25 December, 2025

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Si è tenuta in data odierna presso la VI Commissione Sanità del Consiglio regionale della Sardegna, l’audizione dell’Ordine Infermieristico sul DL 112. A tutela del cittadino/utente che ha il diritto di ricevere adeguate prestazioni sanitarie dal SSR, abbiamo affrontato il tema della “riforma del sistema sanitario” con finalità costruttiva, responsabilmente, con autorevolezza, con pertinenza, con argomentazioni, nel rispetto dei ruoli e delle ragioni dei nostri interlocutori, ed entrando nel dettaglio della proposta articolo per articolo e suggerendo correttivi e miglioramenti soprattutto nei passaggi che per le attese e le ricadute complessive della previsione del DL 112 in oggetto, più impattano per il Sulcis Iglesiente.

Sottolineiamo che l’intendimento che «la Regione autonoma della Sardegna eserciti la propria potestà Legislativa in materia di tutela della salute» e che «il ruolo di guida e il controllo del sistema sia assicurato dal decisore politico rappresentato dalla Giunta regionale e dall’assessore della Sanità» è da ritenersi non solo doveroso ma addirittura in leggero ritardo sulla tabella di marcia, avendo le forze politiche ed i consiglieri che compongono la Giunta regionale, preso impegni elettorali importanti e che ad oltre un anno dal rinnovo del Consiglio, le aspettative dei cittadini che hanno sostenuto il cambio di passo e di guida politica non vanno in lock-down e tutto scorre esattamente come anni orsono nei rapporti di forza e nella gestione di ATS Sardegna e delle Aree Socio Sanitarie Locali.

E’ necessaria continuità gestionale e sulla scomposizione dell’Azienda per la tutela della salute in otto aziende socio-sanitarie, a nostro parere, è da prevedere che le 8 aziende istituende sia effettivamente «dotate di autonomia gestionale ed organizzativa», mantenendo quindi significative attività amministrative e senza esitazione delegare ai manager di occuparsi del reclutamento e gestione degli aspetti amministrativi inerenti il personale, per favorire che le aree socio-sanitarie «siano grado di svolgere la loro funzione di intercettazione e facilitazione dei processi di riorganizzazione», e capaci di preservare e tutelare la risorsa umana rappresentata dal personale sanitario tecnico amministrativo e di supporto.

Se le nuove aziende possono essere immediatamente operative all’atto della loro costituzione e garantire l’operatività del sistema, quel sistema deve essere assistenziale e gestionale senza passare per vie traverse. E’ stato approfondito il futuro e la funzione degli ospedali del Sulcis Iglesiente e dibattuto sull’ospedale unico e sul progetto di edificarlo nel territorio del comune di Villamasargia, come da atti e delibere consiliari e dai prospetti tecnici e planimetrie preliminari allegati al documento consegnato al presidente della VI Commissione.

Graziano Lebiu

Presidente OPI Carbonia Iglesias

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Al termine di un’articolata indagine durata oltre un anno, la Polizia di Stato è riuscita a dare un volto ad alcuni componenti di un sodalizio criminale dedito ai reati di abusiva attività finanziaria, truffa, riciclaggio ed estorsione.

L’attività investigativa, svolta dal Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Sardegna e coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, è nata dalla denuncia sporta nel 2018 da un cittadino sardo il quale, dietro la garanzia di cospicui rendimenti è stato convinto da sedicenti promotori finanziari ad eseguire cospicui investimenti su una falsa piattaforma di trading on line.

La vittima che operava su una piattaforma raggiungibile all’indirizzo internet https://globalfxm.com , pensando di effettuare l’acquisto di cripto valuta ha investito somme per un importo pari ad € 380.000,00, attraverso l’esecuzione di bonifici bancari a favore di un conto corrente estero in essere presso ubicato nella Repubblica Ceca.

Resosi conto del raggiro, il denunciante ha manifestato ai pseudo broker finanziari la volontà di rientrare del capitale investito, ed a questo punto è stato anche oggetto di vere e proprie minacce per indurlo a versare ulteriori somme per sbloccare il rimborso.

Il coordinamento internazionale posto in essere dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha permesso nell’immediatezza della denuncia, attraverso l’indispensabile cooperazione di Europol presso la quale è stato attivato il gruppo di lavoro J-CAT (Joint Cybercrime Action Taskforce), di interessare il collaterale Organo di polizia ceca che ha accertato come il danaro in questione fosse stato trasferito ad altri due conti correnti bancari, in essere sempre presso istituti di credito cechi, sui quali è stato possibile reperire la somma totale di circa € 226.000,00, ancora giacente, che è stata prontamente bloccata. 

Di concerto con la Procura della Repubblica di Cagliari, nell’ambito della cooperazione in materia di assistenza giudiziaria penale tra i Paesi membri della UE, è stata avviata la procedura per l’inoltro di un Ordine di Indagine Europeo diretto all’A.G. della Repubblica Ceca, al fine di acquisire elementi di prova all’estero da utilizzare per le indagini in corso, che ha permesso di identificare e segnalare due donne di nazionalità ucraina e armena, risultate le amministratrici delle società intestatarie dei conti correnti esteri e titolate a disporre degli stessi, e di ottenere il sequestro preventivo della somma di danaro disposto dal G.I.P. di Cagliari, inoltrato alle Autorità ceche.

La Polizia Postale al riguardo consiglia:

  1. Verificare che il soggetto che propone il trading on line (ad es. su operazioni su forex) sia autorizzato, visitando i siti web della Consob e la Banca d’Italia;
  2. Consultare la sezione “WARNING AND PUBLICATIONS FOR INVESTORS” dell’ESMA (la CONSOB europea) e verificare se, nei confronti del trader, altre autorità europee omologhe alla CONSOB, hanno pubblicato un avviso agli utenti (warning);
  3. Verificare, attraverso i motori di ricerca sul web, la presenza di eventuali blog o forum sulla società di trading o del sito internet;
  4. Diffidare di quei broker che offrono un rendimento fuori mercato (prospettando un ritorno economico in percentuali di elevata entità);
  5. Fare trading con broker e su piattaforme conosciute e di provata affidabilità;
  6. Non cadere nell’ulteriore trappola dei frodatori che, con il pretesto di sbloccare i rimborsi di quanto già “investito”, richiedono il pagamento di ulteriori somme di danaro; si tratta di una vera e propria estorsione.

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La commissione sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc-Cambiamo) ha proseguito le audizioni sulla riforma ascoltando Anci, organizzazioni sindacali confederali ed autonome, Università, Ordini dei Medici e degli Psicologi, Ordine delle professioni Infermieristiche e sindacati dei dirigenti amministrativi.

Per i Comuni, come ha evidenziato il presidente dell’Anci Emiliano Deiana che ha annunciato un documento articolato sui testi all’esame della commissione, occorre che la riforma tenga conto delle caratteristiche dell’intero territorio regionale e di un diritto alla salute che proietti una visione nuova oltre l’aspetto tipicamente sanitario (Rsa, sport e scuola, ad esempio), in un sistema di strutture coordinate fra loro. Gli atti aziendali, inoltre, non dovranno più essere solo una espressione dell’alta burocrazia ma il frutto di un processo di condivisione con i territori.

I sindacati invece, dopo aver ricordato il contributo determinante di tutto il personale sanitario (che, nonostante ciò, non ha avuto alcun riconoscimento) durante l’emergenza Covid, hanno insistito molto sulla necessità di colmare gli enormi vuoti di organico con un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazioni. Inoltre, sempre in materia di personale, le organizzazioni sindacali hanno criticato a fondo la precedente esperienza dell’Ats avvertendo le istituzioni che, nei diversi progetti di riforma, sembra che con l’Ares si voglia ripercorrere la stessa strada, vanificando ogni azione di potenziamento della sanità territoriale. Infine, dai rappresentanti dei lavoratori, è arrivato un appello per la rapida ripartenza del servizio sanitario, rimasto sostanzialmente bloccato a causa dalla pandemia.

Soffermandosi sul tema del rapporto fra Università, sanità e formazione, il rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo (anche a nome del collega di Sassari), ha messo in luce che sia il rating che la capacità di attrarre  finanziamenti delle aziende ospedaliero universitarie dipendono anche dal ruolo svolto da queste strutture nel campo dell’assistenza, che però non è governato dagli atenei ma dipende dalla sanità. Senza finanziamenti adeguati e senza un numero di posti letto in linea con norme attuali, ha paventato la Del Zompo, le aziende rischiano di perdere opportunità importanti a livello finanziario e professionale.

I problemi del personale, dei sistemi informatici e della sanità territoriale sono stati al centro degli interventi dei rappresentanti degli Ordini dei Medici, secondo i quali in questa prima fase post-Covid è necessario anche accelerare i processi di riforma. Va superata, secondo i medici, l’esperienza “centralista” precedente che ha caratterizzato l’azione dell’Ats, senza cedere a tentazioni di continuità con l’Ares e tornando semmai alla visione di una sanità “universale” che è stata, assieme alla prevenzione, il principio cardine della legge istitutiva del servizio sanitario nazionale.

Gli psicologi hanno messo l’accento sul fatto che, proprio l’esperienza della pandemia, anche in Sardegna, consegna una “domanda” di questo specifico supporto, soprattutto a livello di base. Mentre gli infermieri (era presente l’Ordine di Carbonia Iglesias) hanno suggerito di definire con chiarezza le funzioni dell’Ares, limitandole a quelle amministrative.

Ancora di Ares ha parlato il sindacato dei dirigenti Fedirets che ha espresso una ulteriore valutazione negativa sull’esperienza dell’Ats, anche nel capo negli acquisti che doveva essere il fulcro della sua missione. Per questo, ad avviso dei dirigenti, bisogna decidere se si vuole davvero il decentramento perché, se come pare si intende restare a metà strada con l’Ares, il sistema non funzionerà.

Nel dibattito hanno preso la parola Gianfranco Ganau del Pd, Annalisa Mele della Lega, Giovanni Antonio Satta dei Riformatori sardi, Daniele Cocco di Leu, Francesco Agus dei Progressisti, Antonello Peru e Giorgio Oppi di Udc-Cambiamo.

La commissione ha inoltre approvato all’unanimità la Pl n.161 in materia di borse di studio nominando relatore per l’Aula la consigliera della Lega Annalisa Mele. Inoltre, su sollecitazione del consigliere Giovanni Antonio Satta poi condivisa anche dal vice presidente Daniele Cocco e dal capogruppo della Lega Dario Giagoni, sarà programmata a breve una audizione dell’Unità di progetto della Regione sulle problematiche del precariato del personale veterinario che sta operando nel settore della prevenzione e del contrato dalla blue tongue e della peste suina.

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Il Carbonia ritorna in Serie D, ritrova il profumo del calcio nazionale ed una delle rivali più ricche di fascino della sua storia: la Torres! Carbonia-Torres sarà sicuramente una delle partite più attese del prossimo campionato di serie D, un derby che ha scritto pagine indelebili della storia del calcio sardo.
Ho ricordi vivissimi di tanti derby Carbonia-Torres, tra i più affascinanti sicuramente quelli dei tre campionati di serie D 1978/1979 (0 a 0 sia a Carbonia sia a Sassari), 1979/1980 (1 a 0 a Carbonia, con goal di Floriano Congiu; 2 a 0 per la Torres a Sassari, con goal di Antonello Coni e Giuseppe Canessa) e 1980/1981 (vittoria del Carbonia a Sassari con goal di Marco Congiu al culmine di uno strepitoso girone di andata, sotto la guida di Renzo Cappellaro; vittoria della Torres a Carbonia nel ritorno, 2 a 1, con doppietta di Ioris Gasbarra e goal di Luciano Gambula).
Arrivarono poi i derby in serie C2, molti dei quali sono rimasti indimenticabili: 1982/1983, un’altra impresa a Sassari, Checco Fele in panchina, con un goal di Alessandro Zaccolo, ed un pareggio a Carbonia, 1 a 1, con goal di Paolo Demarcus ed Aldo Scopa; 1983/1984, 1 a 0 per la Torres a Sassari con goal di Maurizio Dozzi e vittoria della Torres a Carbonia, 2 a 0, con goal di Antonio Trudu e Giuseppe Canessa; 1984/1985, vittoria del Carbonia in casa – ancora con Renzo Cappellaro in panchina (sostituto nelle ultime giornate da Ugo Corda), con goal di Giuseppe Innella e 0 a 0 a Sassari; 1985/1986, 1 a 1 a Carbonia con goal di Sandro Paolucci per la Torres e Fausto Belli per il Carbonia e 0 a 0 a Sassari; e, infine, stagione 1986/1987, 2 a 0 per la Torres a Sassari con goal di Amedeo Monaldo e Marco Piga; 0 a 0 al ritorno a Carbonia, davanti a 5.000 spettatori, con Elvio Salvori in panchina. Quest’ultimo, nonostante la mancanza di goal, con la sfida tra Gianfranco Zola e Fernando Bianchini, è il derby rimasto maggiormente impresso nella memoria di tanti tifosi del Carbonia.
Negli anni successivi, in Eccellenza, sempre con Graziano Mannu in panchina, sono arrivati altri 6 derby, in 3 stagioni consecutive, dal 2009 al 2012, quando la Torres venne promossa in serie D, con un bilancio in perfetto equilibrio: 1 vittoria per parte e 4 pareggi.
Nel campionato 2009/2010, a Carbonia, il primo derby terminò 1 a 1, con goal di Federico Trogu per il Carbonia e G. Spanu per la Torres, mentre il Carbonia si impose 2 a 0 all’Acquedotto, con goal di Federico Trogu e Gabriele Lebiu; nel campionato 2010/2011, maturarono due pareggi: 2 a 2 a Sassari, con goal di Paolo Tribuna e Ruiu per la Torres e Gabriele Sabiu ed Alessandro Ciccu per il Carbonia e 1 a 1 a Carbonia, con goal di Fabio Cau per il Carbonia ed Enrico Curcio per la Torres; nel campionato 2011/2012, infine, vittoria di misura 2 a 1 per la Torres a Sassari con goal di Luigi Lavecchia e Marco Sanna per la Torres e Marco Bullegas per il Carbonia e, infine, 0 a 0 a Carbonia.
Ora ritorna il derby Carbonia-Torres, in serie D, da qualche anno nuovamente 4ª serie. La grande attesa per il derbyssimo Carbonia-Torres è già iniziata…
Giampaolo Cirronis
 

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Si riaccende la protesta dei dipendenti della Casa Famiglia “Perd’e Fogu” di Fluminimaggiore, dopo il prolungamento dei ritardi nell’apertura del centro, che accoglie pazienti sofferenti di disagio psichico. La struttura, fortemente voluta dagli abitanti della cittadina dell’Iglesiente, rimane ancora chiusa, lasciando a casa 13 persone, tra educatori, operatori socio sanitari e volontari. I pazienti, provenienti dal bacino del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano, sono stati distribuiti in istituti privati o affidati alle cure dei familiari. Ma la situazione, che nonostante le tante promesse, ancora non si è sbloccata, sta diventando sempre più insostenibile, soprattutto per i dipendenti, che provengono non solo da Fluminimaggiore ma anche da Carbonia e Iglesias.
«Noi chiediamo di riavere il nostro posto di lavoro esordisce Maria Giuseppina Lampis, educatrice professionaleperché abbiamo lavorato qua per 12 anni e vantiamo quindi un’esperienza importante. Non vogliamo essere pagati per stare a casa.»
Ombretta Casula, anche lei dipendente della casa famiglia, pone invece l’accento sulle promesse non mantenute. «Inizialmente, le garanzie le avevamo, perché c’era stato promesso che, al termine dei restauri, avremmo ripreso il nostro posto di lavoro. Si parlava di un mese e mezzo, massimo due mesi. È passato un anno e mezzo e noi siamo ancora a casa. E la Naspi, la nostra cassa integrazione, sta terminando.»
Aldo Tupante ci regala un breve cenno storico sulle origini dell’istituto: «La struttura è stata aperta nel 2002 come centro diurno. Nel territorio non ci sono altri centri residenziali simili. Sono stati chiusi, quindi i pazienti psichiatrici sono abbandonati a se stessi, alle famiglie o rinchiusi in altri tipi di strutture».
Vittime di questa situazione non sono solo dipendenti e pazienti ma anche gli stessi familiari di questi ultimi, sui quali ricadono costi e cure dei degenti. Giuseppe Todde fa parte dell’associazione di volontariato “Muntangia”, che rappresenta i parenti dei disabili mentali ospitati all’interno della casa famiglia.
«La nostra associazione nasce per offrire un sostegno ai sofferenti psichici e alle loro famiglie. In tanti abbiamo creduto a questo progetto. La struttura c’è. Non può esistere che i pazienti di Flumini vengano mandati a Nuxis, con costi esorbitanti. Ciò crea un disagio anche per i parenti che devono andare a trovarli. Viviamo in una zona svantaggiata.»
I sindacati sostengono la causa della riapertura. Roberto Fallo, della CISL: «Noi siamo qua perché su questa vertenza ci siamo spesi in prima persona. Abbiamo accettato la chiusura momentanea, e ribadisco momentanea, perché l’edificio necessitava di urgenti lavori di messa in sicurezza. Con l’impegno di riaprirlo immediatamente, una volta terminata la ristrutturazione. Abbiamo avuto la sfortuna che i lavori siano finiti a cavallo tra un’amministrazione regionale e l’altra. Dopodiché ci siamo trovati di fronte al deserto. Tante promesse ma a tutt’oggi la struttura rimane chiusa. Noi siamo disposti anche a mobilitarci e a mettere le tende sotto la regione, se questo dovesse essere necessario».
Giovanni Zedde, della Funzione pubblica CGIL, focalizza l’attenzione sui danni arrecati alle persone. «Il territorio rimane isolato e i pazienti si trovano nella situazione di non ricevere la giusta assistenza. Noi avevamo fatto un accordo, che prevedeva una sospensione del servizio e una riapertura immediata. I dipendenti sarebbero stati riassunti dalla cooperativa. I vecchi amministratori hanno fatto in tempo ad andare via senza fare assolutamente niente. Questi nuovi amministratori sfuggono. Non è possibile che se un’amministrazione cambia gli impegni presi non vengano più rispettati. Non siamo più disposti ad accettare che dei pazienti vengano trasferiti in strutture private quando abbiamo una struttura pubblica di eccellenza che deve funzionare.»
Anche il sindaco, Marco Corrias, si schiera dalla parte di pazienti e lavoratori e chiede che venga rispettata la parola data. «Questa struttura funzionava perfettamente. Accoglieva oltre 8 ospiti con patologie psichiche, che in questo paese si trovavano benissimo. Improvvisamente si sono ritrovati ad essere deportati, letteralmente. Tutto questo accadeva nel dicembre del 2018. Abbiamo protestato, ci siamo opposti con tutte le nostre forze e finalmente, a Cagliari, hanno firmato una lettera in cui ci garantivano che, nel giro di pochi mesi, terminati i lavori di ristrutturazione, avrebbero riaperto. Hanno mancato alla parola data e gli amministratori che sono arrivati dopo continuano a farlo. Questa struttura è costata allo stato 50mila euro ed oltre. Hanno fatto le ristrutturazioni e l’hanno lasciata abbandonata, mandando a casa 13 operatori, a cui sta per scadere la cassa integrazione. Noi chiediamo all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, al presidente Christian Solinas, ma soprattutto al commissario dell’ATS Giorgio Steri, che intervengano e facciano riaprire il centro. Non molleremo fino a quando la parola data non verrà confermata con i fatti.»
Federica Selis

 

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2 nuovi casi positivi al Covid-19 nella provincia di Sassari, nelle ultime 24 ore in Sardegna. Sono complessivamente 1.362 i casi accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. Nell’ultimo bollettino dell’Unità di crisi regionale si rilevano due casi nella provincia di Sassari, mentre i casi della provincia di Oristano scendono da 60 a 59 in seguito a verifiche che portano all’aggiornamento del dato. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 66.133 tamponi (958 nelle ultime 24 ore). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 11, di cui 1 in terapia intensiva, mentre 32 sono le persone in isolamento domiciliare, 43 gli attualmente positivi. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.168 pazienti guariti (+30 rispetto al dato precedente), più altri 20 guariti clinicamente. Nel bollettino odierno non si registrano nuove vittime, 131 in tutto.

Sul territorio, dei 1.362 casi positivi complessivamente accertati, 252 sono stati accertati nella Città Metropolitana di Cagliari, 98 nel Sud Sardegna, 59 (-1 rispetto all’ultimo aggiornamento) a Oristano, 79 a Nuoro, 874 (+2) a Sassari.

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Il Tar della Sardegna ha rinviato a dicembre la decisione su alcuni ricorsi riguardanti l’applicazione della legge che prevede il passaggio degli ex lavoratori Aras all’Agenzia Laore. Per gli altri ricorsi proposti, invece, è attesa a breve la decisione del Tribunale amministrativo regionale.

«E’ obiettivo dell’Amministrazione regionale individuare una risposta definitiva che possa conciliare le diverse esigenze, ponendo fine alla lunga vertenza ha detto l’assessore regionale del Personale, Valeria Satta -. Completando sia il concorso riservato che le procedure concorsuali interne e procedendo, nel contempo, all’espletamento del concorso pubblico previsto dalla legge regionale.»

«Stiamo lavorando per una soluzione che salvaguardi l’occupazione di oltre 200 lavoratori, che altrimenti, a dicembre 2020, rischierebbero il licenziamentoha aggiunto l’assessore Valeria Satta -. Così da garantire alla Regione un patrimonio di professionalità, prezioso per gli allevatori sardi, che non deve essere assolutamente disperso.»

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L’ASL Roma 1, in forma aggregata con altre aziende sanitarie di Roma, che già qualche giorno fa aveva bandito un concorso pubblico per l’assunzione di 326 collaboratori amministrativi cat. D, ha indetto una nuova selezione pubblica finalizzata all’assunzione di 406 Assistenti Amministrativi cat. C. I posti messi a concorso saranno così suddivisi: 234 presso l’ASL Roma 1; 116 presso l’ASL Roma 2; 24 presso l’AO San Camillo Forlanini; 15 presso l’INMI Spallanzani; 11 presso l’ARES 118; 3 presso l’IRCCS IFO Istituti Fisioterapici Ospitalieri e 3 presso il Policlinico Tor Vergata. Ai candidati sono richiesti il possesso del Diploma, il possesso della cittadinanza italiana, l’idoneità fisica all’impiego, il godimento dei diritti civili e politici, non avere condanni penali, etc. Se dovessero pervenire molte più domande di partecipazione rispetto al numero richiesto, l’Azienda dovrà procedere ad una prova di preselezione che consisterà in un quiz a risposte multiple inerenti il profilo professionale da ricoprire.

Il concorso sarà articolato in …

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_aslroma_6_20.html .

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I cinque ordini del giorno, rimasti fuori dalla discussione nell’ultima riunione del Consiglio regionale, ritornano sull’uscio dell’Aula sotto forma di mozioni, firmate da Pd, Leu e Progressisti «per offrire – cosi affermano gli esponenti dell’ala sinistra della minoranza – proposte, idee e progetti sui temi chiave della ripartenza sarda».

All’ex presidente dell’assemblea, oggi capogruppo dei democratici, Gianfranco Ganau, è spettato  il compito  di spiegare ai giornalisti, le ragioni della contestazione per l’esclusione dei documenti delle opposizioni dal dibattito che ha visto il presidente della Regione riferire sulla gestione dell’emergenza Covid e sulla Fase 3. «Gli ordini del giorno dei gruppi di minoranzaha affermato Gianfranco Ganau dovevano essere ammessi alla votazione, perché il Consiglio è stato convocato sulla base delle disposizioni dell’articolo 54 del regolamento e non già, come erroneamente asserito dalla maggioranza, in applicazione degli articoli 121 e 122 che, come è noto, non prevedono votazioni a conclusione del dibattito».

La sostanza delle mozioni che saranno proposte per l’esame in Aula, riguarda il succo del post pandemia e cioè la questione nodale delle risorse del Mes (meccanismo europeo di stabilità) e del Recovery fund (750 miliardi da distribuire ai paesi membri dell’Unione europea) insieme con le priorità che attengono il ritorno a scuola, la connessione a banda larga anche nei piccoli centri e le regole per la riapertura in sicurezza delle strutture turistiche dell’Isola.

A giudizio del centrosinistra (ma non del M5S, assente infatti alla conferenza stampa) serve che il presidente della Regione si attivi con «tutti gli strumenti politici, istituzionali e persuasivi per sensibilizzare il Governo nazionale a cogliere l’occasione offerta dall’Ue per poter utilizzare le risorse del Mes (37 miliardi per l’Italia) e del Recovey fund, per realizzare un moderno piano di sviluppo» Cesare Moriconi (Pd) ha parlato di «occasione irripetibile per ridisegnare e rammodernare strutture e servizi sanitari in Sardegna» ed intervenire per colmare «con una quantità di stanziamenti che mai più avremo a disposizione» i gap dell’insularità che, a suo giudizio, sono soprattutto infrastrutturali e riguardano principalmente acqua, trasporti e reti materiali ed immateriali.

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha criticato la proposta dell’esecutivo regionale, contenuta nella «presunta legge quadro per gli aiuti alle imprese», contenente l’emissione di titoli per finanziare la ripresa post pandemia («è molto pericolosa e altre Regioni anche nel recente passato l’hanno pagata assai cara») ed ha insistito sulla necessità di risposte “certe” sul tema dell’accoglienza dei turisti in sicurezza («al momento si fa confusione anche sul numero dei turisti nell’Isola, scambiando i pernottamenti per gli arrivi»). «Non sono più ammissibili ritardi – ha aggiunto Francesco Agus – e gli albergatori chiedono protocolli univoci per certificare la correttezza delle procedure applicate insieme con la sicurezza degli ospiti e dei  lavoratori».

«Nei nostri documenti – ha spiegato Eugenio Lai (Leu) – sollecitiamo dunque un confronto sui temi concreti e indichiamo soluzioni, progetti e risorse, mentre la maggioranza, con in testa il presidente Solinas, che dimostra di soffrire l’Aula e continua a promette vagonate di euro, cerca di portarci sulle polemiche sterili e improduttive». «Mes e Recovery Plan – ha dichiarato Piero Comandini (Pd) – sono indicazioni concrete mentre i fondi che ci propone il governo regionale rischiano di essere soltanto un’illusione». «Siamo pronti a contare uno per unoha incalzato l’esponente del Pdi 500 milioni annunciati da Solinas per la Fase 3 ed invito tutti a verificare dove siano gli euro degli stanziamenti promessi dalla Giunta nei diversi provvedimenti a sostegno delle imprese».

«Parliamo di questioni fondamentali, come il Mes e il Recovery ha concluso Massimo Zedda (Progressisti)e di temi centrali come la scuola, l’innovazione tecnologica, il turismo; mentre la Giunta delibera interventi con coperture finanziarie incerte e in parte frutto di rimodulazioni, e la maggioranza ci propone due testi di legge: uno per la speculazione edilizia sulle coste e nell’agro e l’altro sulla moltiplicazione delle poltrone con la creazione di enti inutili.»

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Stamane sono ripresi i lavori di riparazione del guasto verificatosi sulla condotta idrica in via Stazione, a Carbonianel tratto presente tra la rotonda di via Costituente (zona Iper Pan) e la rotonda che conduce a via del Minatore. I tecnici di Abbanoa hanno proceduto al taglio ed alla sostituzione del tubo lesionato.