24 December, 2025

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Proseguono a pieno ritmo gli appuntamenti con la stagione teatrale di “Bacu Abis Teatro 2019”, realizzata dalla compagnia “La Cernita Teatro”, per la direzione artistica di Monica Porcedda.

Domenica 10 marzo, al Teatro di Bacu Abis alle ore 18.00 #SpazioLabCHAOS_3 .

Performance teatrale diretta da Monica Porcedda. Con Cristina Alciator, Carmela Collu, Anna Ferralasco, Nicola Mannai, Natalia Matzedda, Susanna Montis, Alberto Mura, Dario Mura, Caterina Tuveri.

Chaos è il risultato di un progetto svolto all’interno del decennale laboratorio permanente di teatro diretto da Monica Porcedda presso il Teatro di Bacu Abis. Attualmente il laboratorio ospita 15 allievi e, per chi volesse iscriversi, è libero ancora qualche posto.

Il progetto Chaos è partito tre anni fa, con un primo esito realizzato a Sant’Anna Arresi ed oggi è giunto al terzo livello.

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Ieri, 6 marzo, nel porto di Sant’Antioco, personale ispettore della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Cagliari, ha posto in stato di detenzione una nave da carico generale battente bandiera del Togo, avendo riscontrato diverse irregolarità rispetto alle norme in materia di sicurezza della navigazione.

La M/n GULF RIVER, della stazza di 2.000 tonnellate, era approdata presso il porto di Sant’Antioco per caricare sale destinato al porto di Durazzo (Albania). L’età della nave, la tipologia ed altri fattori generici e specifici (tra gli altri la bandiera, l’ente tecnico, la performance della società di gestione) hanno automaticamente assegnato alla nave in questione un profilo HRS – High Risk Ship – Nave ad alto rischio.

I controlli degli ispettori P.S.C. (Port State Control, deputati al controllo del naviglio di bandiera estera) hanno accertato ben 10 irregolarità rispetto alla normativa internazionale di riferimento, delle quali diverse considerate di gravità tale da comportare la detenzione della stessa nave fino alla rimozione di tutte le deficienze riscontrate.

Tra queste ultime, le principali riguardavano il non funzionamento del motore della lancia di salvataggio che sarebbe stata inutilizzabile in caso di abbandono della nave da parte dell’equipaggio, diversi buchi sulla linea antincendio principale, tali da non consentire un efficace azione estinguente per mancanza di idonea pressione dell’acqua, nonché gravi mancanze in materia di protezione antincendio strutturale e sicurezza degli ambienti di lavoro.

I controlli sulla sicurezza della navigazione e la tutela dell’ambiente marino ed atmosferico, nel quadro delle attività poste in essere per la lotta alle navi sub-standard, rappresentano uno dei capisaldi dell’attività delle Capitanerie di porto – Guardia costiera.

L’impiego di personale altamente specializzato ha consentito all’Italia di raggiungere i massimi livelli di efficienza ed efficacia dell’azione ispettiva di contrasto al naviglio sub-standard, ponendosi sempre ai primissimi posti nell’ambito della Comunità Europea.

 

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In Europa è un’altra Dinamo! Jack Cooley e compagni hanno espugnato il campo della Vijf Mehial nella sfida di andata del round of 16 di Fiba Europe Cup contro la formazione olandese del Leiden (97 a 93, primo tempo 42 a 39) ed hanno posto un’ipoteca sulla qualificazione al turno successivo. A soli tre giorni dall’amara sconfitta interna subita ad opera della Vanoli Cremona dell’ex Meo Sacchetti, la Dinamo s’è ritrovata, lottando dal primo all’ultimo minuto, facendo la differenza già nel primo quarto, concluso avanti di 8 punti sul 21 a 13, e dopo la parziale rimonta olandese che è andata al riposo sotto di soli 3 punti sul 39 a 42, nel terzo quarto, nel corso del quale ha realizzato 34 punti, portando il vantaggio a 11 punti, poi gestito nell’ultimo quarto, fino al definitivo 97 a 93.

Nella Dinamo, ben cinque i giocatori in doppia cifra: con un grande Jack Cooley (in ombra con la Vanoli) in doppia doppia determinante nel finale con 21 punti e 10 rimbalzi; un decisivo Tyrus McGee (anche lui in ombra nell’ultimo turno di campionato), a referto con 19 punti con 5 su 6 da 3 punti, 8 assist e 4 rimbalzi; Achille Polonara, protagonista nel primo e nel primo quarto, con 14 punti e 7 rimbalzi. Bene anche Jaime Smith (12 punti e 5 assist), protagonista nel terzo quarto, e Rashawn Thomas (12 punti, 5 rimbalzi e 6 assist).

Le due squadre si affronteranno nel match di ritorno tra sette giorni al PalaSerradimigni. La Dinamo domenica sera, alle 19.05, giocherà al Taliercio di Venezia, contro la vicecapolista Umana Reyer (dirigeranno Carmelo Paternicò, Maurizio Biggi e Gianluca Calbucci).

Zz Leiden 93 – Dinamo Banco di Sardegna Sassari 97

Parziali: 13 a 21; 26 a 21; 26 a 34; 28 a 21.

Progressivi: 13 a 21; 39 a 42; 65 a 76; 93 a 97.

Zzz Leiden: Ververs 5, Polman, De Randamie 3, Watson 25, Kherrazzi, Khoeler, Simms 9, Thompson 25, De Jong 15, Vette 11. All. Rolf Franke.

Dinamo Banco di Sardegna Sassari: Spissu 6, Smith 12, McGee 19, Carter 4, Devecchi, Magro, Pierre 7, Gentile, Thomas 12, Polonara 14, Diop, Cooley 21. All. Gianmarco Pozzecco.

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La scorsa notte i carabinieri della stazione di Cagliari – San Bartolomeo, nel corso di uno specifico servizio antidroga nelle pertinenze del Palazzo “Gariazzo”, volto al contrasto del traffico di stupefacenti nelle principali “piazze di spaccio”, hanno arrestato in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio, una vedova pensionata classe 1948.

Insospettabile per i carabinieri, già da tempo monitorata, così come di consueto, ieri mattina, alle 8.30, dopo aver accompagnato il nipote alla fermata dell’autobus vicino casa, nei pressi di via Schiavazzi, è stata bloccata e, sebbene insospettabile, sottoposta a perquisizione personale e domiciliare, circostanza nella quale è stato ritrovato nella sua disponibilità un ingente quantitativo di stupefacente: circa 1 kg di cocaina, parte del quale già suddivisa in oltre 6.000 dosi, e circa 200 grammi di eroina, in parte già suddivisa in 100 dosi, il tutto contenuto in oltre 70 buste, per un giro d’affari di circa 100.000 euro.

La droga è stata rinvenuta in una borsa frigo attentamente occultata nell’appartamento.

La pensionata è stata ammanettata e tradotta presso gli uffici della stazione dei carabinieri di San Bartolomeo, in attesa della traduzione presso la casa circondariale di Uta. Nei prossimi giorni si terrà l’udienza di convalida, presso il Tribunale di Cagliari.

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Una squadra al femminile guiderà per i prossimi quattro anni la delegazione regionale di Confprofessioni Sardegna, la rappresentanza sindacale di categoria che tutela nell’isola gli interessi di oltre ventimila liberi professionisti. Alla presidenza è stata confermata all’unanimità l’avvocata Susanna Pisano, mentre alla vicepresidenza è stata eletta la consulente del lavoro Paola Cogotti. Completamente rinnovata la Giunta esecutiva, di cui faranno parte Gabriella Greco (Associazione Nazionale Forense), Gabriele Manca (Assoingegneri), Luca Mocci (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), Martina Olla (Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) ed Alessandra Scafidi (Associazione Nazionale Revisori). Revisore unico è stato designato Franco Manconi.

La delegazione Confprofessioni della Sardegna rappresenta la maggiore espressione di rappresentanza dei liberi professionisti che nell’isola raccoglie al momento quindici sigle sindacali. «Nel rinnovare l’impegno per l’attività della delegazione sarda della Confederazione, auguro ai nuovi componenti di Giunta un proficuo lavoro nell’interesse dei professionisti dell’Isola – ha dichiarato la presidente Susanna Pisano -. La nuova squadra a maggioranza femminile è già impegnata nelle nuove sfide che il rinnovo della classe politica regionale impone per la presenza attiva di Confprofessioni Sardegna sui tavoli istituzionali». 

Dopo il rinnovo degli organi, nella giornata di venerdì 1° marzo al THotel di Cagliari si è tenuto il convegno “Job shadow: competenze e orientamento per i professionisti del futuro” nel quale è stato illustrato il protocollo firmato tra Confprofessioni Sardegna, l’Anpal Servizi (l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) e l’Ufficio Scolastico Regionale che consentirà agli studenti sardi di conoscere gli sbocchi lavorativi offerti dalle libere professioni.

«Con questo protocollo ancora una volta la Sardegna si è mostrata all’avanguardia in Italia – ha detto Marco Natali, componente della giunta esecutiva nazionale di Confprofessioni -. Si tratta, infatti, di un accordo che verrà adottato anche da altre regioni e che consentirà ai giovani di avvicinarsi al mondo delle libere professioni.»

Soddisfazione è stata espressa dai numerosi rappresentanti degli ordini professionali presenti al convegno, mentre alle rappresentanti dell’Anpal Servizi e della Direzione generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Paola Izzo e Maria Elisabetta Cogotti, è toccato il compito di spiegare operativamente in che modo l’accordo verrà applicato.  

Di grande interesse anche l’intervento del direttore dell’ente bilaterale di categoria Ebipro Francesco Monticelli, che ha illustrato la misura che consentirà ai professionisti di poter usufruire di un bonus di mille euro per ogni studente seguito nel percorso di conoscenza della professione.

«Con questo protocollo il mondo delle professioni fa un importante passo in avanti nei confronti dei giovani», ha affermato la vice presidente di Confprofessioni Sardegna Paola Cogotti, in un intervento che ha preceduto le domande dal pubblico. 

A chiudere il convegno è stata la presidente Susanna Pisano. «Per noi ora si aprono quattro anni di intenso lavoro, nei quali lavoreremo per rappresentare al meglio gli interessi dei liberi professionisti della Sardegna e per diffondere la cultura delle nostre professioni anche tra i giovani».

 

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Sabato 9 marzo 2019, con inizio alle ore 9.00, nella Sala conferenze de “Lo Quarter” (Largo San Francesco) in Alghero, promosso dalla Diocesi di Alghero-Bosa – con il patrocinio della Fondazione Alghero e del comune di Alghero – si terrà un convegno dal titolo “Chiesa in carcere… salvati dalla fede”.

Lo scopo è quello di coinvolgere la comunità cristiana in un percorso di attenzione verso la realtà del carcere per sentirla come parte integrante del cammino della Chiesa diocesana. Infatti il soggetto di una pastorale carceraria è la comunità cristiana tutta. Punto di riferimento fondamentale sarà il documento base di pastorale nell’ambito del penale e prassi di misericordia elaborato a più mani dai cappellani delle carceri italiane con la supervisione dell’Ispettore generale. Papa Francesco sostiene (E.G. n. 270) che «Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri. Aspetta che rinunciamo a cercare quei ripari che ci permettono di mantenerci a distanza dal nodo del dramma umano, affinché accettiamo veramente di entrare in contatto con l’esistenza concreta degli altri e conosciamo la forza della tenerezza».

Parteciperanno all’incontro: don Mario Ildefonso Chessa, cappellano casa di reclusione di Alghero (presentazione ed introduzione); don Raffaele Grimaldi, Ispettore nazionale cappellani delle carceri (Liberare l’uomo con la forza del Vangelo, per umanizzare la giustizia penale); Marcella Reni, presidente “Prison fellowship Italia onlus” (progetto Sicomoro: un esempio virtuoso). Sono previsti, inoltre, interventi di don Giampaolo Muresu, coordinatore dei cappellani delle carceri della Sardegna; Mario Bruno, sindaco di Alghero; Franco Deiana, direttore Caritas Diocesi Alghero-Bosa; Elisa Milanesi, direttore casa di reclusione “G. Tommasiello” Alghero; Carmelo Pira, direttore casa di accoglienza “Giubileo 2000” Alghero; Antonello Brancati, comandante corpo di P.P. Casa di reclusione “G. Tommasiello” Alghero.

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Il 28 febbraio scorso il Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, in concorso con la Fondazione “Giuseppe Dessì” ed alla presenza del presidente dei Parchi Nazionali Italiani Stanislao Demarsanich, ha sottoscritto la nascita del secondo Parco Letterario della Sardegna.

La conoscenza, la tutela e lo sviluppo del Parco Geominerario ora dispone di un nuovo strumento culturale che narra dei luoghi del Parco creando le condizioni di un nuovo approccio al rispetto ed alla tutela dell’ambiente.

Giuseppe Dessì, nel suo “Paese d’ombre”, narra dei luoghi al cospetto della seconda cima dell’isola, il Monte Linas, che comprendono un’importante parte di territorio ricadente entro i confini del Parco Geominerario.

Questa nuova azione posta in campo dall’Ente si raccorderà con il Parco Letterario “Grazia Deledda” che comprende la parte Centro Nord dell’Isola, nello spirito unitario della promozione delle risorse ambientali, storiche e culturali isolane, sempre più Global Geopark Sardinia.

Tarcisio Agus, presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

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Un pronto soccorso con una nuova organizzazione, collegato con la Radiologia e con le discipline mediche direttamente interessate alla sua attività. Una ristrutturazione, in attesa del nuovo pronto soccorso che dovrà sorgere a valle delle stecche bianche, che consentirà di ottimizzare l’impiego delle risorse umane, degli spazi e di limitare al minimo indispensabile gli spostamenti dei pazienti in fase di completamento delle indagini diagnostiche e di stabilizzazione del paziente.

È questo quanto prevede il progetto per la “sistemazione e adeguamento funzionale, edile e impiantistico, del pronto soccorso e della Radiologia ai piani terra e semi interrato del corpo Nord del presidio ospedaliero Santissima Annunziata”. La direzione generale, proprio nei giorni scorsi, ha approvato il progetto preliminare predisposto dalla struttura Edile, impianti e patrimonio. Per la realizzazione dei lavori, il piano triennale degli investimenti ha previsto una somma di circa 2 milioni di euro.

Il progetto è stato presentato questa mattina nella sala d’attesa, appena ristrutturata, del pronto soccorso del Santissima Annunziata. A presentarlo il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso, il direttore sanitario aziendale Nicolò Orrù, il direttore amministrativo Lorenzo Pescini, il direttore del Dipartimento di emergenza/urgenza Pier Paolo Terragni, il direttore del presidio Bruno Contu, i direttori delle unità operative di Pronto soccorso Mario Oppes, di Radiologia Santissima Annunziata Stefano Profili, di Ortopedia Santissima Annunziata Franco Cudoni ed Edile, impianti e patrimonio Roberto Manca, la coordinatrice del pronto soccorso Pina Cossu.

Il progetto prevede la creazione di un’area presidiata per il monitoraggio post-triage dei pazienti barellati. Questo permetterà al personale addetto di riconoscere più facilmente le eventuali modifiche del quadro clinico del paziente e, nel caso, l’aggiornamento del codice di priorità e di intervento immediato.

La nuova strutturazione degli spazi prevede, inoltre, la possibilità di far sostare, accanto al paziente che aspetta la visita, un accompagnatore con evidenti vantaggi di tipo psicologico per il paziente e di controllo per la struttura.

All’interno del pronto soccorso è prevista la creazione di un open space con numerosi box che permetterà, da un lato, di mantenere il contatto col medico che ha preso in carico il paziente per tutta la durata dell’accesso e, dall’altro, di “assorbire” nell’area di valutazione e trattamento un numero maggiore di pazienti in relazione al numero di box liberi. Con questo sistema sarà possibile ridurre anche i tempi di attesa, oggi decisamente lontani dagli standard esistenti.

Tre gli aspetti importanti del progetto approvato dalla direzione generale. Il primo è la creazione di un’area rossa con la creazione di una zona adeguatamente attrezzata per la gestione delle emergenze. Qui i pazienti, una volta entrati, vengono stabilizzati fino al trasferimento nella struttura definitiva, facendo convergere l’equipe multi-specialistica in pronto soccorso (trauma team, aortic team, ecc.).

Vengono previsti due letti di terapia intensiva – un’appendice della terapia intensiva del quinto piano – gestiti dal servizio di Anestesia in h24, con l’obiettivo di evitare i trasferimenti del paziente in shock e il supporto delle strumentazioni necessarie. Il paziente, al termine del percorso di stabilizzazione, verrà inviato dall’anestesista ad una delle due unità di terapia intensiva (Cliniche o Santissima Annunziata) o in sala operatoria per il proseguimento delle cure.

Il secondo aspetto importante del progetto è la riorganizzazione delle attività radiologiche interventistiche nel primo sotto piano. Prevede, tra l’altro, l’accesso diretto, tramite ascensore interno, dei pazienti provenienti dal pronto soccorso che necessitano di indagini diagnostiche e/o terapeutiche.

Una riorganizzazione che consentirà alla Radiologia del Santissima Annunziata di unificare, in un unico piano (-1), gran parte delle apparecchiature radiologiche che a oggi si trovano sparse su tre diversi livelli del presidio ospedaliero.

L’obiettivo è quello di garantire una migliore razionalizzazione degli spazi e delle risorse dedicate, nonché la sistemazione dell’angiografo, appena finanziato con delibera di giunta regionale 5/51 del 12 febbraio scorso. L’angiografo consentirà il tempestivo trattamento delle patologie tempo dipendenti come il trauma, l’ictus e, più in generale, le patologie ischemiche ed emorragiche.

Il terzo aspetto del progetto, inoltre, prevede un accesso esterno e la sistemazione di due ambulatori ortopedici, di una sala gessi e di una sala di radiodiagnostica dedicata alla traumatologia, in contiguità, ma indipendente dalla Radiologia e dal percorso dell’urgenza/emergenza.

La sala gessi e gli ambulatori ortopedici, infatti, saranno trasferiti dal sesto piano, dove si trovano attualmente, al piano -1. Una soluzione questa che eviterà ai pazienti e ai loro accompagnatori di percorrere distanze elevate e di sovraccaricare i percorsi sino ad ora utilizzati per raggiungere ambulatori e sala gessi.

Sono in via di attuazione, intanto, i lavori di ristrutturazione del pronto soccorso, consegnati a ottobre alla ditta Termosanitaria Piani Srl. È stato realizzato il nuovo ingresso sul piazzale di sosta delle autoambulanze, i due bagni sono stati spostati sulla sinistra, sono a norma, più spaziosi e uno di questi per i disabili. La sala adesso si sviluppa in lunghezza e tra la sala d’attesa e l’ingresso dedicato alle barelle il progetto prevede il posizionamento di una parete divisoria con una porta scorrevole. Sarà sostituita, poi, una delle porte scorrevoli motorizzate.

Le opere comprendono, inoltre, interventi per il rifacimento della pavimentazione e dei controsoffitti quindi degli impianti di rilevamento fumo, incendio e quelli dell’illuminazione.

La sala d’attesa sarà dotata di sei video, tre per la televisione e tre per le comunicazioni all’utenza.
Nelle opere per la sicurezza il progetto comprende un impianto di videosorveglianza, per l’interno e per l’esterno. Il costo dei lavori è di 175mila euro.

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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione della Giornata internazionale della donna, 8 marzo, ricorda le conquiste socio-economiche e politiche ed al pari le violenze e le discriminazioni subite ancora oggi nel mondo dal genere femminile.

I diritti delle donne sono parte inalienabile, integrale e indivisibile dei diritti umani universali ed in quanto tali devono essere tutelati dagli Stati con misure di tipo positivo che, in deroga al principio della parità formale, permettano di perseguire la sostanziale parità con gli uomini. Nel 2010, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha fondato l’UN Women (Donne dell’ONU), un organismo creato per la promozione e protezione dei diritti delle donne. Tra i suoi obiettivi v’è l’accelerazione dei progressi di uguaglianza di genere, il potenziamento delle donne per uno sviluppo sostenibile e un mondo più inclusivo e la realizzazione di standard di parità effettivamente applicati a beneficio di tutte le donne e le ragazze. Nel 2017 l’UN Women ha esortato tutti a “fare il grande passo” verso l’uguaglianza di genere per un pianeta di parità effettiva entro il 2030. Tra i principali inviti rivolti agli Stati v’è quello di attuare politiche di promozione alla partecipazione delle donne al processo politico a livello comunitario, locale, nazionale e internazionale, e quello teso alla realizzazione di ambienti di tolleranza zero per i reati di genere, con adozione di tutte le misure appropriate per perseguire i responsabili. La partecipazione delle donne in politica è ancora a livelli bassissimi. Nel 2018 le donne presenti nei parlamenti nazionali d’Europa erano il 24%, mentre con il 2019 le donne che nel mondo sono a capo di uno Stato sono 11 e 10 svolgono funzioni di capo del governo. Dalla classifica dell’IPU, l’organizzazione mondiale dei Parlamenti, emerge che la partecipazione femminile in Parlamento è paritaria solamente in tre stati tra i più poveri al mondo che da questo punto di vista rappresentano l’avanguardia: Ruanda con il 61,3%, Cuba con il 53,2% e Bolivia con il 53,1%. Negli ultimi 20 anni l’Italia ha vissuto un notevole miglioramento in tema di pari opportunità ma la sua posizione resta inferiore alla media europea, collocandosi al 14° posto fra i paesi membri.  Le donne italiane sono infatti ancora molto discriminate in casa, nella parità salariale e nell’occupazione. Lo dice l’Eige (European Institute for Gender Equality) che nel 3° rapporto sull’indice di uguaglianza di genere 2017 ha assegnato all’Italia un punteggio di 62,1 (su un massimo di 100 che indica la totale parità) contro un 66,2 di media europea (+4%).

E’ evidente, dunque, che c’è ancora molto da fare.

Secondo il rapporto 2017 dell’Ocse “The Pursuit of Gender Equality: An Uphill Battle” sono stati identificati i tre ostacoli più importanti all’uguaglianza di genere: la violenza contro le donne, il divario salariale e la disuguaglianza nella divisione del lavoro non retribuito domestico. La violenza di genere continua ad essere una delle più importanti violazioni dei diritti umani all’interno di tutte le società contrariamente ai dettami della Dichiarazione universale dei diritti umani che sviluppa in concreto il divieto di discriminazione in base al sesso nell’ambito della famiglia, del matrimonio e della maternità, dei diritti politici e del lavoro.  Secondo gli ultimi dati Istat, in Italia nel 2016 3 omicidi su 4 sono stati femminicidi commessi in ambito familiare e tra questi 59 donne sono state uccise dal partner, 17 da un ex partner e 33 da un parente, mentre 6 milioni 788 mila donne fra i 16 e i 70 anni hanno subito violenza fisica o sessuale (stupri il 5,4%, violenza sessuale il 21% e violenza fisica il 20,2%). Il divario salariale di genere vede le donne italiane guadagnare in media il 33,4% in meno degli uomini con una percentuale di occupazione femminile molto bassa (48,1 %; dati ISTAT 2018). Denominato gender pay gap, questo fenomeno deriva dal fatto che le donne lavorano meno ore retribuite, operano in settori a basso reddito o sono meno rappresentate nei livelli più alti delle aziende ed hanno e, nella maggior parte dei casi, le retribuzioni pattuite sono inferiori rispetto ai colleghi dell’altro genere. La maggiore influenza sul dato reddituale è esercitata dalla maternità e dai lavori domestici non retribuiti. E’ stato rilevato che la nascita di ogni figlio determini un calo del 4% sul reddito della madre, mentre nella stessa circostanza si registra l’aumento salariale del padre che riesce a proseguire la propria carriera senza soluzione di continuità né contrazione. Occorre quindi potenziare l’accesso a servizi per l’infanzia convenienti e di buona qualità a sostegno delle mamme lavoratrici affinché non debbano sentirsi costrette a ridurre il proprio orario di lavoro oppure a licenziarsi. Il settore lavorativo in cui ad oggi v’è maggior tutela per le donne è quello pubblico perché meglio concilia le esigenze di lavoro e vita privata delle donne in virtù delle più diffuse politiche di pari opportunità. Nel settore docenti le insegnanti donne in cattedra nelle scuole statali, sia di ruolo che supplenti precarie, sono l’81,7% degli 855.734 docenti di ogni ordine e grado di scuola (esclusi i docenti di religione cattolica) (dati MIUR, 2018). Tuttavia l’insidia della discriminazione di genere trova spazio anche nel pubblico impiego come ad esempio nell’attuando nuovo reclutamento del personale docente. Alle centinaia di migliaia di insegnanti donne che negli ultimi 10 anni hanno lavorato a tempo determinato per il MIUR verrà imposto di sostenere un concorso pubblico su materie in parte tecniche non specialistiche e senza alcuna riserva di posti. Parliamo di docenti donne fuori ruolo che hanno un’età compresa tra i 40 e i 60 anni, che durante gli anni di precariato hanno avviato progetti di vita familiari ed economici e che all’atto della pubblicazione del bando non avranno la possibilità di prepararsi adeguatamente al prossimo concorso. Esse infatti non potranno studiare abbastanza perché dovranno contemporaneamente prendersi cura della casa e della famiglia oltre a lavorare per far fronte agli impegni di spesa già assunti (mutuo, affitto, ecc.) senza parlare di quelle madri single che non potranno neppure contare sul reddito del coniuge. Si prospetta dunque una vera e propria piazza pulita di questa categoria di dipendenti pubblici discriminate di fatto per motivi di genere e per cui, ad oggi, non sembrano prospettarsi migliori orizzonti.

Il lavoro familiare non retribuito, tenuto ancora poco in considerazione dalla politica, impegna le donne a svolgere in modo sproporzionato ed in via quasi esclusiva la cura della famiglia e della casa come un vero e proprio secondo lavoro (secondo i dati Ocse le donne italiane fanno cento minuti al giorno di lavoro non pagato in più rispetto agli uomini), ecco perché è di fondamentale importanza coinvolgere gli uomini nell’uguaglianza di genere e nelle sue iniziative fino ad assumersi le proprie responsabilità in ambito familiare, domestico, lavorativo e nelle relazioni per una parità di genere sostanziale.

Negli ultimi 15 anni i diritti delle donne hanno ricevuto importanti tutele legislative con interventi in ambito sociale, lavorativo ed istituzionale, in materia di pari opportunità, quote rosa e repressione delle violenze sulle donne, con azioni di prevenzione, protezione, perseguimento-azione penale e politiche (le così dette 4P). Tuttavia, nonostante le donne oggi siano più istruite degli uomini (il 63% ha almeno un titolo secondario superiore contro il 58,8% degli uomini, e il 21,5% ha conseguito un titolo di studio universitario contro il 15,8% degli uomini) e siano maggiormente tutelate nella vita lavorativa anche nel loro diritto di accedere alle carriere, nella realtà quotidiana le questioni di genere continuano a non cedere il passo all’effettiva parità.

Manca qualcosa. A nostro parere, manca l’educazione alla parità di genere.

Qualsiasi comportamento umano distorto, infatti, può essere corretto nei suoi effetti con contenimento delle sue conseguenze attraverso azioni che tendano a favorire specifiche posizioni di svantaggio oppure a limitarne la pericolosità di altre, ma solo l’educazione delle coscienze potrà conseguire l’effettiva eliminazione della disparità tra generi. Il tema della giornata Internazionale della donna ONU per il 2019 è “Pensa alla pari, pianifica con una mentalità innovativa” per promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne assicurando  servizi pubblici, sicurezza del reddito,  spazi sicuri e sviluppo della  tecnologia per il progresso femminile. In accoglimento del tema della giornata occorre che gli Stati facciano propria la prospettiva di genere nella preparazione, progettazione, attuazione, monitoraggio e valutazione delle politiche, delle misure regolamentari e dei programmi di spesa, al fine di promuovere la parità tra donne e uomini e combattere la discriminazione.

Virginia Woolf, intellettuale femminista britannica e convinta sostenitrice dell’uguaglianza tra i sessi, scriveva che una donna deve avere soldi, cibo adeguato e una stanza tutta per sé per poter scrivere, sottolineando come l’indipendenza economica e intellettuale, da sempre negata alle donne, sia indispensabile per la sua emancipazione.

In questo ambito, in Coordinamento Nazionale dei Docenti per le discipline dei Diritti Umani invita tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado dall’infanzia alla secondaria ad inserire nel PTOF attività di educazione all’uguaglianza di genere poiché crescere in parità costituisce vero investimento per un futuro sostenibile.

In segno di condivisione della proposta il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani invita tutti a lanciare un messaggio: #crescereallapari8marzo2019.

Prof.ssa Veronica Radici

Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

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Giovedì 14 febbraio, il sindaco di Iglesias Mauro Usai, l’assessore dei Lavori pubblici Vito Didaci ed il dirigente del Settore Tecnico-Manutentivo Pierluigi Castiglione, hanno partecipato ad un incontro presso il Centro Direzionale di via Isonzo con una una delegazione dell’ANAS formata da Valter Bortolan, responsabile del coordinamento territoriale per la Sardegna e da tre suoi dirigenti tecnici-amministrativi.

Le discussioni, hanno riguardato sia gli aspetti tecnici che quelli amministrativi dei lavori di manutenzione dei due ponti stradali lungo la statale 130, per i quali sono state stabilite e formalizzate le competenze tra il comune di Iglesias e l’ANAS, così suddivise: la parte strutturale affidata ad ANAS e la manutenzione dei ponti affidata al Comune.

Altro argomento di discussione è stato il ponte stradale in località Genna Luas, oggi chiuso al traffico per la sua inadeguatezza, e per la cui ricostruzione il comune di Iglesias ha ottenuto recentemente dalla Regione Sardegna un finanziamento di euro 1.270.000, per un primo stralcio dell’opera.

Comune ed ANAS hanno convenuto che tale cifra sarebbe opportuno utilizzarla per l’intervento di ricostruzione, come parte iniziale di un progetto esistente più ampio, per la cui esecuzione saranno necessari oltre 3 milioni di euro.

Altro argomento di discussione, è stato la costruzione della circonvallazione che sorgerà all’entrata di Iglesias, al termine della strada statale 130, che sarà formata da due rotonde che renderanno più sicuro e scorrevole il traffico per le diverse diramazioni.

Lavori per i quali è stato firmato con l’impresa il contratto di appalto di aggiudicazione lavori nella stessa giornata, e che, secondo le previsioni, dovrebbero durare circa un anno e mezzo, con un finanziamento complessivo di euro 1.090.111,35, e con il collaudo affidato ad un tecnico nominato da ANAS.

I lavori avranno inizio presumibilmente entro la fine del mese.

Nell’incontro di giovedì 14 febbraio, è stata anche discussa la situazione relativa al ponte stradale che attraversa il lago di Punta Gennarta, e degli smottamenti lungo la strada statale per Sant’Angelo.

L’ANAS ha confermato che il ponte è in sicurezza e la situazione è costantemente monitorata, che i lavori di sistemazione della strada statale per Sant’Angelo sono ultimati, e che i marciapiedi sul ponte del lago di Punta Gennarta sono stati ripristinati.

L’ANAS ha dato conferma che sarà costruita a breve, possibilmente entro l’anno, una rotonda stradale nella frazione di Bindua, al fine di consentire ai residenti l’inserimento nella carreggiata con maggiore sicurezza.

Inoltre l’Amministrazione comunale, ha avuto rassicurazioni da parte di ANAS, che saranno ripristinati i cartelli stradali andati distrutti nel corso dell’incendio che ha interessato la zona di Villa Marini, e che entro l’anno ANAS  procederà anche al rifacimento del manto stradale lungo il tratto della statale 130 che collega Iglesias a Decimomannu.

Vito Didaci, assessore dei Lavori pubblici del comune di Iglesias.