25 December, 2025

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Stanze più accoglienti, con bagno in camera in un reparto completamente ristrutturato. Sono i nuovi locali che la struttura complessa di Chirurgia generale del Santissima Annunziata andrà a occupare a breve, al secondo piano dell’ospedale di via Enrico De Nicola.

A presentarli questo pomeriggio sono stati il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso, il direttore sanitario aziendale Nicolò Orrù, il direttore amministrativo Lorenzo Pescini quindi il direttore della Chirurgia generale Pietro Niolu, il direttore della direzione medica di presidio Bruno Contu. All’incontro erano presenti, inoltre, Pier Paolo Terragni delegato del rettore, direttore dipartimento emergenza-urgenza, Giuseppe Passiu direttore della Patologia medica, Giuseppe Argiolas per la Clinica medica, Franco Bandiera della struttura complessa di Medicina interna, Pina Brocchi direttore del dipartimento Professioni sanitarie e Roberto Manca responsabile dell’Ufficio tecnico.

Un totale di 750 metri quadrati per 23 posti letto suddivisi in 4 stanze quadruple, 2 stanze triple e una singola, tutte dotate di bagno per disabili. A queste si aggiungono una sala per le medicazioni, una per i medici e una per la caposala.

I lavori, realizzati dalla ditta Campesi di Olbia, hanno avuto un costo di 500mila euro. Sono state realizzate opere di adeguamento edile e impiantistico, con la realizzazione di nuovi impianti di gas medicale, elettrico e idrico-sanitario quindi ancora di condizionamento e per la sicurezza antincendio.

Le opere sono state realizzate in circa sei mesi e hanno tenuto conto della presenza di reparti di degenza adiacenti, come la Cardiochirurgia, evitando interferenze e disservizi.

Il trasferimento qui della Chirurgia generale, adesso ospitata al quarto piano del Santissima Annunziata, consentirà, intanto, di mettere a disposizione dell’utenza stanze con maggior comfort. Inoltre, una volta riqualificati gli spazi che la Chirurgia generale lascerà liberi al quarto piano, lo spostamento permetterà all’Azienda ospedaliero universitaria di trasferire all’interno dell’ospedale di via De Nicola le strutture di Clinica medica e Patologia medica che si trovano nei vecchi locali della palazzina di viale San Pietro.

Il progetto della direzione, inoltre, prevede lo spostamento dei locali dedicati a spogliatoi al secondo sotto-piano dell’ospedale di via De Nicola, con la realizzazione di percorsi protetti e l’installazione di videocamere di sorveglianza.

L’obiettivo, una volta conclusi i lavori, è la creazione di un dipartimento medico (al quarto piano è presente, infatti, la struttura di Medicina) che vedrà in posizioni vicine unità operative tra loro complementari. Questo consentirà di organizzare al meglio le guardie mediche e le attività del personale infermieristico. Avvicinare le due strutture a vocazione internistica, inoltre, consentirà all’azienda di risparmiare sui costi del trasporto sanitario.

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Oggi al Parlamento europeo si è tenuta una conferenza ad alto livello sul futuro degli oceani, alla quale hanno partecipato oltre 1.200 fra leader politici, ricercatori ed esperti del settore.

Nel suo intervento, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha dichiarato:

«Mari e coste pulite sono una risorsa economica, commerciale e turistica unica al mondo. Ma se non agiamo subito, se continueremo a sfruttare ed inquinare i nostri oceani in maniera irresponsabile, entro il 2050 nei mari vi sarà più plastica che pesce.

Il Parlamento europeo è in prima linea nella battaglia per la sostenibilità ambientale. Stiamo dando risposte concrete ai milioni di ragazzi scesi in piazza per chiedere di salvaguardare il pianeta e i suoi oceani. Siamo dalla loro parte.

Ci siamo battuti per includere la tutela degli oceani fra gli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite. La scorsa settimana, a Strasburgo, abbiamo approvato una direttiva che mira a ridurre drasticamente la quantità di plastica in mare, anche facendo in modo che le navi smaltiscano i propri rifiuti a terra.

Il 70% degli oggetti che inquinano i nostri mari sono composti da plastica monouso – ha aggiunto Antonio Tajani – per questo, il Parlamento europeo ha approvato una direttiva che vieta questo tipo di plastica a partire dal 2021. Inoltre, abbiamo varato un pacchetto sull’economia circolare che mira a cambiare il modo in cui produciamo, rendendolo più sostenibile ed incentivando il riciclo ed il riutilizzo dei rifiuti. Il nostro obiettivo è riciclare almeno 1 milione di tonnellate di plastica. In termini ambientali ciò equivarrebbe a togliere ben 1 milione di auto dalle strade».

Anbtonio Tajani ha concluso ricordando che il Parlamento europeo chiede maggiori sforzi anche in termini di investimenti: «La battaglia per il pianeta si combatte anche dotandosi delle risorse necessarie. Il Parlamento europeo ha chiesto di aumentare del 50% i fondi del nuovo programma Orizzonte Europa, portandoli a 120 miliardi di euro, anche per puntare su tecnologie pulite e sull’economia circolare. Chiediamo che almeno il 30% di tutte le azioni previste nel prossimo bilancio dell’Unione 2021-2027, e il 35% di Orizzonte Europa, vada a sostegno della sostenibilità. Tutela dell’ambiente, ricerca, innovazione, industria sono indissolubilmente legate. La continua dialettica tra Università, centri di ricerca, associazioni e imprese è la chiave per un proficuo matrimonio tra ambiente ed un’economia innovativa e competitiva che possa creare nuovi posti di lavoro».

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Il direttore generale dell’Aou di Sassari lascia la direzione dell’azienda di viale San Pietro per assumere un incarico analogo in Toscana, all’Azienda sanitaria Sud-Est.

Il manager con una lettera aperta coglie l’occasione per salutare tutto il personale dell’Aou.

Carissimi tutti,

come è noto, il 21 marzo lascio l’incarico di direttore generale di questa Azienda ospedaliera per assumere analogo incarico presso l’Azienda sanitaria Toscana Sud-Est.

Un incarico di prestigio, come lo è stato quello ricoperto qui a Sassari dall’ottobre 2016, e per questo una scelta non facile su cui hanno contribuito anche motivazioni personali.

Gli anni trascorsi a Sassari sono stati impegnativi, caratterizzati dalla definizione dell’assetto aziendale reso problematico dalle caratteristiche storiche dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari e dalla incorporazione dell’ospedale Santissima Annunziata.

Ci sono stati dei momenti difficili. Mi riferisco, a esempio, alle criticità nei processi di fornitura di beni e di servizi – assicurate come è noto negli anni da proroghe di fatto -, alle carenze soprattutto di personale amministrativo, alle problematiche conseguenti alle condizioni logistiche e strutturali degli immobili ospedalieri.

Durante questi anni, ho dovuto prendere delle decisioni complesse, ma che sono riuscito ad affrontare adottando uno stile direzionale aperto e di ascolto, grazie all’appoggio e al sostegno dei professionisti tutti di questa Azienda ospedaliera che, in ragione del diverso ruolo ma con lo stesso impegno e sacrificio, hanno reso possibile con grande dedizione la cura dei pazienti che alla nostra Azienda ospedaliera si sono rivolti.

Tanti sono gli obiettivi che abbiamo raggiunto insieme e che ci hanno visto protagonisti: dall’approvazione del primo atto aziendale di questa Aou, che ha definito le modalità di integrazione della componente ospedaliera e di quella universitaria, alla creazione dei dipartimenti tra cui l’innovativo dipartimento delle Professioni sanitarie che valorizza il ruolo del personale infermieristico, ostetrico, tecnico e di supporto nell’organizzazione ospedaliera, dalla certificazione dei fondi contrattuali – mai avvenuta dall’atto di costituzione dell’Azienda – alla definizione del processo di liquidazione ai diversi operatori economici di fatture non pagate che ha determinato ad oggi la corresponsione in due anni di circa 71 milioni di euro per forniture rese all’Aou quindi alla stabilizzazione del personale precario, qualcuno anche da 15 anni.

E ancora, dall’avvio dei lavori del nuovo ospedale con l’abbattimento del Palazzo Rosso per la realizzazione della palazzina del dipartimento Tutela salute donna e bambino alla ristrutturazione del pronto soccorso, dalla ristrutturazione di alcuni reparti di degenza alla riqualificazione delle sale operatorie dell’ospedale Santissima Annunziata, quindi dal nuovo DH oncologico alla definizione di percorsi assistenziali, tra cui ricordo quello per il tumore al seno, per i disturbi nel sonno in età pediatrica e per il melanoma.

Un grazie va a tutti voi: direttori di strutture, personale della dirigenza medica, sanitaria, amministrativa e tecnica, del comparto ed alle Organizzazioni Sindacali con i quali abbiamo portato avanti un lavoro improntato alla trasparenza e al continuo confronto, sempre sul piano della correttezza tra le parti.

Un grazie particolare va al dottor Nicola Orrù e al dottor Lorenzo Pescini che, con me, hanno creduto nelle potenzialità di questa Azienda ospedaliero universitaria e al personale della segreteria della direzione che in questi due anni e mezzo si sono succedute.

Un grazie al presidente della Regione Francesco Pigliaru, all’assessore regionale della Sanità Luigi Arru e al magnifico rettore dell’Ateneo turritano Massimo Carpinelli, con i quali abbiamo condiviso il progetto dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari come nodo hub di riferimento del Nord Sardegna.

Un grazie ai consiglieri regionali quindi al Sindaco di Sassari e all’amministrazione comunale, all’Arcivescovo di Sassari e al Prefetto che mi hanno supportato nei tanti momenti istituzionali difficili.

Raccolgo in Toscana un testimone importante, per portare avanti una sfida di grande responsabilità nel guidare la più grande azienda sanitaria della Toscana, la seconda in Italia, per estensione territoriale, circa 11.560 km² con una popolazione di circa 800.000 abitanti.

Si chiude quindi per me un’esperienza importante in Sardegna dove mi sono sentito – io di origine isolana – cittadino di questa Isola e, ancora di più, di Sassari anche per l’affetto e la simpatia che ho ricevuto dalle persone, donne e uomini, pazienti, familiari, cittadini che ho conosciuto in questi quasi tre anni di incarico.

Ritengo che l’Azienda ospedaliera universitaria che lascio cominci ad avere un soddisfacente grado di maturità e un proprio assetto organizzativo che – mi auguro – possa migliorarsi sempre più.

Per ognuno di Voi il mio personale augurio affinché possiate continuare a lavorare nel rispetto dei principi morali che ci siamo dati nell’atto aziendale e per rendere migliore l’esperienza del Paziente in Ospedale.

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Nell’ambito della XVIII Settimana nazionale della prevenzione oncologica, si terrà sabato 23 marzo, con inizio alle 17.30, nel Foyer del Teatro Lirico di Cagliari, con il patrocinio della Fondazione dello stesso Teatro, il Concerto dell’Ensemble Mixis Musica Etica. L’ingresso è libero.

Il programma:

Tomaso Albinoni

Concerto n. 3 op. 9 per due oboi, archi e continuo in fa maggiore

(Allegro – Adagio non troppo e cantabile – Allegro)

Johann Joachim Quantz

Concerto QV 6:7 per due flauti e orchestra in sol maggiore

(Allegro ma non tanto – Andante – Allegro assai)

Franz Joseph Haydn

Sinfonia Hob 1:8 in sol maggiore “Le Soir”

(Allegro molto – Andante – Minuet – “La Tempesta” presto)

Ensemble “Mixis – Musica Etica”

Violini:

Lucio Casti, Donatella Carta, Peter Maio, Maria Teresa Sabato, Sara Scalabrelli, Maria Giuseppa Parisi, Elisabetta Paolini

Viole:

Salvatore Rea, Stefano Carta

Violoncello:

Vladimiro Atzeni

Contrabbasso:

Sandro Fontoni

Flauti:

Stefania Bandino, Riccardo Ghiani

Oboi:

Salvatore Chierchia, Francesca Viero

Corni:

Luca Maria Leone, Federico Mauri

Clavicembalo:

Francesca Carta

Fagotto:

Francesco Orrù

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I due volumetti “Sardegna al femminile. Storie di donne speciali”, pubblicati nel 2017 dal quotidiano “L’Unione Sarda” (collana “La biblioteca dell’identità”) in collaborazione con la rivista “La donna sarda”, riportano le sintetiche schede biografiche di ben 68 donne che nella loro lunga o breve vita hanno suscitato sentimenti di rispetto e ammirazione nei confronti della Sardegna. Alcune di esse (poche) sono famosissime o quanto meno famose anche fuori della comunità dei sardi (residenti ed emigrati): Eleonora d’Arborea, Grazia Deledda, Maria Carta, Marisa Sannia, Maria Lai, Edina Altara;  molte di esse  però nell’isola non sono valorizzate come meriterebbero o addirittura non sono conosciute. Questo repertorio biografico (peraltro acquistabile a un prezzo assolutamente accessibile presso lo store del quotidiano cagliaritano) serve a colmare in maniera esauriente la carente memoria regionale sulle più importanti personalità femminili di cui la Sardegna dovrebbe andare orgogliosa.

Questa utile opera di consultazione è frutto del lavoro di ricerca e di redazione di dodici studiose sarde ma, tra esse, quella che ha firmato il numero più alto dei testi (ben trenta) è la giovane giornalista cagliaritana Federica Ginesu.

Per l’iniziativa “Parole…Illustrare un ruolo. Omaggio alle eccellenze sarde”, legata alla Giornata Internazionale della Donna, bene hanno fatto perciò i Circoli culturali “Sardegna” di Como e Circolo “Amsicora” di Lecco  a invitare, per una conferenza tutta al femminile, proprio  Federica Ginesu, della quale, in più, è giusto dire che l’8 marzo  scorso, a Cagliari,  ha ricevuto, per la sezione Giornalismo-categoria carta stampata e Web (per l’articolo “I loro insulti per i nostri tacchi” pubblicato sul settimanale “Grazia”, valutato «un esempio di giornalismo moderno per il riconoscimento dei diritti delle donne»), il Premio giornalistico “Gianni Massa” edizione 2018-19 organizzato dal Corecom (Comitato Regionale per le Comunicazioni della Regione Autonoma della Sardegna) e dall’associazione “Giulia giornaliste Sardegna”.

Naturalmente, per la sua conferenza, che si è tenuta a Como, presso il Salone di Villa Olmo, nel pomeriggio di sabato 16 marzo 2019, davanti a un pubblico numeroso ed attento, la relatrice ha dovuto fare una scelta e ha deciso di illustrare la figura di otto donne sarde, note e meno note, «che hanno fatto Storia per la loro forza, fierezza e determinazione».

La relazione ha quindi riguardato: Adelasia Cocco, prima donna in Italia a diventare medico condotto; Ninetta Bartoli, tra le prime sindache d’Italia; Edina Altara, creatrice, artista e stilista, tra le prime donne in Italia a depositare un brevetto per una tecnica da lei inventata (il collage); Carmen Melis, la prima diva della lirica prima di Maria Callas; Eva Mameli Calvino, scienziata e prima donna in Italia ad essersi laureata in botanica; Maria Carta, cantante; suor Giuseppina Demuru, la suora che sfidò i nazisti presso il carcere “Le Nuove” di Torino; Rina De Liguoro, attrice di Hollywood ed ultima diva del cinema muto.

Alla relazione illustrativa di queste eccellenze femminili della Sardegna, ha fatto seguito l’esibizione della cantante Giusy Deiana, ex componente del Duo di Oliena, una delle voci più rappresentative dell’etno-pop isolano, che ha eseguito i brani che hanno maggiormente caratterizzato la sua brillante carriera senza tralasciare quelli più classici della tradizione sarda.

La  manifestazione è stata aperta dai saluti dei rappresentanti del Consiglio direttivo del  Circolo sardo di Como (Rosella Monni e Nicola Urru), di Giuseppe Tiana (coordinatore dei Circoli F.A.S.I. della Lombardia e dirigente del Circolo “Amsicora” di Lecco) e di Serafina Mascia, presidente della F.A.S.I. – Federazione delle Associazioni Sarde in Italia.

Qualche aggiunta bibliografica. L’occasione mi sembra propizia per segnalare due saggi molto ampi, risultati di ricerche meticolose presso gli archivi,  che sono stati pubblicati sulla rivista “Studi ogliastrini”, diretta da Tonino Loddo, su due figure femminili evocate da Federica Ginesu: “Una vita oltre le sbarre delle ‘Nuove’ di Torino: suor Giuseppina Demuru, Fdc” (di Tonino Loddo, nel numero 13 della rivista, febbraio 2017, pp. 83-135) e “Le presunte  origini ogliastrine di Eva Mameli Calvino” (di Riccardo Virdis e Tonino Loddo, sul numero 14 della rivista, febbraio 2018, pp. 135-156).

Alcune donne sarde “all’avanguardia”, registrate nei due volumetti de “L’Unione Sarda”, sono presentate anche in pubblicazioni relative a personalità femminili di tutt’Italia; mi riferisco, in particolare, a due volumi della studiosa piemontese Bruna Bertòlo: 1) “Prime …sebben che siamo donne” (Torino, Ananke, 2013) in cui compaiono Grazia Deledda (le sono dedicate 10 pagine), Bastianina Musu Martini (“eroina del voto alle  donne”), Nadia Gallico  Spano (tra le “madri della Costituente”), Ninetta Bartoli e Margherita Sanna; 2) “Maestre d’Italia” (Torino, Neos Edizioni, 2017) in cui due pagine sono dedicate sia a Mariangela Maccioni sia a Margherita Sanna; ben otto pagine sono invece riservate alla scrittrice  tuttora vivente (è nata a Nuoro il 14 agosto 1928) Maria Giacobbe, il cui “Diario di una maestrina”, pubblicato nel 1957, è stato tradotto in quindici lingue.

In chiusura mi permetto di rimandare a una mia breve notizia biografica su suor Giuseppina Nicòli (ricordata dalla Ginesu in rapporto a suor Giuseppina Demuru)

http://www.regione.sardegna.it/messaggero/2008_luglio_05.pdf e all’ultimo dei miei scritti su Eva Mameli Calvino.

http://www.tottusinpari.it/2018/03/05/ogni-tanto-anche-se-e-antipatico-bisogna-fare-le-pulci-in-tema-di-ricerche-su-eva-mameli-calvino-una-testimonianza-non-correttamente-riportata-di-floriano-calvino-sulla-nonna-p/

Paolo Pulina

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Giovedì 21 febbraio, alla Manifattura Tabacchi di Cagliari, si terrà il seminario Capire che cos’è la proprietà intellettuale e cosa tutela”. L’evento è organizzato dallo Sportello Proprietà intellettuale di Sardegna Ricerche. I relatori sono gli avvocati Edoardo Fano ed Emanuele Montelione.

Capire che cos’è la proprietà intellettuale e quali siano le migliori strategie per la sua tutela è di vitale importanza per chiunque abbia un’idea e intenda svilupparla. Il seminario esaminerà diritto d’autore, brevetti, marchi, disegni e modelli registrati e aiuterà a capire come scegliere la protezione più adatta per tutelare la propria idea innovativa.

Appuntamento alle 14.30 alla Manifattura Tabacchi di Cagliari, in viale Regina Margherita, 33.

La partecipazione al seminario è gratuita, previa iscrizione sul portale dedicato PuntoCartesiano.it , dov’è anche disponibile il programma completo. La partecipazione al seminario dà diritto a due crediti formativi per gli iscritti all’Ordine degli Avvocati di Cagliari.

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Pier Carlo Bisio premia Michela Pilia, vincitrice dell’edizione 2018.

Domani, mercoledì 20 marzo, nella sala di formazione Altascuola, a Sassari, si svolgeranno le selezioni regionali per la partecipazione alla 10ª edizione di Espresso Italiano Champion, il campionato baristi organizzato ogni anno dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano (Inei).

Alla giornata di selezioni, curate da AltoGusto, azienda leader in Sardegna nella produzione e distribuzione del caffè, parteciperanno i migliori baristi della Sardegna e per il primo classificato si apriranno le porte delle finali nazionali Espresso Italiano Champion 2019.

In gara ogni concorrente dovrà tarare la propria attrezzatura e preparare in soli 11 minuti quattro espresso e quattro cappuccini sotto gli occhi dei giudici tecnici; caffè e cappuccini saranno quindi valutati da una giuria sensoriale che opera in modo blind, secondo gli standard dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac).

Lo scorso anno le selezioni AltoGusto premiarono la barista di Senorbì Michela Pilia, che aveva poi rappresentato la Sardegna alle finali nazionali Espresso Champion, a Milano.

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Le Associazioni Italia Nostra, Comitato Riconversione RWM, USB, ARCI Sardegna, Assotziu Consumadoris Sardigna, Legambiente Sardegna e il Centro di Sperimentazione Autosviluppo, hanno presentato lo scorso 15 marzo, attraverso lo studio degli avvocati Pubusa, ulteriori motivi di illegittimità alla causa intentata lo scorso gennaio davanti al TAR Sardegna contro il comune di Iglesias e contro la RWM.

«Le associazioni ricorrenti – si legge in una nota – hanno potuto individuare ulteriori motivi di illegittimità presenti nel lungo e artatamente frazionato iter autorizzativo sull’ampliamento dello stabilimento RWM di Domusnovas-Iglesias grazie all’analisi della documentazione presentata al TAR da RWM, Comune e Regione. Informazioni di carattere ambientale finora precluse in totale spregio della normativa regionale, nazionale ed europea sulla trasparenza delle informazioni di carattere ambientale.

Tra le nuove autorizzazioni ritenute illegittime si è deciso di impugnare:

La delibera della Giunta regionale del 15 gennaio scorso che ha ritenuto di non dover assoggettare a Valutazione di Impatto Ambientale il Nuovo Campo Prove 140. Queste le motivazioni principali:

a) assenza di verifiche e controlli sull’inquinamento attuale prodotto dallo stabilimento e nessuna ipotesi sull’inquinamento futuro; b) totale trascuratezza da parte della regione nella valutazione degli impatti ambientali (in particolare quelli derivanti alle specie protette del SIC Monte Linas – Marganai dall’inquinamento acustico) sulle aree particolarmente sensibili; c) mancata applicazione della Guida Metodologica della Comunità Europea per la valutazione di piani e progetti aventi incidenza sui siti Natura 2000; d) assenza di motivazione valida sull’esclusione dalla VIA di una fabbrica di esplosivi, come invece previsto dalla vigente normativa in materia.»

«L’autorizzazione Unica Ambientale, rilasciata a ottobre del 2017 dalla provincia del Sud Sardegna (in sostituzione dell’AIA) che consente a una delle più grosse fabbriche di bombe d’Europa di avere la stessa autorizzazione ambientale prevista per una carrozzeria – si legge ancora nella nota delle sette associazioni ricorrenti -. Di fatto una autorizzazione prevista per le medie e piccole imprese, non certo per la RWM e per le grosse fabbriche che producono esplosivi. Il Nulla Osta Paesaggistico per i reparti R200 e R210 rilasciato dal Servizio Tutela del Paesaggio della Regione Sardegna per carenza di motivazione in quanto non viene indicato alcun elemento a supporto della compatibilità paesaggistica dell’intervento oggetto di richiesta da parte della società RWM Italia, nonostante i nuovi interventi (devastanti anche sotto l’aspetto paesaggistico) insistano su un territorio tutelato da numerose norme paesaggistiche.

I certificati di conformità urbanistica ed edilizia rilasciati dal comune di Iglesias in quanto non poteva essere certificata la realizzazione di un impianto industriale in un’”area bianca”, se non previa deliberazione del Consiglio comunale. Considerato inoltre che ben prima del rilascio dell’autorizzazione di novembre esisteva nella stessa area una significativa attività di movimento terra (sbancamenti, scavi, realizzazione della rete stradale interna, terrapieni, etc.), la procedura autorizzativa sarebbe dovuta muovere da un procedimento di sanatoria o accertamento di conformità delle opere già avviate, previa verifica dei presupposti di legge ex art. 36, D.P.R.  380/2001 e, comunque, a seguito della verifica di conformità rispetto alla disciplina urbanistica e paesaggistica vigente.»

 «Sarà adesso il TAR Sardegna, nella causa che verrà discussa nel merito il prossimo 19 giugno – conclude la nota -, a decidere la legittimità o meno dell’ampliamento della fabbrica di bombe e quale dovrà essere l’autorizzazione ambientale a cui va assoggettata una fabbrica che produce esplosivi ed è fonte di inquinamento.»

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Burocrazia e dazi: ecco le paure di chi esporta verso il Regno Unito. In Sardegna il mercato oltremanica vale 47 milioni di euro: dall’agroalimentare ai complementi d’arredo. Mameli (Confartigianato Sardegna) agli imprenditori: “Necessario prepararsi a lavorare con un Paese extra UE”.

Brexit o non Brexit? Questo è il problema per le imprese sarde che vendono i prodotti oltre Manica e che, nel primo semestre del 2018, hanno piazzato sul suolo inglese quasi 47 milioni di euro di merci, quota cresciuta, tra il 2017 ed il 2018, del 62%.

«Seguiamo costantemente ciò che succede a Westminster ma più passa il tempo, più l’incertezza per chi esporta dalla nostra Isola verso il Regno Unito diventa palpabile – commenta Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – ci auguriamo che si arrivi a una soluzione che non danneggi le aziende che in quella Nazione hanno trovato un mercato importante e florido.»

I dati elaborati dall’Osservatorio per le MPI di Confartigianato Imprese Sardegna sull’export delle MPI isolane nel Regno Unito relativi al 2018, su fonte ISTAT, ci dicono come questo Paese risulti essere il 9° mercato di destinazione delle esportazioni manifatturiere della Sardegna.

Nei primi 6 mesi del 2018, lo scambio commerciale tra il territorio sardo e lo United Kingdom valeva 46,785 milioni di euro di export. Quanto ai settori, i prodotti maggiormente esportati sono stati gli alimentari, seguiti dai prodotti in legno e metallo, pelletteria, abbigliamento e tessile, mobili e ceramiche. A livello provinciale, in testa l’area del Sud Sardegna con 25,530 milioni di euro, seguita da Cagliari con 18,750, Sassari con 1,436, Oristano con 880mila euro e Nuoro con 189mila euro.

«Se l’uscita dell’Inghilterra dall’UE fosse confermata – aggiunge Stefano Mameli – il problema più importante che le nostre aziende dovrebbero immediatamente affrontare sarebbe quello relativo a ciò che, attualmente, dal punto di vista tecnico, non può essere definito “esportazione” ma che potrebbe diventare improvvisamente, con la conseguente introduzione della normativa doganale europea. Si tratta, pertanto, di una svolta importante, in considerazione del numero di settori coinvolti e dei tempi ristrettissimi di applicazione, infatti, difficile pensare che un cambiamento così radicale non determini un impatto negativo sulle quote di import/export con il Regno Unito, almeno nel breve periodo

Secondo le segnalazioni che Confartigianato Sardegna ha raccolto dagli imprenditori sardi, le principali preoccupazioni sono 2: l’eventuale applicazione di IVA e dazi, e l’aumento della burocrazia. Nel primo caso, l’applicazione dell’IVA alle merci esportate e l’eventuale introduzione di dazi, comporterebbe un maggiore costo finale per l’acquirente inglese che, visto l’aumento di prezzo, potrebbe anche rinunciare a quel bene. Problema che, secondo le imprese, non dovrebbe porsi per i prodotti sardi, essendo fortemente tipicizzati, regionalizzati, molto richiesti e, una buona parte dei quali, non sostituibili da prodotti locali inglesi tantomeno da beni che potrebbero arrivare da altre nazioni. Nel secondo caso, il timore più grande, anche prima dell’aumento delle tasse, è quello di un “fiorire” di norme, leggi, direttive, circolari esplicative che andrebbero a ingrossare il carico burocratico che già grava sulle attività produttive italiane. E, come si sa, l’incertezza non favorisce le aziende e le “non decisioni” danneggiano le attività imprenditoriali.

«A fronte di questo, l’auspicio è che fino all’ultimo istante siano posti in campo tutti gli sforzi possibili per trovare un accordo che consenta una uscita ‘ordinata’ o comunque concordata – conclude Stefano Mameli – lo scenario internazionale è in questo periodo così complesso che una ulteriore complicazione, proprio “sull’uscio di casa”, sarebbe deleteria per gli operatori economici, anche dal punto di vista psicologico.»

L’invito che Confartigianato Sardegna rivolge agli imprenditori sardi è quello di essere, in ogni caso, preparati al fatto che il Regno Unito possa diventare, a tutti gli effetti, un Paese terzo.

E, alla luce di questa totale incertezza, anche l’Italia si prepara a uno scenario tutt’altro che indolore. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha, infatti, predisposto un documento che fornisce informazioni sul quadro generale di preparazione al recesso senza accordo del Regno Unito dall’UE fornendo le prime indicazioni utili. L’obiettivo principale è garantire, anche con misure legislative, la tutela dei diritti dei cittadini italiani che vivono nel Regno Unito e dei cittadini britannici che vivono in Italia, la tutela della stabilità finanziaria e della continuità operativa dei mercati e dei settori bancario, finanziario e assicurativo (sia localizzati in Italia, sia nel Regno Unito), anche al fine di evitare rischi di liquidità e di garantire certezza delle transazioni e la promozione di un’adeguata preparazione delle imprese nella gestione di emergenze relative ad alcuni settori come, ad esempio, trasporti, dogane, sanità, agricoltura, ricerca, istruzione.

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Ieri sera i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Villacidro, coadiuvati dai colleghi della Stazione di Montevecchio, hanno arrestato in flagranza, O.R., 35enne disoccupato di Villacidro, per i reati di rapina, lesioni personali, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo, alle ore 19.00 circa, in località Sodd’e Pani, in visibile stato di alterazione psico-fisica, dopo aver avuto una discussione con una pattuglia di barracelli della locale compagnia per futili motivi, ha aggredito un barracello spintonandolo, per poi asportargli l’autovettura di servizio con la quale si è allontanato. Successivamente raggiunto presso la propria abitazione dai due barracelli, ne ha colpito uno ad un braccio con una spranga in ferro, procurandogli lesioni guaribili in 10 giorni (lesioni ancora da approfondire per una sospetta frattura), per poi darsi alla fuga, questa volta con la propria autovettura, con la quale poco dopo è finito fuori dalla sede stradale. I carabinieri, prontamente intervenuti su indicazione della Centrale Operativa,  hanno rintracciato l’uomo in un terreno nei pressi della sua abitazione, che nel frangente stava aggredendo il padre lanciandogli degli oggetti. Nel tentativo di tranquillizzarlo, sono stati a loro volta aggrediti, talché per evitare ulteriori conseguenze sono stati costretti ad immobilizzarlo. Prima di portarlo in caserma per le successive attività, si è reso necessario l’intervento della locale guardia medica che ha aiutato i militari a calmare l’uomo. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa di reclusione di Uta, come da indicazioni del PM di turno.