29 April, 2024
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E’ iniziata una nuova iniziativa organizzata dallo SBIS (Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis), di cui il comune di Carbonia è capofila. Si tratta dell’evento intitolato “Tante storie da ascoltare insieme aspettando il Natale”, che coinvolgerà fino al 21 dicembre gli alunni delle scuole primarie e di infanzia di diversi comuni del Sulcis: Carbonia e le frazioni di Bacu Abis e Cortoghiana, Calasetta, Villaperuccio, Portoscuso, Teulada, Santadi, San Giovanni Suergiu, Sant’Antioco, Perdaxius, Villamassargia, Piscinas, Gonnesa, Tratalias, Masainas, Sant’Anna Arresi, Giba e Carloforte.

«Questa iniziativa conferma ancora una volta la capacità di fare rete del Sistema bibliotecario interurbano del Sulcis e la sua abilità nel diffondere la cultura tra le giovani generazioni, accompagnandole verso la tanto attesa festività del Natale», ha detto il sindaco Paola Massidda.

Le storie che verranno raccontate ai bambini sono quattro:

1. Rosmarino, ma tu mi vuoi?, a cura di Giancarlo Biffi;

2. Dove vanno tutti i desideri?, a cura di Francesca Amat e Manuel Consigli;

3. La ricetta della strafelicità, a cura di Matteo Razzini;

4. Il principe di Panpepato, a cura di Alberto Trevisan.

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E’ pari a 40.918,93 euro la somma raccolta da Stelle nello Sport per l’emergenza Ponte Morandi nell’ambito delle numerose iniziative ideate e realizzate tra settembre e dicembre con la collaborazione di diverse realtà sportive della Liguria. Michele Corti, direttore del progetto che valorizza lo Sport in Liguria sotto l’egida di Regione Liguria, Comune di Genova e Coni Liguria,  ha consegnato l’assegno benefico al vicesindaco di Genova Stefano Balleari, al consigliere delegato Stefano Anzalone e all’assessore allo sport della Regione Liguria, Ilaria Cavo.

«Ancora una volta Stelle nello Sport ha messo in rete il mondo sportivo con uno speciale obiettivo: raccogliere fondi in un momento di grave emergenza per la nostra città a seguito del crollo del ponte Morandi – spiega Michele Corti -. A sostegno di Genova sono attivate variegate realtà: dalle federazioni sportive e dai club nazionali, come la Juventus che ha addirittura messo a disposizione la gettonatissima maglia di Cristiano Ronaldo, a numerose ASD attive nell’organizzazione di eventi benefici. Da 20 anni promuoviamo i valori e la cultura dello sport tra i giovani e sosteniamo il mondo sportivo e diverse onlus. In questo caso abbiamo voluto, tutti insieme, scendere in campo per Genova nel Cuore.»

«E’ un risultato grandioso – commenta l’assessore allo sport della Regione Liguria Ilaria Cavo – si tratta di una somma davvero importante raccolta da Stelle nello Sport cher da 20 anni è un grande progetto di aggregazione e di trasmissione dei valori sportivi. Da sempre Stelle nello Sport abbraccia la beneficenza e in questo caso ha saputo coinvolgere grandi campioni e piccole società per un unico grande gioco di squadra. Sono orgoglioso che questi fondi vengano affidati al comune di Genova – aggiunge il vicesindaco Stefano Balleari – e vi assicuro che saranno spesi bene e per rispondere in modo concreto alle emergenze legate al crollo di Ponte Morandi. Non è facile in questo periodo reperire risorse così importanti – chiude Stefano Anzalone, consigliere delegato dello sport – e ancora una volta Stelle nello Sport si dimostra progetto vincente nel saper fare rete e sistema nel mondo sportivo ligure per dare una risposta concreta a chi nel crollo del ponte ha perso tutto.»

Lo sport aiuta a ripartire. Ecco il senso del grande appuntamento “Dallo Sport un Ponte per Genova” in scena il 29 settembre scorso al Porto  Antico con possibilità di provare numerose discipline sportive in tutto il piazzale Mandraccio grazie alla collaborazione con PGS Auxilium Genova, Ginnastica Andrea Doria, FIT Liguria, Lanterna Taekwondo, FIDAL Genova, Live Freestyle Genova, Club Sportivo Urania, Rowing Club Genovese, Fijlkam Liguria, Genovascherma, Polisportiva Scat Genova, FIDS Liguria, FPI Liguria e Rugby Tots. Di grande impatto emotivo il flashmob #GenovanelCuore dedicato alla città con la partecipazione di oltre duemila sportivi genovesi.

Tra gli altri appuntamenti grande successo per la “Notte per Genova” organizzata insieme a Friends Eventi e Spediporto, così come per “Ripartiamo”, evento promosso con Biasotti Group e BiAuto. Sono state consegnate, a fronte di donazioni, ben 1.500 magliette “Genova nel Cuore” prodotte a tempo di record da All Sport Genova mentre contributi sono arrivati da Audax Quinto, Blackwave Asd, Circolo Nautico Rapallo, Circolo Velico Santa Margherita, Daddy Camp, Fic Liguria, Podistica Valpolcevera, Quiliano Ginnastica, Pattinatori Savonesi, CSI Chiavari Pallavolo, CSI-Waterpolo Fantasy, FISR Liguria, HP Voltri Mele e Artistic Roller Team, Foltzer Nuoto e Normac Avb.

Per raggiungere un traguardo benefico ancora più significativo, Stelle nello Sport ha coinvolto anche lo sport nazionale e i grandi campioni della Serie A in una grande asta benefica patrocinata da CharityStars. Il volto copertina su www.charitystars.com/genovanelcuore è stato quello di Cristiano Ronaldo ma grande successo hanno avuto anche la maglia della Nazionale autografata dagli azzurri del CT Roberto Mancini, le divise di Callejon, Higuain, Chiesa, Papu Gomez, Belotti, Boateng, Falcinelli.

E ancora le maglie della gara speciale Spezia-Sampdoria, quelle del Genoa tra cui la 4 del capitano Criscito. Attenzione anche alle divise delle squadre professionistiche di ciclismo, tra cui quella iridata di Peter Sagan, arrivate a Genova grazie alla collaborazione dell’Us Pontedecimo. L’apprezzamento del pubblico è stato rivolto anche ai guantoni autografati di Nino Benvenuti, le maglie di Fortitudo e Virtus Bologna, Volley Modena. Il body azzurro di Antonio Rossi, la maglia di Lorenzo Sonego, vincitore dell’Aon Open Challenger di Tennis e la maglia del Valentino Fan Club autografata da Valentino Rossi.

Grande successo per l’asta dedicata ai cimeli dei Campioni partecipanti al 45° Trofeo Nico Sapio, in particolare per costumi e cuffie di Federica Pellegrini, Simona Quadarella e Gabriele Detti, e rilanci importanti per le maglie azzurre di rugby, basket, ginnastica, pallanuoto e la medaglia del centenario della Fijlkam.

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«Voi ci avete chiesto di poter studiare e imparare in luoghi adatti al vostro talento. Noi vi abbiamo ascoltato e con Iscol@ ci siamo organizzati per darvi risposte, per costruire insieme a voi, che siete il futuro della Sardegna, storie di successo come quella che viviamo qui oggi. Questa sarà una scuola bellissima, pensata e realizzata a partire dai vostri desideri e dai vostri disegni, una scuola aperta, inserita in un contesto ambientale e storico straordinario e destinata alle ragazze e i ragazzi di tutto questo territorio.»

Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru oggi nell’auditorium comunale di Posada alla presentazione del progetto del nuovo polo scolastico insieme al sindaco Roberto Tola, ai primi cittadini di Bitti Giuseppe Ciccolini, che è anche presidente dell’Unione dei Comuni del Montalbo, di Lodè Graziano Deiana, di Siniscola Gianluigi Farris, al vice sindaco di Torpè Tore Marras, al dirigente scolastico Vincenzo Di Giacomo, agli alunni con i genitori, agli insegnanti e ai progettisti. Secondo il progetto, inserito nell’asse 1 di Iscol@ che prevede la realizzazione di 24 scuole del nuovo millennio diffuse in tutta la Sardegna, la scuola è concepita come strettamente legata al paesaggio, un luogo di conoscenza immerso nel fascino del Parco naturale regionale di Tepilora, con l’idea di uno sviluppo equilibrato e sostenibile. «È un successo che appartiene a tutto questo territorio – ha proseguito il presidente Francesco Pigliaru ringraziando quanti hanno lavorato per raggiungere l’obiettivo, dagli amministratori agli insegnanti sino agli studenti e al team regionale di Iscol@ -, appartiene a queste comunità che stanno ragionando unite su molti fronti, dimostrando intelligenza e lungimiranza. È il modo giusto per dialogare con la Regione, e grazie a questo confronto costante con l’Unione dei Comuni siamo riusciti a fare la nostra parte in modo mirato, stanziando risorse adeguate e indirizzandole dove effettivamente servivano», ha concluso Francesco Pigliaru, citando tra gli altri gli investimenti sul rischio idrogeologico, la programmazione territoriale, la campagna straordinaria di scavi archeologici, «politiche che, come Iscol@, abbiamo portato avanti partendo dall’osservazione e l’ascolto delle esigenze delle comunità».

Il progetto, partito dalle proposte dei ragazzi, che hanno ricevuto un attestato di merito per il loro importantissimo contributo, è stato illustrato dal pool di architetti e ingeneri dello studio Metassociati, vincitori del concorso di progettazione. Nascerà un campus dell’istruzione: la scuola Primaria e quella Secondaria di primo grado saranno accorpate in una cittadella scolastica con annessi l’Auditorium, una nuova palestra e spazi verdi a disposizione degli studenti.

«È una grande soddisfazione – ha detto l’assessore della Pubblica Istruzione Giuseppe Dessena – vedere come le politiche sulla scuola prendono forma e diventano il centro nevralgico, culturale e sociale di una comunità, come quella di Posada, che oggi prende atto di un grande risultato frutto di un perfetto lavoro di squadra. Iscol@ è, soprattutto, un’azione coordinata di Regione, enti locali e mondo dell’istruzione per costruire scuole migliori e più moderne, proiettate nel territorio. Il Campus dell’istruzione, presentato oggi, ha una straordinaria valenza sociale perché incide positivamente sulla crescita di Posada e di tutti i comuni limitrofi. Voglio poi mettere in evidenza il contributo dei bambini e dei loro insegnanti che hanno offerto, nella parte iniziale di questo percorso, utili indicazioni ai progettisti, a conferma di quanto Iscol@ sia un piano condiviso in grado di svilupparsi con il contributo di tutti. Stiamo costruendo istituti più sicuri e aperti alle evoluzioni della didattica. I ragazzi – ha ribadito l’assessore Giuseppe Dessena – sono il nostro futuro, l’istruzione la base dalla quale partire.»

La nuova scuola avrà di fronte un orizzonte ampio che spazia dal borgo medievale al mare, per poi guadagnare il fiume e le montagne. Il civic center, proiettato verso il paese, ospiterà gli spazi per le attività comuni, con funzioni legate alla scuola e in parte utilizzabili anche dalla cittadinanza, i laboratori Tepilora, il laboratorio della ceramica, la biblioteca, l’aula di storia e la palestra. La biblioteca si svilupperà, grazie alla disposizione degli arredi, su spazi accoglienti dove poter svolgere l’attività di lettura per piccoli gruppi. Gli spazi aperti saranno costituiti da cortili, da utilizzare nei diversi momenti della giornata seguendo il movimento del sole. A monte della scuola è stato individuato il cortile degli orti o spazio del verde strutturato, direttamente collegato alle aule della scuola primaria. La scuola secondaria avrà un’uscita diretta sulla terrazza di copertura al di sopra della hall di ingresso che può divenire lo spazio di ricreazione all’aperto da cui si gode una vista bellissima in grado di abbracciare il mare e la montagna. Il finanziamento complessivo ammonta a 4 milioni e 500 mila euro, di cui 4 milioni e 50mila euro stanziati dalla Regione ed i restanti dal comune di Posada. L’appalto sarà bandito entro la fine del 2018. I lavori avranno inizio nella prossima primavera.

È molto stretto il rapporto con l’ambiente circostante e in particolare con il Parco naturale regionale di Tepilora di cui la scuola sarà l’ideale complemento con i laboratori dedicati alle questioni ambientali e alla sensibilizzazione sulle tematiche che riguardano lo sviluppo sostenibile. Il Parco è stato istituito nell’ottobre del 2014 grazie alla forte sinergia instaurata tra le comunità locali che l’hanno voluto, il Ministero dell’Ambiente e la Giunta, artefice della proposta di legge istitutiva. Si estende nei territori dei comuni di Bitti, Lodè, Posada e Torpè per quasi 8.000 ettari di foreste incontaminate, sentieri, sorgenti e corsi d’acqua. Il compendio, che ha ricevuto il riconoscimento di Riserva di biosfera dall’Unesco, rappresenta un valore aggiunto per la crescita economica di tutte le comunità coinvolte. Il Campus dell’istruzione sarà un ulteriore importante tassello in un quadro già ricco di slanci ed energie.

Su Iscol@ la Regione ha investito oltre 300 milioni per la realizzazione di 24 scuole del nuovo millennio, per la manutenzione e messa in sicurezza di oltre 900 istituti frequentati da circa 160.000 studenti sardi e per il rinnovo degli arredi e le attrezzature in 450 scuole. La Sardegna in questo momento è un riferimento nel panorama nazionale per quanto riguarda l’edilizia scolastica. Nessun’altra Regione ha mai fatto un intervento così massiccio in un arco temporale così ristretto (dal 2014 a oggi) con un modello di governance frutto di una piena comunanza di intenti tra istituzione regionale, mondo della scuola ed enti locali. Per i nuovi istituti in Sardegna hanno lavorato 200 progettisti.

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«Un confuso elenco di affermazioni, in puro e strumentale stile pre-elettorale, che non trova riscontro nella realtà. Questo sono le dichiarazioni fatte oggi sui bandi del Por per le imprese. È vero, ci sono stati ritardi nella fase di avvio dei bandi, perché abbiamo scontato la assoluta novità del meccanismo, e io sono stato il primo a dirlo e a rammaricarmene, ma poi il sistema è andato a regime e abbiamo recuperato: i dati che forniamo, e che sono dati ufficiali consultabili da chiunque in qualunque momento, lo dimostrano. Ricordo poi che parliamo di soldi europei, per i quali ci sono regole severissime e procedure stringenti, e che non rispettarle significa andare incontro a sanzioni severissime, come in passato è già successo Quindi cari amici Riformatori, state tranquilli: la Sardegna non rischia affatto di perdere i fondi europei. Anzi, vi ricordo che è stata proprio questa Giunta a recuperare i ritardi sulla precedente programmazione, ritardi accumulati mentre al governo regionale c’eravate voi. E li ha recuperati così brillantemente da aver consentito di spendere il 104% di tutti i fondi europei 2007-2013 (anche questi dati certificati)».

Così l’assessore della Programmazione Raffaele Paci.

«L’attenzione di questa Giunta nei confronti delle imprese e del nostro tessuto produttivo è stata ed è massima, come mai prima d’ora. Abbiamo agito anche sulla leva fiscale, intervenendo sull’unico fronte di nostra competenza: abbiamo tenuto l’IRAP più bassa d’Italia, lasciando così 100 milioni in più nelle tasche degli imprenditori per i loro investimenti, e allo stesso tempo abbiamo messo a disposizione oltre 250 milioni attraverso i bandi, per ogni tipologia d’impresa e con diverse misure di finanziamento. E per primi siamo riusciti a pubblicare i bandi territorializzati, dopo anni di tentativi falliti. Purtroppo la burocrazia, che in tutti i modi abbiamo tentato di abbattere il più possibile, è il vero mostro da combattere, ma per farlo servono più poteri e più autonomia di intervento. Piacerebbe molto anche a me che tutto il sistema procedesse più rapido e spedito, ma ci sono migliaia di regole che frenano e ostacolano, centinaia di ricorsi, quintali di documentazioni: questo non significa però che è tutto fermo, anzi. Per quanto infine riguarda i rapporti con la Cina – conclude Raffaele Paci – mi aspetterei supporto e collaborazione per iniziative così significative e importanti per la nostra economia da parte di chi dice, ma evidentemente dice e basta, di avere a cuore il futuro della Sardegna.»

La situazione dei nuovi bandi per le imprese, che ricordiamo hanno messo a disposizione oltre 250 milioni, è la seguente.

In due anni, le pratiche lavorate dagli uffici sono state 1.340, considerato che anche le pratiche non ammesse sono state istruite. I ritardi della fase iniziale sono poi stati recuperati, ma va detto che il procedere delle pratiche in Regione è strettamente connesso anche alla rapidità con cui le imprese forniscono le documentazioni richieste (bancabilità, antimafia, documenti vari). Molto spesso, a pratica già istruita, si rende necessario chiedere un’integrazione della documentazione che non risulta completa, e questo comporta spesso ritardi e attese di mesi.

Il primo bando T1 è attualmente in fase di piena realizzazione con le 124 operazioni su circa 400 domande. Questo è stato il bando che ha presentato le maggiori difficoltà, perché ha scontato la novità dell’approccio (infatti circa il 70 % delle pratiche presentate non è stato ammesso).

Per quanto riguarda gli altri bandi (al netto del T3 che è stato appena pubblicato), la situazione è la seguente: su 855 operazioni presentate le non ammesse sono risultate 179, poco più del 20%. Si registra dunque un netto ridimensionamento rispetto al primo bando T1, segno che la nuova procedura è stata ormai acquisita e fatta propria dal sistema. La dotazione finanziaria prevista consente potenzialmente di finanziare circa 390 operazioni, ovvero il 60% delle domande validamente presentate: una percentuale che è in linea col numero reale delle imprese che mediamente risultano avere diritto al finanziamento, considerato il possibile scorrimento derivante da rinunce ed economie. La dotazione, dunque, è stata congrua. Per queste 390 domande valide, la situazione è la seguente: 59 pratiche ammesse e finanziate (circa 15%); 95 pratiche in attesa della documentazione da parte dell’impresa per l’adozione del provvedimento di concessione (circa 25%); 73 pratiche nella fase finale di istruttoria riassuntiva (circa il 20%); 163 pratiche in fase di istruttoria e di integrazione documentale (circa il 40%).  

Per quanto riguarda il T4, contratti di investimento per operazione da 5 a 20 milioni di euro: sono state presentate 97 manifestazioni di interesse, e di tutte è stata verificata l’ammissibilità; sulla base della dotazione finanziaria del bando (30 milioni) è stata avviata la fase negoziale per le prime 44 manifestazioni con i seguenti risultati: 6 non hanno proseguito; 7 hanno optato per altri strumenti finanziari (4 al contratto di sviluppo MISE, 1 al Fondo competitività, due in fase di presentazione); 12 hanno presentato la documentazione per l’accesso al contratto di investimento regionale e sono in fase avanzata di istruttoria; 19 devono presentare la documentazione.

 Infine, ci sono gli Accordi di sviluppo con il Ministero per lo sviluppo economico. Sono state avviate le procedure per la stipula di 6 accordi di programma con il MISE di cui 2 già siglati e 4 in fase di ultimazione da parte del Ministero; 2 accordi di innovazione già stipulati, sempre col Mise; 3 accordi con il MIPAF (Ministero per le politiche agricole e forestali) per contratti di filiera.  

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La Dinamo ha espugnato la Martini Plaza Arena di Groningen, 84 a 78, nella prima sfida della seconda fase di Fiba Europe Cup. La squadra sassarese ha controllatola partita fin dalle battute iniziali, trascinata da un superlativo Rashawn Thomas, alla fine miglior realizzatore del match con 24 punti (8 su 11 da due punti e 11 rimbalzi): 22 a 15 al 10′, 38 a 29 al 20′, 60 a 50 al 30′.

Il Donar ha cercato di rientrare nel match ma anche senza Scott Bamforth, penalizzato da ben due falli tecnici, ha sempre respinto indietro la formazione olandese, anche quando il vantaggio è sceso da 15 a 6 lunghezze, e con Rashawn Thomas, Achille Polonara (17 punti e 5 rimbalzi) e Jaime Smith (9 punti e 4 assist) ha chiuso il match senza alcun affanno, sull’84 a 78.

«Prima di tutto mi voglio congratulare con Donar per la bella atmosfera di questo palazzetto, un clima che non vedevo da tanto: ho giocato per vent’anni ed è stato bello e divertente giocare qui – ha detto a fine match coach Vincenzo Esposito -. Siamo molto contenti della vittoria perché arriviamo da una vittoria in trasferta in campionato domenica, c’era il rischio di rilassarci e giocare con poca energia. Invece abbiamo giocato esattamente come volevamo, in controllo per tutta la durata della partita anche quando Groningen ha provato a riportarsi nel match bombardando da tre. Sono contento perché abbiamo fatto bene a rimbalzo, abbiamo perso solo 8 palloni: alla mia squadra dico sempre che se ti imponi a rimbalzo, resti sotto le 10 palle perse e tiri con più del 50% da due hai maggiori possibilità di vincere la partita. Non sono un appassionato delle statistiche – ha concluso Vincenzo Esposito – ma questa sera abbiamo fatto così e giocando in questa maniera possiamo davvero giocarcela con tutti.»

Donar Groningen 78 – Dinamo Banco di Sardegna 84

Parziali: 15 a 22; 14 a 16; 21 a 22; 28 a 24.

Progressivi: 15 a 22; 29 a 38; 50 a 60; 78 a 84.

Donar Groningen: Sitton 3, Cunningham 12, Wall 6, Gibson 3, Dorisseau 1, Hammink 6, Mast, Koenis 5, Hoeve, Pasalic 4, Jeter 22, Slagter 16. All. Meindert Van Veek.

Dinamo Banco di Sardegna: Spissu 2, Smith 9, Bamforth 5, Petteway 10, Devecchi, Magro, Pierre 4, Gentile 5, Thomas 24, Polonara 17, Diop, Cooley 8. All. Vincenzo Esposito.

Rashawn Thomas.

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Cooperazione, sostegno e responsabilità partecipata nell’assistenza e nella cura del diabete. E’ l’obiettivo della RETE SARDA DIABETE che riunisce ed unisce pazienti, associazioni, istituzioni territoriali, sistema sanitario e comunità scientifica.

Il progetto pilota, unico nel suo genere in Italia, nonché le finalità della RSD, saranno illustrate in una conferenza stampa in programma sabato 15 dicembre, alle 11.30, nella sala riunioni Hotel Artu in Piazza Sella, a Iglesias.

Durante l’incontro, inoltre, saranno resi noti gli ultimi dati sull’incidenza del diabete nell’isola e sul funzionamento del sistema dell’assistenza sanitaria, raccolti dalle diverse associazioni territoriali.

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La Rete Unitaria Antifascista Sulcis Iglesiente venerdì sera, alle 18.30, presenta il libro “Storia dei campi di lavoro e detenzione in Sardegna nel ventennio fascista”, con esposizione a cura dell’autore Nicola Piras e introduzione a cura di Carlo Di Bella. L’evento si svolgerà venerdì 14 dicembre alle ore 18.30 a Carbonia, presso la sede del Circolo dei Soci Euralcoop, in piazza Marmilla.

Nicola racconterà come l’isola in cui viviamo sia stata utilizzata come terra di confino dal regime fascista e poi di sfruttamento totale dei prigionieri durante la seconda guerra mondiale. I dati e le vicende si basano sulle ricerche che ha svolto per la sua tesi ‘‘Organizatzioni, territòriu e poderi. Campus de internamentu, detentzioni e àreas de presonia in sa Sardìgna cuntemporànea” (Organizzazione, territorio e potere. Campi di internamento, detenzione e aree di prigionia nella Sardegna contemporanea).

Riprendere i fili della memoria per la Rete Unitaria Antifascista Sulcis Iglesiente non è semplice commemorazione del passato. «Tutti i giorni va ricordato che certe derive della società non sono un’esclusiva del passato e il rischio che si ripetano, seppure con un volto diverso, non è mai da scartare». E invita a partecipare con domande, testimonianze, riflessioni e suggerimenti, contribuendo così alla riappropriazione della nostra memoria storica in occasione degli 80 anni della città di Carbonia. Per non dimenticare che anche Carbonia in quell’epoca è stata luogo di detenzione, prigionia, sofferenza e punizione per tante persone.

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Confartigianato Imprese Sardegna esprime soddisfazione per l’emendamento in Finanziaria, approvato dal Consiglio regionale, che con 2 milioni di euro incentiverà il passaggio generazionale tra i titolari delle imprese artigiane sarde ed i figli che vorranno subentrare nella gestione aziendale.

La norma, che nasce da un emendamento di sintesi tra le proposte dei Consiglieri Regionali Raimondo Cacciotto e Roberto Deriu, del Partito Democratico e Gianfranco Congiu, del Partito dei Sardi, supportato dalla Commissione Speciale per l’artigianato e il commercio e sottoscritta dall’intera Aula di via Roma, più volte richiesta dagli artigiani sardi di Confartigianato, consentirà ai giovani, attraverso voucher di un valore minimo di 15mila euro, di apprendere nuove conoscenze manageriali, di migliorare prodotti e servizi e di sviluppare maggiormente l’economia aziendale.

«Siamo contenti come, almeno in questo finale di Legislatura – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ci sia stato un intervento, concreto, tangibile, sul “passaggio di testimone” tra generazioni imprenditoriali perché, soprattutto in Sardegna, il valore dell’artigianato si trasmette di padre in figlioSe pensiamo a quante imprese cessano l’attività perché gli “eredi” dei titolari non riescono a subentrare – continua Antonio Matzutzi – e se pensiamo come questo problema colpisca circa il 10% delle realtà artigiane, ovvero 3.500 attività, possiamo immaginare quanto fosse atteso questo intervento

Nonostante tutto, in Sardegna, come in Italia, la voglia dei giovani di fare impresa non manca e lo testimoniano i tantissimi imprenditori artigiani under 40 nelle cui mani è affidato il futuro della piccola impresa sarda e italiana. Le nuove leve dell’artigianato italiano, per questo, si battono per costruire nuove opportunità di occupazione attraverso uno stretto collegamento tra i percorsi di istruzione, formazione ed informazione ed il mercato del lavoro. Tutto ciò per avere giovani preparati, competenti, aperti al mercato, che sappiano coniugare il sapere e il saper fare. E questi lo fanno anche scambiandosi idee, esperienze, collaborazioni ma anche concretizzando il passaggio di testimone con genitori o nonni.

Per Antonio Matzutzi «il passaggio generazionale, senza dubbio, riveste un ruolo cruciale per la vita dell’azienda. Va visto e concepito mediante una visione esaustiva che tenga in debita considerazione una serie di variabili e fattori. Questo processo di transizione non è solo un passaggio di quote societarie ma c’è molto di più. È una trasmissione di passioni, valori e competenze manageriali. Tutti aspetti che compongono il DNA di un’impresa e tutti elementi che vanno trasmessi e raccontati in modo adeguato a chi sarà il futuro capitano d’impresa. Non è certo, per questo, un semplice percorso. Bensì è un viaggio che va programmato in tempo utile. Forse anche non meno dieci anni prima del suo avvioSenza dubbio – conclude il presidente di Confartigianato Sardegna – ritengo che sia importante farsi aiutare, nell’iter della continuità d’impresa, da un occhio esterno capace di guardare in maniera asettica al processo successorio. Da questo punto di vista, ritengo strategico il contributo che potrà arrivare da questo emendamento, soprattutto se si riuscirà a trovare un sano punto d’incontro fra le esigenze della old e young generation di imprenditori che erediteranno, poi, il timone dell’azienda».

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Sulla base dei lavori della commissione speciale, il Parlamento europeo ha approvato delle proposte per affrontare la radicalizzazione, migliorare l’interoperabilità dei dati e sostenere le vittime del terrorismo.

Dopo la votazione, la correlatrice Monika Hohlmeier (PPE, DE) ha dichiarato: «L’attacco di ieri al mercatino di Natale di Strasburgo ha rappresentato il peggior attacco possibile ai cittadini europei, ai valori comuni e ai principi dell’UE. Questo attentato ci ha dimostrato una volta di più che dobbiamo abbandonare gli slogan e le misure irreali e concentrare le nostre attività su quanto renda davvero sicura l’Europa. Nonostante tutti gli sforzi compiuti negli ultimi anni, sussistono ancora lacune e modi per rendere più efficace la lotta al terrorismo. Ciò significa una cooperazione e uno scambio di informazioni più ampi tra i servizi di intelligence e le autorità, più misure di prevenzione contro la radicalizzazione, strumenti giuridici più severi e una migliore protezione dei diritti delle vittime».

La correlatrice Helga Stevens (ECR, BE) ha dichiarato: «Gli attacchi terroristici nel centro di Strasburgo, ieri sera, evidenziano la minaccia imminente e l’assoluta urgenza di affrontare meglio questa triste realtà. Oggi la nostra relazione è stata votata nella stessa città, la sede del Parlamento europeo. Sono state proposte molte idee innovative, come la lista nera dell’UE per i predicatori di odio, la possibilità di fare controlli incrociati con le banche dati della polizia sulle persone che noleggiano auto e l’inclusione degli aerei privati nella direttiva PNR. Raccomandiamo le migliori pratiche, come le cellule locali anti-radicalizzazione introdotte in Belgio. Mettiamo le vittime al primo posto, chiedendo che le spese mediche siano prepagate in modo automatico dopo un attacco e procedure assicurative più semplici. Questi sono solo alcuni esempi tratti da una relazione esauriente e toccante».

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Domani, giovedì 13 dicembre, alle ore 18.00, presso il Circolo Soci Euralcoop di piazza Marmilla, verrà inaugurata la mostra dedicata ai fotografi Ernesto e Ferdinando Pizzetti. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Amici della Miniera di Carbonia, dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria, dalla sezione di Storia locale del Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis, dall’Associazione Minatori e Memoria di Iglesias, con il patrocinio del comune di Carbonia.

Ernesto e Ferdinando Pizzetti sono stati due tra i migliori fotografi del nostro territorio ed hanno esercitato la professione a Iglesias, scattando, dai primi anni del 1900 fino alla metà degli anni Settanta, immagini icastiche capaci di immortalare industrie, porti, minatori e paesaggi urbani in un campionario che rappresenta un patrimonio storico attraverso cui rivivere la storia del nostro territorio e, in particolare, della città di Carbonia, che martedì 18 dicembre festeggerà il suo 80° compleanno.

All’inaugurazione della rassegna sarà presente l’assessore alla Cultura Sabrina Sabiu.

La mostra sarà esposta dal 13 al 30 dicembre, nell’ingresso del Centro Commerciale “Le Tre Finestre”, in via Stazione, a Carbonia.