23 December, 2025

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sport
Un’intensa giornata di sport con il coinvolgimento di oltre cento richiedenti asilo, ospiti dei Centri di Accoglienza della Sardegna, e degli atleti sardi impegnati in diverse specialità dell’atletica leggera. L’evento, promosso dalla Regione in collaborazione con il Coni, si svolge, a Cagliari, allo stadio Amsicora (via dei Salinieri 1) sabato 21 aprile. Alle 11.00, all’apertura della manifestazione, l’assessore agli Affari Generali Filippo Spanu, il presidente del Coni Sardegna Gianfranco Fara, i presidenti dell’Amsicora, Alessandro Dedoni, e della società Cagliari Dinamo Academy, Giovanni Zucca, incontreranno i giornalisti per illustrare le finalità dell’iniziativa.

Proprio la Cagliari Dinamo Academy, che milita nel campionato di serie A2 di pallacanestro, ha aperto le porte del palazzetto di via Rockfeller ai migranti che vivono nei centri di accoglienza, che hanno così potuto assistere alle partite della squadra allenata da Riccardo Paolini.

Nell’impianto sportivo di Ponte Vittorio richiedenti asilo e atleti sardi si sfideranno nei 100, 200 e 800 e 1500 metri, nel salto in lungo e salto in alto. Nel pomeriggio, alle 16.00, i migranti assisteranno alla partita Amsicora-Adige valida per la sedicesima giornata del campionato di serie A di hockey su prato e potranno partecipare ad una lezione tecnico-pratica su questa disciplina.

L’assessore Filippo Spanu sottolinea che «lo stadio Amsicora, luogo a cui è associato lo storico scudetto del Cagliari, diventa, nella giornata del 21 aprile, spazio di dialogo e di reciproca conoscenza per abbattere I pregiudizi e favorire l’inclusione e l’integrazione nel solco di altre iniziative organizzate con buoni risultati dalla Regione come la manifestazione “Diamo un calcio all’intolleranza”».

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La Confesercenti esprime grande preoccupazione per le attività commerciali di Senorbì.

«Come purtroppo accade in molti comuni sardi, anche a Senorbì sono state aperte, anzi, spalancate le porte alla grande distribuzione alimentare, mentre non viene data la stessa considerazione alle micro e piccole imprese del territorio che, strenuamente, resistono per fornire il loro servizio – si legge in una nota dell’associazione dei commercianti -. A fare da contorno a questa desolazione, è emblematica la situazione del mercato su area pubblica del sabato mattina, relegato in uno spazio assolutamente inadeguato e che l’Amministrazione aveva invece promesso di ricollocare e rivalorizzare. Purtroppo, registriamo che tali valorizzazione e riqualificazione non ci sono state. Ogni sabato mattina, infatti, purtroppo, si rinnovano le lamentele dei clienti del mercato (cittadini di Senorbì e dei paesi limitrofi) relativamente alla collocazione del mercato, particolarmente scomoda.»

«Tenere in queste condizioni un mercato importante per il territorio, come quello di Senorbì, è davvero uno spreco – tuona Marco Medda, presidente dell’ANVA della provincia di Cagliari, aderente alla Confesercenti -. In tutti i paesi il mercato produce economie dirette e indirette, che favoriscono tutte le attività del territorio che orbitano intorno a esso. Infatti, il giorno di svolgimento del mercato rappresenta un’importante opportunità di reddito alla quale il comune di Senorbì non ha dato peso. Ci auguriamo d’ora in avanti – conclude Marco Medda – una maggior attenzione a tutte le piccole aziende del territorio del comune di Senorbì.»

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Venerdì 20 aprile, alla Manifattura Tabacchi di Cagliari, si svolgerà la giornata informativa dedicata a cambiaMENTI, il programma dello Sportello Startup di Sardegna Ricerche che mira a diffondere metodi e strumenti a supporto di idee e progetti innovativi nei settori dell’industria culturale e creativa e dell’economia sociale, con particolare riferimento ai seguenti ambiti d’intervento:

  • innovazione di organizzazioni culturali e creative già esistenti;
  • nuove idee d’impresa culturali e creative;
  • nuove idee imprenditoriali ad alto valore sociale;
  • nuove idee imprenditoriali orientate al riutilizzo e alla riqualificazione di spazi urbani.

L’infoday inizierà alle 9.30 e si aprirà con i saluti dell’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci. Seguiranno gli interventi di Ugo Bacchella, presidente della Fondazione Fitzcarraldo e docente dell’Università di Bologna; Nevina Satta, direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission, Alessandro Bollo, direttore della Fondazione Polo del ‘900 di Torino; Gianfranco Marocchi, direttore della rivista Welfare Oggi e co-direttore della Biennale della Prossimità; Roberto Covolo, project manager di “ExFadda – Officina del sapere” di San Vito dei Normanni (Brindisi). Chiuderà la mattinata Giuseppe Serra, responsabile dello Sportello Startup di Sardegna Ricerche, con la presentazione degli aspetti tecnici e delle modalità di realizzazione del programma.

Durante l’infoday, saranno inoltre introdotti i quattro bootcamp che anticiperanno la pubblicazione del bando di selezione delle candidature e la partenza dei percorsi strutturati, con l’obiettivo di intercettare chi vuole già iniziare a mettersi in gioco in una delle tematiche di cambiaMENTI:

  • Idee e azioni per la rigenerazione urbana” (Cagliari, 12 e 13 maggio);
  • Immaginare l’imprevedibile: la creatività incrocia la tecnologia” (Nuoro, 19 e 20 maggio);
  • L’economia sociale per la costruzione di città e territori collaborativi” (Macomer, 24 e 25 maggio);
  • We-Culture: co-creare imprese culturali” (Cagliari, 13, 14 e 15 giugno).

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C‘è tempo solo sino al 20 aprile per aderire all’azione di classe intentata da Adiconsum contro Abbanoa per il risarcimento dei danni subiti a causa dell’erogazione di acqua non potabile nel periodo 2011/2015.

C’è tempo solo sino al 20 aprile per cogliere questa importante opportunità di rivalsa, sia morale che economica, nei confronti del Gestore idrico a causa del disservizio reso. Opportunità riservate soltanto a coloro che aderiranno all’azione di classe promossa da Adiconsum e dal Comitato per l’Acqua in Sardegna e ammessa dal Tribunale di Cagliari con il decreto n° 227 del 17.11.2017.

Chi può aderire: tutti i titolari di utenze idriche domestiche fornite da Abbanoa ancorché facenti parte di un condominio con contatore master o non ancora volturata a proprio nome, e i loro conviventi, che nel periodo compreso tra il 2011 e il 2015 abbiano subito la mancata erogazione di acqua potabile e intendano ottenere il risarcimento del danno patito.

Come aderire: scaricando la modulistica dal sito www.adiconsumsardegna.it e seguendo le istruzioni per la compilazione e l’inoltro, oppure recandosi in una sede Adiconsum o presso un Punto di Raccolta delle adesioni, avendo cura di portare con se la fotocopia di una qualsiasi fattura relativa al periodo 2011/2015 e la fotocopia dei documenti di identità di tutti i richiedenti (titolare dell’utenza e propri conviventi).

Per ottenere cosa: la restituzione della quota parte della quota fissa, la restituzione della quota parte della quota del servizio fognario e di depurazione, il risarcimento del danno patrimoniale  rappresentato dal costo dell’acqua potabile nella misura media di necessità giornaliera, il risarcimento del danno non patrimoniale patito in relazione al disagio sofferto. Tutto ciò per ogni giorno di mancata erogazione di acqua potabile.

Quantificazione del danno: il Tribunale di Cagliari ha, dunque, già stabilito quali danni debbano essere risarciti ai consumatori per il grave disservizio, ma non ha ancora stabilito la quantificazione del danno patrimoniale e del danno non patrimoniale, per cui sarà necessario attendere i prossimi pronunciamenti dello stesso Tribunale per avere contezza della quantificazione del danno.

Tuttavia, fermo restando il principio di precauzione, si potrebbe immaginare che possa essere riconosciuto almeno 1€ di risarcimento complessivo a singola persona per ogni giorno di mancata erogazione di acqua non potabile nel periodo interessato dall’azione di classe 2011/2015.

Allegata la mappa del fenomeno dell’acqua non potabile in Sardegna (comuni interessati e giorni di non potabilità)  ricostruita con non poche difficoltà da parte di ADICONSUM e peraltro ancora incompleta.

 

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Al comune di Iglesias, dopo la candidatura di Valentina Pistis (Cas@ Iglesias), ufficializzata lo scorso 30 dicembre, si profila la candidatura di un’altra donna alla carica di sindaco per le elezioni amministrative in programma il prossimo 10 giugno (eventuale ballottaggio il 24 giugno). Ilenia Mura, 42 anni, giornalista professionista, è stata scelta ieri sera dalle delegazioni di quattro liste di centrodestra (Piazza Sella, Fratelli d’Italia e due liste civiche che fanno riferimento a Giancarlo Mameli e Pinello Cossu). Per l’ufficializzazione della candidatura bisognerà attendere ancora qualche giorno, perché l’auspicio dei proponenti è che sul nome di Ilenia Mura possa convergere anche Forza Italia e si possa così arrivare ad una candidatura unitaria di tutto il centrodestra. Forza Italia valuterà la situazione e l’ipotesi di adesione alla candidatura di Ilenia Mura, in una riunione convocata per sabato e, nel caso di fumata bianca, Ilenia Mura verrà presentata ufficialmente come candidata a sindaco della coalizione di centrodestra all’inizio della prossima settimana.

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione n. 413 (Lotto e più) e l’ordine del giorno Rubiu (Udc) e più, sulla difesa delle produzioni di agnello IGP di Sardegna dalle imitazioni e dall’introduzione sul mercato di agnelli provenienti dall’estero macellati nell’Isola e marchiati IGP di Sardegna. Approvata anche la mozione n. 331 (Cherchi Augusto e più) sulla mancata attuazione delle disposizioni della legge 15 marzo 2010, n. 38, concernente “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato al Consiglio una delibera della Giunta per le elezioni con la quale viene contestata formalmente l’incompatibilità prevista dalla legge ai consiglieri Christian Solinas e Gavino Manca eletti rispettivamente al senato ed alla Camera, che non hanno esercitato il diritto di opzione per la carica prescelta entro 10 giorni. Di conseguenza il Consiglio, chiamato a votare a scrutinio segreto per l’avvio della procedura di contestazione si è espresso favorevolmente con 27 sì, 13 no e 2 astenuti (Fasolino e Tedde di Forza Italia).

Il presidente ha illustrato poi una seconda delibera della Giunta con la quale, dopo le dimissioni di Pietro Pittalis risulta subentrante in base alla documentazione ufficiale Stefano Coinu, che viene proclamato eletto e presta giuramento.

Subito dopo l’Aula ha iniziato la discussione della mozione n. 311, primo firmatario Augusto Cherchi del Pds, sull’introduzione delle cure palliative e della terapia del dolore nel sistema sanitario regionale.

Nel suo intervento, Augusto Cherchi ha ricordato che «fin dal 2015 erano state presentate specifiche istanze al presidente Francesco Pigliaru ed all’assessore Luigi Arru, seguite da una interpellanza nel 2016 e questa mozione nel 2017 mentre Lo Stato ha approvato all’unanimità nel 2010 una ottima legge-quadro presa ad esempio dall’Organizzazione mondiale della Sanità, per porre le basi per l’applicazione diffusa di questa terapia che riguarda 80 milioni di persone nel mondo, costa il 20% della sanità in Europa, 19 miliardi in Italia e 600 milioni in Sardegna». «Ma al di là dei numeri – ha aggiunto Augusto Cherchi – la terapia ha un alto significato sul piano etico e morale, oltre che economico, per la Sardegna che ha poli di eccellenza dove però ci sono liste d’attesa di oltre un anno e problemi di personale: chiediamo perciò l’attuazione della legge 38/2010».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco, vice presidente della commissione Sanità, ha affermato che «il reparto attivo presso il Brotzu non funziona a pieno regime ed ha gravi carenze di organico oltre che liste d’attesa inaccettabili di circa 12 mesi, per cui in un momento così drammatico per la sanità sarda è urgente intervenire sul reparto che va messo in condizioni di funzionare con piena efficienza».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Marco Tedde ha definito la situazione di tanti pazienti sardi che soffrono «immorale, anche se non partiamo da zero perché nel 2013 e nel 2014 sono stati adottati importanti atti preliminari istituendo la rete della terapia del dolore; poi però si è fermato tutto e si tratta di una negligenza che dimostra la gestione debole della sanità sarda». La maggioranza, secondo Marco Tedde, «ha imposto una riforma sanitaria piena di lacune imponendo al Consiglio tappe forzate mentre si attende da 6 mesi l’approvazione del Ministero ed anche la vicenda dei diabetici sardi è emblematica perché diversi da tutti gli altri perché non possono utilizzare farmaci e supporti».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Luigi Crisponi, «oltre alla legge su terapia del dolore c’è la 26/14 sull’endometriosi approvata all’unanimità dal Consiglio e mai attuata neanche nella parte che prevedeva specifiche esenzioni per le pazienti, mentre il governo nel 2017 ha adottato i Lea che comprendono queste esenzioni: è su queste cose che l’assessore deve dare risposte».

Antonello Peru, di Forza Italia, che in apertura ha dichiarato di voler aggiungere la sua firma alla mozione, ha sottolineato l’importanza della legge nazionale di riferimento e le risorse in essa contenute, impiegate anche dalla Sardegna per realizzare a suo tempo 3 hospice ma queste strutture, ha segnalato, «sono del tutto insufficienti e quelle attive non funzionano al meglio, dimenticando che le persone hanno diritto di poter vivere in modo dignitoso anche le malattie gravi, una esigenza che va recepita non solo realizzando le strutture ma anche promuovendo l’assistenza domiciliare». «Sui diabetici – ha concluso – è stato fatto un primo passo ma occorre fare di più a partire dalla dotazione degli strumenti di monitoraggio sottocutanei».

Ancora per Forza Italia il capogruppo Alessandra Zedda, cercando di capire le ragioni della mancata attuazione della legge e delle stesse delibere della Giunta, ha sottolineato «l’evidente menomazione del diritto alla salute dei sardi anche perché le liste di attesa di oltre un anno mezzo sono di fatto virtuali perché mancano le strutture in grado di prendere in carico i pazienti». La situazione complessiva, ha continuato, «fa capire che non si crede in questa terapia nonostante la Regione sostenga per intero i costi della sanità con ricorse pari a circa il 60% del proprio bilancio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, che ha definito l’argomento «molto delicato», ha ricordato gli atti compiuti nella legislatura precedente che, nella sostanza, «in molti casi non coincidono e parlano di strutture molto carenti nonostante la disponibilità significativa di risorse». Fra l’altro, ha detto ancora Cocco, «è stato istituito un tavolo tecnico che ha prodotto una relazione che individua precise problematiche nella formazione del personale tanto è vero che sono state stanziate risorse aggiuntive per 480.000 ripartite in 3 master, uno dei quali partito venerdì scorso». Affrontando in generale lo stato della sanità sarda, Pietro Cocco ha auspicato «una discussione seria su riforma sulla nuova rete ospedaliera perché su questo abbiamo scommesso, i problemi che emergono sul campo sono tanti ma ci sono anche molte notizie infondate, insomma serve una operazione-chiarezza».

In qualità di capogruppo, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha detto che «prima di dare giudizi avventanti è bene documentarsi perché non è vero che la Sardegna non ha fatto niente, tanto è vero che la struttura del Brotzu è stata realizzata nei primi 2000 e, siccome non c’erano centri pubblici, molti privati li hanno realizzati col contributo di associazioni». «Ci sono quindi ampie responsabilità di tutti – ha sostenuto ancora Giorgio Oppi – e sotto questo profilo la mozione deve spingerci ad operare concretamente e c’è molto da fare anche per dare attuazione alla riforma della rete ospedaliera, che segna il passo al ministero ma non si può aspettare la fine della legislatura perché questo vuoto paralizza la sanità sarda». «E poi – ha concluso – bisogna dare basta al balletto dei privati che scaricano tutte le responsabilità sulla Regione».

Per la replica l’assessore Luigi Arru ha ringraziato l’on. Cherchi per aver sollevato il problema in aula e ha detto: «La legge è del 2010, non nel 2014. E cosa è accaduto sino a oggi? E cosa non si è fatto dal 2010 al 2014? Cure palliative e terapia del dolore sono materie che si intrecciano ma sono cose diverse. Il problema è creare reti e personale, che deve essere formato adeguatamente. Presto con l’Università attiveremo un master di secondo livello per la terapia del dolore e abbiamo già un’eccellenza, Olbia, che è stata certificata dal Sole 24 ore».

Per l’assessore alla Sanità «grazie a dei colleghi che operano all’Oncologico siamo bravissimi anche con le terapie invasive e non userei il parametro delle liste d’attesa per affrontare questo problema perché spesso i ritardi derivano da responsabilità altrui e dalla nostra decisione di risistemare, con opere urgenti, gli ospedali che ne hanno bisogno. Da quando si è arrivati si è detto che la Sardegna spende troppo per la Sanità: mettiamoci d’accordo su questo. Noi siamo convinti che la nostra proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera sia la più efficace sotto il profilo della governance ed è molto più importante per noi togliere il dolore che lasciare medici in ospedali dove ci sono reparti che lavorano pochissimo. Dobbiamo portare la cultura antalgica fuori da Cagliari e formare medici specialisti nella terapia del dolore».

L’on. Cherchi (Pds) ha replicato: «Questa mozione ha tre anni di gestazione e alla fine del mio intervento rifarò la domanda con la quale ho aperto l’intervento. Non confondiamo i malati di tumore con la terapia del dolore e nemmeno le cure palliative con il dolore. Non abbiamo in Sardegna un solo posto letto per le cure palliative pediatriche eppure sono mediamente trenta ogni anno i pazienti pediatrici che si avviano alla fine della vita. Noi non abbiamo la rete delle terapie del dolore ma non c’è hub senza rete: chiedo all’assessore se intende costituire o no la rete prevista dalla legge 38 del 2010?».

L’on. Marco Tedde (FI) ha chiesto di aggiungere la sua firma alla mozione Cherchi e ha aggiunto rivolto all’assessore Luigi Arru: «Lei è diventato abilissimo a glissare sulle questioni centrali. Con molta eleganza interpreta il suo ruolo, ma senza impegno. Lei non ha mosso un passo per attuare la legge 38 e questi sono i fatti: com’è andata a finire la riorganizzazione della rete ospedaliera, non aggiri le domande e non dia risposte evasive».

L’assessore Arru ha ripreso la parola per dire che intende «applicare la legge 38, con i tempi che avete utilizzato voi, dal 2010 al 2013».

Per l’on. Pietro Cocco (Pd) «il collega Tedde ha sbandato ma stiamo ad ascoltarlo lo stesso».

La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto: «Continuate pure con questo andazzo ma la risposta sarà uguale a quella che avete ottenuto il 4 marzo».

Per il Pds è intervenuto l’on. Roberto Desini, secondo cui «c’è una mozione e a  quella l’assessore Arru è chiamato ad attenersi. Da anni siete chiamati a dare attuazione alla legge 38, è arrivato il momento di recuperare il tempo perduto».

Il sardista Angelo Carta ha ricordato che «l’Aula è d’accordo sulla mozione» e così l’on. Daniele Cocco (Art. 1): «Fare l’assessore a fine mandato non è un regalo per nessuno ma oggi è necessario applicare immediatamente la legge 38. I sardi hanno aspettato abbastanza».

La mozione 331 è stata approvata.

La mozione 413 sulla difesa degli agnelli marchiati IGP Sardegna è stata presentata dall’on. Luigi Lotto (Pd), presidente della commissione Agricoltura. L’oratore ha detto: «Una vicenda di cronaca della scorsa settimana porta alla ribalta sulla stampa ancora una volta il tema della certificazione dei prodotti sardi e della protezione della loro origine mediante un marchio. Sembrerebbe che degli agnelli siano stati importati in Sardegna dalla Romania, macellati in Sardegna e poi esportati di nuovo con il marchio sardo. E’ fondamentale il ruolo del consorzio in questo caso come in tutti i casi di protezione dei prodotti con un marchio nostro. E’ chiaro che servono norme nuove, anche penali, contro la contraffazione: lasciamo alla magistratura il compito di occuparsene, accanto al Parlamento presso il quale giace un disegno di legge. Con chiarezza però viene alla luce del sole un fatto che tutti sospettavamo: il marchio sardo ha un valore enorme se qualcuno si preoccupa di portarli dalla Romania, macellarli e rivenderli come prodotto di Sardegna. Siamo certi che il Consiglio regionale vorrà prendere una posizione chiara e univoca su questa vicenda, che ci porta a stare a fianco al Consorzio di tutela in questo caso e più in generale ai marchi dell’olio, del vino e del settore lattiero caseario. Dobbiamo lavorare per ottenere anche altri marchi di origine, allargando le nostre produzioni e tutelandole nel commercio. Questa vicenda va condannata ma ci deve servire da monito».

Nella discussione è intervenuto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha ringraziato il collega Lotto per la mozione: «Il problema è grave e va oltre il fatto fine a se stesso: nel 2015 in Italia i reati agroalimentari sono cresciuti del 215 per cento». L’oratore ha annunciato e poi depositato un ordine del giorno che auspica l’intensificazione dei controlli sul fronte della contraffazione e delle frodi agroalimentari. 

Per Art. 1 l’on. Lai ha detto: «Questo tema va discusso anche per un fatto di orgoglio della buona politica. L’anno scorso abbiamo stanziato 15 milioni di euro per il comparto ovino e le nostre buone risposte e pratiche non possono essere messe in discussione da chi fa cose poco serie come queste. Basta con queste contraffazioni, che sono un grande danno per l’economia sarda: abbiamo stanziato altri 20 milioni per la pastorizia e per l’agricoltura sarda, chiediamo che si spendano quelle risorse».

Il Pds ha preso la parola con l’on. Piermario Manca, che ha ringraziato il presidente Gianfranco Ganau per aver portato in Aula con tempestività la mozione: «Noi sapevamo che erano necessarie le stalle di sosta nei porti per controllare il bestiame, l’ho detto tre anni fa. Perché non lo abbiamo fatto? Questo è il vero problema e questo dobbiamo fare se vogliamo arginare il fenomeno e fermare certe truffe alimentari».

La consigliera Daniela Forma (Pd) si è complimentata con l’assessorato dell’Agricoltura ed ha chiesto all’assessore di riferire circa le interlocuzioni ministeriale sulla possibile risoluzione delle problematiche inerenti il declassamento degli ippodromi sardi. Nel merito degli argomenti oggetto della mozione l’esponente della maggioranza ha parlato di “fatti di straordinaria gravità” ed ha ricordato gli sforzi fatti per la valorizzazione dell’agnello sardo Igp. La consigliera ha inoltre evidenziato ruolo e funzione del consorzio di tutela ed ha concluso il suo intervento auspicando un incremento degli stanziamenti in sede di assestamento di bilancio per aumentare il numero di agenti vigilatori.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha lamentato la mancata discussione delle due proposte di legge a suo tempo presentate per l’istituzione di controlli portuali e aeroportuali al fine di meglio tutelare le produzioni agricole sarde e la salubrità dei. Antonio Gaia (Upc-Socialisti) ha fatto riferimento ad un suo precedente intervento in Aula del 2015 per riproporre il divieto al taglio delle orecchie degli agnelli al momento della macellazione. Mantenere la targhetta auricolare fino al momento dell’acquisto del prodotto nelle macellerie – a giudizio del consigliere della maggioranza – è la soluzione semplice e immediata per garantire il consumatore dalle frodi.

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, intervenendo in sede di replica, ha ribadito l’impegno per la tutela dell’agnello sardo e del marchio Igp ed ha confermato la frode scoperta nel periodo dell’ultima Pasqua quando dodicimila agnelli provenienti dalla Romania sono stati macellati e spacciati come agnello sardo Igp nel mercato isolano. L’assessore ha inoltre illustrato per sommi capi un importante progetto sperimentale per la tracciabilità elettronica delle carni ed ha assicurato un incremento delle azioni di vigilanza a tutela dei marchi qualità conquistati dalla Sardegna. Pierluigi Caria ha inoltre ribadito la volontà di procedere nelle iniziative per il riconoscimento di ulteriori marchi per le produzioni tipiche isolane ed ha aggiornato il Consiglio sulla situazione che riguarda Ara e Apa.

In ordine al Vinitaly ha confermato la partecipazione di 97 cantine sarde  ed ha uspicato una sempre maggiore aggregazione tra produttori e aziende.

Sulla questione degli ippodromi, l’assessore ha confermato la firma al ministero delle Politiche agricole del decreto che consentirà lo svolgimento delle gare nell’ippodromo di Chilivani da domenica 22 aprile, nonché una possibile moratoria per scongiurare gli effetti del declassamento degli ippodromi della Sardegna.

Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto, ha confermato la messa in votazione della mozione di cui è primo firmatario e dell’ordine del giorno presentato dal capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, in qualità di primo firmatario L’esponente della maggioranza ha ricordato che sulla questione degli ippodromi è al lavoro la sottocommissione per portare all’attenzione dell’Aula una proposta normativa condivisa per dare una svolta al comparto e garantire un futuro all’ippica in Sardegna. Il consigliere del partito dei Sardi, Piermario Manca, ha ribadito che la migliore soluzione per tutelare i prodotti sardi e scongiurare le frodi alimentari è rappresentata dalla realizzazione delle cosiddette stalle di sosta in prossimità di porti e aeroporti per il controllo degli animali e delle piante.

Daniela Forma (Pd) ha sottolineato procedure, adempimenti e normative statali e europee che dovrebbero tutelare produzioni tipiche e consumatori ed ha auspciato in futuro una maggiore comunicazione tra gli organi ministeriali deputati al controllo.

Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha denunciato un atteggiamento punitivo da parte dello Stato nei confronti della sardegna per quanto attiene ilr ecepimentod elle norme europee in materia di tutela delle razze autoctone. A giudizio di Congiu lo schema ministeriale inibisce la Regione, laddove volesse istituire l’ente selezionatore e dunque la Sardgena non potrebbe tutelare il suo patrimonio.

Il consigliere Upc, Antonio Gaia, ha riproposto la conservazione della targhetta auricolare ricordando che prima dell’istituzione del consorzio per la tutela Igp, le orecchie degli agnelli non venivano tagliati in sede di macellazione.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha proposto di portare in discussione la proposta di legge per istituire i controlli nei porti e negli aeroporti e il consigliere del Pd, Mario Tendas, ha dichiarato voto favorevole per la mozione e l’ordine del giorno.

Posta in votazione la mozione Lotto e più che impegna la Giunta a garantire la sicurezza dell’immagine dell’agnello sardo Igp è stata approvata all’unanimità con 41 voti a favore.

La capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha quindi precisato che i contenuti della mozione sul tema presentata a suo tempo dagli ex consiglieri di Forza Italia, Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis, sono stati inseriti nell’ordine del giorno Rubiu e più che dà mandato al presidente della Giunta di adottare ogni utile iniziativa per contrastare la contraffazione alimentare dei prodotti agricoli sardi.

Dopo il parere favorevole espresso dalla giunta l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità con 38 voti favorevoli.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori dell’Aula ed ha convocato il Consiglio per domani, giovedì 19 aprile, alle 10.00.

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Lettera aperta dei lavoratori marittimi ex Saremar.

Siamo dei lavoratori marittimi ex Saremar che, a distanza di quasi due anni dal nostro licenziamento collettivo effettuato dalla Giunta regionale, scaturito dalla messa in Concordato preventivo liquidatorio dell’Azienda, viviamo in una situazione drammatica. Tutte le promesse e rassicurazioni fatte dall’ex assessore dei Trasporti Deiana nei nostri confronti, non  si sono concretizzate ed un’ottantina di ex lavoratori Saremar, a distanza di due anni, stanno orbitando nel mondo del lavoro con un’esasperante precarietà e conseguenti ripercussioni economiche e sociali  sulle famiglie di questi stessi lavoratori. Siamo allo stremo!!!…

In questo ultimo periodo, dove tutte le organizzazioni sindacali ci hanno abbandonato, abbiamo avvertito la necessità di creare un Comitato lavoratori ex Saremar ed URLARE la nostra situazione stagnante con un silenzio assordante da parte dell’Istituzione regionale, nonostante, essa medesima, avesse deliberato successivamente a nostro favore, dopo circa un anno dall’averci messo in mezzo ad una strada, le intenzioni di “risollevare” la nostra dignità lavorativa già calpestata duramente. La  delibera di Giunta 69/22 del 23 dicembre 2016, mirava al reinserimento professionale, ad accompagnamenti al trattamento pensionistico, a Voucher formativi per aggiornamento Certificato di competenza o rimborso spese anticipate, ecc…ecc…  Tutti bei propositi, ma di concreto, dopo due anni, la Giunta regionale tramite l’ASPAL, ha ottemperato solo i rimborsi corsi formativi e qualche caso di incentivazione economica per quei lavoratori che avevano maturato i requisiti pensionistici al 31 marzo 2016 (data ultimo giorno Saremar); per la parti più importanti della delibera, riguardante il reinserimento nel mondo del lavoro e l’accompagnamento alla pensione, non vi sono stati ancora riscontri… anzi, nonostante le ripetute richieste formali d’incontro da parte dell’Istituzione locale di Carloforte con l’Istituzione regionale, per discutere e risolvere questa drammatica situazione, alla data odierna, non vi è stato nessun appuntamento. Riteniamo scandaloso questo atteggiamento della Giunta regionale e gradiremmo esprimere con forza  (URLO mediatico) questa vergognosa Omertà che, ahimè, rafforza ulteriormente il divario del popolo sardo verso le proprie Istituzioni con conseguenze che potrebbero sfociare in diffusi e pericolosi malcontenti sociali in cui non prevale più la ragione del vivere in democrazia.

Con questa introduzione, abbiamo cercato di farvi comprendere a grandi linee la precaria situazione in cui ci troviamo e chiediamo cortesemente a Codesta Redazione, di esprimere mediaticamente la nostre contestazioni ed avversità ai nostri rappresentanti politici che ci stanno governando. A tal fine abbiamo preparato un comunicato stampa che cortesemente chiediamo di pubblicare.

Si è ritenuto opportuno rinviarle la passata introduzione esplicativa della nostra situazione drammatica, espressa nel primo comunicato stampa  pubblicato  circa un paio di mesi fa. Ad oggi, nonostante che l’Ufficio di Presidenza regionale, avesse fatto promesse di impegno per definire a breve, una volta per tutte ed intervenire favorevolmente sulla nostra vicenda, mediante una nuova delibera, stiamo ancora aspettando che la Giunta batta un colpo!!! Ci avevano rassicurato che nel giro di una decina di giorni, sarebbe uscita questa tanto attesa delibera…ma il Silenzio assordante prosegue…sono trascorsi più di venti giorni da quelle promesse e la nostra situazione si fa sempre più drammatica. Sono due lunghissimi anni che attendiamo risposte…siamo allo stremo!!!

In allegato, comunque, vi inviamo un secondo comunicato stampa che si è ritenuto necessario pubblicarlo di fronte a questi atteggiamenti irresponsabili da parte di chi ci governa. Ci rivolgiamo a lei e la   preghiamo cortesemente di divulgare il nostro disagio sociale in cui stiamo vivendo insieme alle nostre famiglie da più di due anni.    

La ringraziamo anticipatamente per la sua disponibilità e sensibilità all’ennesimo dramma sociale di cui la nostra Regione ne ha una nutrita quantità, dimostrando incapacità e, soprattutto, un’assente volontà di agire.   

Cordiali saluti

Il Comitato ex lavoratori Saremar

Comunicato stampa

Più di venti giorni sono trascorsi dall’Incontro avvenuto a Villa Devoto, con l’Ufficio di Presidenza ed invitati a partecipare dalla nostra  Amministrazione comunale.

Più di venti giorni or sono, rientrammo ognuno alla propria abitazione raccontando conclusioni di speranza e di futuro. Assaporammo il gusto della dignità ritrovata ed espressa innanzi alle scadenze domestiche, ad un paio di scarpe per la Cresima imminente, per il libro da consultare in preparazione ad un esame universitario, al ticket di una cura ospedaliera…

Risuona tutt’oggi in noi l’eco di buona volontà: «Dateci 10 giorni di tempo e concluderemo questo iter».

Invece sono oramai trascorsi i dieci giorni e di più; ciò che sembrava giusto ed onesto si rivela per una volta ancora, subdolo e mendace.

Nessuno ce ne voglia, ma ogni sforzo compiuto per strozzare tali sentimenti viene rigenerato dalla indifferenza di chi, prima e oggi, è responsabile della nostra situazione.

Siamo ex lavoratori Saremar che seriamente hanno dimostrato nei fatti la Valenza professionale e ora padri, di fondata serietà che con i fatti stanno dimostrando la Valenza civica attraverso il rispetto e la fiducia nelle  Istituzioni, alle quali ricordiamo, ancora ed ancora e sempre, che siamo vittime di progetti Istituzionali, annunciati secondo le più nobili aspettative, invece oggi dimostrati fallimentari.

Ma noi crediamo nelle Istituzioni, nelle persone che ora occupano gli Uffici su noi competenti, vogliamo credere al loro senso di coscienza umana. Invitiamo tutti a mantenere la giusta serietà e risolutezza innanzi a questa vicenda.

Non siamo esagerati quando chiediamo sostegno, non siamo bugiardi quando raccontiamo dei nostri figli, non siamo ambigui quando raccontiamo di una scadenza, così, alla stessa stregua, se ci viene riferito della presa in carico di un impegno, noi ci crediamo.

Giunga così il tempo della definitiva risoluzione del nostro dramma sociale e che questa tanto attesa delibera di Giunta, possa finalmente placare questo crescente stato di angoscia ed inquietudine diffuso in tutti noi ex lavoratori Saremar in mezzo ad una strada, da due lunghissimi anni. L’ulteriore silenzio assordante da parte delle Istituzioni regionali sta nuovamente alimentando sentimenti di rabbia e disperazione che sfoceranno inevitabilmente in dure azioni di contestazione verso quella  politica di Governo incapace di svolgere le più elementari funzioni verso il proprio popolo. Un popolo che ha ripreso ad urlare e, pronto a mobilitarsi, per ottenere risposte esaurienti direttamente a Villa Devoto.

Il Comitato ex lavoratori Saremar

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Tarcisio Agus è il nuovo presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

«Dopo vent’anni dalla firma della Carta di Cagliari, che tracciava le linee guida del nascente Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, avviato grazie all’emendamento del parlamentare Salvatore Cherchi, relatore della legge finanziaria del 23 dicembre 2000, l’Ente ha finalmente i suoi organi istituzionali al completo – scrive in una nota stampa il neo presidente -. L’istituzione del Parco è avvenuta con il decreto del 16 ottobre del 2001, a cura del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio di concerto con il ministro delle Attività produttive ed il ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca.»
«In questo lungo periodo, dopo la prima nomina del Presidente e del Consiglio direttivo, il Parco Geominerario è stato retto da Commissari, compreso questo mio ultimo mandato sino ad ieri, quando il ministero dell’Ambiente, superando il lungo periodo commissariale, durato oltre dieci anni, con il decreto 147 del 14 aprile 2018, mi ha nominato Presidente – aggiunge Tarcisio Agus – con il relativo Consiglio direttivo che risulta così costituito: 

– dott. Simone Deplano, rappresentante del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare;

– dott. Gianluigi Sanetti, rappresentante del ministero dello Sviluppo economico;

– dott. Luigi Giovanni Leoni, rappresentante ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo;

– prof. Giacomo Oggiano, rappresentante del ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca;

– dott. Giovanni Pilia e la dott.ssa Debora Porrà, rappresentanti della Regione Sardegna;

– dott. Luciano Ottelli, rappresentante della Regione Sardegna invitato permanente senza diritto di voto;

– dott. Antonio Ecca ed il dott. Mario Calia, rappresentanti della Comunità del Parco;

– dott. Paolo Mascia, rappresentante della Comunità del Parco senza diritto di voto.»

«Con il suddetto decreto il Parco assume pienezza del suo ruolo e nei prossimi giorni il Consiglio direttivo verrà convocato per il suo insediamento – rimarca Tarcisio Agus -. Attualmente il Parco attraversa difficoltà di varia natura a cominciare da una pianta organica insufficiente, sono tuttavia certo che l’insediamento del Consiglio Direttivo porterà presto al superamento delle attuali difficoltà per assumere il ruolo assegnatoli nello scenario regionale, nazionale ed internazionale. Certamente vi è molto lavoro da compiere, ma le autorevoli presenze nel Consiglio direttivo e lo stretto rapporto con l’Amministrazione regionale ed i rispettivi organi che concorrono all’azione del Parco Geominerario, sono certo darà i suoi frutti, in particolare con le programmazioni a lungo respiro, sulle quali d’ora in poi potremo contare.»

«Colgo l’occasione – conclude Tarcisio Agus – per ringraziare il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, prof. Francesco Pigliaru, per la fiducia accordatami, il ministro Gian Luca Galletti e la Direzione Generale per la protezione della natura, per la fiducia ripostami, nonché i ministri Calenda, Fedeli e Franceschini quali titolari dei rispettivi ministeri componenti il Consorzio del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.»

 

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Arru donazione sangue

Cresce, in Sardegna, il numero dei donatori di sangue e di aferesi (componenti come il plasma o le piastrine). Nel 2017 sono stati 57.398, a fronte dei 55.700 del 2016, dei 54.460 del 2015, 54.151 del 2014. Le unità di sangue prodotte sono passate da 78.924 del 2014 a 85.061 del 2017, quelle importate extra regione sono scese dalle 32.912 del 2014 alle 26.135 dello scorso anno.
Questi dati sono stati illustrati questa mattina nel corso dell’incontro organizzato dall’assessorato della Sanità con i responsabili delle strutture trasfusionali della Sardegna, insieme all’assessore Luigi Arru, al direttore del Centro Sangue nazionale Giancarlo Maria Liumbruno e al direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Sechi.
«I risultati positivi ottenuti, riconosciuti anche da Liumbruno, sono il frutto della programmazione fatta nel 2014, con la riorganizzazione del sistema trasfusionale e della raccolta sangue – ha detto l’assessore Luigi Arru -. Abbiamo intrapreso la strada giusta e questo è stato possibile grazie al lavoro degli operatori e alla indispensabile collaborazione delle associazioni.»
L’attuale organizzazione del sistema trasfusionale è composta da otto strutture trasfusionali dell’Ats (Olbia con l’unità operativa trasfusionale di Tempio, Nuoro con l’unità operativa trasfusionale di Sorgono, Oristano, Carbonia con l’unità operativa di Iglesias San Gavino, Lanusei, Alghero e Ozieri); due strutture trasfusionali dell’Azienda Ospedaliera Brotzu e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari; una Unità Trasfusionale Banca del Sangue Cordonale, a valenza regionale nell’Azienda Brotzu; tre Unità di Raccolta (Avis Comunale e Provinciale Sassari, Avis Provinciale Cagliari). Con le relative Strutture Organizzative si arriva ad un totale di 42 punti di prelievo fissi più 11 mobili.

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, intervenendo in Consiglio regionale sul tema delle cure palliative, ha detto che non c’è stata disattenzione sul tema delle cure palliative e della terapia del dolore.

«Abbiamo avviato un percorso appena insediati, perché non era stato ancora recepito il Piano nazionale delle cure palliative del 2010 – ha detto Luigi Arru, intervenendo in Consiglio regionale sul tema delle cure palliative -. Abbiamo costituito un gruppo di lavoro, che ha fatto un censimento delle strutture esistenti e una proposta per la formazione di una équipe di specialisti. Non serve una sola struttura, ma servono spazi dedicati per terapie che spesso sono invasive. Siamo d’accordo – ha concluso Luigi Arru – che dobbiamo dare una risposta di civiltà, con scelte condivise e tempi rapidi.»