25 December, 2025

«Le comunità energetiche sono strumenti innovativi che possono portare grandi benefici alle comunità locali che le sviluppano.»

Lo scrive, in una nota, Michele Ennas, consigliere regionale della Lega.

«Per sensibilizzare maggiormente sul tema le amministrazioni locali, che sono chiamate a svolgere un ruolo attivo per il contrasto dei cambiamenti climatici, il dipartimento nazionale Energia della Lega, guidato dal senatore Paolo Arrigoni, ha presentato ieri una proposta di mozione-tipo al fine di condividere nei consigli comunali la necessità di favorire interventi di promozione e sviluppo dell’autoconsumo collettivo di energia rinnovabile e delle comunità energetiche rinnovabili aggiunge Michele Ennas -. Una tematica, questa, che coinvolge da vicino l’intera isola ed assume particolare rilevanza per il territorio del Sulcis Iglesiente che si confronta con la delicata e fondamentale questione della transizione energetica. In tal senso è necessario che nella proposta del Just Transition Fund si prevedano misure finanziarie dedicate allo strumento delle comunità energetiche che mirano alla decarbonizzazione delle comunità locali puntando sull’autosufficienza energetica. Benefici ambientali ma anche diversificazione economica perché lo strumento porterà alla nascita di nuove figure professionali e alla riqualificazione professionale di altre figure tecniche.»

«Lo scopo principale della mozione-tipo è quello di coinvolgere sempre di più i comuni, l’istituzione da sempre più vicina ai territori, con i quali vi è da sempre un costante confronto e proficua collaborazione conclude il consigliere regionale della Lega -, nei progetti che consentirebbero alle comunità locali di godere di un ruolo attivo nella produzione di energia, con notevoli benefici economico-sociali per cittadini e imprese.»

Anche il comune di Masainas ha celebrato la giornata della Terra 2021. La ricorrenza è stata celebrata nella Scuola Primaria di Masainas dell’Istituto Guglielmo Marconi dove le bambine e i bambini, insieme alle loro insegnanti Antonella Vadilonga, Cinzia D’Onofrio, Giorgia Rosas e Liliana Spada coadiuvate dal collaboratore scolastico Anselmo Cara hanno voluto ricordare l’importante ricorrenza, giunta alla sua 51ª edizione, con un gesto concreto.
Sono stati messi a dimora degli ulivi nel cortile della scuola. All’evento ha partecipato anche del sindaco Ivo Melis e delle assessore Lobina e Portas.
Antonio Caria

Sono 328 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 4.271 test eseguiti (7,68%). Salgono a 52.644 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.157.324 tamponi.
Si registrano 7 nuovi decessi (1.337 in tutto). Invariato (375) il numero delle persone attualmente ricoverate in ospedale in reparti non intensivi, 53 (-2) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 17.447 e i guariti sono complessivamente 33.423 (+389) mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 9.
Sul territorio, dei 52.644 casi positivi complessivamente accertati, 13.653 (+101) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 7.970 (+52) nel Sud Sardegna, 4.601 (+27) a Oristano, 10.346 (+47) a Nuoro, 16.074 (+101) a Sassari.

A Cagliari e nel Sud Sardegna le pensioni del mese di maggio verranno accreditate a partire da lunedì 26 aprile per i titolari di un Libretto di Risparmio, di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. I titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno prelevare i contanti dai 103 ATM Postamat disponibili nel territorio, senza bisogno di recarsi allo sportello.

In considerazione del perdurare dell’emergenza sanitaria, l’Azienda ricorda l’esigenza di agire con responsabilità nel rispetto delle indicazioni delle autorità.

In tal senso, la volontà di continuare a garantire un servizio essenziale per la vita del nostro Paese, coniugata con la necessità di tutelare la salute di clienti e dipendenti, impone l’adozione di provvedimenti rispondenti alle disposizioni normative attualmente in vigore.

Pertanto, coloro che non possono evitare di ritirare la pensione in contanti in un Ufficio postale, dovranno presentarsi agli sportelli rispettando la turnazione alfabetica prevista dal seguente calendario che potrà variare a seconda del numero di giorni di apertura dell’ufficio postale di riferimento:

I cognomi                  

dalla A alla C lunedì 26 aprile

dalla D alla G martedì 27 aprile

dalla H alla M mercoledì 28 aprile

dalla N alla R giovedì 29 aprile

dalla S alla Z venerdì 30 aprile.

Per gli uffici postali aperti 3 giorni     

I cognomi                  

dalla A alla D il primo giorno

dalla E alla O il secondo giorno

dalla P alla Z il terzo giorno

 Poste Italiane ricorda che i cittadini di età pari o superiore a 75 anni che percepiscono prestazioni previdenziali presso gli uffici postali, che riscuotono normalmente la pensione in contanti e che non hanno già delegato altri soggetti al ritiro della pensione, possono chiedere di ricevere gratuitamente le somme in denaro presso il loro domicilio, delegando al ritiro i carabinieri.

Poste Italiane comunica inoltre che in 54 uffici postali delle due province è possibile prenotare il proprio turno allo sportello tramite WhatsApp. Richiedere il ticket elettronico con questa modalità è molto semplice: basterà memorizzare sul proprio smartphone il numero 3715003715 e seguire le indicazioni utili a conseguire la prenotazione del ticket. Per gli uffici abilitati alla prenotazione su WhatsApp, è stata riattivata anche la possibilità di prenotare il proprio turno allo sportello da remoto direttamente da smartphone e tablet utilizzando l’app “Ufficio Postale” oppure da pc collegandosi al sito poste.it, senza la necessità di registrarsi.

Per conoscere gli uffici abilitati alla prenotazione del ticket da remoto e per ulteriori informazioni, è possibile consultare il sito www.poste.it o contattare il numero verde 800 00 33 22.

Il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, con ordinanza n. 39 del 21.04.2021, tenuto conto dell’evolversi della situazione sanitaria, dopo le interlocuzioni con gli Istituti scolastici e con la Sanità territoriale, ha disposto la chiusura, in via precauzionale ed eccezionale, fino al 1° maggio, della Scuola Media sita in via Isonzo n. 1.
Inoltre, con ordinanza n. 41 del 22.04.2021, il Sindaco, per le stesse motivazioni, dispone la chiusura precauzionale ed eccezionale dal 22 aprile al 2 maggio della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria “G. Deledda”, plesso Regione Palmari, facenti parte dell’Istituto Comprensivo Pietro Allori.
Le ordinanze sono disponibili e consultabili nel sito internet istituzionale del comune di Iglesias.

Il sindaco di Nuxis, Piero Andrea Deias, ha firmato l’ordinanza con la quale dispone la riapertura delle Scuole Infanzia e Primaria.

Considerato il venir meno dei presupposti che avevano portato alla chiusura, in via temporanea e precauzionale, delle due scuole, Piero Andrea Deias ha ordinato la revoca immediata dell’ordinanza n. 6 del 16/04/2021 che imponeva ha chiusura e la conseguente riapertura dei locali della Scuola dell’Infanzia e della scuola Primaria di Nuxis, a partire da domani 23/04/2021.

Mentre anche nel Sulcis Iglesiente, finalmente, parte la vaccinazione contro il coronavirus per le persone di età compresa tra i i 70 e i 79. Una campagna vaccinale che interesserà anche gli ultraottantenni che non hanno avuto modo di vaccinarsi nella prima fase, così come le persone fragili, gli abitanti di Carloforte dovranno spostarsi negli Hub vaccinali di Carbonia, Iglesias e San Giovanni Suergiu. Un disagio sia in termini chilometrici che economici. 

Per questo la consigliera regionale e segretaria della Commissione Sanità e Politiche sociali, Carla Cuccu, chiede alla regione di inviare un’equipe di medici e infermieri per effettuare le vaccinazioni direttamente in loco. «È fondamentale che la Regione, in modo particolare l’assessorato alla Sanità, e gli altri organi sanitari che si stanno occupando della campagna di vaccinazione ha detto Carla Cuccusi attivino in maniera celere per allestire un hub vaccinale direttamente a Carloforte e somministrare le dosi di vaccino direttamente in sede, evitando lunghi spostamenti e la conseguente spesa economica.»

Per Carla Cuccu serve buon senso. «Così come è stato fatto in altre parti della Sardegna ha concluso Carla Cuccu -, auspico che anche in questa situazione si decida di venire incontro alle esigenze tanti cittadini di Carloforte che aspettano, da tempo, la vaccinazione.»

I cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge e di fronte al Covid-19. Questo è quanto ci è stato insegnato da sempre per quanto riguarda la legge, da quando è esplosa la pandemia per quanto riguarda il Covid-19. La diretta conseguenza di questa “constatazione” è che la distribuzione dei vaccini nelle regioni e nelle province dovrebbe  osservare di un rigido calcolo matematico, per il rispetto di un’equità assoluta.

Ma cerchiamo di capire, attraverso l’analisi numerica tratta da dati ufficiali, pubblicati dal Governo, se effettivamente, la distribuzione e l’inoculazione dei vaccini sta procedendo nel rispetto dell’equità.

Alla Sardegna, con una popolazione di 1.599.905 abitanti, a fronte di una popolazione del Paese Italia di 59.257.566 abitanti, spettano il 2,67% dei vaccini. Questa percentuale finora è stata sostanzialmente rispettata, considerato che fino a ieri, 20 aprile 2020, prima degli arrivi di consistenti quantità di vaccini avvenuto oggi, alle regioni italiane erano state consegnate complessivamente, 17.752.110 dosi di vaccino, e alla Sardegna ne erano state destinate 461.910, il 2,6% (oggi sono state consegnate circa altre 60.000 dosi). Fin qui, l’equità nella distribuzione è stata sostanzialmente rispettata.

I conti che non tornano, purtroppo, sono quelli della consegna e dell’inoculazione delle dosi di vaccino, tra le province della Sardegna. Il Sulcis Iglesiente, con i suoi 136.345 abitanti, ha l’8,52% della popolazione della Sardegna, che come già sottolineato prima, è pari a 1.599.905 abitanti, ma ad oggi non ha avuto una percentuale di inoculazioni pari a quella della sua popolazione, ferma a poco più del 50% di quanto gli spetta, con poco più di 18.000 inoculazioni (tra prima e seconda dose), a fronte delle 34.893 che avrebbe dovuto avere, pari all’8,52% delle 409.540 inoculate complessivamente in Sardegna.

A sollevare il caso, questa sera, è Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco.

«E’ una situazione inaccettabileha detto Ignazio Loccichiediamo un trattamento identico a quello degli altri territori, perché davanti ad un’emergenza come quella che stiamo vivendo, i sardi sono tutti uguali e tutti hanno il diritto a ricevere il vaccino quanto prima possibile. Domani mattina chiederò spiegazioni sia all’assessore della Sanità Mario Nieddu, sia al commissario dell’ATS Massimo Temussi, perché venga posto rimedio a questa situazione.»

Al Sulcis Iglesiente le cose non vanno meglio con la campagna di screening “Sardi e sicuri” promossa dalla Regione per il contrasto alla diffusione del virus, che finora ha toccato 213 dei 377 Comuni sardi, con l’esecuzione di oltre 300.000 test antigenici. La campagna non ha ancora raggiunto i 23 Comuni del Sulcis Iglesiente.

«C’era stato detto che il nostro territorio sarebbe stato raggiunto nel mese di aprileha concluso Ignazio Loccima ad oggi non abbiamo ancora avuto alcuna comunicazione al riguardo.»

Giampaolo Cirronis

 

Ormai è evidente: questo virus cambierà gli umani e lo farà col metodo della “selezione naturale”.
Charles Darwin scrisse, nell’anno 1859, nel libro “L’origine delle specie”, che la Natura seleziona, per la sopravvivenza, gli individui più “adatti”. Non scrisse “più forti”, “più ricchi”, o “più intelligenti”. Scrisse proprio “i più adatti”.
Ora questo virus sta selezionando gli umani che più si “adattano” al rispetto delle regole del “distanziamento sociale” .
Ci sono molti motivi per prendere sul serio Charles Darwin, e sono questi:

1) I vaccini non sono sufficienti a fermare la circolazione del coronavirus. Pertanto, esso resterà con noi molti anni ancora.

2) Il vaccino che fece sparire il Vaiolo dalla faccia della terra dava un’immunità perenne. Questo per 6-8 mesi soltanto.

3) Ne consegue che fra 6-8 mesi tutti coloro che sono stati già vaccinati ad Aprile 2021 perderanno l’immunità ad ottobre 2021. Ad Ottobre tutti i vaccinati di oggi dovranno nuovamente mettersi in fila per essere vaccinati di nuovo.

4) Se si considera che, fino ad oggi, in Italia sono state vaccinate 10 milioni di persone, e che ne rimangono ancora 50 milioni (o 40 se si escludono i bambini gli allergici ed i negazionisti), ci vorranno, alla velocità attuale, altri 10-12 mesi per vaccinare tutti.

5) I soggetti già vaccinati oggi, fra 6 mesi non saranno più protetti dal vaccino fatto ad aprile, pertanto ad ottobre (fra 6 mesi) ci saranno da vaccinare sia i 20 milioni non ancora vaccinati, sia i 10 milioni già vaccinati ad Aprile ma con effetti di immunizzazione scaduti. Cioè 30 milioni.

6) Lo stesso ragionamento si può applicare ogni 6 mesi per gli anni successivi. Cioè saremo in una campagna vaccinale continua che durerà parecchio.

Si sta realizzando il paradosso del filosofo Zenone, che visse nel V secolo avanti Cristo. Egli propose un calcolo matematico sul “moto”. In esso dimostrava che in una gara di velocità fra Achille “piè veloce” ed una tartaruga, Achille non riuscirà mai a raggiungere la tartaruga. Se Achille inizierà la corsa dopo che una tartaruga sarà partita dal punto A ed avrà raggiunto il punto B, Achille per raggiungerla impiegherà un tempo X1. Ma nel frattempo la tartaruga avrà raggiunto il punto C. Achille per raggiungere il punto C impiegherà un tempo X2. Ma in quel frattempo la tartaruga avrà raggiunto il punto D. Achille, per raggiungere la tartaruga nel punto D impiegherà un tempo X3. Ma in quel frattempo la tartaruga raggiungerà il punto E, e sarà ancora in anticipo su Achille. Procedendo così all’infinito, in questo ragionamento logico-matematico, Achille non raggiungerà mai la tartaruga, perché la tartaruga avrà sempre un tempo di vantaggio su Achille della durata di tempo Xn a suo vantaggio. Il paradosso di Zenone è diventato la metafora della nostra attuale gara di velocità per fermare il coronavirus con le campagne vaccinali subentranti.
Anche Albert Einstein si cimentò per risolvere quell’ipotesi matematica ed ebbe difficoltà.
Se fosse vero il paradosso di Zenone saremmo messi veramente male, e dovremmo trovare un’altra via di scampo.
Colui che ha capito più di tutti il paradosso di Zenone è il premier britannico Boris Johnson. In Europa è il premier che ha avviato la campagna vaccinale più efficace, e sta riaprendo al pubblico tutti gli esercizi di commercio umano in cui è inevitabile l’assembramento. Eppure, nonostante il suo chiaro successo con le vaccinazioni, alcuni giorni fa ha tenuto un discorso alla Nazione, proclamando l’inutilità della vaccinazione di massa qualora non si rispettino, per molti mesi ancora, e forse per anni, le regole del “distanziamento” e l’uso della “mascherina”. Così ha riportato tutti al realismo, facendo crollare l’illusione di una facile fine della pandemia.

La via del “distanziamento sociale” riprende vigore. Prima che esistessero i vaccini, le regole del distanziamento sociale erano l’unica arma efficace contro le varie pesti che si sono succedute nei secoli.
Uno studioso dell’Università norvegese di Oslo, il professor Ole Jorgen Benedictow, alcuni mesi fa, quindi prima di Boris Johnson, ha sostenuto lo stesso ragionamento dopo aver letto un vecchio libro. Egli aveva scovato, nella Biblioteca Nazionale di Parigi, un antico testo scritto da un medico calabrese: Quinto Tiberio Angelerio. Costui aveva avuto l’ esperienza della Peste in Sicilia del 1575 e, seguendo la teoria “miasmatica” di Galeno (II secolo d.C.) e la teoria del “contagionismo” di Girolamo Fracastoro (XV secolo d.C.), attenuò e sconfisse la Peste di Alghero del 1582. Poi pubblicò i risultati di quella sua esperienza in un manuale stampato a Cagliari nel 1588: “Ectypa pestilensis status Algheriae Sardiniae”. Di questo manuale destinato ai Medici, per informarli sul come si gestisce una epidemia, ne esiste una sola preziosissima copia a Parigi. Prima che lo si rendesse noto in Italia, il libro di Quinto Tiberio Angelerio venne presentato al pubblico inglese dalla rete televisiva BBC, ed ebbe grande risonanza. Forse lo stesso Boris Johnson ne ha tratto ispirazione.
Mentre assistiamo alla gara fra Nazioni per accaparrarsi le dosi di vaccino, vale la pena raccontare la storia di quel medico di Alghero che, non avendo a disposizione i vaccini, utilizzò altri metodi di controllo dell’epidemia basati sul corretto comportamento sociale.
Alghero si sarebbe spopolata a causa dell’alta mortalità ed il suo Governo decise di assumere il dottore Angelerio per liberare la popolazione dalla peste. Angelerio era un medico scrupoloso ed appassionato e, sopratutto, non temeva di morire. Egli, con i poteri della Magistratura di Sanità emise delle ordinanze piuttosto rigide. Fra queste le più importanti imponevano:
– il divieto di stringersi la mano nel salutarsi;
– divieto di assembramento anche a piccoli gruppi;
– divieto di avvicinare un’altra persona a meno di 6 palmi (1 metro e mezzo);
– vietato uscire di casa;
– consentito ad un solo membro della famiglia l’uscita per fare la spesa;
– sconsigliata vivamente la partecipazione a funzioni religiose.
In sostanza vi erano l’obbligo di isolamento ed il divieto di assembramento. Questo irritò i commercianti ed imprenditori locali, i quali avevano capito quali danni ne avrebbero avuto gli affari. Nacque un movimento di opposizione che culminò in un tentativo di assassinio del medico. Tuttavia, il dottor Quinto Tiberio Angelerio non si impressionò e continuò nella sua opera di “mitigazione” dell’epidemia, fino a spegnerla dopo 8 mesi di Lockdown serrato. Il governo della città lo remunerò con una somma enorme: 100 scudi d’oro. In quell’epidemia perse la vita il 60 per cento della popolazione. L’azione di Angelerio fu così efficace che la peste fu circoscritta alla città di Alghero e non si diffuse ai borghi vicini e neppure alla città di Sassari. Per ottenere quello straordinario risultato, impiegò la forza pubblica per l’osservanza delle ordinanze e dedicò tutto se stesso alla cura dei malati. Fondò un ospedale nel quale ricoverava i pazienti sintomatici e predispose un Lazzaretto per ospitarvi i cittadini sani messi in quarantena. Nel 1588 pubblicò in un manuale le sue memorie ed i suoi metodi di contenimento dell’epidemia. Il libro andò a ruba in tutta Europa. La fama del dottore fu tale che venne poi assunto dalla città di Barcellona per contrastare una sua epidemia di Peste. Successivamente, venne assunto dall’imperatore Filippo II per liberare Madrid dalla Peste. Questo medico appassionato visse a contatto diretto con gli appestati e non contrasse mai la malattia. Morì vecchissimo, a 85 anni, nella città di Napoli. Le regole di distanziamento e di igiene applicate in modo sistematico ad Alghero, furono una lezione per tutto il mondo di allora.
Quando in Italia si promulgò il primo DPCM nel febbraio 2020 non si fece altro che ripetere pedissequamente le ordinanze della città di Alghero scritte da Angelerio.
Oggi, anno 2021, la Scienza ha fatto passi da gigante. Eppure, se non avessimo avuto i vaccini così tempestivamente, ci saremmo trovati nel punto in cui si trovò Angelerio nel 1582 ad Alghero, e le sue regole ci avrebbero salvato.
Boris Johnson, che è un tipo un po’ avventuroso in politica ma un cervello fino ed una mente formata alla cultura classica, ha colto nel segno quando, ha proclamato al popolo inglese «non aspettatevi che l’epidemia sia finita col vaccino. Mantenete ancora un comportamento prudente, scrupoloso delle regole del distanziamento».
Cosa ha percepito Boris Johnson prima degli altri? Forse ha temuto l’arbitrio ed i ritardi delle multinazionali del farmaco nella distribuzione dei vaccini. Colui che ha avuto la stessa percezione di incertezza è stato Mario Draghi. Davanti ad una Multinazionale che in modo unilaterale ha ridotto del 60 per cento la consegna delle dosi di vaccino pattuite, è stato il primo in Europa ad opporsi alla arbitrarietà della controparte contrattuale. Il suo divieto di esportare in Australia le 240.000 dosi di vaccino conservate nei depositi di Anagni, in Lazio, è stato un gesto risoluto che ha indotto il presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, a modificare il suo atteggiamento nei confronti della multinazionale inadempiente.
Il Coronavirus ha messo in evidenza il problema dei rapporti squilibrati fra la sovranità degli Stati ed il sovranismo delle multinazionali. E’ un problema che sta affrontando anche il presidente americano Joe Biden con le multinazionali della comunicazione multimediale via Internet. Sta affrontando il difficile problema di imporre un’equa tassazione internazionale dei gruppi Web e digital marketing fondati da Bèzos (Amazon), Google, You tube, Face Book et similia. Egli sta agendo per eliminare i paradisi fiscali e sottrarre le popolazioni al commercio arbitrario delle informazioni soggetta alla privacy digitale personale. E’ un problema la cui soluzione sarà difficile. Un problema simile di indipendenza sovrana dai controlli degli Stati sta emergendo questi giorni dalle multinazionali dello sport agonistico teletrasmesso digitalmente. In fenomeno delle Super League del calcio è sintomatico. Anche in questo caso, i primi ad opporsi sono stati Boris Johnson e Mario Draghi. Oggi tutti i capi di Stato europei si stanno precipitando a condannare questa nuova entità sovrana che assumerebbe l’esclusiva del grande calcio ed estrometterebbe dalla competizione sportiva, democratica e internazionale, i club nazionali identitari.
Vedremo come andrà a finire.
Mario Draghi, intanto, è oggi impegnato in un altro scontro di simile natura: quello contro il sovranismo dei Big Pharma dei vaccini. L’arbitrarietà con cui certe Aziende hanno deciso di tagliare le forniture pattuite con la Comunità europea, ci ha resi tutti consapevoli che i vaccini, ancorché scoperti in breve tempo da scienziati di tutte le Nazioni, non sono proprietà esclusiva delle Nazioni, ma sono proprietà esclusiva della grande industria del farmaco, e che questa può disporre unilateralmente i tempi ed i modi di distribuirli. L’arbitrarietà nella distribuzione dei vaccini, mette allo scoperto la nostra impotenza davanti all’epidemia e ci rende simili agli abitanti di Alghero che, come unica arma di difesa, avevano le regole comportamentali di Quinto Tiberio Angelerio. Quindi è bene riprendere in mano quelle regole e rispettarle.
In quei tempi, il governo della città, oltre a chiamare in soccorso il protomedico calabrese chiamò anche un altro Protomedico: il dottore Antioco di Sulci, medico, martire e santo. Di questo che sto affermando esiste un documento. Si tratta di un affresco del 1582 che raffigura il Santo Antioco che, in groppa ad un cavallo, viaggia alla volta di Alghero per salvarla. In quei tempi Sant’Antioco era il “Farmakon” più titolato in Sardegna in funzione anti-peste. Questo avveniva quando in tutta Europa, in caso di epidemie, si imploravano i Santi Cosma e Damiano, San Rocco, San Sebastiano, San Giovanni di Dio. In Sardegna nel XVII secolo intervennero altri Santi. Nel quinquennio 1652-1657 la Sardegna venne attraversata dalla Peste portata dalle navi commerciali provenienti dalla Catalogna appestata, ed approdate ad Alghero. Il morbo si diffuse a Sassari, Oristano, Villa di Chiesa, Cagliari. Da qui poi, sempre via mare, a Roma, Napoli, Palermo, Genova. Fu allora che a Cagliari prese vigore il culto per Sant’Efisio. Fu Efisio a decretare la fine della peste a Cagliari nel 1657 ed in memoria di questo miracolo da allora viene festeggiato il primo Maggio di ogni anno.
Secondo la tradizione Sassari, durante quella Peste, venne salvata dalla “Madonna Assunta” e la Faradda de li Candareri si svolge ogni anno in memoria di quell’intervento miracoloso.
Ad Iglesias tutti gli anni si svolge la festa di Sancta Maria di Mezo Gosto; anche questa in memoria della Vergine Assunta. Si tratta di una festa portata in Sardegna dai Bizantini nell’anno 535. Si interruppe misteriosamente nel XVII secolo, forse a causa della pestilenza che martoriò la città nel 1656.
Il culto de santi in funzione “anti-epidemia” riprende sempre vigore quando non hai più difese dal contagio. Da questo punto di vista, il manuale algherese di Quinto Tiberio Angelerio fu anch’esso un miracolo, anche se laico. Fu il primo scritto che mise ordine alle regole comportamentali del distanziamento sociale e fu assolutamente efficace.
Oggi sta emergendo un sentimento di incertezza alimentato dal ritmo alterno delle vaccinazioni, condizionato da temporanee ed insufficienti forniture da parte delle aziende dei vaccini. Tuttavia, stiamo ricevendo notizia di un fatto nuovo e rivoluzionario. Pare che il presidente del Consiglio Mario Draghi abbia rotto l’incantesimo del dominio sovranazionale dei Big Pharma. Si dice che l’Italia sia ad un passo dall’impiantare la fabbrica di un vaccino mRNA che darebbe all’Europa intera l’autonomia strategica nella produzione di questo genere di vaccino. Esisterebbe l’accordo fra il Governo italiano, l’americana Moderna, la tedesca Curevac e Reithera di Castel Franco, nel Lazio, per produrre, nei laboratori della azienda Reithera, il vaccino a RNA “messaggero” di Moderna, o uno simile. Qualora MariovDraghi con questa operazione riuscisse a svincolare l’Europa dall’arbitrarietà di certe multinazionali dei vaccini anti-coronavirus, avrebbe meriti tali da essere ricordato nei testi futuri di Storia della Medicina.

Mario Marroccu

Sono 303 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, 3.462 i test eseguiti (8,75%). Salgono a 52.316 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.153.053 tamponi.
Si registrano 9 nuovi decessi (1.330 in tutto). Sono 375 (-2) persone attualmente ricoverate in ospedale in reparti non intensivi, 55 (-3) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 17.514 e i guariti sono complessivamente 33.034 (+325) mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 8.
Sul territorio, dei 52.316 casi positivi complessivamente accertati, 13.552 (+53) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 7.918 (+54) nel Sud Sardegna, 4.574 (+40) a Oristano, 10.299 (+50) a Nuoro, 15.973 (+106) a Sassari.