24 December, 2025

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Il 1° agosto, a Iglesias, al via la quarta edizione de “I Tramonti di Porto Flavia”, la rassegna dedicata alla musica di qualità organizzata in uno dei più suggestivi scorci della costa sud occidentale della Sardegna.

Due appuntamenti davanti allo scenario mozzafiato della miniera di Porto Flavia, nel Sulcis Iglesiente, dove mare e terra s’incontrano.

Tramonti di Porto Flavia, rassegna organizzata dall’associazione Anton Stadler, è l’anteprima del XXII Festival di musica da camera in programma in autunno a Iglesias.

Dietro la direzione artistica del compositore e bandoneonista Fabio Furìa, la manifestazione quest’anno propone due concerti (l’e il 22 agosto) organizzati nel rispetto di tutte le normative di sicurezza imposte per il contenimento del Covid-19.

Il primo appuntamento, sabato 1° agosto alle 20,30, è con Enfant prodige, una serata che vedrà sul palco il giovanissimo virtuoso dell’oboe Carlo Cesaraccio (già vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali) accompagnato dall’ensemble Ellipsis, composto da Alessandro Puggioni ed Alessio Manca, al violino, Gioele Lumbau, alla viola, Francesco Abis, al violoncello.

La serata proporrà un repertorio raffinato e coinvolgente che ruota attorno alle sonorità dell’oboe per offrire un appassionante viaggio nel tempo capace di condurre l’immaginazione dell’ascoltatore tra i nobili di corte nei sontuosi palazzi settecenteschi.

Las lagrimas de amor y popular anime è invece il concerto in programma sabato 22 agosto (sempre alle 20,30) quando protagonista sarà il duo di caratura internazionale formato dal soprano Veronica Granatiero e dal chitarrista Luciano Pompilio. Brani da Almeida a Verdi, da Rossini a Giuliani, per ripercorrere il linguaggio universale dell’amore, della passione, dell’amicizia e della saggezza popolare, declinato nei secoli e negli stili, dal Barocco al belcanto, dalla samba al verismo.

I tramonti di Porto Flavia non è solo musica: in collaborazione con il Consorzio turistico dell’Iglesiente, nei giorni dei concerti l’area in cui sono state scritte importanti pagine della storia mineraria in Sardegna sarà visitabile a un prezzo speciale riservato al pubblico della rassegna (per prenotazioni tel. 0781 274507 o 348 317 8065).

Per assistere ai concerti è necessaria la prenotazione che può essere fatta scrivendo una mail all’indirizzo

infoantonstadler@gmail.com o chiamando al numero 342 580 5156.

 

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«Nessun attacco ideologico, ma osservazioni sul merito dei problemi che da troppo tempo condizionano l’operato di produttori primari e della trasformazione nell’agricoltura sarda: ortofrutta, lattiero-caseario, cerealicoltura, vitivinicolo, pesca, burocrazia, nuova PAC e pagamenti delle domande arretrate sono solo alcuni dei temi che da mesi solleviamo e su cui ancora oggi l’assessora dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, si ostina a non dare risposte, sottraendosi al confronto. A conferma che la nostra posizione non è ideologica c’è l’invito ad un incontro politico recapitato ieri a tutti i capigruppo del Consiglio regionale a cui vogliamo illustrare le problematiche del comparto.»

Lo ha detto il coordinatore di Agrinsieme Sardegna e presidente regionale di Confagricoltura, Luca Sanna, a seguito delle dichiarazioni rilasciate dall’assessora Gabriella Murgia.

«Allo stesso tempoha proseguito Luca Sannanon ci permetteremo mai di criticare la struttura dell’Assessorato che, in condizioni difficili di organico e senza alcuna guida politica, fa salti mortali per coprire egregiamente ingenti quantità di lavoro. Invece di cercare il dialogo con le organizzazioni che rappresenta Agrinsieme Sardegna, l’assessora insegue ed alimenta puntualmente lo scontro per distogliere l’attenzione dai problemi reali e buttare in caciara un confronto che dovrebbe essere maturo, responsabile e proficuo nei confronti dei tanti operatori del comparto che attendono ormai da troppo tempo risposte che puntualmente non arrivano. Le mistificazioni e le bugieha aggiunto il coordinatore di Agrinsiemehanno ormai le gambe cortissime e non è più accettabile questo gioco delle tre carte. Ogni qualvolta solleviamo delle osservazioni su problemi reali da risolvere, veniamo accusati di fare politica e tanto basta per non ricevere mai delle risposte nel merito alle nostre domande. Da tempo ci siamo rivolti a Presidente e Giunta proprio perché da parte dell’Assessora non riusciamo mai e poi mai a trovare soluzioni alle numerose criticità del mondo delle campagne. Con le ultime dichiarazioni rilasciate oggi agli organi di informazione, l’assessora si conferma soggetto incompetente e non degno di ricoprire il ruolo che occupa. Il perdurare di questa condizione di stallo, in uno degli assessorati più difficili e importanti della Regione Sardegna ha concluso Luca Sanna -, sarà considerato un ormai lucido atto di complicità contro l’interesse di migliaia di lavoratori onesti e delle loro famiglie.»

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«Le accuse mosse da alcune associazioni di categoria sono del tutto pretestuose e destituite di fondamento. Questa Giunta è attenta alle richieste degli agricoltori sardi e ha messo in campo risorse importanti per rispondere con misure straordinarie a sostegno dell’intero comparto.»

A dichiararlo è l’assessora regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia, che ha voluto rispondere ai rappresentanti delle organizzazioni agricole.

«Vorrei prima di tutto precisareaggiunge Gabriella Murgiache, nonostante un’emergenza sanitaria ed economica mai vista prima, abbiamo dato una decisa accelerazione alla spesa superando di molti punti percentuali l’obiettivo fissato. E a chi parla di lentezza nella programmazione dei fondi europei dico solo che ritardi non ce ne sono, visto che a causa della pandemia l’inizio del prossimo periodo di programmazione è slittato di due anni, al 2022.»

«Non risponde poi al verosottolinea Gabriella Murgia -, nel modo più assoluto, l’accusa di aver rifiutato il confronto con le organizzazioni agricole. Abbiamo fatto una videoconferenza con tutte le associazioni circa un mese fa e da diversi loro rappresentanti sono arrivati apprezzamenti per il lavoro svolto, e appena quindici giorni fa ho ricevuto i vertici di Oilos. Questa settimana ho firmato diversi decreti e bandi, a cominciare dal decreto di proroga, dopo aver ascoltato le richieste di una delle associazioni, per il riconoscimento della qualifica di imprenditore agricolo professionale, per continuare con i provvedimenti a favore del settore vitivinicolo e della pesca o per i danni causati dalle cavallette.»

«Tutto questoconclude l’assessora regionale dell’Agricolturadimostra che con le associazioni il dialogo non è mai venuto meno. Ma i loro rappresentanti dovrebbero essere propositivi e affiancare l’assessorato nelle rivendicazioni degli agricoltori sardi, mentre con certe dichiarazioni faziose creano nell’opinione una rappresentazione non veritiera e fuorviante. Hanno finalità di carattere politico e invece dovrebbero lavorare per tutelare gli interessi di coloro che rappresentano e al tavolo dovrebbero portare questioni tecniche. Il ruolo dell’assessore è squisitamente politico e segue gli indirizzi tracciati dal Presidente. E poi è davvero inaccettabile che strumentalmente venga tacciato di incompetenza chi lavora in un assessorato che può vantare ottimi dirigenti e una struttura organizzativa efficiente nonostante sia sottodimensionata rispetto alle reali esigenze.»

Antonio Caria

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Sarà Fabio Mereu il nuovo presidente di Confartigianato del Sud Sardegna per il prossimo quadriennio. Il 43enne imprenditore cagliaritano, rappresentante della Mereu Autolinee, prende il posto di Luca Murgianu.
«Accanto al bisogno di liquidità, per il quale occorre essere ancora più incisivi con le banche perché in questo momento di grande difficoltà sostengano il mondo economicoha dichiarato Fabio Mereule imprese hanno la necessità che la politica lavori per assicurare che ai provvedimenti contenuti nei decreti emanati seguano fatti concreti che siano in grado di far produrre i loro effetti sul mondo economico con la massima rapidità. E questo è tanto più vero se si parla di tecnologie digitali, vero motore di una rivoluzione alla quale dovremo contribuire tutti accompagnando le imprese verso quelle nuove tecnologie immateriali che possono consentire uno sviluppo imprenditoriale al passo con le nuove sfide regionali, nazionali ed internazionali.»
Il neo presidente sarà coadiuvato 4 vicepresidenti: Salvatore Loi, responsabile per la Città Metropolitana di Cagliari e Sud Sardegna, Norella Orrù, per il Sulcis Iglesiente, Laura Pisano, per il Medio Campidano, e Riccardo Porta.
«Il sud dell’Isola, come il resto della Sardegna e dell’Italia, sta attraversando una fase delicatissima e tante realtà sono a un bivio, ancora di più quelle più piccole ha aggiunto Fabio Mereuper questo è necessario ascoltarle maggiormente e proporre loro soluzioni su misura che, soprattutto, possano essere concretizzate nel minor tempo possibile.»
A suo modo di vedere «la progressiva digitalizzazione dell’economia italiana e sarda, rafforzata da investimenti e incentivi, potrebbe creare numerose opportunità di crescita per tutti i settori, come anche rappresentare un valido argine nel contrasto dello spopolamento delle zone interne. Mai come in questo periodo, anche in Sardegna le nuove tecnologie e la tradizione del saper fare sono riuscite a fondersi per dare vita a imprese digitali capaci di stare al passo delle più importanti realtà mondiali. Se molte aziende, quindi, sono pronte a cavalcare l’onda digitale, il passaggio dal “tradizionale” all’”internet delle cose”, per le imprese tradizionali è spesso traumatico nel cercare di superare le oggettive lacune nella conoscenza delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali: agevolare questi processi pensiamo sia una delle missioni più importanti di una Associazione di categoria moderna e responsabile come la Confartigianato».
«La trasformazione va gestita soprattutto durante il passaggio generazionaleha concluso Fabio Mereu – rimandare questo “salto” può significare restare fuori da opportunità di crescita. In ogni caso nell’impresa la cosa fondamentale è mettere la persona al centro del sistema, perché dietro a una realtà che funziona ci sono persone che valgono, ci sono relazioni, c’è un territorio sano e che offre opportunità.»
Antonio Caria

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Il supercampione di motociclismo Marc Marquez sta gareggiando per il titolo mondiale. Per conquistare il titolo di campione del mondo deve accumulare più punti possibile nelle tredici gare ancora in programma.
Oggi è in testa, ma l’incidente di 5 giorni fa lo ha compromesso: è caduto dalla moto in corsa, procurandosi una frattura trasversale del più importante osso del braccio: l’omero. E’ stato immediatamente operato.

In questi casi si applica un chiodo endomidollare con placche da avvitare all’osso. Due giorni dopo l’intervento Marc Marquez ha dichiarato di voler comunque partecipare alla prossima gara che si correrà, a Jerez in Andalusia, esattamente alla distanza di 7 giorni dalla caduta. E’ sceso in pista per le prove ma s’è poi dovuto arrendere al dolore e, inevitabilmente, non potrà essere al via della gara. Il suo rientro in pista sarà rimandato, probabilmente alla prossima gara in calendario.
Nel mondo degli sportivi c’è stata un’esplosione di entusiasmo, stupore, ammirazione. Questi sentimenti sono rivolti all’équipe di chirurghi ortopedici che hanno riparato l’omero di Marc Marquez, e a Marc Marquez stesso: la bravura dei primi e la determinazione del secondo hanno reso possibile l’impossibile.
E’ l’apoteosi dei superuomini. Esseri che vivono lontano dai comuni mortali, in un mondo irreale ed inarrivabile che forse esiste solo nella fantasia.
Alt! Fermi tutti!
Inarrivabili sono Marc Marquez e la sua moto Honda. Invece è raggiungibile l’èquipe chirurgica capace di fare quell’operazione. Ne è prova un tale che vive nelle nostre cittadine, classificabile come “Homo communis sulcitanus” che ha avuto un incidente simile e si è procurato una frattura dell’omero, esattamente come quella di Marc Marquez. Ebbene , è stato operato nella Traumatologia di Carbonia (ma poteva benissimo essere quella di Iglesias) e gli è stata riparata la frattura con l’inserimento nell’omero di un “chiodo endomidollare” rinforzato fa placche avvitate all’osso, esattamente come si è fatto a Marc Marquez. Questo tale è stato dimesso dopo 24 ore e, dopo 7 giorni, ha ripreso a guidare l’automobile.
Se Marc Marquez si fosse fratturato correndo nelle strade del Sulcis o nelle curve di Santangelo di Iglesias, cosa sarebbe successo? Sarebbe stato operato nello stesso identico modo dai nostri Ortopedici e, dopo 7 giorni, avrebbe fatto il bis di Jerez. Il risultato sarebbe stato identico e Marc Marquez sarebbe guarito e rimesso in sella, ma con una differenza: i nostri Ortopedici sarebbero stati costretti a metterlo in una lista d’attesa di 7-10 giorni a causa della carenza di Anestesisti. E’ quello che capita ai nostri fratturati. Naturalmente nel frattempo sarebbe stato assistito con fasciature rigide e sistemi contenitivi fino alla data dell’intervento.

Se Marc Marquez lo venisse a sapere, qui non verrebbe mai. Non certo per disistima dei nostri professionisti Ortopedici, ma per l’assurda attesa prima dell’intervento provocata da un’assurda mancanza di Anestesisti disponibili.
Oggi gli Anestesisti sono talmente pochi che, dovendosi dividere per soddisfare le esigenze di tutti i reparti chirurgici, sono costretti a concordare con i Chirurghi una “lista d’attesa” degli interventi.
Orbene, se questo capita ad un paziente giovane e sano, l’attesa si traduce in un allungamento delle sofferenze e della inabilità funzionale al lavoro, e alle esigenze fisiologiche.
Se invece questo ritardo capita ad un adulto attempato o ad un anziano (dai 50 anni in su) fratturato al femore, l’attesa provoca un aumento delle complicazioni mortali come: tromboembolia polmonare da emboli partiti da focolai di trombosi venosa profonda delle gambe e del bacino, o broncopolmoniti da allettamento prolungato. Tutto questo è ben noto a chi è del mestiere, però è poco noto alla popolazione.
Davanti a queste carenze di Medici Specialisti, che possono provocare sofferenze e danni irreparabili ai nostri Concittadini, non vediamo efficaci reazioni di risposta da parte dei nostri rappresentanti politici locali. Le poche reazioni, di cui leggiamo sui quotidiani, provengono soprattutto dalle Sindache del Sulcis Iglesiente; purtroppo, fino ad oggi, sono restate senza risposta da parte dell’Amministrazione regionale. Forse stiamo vivendo un periodo di carenza nella rappresentanza politica. A leggere i resoconti forniti dalla stampa, sembra che alcuni Sindaci del nostro territorio non si impegnino troppo a partecipare a queste riunioni di protesta. Ciò indebolisce molto la forza delle istanze che vengono formulate e indirizzate all’assessorato della Sanità.
Nonostante il disimpegno di qualche Sindaco, di cui ci ha informato la stampa e di cui la popolazione sta prendendo coscienza, l’unica via sicura per recuperare il controllo della Sanità del Sulcis Iglesiente è: rimettere nelle poltrone di comando delle ASL i rappresentanti delle nostre Amministrazioni comunali, così come è previsto dalla legge n. 833/78.

Mario Marroccu

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Ritorna Aspettando NurArcheoFestival, il cartellone di spettacoli nato con l’obiettivo di estendere la partecipazione alla rete delle aree archeologiche e di interesse storico paesaggistico che intendono creare un dialogo vivo con il teatro, anche al di fuori del periodo canonico di svolgimento del festival, organizzato da Il crogiuolo con la direzione artistica di Rita Atzeri.

Sottotitolo significativo quello proposto nell’edizione 2020, “Viaggio in Sardegna: Sulcis da scoprire”. Viaggio in Sardegna perché dopo la quarantena e con le restrizioni ancora in atto in forma di prevenzione al Covid-19, abbiamo pensato che un aiuto concreto a far ripartire il turismo nella nostra isola, fosse quello di promuoverne la conoscenza anche e soprattutto fra i suoi abitanti. Sulcis da scoprire, perché le prime amministrazioni a confermare la loro partecipazione e ad avere la forza di organizzare sono state quelle di Sant’Anna Arresi e Teulada, supportate dall’associazione Sarditinera.

Sono tre gli appuntamenti programmati: il primo, lunedì 27 luglio a Sant’Anna Arresi, dove in piazza Nuraghe, andrà in scena, alle 21.00, Su Connottu – un classico del teatro sardo, scritto nel 1972 dal poeta, romanziere, drammaturgo nuorese Romano Ruju e portato in scena per oltre 300 recite dalla cooperativa Teatro di Sardegna – il primo spettacolo in cartellone a essere rappresentato.

A qualcuno il nome di Pasqua Selis Zau, nota Paskedda Zau, non dirà nulla. Eppure è lei la popolana nuorese, madre, vedova, di dieci figli, che il 26 aprile del 1868 scatenò la sommossa popolare contro gli effetti della Legge delle Chiudende (il provvedimento legislativo emanato nel 1820 durante la dominazione sabauda in Sardegna, che autorizzava la recinzione dei terreni fino ad allora considerati, per tradizione, di proprietà collettiva, introducendo di fatto la proprietà privata), quando contadini e pastori  protestarono contro la volontà del Consiglio comunale di Nuoro di voler privatizzare le terre pubbliche. Quella rivolta  è passata alla storia come “Su Connottu”, dal grido levato da Paskedda, “A su connottu, torramus a su connottu!”, al “conosciuto”, alla consuetudine. Nell’opera di Romano Ruju, poi arricchita dalle ballate di Francesco Masala e riscritta per la scena dal regista Gianfranco Mazzoni, la narrazione è affidata principalmente agli uomini. Nel racconto al femminile pensato dal Crogiuolo, a dare lettura  del testo, adattato, saranno Rita Atzeri, Maria Grazia Bodio, Isella Orchis, due attrici storiche del Teatro di Sardegna, Gisella Vacca e il fisarmonicista Stefano Minnei: “Un tentativo, senza stravolgere i contenuti della narrazione, di riportare equilibrio alla vicenda, almeno sul piano interpretativo delle voci in scena”, specifica Atzeri.

Alcune note storiche. Il 26 aprile del 1868 i moti popolari nuoresi culminarono nella sommossa di Su Connottu, dal grido di battaglia della popolazione ormai esasperata, a distanza di 80 anni dal 1796, quando i sardi scesero in piazza per protestare contro la tirannia feudale al canto di “Procurad’ ‘e moderare Barones sa tirannia”. Allora a guidarli fu Giovanni Maria Angioi, a Nuoro invece il popolo scese in piazza guidato da una popolana, Paskedda Zau. Il motivo scatenante fu dato dall’amministrazione comunale, che, ispirandosi alla Legge delle Chiudende, fu autorizzata ad abolire i diritti di uso comune dei territori comunali da parte dei cittadini residenti e a mettere in vendita al migliore offerente i terreni interessati. Tutto ciò doveva anche concorrere a finanziare gli inglesi della Compagnia della Ferrovie che allora realizzavano le prime strade ferrate sarde. Questo provvedimento comportò di conseguenza a pastori e contadini il non poter più usufruire dei terreni destinati al pascolo e alle coltivazioni, facendo mancare loro l’unica fonte di reddito e di sostentamento.

Il 7 agosto, sempre ore 21.00, ci si sposta nella casa baronale di Teulada, con “La vedova scalza” da Salvatore Niffoi.

Con Carla Orrù protagonista e la regia di Virginia Siriu (produzione Theandric), la messa in scena, tratta dall’omonimo romanzo di Salvatore Niffoi, vincitore del Premio Campiello 2006, accompagna gli spettatori lungo un percorso catartico che dalla cieca violenza sfocia nel suo rifiuto. La vendetta, la sopraffazione, l’onore da lavare col sangue sono gli ingombranti concetti che vengono messi in dubbio.

Siamo nella Barbagia degli anni ’30, popolata di piccoli paesi in cui la vita è regolata dai podestà fascisti e dalle leggi non scritte della società tradizionale. La violenza è ovunque: nello strapotere fascista, nelle angherie delle forze dell’ordine, nel sistema di usi e consuetudini che fossilizza i membri della società in una serie di ruoli prescritti e azioni comandate. La donna ne fa parte in quanto essere quasi annichilito: dedita alla vita rurale, è destinata solo alla preghiera e alla procreazione. La protagonista, Mintonia, appare da subito come il personaggio adatto a rompere questo circolo vizioso: al contrario delle donne del suo paese, si istruisce, legge Grazia Deledda e Tolstoj, è recalcitrante all’idea di subire dei soprusi. Sceglie da sé il proprio marito, Micheddu, a dispetto della contrarietà dell’intero paese che lo guarda con sdegno a causa del suo carattere ribelle. Micheddu, come Mintonia, non ama sottomettersi al potere, e presto finisce nel mirino del brigadier Centini. Il concatenarsi degli eventi costringe Micheddu alla latitanza. Infine, verrà ucciso in modo crudele. Rimasta sola con un figlio da crescere, Mintonia brucia dal desiderio di vendicarsi uccidendo il mandante, Centini. Riesce a introdursi nella casa del brigadiere e, dopo averlo sedotto, lo accoltella a morte. Subito dopo, scappa in Argentina. Ma la violenza non trionfa. Mintonia, seppur colpevole, diventa il motore del cambiamento: accortasi di essere rimasta incinta di Centini, decide di tenere il bambino. Cresce dunque i suoi due figli, l’uno del marito vendicato, l’altro del mandante ucciso, come fratelli. La vendetta non ha più senso, il peso del rimorso è un

prezzo troppo caro da pagare: il perdono rappresenta l’unica via di fuga dalla spirale di sangue. Mintonia si sporca le mani di sangue, ma si redime, dando la vita dopo averla levata. È una dispensatrice di morte che alla fine si converte alla vita.

Il 17 agosto, si torna a Sant’Anna Arresi, ore 21.00, con lo spettacolo “Corpi al vento”, in prima regionale, messo in scena proprio nello spazio antistante il nuraghe. In scena Ilaria Gelmi e Antonella Ruggiero messa a punto del lavoro delle attrici: Roberto Anglisani.

Una storia antica narrata da due corpi e due voci che si impastano, disgiungono, intrecciano, sovrappongono, fino a diventare un solo corpo e una sola voce.  Una madre, Pasifae, la madre del Minotauro, Arianna; la prima figlia, famosa per il filo con il quale portò Teseo in salvo dal labirinto; Fedra, la seconda figlia, una donna che non può trattenere una passione che le sgorga da dentro.  Donne cretesi, “le luminose” le chiamavano, tutte accomunate dallo stesso destino. Tutte fragili di fronte alle passioni d’amore, tutte vittime della stessa maledizione. Fragili, come la creta. Noi, donne, siamo tutte fatte di creta.  Un mito classico in chiave personale, femminile, ironica e contemporanea.

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vertici di Agrinsieme Sardegna hanno incontrato ieri mattina, in conferenza stampa, i maggiori organi di informazione dell’Isola per denunciare la totale assenza di concertazione o di un semplice confronto politico tra le Associazioni del mondo agricolo e cooperativistico e la Giunta regionale in un momento in cui l’attuale contesto richiederebbe, al contrario, un dialogo molto più serrato. Testimoniano la disattenzione verso l’agricoltura la mancanza di un qualsiasi momento di dialogo tra le Organizzazioni agricole ed il presidente della Regione, il mancato invito all’incontro con le forze sociali sull’utilizzo dei fondi BEI, il mancato coinvolgimento sui provvedimenti di emergenza, un rapporto sporadico e improduttivo con l’assessora dell’Agricoltura e della Riforma Agro-pastorale. Ad aggravare la situazione il fatto che, a più di un anno dall’insediamento della Giunta, non si ravvisano una linea strategica e gli obiettivi che il governo regionale intende perseguire ai fini della tutela e sviluppo dell’agricoltura sarda. Non si è aperto, né in sede istituzionale né con le forze sociali, un serio dibattito sul Programma Regionale di Sviluppo, che rappresenta la summa degli orientamenti politici ed amministrativi della Giunta per l’intera legislatura, sulla legge di stabilità e sulla legge di bilancio, passati rapidamente in Consiglio con la promessa, non mantenuta, di un successivo dibattito.

Il recente DDL 162, annunciato in una delibera coperta del 9 aprile e presentato in Consiglio due mesi dopo, non risponde minimamente alle esigenze del mondo imprenditoriale agricolo sardo. Nulla è dato sapere circa lo stato del processo di riconoscimento dell’OPR (Organismo Pagatore Regionale) su cui regna la massima confusione. Ad ottobre, le imprese agricole non sanno se saranno pagate da Argea regionale o Agea nazionale.

Non esiste, pur essendo previsto dalla legge, un monitoraggio completo sull’attività della task force istituita in emergenza per lo smaltimento delle oltre 98.000 pratiche arretrate come denunciato nell’autunno 2019. In questo contesto occorre una chiara regolamentazione delle attività di smart working per la definizione di obiettivi, carichi di lavoro e dei controlli, pena l’aggravarsi dei ritardi nelle istruttorie e nelle erogazioni.

A oggi la Regione sarda non ha definito i propri orientamenti e delineato i contenuti della nuova Politica Agricola Comune (PAC) 2021-2027 da attuarsi nell’Isola, la cui programmazione per il prossimo settennio ha iniziato l’iter con l’approvazione delle bozze dei nuovi regolamenti comunitari.

Sulla riforma delle Agenzie Agricole (Laore, Argea e Agris), di cui da tempo si sente parlare, non esiste ancora un documento, un atto ufficiale della Regione, sulla base del quale esprimere un giudizio mentre, con semplici atti amministrativi o note di indirizzo, si tenta di sconvolgere l’attuale assetto. Ancora incerto, in questo contesto, il destino dei lavoratori ex ARA (Associazione regionale allevatori) e APA (Associazione provinciale allevatori).

In relazione alla crisi che ha investito lo scorso anno il comparto lattiero-caseario ovicaprino, non si conosce nessuna azione politica ed amministrativa regionale volta alla rimozione dei nodi strutturali del comparto.

Il comparto suinicolo, che finalmente sembra aver superato il virus della Peste suina africana (PSA) presente in Sardegna dal 1978, è purtroppo bloccato dall’inattività della Giunta regionale che deve mettere subito in campo le necessarie azioni politiche, per azzerare i divieti della Commissione europea che impediscono la vendita fuori Sardegna di carne di maiale e derivati. Al contempo è fondamentale che l’Esecutivo regionale riprenda in mano la legge sulla suinicoltura, approvata dal Consiglio nell’agosto 2018, così da predisporre gli atti attuativi con relative disponibilità finanziarie. Queste sono alcune delle questioni irrisolte che il governo regionale non affronta. 

Il coordinatore. «Il lassismo della Giunta regionale, con conseguente assenza di una programmazione agricola e della indispensabile dialettica sindacale, ha spinto Agrinsieme Sardegna a chiedere un incontro con tutti i capigruppo eletti in Consiglio regionale. L’augurio è che almeno le forze politiche, di maggioranza o di opposizione, abbiano la sensibilità di raccogliere le istanze del nostro comparto e di farsene portavoce.»

Lo ha detto il coordinatore di Agrinsieme e già presidente di Confagricoltura Sardegna, Luca Sanna, che ha aggiunto: «Il mondo delle campagne, dai produttori primari alla trasformazione cooperativistica, non può più navigare in questo mare in tempesta senza alcun confronto istituzionale che porti a superare le criticità vecchie e nuove di un comparto produttivo fondamentale per la piccola e fragile economia della Sardegna. Noi abbiamo il diritto di rappresentare la nostra situazione e loro hanno il dovere di ascoltarci».

Composizione. Agrinsieme Sardegna è composta da Confagricoltura, Cia, Copagri, Legacoop, AGCI, Confcooperative.

Alcuni dati. Agrinsieme nazionale rappresenta oltre il 35% del valore dell’agroalimentare di tutta Italia; in Sardegna sale al 40% del mondo agricolo con una forte diffusione di strumenti di collaborazione tra imprese agricole e tra queste e i diversi soggetti della filiera agroalimentare (agroindustria e distribuzione). Sempre in Sardegna rappresenta circa 22.600 aziende agricole, quasi 180 cooperative agroalimentari, 20mila soci produttori e oltre 50mila persone occupate nelle imprese rappresentate, con un fatturato annuo che si attesta intorno ai 465 milioni di euro.

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Anche nelle ultime 24 ore, in Sardegna, sono stati riscontrati 3 nuovi casi positivi al Covid-19, tutti nella provincia di Sassari. Salgono così a 1.388 i casi accertati dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 102.749 tamponi (764 nelle ultime 24 ore). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 6, nessuno in terapia intensiva, mentre 13 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.232 pazienti guariti, più altri 3 guariti clinicamente. Resta invariato il numero delle vittime, 134.
Sul territorio, dei 1.388 casi positivi complessivamente accertati, 259 sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 102 nel Sud Sardegna, 61 a Oristano, 82 a Nuoro, 884 (+3) a Sassari.

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L’Anas ha reso noto che, nell’ambito dei lavori per la realizzazione del lotto 3 della nuova statale 195 “Sulcitana” tra Sarroch e Pula, lunedì 27 luglio verrà chiuso al traffico, dalle 11.00 alle 14.00, il tratto compreso tra la fine del lotto 2 del Cacip e lo svincolo di Sarroch nella carreggiata in direzione Pula.
Il traffico sarà deviato lungo lo svincolo di Sarroch – Agglomerato industriale, per poter proseguire la marcia e raggiungere l’attuale strada statale 195. Le deviazioni saranno indicate da appositi cartelli stradali.
Antonio Caria