21 December, 2025

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Dai tempi dello Zecchino D’Oro 2015 ne ha fatta di strada. Mario Donato Vinci vola ancora una volta oltre i confini dell’isola, scritturato dal noto produttore Lorenzo Vitali per interpretare il personaggio chiave del musical “A Bronx Tale”. Uno spettacolo che arriva per la prima volta in Italia direttamente da Broadway, per andare in scena dal 10 al 19 maggio al Teatro Nuovo di Milano, uno dei più importanti d’Italia.

Dieci anni, portamento spigliato, voce intrigante e un curriculum con tanti successi internazionali, dopo aver partecipato come ospite allo show “Students got talent” di Roberto Manca, il giovane cantante sassarese è stato notato e voluto dal regista Claudio Insegno e dal direttore artistico di origini sarde Giulio Pangi, per interpretare il ruolo del protagonista di una storia coinvolgente di lealtà e famiglia.

Ambientato nella New York degli anni Sessanta, il musical racconta le vicende del piccolo Calogero, figlio di immigrati italiani, che dopo aver assistito ad un omicidio da parte di Sonny, il boss del suo quartiere, decide di non denunciarlo e comincia a stringere con lui un rapporto quasi paterno.

Il giovane frequenta gli ambienti malavitosi gestiti dal gangster e ben presto, in età adulta, si scontra con il volere del padre e si ritrova a lottare per la sua amata, una ragazza afro-americana, contro i pregiudizi della sua comunità.

Lo spettacolo, che andrà in scena con un cast formidabile, nasce dalla storia di Chazz Palminteri e ha debuttato a Broadway nel 2007 per la regia di Robert De Niro e del pluripremiato ai Tony Awards, Jerry Zaks, con le musiche di Alan Menken (cantautore di Beauty and the Beast), i testi di Glenn Slater e le coreografie di Sergio Trujillo.

Nel cast sono presenti importanti volti del panorama del teatro e dello spettacolo italiano, a partire da Marco Stabile nei panni di Calogero adulto; Roberto Rossetti che interpreta il papà di Calogero e Valentina Gullace nei panni della mamma; Andrea Carli in quelli di Sonny; Giulio Pangi nel ruolo di Rudy the Voice, proprietario del bar e socio di Sonny; Umberto Noto nei panni di Tony 10e10 solo per citarne alcuni. Mario Donato è già al lavoro da fine aprile nel capoluogo lombardo, dove ha iniziato a prendere confidenza con il ruolo e con gli altri membri del cast durante le prove dello spettacolo.

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Dopo la conferenza della musicologa Aurora Cogliandro sulle figure dei maestri Renato Fasano, Oscar Crepas ed Ennio Porrino, il IX Festival pianistico del Conservatorio, che quest’anno omaggia gli ottant’anni dell’istituzione musicale, entra nel vivo con il primo dei suoi concerti.

Lunedì 6 maggio, alle 20,30, nell’Auditorium del “Da Palestrina”,è in programma una serata dedicata alla memoria di Renato Fasano, direttore negli anni Venti dell’Istituto musicale cagliaritano (l’odierno Conservatorio di Cagliari).

Protagonisti del concerto saranno la pianista Angela Oliviero, solista nel Concerto in re minore BVW 1052 per pianoforte ed archi di Johann Sebastian Bach ed il violinista Attilio Motzo, alla guida dell’Ensemble Palestrina, composta dai violinisti Corrado Lepore e Marco Ligas, dal violista Dimitri Mattu, dal violoncellista Oscar Piastrelloni, dal contrabbassista Alessio Povolo e dal clavicembalista Michele Nurchis, in veste di solista e direttore nelle “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi.

Nato da un’idea di Stefano Figliola, pianista e docente al “Da Palestrina”, il festival quest’anno ha per sottotitolo “…80 ma non li dimostra…”. Dopo quello di lunedì, il prossimo appuntamento sarà il 13 maggio, sempre alle 20,30, nell’Auditorium, col concerto in ricordo del maestro Oscar Crepas.

 

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Anche i presidi ospedalieri della Sardegna aderiscono alla giornata mondiale per la promozione dell’igiene delle mani in programma domani, domenica 5 maggio. Quest’anno lo slogan dell’iniziativa, lanciata dall’Organizzazione mondiale della sanità nel 2005, è “Salva le vite: pulisci le tue mani”.

Per l’occasione la Regione Sardegna ha ideato un manifesto informativo a disposizione di tutti i presidi della rete sanitaria dell’isola. Un messaggio, rivolto a operatori e pazienti, dove sono stati riportati 5 semplici, ma fondamentali, passaggi per una pratica considerata il cardine della prevenzione delle infezioni associate all’assistenza.

Secondo i dati dell’European Centre for Disease Prevention and Control, in Europa, oltre 4 milioni di pazienti (7% dei ricoveri ospedalieri) contraggono ogni anno un’infezione correlata all’assistenza. Circa il 30% di queste infezioni sono considerate prevenibili da programmi di igiene e controllo intensivo.

I cinque momenti fondamentali per l’igiene delle mani ricordati dall’Oms – non a caso si è scelto il 5 di maggio per la celebrazione della giornata mondiale, così come 5 sono le dita della mano – sono nell’ordine:

– prima del contatto con i paziente; – prima di una manovra asettica; – dopo l’esposizione a un liquido biologico; – dopo il contatto con il paziente; – dopo il contatto con ciò che è intorno al paziente.

L’iniziativa vuole richiamare l’attenzione sull’importanza di questa semplice procedura non solo nella prevenzione della diffusione delle malattie infettive, ma anche nella lotta all’allarmante fenomeno dell’antibiotico-resistenza.

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Domani, domenica 5 aprile, a Cagliari il festival Echi lontani prosegue con un concerto dal titolo ‘Monteverdi: III libro dei Madrigali’, evento che rientra nel progetto pluriennale del festival dedicato all’esecuzione integrale dei madrigali del grande compositore di Cremona.

L’appuntamento è alle 11,30 nella chiesa monumentale di Santa Chiara – salita Santa Chiara – dove si esibirà l’ensemble vocale Ricercare (composto da Alice Madeddu e Maria Paola Nonne, soprani, Federica Moi, alto, Alessandro Porcu, baritono, Alessio Faedda e Manuel Cossu, tenori, Andrea Macis, basso) diretto da Riccardo Leone.

Dopo il concerto di domenica, Echi lontani ritorna sabato 11 maggio, sempre a Cagliari, con un concerto dell’organista Gianluca Cagnani, tra i più notevoli esperti e studiosi dell’opera di Johann Sebastian Bach.

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Francesco Porcu.

Destinare alla ricettività diffusa riqualificando parte delle 260mila abitazioni vuote esistenti in Sardegna e in gran parte presenti nei piccoli borghi dell’interno dell’isola, destinati a scomparire nonostante abbiano spesso caratteristiche storico-architettoniche di rilevante interesse. E’ questa la proposta che la Cna Sardegna lancia alle istituzioni sarde in un dossier che, censendo l’impressionante mole di edifici inutilizzati nell’isola soprattutto nelle zone dell’interno (metà dello stock residenziale non utilizzato nella nostra regione si trova in nuclei urbani piccoli o piccolissimi), evidenzia l’enorme opportunità rappresentata dalla creazione di alberghi diffusi in quei territori: questo modello di sviluppo turistico ed economico – di cui la nostra è tra le regioni italiane pioniere – non crea impatto ambientale ma contribuisce a rivitalizzare il territorio recuperando, riqualificando e mettendo in rete le strutture esistenti, rilanciando attività tradizionali in fase di dismissione e stimolando nuove iniziative imprenditoriali.

«L’indotto turistico potrebbe costituire una carta vincente per il rilancio sociale ed economico di molte realtà in declino dell’isola – spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna, commentando il dossier – e l’attività di riqualificazione del patrimonio edilizio e degli spazi della vita comune potrebbe rappresentare un’opportunità di lavoro non trascurabile per le imprese artigiane locali

In base all’ultimo Censimento ISTAT della popolazione e delle abitazioni (2011) in Sardegna ci sono 261.120 “abitazioni vuote”, pari al 28,2% del patrimonio edilizio complessivo, che in gran parte si trovano nei centri urbani: in 579 città o paesi sardi si contano ben 212.496 abitazioni vuote, pari al 25,6% dello stock residenziale complessivo. Nei 596 nuclei minori (insediamenti costituiti da un gruppo di almeno quindici edifici e almeno quindici famiglie residenti) le abitazioni vuote sono invece 21.455, con una quota sullo stock complessivo che sale al 61,7%. La restante parte (27.169 abitazioni, pari al 43,9% dello stock) è disseminata nel vasto arcipelago di edilizia diffusa che costella il paesaggio sardo. Sebbene nella definizione ISTAT si considerino vuote anche quelle abitazioni occupate saltuariamente per brevi periodi, e quindi anche seconde case utilizzate per turismo o vacanza si tratta di un grande patrimonio edilizio sottoutilizzato e dal grande potenziale economico, sociale e culturale.

Tabella 1 – Popolazione, famiglie e abitazioni per ampiezza demografica di centri e nuclei abitati

Classe di ampiezza demografica località Numero località Popolazione Famiglie Abitazioni per stato di utilizzo Altro tipo di alloggio
Occupate Occupate da non residenti Vuote Totale
Meno di 10 abitanti 143 410 255 244 1 5.531 5.776 3
10 – 49 abitanti 307 8.056 3.913 3.817 6 17.191 21.014 30
50 – 149 abitanti 202 17.494 7.719 7.547 13 16.391 23.951 39
150 – 249 abitanti 72 13.683 6.043 5.910 3 10.341 16.254 20
250 – 499 abitanti 85 30.605 13.658 13.364 9 18.752 32.125 48
500 – 1999 abitanti 206 222.601 93.485 92.135 55 53.142 145.332 1.001
2000 abitanti ed oltre 160 1.256.598 515.894 506.105 1.088 112.603 619.796 1.088
Totale 1.175 1.549.447 640.967 629.122 1.175 233.951 864.248 2.229

Fonte: stime Cna Sardegna su dati ISTAT

La distribuzione territoriale del patrimonio non utilizzato disegna la mappa dello spopolamento e dell’abbandono di piccoli centri urbani e borghi che, spesso, presentano caratteristiche storico-architettoniche di rilevante interesse. In tutta la Sardegna si contano 143 centri e nuclei abitati con meno di dieci abitanti ma con un patrimonio abitativo non utilizzato di 5.531 abitazioni, pari al 95,8% dello stock. In altre parole si tratta di un comune di dimensioni medie composto solo da case vuote. Ma non solo: nei 307 piccoli insediamenti con popolazione compresa tra 10 e 49 abitanti risultano non utilizzate ben 17.191 abitazioni, l’81,8% del patrimonio complessivo; infine, nelle 202 realtà con popolazione compresa tra 50 e 149 abitanti le abitazioni non occupate sono 23.951, con una quota sullo stock che rimane elevatissima, pari al 68,4%.

Si tratta di numeri impressionanti che, spingendosi fino a piccoli centri fino a 2 mila abitanti, portano a dire che la metà dello stock residenziale non utilizzato in Sardegna (121.348 abitazioni su un totale di 233.951) trova collocazione in nuclei urbani piccoli o piccolissimi.

Questa circostanza – sottolinea lo studio della Cna sarda – da un lato evidenzia l’esistenza di sempre più rilevanti fenomeni di degrado fisico e impoverimento socio-demografico dei piccoli centri dell’isola, dall’altro suggerisce la necessità di focalizzare l’attenzione su una risorsa che potrebbe rappresentare un importante volano di rilancio economico per realtà ormai avviate ad un inesorabile declino.

Si pensi ad esempio alle iniziative dei Comuni di Ollolai (Nuoro) e Nulvi (Sassari) che per combattere lo spopolamento e riportare i giovani nei paesi hanno aderito ad un programma di alienazione del patrimonio disabitato al prezzo simbolico di un euro, con l’obbligo per l’acquirente di realizzare interventi di recupero e riqualificazione dell’immobile.

L’albergo “diffuso” in Sardegna

Di grande interesse – secondo la Cna Sardegna – sono anche tutte le iniziative orientate a sostenere il rilancio economico di realtà in declino con la creazione di alberghi diffusi, alberghi residenziali e B&B, concepiti come sistema a rete a gestione centralizzata delle prenotazioni e dei servizi accessori (dalle pulizie, alla ristorazione, alle visite guidate, al noleggio di mezzi di trasporto, ecc.). Si tratta un modello di offerta ricettiva di recente diffusione in Italia ed Europa, tra l’altro riconosciuto in modo formale per la prima volta proprio in Sardegna con una normativa specifica del 1998, la cui particolarità consiste nell’offrire agli ospiti l’esperienza di vita in un autentico borgo storico o in un piccolo nucleo rurale, alloggiando in case e camere che distano non oltre 200 metri dal “cuore” dell’albergo diffuso, dove è situata la reception, gli ambienti comuni, l’area ristoro e tutti gli altri servizi che contraddistinguono l’ospitalità alberghiera.

I numeri. Attualmente la Sardegna conta 8 delle 57 strutture riconosciute ufficialmente dall’Associazione Nazionale Alberghi Diffusi, lo stesso numero del Lazio e, tra tutte le regioni italiane, inferiore solo alla Toscana (9). Gli alberghi diffusi censiti dalla Regione sarda sono 14 e le statistiche sull’offerta turistica evidenziano un notevole potenziale di crescita per queste particolari forme di ospitalità alberghiera. Nel 2018 i 14 alberghi diffusi e gli 80 alberghi residenziali, con una offerta complessiva di 14.278 posti letto (l’1,5% delle strutture e il 6,5% dei posti letto), hanno infatti accolto 192.756 arrivi e 1.182.513 presenze, pari rispettivamente all’8,1% degli arrivi e l’11% delle presenze complessivamente registrate in regione.

«La storia di queste realtà mostra chiaramente gli effetti rigenerativi che sono in grado di innescare, dando opportunità di rilancio ad attività tradizionali in fase di dismissione (forni e caseifici artigianali, lavorazione tessuti, ecc.) e stimolando la creazione di nuove iniziative (visite guidate, corsi su produzioni tipiche, intrattenimento, ecc.) – aggiungono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu. Quello dell’albergo diffuso è senza dubbio un modello di sviluppo del territorio che non crea impatto ambientale, visto che non prevede nuovi sviluppi edilizi ma si limita a recuperare, riqualificare e mettere in rete le strutture esistenti. L’attività finisce sempre per costituire l’elemento attorno al quale la comunità si ricostituisce, stimolando iniziative e coinvolgendo i produttori locali come componente chiave dell’offerta

Tra le possibili strategie per la rivitalizzazione di borghi in abbandono – secondo la Cna sarda – vanno valutate anche le iniziative focalizzate alla creazione di sistemi ricettivi orientati a target ben specifici, quali anziani in cerca di ambienti sani e lontani dallo stress metropolitano o persone che necessitano di periodi di riabilitazione e assistenza medica.

Il ruolo della pubblica amministrazione nella valorizzazione dei borghi

Secondo la Cna Sardegna le iniziative imprenditoriali per la valorizzazione dei piccoli borghi dell’isola presuppongono però un contributo molto più attivo delle amministrazioni pubbliche locali, nel ruolo di promotori o facilitatori nelle fasi di acquisizione degli immobili e nella redazione del progetto, che, quasi sempre, data la rilevanza dei fattori messi in campo, assume il carattere di un vero e proprio progetto urbanistico.

«Il ruolo dell’amministrazione è assolutamente centrale per creare i presupposti dell’iniziativa privata – concludono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu -: dalla ideazione, alla redazione fino allo sviluppo del progetto». Le amministrazioni possono chiamare dei soggetti privati attraverso un bando pubblico coinvolgendo imprese locali, artigiani, commercianti, ristoratori. Oppure valutare una proposta privata concordando i dettagli del progetto per massimizzare le ricadute di interesse pubblico ed eventualmente integrando la proposta con altri interventi finanziati in partenariato o mediante fondi specifici (giardini pubblici, luoghi d’incontro e spazi museali, ecc.).

Il ruolo della pubblica amministrazione, evidenzia la Cna sarda, può inoltre consistere nella intermediazione tra proprietari degli immobili e gli imprenditori che intendono realizzare l’iniziativa; l’amministrazione locale può realizzare autonomamente programmi di acquisizione di immobili dismessi, offrendo il patrimonio acquisito per la realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale; può inoltre attivarsi nel raccogliere e mettere in contatto i proprietari degli immobili dismessi con gli imprenditori interessati allo sviluppo del progetto.

Quanto alle risorse finanziarie, i programmi possono essere realizzati con risorse esclusivamente private oppure con un cofinanziamento pubblico-privato: in questo caso l’amministrazione si può attivare nell’individuazione di canali di finanziamento nazionali e UE.

Spesso – rileva infine lo studio della Cna – è la scarsa dotazione di infrastrutture e servizi a costituire una barriera insormontabile all’avvio di iniziative di valorizzazione dei piccoli borghi, ma il recente sviluppo di servizi erogati dagli enti locali attraverso il web piò offrire un’alternativa efficace: l’amministrazione pubblica può perciò attivarsi promuovendo lo sviluppo di una efficiente piattaforma per l’accesso ai servizi (carte di identità elettronica, certificati, modulistica ed autorizzazioni) ma creando dei centri polifunzionali che ospitino, alternativamente, un ufficio postale o un locale del municipio, un laboratorio medico, un centro di assistenza fiscale, in modo da assolvere alle funzioni di interesse per le nuove comunità dei borghi.

 

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È iniziata l’esercitazione “Iglesias 2019”, con la simulazione di un intervento di protezione civile in seguito ad un elevato rischio idrogeologico nelle Frazioni di Bindua e San Giovanni Miniera e nella zona di Corso Colombo.

– Ore 7.30. Attivazione del COC (Centro Operativo Comunale)

– Ore 8.00. Valutazione congiunta dello stato di emergenza da parte di Sindaco e Prefettura.
Allerta di tutte le Forze dell’Ordine, compreso il corpo dei Vigili del Fuoco e del servizio 118.

– Ore 8.15. Comunicazione alla SORI (Sala Operativa Regionale Integrata) di attivazione delle 9 funzioni del Piano Comunale di Protezione Civile (ad esclusione del censimento danni).

Attualmente i mezzi di soccorso delle Forze dell’Ordine si stanno recando nei luoghi prestabiliti.

Prossimo aggiornamento alle ore 11.00 circa.

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«Gli indennizzi ad agricoltori e allevatori dopo le alluvioni del 2017 non posso aspettare. Serve un urgente intervento del presidente Christian Solinas.»

Carla Cuccu, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, interviene a sostegno del mondo agricolo che ha chiesto al Governatore sardo tempi più veloci per i pagamenti e una riforma del settore.

«Non è accettabile che lo stallo sulla nomina dell’assessore all’Agricoltura possa proseguire. L’immobilismo politico danneggia il mondo produttivo isolano – aggiunge Carla Cuccu – e sapere che da due anni sono state liquidate appena 10 pratiche delle oltre 10.000 domande di risarcimento presentate vuol dire che burocrazia non fa rima con amministrazione efficiente.»

I fondi europei sono una risorsa fondamentale per lo sviluppo della Sardegna, e le emergenze della nostra Isola dovranno essere una priorità dell’aula di Bruxelles. «Per questo – sottolinea Carla Cuccu – è fondamentale dotare la Regione di una riorganizzazione della macchina amministrativa, con funzionari e specializzazioni che si occupino di predisporre i bandi, e di ottenere finanziamenti da poter liquidare in tempi brevi e certi».

La consigliera regionale pentastellata punta il dito anche contro il cattivo uso dei fondi europei. «Tra Por, Fesr, e altri fondi comunitari è aumentata la disponibilità di risorse per la Sardegna rispetto a quanto era stato chiesto ma, nonostante ciò, è stato dimostrato che la classe politica non è riuscita a spenderle bene».

«La classe politica – conclude Carla Cuccu – in questi anni si è distinta per una scarsa capacità dell’uso di queste risorse fondamentali per lo sviluppo della nostra economia. Noi vogliamo dar voce e dignità alla Sardegna in Europa.»

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Il presidente della Regione, Christian Solinas ha riunito stasera nella sala Emilio Lussu a Villa Devoto la Giunta regionale. Tra i provvedimenti adottati, su proposta del presidente, l’approvazione degli indirizzi per lo svolgimento delle elezioni dei sindaci e dei consigli comunali dei Comuni della Sardegna.
Su proposta dell’assessore dell’Ambiente, Gianni Lampis, sono state approvate le prescrizioni regionali antincendi relative alla Campagna 2017/2018, aggiornamento 2019. Nel documento sono descritte tutte le misure dirette a contrastare le azioni che possono determinare innesco di incendi e a disciplinare l’uso del fuoco per l’intero anno solare. La dotazione di mezzi prevede, per questa stagione, tra l’altro, l’utilizzo di 11 elicotteri e 3 Canadair. Le prescrizioni approvate sono previste ed individuate dal Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi.

«Confermiamo anche quest’anno la dotazione del personale dell’Agenzia Forestas per accelerare e completare le operazioni di sfalcio nei territori comunali, nonché delle associazioni di protezione civile, del corpo forestale regionale e la disponibilità ad utilizzare le associazioni di volontariato presenti nei singoli Comuni» ha spiegato l’assessore. Un’ulteriore novità è rappresentata dal coinvolgimento di Abbanoa e Anas, rispettivamente per l’utilizzo degli idranti nel territorio e del personale per accelerare lo sfalcio nelle adiacenze dei tracciati stradali di pertinenza.
L’assessore Gianni Lampis ha portato in approvazione anche il provvedimento che permette al comune di Pula la prosecuzione degli importanti interventi per la messa in sicurezza dell’area archeologica di Nora.

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Il Consiglio regionale si riunisce mercoledì 8 maggio, alle ore 11.00. All’ordine del giorno ci sono le dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione Christian Solinas. La discussione generale sulle dichiarazioni programmatiche si aprirà venerdì alle 10,30. A norma del Regolamento del Consiglio ogni consigliere regionale che si iscrive potrà  intervenire per un massimo di 15 minuti.

Al momento non ci sono certezze sulla presentazione, da parte del presidente Christian Solinas, dei sette assessori ancora mancanti nella sua Giunta.

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Per la prima volta nella sua storia, il Comune di Sant’Antioco ottiene la Bandiera blu. Un importante riconoscimento internazionale che proietta Sant’Antioco tra le mete turistiche di qualità. Ad aggiudicarsi il prestigioso vessillo è la spiaggia di Maladroxia, in grado di offrire ogni genere di servizio ai bagnanti (compresi i portatori di disabilità, grazie allo stabilimento “Isola del Cuore”, dedicato a pazienti affetti da patologie gravi e gravissime). 

«È un sogno che si avvera – commenta il sindaco Ignazio Locci – abbiamo creduto fortemente nelle potenzialità di Sant’Antioco, certi di poter strappare la Bandiera Blu. Con immensa gioia, ho il piacere di annunciare che isseremo la bandiera nella nostra bellissima spiaggia di Maladroxia il primo luglio 2019. Siamo orgogliosi di essere riusciti a raggiungere questo obiettivo. Tengo a ringraziare gli Uffici Comunali che si sono impegnati per produrre l’istanza al Fee Italia. La procedura, infatti, è molto lunga e complessa: prevede ben due step, a novembre e a dicembre. È richiesto uno screening completo del territorio: dalla qualità delle acque (le nostre sono certificate come “Eccellenti”), ai numeri sulla raccolta differenziata, nonché una mappatura completa dei luoghi di interesse, da quelli naturalistici (SIC e ZPS) a quelli archeologici e culturali. E ancora: le attività che vengono svolte all’insegna della valorizzazione dell’ambiente e del decoro urbano, la tipologia dei servizi presenti nella spiaggia candidata e, più in generale, nell’intero territorio comunale. Insomma, un iter lungo che, alla fine, ci ha visto vincitori. È evidente che Sant’Antioco e Maladroxia meritavano questa “medaglia”. E ad ulteriore conferma di ciò, sta il fatto che per la copertina delle Bandiere blu 2019 il FEE Italia ha scelto proprio uno scorcio della nostra spiaggia, in cui spiccano le sue acque cristalline.»

La notizia è stata ufficializzata questa mattina, a Roma, presso il CNR, dove si è tenuta la conferenza di presentazione delle Bandiere Blu 2019. In rappresentanza del comune di Sant’Antioco, erano presenti l’assessore Comunale Renato Avellino e il Consigliere comunale Pasquale Renna. «Siamo orgogliosi di aver rappresentato Sant’Antioco a questo importante evento – commentano Renato Avellino e Pasquale Renna – portare a casa la Bandiera Blu consegnataci stamane è un vero onore. Questo è un successo di tutti e tutti insieme dobbiamo dare il massimo per conservarla nel tempo».

In Sardegna, complessivamente, le spiagge sarde che hanno ricevuto la bandiera blu sono quattordici. Nel Sud Sardegna, oltre la spiaggia di Maladroxia, esordiente, ci sono la conferma di Porto Tramatzu, a Teulada e Mare Pintau al Poetto di Quartu Sant’Elena. Nel Sassarese ed in Gallura hanno ricevuto la bandiera blu Badesi, Trinità d’Agultu e Vignola, Santa Teresa Gallura, La Maddalena, Palau, Castelsardo, Sorso e Porto Ferro. Torre Grande in provincia di Oristano e, infine, Tortolì e Bari Sardo in provincia di Nuoro.