21 December, 2025

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Coinvolgimento nelle decisioni che portano a modifiche nell’atto aziendale dell’Aou quindi ricerca condivisa delle soluzioni per salvaguardare l’esistenza della scuola di specializzazione in Cardiologia. Quindi ancora, l’attivazione delle procedure concorsuali per la nomina del nuovo direttore della struttura complessa di Cardiologia. Sono le richieste che i direttori delle strutture complesse del Santissima Annunziata, attraverso una lettera inviata per mail, presentano al direttore generale dell’Aou di Sassari.

A firmare la missiva sono i direttori delle strutture complesse di Medicina interna Franco Bandiera, di Ortopedia e Traumatologia Franco Cudoni, di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva Luigi Cugia, Nefrologia e dialisi Maria Cossu, di Psicologia Fabrizio De Maria, di Malattie della coagulazione Luciana Mameli, della Stroke unit Antonio Manca, di Recupero e Riabilitazione Funzionale Gildo Motroni, di Chirurgia d’Urgenza Pietro Niolu, di Pronto soccorso e medicina d‘urgenza Mario Oppes, di Oncologia medica Antonio Pazzola, di Medicina d’urgenza Paolo Pinna Parpaglia, del Centro ustioni Alma Posadinu, della Radiologia Stefano Profili, della Geriatria Patrizia Tilocca, della Lungodegenza e post acuti Antonio Uneddu.

Da parte loro arriva anche una possibile soluzione alternativa «a quelle ipotizzate finora per salvare la Scuola di Cardiologia. Una di queste è affidare un programma specifico, così come previsto dalla legge 517/99, a un docente di Cardiologia che verrebbe equiparato a un direttore di struttura complessa».

«Si tratta, in linea di massima, di richieste condivisibili – afferma il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso – e che discuterò con il rettore dell’Università di Sassari con il quale ho condiviso l’assetto organizzativo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari già dall’approvazione dell’atto aziendale. Con lui abbiamo iniziato ad occuparci della questione relativa alle scuole di specializzazione e quindi anche di quella di Cardiologia.»

La modifica della natura di una struttura, da direzione ospedaliera a universitaria, così prevede l’atto aziendale all’articolo 72 e approvato a ottobre 2017, viene infatti «adottata con atto deliberativo dal direttore generale dell’Aou di Sassari, d’intesa con il rettore, nel rispetto delle relazioni sindacali e previa informativa alla direzione regionale Sanità della Regione autonoma della Sardegna».

«Nelle nostre strutture, universitarie e ospedaliere – riprende Antonio D’Urso – si preparano i giovani che saranno i professionisti di domani. Per questo siamo tutti interessati a mantenere sia la Facoltà di Medicina e Chirurgia sia tutte le scuole di specializzazione, compresa quella di Cardiologia. Facciamo parte tutti di un’unica azienda che mira all’assistenza dei cittadini e coniuga questa attività con quelle della ricerca e della formazione. Lavoriamo, allora, assieme per un obiettivo comune.»

Visione che appare condivisa dagli stessi firmatari della lettera, i quali ricordano che «i medici ospedalieri della Aou Sassari, che per inciso costituiscono il 90 per cento dell’organico complessivo, hanno un interesse primario nel mantenere aperte ed efficienti le scuole di specializzazione perché i nuovi specialisti presto diventeranno i colleghi con cui affrontare le difficoltà quotidiane che la professione impone. I medici ospedalieri ogni giorno sostengono concretamente gli specializzandi facendo i tutor, insegnando nei corsi, contribuendo alla ricerca e alla raccolta dei dati per redigere le tesi».

La massima apertura da parte del direttore generale quindi che sottolinea il fatto che «siamo pronti ad ascoltare le esigenze, le istanze e a valutare i suggerimenti che ci vengono proposti, affinché possano continuare a operare quelle scuole di specializzazione che, da tutti, sono considerate di prestigio e punto di eccellenza del Nord Sardegna».

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Restare a vivere in una piccola comunità, per scelta e non per necessità, e sulle sue caratteristiche puntare per creare sviluppo, crescita economica e nuova occupazione. Passa attraverso “La Sapienza del Villaggio” il futuro di Planargia, Montiferru e Alto Campidano: due Unioni, 20 Comuni, 29mila abitanti che hanno chiamato così il loro progetto, 7 azioni e oltre 30 interventi, chiuso oggi a Milis dall’assessore Raffaele Paci e finanziato con 14 milioni e mezzo di euro, di cui 2 e mezzo destinati ai bandi per le imprese locali. Si tratta del diciottesimo progetto chiuso dalla Regione all’interno della programmazione territoriale che mette complessivamente in campo 500 milioni di euro. 

«Nel nome di questo progetto troviamo una delle chiavi fondamentali della nostra programmazione territoriale, cioè la riscoperta del grande patrimonio delle nostre comunità individuato come punto di ri-partenza per lo sviluppo – dice Raffaele Paci -. Dunque, ripartire dalla Comunità, ripercorrerne la storia, analizzarne le caratteristiche per ricostruire un quadro attuale di ciò che ancora oggi merita di essere valorizzato e di ciò che contemporaneamente può e deve rimanere radice del passato ma humus del presente. E in queste Comunità continuare a vivere, non per la necessità imposta dalla carenza di alternative più allettanti, ma per una scelta consapevole, meditata e vantaggiosa. Nelle tradizioni uniche e produzioni tipiche dei nostri paesi c’è tutto quello che serve per costruire un nuovo sviluppo, fatto di posti di lavoro, di una migliore qualità della vita, di una offerta unica per i turisti. Puntare su tutto questo, con un progetto voluto ed elaborato da quelle stesse comunità, significa aver capito quale è il vero antidoto allo spopolamento dei nostri paesi», sottolinea il vicepresidente della Regione.

Diciotto progetti chiusi (con oltre 300 milioni già stanziati per 25 Unioni, 197 Comuni, 720mila sardi), altri 2 da firmare entro febbraio, e poi ancora 6 avviati. Totale: 26 progetti, 37 Unioni coinvolte, 295 Comuni, ovvero il 100% di quelli ammissibili, in una programmazione territoriale fortemente innovativa, che vede le comunità locali protagoniste assolute nell’elaborazione dei progetti e che per la prima volta coinvolge le imprese. Oltre 100 milioni sono inoltre stati destinati ad altri interventi i territoriali: i tre ITI per Cagliari, Sassari e Olbia, le Snai Alta Marmilla e Gennargentu Mandrolisai, il Sulcis ed il Piano per il Nuorese che coinvolgono altri Comuni e abitanti dell’Isola. Una volta firmati ed approvati dalla Giunta, i progetti vanno realizzati in 36 mesi. 

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Dalla Regione 500.000 euro ai Comuni montani per fronteggiare le emergenze legate allo sgombero della neve.

«L’intervento è  destinato a supportare i Comuni montani, secondo la classificazione altimetrica fornita dall’ISTAT, nel fronteggiare le emergenze invernali legate alla neve e al ghiaccio – ha detto l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano -. La legge regionale di stabilità 2019, infatti, ha precisato l’ambito di applicazione di questo intervento per dare una risposta a territori  chiamati a far fronte a spese straordinarie per provvedere allo sgombero della neve e del ghiaccio per garantire la sicurezza e, cosa non meno importante, la prosecuzione delle normali attività.»

Nella legge sono stabiliti anche i criteri di ripartizione dei fondi stanziati dal bilancio regionale 2019 tra i Comuni montani: il 40 per cento delle risorse viene suddiviso in parti uguali, mentre il restante 60 per cento va attribuito su base demografica.

Sono 33 i Comuni beneficiari: Alà dei Sardi, Anela, Aritzo, Arzana, Belvì, Bitti, Buddusò, Bultei, Desulo, Esterzili, Fonni, Gadoni, Gavoi, Lodine, Lula, Mamoiada, Ollolai, Onanì, Orgosolo, Orune, Osidda, Ovodda, Pattada, Sadali, Sarule, Seui, Seulo, Talana, Tiana, Tonara, Urzulei, Ussassai e Villagrande Strisaili.

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Venerdì 1° febbraio, alle 11.00, nella sala conferenze della Carbosulcis, a Nuraxi Figus, sarà presentato alla stampa il progetto di produzione dell’alga spirulina, che anche grazie alla sinergia con la miniera di Monte Sini, proietta la Sardegna fra i più innovativi ed efficienti produttori del superfood a livello europeo. Con l’assessore della Programmazione Raffaele Paci interverranno l’amministratore Unico della Carbosulcis, Antonio Martini, il responsabile scientifico del progetto Spirulina, Cristiano Galbiati, il prorettore per l’innovazione dell’Università di Cagliari, Maria Chiara Di Guardo. Seguirà una visita all’impianto sperimentale di produzione di spirulina.

   

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha approvato la delibera che modifica in parte i criteri e le modalità di concessione dei contributi per il potenziamento economico delle cooperative e dei loro consorzi, accogliendo i rilievi proposti dal Comitato regionale per la Cooperazione, espressi nella riunione dello scorso 10 gennaio. Da una parte viene rivisitata la possibilità di erogare finanziamenti per la “macrovoce immobili”, che ricomprende, al suo interno, anche gli interventi edili ammissibili. Dall’altra si prevede il termine di 10 giorni per le istanze istruttorie. Via libera inoltre al Programma annuale per l’Emigrazione 2019 e al Piano triennale 2019/2021, a seguito del parere favorevole espresso lo scorso 17 ottobre dalla Consulta regionale per l’Emigrazione. I due atti di programmazione prevedono, rispettivamente, gli interventi della Regione nel corrente anno e le linee guida nel triennio, in favore delle Federazioni, dei Circoli e delle associazioni di tutela dei Sardi nella Penisola e all’Estero. Sono 2 milioni 314mila euro le risorse assegnate dal Piano annuale 2019, con un incremento di oltre 100mila euro rispetto al finanziamento dell’anno precedente. Il piano per il triennio 2019/2021, inviato al Consiglio Regionale per l’acquisizione del parere della competente Commissione consiliare, oltre ai 2 milioni 314mila euro stanziati per il 2019, riserva per ciascuno degli anni 2020 e 2021 2 milioni 205mila euro.

Via libera all’atto di indirizzo per i procedimenti di approvazione degli atti di governo del territorio, da applicarsi a partire dal 1° febbraio 2019. Il provvedimento renderà pienamente operativa la legge regionale n. 1/2019 (la cosiddetta Legge di semplificazione). In particolare, l’articolo 21 introduce nel procedimento di pianificazione la conferenza di copianificazione mentre l’articolo 23 riscrive il procedimento di formazione e approvazione dei Piani urbanistici comunali, di quelli intercomunali e delle relative varianti.

Come proposto dall’assessore Donatella Spano, la Giunta ha approvato la decisione di non sottoporre all’ulteriore procedura di VIA l’intervento di efficientamento e adeguamento dell’impianto di compostaggio di Macchiareddu, presentato dal CACIP, a condizione che siano rispettate e recepite le prescrizioni indicate.

La Giunta, su proposta dell’assessore Raffaele Paci, ha poi dato il via libera all’esecutività del Bilancio di previsione 2019-2021 dell’Agenzia Sarda delle Entrate, approvato con determinazione del direttore generale, e al percorso di utilizzo dei lavoratori della Tossilo Spa in attuazione della legge regionale del dicembre 2016. Approvate, infine, le variazioni tecniche di bilancio necessarie a garantire il funzionamento del Nucleo regionale Conti Pubblici Territoriali.

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Questo pomeriggio i carabinieri della Compagnia di Iglesias hanno arrestato un 19enne incensurato, con l’accusa di spaccio di sostanza stupefacente: a seguito della perquisizione presso l’abitazione è stato rinvenuto un ingente quantitativo di droga.
Nel centro di Gonnesa il giovane, 19 anni, incensurato, residente a Bacu Abis, era ormai una presenza fissa, notato dai militari della locale stazione per le proprie frequentazioni e per il tenore di vita incompatibile con quello di un ragazzo ancora alle prese con le scuole superiori: sono stati questi elementi che hanno portato i carabinieri di Gonnesa a stringere il cerchio e portare al controllo odierno.
Il ragazzo è stato fermato mentre scendeva dall’autobus verso casa, al termine delle lezioni: la perquisizione a casa ha confermato ogni dubbio sull’attività illecita del 19enne: a casa sono stati trovati due panetti di hashish per un totale di circa 200 grammi di stupefacente, una quantità che può essere giustificata solo attraverso una già sedimentata attività di spaccio.
I carabinieri di Gonnesa hanno approfondito anche i contatti sul cellulare del giovane, uno smartphone di ultima generazione, dove erano presenti delle chat di gruppo ove si prendevano vere e proprie ordinazioni: i controlli saranno ora estesi a tutti i conoscenti e a tutto il giro dell’arrestato, che ha provato a giustificarsi di quanto rinvenuto dai militari dicendo di non ricevere abbastanza soldi dalla propria famiglia per sostenere le proprie spese. È stato accompagnato presso la propria abitazione agli arresti domiciliari, in attesa di essere processato con rito direttissimo nella mattinata di domani.

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Il Progetto Rete Siti Unesco – al via da aprile 2016, con iniziative ed eventi che hanno coinvolto cinque regioni del Sud Italia (Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) che ospitano almeno un sito Unesco – si apre a nuove prospettive.

Tutte le novità sono state illustrate in un incontro con la stampa, questa mattina, nella Sala del Consiglio della Città Metropolitana di Bari (Lungomare Nazario Sauro, 29). Hanno partecipato: Giuseppe Canfora, presidente dell’associazione Province Unesco Sud Italia, Francesca Pietroforte, consigliere con delega ai beni culturali della Città Metropolitana di Bari e vicepresidente dell’associazione Province Unesco Sud Italia, Piero Marrese, presidente della Provincia di Matera, Nicola Giorgino, presidente della provincia BAT, Ciro Castaldo, referente provincia di Salerno del progetto Rete Siti Unesco, Elisabetta Gabrielli, project leader progetto Rete Siti Unesco, Alfonso Marrazzo, Segretario Generale della provincia di Matera capofila del progetto Rete Siti Unesco, Francesco Paolo Salcuni, Presidente Circolo Legambiente “FestambienteSud”, componente del Cts per l’ambito 3, Filippo Spallina, responsabile Attività Operative Comunicazione e Disseminazione del Progetto Rete Siti Unesco.

Con l’occasione è stata presentata la nuova denominazione e il nuovo assetto partecipativo dell’associazione Province Unesco Sud Italia, che si chiamerà Patrimoni del Sud.

«Il nuovo statuto – ha affermato Giuseppe Canfora – consentirà di poter ricomprendere tra gli associati anche enti che non necessariamente debbano avere sul loro territorio un sito Unesco e che comunque intendano operare in ambito culturale e turistico per promuovere i patrimoni culturali, monumentali, archeologici, naturali, paesaggistici e ambientali del Mezzogiorno d’Italia.»

Nata come associazione di Province, oggi, possono aderirvi anche i Comuni, Unioni di Comuni, Distretti Turistici, Fondazioni, Università, oltre che altre Province, Città Metropolitane, Liberi Consorzi Comunali associazioni degli enti suddetti. Rimane confermata la sua missione ovvero lo sviluppo turistico e la sostenibilità nella fruizione dei beni culturali attraverso la costruzione di una rete interregionale dei patrimoni del Sud Italia.

«L’associazione Rete siti Unesco – ha sottolineato Francesca Pietroforte – si allarga per accogliere anche siti di interesse artistico e culturale non necessariamente UNESCO, affinché il percorso già intrapreso possa rendere partecipi più Città metropolitane, Province e Comuni del Sud Italia. L’iniziativa, quindi, si propone di promuovere il Sud a partire proprio dal Sud. È questa la novità. Non vi sono associazioni che mettono in rete tutto il patrimonio del Mezzogiorno d’ Italia, motivo per cui il progetto è finanziato da fondi ministeriali posizionandosi al settimo posto tra più di quattrocento proposte.»

«Progetti importanti come questo – ha aggiunto Nicola Giorgino – servono per fare rete tra territori ricchi di saperi e sapori. Si è data la possibilità a tante realtà del Sud di entrare in relazione tra di loro. Si tratta di una riuscita e proficua connessione di valorizzazione culturale che va avanti e sono certo verrà ulteriormente arricchita da ulteriori iniziative.»

«Siamo in prima linea – ha ribadito Piero Marrese – nel sostenere questa iniziativa che ci vede protagonisti insieme ad altre Province del Sud Italia con l’obiettivo dare più forza ai siti Unesco che, insieme, rappresentano un grande valore aggiunto da poter spendere a livello culturale e turistico. Noi stiamo vivendo questo momento con Matera capitale della cultura, ma all’interno di questo obiettivo c’è la volontà di coinvolgere tutto il territorio della provincia in modo tale da poter interagire e far in modo di avere flussi destagionalizzati tutto l’anno.»

Nel corso della conferenza stampa, inoltre, sono stati presentati i nuovi prodotti di comunicazione e di divulgazione del progetto “Rete Siti Unesco” promosso da 15 enti locali del Meridione, finanziato dal ministero per i Beni e le Attività culturali e ideato dall’associazione Patrimoni del Sud, quali: il video sui siti Unesco e territori di progetto (con l’artista Massimo Lopez come testimonial), un viaggio tra 14 siti Unesco del Meridione e tra gli altri Patrimoni del Sud; l’applicazione scaricabile su smartphone per accedere alle informazioni sui patrimoni culturali della rete e alla virtual card.

 

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La Giunta regionale ha approvato una delibera che fissa i criteri per la stabilizzazione del personale avventizio dei Consorzi di bonifica della Sardegna. L’Esecutivo ha quindi dato attuazione alla modifica dell’art. 34 della legge 6 del 23 maggio 2008 dove è stato previsto che «i posti vacanti nelle dotazioni organiche dei Consorzi di bonifica derivanti da cessazione, a qualsiasi titolo, di rapporto di lavoro a tempo indeterminato del personale operaio sono coperti, nei limiti dei posti risultanti dal Piano di organizzazione variabile (POV), mediante la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti di lavoro» corrispondenti a determinate  categorie. «Ai fini della determinazione dei posti vacanti, si considerano le cessazioni intervenute a far data dall’entrata in vigore della legge» (il 23 maggio 2008). Gli oneri derivanti dall’attuazione di tale provvedimento troveranno copertura nei finanziamenti che annualmente la Regione stanzia per l’assunzione del personale avventizio in occasione della stagione irrigua.

In applicazione alla legge, i Consorzi di bonifica devono considerare le cessazioni, a qualsiasi titolo, di rapporti di lavoro a tempo indeterminato del personale operaio intervenute a far data dell’entrata in vigore della legge regionale 23 maggio 2008, n. 6, e i posti disponibili risultanti dal Piano di Organizzazione Variabile (POV). Il POV deve essere aggiornato indicando i posti vacanti con le relative categorie o, in alternativa, si dovrà procedere annualmente ad approvare un atto allegato al POV nel quale siano computati ed esplicitati i posti disponibili e le relative categorie. Al fine di stabilire l’ordine di priorità tra il personale avente diritto alla trasformazione a tempo indeterminato del contratto di lavoro, si dovrà tenere conto di determinati criteri di valutazione.

Il numero di anni di lavoro precario svolto nel Consorzio di bonifica corrisponderà al massimo a 40 punti, stesso tetto di punteggio è destinato alle giornate di lavoro svolte alle dipendenze del Consorzio di bonifica, mentre per i carichi di famiglia si arriva fino a 20 punti. Sulla base dei punteggi attribuiti, l’Ente dovrà formare ed approvare la graduatoria dei lavoratori aventi diritto con l’indicazione per ciascuno di essi della corrispondente categoria. I contratti di lavoro che possono essere trasformati a tempo indeterminato derivano dalla graduatoria formata secondo i criteri proposti, nei limiti dei posti risultanti dal POV e dal numero di cessazioni.

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La Regione Sardegna presenta ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto Sicurezza (convertito in legge n. 132). Lo ha deciso oggi la Giunta approvando una delibera proposta dalla Presidenza in cui si contesta la violazione di importanti precetti costituzionali e dello Statuto  della Sardegna, rilevando al contempo la violazione di diritti dei cittadini, costituzionalmente riconosciuti.

«In stretto coordinamento con altre regioni italiane, rafforzati dal nostro Statuto di Autonomia – spiega il presidente Francesco Pigliaru – abbiamo scelto la strada del ricorso. Il decreto Sicurezza nasce da presupposti errati e sta danneggiando seriamente un sistema di accoglienza dei richiedenti asilo faticosamente costruito in questi anni grazie alla proficua sinergia di Regione, Comuni e Prefetture. Restiamo dell’idea che sia possibile attuare un processo di inclusione e integrazione in modo equilibrato e in un quadro di regole che non sono certamente quelle imposte con il recente decreto.»

L’assessore degli Affari generali Filippo Spanu, con delega ai flussi migratori, ribadisce che «la Sardegna sin dall’inizio si sta muovendo in raccordo con altre Regioni, Umbria, Toscana e Piemonte in primis, perché siamo convinti che il decreto poi diventato legge genera insicurezza e crea gravi problemi ai Comuni chiamati a gestire le conseguenze provocate dalla sua applicazione. La decisione di oggi – chiarisce Filippo Spanu – è in piena sintonia con i principi umanitari di accoglienza e solidarietà che la Sardegna ha sempre messo in pratica. Con il ricorso viene data una veste nuova e più solida alle tante critiche arrivate dai sindaci, perché la ribellione a una legge ingiusta passa prima di tutto per gli strumenti Costituzionali. È quindi assolutamente improprio parlare di illegalità delle proteste, ma nel ricorso si trovano le risposte alle gravi preoccupazioni esposte dai primi cittadini, delle quali la Regione si fa completamente carico».

La violazione della Costituzione parte, in primo luogo, dall’art. 28 che concerne attribuzioni di diretta spettanza regionale, poiché l’ordinamento degli enti locali è materia di competenza regionale esclusiva per la Regione Autonoma della Sardegna in virtù dell’art. 3, comma 1, lett. b), dello Statuto. Il decreto, infatti, prevede poteri straordinari in capo al Prefetto, per il Commissariamento degli Enti locali, violando, quindi gravemente l’Autonomia Regionale Sarda. Tali poteri risultano inoltre avulsi dal contesto dello stesso Decreto Sicurezza, e generici nelle motivazioni. Il ricorso  evidenzia inoltre la grave lesione dei diritti di autonomia, nello stabilire norme (art. 1,12 e 13 appunto) che, riformando i criteri della protezione umanitaria e delle conseguenti tutele legate all’assistenza, all’integrazione ed al riconoscimento anagrafico, violano gravemente diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini stranieri, incidendo impropriamente nella normativa regionale legata in particolare all’assistenza, all’istruzione, al lavoro. Nello specifico, benché l’art. 117, comma 2, lett. b) e h), della Costituzione, ricomprenda la materia “immigrazione” e la materia “ordine pubblico e sicurezza” tra quelle assegnate alla competenza esclusiva dello Stato, la stessa Costituzione, all’art. 118, comma 3, riconosce esplicitamente l’esistenza di un profondo legame fra queste materie e quelle di competenza concorrente, affidate (anche) alla cura delle Regioni, dove recita: «La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell’articolo 117 […]». Ciò equivale a dare atto dell’intreccio di competenze fra queste due materie e quelle di competenza regionale. Nel caso della Regione Autonoma della Sardegna sono coinvolte le competenze statutarie sia di tipo esclusivo (“polizia locale urbana e rurale” ex art. 3, comma 1 dello Statuto) che concorrente; competenze che, concretamente, la Regione Sardegna ha puntualmente esercitato.

 

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Lunedì 28 gennaio 2019, il Consiglio comunale di Iglesias, ha votato all’unanimità la richiesta di acquisizione gratuita al patrimonio comunale dei beni ex minerari della “Grotta di Santa Barbara”, della “Galleria Villamarina” e del “Pozzo Sella”, al fine di consentirne l’utilizzo pubblico per fini sociali, culturali e turistici, ai sensi della legge regionale n. 33/1998 (art.8 commi 2-3),

Nel dettaglio, è stato richiesto alla Regione Sardegna il comodato d’uso nelle more dell’iter di cessione definitiva delle aree in questione.

Tali siti minerari dismessi, ubicati nel territorio del comune di Iglesias, comprendono alcune aree e immobili di servizio degli stessi, e attualmente sono nella disponibilità di IGEA S.p.A., società in house della Regione Sardegna.

Contestualmente, il Consiglio comunale di Iglesias, ha approvato all’unanimità i Piani di Utilizzo per singolo immobile, ai sensi delle legge regionale n. 33/1998, delle direttive regionali approvate con deliberazione della Giunta regionale nn. 21/23 del 18/05/2000 e della legge regionale n. 5 del 9/03/2015 che evidenzia il ruolo dei Comuni in merito alla valorizzazione turistica e produttiva dei siti ex minerari.

Iniziative da realizzarsi in collaborazione con gli altri soggetti coinvolti, come IGEA ed il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.

«La valorizzazione dei beni minerari può essere la partita più importante per uscire dalla crisi economica che attanaglia da anni il territorio – ha sottolineato il Sindaco Mauro Usai – alla luce anche dell’attenzione dimostrata da numerosi soggetti privati, per una valorizzazione produttiva turistica e culturale.»

Un turismo di settore, che vada oltre la tradizionale stagione balneare dei mesi estivi, per dar vita ad un’offerta più ampia, legata alla valorizzazione del territorio e alla sostenibilità ambientale.

«Nel territorio esistono tanti beni che possono essere valorizzati – ha concluso Mauro Usai -, alla luce delle loro straordinarie potenzialità turistiche, e che possono anche diventare un’importante occasione di lavoro per tanti giovani.»

La Galleria Villamarina.