25 December, 2025

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La Cna Costruzioni (la Federazione delle costruzioni della CNA Sarda) ha convocato una conferenza stampa per martedì 19 marzo alle ore 9.20, a Cagliari, presso l’Hotel Regina Margherita, in Viale Regina Margherita 44, nel corso della quale il segretario regionale della Cna Sarda Francesco Porcu e il presidente della Cna Costruzioni Antonello Mascia presenteranno il rapporto sullo stato delle costruzioni in Sardegna, che propone un’analisi sull’andamento del settore nel 2018 e le stime previsionali per il 2019. 

Il rapporto offre un’analisi completa, con dati e stime sugli indicatori più importanti, quali:

  • Investimenti e valore della produzione, per segmenti tipologici;
  • l’analisi dei mercati provinciali:
  • la produzione edilizia;
  • gli appalti in opere pubbliche;
  • l’occupazione;
  • il sistema dell’offerta;
  • il mercato immobiliare e del credito.

 

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Il tema delle migrazioni ha certamente perso rilievo mediatico, anche per la riduzione degli sbarchi lungo le coste italiane, ma non ha perso niente del suo contenuto sociale e antropologico. Perché il flusso migratorio non si è per niente interrotto e perché restano intatte le esigente umanitarie e civili di accoglienza, convivenza e integrazione dei migranti. Su questi temi l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e L’Associazione Carta di Roma organizzano un seminario dal titolo “Flussi migratori nella comunicazione mediatica: principi della Carta di Roma e il racconto dei protagonisti”. Si svolgerà giovedì prossimo 21 marzo, nella sala del Ghetto degli ebrei dalle 9.30 alle 13.30. Ai giornalisti partecipanti saranno assegnati sei crediti formativi.
Dopo l’introduzione del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, Francesco Birocchi, interverranno: Giovanni Maria Bellu (già presidente Associazione Carta di Roma), Flavio Di Giacomo (portavoce Organizzazione Internazionale Migrazione), Marco Sechi (Unità accoglienza Migranti, Regione Sardegna), e Piera Francesca Mastantuono (Associazione Carta di Roma).
La Carta di Roma è un protocollo deontologico per i giornalisti che si occupano di migranti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta, firmato da Ordine dei giornalisti, FNSI e UNHCR (Agenzia ONU per i rifugiati).
Nel corso del seminario saranno approfondite le linee guida della Carta di Roma con particolare attenzione al “glossario”, allegato al “Testo unico dei doveri del giornalista”; verranno forniti dati ed infografiche sui flussi migratori; si parlerà del rischio dei viaggi, della situazione in Libia e si farà il punto sulla gestione dell’accoglienza in Sardegna. Il discorso sarà completato dalle testimonianze dei rappresentanti della diaspora e da alcune osservazioni su discriminazione, identità e cittadinanza. 

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Nell’artigianato in Sardegna, a ogni addetto regolare corrisponde un occupato e mezzo sconosciuto a Inps, Inail, fisco e previdenza. Ciò comporta che oltre 23mila imprese, il 65.3% di quelle registrate nelle Camere di Commercio, siano quotidianamente sotto attacco da parte di “aziende fantasma”, con un tasso effettivo di lavoro non regolare che raggiunge il 15,4%.

Sono questi i numeri del dossier “Artigianato esposto alla concorrenza sleale del sommerso in Sardegna”, elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su dati ISTAT 2017.

Costruzioni, autoriparazione, produzione di beni, somministrazione di servizi alla persona, trasporti, alloggio, ristorazione e agricoltura sono i settori maggiormente esposti alla concorrenza sleale del sommerso anche se nessuna professione più dirsi immune dagli attacchi dell’irregolarità aziendale.

«Quella del lavoro nero è un’emergenza che sembra non avere fine». A lanciare l’allarme è il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi. «È una battaglia che portiamo avanti da anni, continuando a sensibilizzare imprese e clienti – aggiunge il Presidente – in un Paese, e in una regione, dove l’arte di arrangiarsi è vista con una certa benevolenza se non proprio con simpatia».

Nella vecchia provincia di Cagliari sono ben 8.713 le imprese artigiane maggiormente esposte alla concorrenza sleale; 8.411 operano nel nord Sardegna, 4.156 in provincia di Nuoro e 1.942 in quella di Oristano.

In Sardegna, il settore più colpito, come è noto, è quello delle costruzioni dove il sommerso concorre slealmente con 13.148 aziende artigiane (56,6% del totale delle esposte). Seguono i servizi alla persona con 4.312 (18.6%), i trasporti e magazzinaggio con 2.589 (11,1%), l’alloggio e la ristorazione con 2.081 (9%), i servizi di informazione e comunicazione con 528 (2,3%), l’agricoltura e la pesca con 203 (0,9%), l’autoriparazione con 144 (0,6%), l’istruzione con 128 (0,6%), l’industria estrattiva con 49 (0,2%) e la fabbricazione di prodotti chimici con 40 (0.2%).

Il contrasto al lavoro nero e irregolare è uno dei punti inseriti nel Manifesto degli artigiani, collegato al “Rating Sardegna 2019”, che il presidente della Regione e numerosi Consiglieri hanno sottoscritto poche settimane fa durante la campagna elettorale. Alla politica, le imprese hanno, infatti, fortemente chiesto di definire un quadro normativo chiaro e certo, per favorire il rispetto delle regole e ridurre il fenomeno dell’abusivismo.

«Il sommerso, l’abusivismo e l’illegalità che contraddistinguono l’economia sommersa sono piaghe che continuano a infettare il nostro sistema produttivo e rappresentano un grave fenomeno di concorrenza sleale – sottolinea Antonio Matzutzi – che costringono le imprese regolari a chiudere oppure ad applicare politiche di contrasto che hanno incrementi di costi assai pericolosi. La crisi ha accentuato l’abusivismo a dismisura c’è chi fa il doppio lavoro, chi percepisce la cassa integrazione o è in mobilità ma il fenomeno più grave riguarda chi decide di chiudere bottega e lavorare a casa. Parliamo di chi taglia i capelli a domicilio, a chi fa la manicure, a chi aggiusta le auto, a chi effettua lavori di idraulica, impiantistica, edilizia, sartoriaSempre più di frequente gli artigiani presso i nostri uffici si lamentano, impotenti, della concorrenza sleale di chi opera senza rispettare le leggi sottraendo, aggiungiamo noi, gettito alle casse dello Stato e minacciando al tempo stesso la sicurezza dei consumatori. Noi continuiamo a rigirare le segnalazioni alle autorità – conclude Antonio Matzutzi – che poi hanno il compito di verificare la regolarità delle attività: questo non ci stancheremo mai di farlo”.

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Dal 21 marzo al 21 giugno Cagliari ospiterà la 25ª edizione di Echi lontani, festival di musica antica organizzato dall’omonima associazione culturale, in partenariato con il Conservatorio “G.P. da Palestrina”, la Fondazione di ricerca “Giuseppe Siotto” e l’associazione culturale “Le Officine”.

I dettagli dell’edizione 2019 della rassegna saranno illustrati nella conferenza stampa in programma martedì 19 marzo, alle 10,30, nell’aula magna del Conservatorio di Cagliari (p.zza Porrino 1).

All’incontro con i giornalisti interverranno il direttore ed il presidente del Conservatorio, Giorgio Sanna e Gianluca Floris, il direttore artistico di Echi Lontani, Dario Luisi, la musicologa Myriam Quaquero, il presidente della commissione Cultura del comune di Cagliari, Alessio Alias.

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A quasi un anno dalla ripresa dei lavori nei lotti 5 e 6 della Sassari -Olbia, sabato 16 marzo, Nardo Marino, deputato del Movimento 5 Stelle, accompagnato da Valter Bortolan, responsabile del Coordinamento Territoriale per la Sardegna dell’Anas, effettuerà un’ispezione nei lotti 5 e 6 e a seguire nel lotto 8 della strada. Il sopralluogo servirà a definire lo stato di avanzamento dei lavori dopo il lungo stop legato alla vicenda giudiziaria che ha visto coinvolta l’ex società vincitrice dell’appalto. L’iniziativa fa seguito alle interrogazioni parlamentari, depositate in commissione trasporti dal deputato gallurese, per richiamare l’attenzione del Governo sulle problematiche legate a una delle infrastrutture più importanti e strategiche per lo sviluppo della Sardegna.

Nello specifico, oggetto degli atti ispettivi presentati a Roma sono stati: per il lotto 5, i timori – manifestati anche dai sindaci dei comuni di Berchidda ed Oschiri – legati al procrastinarsi dei lavori sine die e alla pericolosità delle deviazioni; l’esigenza di completare la bitumazione del lotto 8 e la sistemazione delle strade complanari e di servizio. Le complanari  risultano di fondamentale importanza nell’ottica della connessione dell’area urbana di Olbia con la zona denominata “Su Trambuccone”, a circa metà strada tra lo svincolo per Enas e la città di Olbia. In questo caso, l’interrogazione ha consentito di sbloccare l’iter burocratico relativo alla gara d’appalto.

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Archiviata la sconfitta di Bologna, il Cagliari torna alla Sardegna Arena nell’anticipo di questa sera con la Fiorentina, partita nel ricordo di Davide Astori. Con il sostegno dei suoi tifosi i rossoblu cercheranno di ripetere l’impresa compiuta due settimane fa contro l’Inter, consapevole che i 3 punti potrebbero segnare una tappa importante, quasi decisiva, nel cammino verso la salvezza, riaperto dal ko di Bologna. Il tecnico viola Stefano Pioli non potrà disporre di Jordan Veretout, squalificato, ma ha recuperato Federico Chiesa, uno dei più fulgidi talenti giovani del calcio italiano, l’uomo più temuto insieme al nuovo bomber Luis Muriel, letteralmente scatenato dopo il suo ritorno in Italia dall’esperienza spagnola al Siviglia. Sono da tenere d’occhio anche Gerson e Giovanni Simeone. Rolando Maran recupera Luca Cigarini e la corsa e i polmoni di Paolo Faragò. E Valter Birsa avrà una condizione migliore, dopo il suo recente in campo.

Dirigerà Daniele Doveri di Roma, assistenti di linea Gianluca Vuoto di Livorno e Mauro Tonolini di Milano, quarto ufficiale Francesco Fourneau di Roma1, addetti al VAR Federico La Penna di Roma1 e Alfonso Marrazzo di Frosinone. Fischio d’inizio alle 20.30.

Tra i rossoblu c’è grande entusiasmo anche per la convocazione in azzurro di Nicolò Barella, Alessio Cragno e Leonardo Pavoletti per le prime partite di qualificazione agli Europei 2020 (il 23 marzo Italia-Finlandia a Udine, il 26 Italia-Liechtenstein a Parma). Filippo Romagna è stato convocato nell’Under 21 per le due amichevoli in programma giovedì 21 marzo, alle 18.30, a Trieste, contro l’Austria, e lunedì 25, a Frosinone, contro la Croazia, in preparazione della fase finale dei Campionati Europei.

Nicolò Barella.

 

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Fonte: www.cagliaricalcio.com .

Il Cagliari ha perso di misura, 1 a 0, con la squadra portoghese del Braga, ed è stato così eliminato dalla 71ª Viareggio Cup. La squadra rossoblu ha giocato alla pari per tutto il primo tempo (al termine del quale è stato espulso il tecnico Max Canzi) e la prima metà della ripresa, nel corso della quale ha premuto a lungo per cercare di realizzare il goal della vittoria che le avrebbe dato la qualificazione, ma al 22′ ha subito il goal di Veiga, con un bel tiro al volo che s’è infilato all’angolo basso alla sinistra del portiere rossoblu e, a quel punto, la partita non ha avuto più storia. Il Cagliari ha concluso in otto uomini, per le espulsioni di Ladinetti, Lella e Gaglian. Espulso, èer proteste, anche il tecnico del Braga Jorge.

Tutti i risultati della quinta giornata.

INTER-A.P.I.A. LEICHHARDT 2-1
Reti: 21′ pt. Mulattieri (I), 33′ Vergani (I); 31′ st. Da Silva (A).

(arbitro Catani di Fermo)

Carrara – Località Avenza (MS) / Stadio “Deste” (ore 15.00) (sintetico)

BRAGA-CAGLIARI 1-0
Rete: 22′ st. Veiga (B).

(arbitro Picchi di Lucca)

La Spezia / Intels training center “Ferdeghini” (ore 15.00) (sintetico)


EMPOLI-UNITED YOUTH SOCCER STARS 3-0
Reti: 21′ st. Bertolini (E), 29′ Montaperto (E), 41′ Folino (E).

(arbitro Caldera di Como)

Empoli (FI) / Centro sportivo “Monteboro” (ore 15.00) (sintetico)

NORDSJAELLAND-ASCOLI 5-1
Reti: 8′ pt. Sarli (A), 11′ Sadiq (N), 24′ Antman (N), 29′ Sadiq (N), 34′ Adingra (N); 21′ st. Nnanami (N).

(arbitro Cecchin di Bassano del Grappa)

Lido di Camaiore (LU) / Stadio “Benelli” (ore 15.00) (sintetico)


BOLOGNA-VIAREGGIO 3-0
Reti: 4′ pt. Stanzani (B), 16′ Krastev (B); 49′ st. Rosso (B).

(arbitro Di Giovanni di Caserta)

Capezzano (LU) / Stadio “Cavanis” (ore 15.00) (sintetico)

BRUGES-TERNANA 3-1
Reti: 23′ pt. De Ketelaere (B); 15′ st. Van Den Keybus (B), 21′ Baeten (B), 42′ Di Bartolomeo (T).

(arbitro D’Eusanio di Faenza)

Altopascio (LU) / Stadio Comunale (ore 15.00) (sintetico) 


TORINOATHLETICO PARANAENSE 1-2
Reti: 9′ pt. Damascan rig. (T), 44′ Wellington (A); 9′ st. Kleiton (A).

(arbitro Giaccaglia di Jesi)

La Spezia / Intels training center “Ferdeghini” (ore 17) (sintetico)

NORCHI DINAMOELI TBILISI-RIETI 1-5
Reti: 9′ pt. Spedaliere (R), 39′ Pantano (R); 2′ st. Chikovani (N), 30′ Paglino (R), 39′ Nasufi (R), 41′ Parente (R).

(arbitro I. Bianchini di Terni)

Montecatini (PT) / Stadio “Mariotti” (ore 15.00)

PARMA-EURO L.I.A.C. NEW YORK 6-0
Reti: 29′ pt. Pelle (P), 36′ Montipò (P), 40′ Montipò (P); 14′ st. Pelle (P), 38′ Pelle (P), 42′ Davitti (P).

(arbitro Gandolfo di Bra)

Levanto (SP) / Stadio “Scaramuccia-Raso” (ore 15.00) (sintetico)

NANIA-VENEZIA 2-3
Reti: 11′ pt. B. Asante (N), 40′ B. Asante (N), 47′ Pimenta (V); 25′ st. Pozzebon (V), 53′ Ripanto (V).

(arbitro Galipò di Firenze)

Strettoia (LU) / Stadio “La Pruniccia” (ore 15.00) (sintetico).

Questo l’ordine delle 8 qualificate agli ottavi del Gruppo A

Le 5 qualificate come prime sono, nell’ordine: 

1) Parma 

2) Athletico Paranaense (Brasile)

3) Bologna 

4) Braga (Portogallo) 

5) Empoli 

Le 3 qualificate come migliori seconde sono, nell’ordine: 

6) Inter 

7) Torino

8) Bruges (Belgio)

Le partite in programma domani, per la sesta giornata, la terza del girone B.

SASSUOLO-PONTEDERA (arbitro Perri di Roma 1)

Santa Croce sull’Arno (PI) / Stadio “Masini” (ore 15.00)

FK RFS-BENEVENTO (arbitro Turrini di Firenze)

Fornacette (PI) / Stadio “Masoni” (ore 15.00)

MILAN-CARRARESE (arbitro Cannata di Faenza)

Carrara – Località Avenza (MS) / Stadio “Deste” (ore 15.00) (sintetico)

BEREKUM CHELSEA-SPEZIA (arbitro Tesi di Lucca)

Sarzana (SP) / Stadio “Luperi” (ore 15.00) 

FIORENTINA-WESTCHESTER UNITED (arbitro Villa di Rimini)

Forte dei Marmi (LU) / Stadio “Necchi-Balloni” (ore 15.00)

KRASNODAR-PERUGIA (arbitro Dallapiccola di Trento)

La Spezia / Intels training center “Ferdeghini” (ore 17) (sintetico)

GENOA-ATLANTIDA JUNIORS (arbitro Borriello di Arezzo)

Genova / Campo Sportivo “Begato 9” (ore 15) (sintetico))

DUKLA PRAGA-LIVORNO (arbitro Bordin di Bassano del Grappa)

Livorno – Località Antignano / Stadio “Banditella” (ore 15.00)

RAPPRESENTATIVA SERIE D-SALERNITANA (arbitro Emmanuele di Pisa)

Quarrata (PT) / Stadio “Raciti” (ore 15.00)

UNDER 19 CINA-SPAL (arbitro Nicolini di Brescia)

La Spezia / Intels training center “Ferdeghini” (ore 15) (sintetico)

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Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto che assegna 30 milioni da destinare ai progetti di riconversione industriale per le aree di crisi complessa di Porto Torres e Portovesme, non ci sono più impedimenti tecnici per poter procedere alla sottoscrizione dell’Accordo di Programma tra MISE e Regione Autonoma della Sardegna, dopo il quale si potrà procedere all’emanazione dei relativi bandi. L’atto conclusivo per chiudere il percorso portato avanti negli ultimi due anni dalla Giunta Pigliaru, dal MISE e da Invitalia, spetta ora allo stesso MISE. Dal Ministero, infatti, si attende di ricevere il testo dell’Accordo di Programma da sottoscrivere previa autorizzazione della Giunta regionale. Solo dopo potrà essere dato il via libera alla pubblicazione dei bandi che dovranno sostenere la reindustrializzazione nelle due aree di crisi. Oltre alle risorse finanziarie messe in campo dal MISE, ci sono anche 3 milioni di euro di fondi regionali, deliberati nel dicembre del 2018 dalla Giunta uscente. Tali fondi saranno ripartiti proporzionalmente alla suddivisione delle risorse statali e potranno essere soggetti a revisione, qualora il Ministero decida di aumentare il fondo destinato alle due aree di crisi. Aver posto le basi per una riqualificazione delle due aree industriali, sostenere le imprese e creare le condizioni per una ripresa dell’occupazione, rappresenta un obiettivo raggiunto dalla Giunta Pigliaru.

I risultati delle Call di invito a manifestare interesse a investire nelle aree di crisi del polo industriale di Porto Torres e di Portovesme (promosse dal ministero dello Sviluppo economico, dalla Regione e da Invitalia, e chiuse il 19 luglio 2018) sono stati ottimi. Le schede progettuali presentate per il polo di Porto Torres (area che comprende i Comuni di Porto Torres e Sassari, con oltre 11mila imprese e 36mila addetti) sono 59, per un totale di investimenti pari a 658 milioni 886mila euro e una previsione di incremento occupazionale di 880 addetti. La maggiore concentrazione degli investimenti riguarda il settore manifatturiero (82%). Seguono le attività di gestione dei rifiuti (6%) e i progetti con finalità di ricerca e sviluppo sperimentale (5%). Circa la metà delle proposte riguarda progetti tra 1,5 e 20 milioni di euro (49% del totale), a cui si associano il 20% degli investimenti e il 34% delle previsioni di nuova occupazione. I progetti di riconversione potenzialmente coerenti con la normativa della legge n. 181/89 sono 15. Per quanto riguarda invece il polo industriale di Portovesme (area che comprende ben 23 Comuni), le schede progettuali presentate sono 21, con un valore di investimenti pari a 381 milioni 627mila euro e un’occupazione prevista di 1.112 addetti. I progetti sono stati inoltrati da 16 piccole e medie imprese (346 milioni 627mila euro di investimenti) e da 5 grandi industrie (35 milioni di investimenti). Il territorio, quindi, esprime un bisogno di investimento soprattutto da parte di imprese di medie e piccole dimensioni. Prevalentemente, gli investimenti hanno come finalità nuove unità produttive di beni e servizi e le attività di servizi di alloggio e di ristorazione. I progetti che si concentrano nella soglia compresa tra 1,5 e 20 milioni sono invece 17, cioè l’80% del totale.

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Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, su richieste del Consiglio delle Autonomie locali e dell’assessore degli Enti locali, ha firmato questa mattina il decreto con il quale, rettificando il precedente decreto del 27 dicembre 2018, si posticipa la data dello svolgimento delle elezioni di secondo grado dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali della Sardegna. Secondo quanto indicato nel decreto, le elezioni si svolgeranno il prossimo 27 aprile 2019, dalle ore 8.00 alle 20.00.

Le liste con i nominativi dei candidati saranno presentate dalle ore 8:00 alle ore 20:00 del 6 aprile 2019 e dalle ore 8.00 alle ore 12.00 del 7 aprile 2019, presso l’ufficio elettorale appositamente costituito nella sede di ciascuna Provincia. Sono elettori i sindaci e i consiglieri comunali dei Comuni ricompresi nel territorio di ciascuna Provincia.

Rimangono invariate e, dunque, sono da intendersi confermate, le altre disposizioni contenute nel decreto n. 126 del 27 dicembre 2018.

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Eurallumina e Sideralloys, se rimesse in marcia come deciso, occuperebbero 898 lavoratori. L’occupazione indotta nel territorio vale tra due e tre volte quel numero. Tenendoci all’ipotesi più cauta, l’occupazione totale corrispondente ammonterebbe a circa 2.700 unità: si recupererebbe una quota importante della preesistente occupazione generata dalla filiera dell’alluminio, valutata in 3. 550 unità con lo stesso metodo di calcolo. Si deve inoltre sommare l’occupazione per la ristrutturazione degli impianti, stimata in 420 lavoratori mediamente presenti nei cantieri per due anni. Bisognerebbe includervi anche l’occupazione diretta e indiretta connessa alla centrale Enel che, senza i clienti metallurgici, è destinata alla chiusura. A fronte di questo notevole beneficio occupazionale, il contributo pubblico a fondo perduto dei Contratti di sviluppo già sottoscritti dalle due aziende con Invitalia, è di “soli” 14,9 milioni di euro cui corrispondono investimenti per complessivi 295 milioni di euro. E’ ben vero che Invitalia eroga per i due Contratti anche un finanziamento di 151,4 milioni di euro ma questo è un prestito, da rimborsare in 8 anni a condizioni di mercato.

La prima conclusione è che con un contributo pubblico relativamente modesto, si ottiene un importante effetto sul lavoro. La seconda conclusione è che, se il lavoro è considerato sinceramente il problema principale, chiunque governi, a Roma o a Cagliari, dovrebbe agire per il riavvio di queste fabbriche. Gli effetti sociali sarebbero immediati. Il riavvio deve essere fatto rispettando le stringenti norme ambientali, ovviamente. Neppure può essere ignorato che la chiusura delle fabbriche ha impatti negativi sulla salute e sui tassi di mortalità delle popolazioni coinvolte. E’ documentato da tanti studi scientifici che la deindustrializzazione provoca incremento delle malattie, della mortalità, dei suicidi e della tendenza ai gesti estremi. Al riguardo, i numeri sono semplicemente terribili sebbene trascurati dagli opinionisti e dalle stesse autorità sanitarie.

Che cosa si frappone, dunque, verso l’obiettivo del riavvio delle due fabbriche? I fatti vanno richiamati con la maggior chiarezza possibile e senza spirito sterilmente polemico.

Eurallumina attende da un tempo infinito le autorizzazioni per iniziare l’investimento in un impianto tenuto in efficienza e dove vi ruotano a turno i lavoratori dipendenti. Cinque anni sono trascorsi, senza venirne a capo, tra le richieste di nuovi approfondimenti dei valutatori ambientali, il ministero dei Beni culturali che eccepisce questioni più proprie di un parco che non di un’area industriale e blocca quanto deciso dal Governo, una politica energetica erratica: ho visto l’Enel negare la possibilità di fornitura del vapore, poi, su impulso di Carlo Calenda, scoprire che invece si può fare, ora si dice, giustamente, che bisogna superare il carbone ma non si dice (grave errore) se e quando ci sarà il gas a Portovesme. Passano gli anni e insorgono nuovi ostacoli: cose importanti e sempre con i bolli a posto, per carità. Ma e il lavoro? E le persone che si ammalano per disperazione? Non contano? Nel mentre, altrove, è stato affrontato e risolto il caso ILVA di Taranto molto più complesso. E sempre nel mentre e in un altrove che si chiama Germania, Francia, Spagna, Irlanda, Grecia, impianti simili a Eurallumina sono in marcia. Domanda: perché non si dovrebbe fare nel Sulcis?

Veniamo a Sideralloys. I fatti, innanzitutto. Sideralloys è un’azienda con un socio privato nettamente maggioritario ma anche (non casualmente) partecipata dallo Stato attraverso Invitalia: il MISE ha tutti gli strumenti in mano per controllare direttamente e indirettamente che si attui quanto deciso e non ci siano ulteriori ritardi. Sommessamente bisogna ricordare che Carlo Calenda non è più al MISE da un anno e che ora c’è un altro ministro che sinora non ha mai ricevuto il sindacato. Domanda: se ne occupa? E si occupa, da ministro del Lavoro, anche di pagare gli ammortizzatori sociali in deroga? Per Sideralloys è stato fatto un Contratto di sviluppo ed è stato erogata una prima quota del finanziamento (25 milioni di euro). Su questo fronte il pubblico è in regola: tocca all’azienda essere puntuale nei suoi impegni e finora, a prescindere dalle motivazioni, non lo è stata. E tocca invece al Governo rispettare gli impegni sull’energia.

Il prezzo finale dell’energia dipende da quattro misure. Vediamolo dettagliatamente sebbene il discorso si faccia un po’ più tecnico. Due di queste, l’accesso al servizio di interrompibilità e la legge sull’alleggerimento degli oneri di sistema sono operative e, infatti, vi fanno ricorso, in Italia, centinaia di aziende ad alta intensità energetica, numerose anche in Sardegna. Un terzo elemento è il contratto bilaterale tra Enel e Sideralloys per la fornitura decennale dell’energia elettrica. In proposito, esiste un Memorandum d’intesa fra le due aziende. Domanda: si riesce a passare dal Memorandum al Contratto? Qual è la posizione dell’attuale Governo al riguardo? Il quarto elemento, già previsto e accordato dal MISE per arrivare al prezzo competitivo dell’energia, è l’accesso ad una quota della meno cara energia elettrica importata dall’estero per l’industria di base. Si conferma questa misura? E se no, che cosa si propone in alternativa?

E’ da auspicare che ci sia, in tutte le sedi decisionali, un atteggiamento ragionevole di conferma e attuazione di quanto già deciso. Non riesco, infatti, a comprendere quale sia il vantaggio e per chi, nel buttare tutto per aria.

Non sfuggo all’argomento di chi dice che “bisogna fare altro”. D’accordo in linea di principio e in linea pratica. Fare altro però non può essere a mio avviso, sostenere una cultura pregiudizialmente antindustriale come si manifesta in non pochi ambienti. Essen, città della Rhur tedesca, citata spesso ad esempio di riconversione, è stata capitale europea della cultura, ha una miniera-museo dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco ma conserva tanta industria, compreso, guarda caso, un impianto di alluminio primario che ha la stessa età anagrafica e tecnologica di quello di Portovesme. Sempre nella Rhur, a Voerde trovi un altro impianto analogo di alluminio primario. Per non parlare di quello di Amburgo, chiuso dall’Alcoa e riaperto dal governo tedesco. Domanda: qual è la ragione tecnica che rende impossibile di fare qui ciò che è stato fatto in Germania?

Ma torniamo al “bisogna fare altro”. Il Piano Sulcis destina il cinquanta per cento delle risorse ai settori dell’agroalimentare, del turismo, delle aziende innovative, della piccola impresa, dell’innovazione tecnologica, della scuola e delle infrastrutture funzionali a questi obiettivi, cioè porti dell’arcipelago, piccoli approdi, ciclovie, approvvigionamento idrico per l’agricoltura. Un altro trenta per cento è dedicato alle bonifiche e al risanamento ambientale. Il restante venti per cento è dedicato al comparto industriale tradizionale, risorse che però nella più gran parte rientreranno perché erogate a titolo di prestito al netto di circa 15 milioni di euro erogati come contributo a fondo perduto a Eurallumina e Sideralloys. Oltre cento piccole imprese del settore agroalimentare e del turismo hanno avuto accesso alle misure di incentivazione. Sette su nove dei progetti istruiti per Contratti di investimento maggiori di 1,5 milioni di euro, riguardano il comparto ricettivo del turismo. Tutte queste informazioni sono dettagliatamente pubblicate.

La pecca del Piano Sulcis, a mio avviso, non è nell’eccessiva attenzione ai settori tradizionali dell’industria ma in altri due fatti. Il primo è la lentezza dell’attuazione. Se è vero che più dell’ottanta per cento delle risorse è stato contrattualizzato, e il resto è comunque impegnato, solo il ventuno per cento delle risorse è stato pagato e quindi l’effetto reale sull’economia del territorio è definito da questo limite. Attenzione: i soggetti attuatori delle misure sono ben quarantaquattro: amministrazioni dello Stato, Assessorati regionali, Comuni, Provincia, Invitalia, Anas, Consorzi industriali, Igea, Enti delle acque, società di ricerca, etc. Salvo lodevoli eccezioni, per ragioni oggettive (vedi adempimenti di legge) e anche soggettive la performance non è positiva a prescindere dal colore politico delle diverse amministrazioni coinvolte. Chiunque governi si trova e si troverà con il problema di come accelerare la spesa con le procedure ordinarie, senza ricorrere alle ambigue procedure straordinarie. Potrei testimoniare che in questo decennio da parte di tutti si è parlato di semplificazione ed efficienza ma i fatti dicono che si è andati in direzione opposta.

Il secondo grave fatto è che il Piano Sulcis, piano straordinario prevalentemente finanziato dallo Stato, è stato trasformato in un piano sostitutivo dell’intervento ordinario. Al territorio sono mancate risorse di cui aveva diritto. Non ho mai nascosto che in questo c’è stata una precisa responsabilità della programmazione regionale.

In conclusione, corretto ciò che il nuovo Governo della Regione reputerà utile correggere, auspico che il Piano non sia abbandonato e sia portato a conclusione, perché canalizza verso il Sulcis Iglesiente, progetti che, tra capitali privati e pubblici già impegnati, valgono oltre milleduecento milioni di euro.

Tore Cherchi