22 December, 2025

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Poste Italiane informa che le pensioni del mese di febbraio verranno messe in pagamento a partire dal primo giorno del mese. Poste Italiane, infatti, negli uffici postali delle province di Cagliari e del Sud Sardegna disponibili il sabato, garantisce l’apertura secondo il consueto orario 8.20-12.35.

L’Azienda ricorda a tutti i pensionati che hanno scelto l’accredito della pensione sul loro conto BancoPosta o Libretto di Risparmio e in possesso della carta Postamat oppure della Carta Libretto e che non avranno modo di riscuotere il loro rateo già nella giornata di sabato, che nelle province di Cagliari e del Sud Sardegna sono operativi 102 ATM Postamat dove sarà possibile prelevare contante, fino a 600 euro al giorno, anche nella giornata di domenica 2 febbraio.

Inoltre, i pensionati con accredito su conto corrente BancoPosta o Libretto di risparmio postale, potranno usufruire di una polizza assicurativa gratuita che consente un risarcimento sui furti di contante subiti nelle due ore successive al prelievo effettuato sia dagli sportelli postali sia dagli Atm Postamat o bancari.

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Dopo il tavolo tecnico, tenutosi presso l’assessorato regionale dell’Ambiente il 14 gennaio scorso, ove si sono affrontati i temi della bonifica del rio San Giorgio ad Iglesias e quello del 22, per la bonifica della miniera di “Su Zurfuru” a Fluminimaggiore, possiamo dire che il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna finalmente dà il suo pieno contributo scientifico e di salvaguardia, tutelando, oltre che l’ambiente, il recupero di ambiti storico culturali da salvare che altrimenti andrebbero persi.

Grazie all’opera del Comitato Tecnico Scientifico, che non si riunisce più solo ed esclusivamente per i nulla osta su pratiche edilizie, ma entra nel merito a pieno titolo, sulle opere di bonifica che finalmente, dopo anni di stasi e qualche sporadico intervento, sono ormai decisamente in fase di avvio. Ai tavoli tecnici il rappresentante del Parco viene ora affiancato dal prof. Nanni del Giudice, del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari, componente esperto del Comitato, per l’assenza nell’organico dell’Ente di un tecnico ambientale.

Con questo nuovo corso il Parco Geominerario da soggetto, sino a questo momento, possiamo dire passivo sulle opere di bonifica, oggi, in stretta collaborazione con l’assessorato regionale dell’Ambiente ed i Comuni interessati, non si sottrae più all’indirizzo assegnatole dal Decreto Istitutivo, in particolare l’art. 2 comma 2: curare, d’intesa con gli enti locali preposti, il coordinamento degli interventi di bonifica, di riabilitazione e di recupero dei compendi immobiliari ex-minerari di cui agli specifici piani previsti dalle norme vigenti.

Diventa sempre più impellente procedere alle bonifiche ed in particolare nei luoghi di fruizione turistica, tema quest’ultimo prepotentemente emerso questa estate agli onori della cronaca, con la limitazione ai bagnanti ed ai frequentatori delle aree marine di Masua ad Iglesias e di Piscinas ad Arbus.

La bonifica del Rio San Giorgio e di “Su Zurfuru”, affronta, oltre i temi ambientali e di salute pubblica, anche il tema della fruizione di aree a vocazione turistica, in particolare a “Su Zurfuru”, frequentato  tutto l’anno, per la presenza del’interessante compendio museale.

“Su Zurfuru”, potrebbe rappresentare l’apri pista per tutti quei compendi ex minerari che ancora attendono d’esser messi in sicurezza e bonificati e che hanno potenzialità turistiche inespresse, causa il perdurare dello stato di degrado e dell’inquinamento ancora oggi presente.

Il complesso minerario adagiato su un crinale della montagna, oltre l’abitato di Fluminimaggiore lungo la via per il sito archeologico di Antas, custodisce un prezioso museo e importanti macchinari entro la laveria, ma queste ed altre testimonianze storiche ed architettoniche sono attorniate da diverse discariche che ne limitano la fruizione.

Il Parco ha espresso parere positivo per le bonifiche proposte ed  in particolare quelle che interessano le aree circostanti il patrimonio ex industriale, ad eccezione, per la sua importanza storica ed antropologica, della discarica creatasi dall’opera delle cernitrici, che riversavano, all’esterno della laveria, le parti scartate dalla cernita dei minerali.

Una importantissima testimonianza del lavoro femminile in miniera che dovrà essere salvaguardata in situ, con il recupero e la messa in sicurezza stabile, diventerà la prima area di studio e di fruizione scientifica a cielo aperto, grazie anche alla tipologia e consistenza di mineralizzazioni presenti di calcite, pirite, galena ed altre minori.

Prof. Tarcisio Agus

Presidente Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna

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«La decisione di un phase out dal carbone nel 2025 va accompagnata da interventi qualificati e adeguati per assicurare una transizione del sistema energetico in piena sicurezza che rispetti le specifiche peculiarità della Sardegna e non comprometta le prospettive di sviluppo dei nostri territori.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, al termine del vertice sull’energia convocato a Roma al ministero dello Sviluppo economico dal sottosegretario Alessandra Todde, al quale hanno partecipato l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, per delineare lo scenario futuro nell’Isola, in vista dell’uscita dal carbone nel 2025 delle centrali termoelettriche di Fiumesanto e del Sulcis. All’incontro erano presenti gli amministratori dei Comuni interessati (Portoscuso, Sassari e Porto Torres), i sindacati ed i rappresentanti delle società elettriche Terna, Enel e Invitalia e delle associazioni ambientaliste.

«Abbiamo definito con chiarezza la posizione della Regione sul tema, chiedendo soluzioni che ci vedano protagonisti e che portino vantaggi per il territorio e per i cittadini – ha detto l’assessore regionale dell’Industria Anita Pili -. Siamo consapevoli che esista l’esigenza di coniugare lo sviluppo e il risparmio del costo dell’energia con il rispetto dell’ambiente e su queste posizioni attesteremo la nostra azione.»

«Siamo convinti – ha sottolineato l’assessore Anita Pili – che la soluzione per ridurre l’impatto ambientale con il contenimento del costo dell’energia sia la realizzazione di una infrastruttura energetica che permetta di veicolare una fonte meno inquinante del carbone, utilizzabile in ambito termico ed elettrico, e che consenta di riconvertire i siti industriali, per essere competitivi sul mercato internazionale e soprattutto per garantire il livello occupazionale.»

All’interno del Pniec (piano nazionale integrato energia e clima), presentato alla Commissione europea, è già tracciato il percorso finora condiviso dalla Regione e dal Governo. Considerando l’obiettivo della decarbonizzazione, che nel Piano nazionale è legata alla distribuzione del metano in Sardegna.

«Lavorare per la corretta transizione energetica – ha aggiunto Anita Pili – significa lavorare per garantire condizioni di opportunità per le generazioni future, significa abbattere una delle condizioni di insularità della nostra isola, ma significa soprattutto, creare condizioni che arginino il largo fenomeno dello spopolamento. Ora – ha concluso l’assessore regionale dell’Industria – spetta all’Esecutivo nazionale decidere se metterci nelle migliori condizioni per abbandonare il carbone, consentendo così all’intero Paese di realizzare la decarbonizzazione.»

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«La fiducia dei cittadini è l’attestazione più importante e gratificante per il grandissimo lavoro che ogni giorno le Forze Armate svolgono a servizio della sicurezza e del mantenimento della pace sia nel nostro Paese sia nelle missioni all’estero.»

Lo dichiara il sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi, commentando il dato del 32° “Rapporto Italia 2020” dell’Eurispes, secondo il quale 7 italiani su 10 dimostrano apprezzamento per il lavoro delle Forze Armate.
«I dati del rapporto Eurispes, confermano la grande professionalità, la dedizione, il senso dello Stato di donne e uomini che ogni giorno svolgono compiti delicati e di grande responsabilità, per garantire la sicurezza e il benessere delle nostre comunità. L’apprezzamento degli italiani – conclude Giulio Calvisi – è non solo il segnale di una fiducia che si è costruita negli anni, ma rappresenta anche uno stimolo per le Forze Armate, per continuare a rafforzare la percezione positiva e il rapporto proficuo e solido con i cittadini.»

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Domani, 31 gennaio, Poste Italiane attiverà a Cagliari e Quartu Sant’Elena un servizio filatelico temporaneo con bollo speciale con la dicitura “Fontane d’Italia”.
Nell’occasione, dalle ore 10.00 alle 12.00, sarà possibile timbrare con il bollo speciale le corrispondenze presentate presso lo sportello filatelico dell’ufficio postale di Cagliari Centro in piazza del Carmine, l’ufficio postale di Cagliari 10, in via San Benedetto 57/a e l’ufficio postale di Quartu Sant’Elena 2, in via Verdi, 37.
In queste sedi sarà anche disponibile la cartolina dedicata al tema, sulla quale sarà possibile apporre un francobollo a scelta.
Eventuali commissioni filateliche potranno essere inoltrate a: Poste Italiane / Filiale di Cagliari. Per qualsiasi informazione o curiosità sugli annulli e sul tutto il mondo della filatelia è possibile visitare il sito www.poste.it/filatelia.html .

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«L’attività di donazione e trapianti ha registrato nel 2019 numeri positivi sul nostro territorio, con una considerevole inversione di tendenza rispetto all’anno precedente. Un aspetto che testimonia il grande potenziale di un ambito che in Sardegna esprime eccellenze e grandi professionalità. Come Regione mettiamo in campo ogni possibile strumento per far crescere un settore da cui dipendono la salute e la speranza di vita di tante persone.»

Sono le parole dell’assessore della Sanità, Mario Nieddu, che oggi, nel corso di un incontro a Cagliari, insieme al coordinatore del Centro regionale trapianti, Lorenzo D’Antonio, ha presentato il report sull’attività di donazione e trapianti in Sardegna nel 2019.

«Un ruolo significativo sulla crescita lo hanno avuto le segnalazioni dei soggetti che potrebbero essere idonei alla donazione, a riprova della capacità del nostro sistema di fare rete – spiega Mario Nieddu -. Nell’anno che si è appena concluso le segnalazioni (persone per cui è stata accertata la morte celebrale) 92, il 30% in più rispetto al 2018. Insieme a tutti gli altri indici sono cresciute anche le opposizioni che si attestano attorno al 23,9%, un dato comunque inferiore al 30% della media nazionale, ma che ci spinge a fare delle riflessioni e intervenire. Avvieremo una grande campagna di sensibilizzazione, per informare i cittadini in modo corretto.»

Nel 2019 i trapianti in Sardegna sono stati complessivamente 76 (contro i 64 del 2018): 27 i trapianti di fegato (compreso trapianto combinato fegato-rene) contro i 23 del 2018; 46 i trapianti di rene (compreso trapianto combinato fegato-rene) contro i 37 del 2018; 3 trapianti di cuore, contro i 2 dell’anno precedente.

Più che triplicati i prelievi di cornea (34).

Gli organi ceduti e trapiantati presso centri extraregionali nell’ambito dei programmi nazionali (pediatrico e iperimmuni) sono stati 64.

Sui tempi necessari a ricevere il trapianto la Sardegna registra attese inferiori rispetto alla media nazionale: 63 giorni per il trapianto di fegato (150 giorni media nazionale), 85,3 per il cuore (contro 360 giorni) e 240 giorni il rene (750 media nazionale).     

Nell’anno che si è appena concluso è inoltre cresciuto l’impegno del Centro Regionale Trapianti nella formazione e nell’informazione sia dei cittadini sia degli operatori sanitari. In particolare sono stati realizzati incontri con gli studenti delle scuole superiori e con le Forze Armate, con finalità di divulgazione della cultura della donazione e incontri di formazione in collaborazione con la facoltà di Scienze Infermieristiche dell’Università di Cagliari, con l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Cagliari e con il personale in servizio all’anagrafe dei Comuni della Sardegna nell’ambito del progetto ‘Una scelta in Comune’.

Sono circa 138.000 i cittadini sardi che hanno dichiarato ai Comuni la propria volontà. Di questi il 79,1% ha espresso il proprio consenso alla donazione (lo stesso dato a livello nazionale è del 70%), mentre le opposizioni si sono attestate al 20,3% (analogo dato a livello nazionale è del 30%).

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I deputati europei esortano la Commissione a presentare una strategia ambiziosa per la parità di genere, che includa delle misure per ridurre il divario retributivo di genere.

Nella risoluzione non legislativa approvata giovedì con 493 voti favorevoli, 82 contrari e 79 astensioni, il Parlamento accoglie con favore l’impegno della nuova presidente della Commissione di fare della «parità di retribuzione a parità di lavoro» il principio fondante della nuova strategia europea di genere che sarà presentata a marzo.

I deputati vogliono che tale strategia includa delle disposizioni vincolanti sulla trasparenza delle retribuzioni e sul divario retributivo tra i generi, da applicare sia al settore pubblico che a quello privato, nonché degli obiettivi chiari e un monitoraggio più efficace dei progressi compiuti. Chiedono inoltre che il Piano d’azione per affrontare il problema del divario retributivo di genere, che dovrebbe fissare obiettivi chiari per gli Stati membri al fine di ridurre il divario nei prossimi cinque anni, sia rivisto entro la fine del 2020.

Per affrontare alla radice le cause del divario retributivo, il Parlamento esorta gli Stati membri a investire nell’istruzione e nei servizi di assistenza alla prima infanzia, nonché nelle modalità di lavoro a misura di famiglia, così da garantire alle donne un’equa partecipazione al mercato del lavoro. Considerando che il divario retributivo di genere è più del doppio per i pensionati, i deputati chiedono anche delle disposizioni adeguate per le donne più anziane, come crediti per i periodi di cura, pensioni minime adeguate e prestazioni di reversibilità.

L’apprendimento continuo e la formazione professionale dovrebbero garantire alle donne l’accesso a occupazione e opportunità di alta qualità. In particolare, i deputati chiedono una maggiore promozione delle materie imprenditoriali, scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) e dell’educazione digitale per le ragazze fin dalla più giovane età, al fine di combattere gli stereotipi educativi esistenti e garantire alle donne l’accesso a settori in via di sviluppo e ben remunerati.

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Il Parlamento europeo invita la Commissione a proporre una legislazione più stringente sui caricabatteria standard entro luglio 2020.

Nel testo della risoluzione, in cui si chiede l’introduzione obbligatoria di un caricabatteria comune a tutti i dispositivi mobili, si afferma come vi sia una «urgente necessità di un intervento normativo dell’UE» per ridurre i rifiuti elettronici e dare ai consumatori la possibilità di effettuare scelte sostenibili.

La risoluzione non legislativa è stata approvata con 582 voti favorevoli, 40 contrari e 37 astensioni.

Il Parlamento vuole che la Commissione presenti entro luglio 2020 l’atto delegato che integra la direttiva 2014/53/UE sulle apparecchiature radio o, se necessario, una misura legislativa entro la stessa data.

Per non ostacolare l’innovazione, l’Esecutivo dell’UE dovrebbe garantire che il quadro legislativo relativo ai caricabatteria standard sia «esaminato periodicamente tenendo conto dei progressi tecnici». I deputati ribadiscono l’importanza della ricerca e dell’innovazione per migliorare le tecnologie esistenti e introdurne di nuove.

Inoltre, il Parlamento chiede alla Commissione di:

– adottare misure per garantire al meglio l’interoperabilità dei diversi caricabatteria wireless con le varie apparecchiature mobili

– prendere in considerazione iniziative legislative volte ad aumentare il volume di cavi e caricabatteria raccolti e riciclati negli Stati membri

– garantire che i consumatori non siano più obbligati ad acquistare un nuovo caricabatteria con ogni nuovo dispositivo.

La proposta per una vendita dissociata dei caricatori dall’acquisto di nuovi dispositivi dovrebbero essere introdotta insieme a una soluzione di ricarica standard, senza che questo generi un aumento dei prezzi per i consumatori.

Secondo le stime, ogni anno a livello mondiale vengono prodotti circa 50 milioni di tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, pari a una media di oltre 6 kg pro capite. In Europa, il totale dei rifiuti elettronici generati nel 2016 è stato di 12,3 milioni di tonnellate, pari a 16,6 kg in media per abitante. Inoltre, i brevi cicli di vita di alcuni dispositivi comportano la produzione di ulteriori rifiuti elettronici.

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Sono stati ripartiti, tra quarantaquattro enti locali, i 300mila euro stanziati dalla Giunta regionale per lo svolgimento di esercitazioni operative sul rischio idraulico e idrogeologico nell’ambito dei rispettivi piani di protezione civileOltre all’Unione dei Comuni della Marmilla e del Montiferru-Sinis, sono state finanziati i Comuni di La Maddalena, Barisardo, Serrenti, Sassari, Assemini, Oristano, Pula, Monserrato, Olbia, Sorso, Orani, Ales, Isili, Elini, Nuraminis, Orune, Ozieri, San Gavino, Gadoni, Esterzili, Orotelli, Ottana, Macomer, Belvì, Oliena, Villasor, Orgosolo, Alghero, Paulilatino. Quartucciu, Terralba, Bosa, Tortolì, Iglesias, San Nicolò Arcidano, Orosei, Elmas, Golfo Aranci, Siliqua, Urzulei, Talana e Siniscola.

«Vogliamo promuovere le esercitazioni programmate per ottimizzare il sistema regionale di protezione civile, garantendo la sicurezza dei cittadini anche attraverso l’organizzazione di attività di prevenzione, come esercitazioni ed altre attività addestrative e formative che li vedano coinvolti – ha spiegato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, che ha la delega in materia di protezione civile -. Le esercitazioni hanno l’obiettivo di testare l’efficienza operativa delle azioni previste nei piani comunali e intercomunali, coinvolgendo ed informando i cittadini sui rischi e sui comportamenti da tenersi in situazioni di emergenza, così da favorire l’eventuale azione di soccorso e mitigare gli effetti dì un evento calamitoso.»

Le esercitazioni servono anche a sperimentare l’efficienza della catena di comando e controllo e le modalità di coordinamento; valutare l’adeguatezza di risorse umane, materiali e mezzi disponibili; coinvolgere le organizzazioni locali di volontariato, i gruppi comunali di protezione civile, le compagnie barracellari e le strutture operative dell’amministrazione locale, regionale e statale; incentivare la predisposizione e/o l’aggiornamento dei Piani di protezione civile; favorire le attività di pianificazione e gestione delle emergenze a livello intercomunale.

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«L’endorsement sull’insularità per la calendarizzazione in tempi brevi della proposta di legge arrivato ieri durante la riunione dei capigruppo al Senato, è il segnale che la battaglia che stiamo combattendo trova finalmente eco anche a Roma.»

Così Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu in relazione alla sollecitazione arrivata ieri da Lucio Malan per la calendarizzazione della discussione sulla proposta di legge popolare di inserimento dell’Insularità in Costituzione.
«Il fronte unito che vede schierati in prima fila anche i parlamentari sardi – spiegano Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu – deve essere l’occasione per sanare quella ferita causata nel 2001 dalla modifica del titolo V della Costituzione, con l’eliminazione dall’art. 119 di ogni riferimento all’insularità. È stata, in quel momento, cancellata quella condizione di svantaggio che per anni era stata la base della specialità delle Isole e che oggi la Sardegna chiede a gran voce di rinserire.»
«Nessuno di noi – spiegano ancora i rappresentanti del Comitato per l’insularitàpuò considerarsi al riparo dai danni nefasti che scaturirebbero per i sardi di oggi e di domani se la Sardegna rimanesse immobile mentre le altre regioni d’Italia già combattono per i propri interessi. Nonostante  i trattati comunitari e internazionali – concludono Frongia e Mongiu – l’Isola continua ad avere uno svantaggio infrastrutturale e strutturale che si concretizza in danni di carattere sociale, economico, culturale. La battaglia che stiamo portando avanti a tutti i livelli per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione va proprio in questa direzione.»