartellone con il trio del sassofonista Gavino Murgia, di scena all’auditorium “Giovanni Lilliu” dell’ISRE, quest’anno teatro principale dei concerti in programma nel capoluogo barbaricino, tutti con inizio alle 21.00.

Nuorese, Gavino Murgia, 44 anni, si è formato musicalmente anche grazie proprio ai Seminari fondati da Paolo Fresu prima di intraprendere un originale percorso di ricerca fra improvvisazione e tradizione sarda. Domani (giovedì 20) a Nuoro proporrà il repertorio del suo album più recente, L’ultima mattanza, con gli stessi musicisti che lo affiancano nel disco: i francesi Michele Godard, virtuoso della tuba e del serpentone, e il batterista Patrice Héral.

Venerdì, in serata, all’auditorium dell’ISRE, spazio invece al sestetto Jazz Express, formato dai migliori allievi della passata edizione del seminario, e poi al duo formato da Raffaele Casarano (sassofoni) e Mirko Signorile (pianoforte).

Ha un significato particolare, che va oltre quello strettamente musicale, il concerto che questo sabato (22 agosto) vedrà riuniti sul palco tutti i docenti del Seminario più un ospite del calibro di Paolo Fresu per ricordare un grande protagonista del jazz italiano: l’amico e collega Marco Tamburini, il trombettista scomparso pochi mesi fa alla vigilia del suo cinquantaseiesimo compleanno.

Per motivi tecnici, è rinviato a lunedì mattina (24 agosto) il concerto nella casa circondariale di Badu ‘e Carros del duo formato dal sassofonista Gavino Murgia e dal contrabbassista Salvatore Maltana che era invece previsto per questo venerdì mattina (21 agosto). Resta invariato l’orario di inizio: si comincia alle 11.

 Seminario Nuoro Jazz 2014 - Masterclass di Dave Holland (3)Seminario Nuoro Jazz 2014 - una lezione Gavino Murgia

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Battute finali per la nona edizione di Time in Sassari, il consueto proseguimento del festival Time in Jazz che domenica a Berchidda ha chiuso i battenti della sua edizione numero ventotto.

Oggi la seconda e ultima giornata si è aperta a mezzogiorno a Sassari, in Piazza del Comune (ingresso gratuito), col progetto Bassi Alati dei contrabbassisti Paolino Dalla Porta e Salvatore Maltana, al debutto come duo, impreziosito dalla partecipazione in alcuni brani di Paolo Fresu alla tromba e al flicorno

In serata, alle 21,30 (ingresso libero e gratuito), la musica si trasferisce a Sorso, in Piazza San Pantaleo, dove Time in Sassari si affida per il suo ultimo atto ai The Rad Trads, già protagonisti della festa finale di Time in Jazz, la sera di Ferragosto a Berchidda. E c’è da immaginare che anche in questa occasione, il gruppo newyorkese (Jared LaCasce e Michael Fatum alle trombe, Patrick Sargent al sax tenore, “Tall” Sam Crittenden al trombone, Alden Harris McCoy alla chitarra, Michael “Big Red” Harlen al basso e Johnny Fatum alla batteria) saprà trascinare il pubblico con le sue sonorità che spaziano dal primo jazz delle brass band di New Orleans al Rythm & Blues, al blues di Chicago e al Delta blues, spingendosi fino al Rock & Roll.

The Rad Trads suonano regolarmente in alcuni dei più celebri locali di New York, come Brooklyn Bowl, Webster Hall, The Blue Note, BB King’s and Radegast Hall, quando non sono in tour negli Stati Uniti e in Europa, dove si sono esibiti in importanti festival. Attivi anche con altre formazioni, come Lee Fields & The Expressions, Lady, Jason Robert Brown, i membri di The Rad Trads hanno suonato o registrato con Deer Tick, Jonathan Batiste & Stay Human, Antibalas, St. Paul & The Broken Bones, Ikebe Shakedown, Lenny Pickett e Joe Lovano, tra gli altri.

The Rad Trads (4) The Rad Trads (3)

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Lars Danielsson New Quartet (foto Massimo Schuster) - Silvia Corda (2m)

Calato il sipario sulla ventottesima edizione del festival Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu a Berchidda e in altri centri del nord Sardegna, il testimone passa al suo ormai consueto prolungamento nel Sassarese: domani (lunedì 17) e martedì (18 agosto) si rinnova l’appuntamento con Time in Sassari, quest’anno alla sua nona edizione, con tappe a Sassari e in altre tre località della sua provincia: Cheremule, Siligo e Sorso.

Si comincia domani mattina (17 agosto) a Sassari, a mezzogiorno in Piazza del Comune, con il duo composto dal contrabbassista Lars Danielsson e dal chitarrista John Parricelli, già applauditi in quartetto a Berchidda la sera di ferragosto. Riconosciuto e ammirato per il suo suono unico, lirico e potente allo stesso tempo, il musicista svedese è capace di spaziare dalla classica al jazz con estrema naturalezza. Classe 1958, ha raggiunto il successo alla guida del quartetto con David Liebman, Bobo Stenson e Jon Christensen, e con altri artisti come Alex Acuña e John Abercrombie, ricevendo una serie di riconoscimenti e premi, fino a lavorare, negli ultimi anni, con orchestre sinfoniche e big band come la Denmark’s Radio Concert Orchestra e il JazzBaltica Ensemble. Come il suo compagno di viaggio svedese, anche l’inglese John Parricelli ha iniziato la sua carriera negli anni ottanta; membro fondatore dei Loose Tubes, ha portato avanti un’attività variegata lavorando con musicisti come Annie Whitehead, Kenny Wheeler, Norma Winstone, Leo Konitz, Paul Motian, WDR Band con Peter Erskine, Vince Mendoza, Mark Lockheart, Julian Argüelles, Iain Bellamy, Andy Sheppard, Colin Towns.

Nel pomeriggio (ore 18) tappa a Siligo nei giardini della Comunità Mondo X “ con Silvia Corda, pianista e compositrice cagliaritana, attiva sia nel campo del jazz d’avanguardia che in quelli della musica contemporanea, della libera improvvisazione e in progetti multimediali che coinvolgono le arti performative. Interprete di toy piano con proprie composizioni, improvvisazioni e brani di autori come John Cage, Karlheinz Essl e Matthew McConnell, presenta “New Portraits”, naturale evoluzione di un progetto musicale in solo nato qualche anno fa (“Portraits”) con cui porta avanti un percorso di ricerca e improvvisazione che ruota intorno al pianoforte, all’universo sonoro ed espressivo di questo strumento, attraverso linguaggi e stili musicali differenti.

La serata si trasferisce poi nell’area archeologica di Museddu, nel territorio di Cheremule, dove alle 19.00, si replica la presentazione del libro di Claudio Loi “Billy! La vita e la musica di Roberto Billy Sechi batterista jazz” (Aipsa), un omaggio al musicista precocemente scomparso, reso nel paese in cui ha vissuto per anni e si è sposato.

Alle 21.30 torna in scena Lars Danielsson con il suo New Quartet e il progetto “Liberetto II”, già applaudito sul palco di Berchidda la sera di ferragosto, con John Parricelli alla chitarra, Gregory Privat al pianoforte e Magnus Östrom (ex – Esbjorn Svensson trio) alla batteria. Con l’album “Liberetto II” (uscito proprio un anno fa in agosto e registrato con lo stesso organico di scena in queste date sarde, eccezion fatta per il pianista, che nel disco è Tigran) il contrabbassista e violoncellista svedese prosegue il percorso intrapreso con il precedente del 2012, “Liberetto”, per esplorare nuove dimensioni musicali ai confini tra musica da camera, jazz, e musica popolare europea.

La seconda giornata, martedì (18 agosto), si apre ancora a mezzogiorno in piazza del Comune a Sassari, col duo Bassi Alati dei contrabbassisti Paolino Dalla Porta e Salvatore Maltana, impreziosito dalla partecipazione di Paolo Fresu alla tromba e al flicorno: un concerto di composizioni originali che spaziano a trecentosessanta gradi, dai suoni legati al Mediterraneo alle ballate blues, dalle sonorità della musica indiana al free jazz passando anche attraverso riletture del repertorio degli standard, alla scoperta di inaspettate sonorità e dei colori timbrici che uno strumento considerato “oscuro” e di accompagnamento, quel è il contrabbasso, può offrire.

In serata, gran finale di Time in Sassari a Sorso, in Piazza San Pantaleo, dove (alle 21,30) terranno banco The Rad Trads, la formazione newyorkese già protagonista della festa finale di Time in Jazz, due sere prima a Berchidda, con le sue sonorità che spaziano dal primo jazz delle brass band di New Orleans al Rythm & Blues, al blues di Chicago e al Delta blues, spingendosi fino al Rock & Roll.

Dopo Berchidda, anche a Time in Sassari arrivano alcune iniziative di Green jazz per la promozione dei prodotti del territorio: a Sassari, dopo i concerti di mezzogiorno, e a Cheremule, dopo la presentazione del libro, saranno offerte piccole degustazioni di olio, pane e vini.

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Rettilineo finale per Time in Jazz, il festival diretto da Paolo Fresu nella sua Berchidda e in altri quattordici centri del nord Sardegna, che fra domani (sabato 15) e domenica (16 agosto) sfoglia le pagine conclusive della sua ventottesima edizione. Tiene banco la musica, ma sono diversi gli appuntamenti collaterali ai concerti.

Come da tradizione, la giornata di Ferragosto si apre nelle campagne intorno a Berchidda all’insegna de “Sas Chejas foranas”, una serie di eventi ospitati nelle suggestive chiese campestri dei dintorni del paese con il patrocinio del ministero dell’Ambiente. Si comincia alle 11.00 alla chiesetta di San Michele con la consueta conferenza sui temi dell’ambiente, momento immancabile tra le iniziative di Green Jazz, il settore del festival dedicato alla sensibilizzazione ambientale e alla riduzione dell’impatto del festival sul territorio. Interviene, quest’anno, il dottor Vincenzo Migaleddu, presidente dell’ISDE Sardegna (Associazione internazionale dei Medici per l’Ambiente) con una conferenza in linea con questa edizione del festival dedicata alle ali. Titolo, “Cosa ci vuole per volare?”. La conversazione affronterà, dunque, i temi del movimento nell’aria, delle soluzioni artistiche e tecnologiche che l’uomo ha messo in atto per superare l’imposizione fisica del solo movimento sul terreno, e del rapporto tra respiro e salute.

Al termine, spazio alla musica con uno degli ospiti più attesi quest’anno a Time in Jazz, Stefano Bollani. Reduce dal concerto della sera prima con il Danish Trio, il quarantaduenne pianista e compositore milanese (ma anche conduttore radiofonico e televisivo su Rai3) si presenta stavolta in solo. E sarà una bella occasione per apprezzare da vicino uno dei jazzisti italiani più popolari, ottimo musicista ma anche grande intrattenitore, capace di giocare col pubblico come gioca con le sue note. Pluripremiato nel corso della sua carriera, Stefano Bollani ha chiuso il 2014 con il disco d’oro per il suo album/progetto “Carioca” e ha aperto il 2015 vincendo il referendum della rivista Musica Jazz per il miglior disco dell’anno con “Joy in Spite of Everything”, registrato proprio con il Danish Trio.

Al termine del concerto, dopo un breve spostamento nella vicina chiesetta di Santa Caterina, si rinnova un altro momento tipico del Ferragosto a Time in Jazz: il pranzo campestre a base dei piatti della cucina tradizionale di Berchidda. Realizzato in collaborazione con Granarolo, Formaggi Podda e il Comitato Santa Caterina, prevede l’uso di stoviglie biodegradabili ed un’attenta raccolta differenziata dei rifiuti.

Sempre a Santa Caterina, alle 18.00, ritorna anche questo Ferragosto l’appuntamento con una delle forme più note della tradizione musicale sarda, il Canto a Chitarra, una competizione musicale in cui due cantadores si affrontano in un lungo ciclo di forme che metteranno a dura prova le loro abilità: tecnica, fiato, capacità di improvvisare e smuovere i sentimenti. Protagonisti della gara, a cura dell’etnomusicologo Fabio Calzia, i cantadores Carlo Crisponi e Gianmichele Lai, due interpreti tra i più noti e apprezzati sulla scena odierna del Canto a Chitarra, con l’accompagnamento eccezionale dell’organettista Carlo Boeddu.

Al rientro a Berchidda, alle 21.30, si accendono per l’ultima volta i riflettori sul palco centrale di Piazza del Popolo. Per consuetudine la serata di Ferragosto, a Time in Jazz, è divisa in due parti distinte: la prima, con ingresso a pagamento (biglietto intero in platea a 15 euro, ridotto a 13; in tribuna a 13 e 11 euro) propone “Liberetto II”, il progetto del contrabbassista e violoncellista svedese Lars Danielsson, in scena con il suo nuovo quartetto formato dal chitarrista inglese John Parricelli, dal pianista Gregory Privat e dal batterista Magnus Öström (ex Esbjorn Svensson Trio). Riconosciuto e apprezzato in tutta la scena jazzistica internazionale per il suono lirico e potente allo stesso tempo, Danielsson è un musicista eclettico, che sa spaziare dalla classica al jazz con grande naturalezza: con l’album “Liberetto II” (uscito giusto un anno fa in agosto e registrato con lo stesso organico di scena a Berchidda, eccezion fatta per il pianista, che nel disco è Tigran) prosegue il percorso intrapreso dall’acclamatissimo disco del 2012, “Liberetto”, per esplorare nuove dimensioni musicali ai confini tra musica da camera, jazz, e musica popolare europea.

Altre atmosfere caratterizzeranno la seconda parte della serata in Piazza del Popolo quando, sgomberata la platea da tutte le sedie e aperti i cancelli con ingresso gratuito, entreranno in scena The Rad Trads, la coinvolgente formazione newyorkese che nelle serate precedenti ha animato le vie del paese con le sue sortite musicali. Con quattro potenti fiati (Jared LaCasce e Michael Fatum alle trombe, Patrick Sargent al sax tenore, “Tall” Sam Crittenden al trombone) e una trascinante sezione ritmica (Alden Harris McCoy alla chitarra, Michael “Big Red” Harlen al basso e Johnny Fatum alla batteria), The Rad Trads cattureranno il pubblico per portarlo nel cuore della festa finale con le loro sonorità che spaziano dal primo jazz delle brass band di New Orleans al Rythm & Blues, al blues di Chicago e al Delta blues, spingendosi fino al Rock & Roll.

Poi, la festa continua al jazz club del Centro Laber, con la terza proposta selezionata attraverso il concorso Time Out, Tempi di Cris, ovvero Cristian Orsini aka dj Cris (consolle e elettronica), Matteo Cara (synth e tastiere), Raffaele Mele (chitarra), Mauro Dore (basso) e Paolo Succu (batteria e percussioni): cinque musicisti sardi uniti dalla passione per il funk e la black music delle origini, al debutto con l’album autoprodotto “Event Horizon”, uscito lo scorso anno. I quattro strumenti tradizionali, uniti alle sonorità elettroniche di un DJ, sono la cifra distintiva di questa formazione, che così disseziona e rimescola idee, temi e improvvisazioni, invertendo i ruoli tradizionali dei vari strumentisti e creando dinamiche inaspettate.

River of Gennargentu (s)The Rad Trads (3) Tempi di Cris -media Stefano Bollani - ValentinaCenni (2s)  Lars_Danielsson (s)

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Giornata intensa, quella odierna, al ventottesimo Festival Time in Jazz, il festival internazionale diretto da Paolo Fresu che ha preso il via sabato per andare avanti fino a domenica (16 agosto), ruotando tra Berchidda e altri quattordici centri del Nord Sardegna.

Quattro concerti scandiscono il palinsesto giornaliero: si è iniziato in mattinata, con il duo del pianista Giovanni Guidi e del sassofonista Dan Kinzelman a Sant’Antonio di Gallura; nel pomeriggio tappa a Calangianus, alle 18.00, con la Piccola Orchestra Gagarin di Paolo Angeli (chitarra sarda preparata), Sasha Agranov (violoncello) e Oriol Roca (percussioni). Poi, in serata, doppio appuntamento al Centro Laber di Berchidda, alle 21,30 con Paolo Fresu (tromba, flicorno) e Dino Rubino (pianoforte) in duo, e alle 23 con la Puglia Jazz Factory di Gaetano Partipilo, Raffaele Casarano (sassofoni), Mirko Signorile (pianoforte), Marco Bardoscia (contrabbasso) e Fabio Accardi (batteria).

Non solo musica: altri momenti e appuntamenti sono infatti in programma a Berchidda. Alle 11.00, al Cinema Comunale prende il via Sardegna, the Sustainable Island, rassegna di Corti e Serie Web realizzati a cura della Fondazione Sardegna Film Commission. Cominciano anche gli incontri della serie Wine Book, presentazioni-aperitivo di novità editoriali: primo ospite, alle 19,30 al Centro Laber, il giornalista e storico musicale americano Ashley Kahn, con il libro “Suono universale. La mia vita”.

Poi, in serata, fra i due concerti, sempre al Centro Laber, si inaugura il P.A.V., il Progetto Arti Visive curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu, quest’anno alla sua diciottesima edizione. Di particolare rilievo una grande mostra su Pier Paolo Pasolini, in occasione del quarantennale della tragica morte dello scrittore e regista, e una rassegna di opere video ispirate al volo e quindi al tema delle ali, leitmotiv di questa edizione del festival: BirdMen. Il volo delle immagini, a cura di Marco Senaldi.

puglia-jazz-factory PAOLO ANGELI 03 Lucia Veronesi, Paesaggio senza titolo #6 (nel mio tempo), 2014 (Progetto Arti Visive - Mostra Bird-Men)

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Tre concerti in programma oggi al 28° festival Time in Jazz che ha preso il via sabato 8, con il concerto del duo del pianista Natalio Mangalavite e della cantante Monica Demuru sulla nave della Sardina Ferries in viaggio da Livorno a Golfo Aranci, e il solo di Paolo Fresu sul volo Meridiana da Bologna a Olbia; un’edizione che si riconosce sotto il titolo “Ali” e che fino al 16 agosto ruoterà tra Berchidda e altri quattordici centri del nord Sardegna.

Il primo appuntamento è alle 11.00 col chitarrista e compositore Enrico Merlin di scena alle Domus de Janas di Partulesi, sito archeologico nel territorio di Ittireddu. Musicista, compositore, musicologo: in Enrico Merlin le diverse attitudini si riuniscono per dare vita a un notevole risultato creativo ed espressivo. Come chitarrista e banjoista, ama le sonorità acustiche, ma anche l’elettronica e i campionamenti sonori; in queste vesti ha partecipato a numerose produzioni discografiche (con Steven Bernstein, Giorgio Gaslini, Michael Manring, Markus Stockhausen, tra gli altri) e a festival internazionali al fianco di artisti come Carla Bley, Mark Baldwin Harris, Lee Konitz, Maria Schneider, Giovanni Sollima, Elliott Sharp, Steve Swallow, Henry Threadgill.

Enrico Merlin sarà anche impegnato nel pomeriggio in una masterclass in programma dalle 15.00 alle 17.00 a Berchidda, al Centro Laber, nell’ambito del progetto “Mediterranea”, dedicato alla formazione di studenti e giovani musicisti. La chitarra al centro anche della successiva master: “in cattedra”, dalle 17.00 alle 19.00, un altro ospite di Time in Jazz, il musicista sardo (di Palau) Paolo Angeli. Il percorso didattico di Mediterranea, che si avvale del sostegno di Unipol, per il 2015 è parte del progetto “I luoghi del jazz”, realizzato con il contributo del MiBACT, che ha come obbiettivo la valorizzazione dei luoghi e delle residenze artistiche delle organizzazioni partner coordinate da Time in Jazz (l’associazione culturale Spaziomusica di Ancona, l’associazione Polyphonia di Lucca, l’associazione culturale musicale Locomotive di Sogliano Cavour, in provincia di Lecce, l’Onyx Jazz Club di Matera, l’Associazione culturale Rest-Art di Novara e l’Associazione culturale musica Moderna di Thiene, in provincia di Vicenza) – e la costituzione di reti tematiche strutturate attorno a “poli di aggregazione” artistica e hub creativi.

Enrico Merlin Monica Demuru - Natalio Mangalavite

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Prende il via sabato 8 agosto la 28ª edizione Time in Jazz, il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu, uno degli eventi di punta dell’estate jazzistica italiana. L’epicentro è a Berchidda, paese natale del trombettista, dove pulsa il cuore organizzativo (l’associazione culturale Time in Jazz) e si concentra il grosso della manifestazione, in particolare i concerti serali nella grande arena allestita in piazza del Popolo. Ma, come sempre, Time in Jazz coinvolge anche diversi altri centri del nord Sardegna, a comporre un circuito di concerti che nel mattino e nel pomeriggio fa tappa di volta in volta in luoghi rappresentativi della storia, delle tradizioni o del paesaggio locali.

Si parte, sabato 8, con l’immancabile prologo del concerto a bordo di una nave della Sardinia Ferries in viaggio dalla penisola verso la terra dei Nuraghi (protagonisti Monica Demuru e Natalio Mangalavite), cui però si affianca quest’anno una trasvolata del Tirreno su un aereo di linea della Meridiana in compagnia della musica di Paolo Fresu: un’ouverture emblematica per questa edizione del festival che sceglie come titolo (e leitmotiv) “Ali“.

Con questo tema prosegue dunque il percorso iniziato l’anno scorso all’insegna dei “Piedi”, in una continuità che Fresu sintetizza nelle sue note di presentazione citando un famoso aforisma dell’artista messicana Frida Kahlo: “Pies, para que los quiero si tengo alas para volar” (“A cosa mi servono i piedi se ho ali per volare”). Perché, come ricorda il direttore artistico, “è con questa metafora che lo scorso anno ci siamo lasciati pronti a volare verso un nuovo festival che si annuncia luminoso come il sole e volatile come una meteora. Festival composto da una infinità di piccoli tasselli che creano una galassia multiforme e multicolore disegnata da artisti, progetti, linguaggi, genti, luoghi, dialoghi, riflessioni, scambi e voci plurali”.

A spiegare le ali nel cielo di Time in Jazz sarà un cast di musicisti come sempre folto e di caratura internazionale in cui spiccano in particolare i nomi di Louis Moholo-Moholo, Manu Katché, Lars Danielsson, Stefano Bollani, Michel Godard, Nguyen Le, Oren Marshall, Kenny Barron, Dave Holland; e poi Dan Kinzelman, Enrico Merlin, Alexander Hawkins, Giovanni Guidi, Luca Aquino, Michele Rabbia, The Rad Trads, Dino Rubino, Vincent Peirani, Paolo Angeli, la Piccola Orchestra Gagarin.

Ma non è tutto, perché, chiuse le otto giornate berchiddesi, lunedì 17 e martedì 18 agosto ritorna Time in Sassari, consueto proseguimento di Time in Jazz che insieme al capoluogo turritano coinvolge varie località della provincia sassarese: Cheremule, Siligo e Sorso, quest’anno. Protagonisti Paolino Dalla Porta e Salvatore Maltana con Paolo Fresu, Silvia Corda, e ancora i Rad Trads e Lars Danielsson.

Più di quaranta appuntamenti musicali diversi nell’arco di undici giorni, ma anche gli immancabili eventi espositivi del P.A.V., il Progetto Arti Visive curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu. Di particolare rilievo una grande mostra su Pier Paolo Pasolini, in occasione del quarantennale della tragica morte dello scrittore e regista. In programma anche una rassegna di opere video sul tema del volo e delle ali: Bird – Men. Il volo delle immagini, a cura di Marco Senaldi, e, come sempre, una serie di interventi urbani, performance e progetti “site specific” tra le strade di Berchidda.

Al leitmotiv delle ali si si ispira anche un altro momento immancabile del festival, la rassegna di film e documentari a cura di Gianfranco Cabiddu, che quest’anno esplora il rapporto dell’uomo con il volo fotografando esperienze di vita che, oltre l’impresa, sono capaci di mettere in relazione mondi spirituali interiori, a diverse latitudini, con la meraviglia, i colori, le storie.

 Paolo Fresu 09 (@Roberto Cifarelli) 07mMonica Demuru - Natalio Mangalavite (2)

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E’ stato presentato ieri mattina, al comune di Nuoro, il programma del Seminario Jazz, con il cartellone della rassegna di concerti in programma nel capoluogo barbaricino dal 20 al 30 agosto, con base alla Scuola civica di musica “Antonietta Chironi” (in via Mughina). All’incontro con la stampa sono intervenuti il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, l’assessore comunale alla cultura, Sebastian Cocco e Angelo Palmas, presidente dell’Ente Musicale di Nuoro organizzatore dell’iniziativa.

Il Seminario Nuoro Jazz è giunto alla ventisettesima edizione, la seconda sotto il coordinamento del pianista Roberto Cipelli, dopo venticinque dirette da Paolo Fresu (fondatore dei corsi, nel 1989, insieme alla compianta Antonietta Chironi). Saranno, come sempre, undici giornate dense di impegni, tra lezioni teoriche e pratiche, prove aperte di gruppo e musica d’insieme, sotto la guida del nuovo corpo docente già in cattedra dall’estate scorsa: Emanuele Cisi (per la classe di sassofono), Cinzia Spata e Francesca Corrias (canto), Dado Moroni (pianoforte), Marcella Carboni (arpa jazz), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Stefano Bagnoli (batteria), Enrico Merlin (storia del jazz), Salvatore Maltana (musica d’insieme) e Giovanni Agostino Frassetto (flauto, armonia di base e tecnica dell’improvvisazione). Sono invece volti nuovi per la classe di tromba, quelli di Fulvio Sigurtà e Dino Rubino, che avranno il compito di colmare il vuoto lasciato da Marco Tamburini, tragicamente scomparso lo scorso maggio.

Anche per quest’anno, la retta è di 250 euro e comprende la frequenza della masterclass internazionale che caratterizza ogni edizione dei seminari: stavolta a salire in cattedra è il pianista, fisarmonicista, arrangiatore e compositore americano Gil Goldstein. L’organetto diatonico e uno dei suoi più autorevoli interpreti, Totore Chessa, sono invece al centro dell’altra, immancabile masterclass, quella sulla musica tradizionale sarda, in programma, dal 24 al 30 agosto: l’iscrizione costa 200 euro. Rappresenta invece una novità assoluta per il seminario la master per fonici proposta in collaborazione con Mousikè Nuoro che verrà curata, dal 21 al 25 agosto (iscrizioni a 250 euro), da Marti Jane Robertson, apprezzata sound engineer americana trapiantata da tempo in Italia, e quella dedicata invece ai musicisti (titolo: “Parlare con il fonico”), in programma nei pomeriggi del 21 e del 22 (iscrizioni a 35 euro).

Aperti al pubblico, sempre alla Scuola Civica di Musica, sono infine i “Quattro passi nel jazz” in compagnia di Enrico Merlin, una serie di incontri (il 21, 22, 27 e 29 agosto alle 15,45) con il musicista e storico della musica del Novecento sul tema del jazz come musica senza confini.

Insieme ai corsi ritorna la consueta rassegna di concerti che ogni sera fa da corollario spettacolare alle attività didattiche, con fulcro a Nuoro ma con appuntamenti anche in tre centri della sua provincia: Onanì, Orosei e Posada.

Si comincia con due anteprime in programma a I Grani, il locale commerciale al centro di Nuoro.

La prima, lunedì 17, ha per protagonista proprio Enrico Merlin en solitaire con la sua chitarra. L’indomani, martedì 18, spazio invece al clarinettista sardo, ma di base a Parigi, Matteo Pastorino, in duo con il contrabbassista Salvatore Maltana.

Dall’abituale cornice dei cortili della casa natale di Grazia Deledda, il palco “centrale” della rassegna quest’anno si trasferisce all’auditorium “Giovanni Lilliu” dell’ISRE, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico. Apre la serie di concerti in programma nella struttura in via Mereu, il 20 agosto, il sassofonista Gavino Murgia, enfant du pays formatosi anche grazie proprio ai corsi dell’Ente Musicale di Nuoro prima di intraprendere il suo originale percorso di ricerca fra jazz e tradizione sarda; con lui in concerto gli stessi compagni di viaggio dell’album dell’anno scorso, “L’ultima mattanza”: i francesi Michel Godard, virtuoso della tuba e del serpentone, e il percussionista Patrice Héral.

Lo stesso Gavino Murgia, stavolta in duo con Salvatore Maltana al contrabbasso, sarà protagonista l’indomani mattina (alle 11,30) di uno degli eventi canonici della rassegna: il concerto nella casa circondariale di “Badu ‘e Carros”.

Poi, in serata (ore 21), all’auditorium dell’ISRE, spazio invece al sestetto Jazz Express, formato dai migliori allievi della passata edizione del seminario, e poi al duo del sassofonista Raffaele Casarano con il pianista Mirko Signorile.

Di particolare significato il concerto dedicato alla memoria di Marco Tamburini che sabato 22 vedrà riuniti sul palco tutti i docenti del Seminario più un ospite del calibro di Paolo Fresu.

Anche il Ragini Trio di Nathan Daems (fiati), Marco Bardoscia (contrabbasso) e Lander Gyselinck (batteria), con la sua originale combinazione di jazz e musica classica indiana, si presenta a Nuoro (martedì 25) con uno special guest: il pianista serbo (ma francese d’adozione) Bojan Z.

Altri protagonisti della rassegna, la cantante Elisabetta Antonini, miglior nuovo talento allo scorso referendum della rivista Musica Jazz, con il suo progetto “The Beat Goes On” dedicato alla Beat Generation (mercoledì 26), il quartetto di Matteo Pastorino, altro talento passato attraverso i seminari nuoresi (il 23 agosto), e, ancora, un inedito trio all’insegna degli strumenti a mantice con Gil Goldstein e Antonello Salis alle fisarmoniche e Totore Chessa all’organetto (giovedì 27). Per Gil Goldstein anche un impegno in solo al Museo MAN (venerdì 28, alle 19.00).

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Oggi è ancora Oristano a ospitare una nuova serata, la quinta, di Dromos, il festival organizzato dall’omonima associazione culturale, in pieno svolgimento da giovedì scorso (e fino a ferragosto) tra il capoluogo e altri sette centri della sua provincia. Domani (lunedì 3 agosto), nella cornice di piazza Corrias, doppio appuntamento (con ingresso gratuito) all’insegna della musica e della riflessione sul tema di questa diciassettesima edizione: “I have a Dream – L’utopia necessaria”.

Si comincia alle 21.00 con “Le belle utopie“, un dialogo pubblico di Moni Ovadia, tra i protagonisti della scena teatrale nazionale e della cultura ebraica in Italia, noto anche per il suo impegno politico e civile per i diritti e la pace, con il musicista e conduttore radiofonico Valerio Corzani: e sarà un’occasione per riflettere sulle utopie della contemporaneità, da una parte attraverso lo sguardo urticante e disincantato dell’umorismo ebraico del primo, dall’altra con quello lucido del secondo, amante e cultore del concetto di meticciato nella musica.

Più tardi, alle 22,30, imbracciati i suoi strumenti (basso elettrico, electronics, voce), Valerio Corzani sarà ancora al centro dei riflettori, stavolta insieme a Stefano Saletti (bouzuki, chitarra elettrica, electronics, voce), per proporre dal vivo (con Erica Scherl al violino e alle tastiere, e Eugenio Saletti alla chitarra elettrica) il progetto Caracas, sulle tracce del loro recentissimo album omonimo.

Caracas è il risultato di una fertile partnership tra Valerio Corzani (già componente di Mau Mau, Mazapegul, Gli Ex, Interiors) e Stefano Saletti (Novalia, Piccola Banda Ikona, Café Loti, Sete Sois Sete Luas Orchestra), che lo hanno composto, arrangiato, suonato e prodotto seguendo un filo rosso musicale: la sottolineatura – negli arrangiamenti e negli incastri ritmici – del “levare”, per un viaggio strumentale alla ricerca di una sorta di cosmopolitismo degli strumenti e delle musiche. Si parte dal Mediterraneo per circumnavigare il globo terracqueo con la prua puntata sul melange sonoro e sulle alchimie ritmiche, dalla Giamaica del reggae a certo soul-jazz, dal deserto Tuareg alla Turchia sufi, dalle Hawaii al Sudamerica.

Martedì (4 agosto) la carovana di Dromos fa di nuovo tappa a San Vero Milis, dove alle 21.00 (nel giardino del Museo Archeologico) è in programma la proiezione del documentario di Raffaello Fusaro “Le favole iniziano a Cabras”: un viaggio attraverso la Sardegna raccontata da alcuni dei suoi personaggi e artisti più rappresentativi, dal navigatore oceanico Gaetano Mura alla poetessa Lidia Murgia, dallo scultore Pinuccio Sciola allo stilista Antonio Marras, ai musicisti Gavino Murgia e Paolo Fresu.

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