24 December, 2025

[bing_translator]

Sono 935 i casi di positività al Covid-19 riscontrati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza, 13 in più rispetto a ieri. I ricoverati con sintomi sono 122, i pazienti in terapia intensiva 26, gli ospedalizzati complessivamente 148, 673 i pazienti in isolamento domiciliare.

Le persone attualmente positive sono 821, 2 i nuovi attualmente positivi, 62 i dimessi (in attesa di conferma dall’Istituto Superiore di Sanità). I deceduti sono saliti a 52. I tamponi effettuati sono 7.680. 

Sul territorio, dei 935 casi positivi complessivamente accertati, 148 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+2 rispetto all’ultimo aggiornamento), 74 nel Sud Sardegna, 28 a Oristano (+1), 65 a Nuoro, 620 (+10) a Sassari.

[bing_translator]

In Sardegna risultano soffrire di Diabete circa 120.000 persone. Alle necessità e ai bisogni di salute strettamente legati alla patologia, si debbono purtroppo associare necessità e bisogni di natura organizzativa e amministrativa fondamentali per garantire la corretta terapia a tutti. Pensiamo alle visite di controllo periodiche, all’approvvigionamento di farmaci e presidi (insulina, siringhe, aghi cannule, sensori e strisce per l’autocontrollo, etc.), al rinnovo dei piani terapeutici e delle diverse autorizzazioni e  certificazioni.

Queste condizioni, quelle propriamente che derivano dall’organizzazione in ambito sanitario, e che impattano notevolmente sulla qualità della vita delle persone con diabete, sono quelle dove storicamente si registrano le maggiori difficoltà e i maggiori ritardi con forti livelli di disuguaglianza rispetto alle altre Regioni d’Italia.

Già lo scorso 21 gennaio la RSD convocata in audizione pubblica presso la VI commissione della Salute della Regione Sardegna ha avuto modo di segnalare diverse tra le maggiori problematiche sulle quali si reputa necessario un intervento riorganizzativo, e tra queste ve ne sono certamente  alcune che, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria derivante dalla pandemia Covid‐19, risultano improcrastinabili.

Non appare superfluo evidenziare che le indicazioni emanate dal Governo e dagli Organi Sanitari auspicano la riduzione degli spostamenti delle persone, e che dai report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a Covid‐19 in Italia pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, il Diabete mellito è per frequenza la seconda patologia osservata nei pazienti deceduti. Inoltre, la presenza di più patologie preesistenti, molto frequente nelle persone con diabete, fa impennare la possibilità di esito fatale dell’infezione.

Pertanto, in coerenza con gli attuali Decreti ed Ordinanze, ma anche con le iniziative temporanee già introdotte (vedi estensione della validità dei Piani Terapeutici scaduti o in scadenze nel periodo di emergenza; dematerializzazione della ricetta rossa ancora obbligatoria per farmaci inseriti in piano terapeutico e conseguente semplificazione per i pazienti con cronicità nel ritiro degli stessi), chiediamo risposte immediate ed urgenti su:

1) istanza inviata all’assessorato della Sanità della Sardegna lo scorso 1 aprile, tesa a rafforzare identica richiesta già inviata da Diabete Italia il 27 marzo u.s. (vedi allegati), e relativa alla  semplificazione del processo di ritiro di farmaci e presidi presso le farmacie Ospedaliere, meglio nota come distribuzione in forma diretta.

Questa modalità di approvvigionamento di farmaci, presidi e devices, riguarda un numero significativo di pazienti (oltre 5.000), e risulta fortemente problematica per i seguenti motivi:

• ridotta offerta di servizio erogato (apertura per solo poche ore alla settimana);

• la non capillarità delle strutture obbliga gli assistiti a spostamenti dal proprio Comune di residenza con percorrenze anche di diverse decine di chilometri.

Per contro sono state avanzate tre possibili alternative organizzative:

“previo appuntamento” presso i punti di distribuzione diretta;

• oppure presso le Farmacie private e convenzionate sul territorio attraverso l’estensione della modalità DPC (Distribuzione Per Conto), modalità già in essere per altri farmaci e materiali;

• oppure presso i punti di distribuzione diretta ma secondo una calendarizzazione basata sulla lettera iniziale del cognome del paziente al fine di evitare lunghe attese o viaggi inutili.

2) Attivazione della Teleassistenza. In questo momento, in ottemperanza ai DPCM dell’8 e 9 marzo 2020, sono sospese le visite programmate presso i Servizi e gli ambulatori di Diabetologia di tutta Italia. Ovviamente poiché il Diabete è patologia che è necessario gestire quotidianamente, aldilà del grave momento di emergenza sanitaria, le Società Scientifiche di AMD e SID (che rappresentano i medici diabetologi), insieme alle Associazioni dei pazienti, hanno chiesto oltre quindici giorni fa all’Assessorato alla Sanità della Sardegna l’attivazione ed il riconoscimento della tele assistenza (già operativa su gran parte del territorio nazionale).

La modalità ovviamente ancorché non esaustiva come solo può essere una visita tradizionale, risulta utile per soddisfare alcune importanti condizioni:

• viene comunque garantita una forma di assistenza terapeutica, escludendo quindi possibili gravi conseguenze dall’interruzione della stessa;

• viene fornito il necessario supporto ai pazienti attraverso l’esame e la comprensione dei dati glicemici giornalieri trasmessi per via telematica.

• è possibile intercettare casi di emergenza altrimenti sconosciuti e dagli esiti potenzialmente incerti e gravi;

• si riducono i possibili accessi agli ambulatori dei MMG e dei pronto soccorso.

Dott. Riccardo Trentin

Presidente Federazione Rete Sarda Diabete

[bing_translator]

Approderà in Consiglio regionale, domani mattina alle 11.00, il disegno di legge della Giunta che stanzia 120 milioni di euro a sostegno delle famiglie sarde messe in ginocchio dall’emergenza Covid-19. Maggioranza ed opposizione hanno trovato un accordo di massima su procedure e criteri di ripartizione delle risorse che ora dovrà essere ratificato dalla Conferenza dei Capigruppo e approvato dalla Commissione Bilancio. Il provvedimento, illustrato in mattinata dall’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino alla commissione Sanità, ha incassato il via libera dell’Anci. Il presidente dell’Associazione dei comuni Emiliano Deiana, collegato in videoconferenza, ha mostrato apprezzamento per la decisione della Giunta di affidare agli enti locali la gestione delle risorse e suggerito alcune modifiche al testo: «I Comuni hanno già nei propri bilanci i residui dei fondi Reis delle scorse annualitàha detto il presidente dell’Anciquesti denari possono essere messi da subito a disposizione delle famiglie in difficoltà e integrati con le risorse regionali».

Per Emiliano Deiana sarà importante rendere immediatamente disponibili le risorse: «Chi meglio dei sindaci conosce la realtà dei propri territori? Ora è importante individuare il fabbisogno reale e stabilire le priorità di intervento. Per velocizzare al massimo le pratiche occorrerà prevedere un modello agile di autocertificazione che consenta ai cittadini di attestare i propri bisogni. In un momento successivo si faranno i dovuti controlli».

Sulla ripartizione delle risorse si va verso il modello del Reis (30% in parti uguali a tutti i comuni, 35% in base al numero dei disoccupati, 35% in base alla popolazione). «C’è bisogno di uno sforzo straordinario per impedire che questa terribile emergenza sanitaria si trasformi in un’emergenza sociale – ha detto ancora Emiliano Deianail provvedimento, se ben calibrato, andrà in questa direzione. I sindaci in questa circostanza non chiedono più soldi per i propri comuni, ciò che serve è un criterio di equità».

Obiettivo indicato anche dall’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino che ha chiarito con quali risorse si andrà a coprire l’intervento: «Si tratta in gran parte di risorse reperite dal bilancio regionale attraverso aggiustamenti tecnici: 89 milioni arriveranno da riduzioni di spesa e rimodulazione di interessi di mutui, altri 31 dalle economie del programma Reis – ha spiegato Giuseppe Fasolinonon ci saranno invece tagli alla programmazione territoriale: da quel capitolo sono stati individuati 13 milioni sui 30 disponibili che saranno nuovamente finanziati nel 2021. Somme che non sarebbero state spese entro il 2020 e che invece torneranno utili per contrastare l’emergenza».

Lo stanziamento sarà interamente destinato alle famiglie che sono rimaste fuori dal decreto “Cura Italia” e che hanno visto ridursi drasticamente il loro reddito: «Mettiamo a disposizione circa 800 euro per nucleo familiare, stanziamento che potrà essere eventualmente aumentato per i nuclei più numerosiha aggiunto l’assessorechi ha ricevuto i 600 euro del bonus governativo potrà averne altri 200 dalla Regione. L’importante è fare presto, senza attardarsi sui dettagli. Diamo subito un ristoro alle famiglie e nei prossimi giorni potremmo procedere agli aggiustamenti che si rendessero necessari».

Tre le categorie di beneficiari individuate: lavoratori autonomi o partite iva, dipendenti che non beneficiano, o li ricevono in forma ridotta, di ammortizzatori sociali, disoccupati che non percepiscono il reddito di inclusione sociale. Sulla necessità di fare presto si sono pronunciati, pur con qualche distinguo, anche i consiglieri di maggioranza e opposizione che hanno chiesto di eliminare dal testo il limite dei 35mila euro riferito ai redditi del 2018. Per ottenere la misura di sostegno basterà, con tutta probabilità, una semplice autocertificazione.

Il testo è ora all’attenzione della Conferenza dei capigruppo. In tarda serata sarà esaminato dalla Commissione Bilancio per il parere finanziario.

La situazione sanitaria

Sulla situazione negli ospedali e nelle case di cura hanno invece riferito l’assessore alla Sanità Mario Nieddu ed il commissario straordinario dell’Ats Giorgio Steri. «Finora, anche se a fatica, siamo riusciti a contenere la diffusione del virusha detto Mario Nieddusperiamo di mantenere questo trend e di rallentare i contagi. La fornitura del materiale sanitario sta andando finalmente a regime. Ci sono state consegnate 1,7 milioni di mascherine. Altre ne arriveranno nelle prossime ore. Per questo abbiamo deciso di aprire un nuovo centro di smistamento alla Fiera di Cagliari».

Mario Nieddu ha poi annunciato l’arrivo di altri ventilatori dopo i 20 acquistati dalla Cina: «Anche questi saranno messi subito a disposizione delle strutture sanitarieha sottolineato Mario Nieddu – la Sardegna non è indietro. Siamo stati tra i primi ad adottare il criterio della separazione delle strutture “Covid” dagli altri ospedali. Oggi abbiamo diversi centri a disposizione a Sassari, Oristano e Olbia che consentiranno di affrontare meglio la situazione»  

Giudizio negativo da parte dell’opposizione sul metodo utilizzato nelle gestione dell’emergenza. Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha rimarcato l’assenza di qualsiasi interlocuzione tra Giunta e minoranza nonostante l’ampia disponibilità mostrata dai consiglieri di opposizione. «Abbiamo chiesto chiarimenti sulla misure di sicurezza negli ospedali, sui percorsi avviati per tutelare la salute di pazienti e operatori sanitari e sui controlli nei luoghi di lavoro ha detto Francesco Agusnon abbiamo avuto risposte. Stesso discorso per le cliniche private dove, secondo numerose segnalazioni, manca il personale qualificato per la gestione delle terapie intensive».

A Francesco Agus ha replicato l’assessore della Sanità: «Non abbiamo tempo di rispondere alle interrogazioni, in questo momento ci sono altre priorità. La sicurezza negli ospedali non dipende da errori di sistema ma da situazioni particolari. Quanto al coinvolgimento delle cliniche private lo abbiamo deciso per liberare gli ospedali e consentire loro di erogare le prestazioni ordinarie».

L’assessore ha poi risposto ad alcune domande sull’impiego di personale sanitario in strutture diverse da quelle assegnate e sui contratti in scadenza di organizzazioni sindacali e medici liberi professionisti. «Gli anestesisti destinati al Policlinico di Sassari torneranno a Oristano una volta passata l’emergenza – ha detto Mario Nieddusui contratti in scadenza, invece, stiamo rispettando la legge attingendo dalle graduatorie e applicando le nuove norme sui contratti degli autonomi».

Mario Nieddu ha parlato anche della situazione delle Case di Cura e delle carceri: «La repentina diffusione del virus nelle strutture per anziani di Sassari, Porto Torres e Bitti imponeva un intervento straordinarioha rimarcato Mario Nieddu ora grazie ai medici  militari la situazione sembra essere sotto controllo. Nelle carceri non risultano invece grosse criticità, in questo caso l’argine alla diffusione del virus è più semplice: basta sospendere le visite e controllare il personale penitenziario».

L’assessore della Sanità, rispondendo a una precisa domanda del capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, si è detto ottimista sull’avvio delle Unità speciali per la continuità assistenziale a cui affidare i controlli domiciliari dei malati e l’effettuazione di tamponi per la ricerca del virus: «Ci sono stati diversi incontri con i sindacatiha concluso Mario Niedducontiamo di firmare al più presto il protocollo d’intesa».

Allegate alcune foto della riunione e le interviste al presidente della commissione Sanità Domenico Gallus e al commissario straordinario dell’ATS Sardegna Giorgio Steri.

 

 

[bing_translator]

La consigliera regionale M5S Carla Cuccu ha presentato un’interrogazione rivolta all’assessore della salute Mario Nieddu ed al presidente della Regione Cristian Solinas, nella quale chiede perché non sono state riqualificate le strutture sanitarie pubbliche esistenti per l’emergenze Covid-19.

Carla Cuccu chiede, inoltre, se presso il Mater Olbia sia di prossima attivazione il nuovo reparto di malattie infettive di 16 posti letto, con stanze di degenza a pressione negativa, come previsto nella deliberazione della Giunta regionale n. 16/2 del 26 marzo 2020, col personale necessario. 

«Le risorse finanziarie stanziate per coprire i costi delle strutture sanitarie private potevano destinarsi ai presidi ospedalieri pubblici esistenti ed improvvidamente  depauperati. Il Policlinico Sassarese SPA ed il Policlinico Città di Quartu sono stati individuati in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento; mentre il Mater Olbia rimodulandone i posti letto – aggiunge Carla Cuccu -. Dagli organi di informazione si apprende che sarebbero strutture non ancora pronte ad affrontare l’emergenza sanitaria per carenze tecniche, strutturali e professionali da potenziare con personale pubblico, anche convenzionato, come accaduto per il Mater Olbia Hospital mediante il reclutamento di personale sanitario militare.»

Nei primi giorni di marzo l’on. Carla Cuccu segnalava la necessità di ripristinare l’ex struttura sanitaria di terapia intensiva del P.O. Santa Barbara di Iglesias; attivare la funzione di semi intensiva generale ed istituire la rianimazione nel presidio di Alghero-Ozieri; potenziare la rianinazione di Sassari e ripristinare l’ex reparto di rianimazione dell’ospedale Binaghi di Cagliari (eccellenza a vocazione pneumologica).

«Tutte strutture pubbliche idonee. Nell’ottica di razionalizzare la spesa pubblica sanitaria, in piena emergenza, anche nei presidi di Ittiri e Thiesi, che ospitano reparti di lungodegenza, si sarebbero potute recuperare le corsie chiuse. Nell’imprevista pandemia non vorremmo che si verificasse un golpe sanitario realizzando ciò che in regime ordinario non sarebbe stato possibile», conclude Carla Cuccu, segretaria nell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.

[bing_translator]

«Il lavoro agile, unico strumento che avrebbe potuto evitare questa catena di contagi, è stato adottato con troppo ritardo. E’ assurdo che società operanti nel settore delle telecomunicazioni si siano trovate così altamente impreparate dal punto di vista tecnico ed organizzativo

Lo afferma Marianna Stara, componente della segreteria regionale Uilcom Sardegna a proposito degli ormai sette casi di positività al Covid 19 registrati nel call center Comdata di Elmas.

«Lo sforzo messo in campo negli ultimi giorni è tardivo afferma Marianna Stara -: la nostra richiesta sin dai primi incontri a metà marzo è sempre stata quella di agevolare tale soluzione ma sino allo scorso 26 marzo solo su una commessa si era intrapresa questa strada (circa 60 lavoratori su 600). Solo in seguito si è allargata la platea forse anche sulla spinta dei contagi che si stavano registrando (anche in altre sedi del territorio nazionale). Ad oggi il call center è chiuso sino a data da definirsi, ma ancora troppi lavoratori non sono messi nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro e, pertanto, sono costretti ad utilizzare i propri istituti (per quanto concerne i dipendenti Windtre), oppure forzatamente in Fis (dipendenti Comdata):»

«La confusione che ha accompagnato tutta la vicenda con la chiusura e la riapertura della sede in diversi step di certo non ha aiutato a gestire una situazione già complicata con serenità, i ritardi e le comunicazioni confuse hanno fatto il resto – conclude la sindacalista -. Riteniamo che a tutti i lavoratori debba essere fornita la strumentazione per poter svolgere il lavoro in modalità agile: non possiamo pensare che a più di un mese dall’inizio di questa emergenza nazionale non si sia in grado di trovare delle soluzioni tecnologiche adeguate

La situazione attuale. Finora il call center Comdata di Elmas – che conta dipendenti Comdata, Interinali e anche dipendenti WindTre in distacco – ha registrato 7 casi accertati di Covid 19 e un numero imprecisato di quarantene e tamponi già effettuati. Questa mattina davanti alla sede erano posizionati due furgoni della ASL che dovevano fare i tamponi ai lavoratori e una lunga fila di macchine. Dopo l’ultimo caso registrato l’azienda sanitaria ha infatti deciso che i tamponi a domicilio sarebbero stati troppi da eseguire e ha richiesto che gli stessi fossero effettuati in sede, ma senza far scendere i lavoratori dalla propria auto. A questo proposito i lavoratori chiedono alla Asl una maggiore chiarezza sui criteri adottati per la convocazione per i tamponi e comunicazioni precise sulla messa in quarantena in modo da poter richiedere l’ammissione alla malattia.

[bing_translator]

Era nell’aria, in piena emergenza Coronavirus, e ieri sera è arrivata la conferma: il Consiglio dei ministri ha ufficializzato il rinvio delle elezioni amministrative 2020 al prossimo Autunno.

Il rinvio è stato inserito in una delle norme del decreto credito approvato dal Governo. Le elezioni si svolgeranno in una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre 2020. I Consigli comunali rimarranno in carica 4 mesi in più rispetto alla solita scadenza quinquennale e le elezioni andranno indette entro sessanta giorni dalla scadenza.

I Comuni interessati al voto, in Sardegna, sono 160 (4 con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, nei quali è previsto l’eventuale ballottaggio tra i due candidati alla carica di sindaco più votati al primo turno: Quartu Sant’Elena, Nuoro, Porto Torres, Sestu), così distribuiti nelle quattro Province e nella Città Metropolitana di Cagliari.

Città Metropolitana di Cagliari 6: Quartu Sant’Elena, Sestu, Uta, Maracalagonis, Settimo San Pietro, Villa San Pietro.

Provincia del Sud Sardegna 41: Arbus, Ballao, Barumini, Burcei, Dolianova, Domus De Maria, Escolca, Giba, Goni, Gonnosfanadiga, Guamaggiore, Guspini, Lunamatrona, Mandas, Monastir, Muravera, Musei, Nuraminis, Nurri, Orroli, Ortacesus, Pabillonis, Piscinas, Sadali, San Basilio, Sanluri, Santadi, Segariu, Serdiana, Seulo, Siddi, Silius, Suelli, Tratalias, Tuili, Ussana, Ussaramanna, Villamassargia, Villanova Tulo, Villanovafranca, Villaputzu.

Provincia di Nuoro 31: Nuoro, Aritzo, Arzana, Atzara, Austis, Belvì, Birori, Bortigali, Desulo, Elini, Gairo, Gavoi, Ilbono, Lei, Loceri, Lodè, Mamoiada, Noragugume, Ollolai, Olzai, Onifai, Osidda, Ottana, Posada, Sorgono, Talana, Tiana, Tonara, Torpè, Urzulei, Ussassai.

Provincia di Oristano, 41: Abbasanta, Allai, Arborea, Assolo, Asuni, Baressa, Bidonì, Busachi, Curcuris, Flussio, Fordongianus, Ghilarza, Gonnosnò, Gonnostramatza, Laconi, Masullas, Mogoro, Montresta, Neoneli, Norbello, Nurachi, Palmas Arborea, Pau, Paulilatino, Samugheo, San Nicolò Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Santu Lussurgiu, Seneghe, Sennariolo, Siamaggiore, Siapiccia, Simaxis, Suni, Tadasuni, Ula Tirso, Usellus, Villa Sant’Antonio, Villanova Truschedu, Seddiani.

Provincia di Sassari, 41: Porto Torres, Aggius, Berchidda, Bessude, Bonnanaro, Bortigiadas, Bottidda, Buddusò, Bultei, Burgos, Cossoine, Giave, Ittireddu, Ittiri, La Maddalena, Laerru, Luogosanto, Mara, Monti, Nule, Nulvi, Oschiri, Osilo, Ossi, Padru, Pattada, Perfugas, Ploaghe, Pozzomaggiore, Romana, San Teodoro, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa di Gallura, Siligo, Tempio Pausania, Tergu, Thiesi, Usini, Valledoria, Viddalba, Villanova Monteleone.

Sono state rinviate anche le elezioni suppletive in Sardegna per un seggio vacante al Senato nella circoscrizione di Sassari-Olbia, resesi necessarie dopo la prematura scomparsa, all’età di 53 anni, della senatrice del Movimento 5 Stelle Vittoria Bogo Deledda.

 

[bing_translator]

Nei prossimi giorni, verranno assegnati 33 nuovi mezzi ad altrettante stazioni del Corpo forestale in tutto il territorio regionale.

«Questa ulteriore dotazione si inserisce nelle attività di controllo per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019 ha spiegato il presidente della Regione, Christian Solinas -. Dal 14 marzo, donne e uomini del Corpo forestale regionale sono mobilitati in tutta l’Isola ed hanno realizzato, con grande impegno e professionalità, oltre 20.000 controlli nei litorali e nelle aree rurali per garantire la salute dei Sardi.»

Fino alla giornata di ieri sono stati effettuati 20.742 controlli: 5.522 nell’area territoriale di Cagliari, 4.334 Sassari, 3.136 Nuoro, 2.883 Tempio Pausania, 1.954 Lanusei, 1.727 Oristano e 1.186 Iglesias. Sono state comminate 374 sanzioni: 154 a Cagliari, 73 Sassari, 46 Tempio, 40 Iglesias, 30 Oristano, 27 Nuoro e 4 Lanusei.

«Per affrontare questa difficile emergenza epidemiologica era importante accelerare i tempi di consegna alle stazioni dei nuovi mezzi pick-up – ha evidenziato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis -. I mezzi potranno essere utilizzati anche per attività di spegnimento degli incendi, rurali e boschivi, e per altri interventi connessi al rischio idrogeologico e idraulico, a dimostrazione delle molteplici attività svolte con senso del dovere dalle donne e dagli uomini del Corpo forestale, sempre presenti in prima persona a tutela della vita dei Sardi e della propria terra.»

Ecco la lista delle stazioni che riceveranno il mezzo: Villanova Monteleone, Ittiri, Thiesi, Ploaghe, Bonorva, Buddusò, Nulvi, Luogosanto, Calangianus, Oschiri, Trinità d’Agultu, Tempio, Senorbì, Barumini, Dolianova, Villacidro, Cagliari, Sinnai, Escalaplano, Sant’Antioco, Fluminimaggiore, Neoneli, Samugheo, Seneghe, Bosa, Villagrande Strisaili, Seui, Gavoi, Tonara, Dorgali, Laconi, Macomer e Sorgono.

Nei giorni di Pasqua e Pasquetta, la presenza del Corpo forestale, soprattutto nei comuni costieri, sarà intensificata: «E’ importante ribadire l’importanza di rispettare le prescrizioni che le Istituzioni hanno stabilito. L’emergenza non è terminata, perciò è ancora fondamentale restare a casa, se non per gli spostamenti consentiti, esclusivamente per compravate esigenze lavorative, di salute ed indifferibili necessità», ha concluso il presidente Christian Solinas.

Il Consiglio regionale si riunirà mercoledì 8 aprile, alle ore 11.00. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo, presieduta dal presidente Michele Pais, riunita questo pomeriggio nell’aula consiliare per rispettare le distanze dovute all’emergenza Coronavirus. Alla seduta ha partecipato in videoconferenza il presidente della Regione Christian Solinas e in aula era presente l’assessore regionale del Bilancio Giuseppe Fasolino.
All’ordine del giorno dell’Aula sarà iscritto il provvedimento della Giunta che prevede uno stanziamento di 120 milioni di euro di fondi regionali, quindi immediatamente spendibili, a favore delle famiglie in difficoltà. Un provvedimento su cui maggioranza ed opposizioni hanno assicurato la massima disponibilità ad approvarlo nel più breve tempo possibile. “Ringrazio maggioranza e opposizione – ha detto il presidente Michele Pais – per la grande disponibilità dimostrata. La situazione in cui si trovano le famiglie sarde, a causa dell’emergenza Coronavirus, non consente di perdere neanche un minuto. Non è tempo di contrapposizioni, procediamo insieme per approvare al più presto questo disegno di legge che porterà un po’ di sollievo ai nostri concittadini”. La Conferenza ha, quindi, deciso, per domani alle 12.00, di convocare l’ANCI per dare un parere sul provvedimento in Commissione Sanità, che è riunita dalle 10.00 per fare il punto sull’emergenza Covid-19 in Sardegna con l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu ed il Commissario straordinario dell’Ats Sardegna Giorgio Steri. Alle 13,30, si riuniranno ancora i Capigruppo per un nuovo esame del testo. Alle 18.00 è convocata la commissione Bilancio che dovrà esprimere il parere sul provvedimento. Su specifiche domande dei capigruppo il presidente Christian Solinas e l’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino hanno specificato che i 120 milioni di euro non sono dovuti a tagli, ma i fondi sono stati presi da “manutenzione” dei capitoli di bilancio. Quindi, si è trattato di una rimodulazione su interventi che non si sarebbero potuti attuare entro il 2020. Il presidente Christian Solinas ha annunciato che la Giunta sta predisponendo un altro provvedimento a favore delle imprese che sarà presentato al Consiglio nelle prossime ore.

[bing_translator]

«Caro presidente Cristian Solinas, stai proponendo un’importante misura a vantaggio delle imprese. Su questo ovviamente siamo d’accordo, anche perché lo proponiamo da settimane, anzi ormai da mesi.
Quello che non mi trova invece d’accordo è limitare le garanzie all’80%. Non è il momento di chiedere cofinanziamenti, compartecipazioni eccetera.»

La proposta arriva da Roberto Deriu, consigliere regionale del Partito Democratico.

«È il momento di affiancarci alle nostre imprese in modo visibile reale e totale. Stanno tutte scommettendo sulla loro sopravvivenza, non incassano un euro perché la domanda è completamente ferma, dobbiamo garantire la liquidità, senza pretendere nessuna altro sforzo da parte loro, se non quello di sopravvivere, e ce n’è anche troppo. Dobbiamo stare accanto ai nostri coraggiosi imprenditori, datori di lavoro, produttori di beni di servizi e di occupazione – conclude Roberto Deriu -. Senza nessuna timidezza.»

[bing_translator]

Le segreterie Cgil della Sardegna Sud occidentale, la Funzione pubblica e lo SPI, hanno inviato una nota congiunta all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, ed al commissario straordinario dell’ATS Sardegna Giorgio Steri, sull’organizzazione sanitaria nei presidi ospedalieri di Iglesias e Carbonia.

Riguardo agli interventi posti in essere per affrontare l’emergenza Coronavirus, le segreterie Cgil rimarcano che «sarebbe dannoso verso la nostra comunità ed assolutamente controproducente persino dal punto di vista economico, pensare che un serio problema come quello della lotta al Coronavirus possa trasformarsi in un’occasione per tagliare ancora una volta i servizi per la nostra comunità. Riteniamo, soprattutto, irragionevole e dannoso accorpare la Ginecologia con l’Ostetricia, tagliando la metà dei posti letto, così come dannoso è sacrificare un’ala di Medicina del CTO in ragione di una bassa occupazione di posti letto, così come accorpare le attività di Urologia e Chirurgia del Sirai in un unico locale.»

«La nostra comunità, al pari di tutte le altre della Sardegna, aspira ad avere un numero di posti letto per attivi che lo stesso, DM 70/2015 individua come necessario per garantire il diritto costituzionale alla salute (0,3 per ogni mille abitanti) – aggiungono le tre segreterie Cgil della Sardegna Sud occidentale -. Invece, negli anni abbiamo assistito ad un depauperamento dei servizi offerti alla collettività del Sulcis Iglesiente, e dei centri periferici in generale, che ha scaricato sui cittadini che per trovare soddisfazione ai loro problemi di salute sono costretti a viaggiare, i costi che il servizio sanitario nazionale non voleva sopportare sulla scorta di una razionalizzazione, che oggi, in una situazione di stress particolare causata dalla pandemia in atto, ha mostrato tutte le conseguenze. Già da tempo, in un documento della Segreteria regionale della Cgil, abbiamo indicato quale struttura che poteva utilmente essere dedicata ad affrontare il serio problema di lotta al Covid-19 il presidio ospedaliero del Santa Barbara di Iglesias che, senza eccessive modifiche, potrebbe prestarsi alla finalità.»

«Questa opinione è stata condivisa ed espressa compiutamente dai Sindaci del territorio che sono la massima espressione sanitaria locale, oltre che sintesi della volontà popolare della comunità di riferimento – concludono le tre segreterie Cgil della Sardegna Sud occidentale -. La nostra comunità ha bisogno assoluto che i servizi sanitari siano potenziati e che anche la lotta al Covid-19 non sia ancora una volta a scapito di altri servizi. E’ auspicabile, pertanto, per nostro conto, che l’on.le assessore riconsideri quanto prima i propositi di riorganizzazione, rivalutando opportunamente sia le opinioni dei nostri sanitari, sia degli stessi Sindaci e delle forze sociali.»