22 December, 2025

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Il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, alle 13.00, ha iniziato una clamorosa azione di protesta, fascia tricolore al petto, nella sala riunioni dell’assessorato regionale della Sanità, per protestare contro il dirottamento, disposto dall’ATS Sardegna, di tutta l’attività del laboratorio analisi, dall’ospedale Santa Barbara di Iglesias all’ospedale Sirai di Carbonia. L’emergenza, come si ricorderà, esplose nei primi giorni di aprile, con il cedimento di una parte del controsoffitto dei locali del reparto all’ospedale Santa Barbara, a seguito del quale, la direzione della ASSL di Carbonia dispose «in via temporanea ed eccezionale, sino al completamento dei lavori, al fine di garantire la continuità delle prestazioni, le attività ed il personale del laboratorio di Iglesias, sono trasferiti presso il presidio ospedaliero Sirai di Carbonia». L’emergenza non è ancora finita e, come ha denunciato Mauro Usai in un video postato nel suo profilo Facebook, il 13 agosto, alla vigilia di Ferragosto, l’ATS Sardegna ha comunicato alla ASSL di Carbonia che tutte le attività del laboratori analisi sono dirottate all’ospedale Sirai di Carbonia. La reazione di Mauro Usai è stata durissima, con l’inizio dell’occupazione della sala riunioni dell’assessorato della Sanità che porterò avanti ad oltranza, fino a quando non verrà ripresa l’attività nel laboratorio analisi dell’ospedale Santa Barbara.

Nel primo pomeriggio, Mauro Usai è stato raggiunto dal presidente del Consiglio comunale, Daniele Reginali, e da alcuni assessori.

Alleghiamo le foto scattate dopo il cedimento di una parte del controsoffitto del laboratorio analisi dell’ospedale Santa Barbara di Iglesias e il video postato da Mauro Usai su Facebook, nel quale il giovane neo sindaco di Iglesias manifesta tutta la sua rabbia per la decisione adottata dai vertici sanitari, ancora più significativa se si tiene conto che – ha sottolineato – «appartengono alla mia stessa parte politica».

https://www.facebook.com/mauro.usai.7/videos/10215659376773426/UzpfSTExMTIwMzM0MDc6MzA2MDYxMTI5NDk5NDE0OjEwOjA6MTUzNTc4NTE5OTotNDY1OTUyNDg1Mzc4NDkzNTI2Nw/

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Al via i primi collegamenti delle nuove reti idriche in fase di realizzazione a Iglesias. Lunedì 20 agosto 2018 le squadre di Abbanoa inizieranno ad attivare le condotte appena realizzate in via Belgio. In questa strada è in fase di ultimazione la nuova condotta in ghisa sferoidale del diametro di 80 millimetri e lunga 90 metri. Prende il posto delle vecchie tubazioni in acciaio ormai corrose e con un diametro insufficiente a garantire un adeguato servizio. Durante le fasi di collegamento, lunedì, dalle 8.00 alle 16.00, si verificheranno temporanee interruzioni in via Belgio e nel tratto di via Vergine Maria, dal civico 30 al 95. Qualsiasi anomalia potrà essere segnalata al servizio di segnalazione guasti di Abbanoa tramite il numero verde 800.022.040 attivo 24 ore su 24.

Complessivamente Abbanoa sostituirà nei prossimi mesi due chilometri e mezzo di nuove condotte e centinaia di allacci grazie a un investimento di 550mila euro. I lavori sono iniziati lunedì e seguono il piano completato l’anno scorso con un primo investimento di 761mila euro e quattro chilometri di reti sostituite.

Il piano è finalizzato, oltre che a una drastica riduzione delle perdite, all’ammodernamento delle reti tenendo conto delle problematiche riscontrate negli ultimi anni. Riguardano principalmente la realizzazione di nuove condotte nei tratti dove sono stati registrati frequenti disservizi all’utenza e notevoli perdite di risorsa. Le vecchie tubature erano state realizzate decenni fa con materiali inadatti oppure ormai del tutto deteriorati: ci sono tratti di rete addirittura in materiale plastico, altri in acciaio soggetto a fenomeni di corrosione e altri ancora in ghisa grigia che tende a rompersi in presenza di forti escursioni termiche. Tutte le nuove condotte, invece, saranno realizzate in ghisa sferoidale, materiale che garantisce la migliore tenuta. Saranno rifatti integralmente anche gli allacci alle utenze servite che potranno contare, in questo modo, su un servizio più efficiente e pressioni adeguate. 

Nel dettaglio le vie interessate, suddivise per il periodo di esecuzione:

Agosto: via Belgio, via De Gasperi e via Einaudi.

Settembre: via Castello di Salvaterra, via Svizzera e via Olanda.

Ottobre: via Amsicora, via Attilio Gambula e via Tenente Emilio Cacciarru.

Novembre: via Metalla, via Argentiera e via Veneto.

Dicembre: via Carrara, via Don Graziano Muntoni e via Francesco Baracca.

La città di Iglesias è inserita anche nei primi trenta Comuni della Sardegna dove sarà attuato il programma di ingegnerizzazione delle reti idriche. Si di un modello innovativo basato sull’azione combinata di misure di campo, studi specialistici sull’assetto di rete, regolazioni e progressivi interventi strutturali sugli asset. Il processo di ingegnerizzazione si svolge a partire da un’indagine sulla rete ammalorata con installazione di misuratori portatili per l’esecuzione di prove idrauliche diurne e notturne e con ispezioni mirate per la localizzazione delle perdite. A tale fase segue la diagnosi, ovvero la definizione delle criticità e delle cause di malfunzionamento della rete, con successivi rilasci di prescrizioni sempre più evolute e dettagliate per le soluzioni tecniche ottimali da adottare, tra le svariate combinazioni possibili, al fine di efficientare la rete dal punto di vista idraulico, energetico e gestionale. Gli interventi gestionali e strutturali si inseriscono in questo processo sempre continuativamente e progressivamente.

Allegata l’intervista realizzata con Vito Didaci, assessore dei Lavori pubblici, Opere pubbliche e Manutenzioni, lunedì 13 agosto, il giorno in cui sono stati iniziati i lavori per la realizzazione delle nuove reti idriche.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10217237710162739/

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Penultimo appuntamento domani, sabato 18 agosto, a Calasetta, per LiberEvento, il festival tra letteratura, musica e teatro, organizzato dall’associazione culturale Contramilonga, in collaborazione con il comune di Calasetta.

Ospite della serata, in programma alle 22.00 nel suggestivo scenario della Torre Sabauda, sarà Gesuino Nemus, scrittore rivelazione nell’edizione 2016 del Premio Campiello.

L’autore presenterà l’instant book “I bambini sardi non piangono mai”, pubblicato nel 2017 da Elliot. A dialogare con Gesuino Nemus sarà sarà il giornalista Carlo Martinelli.

LiberEvento è realizzato dietro la direzione artistica dello scrittore e giornalista Claudio Moica (per la parte letteraria) e di Fabio Furìa (per quella musicale).

La manifestazione è organizzata con il contributo di: Comune di Calasetta, Regione autonoma della Sardegna, Assessorato della Pubblica istruzione, Fondazione di Sardegna, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Sarcidano Barbagia di Seulo, libreria Mondadori Point di Sant’Antioco, Fondazione MACC, Pettirosso editore.

Tutte le attività si svolgono sotto l’egida dell’Associazione nazionale presidi del libro.

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Domani, 18 agosto, alle 22.00, per la decima edizione del NurArcheoFestival, la rassegna teatrale firmata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri, al Nuraghe Camboni di Perdaxius va in scena “La terra degli uomini toro”, di e con Marco Taddei ed Erika Sambiase. Ricco il programma collaterale: alle 18.00, il battesimo della sella; alle 18.30, la visita guidata al Nuraghe Camboni; dalle 18.00 alle 20.00, su prenotazione, per i più esperti una passeggiata a cavallo nel circondario, a cura dell’associazione La Casa del Sorriso; alle 20.30 cena su prenotazione (info: tel. 342 1639514).

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Ritorna il Cabudanne de sos poetas, l’appuntamento a Seneghe con la poesia del mondo ma soprattutto con la festa dei poeti, degli scrittori, degli artisti, e di tutta la comunità. Dal 30 agosto al 2 settembre, ritornano i versi dei poeti del mondo, tra musica, teatro, arte, negli angoli antichi del suggestivo borgo del Montiferru: Prentza de Murone, Putzu Arru, Partza de sos ballos e piazzetta Su Lare e quest’anno anche Casa Addis. Tra le novità di questa quattordicesima edizione, dedicata stavolta al dialogo tra poesia e scienza, la programmazione anche a Casa Addis e il nuovo presidente di Perda Sonadora, Luca Manunza, socio nel direttivo sin dalla prima edizione.

In attesa della quattordicesima edizione del Cabudanne de sos poetas come di consueto partono gli appuntamenti con le anteprime: il 19 agosto a Casa Addis (Seneghe), alle 19.30, la presentazione del libro di Deborah Danowski, Eduardo Viveiros de Castro: “Esiste un mondo a venire?” (Nottetempo 2017), saggio sulle paure della fine, insieme ai due curatori del volume Alessandro Lucera e Alessandro Palmieri. Il 26 agosto alle ore 19.30 al Campeggio Nurapolis la presentazione del libro “Il Selfie del mondo. Indagine sull’età del Turismo”, (Feltrinelli, 2017), insieme all’autore Marco d’Eramo anche Maria Grazia Giannichedda e l’Assessore al turismo della Regione Sardegna Barbara Argiolas. Il 28 agosto, infine, alle ore 21.30, a S’Archittu (Hotel Bellavista), la presentazione del portale “Kaleydoscop” insieme a Lea Nocera e Giulia Ansaldo e del libro di Selahattin Demirtaş “Alba” (Feltrinelli 2018), in compagnia del curatore Nicola Verderame.

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“The tragedy of Titus Andronicus” è l’opera giovanile di Shakespeare, il primo dramma, il più disarticolato ed il più feroce. È la tragedia della corruzione la cui bestialità attinge dalle radici più profonde della coscienza umana. È uno spaccato contemporaneo della società, dominata dalla sete di potere, dal desiderio di vendetta, dalla brutalità più spietata. L’adattamento curato da Daniele Monachella sposta l’azione dalla Roma Imperiale ad un’isola, un “non-luogo” multimediale. Idealmente la Sardegna. La mutazione di un’Isola trasformata dall’uomo e dominata dalla superficialità, dalla sete di potere e dalla violenza fine a se stessa, veicolo dell’ambizione personale e di girotondi catastrofici che tingeranno di rosso l’intreccio e i personaggi legati ad esso. Una vicenda dal sapore antico dove riti del caos, maschere ambigue, elementi della natura e canti apotropaici muteranno in forme dai connotati moderni e daranno vita al ciclo della carne-da-segare.

Il progetto nasce con una doppia finalità: sostenere e divulgare l’utilizzo della lingua sarda attraverso le opere teatrali e porre l’accento sull’insostenibile violenza verbale, fisica e mediatica che circonda la nostra attuale società.

Rispetto ad altri adattamenti dell’opera propone parte dei dialoghi in lingua sarda, non per una scelta arbitraria, ma per differenziare due culture opposte e conflittuali, entrambe peraltro caratterizzate da crudeltà, ambizione violenza e arbitrio, pur sotto la spinta di motivazioni diverse. La lingua sarda è affidata in massima parte agli “intragnados” del regno di Intragnas (ciò che è celato, marcio, nascosto perverso, maligno, furbo, astuto, sleale, malvagio, propenso al male), la lingua italiana ai “dominariani” dell’impero di Dominariu, ma alcuni personaggi, trascorrono facilmente da una lingua all’altra, un fenomeno non infrequente quando popoli diversi vengono a contatto in contesti di invasione coloniale o emigrazione/immigrazione. Lo spettacolo affida alla multimedialità la sintesi drammaturgia, possiede una sua forza e coerenza, nonostante un testo sovrabbondante e incide sul suo tessuto linguistico senza alterarne l’originale vigore. Le scene atemporali, costituite fondamentalmente da due strutture cubiche, che gli attori mettono in movimento per creare ambienti diversi rispondenti agli sviluppi della vicenda, sono funzionali alle scelte di regia, che puntano sull’essenzialità, quindi evitando la monotonia di una scena immobile.

Lo spettacolo, inserito nell’ambito della rassegna EstaTheatrOn organizzata da MAB Teatro con il contributo della Fondazione di Sardegna ed il patrocinio dei Comuni di Sassari, Alghero, Olbia e Nuoro, andrà in scena in due date il 19 ed il 21 agosto. La rappresentazione del 19 agosto è in programma a Nuoro nella Piazza Sebastiano Satta e per l’occasione l’ingresso sarà gratuito.

Il 21 agosto, invece, sarà proposto ad Alghero grazie anche al patrocinio della Fondazione Meta nello spazio allestito in Largo Lo Quarter.

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In una notte che attendeva l’eclissi di luna, non poteva non brillare un trio musicale come quello che ha illuminato con musica, luci e colori, il piazzale della Fiera di Cagliari il 28 luglio scorso.

Nek, Max Pezzali e Francesco Renga: un tour che ha acceso una dopo l’altra tutte le tappe, senza che uno prevaricasse l’altro.

Con eleganza e senza mai imporsi, hanno regalato un vero e proprio spettacolo con le loro splendide voci che si sono amalgamate in un’intimità che è arrivata fino al cuore di tutti i fans.

Tre amici, tre artisti con la a maiuscola, tre percorsi musicali di altissimo livello insomma “Tre” davvero “Duri da battere” come canta Max Pezzali nel suo nuovo singolo che interpreta con Nek e Francesco Renga…un messaggio non per essere invincibili ma per avere sempre il coraggio di superare gli ostacoli senza farsi mai sopraffare o abbattere.

Dal palco emanano una forza indescrivibile…ballano…saltano e cantano senza mai stancarsi…dedicandosi anima e corpo al loro pubblico che non smette di applaudirli e far coro con loro.

Nadia Pische

                               

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Apre al pubblico la Galleria Anglo Sarda a Montevecchio.

«Montevecchio, “La grande miniera”, con la riapertura della galleria “Anglo Sarda”, fruibile tutti i giorni durante questa estate, si aggiunge un altro tassello storico dell’industria ottocentesca in Sardegna – dice Tarcisio Agus, presidente del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna -. In un ambiente che parla semitico, tra punta Malacuba dal dio “Malakbel”, il passo di genna “Serapis”, “Montiana”, da monte di Diana e l’Arcuentu da “Erculentu”, si distende, a levante del passo dedicato al dio greco – egizio Serapide, la grande infrastruttura mineraria dell’unica miniera, impiantata e resa grande da imprenditori sardi, il sassarese Giovanni Antonio Sanna e dal suo genero Alberto Castoldi.»

«Manca soltanto il recupero della laveria “Principe Tomaso” per completare l’opera, che consentirà ai visitatori di capire il grande duro lavoro dell’estrazione mineraria, partendo proprio dall’Anglo Sarda, che si incunea nella roccia metallifera, già oggetto di cavatori romani, per strappare dalle viscere della terra la galena da cui si ricavava il piombo, l’argento ed una percentuale d’oro – aggiunge Tarcisio Agus -. L’atmosfera della miniera si coglie partendo proprio dal duro lavoro degli uomini e donne che vi operavano, i più nel sottosuolo, ma una parte operava esterna, prima con le cernitrici e le addette al crivello, antico strumento per la separazione del minerale dallo sterile, soppiantato poi, con il grande impianto della laveria. Complesso architettonico che si impone all’arrivo verso Montevecchio, costituito da tre grandi sezioni: Frantumazione, Sink And Float e Flottazione. Processo resosi necessario dalla introduzione della meccanizzazione e dell’esplosivo in miniera, per separare ingenti quantità di minerale dallo sterile che immancabilmente con l’avanzamento in galleria veniva giù dalle pareti frantumate dalle cariche esplosive. A seguire poi sono la falegnameria, le forge, la fonderia e le officine, in uno scenario di professionalità che concorsero a rendere meno faticoso il lavoro dell’uomo nel sottosuolo realizzando l’autopala, ancora oggi in molte miniere del mondo, nota come “Autopala Montevecchio”.»

«Dal cantiere o cantieri di levante ove ancora permangono i castelli di Sant’Antonio e il complesso di Piccalinna che fanno di Montevecchio uno scenario industriale tratteggiato dal gusto del bello, non essenziali capannoni che alloggiano macchinari e maestranze ma delle vere e proprie opere d’arte assai rare negli scenari industriali. Elementi che poi si rispecchiano, nell’unico borgo minerario autentico, Montevecchio, ancora in essere, al centro del quale, quasi un piccolo castello, il palazzo Castoldi, ricco di affreschi, con la cappella privata dedicata a Santa Barbara – conclude il presidente del Parco Geominerario -, ove si rimarrà estasiati per l’originaria ricchezza decorativa nell’apparato pittorico delle pareti e delle volte, nei suoi diversi ambienti dedicati.»

 

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Nel primo pomeriggio, a Quartu Sant’Elena, presso il centro commerciale Le Vele, i militari dell’Aliquota Radiomobile del dipendente Norm hanno arrestato per furto aggravato un 30enne gambiano, O.J., domiciliato in un centro di prima accoglienza di Selargius. Il giovane è stato fermato dal personale di vigilanza all’uscita del supermercato Carrefour, dopo essersi impossessato di capi di abbigliamento sportivo per un valore di 40 euro circa. Consegnato ai militari, è stato trattenuto presso la camera di sicurezza della Compagnia dei carabinieri di Quartu Sant’Elena, in attesa dell’udienza di convalida fissata per la mattinata di domani dall’Autorità giudiziaria.

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Una “prima” regionale ed il ritorno di un’attrice di talento e temperamento come Iaia Forte: questo, e non solo, il menù proposto per i prossimi giorni dal NurArcheoFestival, firmato dal Crogiuolo.
“La terra degli uomini toro” è il titolo della mise en scène che viene presentata, in prima regionale, appunto, domani, venerdì 17 agosto, alle 22.00, al Museo dell’Ossidiana di Pau. Di e con Marco Taddei (nel 2005 si è diplomato alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova) e la performer visiva Erika Sambiase (produzione Compagnia Nim, Baba Jaga, Il crogiuolo), narra la storia di una bambina di nome Dentina che intraprende un viaggio per salvare il suo paesello, minacciato dall’Uomo-senza-braccia e dal suo esercito. Nel suo cammino incontrerà sassi e alberi parlanti, corvi gracchianti, topi astuti e spiriti della palude. Si ritroverà in un mondo distrutto dal cemento e dalle fabbriche e, armata della sua infinita volontà, porterà la pace nella sua terra. Ad aiutarla ci saranno tanti amici e tre oggetti magici donati da sua mamma Nicetta: una pietra nera, un coltello d’oro e una piccola sedia di ginepro.

Il testo è stato pensato come una favola contemporanea. Tenendo a mente la lezione di Andersen e dei fratelli Grimm, Taddei ha studiato il processo d’immaginazione e di gioco presente nelle fiabe popolari e i messaggi che possono portare a chi le ascolta. La storia viene narrata con il supporto della performance dal vivo di un’artista visuale che produce, seguendo la musica e la parola, segni e colori ispirati allo stato emotivo delle situazioni rappresentate.

Alle 21.30 la visita guidata al Museo. Solo su prenotazione è prevista l’escursione naturalistica al sentiero Sa Pedra Corbina (info: 0783 934011).

Ancora il 17, ma alle 20.00 e al Nuraghe Nolza di Meana Sardo, viene replicato “Sa notti de Is Janas”, il testo di Sabrina Barlini con Isella Orchis voce recitante.

Il giorno dopo, sabato 18 agosto, arriva a Laconi, al Menhir Museum, Iaia Forte, alle 22.00, con il suo “Odissea Penelope”. Lo spettacolo ha una portata affabulatoria che si radica nell’impegno civile. Un’attrice di grande talento e forte temperamento diventa così interprete di tutte le istanze del mondo femminile, alternando momenti di riflessione, ironia e drammaticità. Penelope, pensando alle vicende di Troia baluardo dell’Asia minore, non può non riflettere su un conflitto etnico di scottante attualità come quello tra Oriente e Occidente. “Odissea Penelope” rivendica il diritto della donna ad affermare un’identità personale che non può essere decisa a priori da nessun sistema culturale, seppure fondato su una tradizione millenaria. Penelope, in questa nuova visione che va al di là di Omero, pur rimanendo una donna che ama Ulisse, l’eroe del mito, discute con lucidità tutti gli aspetti oscuri del celebre inventore del cavallo di Troia. Ascrive a se stessa il diritto di poter parlare degli orrori della guerra, che non risparmiano nemmeno i bambini, come testimonia la morte orrenda del piccolo Astianatte ad opera dello stesso Ulisse, che ne decide l’infausta sorte scaraventandolo giù dalle mura di Ilio. La guerra non è più dunque cosa da uomini ma viene rivelata in tutta la sua stupidità e inutilità dalla denuncia civile di Penelope, che si rende consapevole di aver sposato un assassino inventore di ordigni di morte. Il rapporto con la contemporaneità è bruciante e immediato: il cavallo di legno non è dissimile, infatti, dalle tante invenzioni disumane che hanno invece dilaniato bambini di tutto il mondo. La drammaturgia si snoda quindi tra diversi motivi: la solitudine della donna che deve gestire un mondo che non conta di fronte al potere sociale, politico, economico, di una società fondata dagli e sugli uomini; la violenza e la sopraffazione che le parti sociali più deboli sono costrette a subire; la memoria, che in questo caso Penelope è costretta suo malgrado a tramandare perché nessuno possa dimenticare 

Ancora il 18, alle 22.00, al Nuraghe Camboni di  Perdaxius, va di nuovo in scena “La terra degli uomini toro”. Ricco il programma collaterale: alle 18.00 il battesimo della sella; alle 18.30 la visita guidata al Nuraghe Camboni; dalle 18.00 alle 20.00, su prenotazione, per i più esperti una passeggiata a cavallo nel circondario, a cura dell’associazione La Casa del Sorriso; alle 20.30 cena su prenotazione (info: tel. 342 1639514).

E sempre il 18 agosto, alle 20.00, “Perseverare Humanum Est”, di e con Matteo Belli, verrà riproposto a Villagrande Strisaili, nell’area archeologica S’Arcu e is Forros (alle 21.30 la visita guidata a cura della coop. Irei).