Sindacati confederali e di categoria hanno incontrato l’azienda Glencore Portovesme Srl, Confindustria Meridionale Sardegna, l’assessorato del Lavoro della Regione Sardegna e il ministero del Lavoro. Il tema centrale del confronto è stato il rinnovo della cassa integrazione straordinaria, una misura cruciale per garantire il sostegno economico ai lavoratori in questa delicata fase.
Il ministero del Lavoro ha richiesto all’azienda documentazioni specifiche necessarie per procedere con la proroga della cassa integrazione. È stato evidenziato come la chiusura della precedente legge finanziaria abbia interrotto i termini previsti, contrariamente a quanto ritenuto dall’azienda, che considerava la proroga già automaticamente concessa. Tale situazione rischia di lasciare i lavoratori privi di copertura economica in tempi brevissimi, con pesanti ripercussioni sociali per il territorio.
L’UGL, rappresentata dal segretario UGL UTL Cagliari, Andrea Geraldo, e dal vice segretario provinciale UGL Chimici Raffaele Enna hanno sottolineato l’urgenza di intervenire tempestivamente per tutelare i lavoratori ed hanno dichiarato: «La situazione è critica: il Ministero e l’assessorato del Lavoro devono agire con tempestività per garantire
continuità agli ammortizzatori sociali e salvaguardare il reddito dei lavoratori. È necessario convocare immediatamente un tavolo congiunto che definisca misure efficaci anche per il periodo successivo ai quattro mesi previsti, evitando che, da maggio, ci troviamo nuovamente senza strumenti di tutela».
In merito al ruolo dell’azienda, Andrea Geraldo ha aggiunto: «Glencore Portovesme deve dimostrare un forte senso di responsabilità industriale e mettere in campo un piano che affronti la questione dell’elevato costo dell’energia, vera causa della mancata produttività degli impianti. Soluzioni innovative e sostenibili, come il bio-mining, già adottato con successo in altre realtà del settore, rappresentano una strada concreta da percorrere. Solo investendo in innovazione tecnologica e sostenibilità sarà possibile garantire la salvaguardia dei posti di lavoro e il rilancio delle attività produttive nel lungo termine».
Non ci sono più alibi per la Sider Alloys-GMS ma neanche per i governi nazionali e regionali, che troppe volte, hanno dichiarato strategico lo stabilimento di alluminio primario, senza però essere riusciti a imprimere una svolta nelle produzioni che mancano al Paese Italia dal lontano 2012. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata la mancata retribuzione alle lavoratrici ed ai lavoratori, ma in realtà, in questi 7 anni la conduzione dello smetter è stato un continuo prendere tempo. La Sider Alloys (80%) ed il Governo (20%) proprietari dello stabilimento dal 15/02/2018, data in cui, attraverso l’accordo di programma gli venivano assegnati in dote, circa 150 milioni + 20 milioni dell’ex proprietaria Alcoa, da ciò la grossissima responsabilità di aver trascinato lo stabilimento, da un possibile rilancio produttivo al fare cassa in svariati modi, che proviamo a riassumere: prima la pandemia, poi le richieste di V.I.A., quindi il costo energetico e per finire le guerre in corso, sono stati gli eventi che nel tempo, hanno rallentato, secondo le giustificazioni aziendali, l’arrivo dei materiali utili per i conseguenti ritardi del fantomatico revamping. In realtà dietro a queste gravi circostanze, si è stati costretti a fare i conti con l’incapacità aziendale di programmare un vero piano industriale credibile, che puntualmente, veniva stravolto rispetto alla volta precedente.
Negli anni, si è assistito a un continuo rinvio nelle produzioni che obbligatoriamente devono passare attraverso il rilancio della sala elettrolisi, inteso come unico reparto davvero utile alla produzione di alluminio primario. Invece le lavorazioni effettuate sono servite a rimettere in marcia la fonderia, reparto utile a produrre attraverso le sole rifusioni. Reparto di fonderia fondamentale per la Sider Alloys, per giustificare le spese affrontate sino ad ora, in particolare per i lavori affidati alle aziende appaltanti, che hanno svolto gran parte delle lavorazioni senza essere pagate per gran parte dei lavori svolti e che in conseguenze dei pagamenti non ottenuti, si apprestano ad avanzare ingiunzioni di pagamento per diversi milioni €. Non soddisfatta, la proprietà, ha azzardato smantellamenti non previsti, che hanno consentito introiti per la vendita di tonnellate di ferro e attraverso la rifusione dell’alluminio presente in stabilimento, in particolare in molte delle vasche elettrolitiche. Queste ultime, dovevano essere preservate per il rilancio dello smelter e invece, sono andate distrutte per estrarre il letto di alluminio presente; azzardi che rischiano di compromettere il futuro del fondamentale reparto. Di fronte a questo scempio che si sta attuando, oggi comprendiamo il diniego a far visitare lo stabilimento per poter verificare le condizioni dello stesso, nonostante le continue richieste. Mentre vorremmo al più presto ottenere dei lumi, su cosa sono servite le visite e i controlli effettuati da Invitalia, per ultimo nell’agosto del 2024. A queste gravi motivazioni si sono aggiunte i mancati pagamenti degli stipendi dei propri dipendenti e al rischio di licenziamento dei dipendenti della mensa; insolvenze che hanno portato a questi ultimi due giorni di mobilitazione ai cancelli davanti alla fabbrica (7-8 /01/2025), motivo per cui FIOM, FSM, UILM e CUB territoriali, dichiarano inaffidabile la Sider Alloys per le cose brevemente soprascritte e chiedono un immediato tavolo di confronto al MIMIT, per comprendere una volta per tutte le reali prospettive di rilancio dello stabilimento, che a questo punto, non possono in alcun modo riproposte con l’attuale proprietà. Così come risulta per le scriventi ingiustificata l’ulteriore richiesta di finanziamenti a garanzia SACE, di 200 milioni di €. Vista la complessità della situazione e la gravità della conduzione nella gestione della SiderAlloys e lo sperpero delle risorse pubbliche affidatele, vista l’incertezza in cui si trovano i dipendenti e coloro cha attualmente sono in mobilità in attesa di rioccupazione, le OO.SS. territoriali, in considerazione delle diverse richieste di incontro avanzate dalle segreterie nazionali (ultima datata 9/01/2025), alle quali non si è ottenuto il dovuto riscontro, sono pronte a ulteriori iniziative di protesta e in assenza di imminente convocazione, si apprestano ad organizzare una manifestazione al MIMIT per la prossima settimana al fine di superare l’attuale situazione di stallo, oramai insostenibile.
Segreterie territoriali FIOM, FSM, UILM e CUB Sardegna Sud Occidentale e Sulcis Iglesiente
Carla Cocco, Andrea De Luca, Sandro Dessì… un trio delicato, armonioso, fluido che venerdì 3 gennaio al Teatro Centrale di Carbonia ha deliziato il pubblico presente in sala.
“Il dono di Natale”, di Grazia Deledda è una novella che narra di antiche tradizioni sarde. La trama si snoda tra sentimenti e stati d’animo che compaiono come per magia nelle giornate delle feste tipiche del periodo natalizio quando in casa regnano la serenità, l’attesa e la condivisione.
Un racconto che in un primo momento sembra coinvolgere solo i bambini, ma subito dopo “acchiappa” quel bambino che si nasconde dentro ognuno di noi. Grazia racconta di un luogo fatato: un villaggio sepolto dalla neve, in una Sardegna pastorale come in una storia senza tempo. «E’ la vigilia di Natale, a casa di due famiglie umili si attende l’arrivo di un dono misterioso che darà gioia a tutti.»
Lo stesso dono che tutti vorrebbero ricevere!
Parole, musiche e voce narrante riportano in vita l’autrice quasi al punto di vederla mentre sfoglia la sua vita tra le strade di Nuoro.
Un’interpretazione, quella vista a teatro venerdì scorso, che evoca sapori antichi, nostalgia di tempi lontani.
Nadia Pische
A distanza di 24 ore dalla richiesta arrivata ieri dall’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani, al termine dell’incontro con le organizzazioni sindacali tenuto in assessorato, oggi il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha convocato per il 17 gennaio 2024, alle ore 12.00, a Palazzo Piacentini, una riunione con la Regione Sardegna dedicata alle grandi vertenze del polo industriale di Portovesme: Portovesme srl, Eurallumina e Sider Alloys. Ieri mattina, nel corso dell’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori della Sider Alloys, le organizzazioni sindacali avevano sollecitato alla Regione, in presenza dell’assessore dell’Industria Emanuele Cani, un intervento forte per sbloccare la vertenza Sider Alloys e, come sollecitato dalle organizzazioni sindacali e dalle istituzioni locali, il ministro – presente alla Portovesme srl con la ministra del Lavoro Marina Calderone e la sottosegretaria del Mimit Fausta Bergamotto, ha deciso di affrontare nella loro globalità le crisi delle tre grandi aziende del polo industriale.
L’Iglesias inizia il girone di ritorno (3 a 1 al San Teodoro Porto Rotondo) come aveva terminato quello d’andata (2 a 0 al Ghilarza). Scesa in campo con un organico molto corto, con 16 calciatori in distinta (dopo le numerose partenze, gli arrivi di Alessandro Restivo, ex Bari Sardo, ed Alessandro Fenu, ex Cortoghiana, e l’infortunio di Mattia Pitzalis), la squadra di Giampaolo Murru s’è imposta con relativa facilità sulla squadra di Pasquale Malu, realizzando tre goal e sciupandone un’altra mezza dozzina in maniera in alcuni casi clamorosa.
L’Iglesias ha iniziato a collezionare occasioni da goal all’8′, con Samuele Mastropietro (alla prima dall’inizio), con una conclusione entro l’area piccola troppo centrale e facile preda del portiere gallurese. Occasione ancora più clamorosa per lo stesso ex Carbonia al 20′, su splendido assist di capitan Gianluigi Illario, che non ha trovato l’angolazione necessaria per superare il portiere.
Terza occasione rossoblù al 32′, questa volta con Nicolas Capellino, su assist “al bacio” di Fabricio Alvarenga da destra, ma a due passi dalla linea di porta l’attaccante argentino non è riuscito a finalizzare.
Di lì a poco l’Iglesias ha sbloccato il risultato, con un calcio di rigore trasformato alla perfezione da Fabricio Alvarenga.
Le squadre sono andate al riposo con l’Iglesias avanti di un solo goal, e il San Teodoro Porto Rotondo assente in fase conclusiva.
All’inizio del secondo tempo la fisionomia della partita non è cambiata e al 58′ l’Iglesias ha realizzato il secondo goal. Calcio di punizione sulla fascia sinistra, alla battuta s’è portato Santiago Brailly che con un tiro “velenoso” ha sorpreso la difesa del San Teodoro Porto Rotondo e s’è infilato all0’angolino basso alla sinistra del portiere.
L’Iglesias ha continuato ad attaccare e a collezionare occasioni, prima con Nicolas Capellino, il cui colpo di testa ha spedito il pallone un palmo oltre la traversa a portiere battuto, e poi con Gianluigi Illario che s’è presentato in piena area in posizione centrale, ma non ha angolato abbastanza e ha consentito al portiere la deviazione in calcio d’angolo.
Il San Teodoro Porto Rotondo non ha reagito e ha finito con il subire il terzo goal, autore il difensore Sasha Giorgetti, puntuale alla deviazione di testa in tutto, su un pallone filtrante in area da destra.
All’84’ il San Teodoro Porto Rotondo è riuscito a sorprendere la difesa dell’Iglesias, andando in goal con Alessio Mulas, e ha cercato di riaprire la partita ma la difesa dell’Iglesias, fino al 90′ e nei minuti di recupero non ha rischiato più niente.
L’Iglesias sale a quota 25 punti, distanziando la Nuorese battuta a Tempio e isolandosi così al sesto posto, sempre a quattro lunghezze dal Calangianus, corsaro ad Alghero. Il San Teodoro Porto Rotondo, battuto per la seconda volta dall’Iglesias in stagione, resta fermo a quota 15 punti, un solo punto sopra la quota playout.
Domenica prossima l’Iglesias giocherà sul campo del Monastir che ieri a Gavoi con il Taloro ha perso 2 a 0 lasciando per strada imbattibilità e primato a vantaggio del Budoni che ha travolto 6 a 1 il Carbonia; il San Teodoro giocherà in casa con la Ferrini, battuta in casa dall’Ossese e ora in coda alla classifica, dove è stata raggiunta dal Bari Sardo, impostosi sul campo del Li Punti.
Giampaolo Cirronis
«Sider Alloys via!!! Adesso basta!! Urso convochi! Invitalia complice!!!» E’ il durissimo messaggio che ha accolto all’alba i partecipanti all’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori organizzata dalle segreterie FIOM CGIL, FSM CISL e UILM UIL davanti ai cancelli dello stabilimento della Sider Alloys, a Portoscuso, dopo gli negativi sviluppi dell’infinita vertenza. Presenti, sotto la pioggia che è caduta abbondante a tratti, l’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani, i consiglieri regionali di Sinistra Futura Luca Pizzuto e di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu, alcuni sindaci del Comuni del Sulcis guidati dal primo cittadino di Portoscuso Ignazio Atzori, don Antonio Mura, responsabile della Pastorale Sociale e Lavoro della Diocesi di Iglesias e parrocco delle chiese di Portoscuso e Paringianu. Al termine dell’assemblea una delegazione delle organizzazioni sindacali s’è recata a Cagliari, per l’incontro organizzato dall’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani.
Allegati l’intervento di Emanuele Cani registrato nel corso dell’assemblea, e le interviste con i segretari di FIOM CGIL, FSM CISL e UILM UIL, Roberto Forresu, Giuseppe Masala e Renato Tocco.