25 December, 2025

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La commissione Bilancio, presieduta dall’onorevole Valerio De Giorgi (Misto), ha espresso all’unanimità parere favorevole alla deliberazione della giunta regionale n. 23/1 del 29 aprile 2020, concernente la costituzione, tramite la Banca europea per gli investimenti, di un apposito fondo denominato “Emergenza imprese”. L’iniziativa, che rientra tra quelle intraprese dall’esecutivo regionale per fronteggiare l’emergenza Covid-19, regola l’erogazione di prestiti a favore delle imprese «di qualsiasi dimensione e appartenenti a tutti i settori economici» con un’attenzione particolare per quelle del comparto turistico, alle quali sono riservate il 40 per cento delle risorse disponibili che ammontano, per il momento, a 200 milioni.

L’illustrazione del provvedimento è stata curata dall’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, che, sollecitato anche dagli interventi e dalle richieste di chiarimento dei consiglieri, Cesare Moriconi (Pd); Michele Cossa (Riformatori sardi); Eugenio Lai (Leu); Fausto Piga (FdI); Dario Giagoni (Lega); Gianfranco Satta (Progressisti); Giuseppe Meloni (Pd); Michele Ennas (Lega); Alessandro Solinas (M5S), ha precisato, nel dettaglio, le modalità di intervento e l’efficacia dello strumento finanziario che prevede un importo massimo erogabile di 5 milioni di euro con interessi zero. La commissione, in sede di parere, ha dunque accolto i suggerimenti dell’assessore riguardo l’allungamento dei tempi di restituzione dei prestiti (da 15 a 20 anni) e del preammortamento (qualora intervenga il via libera della Unione europea) da 24 mesi a 36 mesi, nonché la possibilità di un incremento delle risorse regionali destinate al fondo costituito con la Bei.

Successivamente, la Commissione ha proceduto all’elezione dei due segretari dell’ufficio di presidenza: Stefano Schirru (Psd’Az, in rappresentanza dei gruppi di maggioranza) ed Eugenio Lai (Leu, per i gruppi delle minoranze).

Il parlamentino del Bilancio ha approvato con lievi modifiche rispetto al testo esitato dalla Giunta, dunque, il disegno di legge n. 157 “rinegoziazione dei mutui con la Cassa depositi e prestiti e misure straordinarie per gli Enti Locali in materia di programmazione unitaria”.

L’assessore del Bilancio, in sede di illustrazione del provvedimento – che norma la rinegoziazione dei mutui in essere con la CDP («si otterrebbe un risparmio immediato di 27 milioni di euro per effetto dell’allungamento dei tempi di restituzione e per l’abbattimento degli interessi») – ha fatto appello perché il disegno di legge arrivi all’esame del Consiglio con procedura d’urgenza. Appello accolto solo parzialmente dai gruppi della minoranza che, pur dando l’assenso al testo di legge, hanno chiesto i termini per la presentazione della relazione di minoranza (dieci giorni), rimettendosi però alla decisione delle conferenza dei presidenti dei gruppi, per il ricorso all’articolo 102 del regolamento interno che, come è noto, dispone l’immediata iscrizione all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula.

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Dopo la bocciatura del progetto del ponte alto, la sezione Italia Nostra di Sant’Antioco auspica per il Sulcis opere pubbliche utili e condivise.

«È di questi giorni la notizia che il ministero delle Infrastrutture ha rigettato definitivamente il progetto del ponte alto che si intendeva realizzare a Sant’Antioco, in sostituzione dell’attuale si legge in una nota firmata da Antonello Meli. La notizia ha fatto registrare reazioni entusiastiche da più parti, in particolare dai sindaci del Sulcis e, a ragione, dal Comitato Porto Solky che si è fortemente impegnato per raggiungere questo importante risultato. Italia Nostra si è opposta sin dall’inizio a quel progetto inutile, costoso e impattante, si è costituita nella Conferenza di Servizi presentando osservazioni che illustravano l’inutilità e il danno paesaggistico e ambientale che l’opera avrebbe causato ed ha appreso quindi la decisione con grande soddisfazione. Basti pensare che i primi interventi fortemente critici dell’Associazione risalgono agli anni in cui quasi tutti davano per scontato che il ponte alto dovesse realizzarsi perché, mal informati, ritenevano che non si potesse bloccarne la costruzione, pena il pagamento di ingentissime penali o che si perdesse il finanziamento. Tant’è che la precedente Amministrazione comunale di Sant’Antioco decise di approvare l’opera senza neppure entrare nel merito della sua reale utilità, dell’impatto ambientale e delle ricadute economiche.»

«Solo la pervicacia del Comitato di cittadini che ha lavorato con competenza per portare a casa questo importante risultato, di Italia Nostra e di altre Associazioni ambientaliste ha convinto alcuni Enti decisori, in particolare i sindaci del Sulcisaggiunge Antonello Meli -, a manifestare opposizione a quel progetto e ad avanzare la richiesta di una rimodulazione del finanziamento. A ottobre 2019 il comune di Sant’Antioco ha finalmente deliberato contrarietà all’opera ribaltando la decisione assunta dalla precedente Amministrazione comunale e proponendo valide alternative. Importanti sono state le prese di posizione della Soprintendenza Archeologica e Paesaggistica del Sud Sardegna, dell’Ufficio Regionale per la Tutela del Paesaggio e del Servizio Valutazione Impatti Ambientali della RAS che hanno espresso pareri molto critici sul ponte alto e sulle modalità con le quali l’opera è stata proposta e progettata.»

«La vicenda insegna, tra l’altro, l’importanza della partecipazione attiva dei cittadini – peraltro costituzionalmente garantita – che ha permesso di raggiungere questo importante risultato. Ora si tratta di utilizzare nel migliore dei modi e senza inutili campanilismi il finanziamento previsto dal Piano Sulcis e, qualora non esistessero, di predisporre i progetti per le nuove opere. Tante sono le infrastrutture di grande utilità e non impattanti che potranno essere realizzate a partire dalla circonvallazione per Calasetta, al miglioramento dell’attuale ponte, alla riconversione ad uso diportistico del porto industriale e alla messa in sicurezza della viabilità al fine di creare i presupposti per un reale decollo dell’economia del Sulcisconclude Antonello Meli –. Auspichiamo che, traendo insegnamento dagli errori del passato, le nuove opere da realizzare siano davvero utili e condivise dall’intera comunità, senza che il dibattito scada in inutili e controproducenti polemiche.»

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Il primo giorno di spostamenti liberi da una regione all’altra, la Sardegna registra ancora zero contagi e zero decessi e, soprattutto, quasi dimezza il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, scesi da 21 a 12, con 1 solo paziente in terapia intensiva. La situazione continua a migliorare giorno dopo giorno. Resta invariato il numero delle persone in isolamento domiciliare mentre scende a 146 il numero degli attualmente positivi, 9 meno di ieri, esattamente i pazienti dimessi dall’ospedale perché guariti che portano il numero complessivo dei dimessi/guariti da 1071 a 1.080.
I casi di positività accertati dall’inizio dell’emergenza restano fermi a 1.357, le vittime a 131.

 

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Salvatore Deidda, deputato sardo capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Difesa, interviene dopo aver ricevuto la risposta positiva alla sua interrogazione dal sottosegretario di Stato della Difesa Giulio Calvisi, sul finanziamento di 800.000 euro per ulteriori interventi di riqualificazione delle palazzine della Caserma Trieste di Iglesias adibite a 1ª e 2 ª Compagnia.

«Ho ringraziato il sottosegretario Giulio Calvisi, sempre disponibile ed attento alle richieste dell’opposizione ma questa non è una vittoria di una sola parte ma è un grande risultato per Iglesias, il Sulcis e per i carabinieri, i suoi allievi e per il personale della Caserma, valido e professionale», spiega Salvatore Deidda che anche in passato aveva presentato diversi emendamenti, sempre respinti e bocciati.

«Non ci siamo dati per vinti e abbiamo continuato ad insistere perché è un intervento necessario e giusto. Siamo soddisfatti per il risultato raggiunto e vigileremo perché tutto vada in porto», conclude Salvatore Deidda.

Anche i ragazzi di Gioventù Nazionale Sulcis, entusiasti per questo grande risultato ottenuto commentano: «Dopo anni di battaglia in cui si chiedevano a gran voce dei fondi per la riqualificazione della struttura finalmente abbiamo avuto delle risposte. Per il nostro territorio e per la città di Iglesias in particolare è una vittoria. Un ringraziamento speciale va al nostro deputato Salvatore Deidda e al gruppo di Fratelli d’Italia per non essersi dati per vinti ed aver ascoltato il territorio», dichiarano Simone Valleri e Valerio Lecca, rappresentanti del movimento giovanile.

Grande soddisfazione arriva anche dalle parole di Gianluigi Rubiu, ex consigliere regionale e comunale della città di Iglesias: «Grande risultato che premia l’intensa attività politica del deputato di FdI Salvatore Deidda, questo finanziamento consentirà alla Caserma Trieste di adeguare ed ammodernare le proprie strutture per poter competere con le altre 4 strutture che in Italia formano gli allievi carabinieri. Un grande risultato per la città di Iglesias e per tutto il territorio, una vittoria della buona politica, fatta di dialogo e mediazione al di fuori degli schemi di maggioranza ed opposizione, con l’unico obiettivo del bene comune e l’interesse dei sardi e della Sardegna».

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«L’emergenza sanitaria generata dalla pandemia del Covid-19 ha imposto la chiusura forzata di tutti gli istituti scolastici ed il proseguimento delle lezioni attraverso la didattica a distanza. Se da un lato si è salvaguardata la salute dei nostri scolari e la prosecuzione dei programmi ministeriali, dall’altro si è perso il contatto sociale tra gli alunni e la capacità di interagire con il gruppo classe. Per tale motivo l’Amministrazione comunale di San Giovanni Suergiu ha deciso di dare la possibilità ai suoi studenti di incontrarsi e di salutare gli insegnanti per la chiusura dell’anno scolastico.»

Sabato 6 giugno, alle 9.30 e alle 10.30 presso il parco giochi di San Giovanni Suergiu, suddivisi in gruppi, nel pieno rispetto delle norme sanitarie anti-Covid, gli studenti che terminano la scuola dell’infanzia e quelli che terminano la primaria, potranno rivedersi per l’ultima volta prima di affrontare un nuovo corso di studi.

«E’ un’opportunità che il mondo degli adulti, amministratori, insegnanti e genitori, vogliono donare ai più piccolispiega il sindaco Elvira Usai la parte più fragile e anche quella che in questi ultimi 100 giorni ha sofferto maggiormente per la reclusione forzata a casa e l’impossibilità di giocare con i propri coetanei.»
«Per l’occasioneprecisa Marco Zusa, assessore dell’Istruzione e della Cultura sarà donato un simbolico segno di vicinanza alle famiglie che in questi mesi hanno affrontato spese non previste per la didattica o l’intrattenimento dei loro figli. A ogni bambino sarà consegnato un buono da spendere nelle cartolibrerie.»

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Ancora nessun nuovo caso positivo al Covid-19 e nessun contagio, in Sardegna, nelle ultime 24 ore.

Sono 1.357 i casi complessivamente accertati dall’inizio dell’emergenza. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 58.605 tamponi (381 oggi). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 13, dei quali 12 con sintomi e 1 in terapia intensiva, mentre 133 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 146. I dimessi/guariti sono 1.080. Il numero delle vittime è invariato, 131.
Sul territorio, dei 1.357 casi positivi complessivamente accertati, 252 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 97 nel Sud Sardegna, 59 a Oristano, 79 a Nuoro, 870 a Sassari.

 

 

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La commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc-Cambiamo) ha sentito in audizione i componenti del Comitato scientifico della Regione sull’emergenza Coronavirus ed i responsabili delle Assl della Sardegna centro-settentrionale sulla riforma del sistema sanitario.

Il Comitato scientifico (hanno preso la parola i professori Cucca, Cappuccinelli e Sotgiu, in sostituzione di Vella) ha fornito alla commissione una analisi sullo stato dell’epidemia Covid, che in Sardegna ha avuto una capacità di penetrazione circoscritta (attorno al 3% rispetto al 20% della Lombardia), dato che ha amplificato gli effetti positivi delle misure di lockdown e di protezione individuale ed ha consentito nel tempo di trattare i pazienti con più efficacia. Tuttavia, hanno sostenuto gli esperti, la scarsa conoscenza del virus non consente di affermare che alcune misure offrono uno “scudo totale” e nemmeno che certi strumenti diagnostici siano in grado più di altri di identificare gli individui contagiati che non presentano sintomi. Alcuni accertamenti, comunque, possono essere utili come “filtro”. Con un semplice test, ad esempio, sim sarebbe potuto evitare il recente contagio del cittadino emiliano arrivato nell’Isola per lavoro.

La situazione, in altre parole, è ancora eterogenea e fluida, per cui il virus potrebbe restare nella popolazione umana, sia pure con effetti diversi, fino a che non si troverà il vaccino.

Due approfondimenti specifici (richiesti rispettivamente dai consiglieri dei Progressisti Massimo Zedda e Laura Caddeo) sono stati riservati alle “app” ed alla situazione dei bambini. Sulle app, nazionale e regionale, gli esperti hanno chiarito che non fanno le stesse cose e sarebbe quindi meglio utilizzarle entrambe. I bambini, in secondo luogo, non possono essere considerati totalmente immuni ma avendo meno recettori localizzati in organi diversi da quelli vitali come i polmoni, in caso di contagio fanno registrare conseguenze molto meno gravi.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Nico Mundula (Fdi), Francesco Agus, Massimo Zedda e Laura Caddeo (Progressisti), Annalisa Mele (Lega).

Nella seconda parte della seduta, i vertici della Assl di Carbonia, Sassari, Olbia, Lanusei, Nuoro, Sanluri, Oristano ed Iglesias hanno fornito alla commissione la loro “lettura” delle proposte di riforma del sistema sanitario regionale. L’opinione comune è quella di una valutazione positiva dell’impianto legislativo, soprattutto, per quanto riguarda la scelta di fondo di collocare i presidi di salute pubblica nei territori lasciando alle grandi strutture ospedaliere la cura dei pazienti “acuti”. Una scelta che trova fondamento sia nella recente analisi della Corte dei Conti sul sistema sanitario nazionale che nella stessa esperienza maturata nella gestione dell’epidemia Covid-19.

I manager hanno però espresso alcune riserve sulla attuale configurazione dell’Ares, che a loro avviso, non si discosterebbe in modo significativo dalla precedente esperienza dell’Ats. Da questo punto di vista ha ottenuto una ampia condivisione la proposta di un “Comitato dei direttori generali” al quale dovrebbe essere assegnata la funzione di coordinare la programmazione centrale con le esigenze delle realtà periferiche.

  

 

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«A seguito dell’occupazione abusiva, la Difesa ha attivato il procedimento di sgombero, con comunicazione all’organo competente, la Prefettura di Roma, il 7 maggio 2020.  È stata interessata anche l’Avvocatura Generale dello Stato per intraprendere tutte le azioni più opportune per permettere alla Forza armata di rientrare nella piena disponibilità dell’immobile. Risultano, dunque, assolti tutti gli adempimenti di competenza, in attesa che la Prefettura, in coordinamento con il Comune e nell’ambito del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, possa provvedere allo sgombero dell’area in argomento.»

Lo ha detto il sottosegretario di Stato della Difesa, Giulio Calvisi, intervenendo oggi in Commissione Difesa nel corso del ‘Question Time’, rispondendo agli onorevoli Alberto Pagani (PD) e Luca Frusone (M5S), in merito ad un episodio di occupazione abusiva di un immobile della Difesa ad Ostia.

In risposta all’interrogazione presentata dall’onorevole Salvatore Deidda (Fratelli d’Italia), su questioni attinenti alle azioni intraprese per assicurare i necessari finanziamenti per il completamento della ristrutturazione della caserma “Trieste”, sede “storica” della Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias, il sottosegretario di Stato della Difesa Giulio Calvisi, ha poi dichiarato: «La Difesa ha programmato per gli anni 2022 e 2023 due interventi ulteriori di riqualificazione delle palazzine adibite a 1ª e 2ª Compagnia Allievi Carabinieri della Caserma “Trieste” di Iglesias, per un ammontare complessivo nell’ordine di 800.000 euro».

La Caserma “Trieste”, dotata di 70 camerate, disposte su tre palazzine destinate a Compagnie Allievi, per una capacità alloggiativa complessiva di 446 posti letto per il personale maschile e 96 per il personale femminile, nel corso degli anni è stata interessata da numerosi interventi manutentivi che hanno migliorato le condizioni degli allievi. Gli interventi di riqualificazione di queste due palazzine, programmati nel 2022 e 2023, contribuiranno a migliorare ulteriormente le condizioni abitative degli allievi carabinieri», ha concluso Giulio Calvisi.

 

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La bellissima notizia rilanciata nei giorni scorsi dal quotidiano “L’Unione Sarda”, che annunciava la volontà del dott. Renato Soru, proprietario della mitica colonia marina di Funtanazza, di andare oltre le resistenze burocratiche sinora manifestate, per tornare all’origine del recupero della memoria storica, con nuova destinazione, è un’esperienza che nel territorio arburese ha già un precedente: il recupero e la riconversione della colonia marina di Piscinas, parte integrante della miniera di Ingurtosu.

Considerata fra le più importanti opere sociali del mondo imprenditoriale di metà secolo scorso, le aree minerarie dispongono di importanti volumetrie, anche di natura storica, che meritano d’essere recuperate a nuovi fini imprenditoriali. Non tutto può esser musealizato, ma gli immobili di pregio, testimoni del passato minerario, vedi direzioni, ospedali, alloggi impiegati, operai, cantine e gli stessi complessi industriali, ormai svuotati dai loro macchinari, possono dar lustro a nuove intraprese imprenditoriali.

Funtanazza, nel cuore del litorale arburese, frutto della lungimiranza e dell’attaccamento alla miniera di Montevecchio dell’ing. Giovanni Rolandi, allora amministratore delegato della Società Monteponi Montevecchio. Così, in una nota del 1951, scriveva all’allora direttore della miniera l’ing. Filippo Minghetti: «… Per i bimbi dei nostri operai Le ho già fatto cenno di un mio disegno di costruire una colonia molto moderna ed efficiente al mare. Scartata Cagliari, ormai troppo affollata nel suo Poetto, volgo il pensiero alla costa disabitata del nord di Montevecchio… Certo sarà un’impresa grossa e prevedo non poche opposizioni, ma sono perfettamente persuaso che gli industriali minerari devono dare un contributo concreto alla salute delle nuove generazioni, e mi sembra che sia questo momento di buona tenuta dei prezzi per realizzare un’impresa che pur molto desiderata richiede molto coraggio. Poi torneranno i tempi normali e le possibilità di realizzare ci verrà allora preclusa. … A mio modo di vedere, i benefici sono di pertinenza di tutti coloro che hanno contribuito a realizzarli. I nostri due azionisti dopo l’esborso iniziale di 23 milioni nel 1922 non hanno più concorso … mentre ora il capitale azionario è di 2.500 milioni, con riserve per altri 1.500 milioni. Sono quindi 2.500 milioni pervenuti gratuitamente ai soci, oltre i non pochi utili loro distribuiti. A pari valore monetario il nostro capitale è quindi uguale a 2,67 volte quello ante-guerra, mentre il potere di acquisto dei salari si è accresciuto nel contempo di 2,30 volte. Si compie quindi un atto di doverosa giustizia nei riguardi dei nostri operai distogliendo dagli utili futuri i benefici che serviranno a pagare la colonia…»

Così riporta l’ing. Giuliano Marzocchi, vice direttore tecnico della miniera di Montevecchio, nella sua “Cronistoria della miniera di Montevecchio”, che così prosegue: «Con la consueta snellezza e celerità nell’operare, nell’aprile del 1951 fu costruito il consorzio per 18 km di strada da Montevecchio a Funtanazza, il 18 dicembre a Milano l’impresa Manfredi ricevette l’ordine, per un importo di 500 milioni, del primo gruppo di lavori per la colonia, che fu intitolata all’ing. Sartori. Nel 1952 furono eseguite la linea elettrica e la condotta, diametro 100 m/m, lunga 12 km, per portare l’energia e l’acqua da Montevecchio a Funtanazza e la strada arrivò al mare (fu fatta anche una deviazione di circa 2 km per la spiaggia di Gutturu Flumini, che divenne poi Marina di Arbus) e nell’anno successivo fu asfaltata».

In quel periodo Montevecchio fu oggetto di numerosi interventi di natura sociale, come la costruzione del villaggio Rolandi e le tre case a villaggio Righi. Mentre a Gennas (Montevecchio) venivano realizzate le abitazioni degli impiegati  e la caserma dei carabinieri, oggetto di encomio per la moderna struttura e attrezzatura di dotazione, da parte del Comando Generale dell’Arma di Roma, venne inaugurata dal presidente della Regione Sardegna, on. Crespellani.

Dopo 5 anni, il 13 maggio 1956, così ancora leggiamo dalle pagine dell’ing. Marzocchi: «…, in una domenica smagliante, presente con i figli dell’ing. Sartori, cui la colonia era intitolata. 1.500 dipendenti di Montevecchio e San Gavino, i maggiori esponenti del mondo religioso, industriale militare e politico sardo, cui diede il benvenuto il presidente della società, conte Carlo Faina. Era costata 1.587 milioni di lire fra terreni (25 milioni), costruzione dei 18 km della strada (398 milioni), 16 km di acquedotti (59 milioni), 11,5 km di linee elettriche e cabine (92 milioni) costruzioni murarie, superficie mq. 2.262 e volumi mc. 36.160 (595 milioni), infrastrutture e arredamento (329 milioni), due piscine, di cui una olimpionica (89 milioni).

La colonia iniziò a funzionare il 15 giugno ospitando 200 bambini (100 maschietti e 100 femminucce) per un mese, cui seguirono altri due turni analoghi, accuditi da quattro funzionari (sostituiti poi dalle suore), un medico, 10 maestre vigilatrici e 31 addetti ai servizi, tutti a carico della società la colonia continuò a funzionare ancora per altri 20 anni, ospitando gratuitamente e amorevolmente 600 figli di minatori ogni anno».

Prof. Tarcisio Agus

Presidente Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna