20 December, 2025

La Giunta comunale di Carbonia, con deliberazione n. 240 del 2 novembre 2024, ha dichiarato lo stato di calamità naturale per l’intero territorio comunale in relazione ai danni pubblici e privati conseguenti al nubifragio abbattutosi sul territorio nella notte tra il 26 ed il 27 ottobre 2024.
La dichiarazione di stato di calamità naturale è il presupposto normativo che consente ai privati cittadini di richiedere un risarcimento dei danni subiti qualora la Regione Sardegna preveda stanziamenti nel bilancio a questo dedicati.
Nella giornata del 31 ottobre il Sindaco, la Giunta e i dirigenti dei settori dell’Ente hanno avuto modo di discutere delle criticità legate agli eventi meteorologici avversi e alle misure di mitigazione del rischio ribadendo l’importanza di parlare di Protezione civile, soprattutto, “in tempo di pace”.
In particolare la Giunta e i dirigenti hanno discusso delle misure di previsione e di prevenzione che l’Amministrazione pone in essere prima e durante questi eventi.
In questi giorni è ripresa la pulizia degli alvei dei corsi d’acqua del territorio ed è sempre programmata e ciclica la pulizia delle caditoie.
È stata ribadita l’importanza della corretta pianificazione urbanistica e del rispetto e cura dell’ambiente.
È stato messo in risalto il prezioso supporto delle organizzazioni di volontariato, che garantiscono il monitoraggio del territorio in caso di allerta e il primo intervento nelle fasi critiche.
«Presto riprenderanno gli incontri nelle scuole con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani e trasferire le buone regole di auto protezioneha detto il sindaco Pietro Morittu -. Fare sistema e rete tra tutti gli attori coinvolti, in primis i cittadini, nella fase di prevenzione e prime azioni al momento delle fasi critiche è il metodo migliore per generare resilienza verso i fenomeni avversi.»
Le norme di comportamento da adottare prima, durante e dopo i fenomeni meteo-idrogeologici e idraulici sono consultabili presso il seguente link http://www.sardegnaambiente.it/documenti/20_467_20190227151402.pdf

Massimo Comparetti è il nuovo allenatore dell’Atletico Masainas, subentra al dimissionario Marco Farci. La scelta della società guidata dal presidente Antonello Etzi, è maturata ieri sera, dopo la vittoriosa partita con l’Idolo, decisa da una doppietta di Yves Herman Kouadio (24 anni, originario della Costa d’Avorio, ex Lanusei, Iglesias e Villasimius, 69 presenze in serie D, alla terza presenza dopo il suo arrivo a Masainas), la firma arriverà in giornata.

Massimo Comparetti, 53 anni, ha alle spalle una buona carriera da calciatore che ha avuto i momenti migliori, agli inizi, nel Carbonia di Elvio Salvori, nel campionato Interregionale. Da allenatore ha alle spalle soprattutto diverse esperienze alla guida del Carloforte (squadra nella quale ha militato per diverse stagioni da calciatore). Rileva una squadra al 10° posto con 10 punti nel girone A del campionato di Promozione regionale, dopo il successo sull’Idolo (con un attacco fin qui poco incisivo, con all’attivo solo 8 goal, ma una difesa ermetica, con 7 goal subiti, hanno fatto meglio solo la capolista Lanusei e il Castiadas) e farà il suo esordio domenica prossima sul campo dell’Atletico Cagliari.

 

Si sono riuniti ieri pomeriggio i componenti delle nuove Commissioni invalidità formate con l’obiettivo di abbattere le liste d’attesa accumulate in questi anni a causa della mancanza di personale.
Si tratta di un Progetto della ASL Sulcis Iglesiente che ha visto nelle scorse settimane un lungo lavoro – da parte del SSP e della Direzione aziendale – di organizzazione e di individuazione delle migliori modalità di gestione per l’espletamento delle sedute delle Commissioni. Alla luce delle problematiche emerse nei mesi scorsi in particolare per quanto riguarda il personale del comparto (amministrativi e assistenti sociali) si è
optato per la scelta di assumere tali figure da dedicare esclusivamente a questa attività in orario di servizio.
Questa scelta, insieme all’individuazione del personale medico disponibile, ha consentito la formazione di 5 nuove Commissioni che si riuniranno nelle ore pomeridiane esclusivamente per il recupero del pregresso, in ordine di presentazione delle domande secondo le logiche prioritarie.
Le sedute saranno distribuite equamente tra le sedi di Carbonia e Iglesias.
Durante le ore mattutine, prosegue in maniera più organica l’attività delle 3 commissioni già operanti grazie alla presenza costante di tutti i componenti previsti.

Si rinnova e si rafforza l’interesse per il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna ed i suoi territori in occasione della XXVI edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che si è appena conclusa a Capaccio – Paestum (SA).
Dal 31 ottobre al 3 novembre 2024, il Parco Geominerario ha proposto ai numerosi visitatori che si sono alternati nell’ampio stand allestito presso l’ex tabacchificio Cafasso, una panoramica delle aree e dei comuni della Sardegna dove il patrimonio minerario, geologico e naturalistico riveste un’importanza primaria sotto il profilo ambientale, storico, culturale, turistico ed architettonico, considerando i numerosi esempi di archeologia industriale mineraria che ancora oggi si possono ammirare nel contesto regionale sardo.
Con l’obiettivo di promuovere il territorio ed accrescere le presenze turistiche facendo rete fra istituzioni, operatori e gestori dei siti, il Parco Geominerario ha ospitato nel suo stand il Parco Archeologico di Nora, il Comune e il sito Sa Marchesa di Nuxis, il GeoMuseo Monte Arci di Masullas, il Consorzio Turistico per l’Iglesiente e il Consorzio Natura Viva di Domusnovas, offrendo una proposta integrata delle attività e delle iniziative che si svolgono durante l’anno ed in prospettiva futura.
Con oltre 8 mila visitatori, 160 espositori, 20 paesi esteri rappresentati, 150 conferenze e 600 relatori presenti, la BMTA rappresenta uno dei più importanti eventi al mondo di settore, con incontri, approfondimenti e divulgazione di temi inerenti fruizione, gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico, oltreché promozione del turismo culturale e del business professionale, dove si incontrano operatori turistici e culturali, viaggiatori, mondo scolastico, universitario e mediatico.
 

Entra nel vivo nei prossimi giorni a Iglesias il ‘Sulcis Challenge Startup Battle: Manager, Idee ed Energie per lo sviluppo locale ed il rilancio dei territori’, evento ideato e sviluppato da Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna, Umbria e Camera di Commercio di Cagliari-Oristano.

Da domani pomeriggio, martedì 5 novembre, nella sede del Consorzio Ausi, a Palazzo Bellavista, si ritroveranno i partecipanti ai lavori nei sei tavoli su altrettanti ambiti, individuati dagli organizzatori: economia circolare, terziario innovativo e tecnologico, ambiente e turismo sostenibile, tecnologie emergenti (generative AI, IOT, fintech solutions) e strategie di business sostenibili, agritech, blue & green economy.

Sono circa 50 i partecipanti, tra studenti universitari, rappresentanti delle associazioni datoriali e del mondo dell’impresa, che saranno accompagnati e guidati dagli esperti di Manageritalia.

Dopo le due giornate di confronto e ideazione, i progetti elaborati dai sei tavoli saranno presentati giovedì 7 novembre, alle 10.30, a Cagliari, nella sede della Camera di Commercio (Largo Carlo Felice 72).

Tutti hanno memoria di una qualche “Tzia Maria” e della sua bottega vicino a casa. Aveva due caratteristiche:
1 – Tutti potevano acquistarvi , subito e a poco prezzo, pane, pasta, conserve, Olà, DDT e saponi.
2 – Con i soldi guadagnati, “Tzia Maria” vestiva in figli, li faceva studiare, curava il marito, pagava il macellaio, il muratore, il falegname, il sarto, comprava miscela per la motocarrozzella e  se ne restavano, li metteva nel libretto postale.
Erano soldi benedetti che, in un circuito virtuoso, alimentavano l’economia locale facendo lavorare anche altri artigiani. Era una “Catena di Sant’Antonio” che nutriva le città di un’economia circolare auto-prodotta.
Oggi quel tipo di economia auto-prodotta è superata. Compriamo tutto ai Super-Store: dal pane alla frutta, dalle scarpe ai vestiti, dagli infissi già pronti alle auto, etc… e i soldi finiscono immediatamente in conti correnti del Continente o all’Estero. La virtuosa economia circolare è stata sostituita da un’idrovora quotidiana che prosciuga dal danaro liquido le città. Al contrario dell’economia di “tzia Maria”, la redistribuzione del danaro è stata sostituita da un fiume in fuoriuscita unidirezionale, senza ritorno. Le conseguenze sono desolanti. Il nuovo quadro economico è ben rappresentato dal tipico aspetto assunto dai centri-città: negozi chiusi, palazzi disabitati, un corteo di cartelli “vendesi” affisso alla porta di ex locali commerciali e abitazioni. Tutti segni di impoverimento economico e di spopolamento.

Una delle cause è attribuibile all’accentramento delle attività economiche nei Super-Store: strutture nate per vendere ma che difficilmente reinvestono il ricavato nel luogo che le ospita.
Un fenomeno esattamente identico è avvenuto alla rete sanitaria locale che una volta ci forniva tutta l’assistenza sanitaria che abbisognava. Le nostre Province, con i loro ospedali e le loro reti territoriali sanitarie erano totalmente autonome nell’auto-prodursi il Servizio sanitario in medici, personale, strumenti e edifici proprii. Ricordiamo che le Università istruiscono i Medici ma non li formano professionalmente. La loro formazione professionale è avvenuta sempre negli Ospedali, ad opera dei primari e dei medici anziani. Una legge dello Stato, la 128/69, all’articolo 7, imponeva l’obbligo ai primari di formare culturalmente e professionalmente i nuovi medici. Così i nostri ospedali auto-producevano le nuove generazioni di medici bene addestrati. Qui si curavano le malattie internistiche dei bambini e degli adulti, si facevano gastroscopie, colonscopie, TAC ed esami di laboratorio, si operavano tutte le patologie addominali, toraciche, ortopediche, urologiche, ginecologiche, traumatologiche, e qui si nasceva in sicurezza. Tutti erano nelle condizioni di apprendere l’arte medica, a fare gli elettrocardiogrammi, le colonscopie e ad operare. Nonostante in quei tempi i medici fossero numericamente in numero inferiore rispetto ad oggi, non esisteva il problema della carenza di medici e le liste d’attesa si esaurivano in giornata o in una settimana. Il mondo poi è cambiato.
Fino al 1978 gli ospedali provinciali erano finanziati dai proventi provenienti dalle Casse mutue private e dai privati cittadini. In quell’anno Tina Anselmi abolì le Casse mutue e creò il Fondo sanitario Nazionale. Da quell’anno la Sanità fu veramente e totalmente pubblica. Lo Stato, su proposta di Tina Anselmi, istituì il Servizio sanitario nazionale (L. 833/78), diede in gestione le USL territoriali ai sindaci e ai Consigli comunali. Furono applicate esattamente le norme costituzionali che suddividono gli Enti gestori dei servizi pubblici in: Comuni, Province, Regioni.
Era chiaro che, in democrazia, la gestione pubblica spettasse al popolo tramite i suoi rappresentanti. Tina Anselmi era un personaggio complesso: proveniva da una famiglia socialista; da universitaria nel 1944 vide impiccare dai nazisti i 31 martiri di Bassano del Grappa e aderì immediatamente alle brigate partigiane combattenti in montagna. Lì, nei bivacchi, si discuteva sul come costruire la Costituzione del nuovo Stato che avrebbero creato. Fu attiva nella CGIL e poi aderì ad uno dei tre partiti che scrissero la Costituzione entrata in vigore il 1° gennaio 1948. Per effetto dell’articolo 3 della Costituzione, che conferiva pari diritti a maschi e femmine, poté essere candidata; nel 1956 divenne deputato della Repubblica e scrisse il testo della legge sulla “pari opportunità” Uomo-Donna. Fu il primo ministro donna nella storia italiana. Nel 1976 venne nominata ministro della Sanità e scrisse il rivoluzionario testo di Riforma sanitaria: la legge 833/78. In quasi tutte le Regioni la nuova legge di riforma venne compiutamente applicata nel 1982. Fu un’esplosione di democrazia. Durò fino al 1992 e fu il decennio d’oro della Sanità italiana. Gli ospedali crebbero di numero e in qualità. Gli amministratori locali misero in competizione le USL fra di esse. In quella gara ognuno si assicurava i migliori professionisti per dirigere i reparti e iniziò la produzione, in ciascuna provincia, di una Sanità autoctona, auto-prodotta, adeguata alle esigenze di ciascun territorio nel rispetto delle norme nazionali.
La Sanità divenne un motore economico che, attirando pazienti e finanziamenti, produsse profitto per la comunità, così come oggi lo producono il Turismo, la Cultura, e l’Archeologia. Poi venne l’anno 1992 ed entrammo in un trentennio molto controverso.
Oggi sappiamo che in quell’anno avvenne la fine dell’entusiasmo creativo dei partiti politici e della partecipazione popolare. Fu l’anno di Mario Chiesa, di “tangentopoli” e dello sconquasso dei partiti dei Padri costituenti. In quell’anno, alle dimissioni di Francesco Cossiga da Presidente della Repubblica, venne proposta la candidatura di Tina Anselmi. Se fosse stata nominata lei come Presidente, avrebbe sicuramente protetto la sua legge di Riforma sanitaria. Viceversa, venne eletto Oscar Luigi Scalfaro, il quale nominò ministro della Sanità il rappresentante del Partito liberale, on. Francesco De Lorenzo. La storia della Sanità pubblica cambiò.

Francesco De Lorenzo proveniva da una parte politica che non aveva partecipato alla scrittura della Costituzione. Conformemente alle sue idee economiche, agli antipodi di quelle di Tina Anselmi, egli produsse una sua “Riforma sanitaria”, la L. 502/92, in cui applicò il concetto di “impresa” alla Sanità pubblica. Rimosse i sindaci e i Comitati di gestione. Le Unità Sanitarie Locali (USL) presero il nome di “Aziende Sanitarie Locali” e per dirigerle egli inventò la figura del “Manager”. E’ una figura tipica delle imprese economiche basate sulle regole del mercato privato. Il centro dell’attenzione, che prima era il “cittadino malato”, divenne “l’Ufficio del bilancio”. Alla direzione “democratica” si sostituì la direzione “centralizzata”. Da allora il metodo più semplice di ridurre la spesa sanitaria consiste nello spendere il meno possibile e nel “centralizzare”, quindi: meno personale, meno strumenti, meno accessibilità alle cure. Ai politici di allora sfuggì che esiste uno stretto connubio tra la democrazia, il benessere dei cittadini e la loro percezione di sicurezza. E’ per questo che i cittadini amano le libere elezioni: perché incentivano i Governi a tutelare il benessere. A queste disattenzioni consegue in genere la caduta del consenso popolare. A quel primo atto di centralizzazione del potere in un’unica Persona-Manager sono poi seguite altre “centralizzazioni”. I politici locali allora perdettero il potere di controllo sulla Sanità pubblica. Oggi lo stanno perdendo i politici regionali: la centralizzazione del controllo della Sanità regionale è stata acquisita da un’altra struttura gestionale, al di fuori dell’assessorato della Sanità, a cui è stato conferito grande potere ed autonomia. Tale nuova struttura, l’ARES, seguendo una logica amministrativamente ineccepibile e in linea col processo di aziendalizzazione dell’intera struttura sanitaria sarda, ha proceduto alla “delocalizzazione” di fatto dell’assistenza sanitaria, trasferendola dalle Province al centro della Regione. Il cambiamento è enorme.
L’impoverimento dell’apparato ospedaliero provinciale oggi impone che i nostri “corpi malati” vengano forzatamente trasferiti negli ospedali DEA di II livello di Cagliari e negli ospedali universitari per qualunque malattia, sia grande sia piccola. Tale centralizzazione sta comportando la scomparsa degli ospedali DEA di I livello, che sono gli 8 ospedali provinciali delle 8 province sarde. La conseguenza è tutti i giorni nelle prime pagine dei quotidiani. Gli ospedali cagliaritani, sommersi da un eccesso di richieste di cure provenienti da tutta la Regione, sono finiti in scompenso funzionale. In certi momenti si è rischiata la chiusura per impossibilità di accettare altri pazienti.
Certamente la soluzione non consiste nel tornare ai tempi di “tzia Maria”. Si potrebbe però applicare correttamente la legge sulla “Rete Ospedaliera Regionale” del 2017, rimasta nel cassetto.
Si potrebbe anche riportare al controllo delle ASL i sindaci del territorio, che potrebbero affiancare con funzione di proposta e controllo, i Manager.
Potremmo avere la gradita sorpresa di restituire la certezza delle cure alle Province e, forse, di innescare anche un sano circuito di ritorno economico.

Mario Marroccu

Sono appena terminati i sei tornei Itf Combined organizzati dall’ASD Forte Village Sports Academy con il supporto dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna che da lunedì 16 settembre – con le qualificazioni iniziate il 15 – a domenica 27 ottobre, hanno accolto tennisti e appassionati nei campi in terra battuta del Forte Village a Santa Margherita di Pula, nel Sud Sardegna. Un’edizione straordinaria con 298 tennisti che si sono sfidati in un totale di 777 partite.

I giocatori italiani sono stati i più numerosi, con 167 partecipanti sul rosso di Santa Margherita di Pula. Ben 110 sono arrivati da altre 27 nazioni europee (16 dalla Germania, 8 dalla Bulgaria e dalla Romania, 7 da Repubblica Ceca, Spagna e Ucraina, 6 dalla Grecia e dalla Svizzera, 5 dall’Austria, 4 da Belgio, Francia e Gran Bretagna, 3 dalla Polonia, dalla Russia, dalla Slovacchia e dalla Slovenia, due da Bosnia, Finlandia, Georgia, Olanda e Svezia, mentre hanno avuto un rappresentante in campo anche Croazia, Lituania, Moldavia, Norvegia, San Marino e Ungheria). Dal continente americano sono giunti 15 giocatori da sette nazioni: Stati Uniti (7), Argentina e Uruguay (2 ciascuna), Brasile, Canada, Cile e Haiti. L’Africa è stata rappresentata da Burundi, Marocco e Sud Africa, l’Asia da India e Iran, mentre dall’Oceania ha partecipato l’australiana Tina Nadine Smith.

Sono stati dodici i tennisti sardi partecipanti nei tornei maschili. Il miglior risultato lo ha raggiunto Lorenzo Carboni, che ha giocato due tabelloni principali (con due match vinti e altrettanti persi) e uno di qualificazione, approdando in un’occasione ai quarti di finale ottenendo lo stesso risultato anche nell’unico torneo di doppio disputato. Hanno ottenuto una qualificazione anche Niccolò Dessì e Matteo Mura, che però hanno perso al primo turno. In doppio, tre tornei senza vittorie per Marco e Niccolò Dessì, e due per Mura.
Sono state dieci le tenniste sarde in gara, tra qualificazioni e presenze nel tabellone principale di doppio, con due partecipazioni per le sorelle Dessolis (Barbara e Marcella), e una ciascuna per Sofia Del Balzo Ruiti e Beatrice Zucca.

Si distinguono due tennisti italiani, che hanno conquistato i primi punti mondiali in questo ciclo di tornei, entrando per la prima volta nella classifica ATP di doppio: Tobia Costanzo Baragiola Mordini (semifinale nel terzo torneo) e Paolo Schiavone (quarti di finale nell’ultimo).

 

Stamane l’Amministrazione comunale di Carbonia, alla presenza di autorità civili, religiose, militari e della cittadinanza, ha celebrato la giornata del 4 novembre, Festa dell’Unità nazionale e delle forze armate, deponendo una corona d’alloro in prossimità del Monumento ai Caduti di tutte le guerre in piazza Rinascita a Carbonia, in piazza Chiesa a Bacu Abis e ai piedi della lapide ai caduti di Serbariu. Il sindaco Pietro Morittu, nel suo discorso pubblico, ha dichiarato che oggi «siamo qui per la Commemorazione della giornata dei Caduti di tutte le Guerre, la giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Forze Armate che, con grande spirito di sacrificio e abnegazione, profondono quotidianamente il loro impegno, mettendo spesso a repentaglio la propria vita per garantire la sicurezza, l’incolumità delle persone e per affermare il valore della Pace. Forze Armate che difendono con dedizione le istituzioni dello Stato democratico. Siamo qui per non dimenticare il sacrificio di tanti soldati.
Nella ricorrenza del 4 novembre rendiamo omaggio a tutti quegli italiani, uomini e donne, che si sono immolati, perdendo la vita per la Patria, per la libertà, con l’obiettivo di costruire un futuro di pace duratura. Un futuro di pace che, purtroppo, come ci raccontano le cronache attuali, è ben lungi dall’essere raggiunto, anche perché recentemente si sono aperti nuovi e preoccupanti fronti di guerra. In questa giornata del 4 novembre diamo seguito a un percorso che lo scorso anno, esattamente il 6 ottobre 2023, ha visto il Consiglio comunale di Carbonia conferire la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto e realizzare una targa in suo onore. Un’onorificenza che viene riconosciuta a coloro che hanno sacrificato la propria vita durante i conflitti armati e, nella grande maggioranza, sono rimasti anonimi in una tumulazione comune. Il Milite ignoto rappresenta un vero emblema storico nonché un monito per le nuove generazioni a non ripetere i drammatici errori della storia passata. La storia ci insegna, da sempre, che le guerre non producono vincitori, ma solo sconfitti. La guerra è una sconfitta per l’umanità. La guerra, per definizione, è il fallimento della pace. Noi tutti dobbiamo essere custodi e operatori di Pace, come ci insegnano due fari, due giganti assoluti come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Papa Francesco. Ricordiamo e facciamo appello tutti noi al monito lanciato da papa Francesco per addivenire a una “Offensiva per la Pace” e, ancora al nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per far sì che il “Grido della Pace” si diffonda con sempre nuova forza, per costruire ponti di solidarietà e dialogo. Nella ferma consapevolezza che, come sostiene il nostro presidente Mattarella, che la pace si costruisce ogni giorno: si costruisce anzitutto a partire dalla vita di tutti in giorni, dall’incontro con chi ci è vicino, anche se chi ci è vicino in quel momento è uno sconosciuto, che incontra per caso la nostra strada», ha concluso il sindaco Pietro Morittu.
       

E’ in programma presso la sede del Centro per la Famiglia, in Piazza Marmilla, lato via Roma (sopra il locale Neb), a Carbonia, il percorso esperienziale intitolato “Diamo forma alla musica”.
L’iniziativa, organizzata dal PLUS Carbonia, è rivolta a preadolescenti e adolescenti (anni 11-15) dei comuni dell’Ambito Plus e non è limitata ai soli beneficiari di misura ADI.
     

Il Monastir ha riscattato l’eliminazione dalla Coppa Italia maturata nel doppio confronto degli scorsi 9 e 23 ottobre, infliggendo al Carbonia un durissimo 4 a 0. La partita ha avuto storia fino al 40′, quando Andrea Sanna ha sbloccato il risultato. Fino a quel momento il Monastir aveva tenuto maggiormente l’iniziativa ma solo in un’occasione, all’alba della partita, al 1′, era riuscito ad andare vicinissimo al goal del vantaggio, con una girata di Andrea Sanna che ha spedito il pallone sulla parte superiore della traversa.

Evitato l’immediato svantaggio, il Carbonia ha cercato di ribattere colpo su colpo e ha guadagnato un calcio di punizione da favorevole posizione con Wellinton Caverzan, ma il pallone calciato da Mateo Broglia è finito sulla barriera.

 

Il Monastir è arrivato alla conclusione ancora con Andrea Sanna al 18′ ma Mirko Atzeni ha neutralizzato senza problemi. Stesso copione della conclusione di Sergio Nurchi al 37′, neutralizzata dal portiere del Carbonia in due tempi.

Al 40′ il goal: Mateo Broglia ha avviato un disimpegno sulla propria trequarti, ha perso il pallone nel contrasto con un avversario che ha immediatamente lanciato Andrea Sanna e il 41enne attaccante non ha lasciato scampo a Mirko Atzeni con un diagonale chirurgico: 0 a 1.

Il Carbonia ha accusato il colpo ma dopo soli 5′ è arrivato il riposo, nello spogliatoio Diego Mingioni ha cercato di scuotere i suoi ma al ritorno in campo per la ripresa s’è capito subito che le possibilità di rimonta sarebbero state poche, quasi nulle. Il Monastir s’è impossessato del contro del gioco e il Carbonia ha cercato vanamente di costruire le sue azioni dal basso, perdendo sistematicamente i contrasti nella zona centrale. Con il passare dei minuti il secondo goal del Monastir è andato via via maturando e dopo alcuni tentativi è arrivato puntuale al 62′: calcio d’angolo da sinistra, Mirko Atzeni è uscito con i pugni, il pallone è rimasto nell’area piccola e la conseguente mischia è stata risolta l’ex Fabio Porru con un tocco vincente da pochi passi.

Tre minuti dopo lo 0-2 il Carbonia è rimasto in dieci uomini per l’espulsione di Mateo Broglia, punito con il secondo giallo per un intervento su Simone Pinna (tra i migliori dei suoi).

Sotto di due goal e con un uomo in meno, il Carbonia ha ceduto senza più alcun segnale di reazione. Il Monastir ha affondato i suoi colpi ed è andato ancora in goal prima con Stefano Sarritzu al 70′ con un tocco sul primo palo su azione da calcio d0angolo, due minuti dopo Leonardo Manca, appena entrato al posto di Fabrizio Frau: 0 a 4.

La partita a quel punto non ha detto più niente e il Monastir al termine ha festeggiato la conferma al vertice della classifica in compagnia del Budoni che ha superato 2 a 0 l’Iglesias ed ha raddoppiato il vantaggio sul Tempio, bloccato sul pari interno dall’Alghero, portandolo da due a quattro punti.

Per il Carbonia, irriconoscibile, è la quarta sconfitta su cinque partite giocate al “Carlo Zoboli”, seconda consecutiva. Diego Mingioni in settimana avrà da lavorare tanto, sulla testa più che sulle gambe dei suoi calciatori, perché il bel Carbonia di inizio stagione sembra essersi smarrito nelle ultime partite.

Carbonia: Mirko Atzeni, Danilo Cocco, Broglia, Chidichimo, Garcia, Nicola Mancini (75′ Stefano Atzeni), Caverzan (68′ Abbruzzi), Ricci (82′ Perna), Moreno (82′ Sartini), Isaia, Mastropietro (46′ Tocco). A disposizione: Davide Doneddu, Gianluca Cocco, Francesco Doneddu. Allenatore: Diego Mingioni.

Monastir: Daga, Pinna, Madero, Porru, Arzu, Corda (86′ Massoni), Leonardo Manca (76′ Ganzerli), Naguel, Sanna (76′ Piras), Nurchi, Frau (68′ Sarritzu) a disposizione: Stevanato, Nicola Manca, Riep, Andrea Cocco, Riccardo Arangino. Allenatore: Marcello Angheleddu.

Arbitro: Gabriele Caresia di Trento.

Assistenti di linea: Nicola Deriu di Oristano e Annamaria Sabiu di Carbonia.

Marcatori: 39′ Andrea Sanna, 62′ Porru, 70′ Sarritzu, 72′ Leonardo Manca.

Ammoniti: Broglia (C), Isaia (C), Porru (M), Leonardo Manca (M).

Espulsioni: Broglia al 65′ per doppia ammonizione.

Spettatori: 300.

Giampaolo Cirronis