23 December, 2025

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Dal triennio 2012-2014 al 2015-2017 il numero dei focolai di Peste suina africana (PSA) nei maiali domestici si è ridotto del 75%, mentre la presenza della malattia nei cinghiali ha avuto un calo di circa il 64%. Se invece si dovesse fare il paragone con gli ultimi 8 mesi (agosto 2017 – marzo 2018), la riduzione dei focolai nel domestico raggiunge il 90%. Sono i dati che emergono dagli studi elaborati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS), e presentati questa mattina a Cagliari, nel corso di una conferenza stampa, che dimostrano come le azioni di contrasto, promosse in questi ultimi anni dalla Giunta Pigliaru attraverso l’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna, abbiano raggiunto risultati molto incoraggianti. È opinione condivisa fra i veterinari dell’IZS che «l’eradicazione della PSA dalla Sardegna non è mai stata così vicina. Per questo, bisogna continuare a fare quello che si sta già facendo, con il massimo impegno e determinazione». 
Il report sull’andamento della malattia sull’Isola sarà illustrato dagli studiosi sardi, con maggiore dettaglio scientifico, nell’ambito della quattro giorni di lavori internazionali, iniziati oggi a Cagliari e in chiusura il prossimo 14 aprile, dove i maggiori esperti mondiali di PSA si incontreranno per il quarto seminario GARA (Global African Swine Fever Research Alliance).
Alla conferenza stampa di questa mattina, tenuta nell’hotel Regina Margherita, dove si svolge il GARA, hanno partecipato il presidente Francesco Pigliaru, il responsabile dell’UdP, Alessandro De Martini, il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, il coordinatore ATS Area veterinaria, Franco Sgarangella, il consulente dell’UdP e docente all’Università di Madrid, José Manuel Sánchez-Vizcaíno, Marco Pittau (docente di malattie infettive dell’Università di Sassari) e, in rappresentanza del ministero della Salute, il direttore generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari, Pier Davide Lecchini.
«La Sardegna non è mai stata così vicina a eradicare la Peste suina – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -: oggi, nel confronto tra gli esperti internazionali, è emerso chiaramente che, dopo 40 anni, questa partita sta finalmente andando a chiudersi. Se negli ultimi decenni nessuno ha avuto il coraggio di combattere la PSA, noi invece, insieme a un pezzo importante della Sardegna, lo stiamo facendo e siamo vicinissimi al risultato. Questo è il momento di dare la spinta finale per liberarci da una malattia che impedisce a un settore, dalle potenzialità straordinarie, di svilupparsi creando lavoro e sviluppo nelle zone che ne hanno particolarmente bisogno. È vero – ha aggiunto il presidente Pigliaru -, c’è ancora il pascolo brado, ma molto meno rispetto al passato perché tutti hanno capito che c’è una determinazione assoluta, non soltanto della Regione, ma ormai di gran parte della popolazione. C’è la consapevolezza che bisogna liberarsi da questa piaga perché alla fine farà bene a tutti, anche a chi oggi non ha ancora capito e continua a stare nell’illegalità. Se da un lato continueremo con gli abbattimenti dall’altro stiamo costruendo autostrade per chi si vuole mettere in regola garantendo loro sostegno economico e assistenza tecnica e creando tutte le migliori condizioni perché si porti avanti una produzione virtuosa.» Francesco Pigliaru ha poi ricordato quanto accaduto nella Penisola Iberica: «La regione spagnola dell’Estremadura ha avuto come noi la PSA per 40anni: le campagne erano abbandonate, in una situazione disastrosa. Quando se ne sono liberati, la produzione, il lavoro e lo sviluppo sono stati straordinari con oltre 400milioni di euro di fatturato per una territorio molto piccolo. Questa è la nostra prospettiva. È a portata di mano e ci arriveremo insieme». 
Il presidente Pigliaru ha quindi ringraziato tutta la squadra, di donne e uomini, che compongono l’UdP per i risultati raggiunti in questa battaglia giusta per la Sardegna.
«I dati oggi in nostro possesso ci dicono che stiamo intaccando il nucleo vero della malattia – ha precisato il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada -. Gli abbattimenti hanno anche avuto un ruolo di persuasione verso chi operava nell’illegalità dove molti soggetti hanno deciso di mettersi in regola.» 
«I depopolamenti si sono comunque mossi con una azione costante di dialogo e collaborazione con gli allevatori e i cacciatori. In questo momento – ha proseguito Alberto Laddomada – la Sardegna è impegnata a riconquistare la credibilità internazionale persa con 40 anni di fallimenti e illegalità diffusa. Dimostrare oggi che siamo diventati dei soggetti affidabili non è un percorso facile, ma sia il presidente Pigliaru e sia il ministro Beatrice Lorenzin sostengono questa azione di recupero della fiducia soprattutto nei confronti di Bruxelles.»
Alessandro De Martini ha ricordato le fasi istitutive dell’UdP e la linea di dialogo sempre aperta nei confronti dei territori e degli amministratori: dal coinvolgimento dei sindaci ai 6mila cacciatori formati nei corsi di Laore Sardegna passando per la straordinaria collaborazione con allevatori, cacciatori e tutte le diverse componenti dell’Unità di Progetto.
«I circa 300 veterinari che operano in tutta la Regione – ha spiegato Franco Sgarangella -, garantiscono la Salute animale da un lato e la sicurezza alimentare della filiera dall’altro con controlli effettuati nelle circa 15mila aziende suinicole sarde.»
«Oggi – ha affermato lo studioso spagnolo José Manuel Sánchez-Vizcaíno – sono molto contento perché è un grande giorno per un ricercatore che per anni ha cercato di eradicare una malattia. La squadra veterinaria della Sardegna ha dimostrato di essere una Ferrari, riconquistando con i risultati una credibilità europea e internazionale non facile, soprattutto dopo 40 anni in cui la malattia ha creato gravi danni all’apparato economico.»
Nel periodo 2012-2014 si erano verificati 223 focolai, con una media di oltre 74 per anno e circa 6 al mese; nel triennio successivo, 2015-2017, ci sono stati invece 56 focolai con una media di 19 per anno e di circa 1,5 al mese. Il calo dei focolai è stato ancora più accentuato ed eclatante negli ultimi otto mesi (agosto 2017 – marzo 2018) dove si sono verificati solo 3 focolai in 3 Comuni, a fronte dei 13 focolai in 9 Comuni riscontrati fra agosto 2016 e marzo 2017.
Per quanto riguarda i due focolai di Aritzo (gennaio 2018) e Fonni (febbraio 2018), i controlli nelle zone di protezione e sorveglianza, così come previsti dalle norme, sono ormai pressoché ultimati e finora non è stato trovato alcun riscontro di PSA negli allevamenti registrati. In queste zone di protezione e sorveglianza ricadono territori di numerosi Comuni già categorizzati come ad alto ed altissimo rischio per PSA ed è confortante avere conferma che la situazione sia ragionevolmente sotto controllo.
La situazione nel cinghiale è in chiaro miglioramento, come indicato dal trend di sieroprevalenza nell’attuale zone infetta (circa 10mila kmq su un totale di 24mila Kmq dell’intera Isola). A partire dalla stagione venatoria 2012/2103 fino alla stagione 2017/2018, i valori sono stati i seguenti: 10,44%, 7,84, 7,37, 6,76, 4,70, e infine 3,80% in quest’ultima campagna di caccia. Tali dati registrano un calo progressivo della sieroprevalenza (indicatore importantissimo della avvenuta circolazione virale tra i cinghiali nei mesi/anni precedenti alla caccia). I numeri elaborati dall’IZS sono frutto dei test effettuati sui campioni prelevati dai cacciatori nei cinghiali abbattuti. L’affidabilità di questi dati è andata consolidandosi grazie a una crescente collaborazione con il mondo venatorio che in questi anni ha visto aumentare i campioni sottoposti a controllo da circa 3200 a oltre 5200 (+62%) a stagione.
Il quadro inequivocabile emerso dalla situazione nei cinghiali conferma quanto gli studiosi dell’UdP vanno sostenendo da tempo: «In linea generale, a un miglioramento della situazione nei domestici corrisponde o fa seguito anche un miglioramento nel selvatico». 
I maiali allo stato brado. A fronte di una popolazione, stimata a inizio dicembre 2017, di circa 3-5mila capi bradi presenti fra Nuorese e Ogliastra, negli ultimi quattro mesi sono stati abbattuti circa 1700 animali al pascolo non confinato illegale. I comuni dove si è intervenuti sono: Arzana, Baunei, Desulo, Nuoro, Orgosolo, Talana, Urzulei e Villagrande Strisaili.
I controlli sierologici e virologici indicano che la PSA era perfettamente endemica nei territori di Orgosolo, mentre altrove la situazione era più variegata suggerendo, certamente, l’altissimo rischio di questa pratica di allevamento, ma non necessariamente la sua endemicità in ognuno dei gruppi di maiali e territori in cui gli abbattimenti sono stati effettuati. L’endemicità della PSA ad Orgosolo è presumibilmente dovuta all’alto numero e alla densità dei capi bradi tenuti in quel territorio comunale e alla conseguente elevata probabilità di contatti tra i diversi branchi di maiali, che assicuravano una continua circolazione del virus. Nella sola Orgosolo, fra dicembre 2017 e marzo 2018, sono stati abbattuti 907 capi. In contemporanea e per evitare le azioni di depopolamento, molti detentori di maiali illegali, in tutti gli otto Comuni interessati dagli abbattimenti, hanno macellato clandestinamente i loro animali immettendoli nel mercato abusivo. L’avvistamento dei suini bradi è ora molto più sporadico, rendendo di conseguenza meno facile la stima dei capi rimasti che, a oggi, si ipotizza si siano ridotti a non più del 10-20% rispetto a inizio dicembre 2017. In ogni caso, è sicuro che il numero e la densità sono molto inferiori rispetto al passato e già questo depone a favore di un diminuito rischio di circolazione virale.
La tendenza, chiaramente positiva, degli ultimi tre anni e quella, ancor più marcata, degli ultimi mesi, indica complessivamente una rarefazione della circolazione virale sia negli allevamenti registrati che nel cinghiale e lascia ben sperare sulla possibilità di eradicazione definitiva della malattia dalla Sardegna anche a seguito del forte e ulteriore impatto positivo che ci si attende come conseguenza al contrasto del pascolo brado, che deve continuare.
A determinare il trend positivo dei dati sull’arretramento della PSA, oltre al contrasto del brado, hanno contribuito indubbiamente le attività di controllo sugli allevamenti e sulla caccia, sia in termini quantitativi che qualitativi. Il miglioramento della situazione epidemiologica complessiva è infatti correlato a un miglioramento dell’attuazione delle attività da parte dei servizi veterinari (potenziati a giugno 2017 con il Gruppo di Intervento Veterinario e ora coordinati centralmente dall’Azienda Tutela della Salute, che ha competenza sull’intero territorio regionale) e dei cacciatori rispetto alle norme e al programma di eradicazione.
Altro elemento che ha contribuito notevolmente a ridurre la presenza della PSA riguarda la formazione e l’informazione di allevatori e cacciatori, promossa nei territori dall’UdP, sulle buone pratiche dell’allevamento regolare e sui numerosi vantaggi economici e occupazionali che, soprattutto nelle zone interne della Sardegna, si potrebbero avere una volta sconfitta la malattia.
In ultimo, un fattore esterno che potrebbe aver contribuito ai risultati illustrati oggi è quello legato alla lunga e calda stagione estiva del 2017, che avrebbe favorito l’inattivazione del virus nel ambiente, con il conseguente minor rischio di focolai nei domestici. La siccità e la mancanza quindi di cibo per molti mesi hanno causato una diminuzione della densità dei cinghiali, specie più giovani. L’inattivazione del virus nell’ambiente e la diminuzione della densità dei capi selvatici hanno probabilmente reso più difficile la circolazione del virus tra i cinghiali ed i maiali.

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«E’ stato un incontro molto utile che darà ulteriore impulso all’attività dei tavoli tecnici da tempo al lavoro sui problemi di Ottana e complessivamente della Sardegna centrale, problemi che tutto il Consiglio continuerà a seguire col massimo impegno.»

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau al termine dell’incontro dei capigruppo con una delegazione di amministratori del territorio di Ottana, al quale hanno partecipato il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, e l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras.

Nelle sue conclusioni, il presidente Francesco Pigliaru ha sottolineato che la scelta del governo regionale è stata quella di affrontare la crisi dell’area di Ottana puntando su «scommesse condivise con i territori, che sono più forti anche se a volte richiedono più tempo. I principali pilastri della nostra azione – ha proseguito – sono sviluppo dal basso, contrasto al disagio delle persone con gli interventi di sostegno del Rei nazionale e del Reis regionale, i nuovi strumenti del piano Lavoras a cominciare dai bonus occupazionali».

«Sul Nuorese abbiamo investito molte risorse – ha concluso il presidente della Regione – e riteniamo che l’area di Ottana, per il suo passato industriale che ancora esiste in qualche forma, abbia potenzialità da sfruttare e possa essere attrattiva per gli investitori, una soluzione che stiamo esplorando con Invitalia; anche quella di Alcoa sembrava una strada senza uscita eppure le cose sono cambiate».

L’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras ha invece fatto il punto sull’istanza di riconoscimento del sito di Ottana come area di crisi complessa, che la Regione sottopose al Governo dopo una nozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nel maggio dell’anno scorso. «Da allora – ha ricordato – abbiamo costruito un percorso di re-industralizzazione assieme alle amministrazioni locali, i sindacati e le organizzazioni datoriali che punta sulle infrastrutture materiali ed immateriali (la formazione) e lo sviluppo di alcune filiere come gomma, ambiente ed energia».

Ad esporre i gravi problemi di Ottana e del territorio il sindaco del centro del Nuorese Franco Saba, quello di Mamoiada Luciano Barone, il commissario straordinario della provincia di Nuoro Costantino Tidu ed il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana.

Franco Saba, in particolare, ha ricordato che alla base della scelta industriale della Sardegna centrale, trenta anni fa, c’era l’esigenza di combattere criminalità ed arretratezza ma oggi «c’è per molti aspetti lo stesso malessere di allora e dobbiamo disinnescarlo partendo dai giovani e da tanti disoccupati di 40 anni che non hanno più prospettive».

A nome dell’Anci, Emiliano Deiana ha sollecitato per il Nuorese una grande alleanza istituzionale, sul modello di quella messa in campo per il Sulcis, che sia in grado di attrarre investimenti e sviluppare formazione di qualità «senza lasciare nessun lavoratore da solo, a cominciare dagli ex Legler».

Aprendo la serie degli interventi dei capigruppo Pietro Cocco (Pd) ha valutato positivamente la concretezza del confronto su temi strategici per il Nuorese come il riconoscimento di area di crisi complessa accompagnato da un piano di riqualificazione. Assicurando che i capi gruppo lavoreranno per tenere alta l’attenzione della politica.

Daniele Cocco, di Art. 1 – Mdp, ha affermato che sulla vicenda di Ottana “andremo in fondo in fondo per ottenere risposte compiute anche da alcuni soggetti imprenditoriali che, usufruendo di fondi pubblici, devono mettere da parte certe rigidità.”

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha sostenuto che «lo sviluppo delle zone interne non passa solo per l’industrializzazione ma soprattutto per una programmazione inclusiva che comprenda tutti i territori della Sardegna».

Da Forza Italia, attraverso il vice capogruppo Alessandra Zedda, è arrivato un appello a concentrare l’attenzione su iniziative realizzabili come l’allargamento dell’accesso a Lavoras per i disoccupati del Nuorese e la formazione.

Per il Pds Gianfranco Congiu ha definito Ottana il simbolo della crisi profonda della Sardegna scandita da sprechi e promesse mancate, una crisi che va affrontata prima mettendo in sicurezza il tessuto sociale e poi accompagnando il territorio verso una prospettiva nuova.

Secondo il sardista Angelo Carta al passato di occasioni mancate che hanno rappresentato il fallimento dell’industria e della politica bisogna contrapporre un futuro di soluzioni pratiche e semplici a cominciare dal collegamento coste-interno.

Pier Franco Zanchetta (Cps), infine, ha messo l’accento sul riconoscimento di Ottana come area di crisi complessa, che a suo avviso costituisce un passaggio indispensabile per il rilancio della zona. Per l’immediato ha suggerito l’adozione di misure straordinarie, alcune delle quali sono all’interno del “pacchetto Lavoras”.

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Si è tenuta ieri pomeriggio, nella piazza di via Baracca, a Portoscuso, la cerimonia di premiazione degli alunni vincitori del concorso grafico “Una Portoscuso di diritti”, organizzato dall’Istituto Comprensivo Vittorio Angius di Portoscuso, in collaborazione con l’associazione Afoid Dirittiamoci ed il patrocinio dell’assessorato della Pubblica Istruzione e Servizi sociali del comune di Portoscuso. Nel corso della cerimonia, è stata intitolata la piazza e sono stati esposti tutti i disegni concorrenti nella piazza del Comune. Gli alunni hanno poi sfilato per le vie del paese.

Al termine della cerimonia (le fotografie allegate sono di Daniele Cherenti), cui hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Giorgio Alimonda, alcuni assessori e consiglieri comunali, abbiamo intervistato l’assessore della Pubblica Istruzione e dei Servizi sociali, Orietta Mura, e la professoressa Valentina Zini.

Questa sera, alle 18.00, la sala Alcoa della Biblioteca comunale, si svolgerà il Caffè Letterario, una riflessione sui diritti dei ragazzi, su bullismo e cyberbullismo. Interverranno Giorgio Alimonda, sindaco di Portoscuso; Antonio Stasolla, presidente dell’associazione Afoid Dirittiamoci; Ivano Manzato, scrittore, vicepresidente dell’associazione Afoid Dirittiamoci; Tatiana Danese, psicologa esperta in gestione dei conflitti; Orietta Mura, assessore della Pubblica istruzione e Servizi sociali; Pietro Ferraro, educatore professionale del SERD della ASSL di Carbonia; e, infine, Valentina Zini, moderatrice. Parteciperanno gli alunni dell’Istituto Comprensivo Vittorio Angius di Portoscuso.

Vediamo le interviste realizzate con Orietta Mura e Valentina Zini.

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Sviluppare soluzioni di regolazione intelligenti nei potabilizzatori. E’ l’obiettivo che Abbanoa intende raggiungere per migliorare i processi di potabilizzazione dell’acqua in Sardegna, a partire dall’efficientamento che riguarderà l’impianto di Simbirizzi, al servizio di Cagliari e dell’hinterland. E’ stato pubblicato in questi giorni l’avviso di pre-informativa al mercato che porterà a uno dei bandi di gara più innovativi del 2018, frutto della partecipazione di Abbanoa al bando regionale indetto da Sardegna Ricerche che ha visto il Gestore aggiudicatario del bando (il valore complessivo del progetto supera i 400mila euro, di cui 300mila relativi ai servizi di ricerca e sviluppo oggetto dell’appalto pre commerciale). Il progetto, ritenuto tra i più innovativi, è infatti co-finanziato dall’Agenzia regionale.

«In una regione povera di acqua potabile, l’85% della risorsa proviene da invasi artificiali e viene resa potabile attraverso 44 impianti di trattamento – è compito del Gestore, utilizzando le migliori tecnologie, attivare tutte le soluzioni che consentano efficienza ed una migliore qualità del servizio ai cittadini spiega l’Amministratore Unico Alessandro Ramazzotti. Il progetto che trasformerà il più grande impianto della Sardegna, Simbirizzi, in un potabilizzatore intelligente prevede una soluzione basata sulla gestione informatica e automatizzata di tutto il sistema di potabilizzazione. Le soluzioni individuate, una volta testate ed entrate a regime, potranno poi essere estese agli altri impianti.»

E’ il direttore generale Sandro Murtas a rappresentare tecnicamente l’azione e gli obiettivi che il Gestore intende raggiungere: «Abbanoa sta investendo nei modelli di automazione del processo di conduzione degli impianti mediante un sistema di regolazione automatica che, è questo il caso, minimizza l’intervento umano operativo e ripetitivo, il consumo energetico e l’utilizzo dei reagenti, garantendo le caratteristiche chimico/fisiche dell’acqua prodotta all’interno dei vincoli normativi attraverso tecnologie di intelligenza artificiale. La priorità di Abbanoa nel 2018 – aggiunge il direttore generale – è di indirizzare i propri investimenti verso soluzioni tecnologiche che garantiscano la disintermediazione nei processi e guidino lo sviluppo di competenze e mestieri nuovi».

La procedura in corso. Il primo step consiste in una consultazione preliminare attraverso un incontro pubblico in programma per il 7 maggio a cui potranno partecipare tutti gli operatori economici interessati (previa iscrizione all’evento). Nel dettaglio Abbanoa esegue una indagine conoscitiva del mercato prima di bandire un appalto precommerciale di ricerca applicata per la realizzazione di prototipi di “potabilizzatori intelligenti”.

Seguirà la gara vera e propria con l’obiettivo di individuare la migliore soluzione di efficientamento del processo.

Gli obiettivi della gara d’appalto. Attraverso la gara verranno aggiudicati più contratti di servizi di ricerca e sviluppo, che Abbanoa stipulerà con un certo numero di aggiudicatari, in parallelo, seguendo un approccio per fasi. Ciò consentirà di confrontare soluzioni alternative e concorrenti tra loro. Dopo ogni fase, verranno effettuate valutazioni intermedie, volte a selezionare gradualmente la migliore delle soluzioni concorrenti. I contraenti selezionati con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, stipuleranno un contratto specifico per la fase successiva. Gli obiettivi che Abbanoa intende raggiungere grazie a questo progetto innovativo e tecnologicamente avanzato sono principalmente tre:

  • Minor consumo energetico: il sistema deve ottimizzare il processo di potabilizzazione eseguendo regolazioni che tengano conto dei costi sostenuti anche in ragione delle differenti fasce orarie della tariffa dell’energia elettrica.
  • Minor consumo dei reagenti chimici: il sistema di regolazione deve ottimizzare l’utilizzo dei reagenti al fine di limitarne l’uso se non indispensabile per mantenere la qualità del prodotto all’interno dei range normativi.
  • Autonomia dell’impianto: Il sistema deve rendere il processo industriale il più possibile autonomo da interventi umani minimizzando il coinvolgimento degli addetti al presidio del processo e ottimizzando il lavoro delle risorse umane dedicate.

La soluzione dovrà essere basata sulla gestione informatica e automatizzata del processo di potabilizzazione. Tali soluzioni dovranno essere definite tramite l’uso di  algoritmi di machine learning di tipo lineare e non lineare. I misuratori, gli analizzatori e gli attuatori saranno collegati in rete e comunicheranno con il sistema di regolazione che sarà presente in campo. In ogni caso, per un’opportuna analisi dei dati, questi dovranno essere trasferiti ad un sistema in cloud per analisi con strumenti tipici della tecnologia Big Data.

La consultazione di mercato si svolgerà attraverso un evento pubblico programmato per lunedì 7 maggio (le iscrizioni dovranno pervenire entro il 30 di aprile).

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Dopo il grande successo degli anni precedenti ed in particolare dell’edizione 2017 che ha visto la partecipazione di un gran numero di corsisti, provenienti da tutta Europa, tornano gli attesi Seminari di Canto e Musica Popolare di Mare e Miniere con una imperdibile anteprima che si terrà dal 27 al 29 aprile 2018 ad Iglesias. E’ possibile iscriversi agli stage in programma all’indirizzo mareminiere@gmail.com .

Parallelamente ai corsi rivolti agli iscritti, la tre giorni prevede anche un ricco programma serale che si aprirà venerdì 27 aprile alle ore 21,00 alla Miniera Pozzo Sella con il doppio concerto dedicato alle musiche del Nord Italia. Dopo l’apertura affidata al Duo D’Altrocanto, composto da Elida Bellon e Giulia del Prete, seguirà il set in solo di Gigi Biolcati. Il percussionista piemontese presenterà il suo disco di debutto omonimo “Da Spunda”, un disco funambolico suonato esclusivamente da solo, accompagnando la propria voce con una pluralità di percussioni (includenti anche vassoi metallici, damigiane, giocattoli), sintetizzatori, kalimba, piano elettrico, chitarra classica, la “fast-foot” – cassetta di legno suonata a piedi nudi da lui creata – e una chitarra autocostruita con materiali di recupero, percossa da una bacchetta del ristorante cinese. Del tutto uniche le performances di “Body Percussion” e la trasformazione del ritmo del dialetto in una sorta di rap.

La Miniera Pozzo Sella farà da cornice anche alla serata di sabato 28 alle ore 21.00, con un focus sulla tradizione musicale calabrese che vedrà protagonisti il talentuoso polistrumentista Davide Ambrogio, e a seguire l’imperdibile set di Peppe Voltarelli, uno dei più emblematici esponenti della cultura e della canzone d’autore italiana, il quale proporrà i brani tratti dal suo ultimo album “Voltarelli Canta Profazio” che gli ha fruttato la Targa Tenco nel 2016 come miglior interprete. Sarà l’occasione per ascoltare brani come “La leggenda di Colapesce”, “Qui si campa d’aria”, “A lu mè paisi” e “Mafia e parrini”, tratti dal repertorio del conterraneo Otello Profazio, leggenda vivente della musica folk italiana.

Per la chiusura, domenica 29 aprile alle ore 19.00, la rassegna si sposterà al Teatro Electra dove andrà in scena “LUXÌA Contus de fèminas e maìa” con Elena Ledda (voce), Simonetta Soro (voce) e le musiche di Mauro Palmas (liuto cantabile e mandola) e Silvano Lobina (basso). La vita quotidiana, la fatica, gli affanni, la gioia, gli amori, la straordinarietà delle nostre donne. Intense figure femminili raccontate con indulgente ironia attraverso i racconti di Maria Gabriela Ledda. La narrazione, affidata a Elena Ledda e Simonetta Soro, dipinge, come in una tela, vicende e luoghi che catturano l’ascoltatore e lo avvolgono in una dimensione familiare, nella quale sono riconoscibili personaggi del passato e del presente, con la loro unica e universale bellezza. Il racconto sarà sapientemente accompagnato e arricchito dai musicisti in scena. Un lavoro scritto interamente in lingua sarda, che si propone ancora una volta di vincere la sfida della capacità della nostra lingua di essere altamente espressiva, nobile e poetica.

Le attività seminariali si terranno, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 18.00, presso l’Edificio ex Scuole Maschili che ospiterà gli stage di canto con Elena Ledda e Simonetta Soro, chitarra con Marcello Peghin e body-percussions tenuto dal percussionista Gigi Biolcati. Indirizzati tanto a cantanti e musicisti già formati, quanto a coloro che desiderano avvicinarsi per la prima volta al mondo della musica tradizionale, i corsi rappresentano una preziosa occasione per entrare in contatto con una visione colta della musica popolare, approfondendo i vari aspetti che caratterizzano le pratiche attuali degli strumenti, delle tecniche vocali tradizionali, partendo dall’apprendimento di brani e danze legate al repertorio della musica popolare. 

Sarà una tre giorni da non perdere, non solo per la preziosa offerta formativa che Mare e Miniere proporrà ai suoi stagisti, ma anche per il gustoso programma serale che promette di regalare momenti da ricordare.

Una ricchissima anteprima, insomma, che anticipa i Seminari di Musica, Canto e Danza Popolare che si terranno a Portoscuso dal 26 giugno 2018 al 1 luglio 2018 nella suggestiva cornice della Vecchia Tonnara Su Pranu. 

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L’American Motors Festival spegne i motori dopo due giorni di grande affluenza. Ad Alghero si è appena conclusa la manifestazione dedicata alle auto e moto d’oltre oceano, una edizione numero zero chiusa con grande soddisfazione da parte degli organizzatori. Un week-end intenso tra cruisin’, esposizioni, esibizioni e musica dal vivo tutto rigorosamente in stile a stelle e strisce. La risposta della città e dei turisti è stata enorme. Migliaia di persone hanno potuto ammirare circa 200 veicoli arrivati da tutta la Sardegna e dalla Penisola sia parcheggiati nella zona portuale che in giro per i quartieri popolari della città, hanno seguito gli show dei due stuntman sardi Giampaolo Sassu e Salvatore Vinci e i lanci di esibizione del dragster. A far da cornice gli stand collegati al mondo americano e la musica dal vivo con i concerti dei The Wookies, dei The Wheelers e di Dj Davide Merlini. All’interno dell’associazione LH Garage Car Club la felicità è tanta, insieme alla stanchezza, per un evento che è andato oltre ogni più rosea aspettativa e che ha svegliato l’animo di collezionisti in ogni centro dell’Isola tanto da riportare fuori dai garage auto storiche americane dopo decenni. Passione, esperienza nell’organizzazione di eventi motoristici, panorami mozzafiato sono state la basi e il valore aggiunto dell’American Motors Festival.
LH Garage Car Club, associazione organizzatrice dell’evento, ringrazia tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del Festival. In primis l’ACI Sassari, Marco Pala in particolare, che con il proprio sostegno ed esperienza ha svolto un ruolo fondamentale, il comune di Alghero e la Fondazione Alghero per il patrocinio, l’arch. Nunzio Camerada, il dott. Antonio Rubattu, l’ing. Luca Curreli, e il P.I. Gianluca Pittalis per tutto il supporto tecnico, progettazione, direzione dei lavori e coorganizzazione dell’evento, e Allestire Show che ha curato in modo impeccabile tutti gli allestimenti logistici.

I piloti e appassionati che sono arrivati dallo Stivale, tutta la crew dell’American Motors Pavia organizzatrice del più importante evento italiano di drag racig, Roberto Cotugno e Manuela Mancin fondatori di Neuro Tv la prima web tv dedicata al mondo custom, Lorenzo Dossena in arte Dox Design uno dei più importanti customizzatori del mondo, Fabrizio Richiardi pilota e proprietario del dragster utilizzato per l’esibizione. A proposito di esibizione i due grandi stuntman sardi Salvatore Vinci e Giampaolo Sassu, ancora il club Sirbones per il servizio d’ordine, tutti gli amanti e collezionisti sardi che hanno sfidato le difficoltà dei collegamenti interni della Sardegna per essere presenti con i loro mezzi, le band e il dj che si sono esibiti.
Ma il ringraziamento più grande da parte dello staff dell’American Motors Festival 2018 va a tutte e tutti coloro che hanno affollato l’evento nei due giorni, con la promessa di rivedersi alla prossima edizione.

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«Oggi la Regione ha a disposizione importanti risorse finanziarie che permettono un’adeguata manutenzione ed adeguamento strutturale delle principali opere del sistema idrico multisettoriale della Sardegna.»

Lo ha detto questa mattina l’assessore dei Lavori Pubblici, Edoardo Balzarini, riferendo in Aula consiliare in merito a una mozione sul tema Sistema Idrico Multisettoriale della Regione Sardegna. «Si tratta di una novità che non si è mai verificata dal secondo dopoguerra», ha precisato, ricordando i 50 milioni di euro previsti con il Patto per la Sardegna a cui si sono aggiunti 65 milioni di euro di finanziamento statale, per complessivi 115 milioni di euro; finanziamenti che permettono all’Ente Acque Sardegna, principalmente, di intervenire in 28 “grandi dighe” sottoposte alle verifiche di sicurezza del Servizio Nazionale Dighe. Tra queste anche la diga Cantoniera, con un finanziamento di 10 milioni di euro destinato alle verifiche statiche finalizzate a portare la capacità di invaso dagli attuali 364 milioni di metri cubi di acqua al limite massimo autorizzabile di 700 milioni circa. Attività analoghe si prevedono in altre dighe, come quella di Monte Lerno di Pattada che ha una potenzialità di 72 milioni di metri cubi ora limitata a 34. Edoardo Balzarini ha ricordato anche gli interventi per l’interconnessione tra bacini, come quello per il completamento del collegamento tra Tirso, Flumendosa e le aree del Sulcis: «Il quarto lotto dell’interconnessione, finanziato con 60 milioni di euro, per il quale Enas sta curando l’appalto per la progettazione».

Per l’assessore dei Lavori pubblici, il tema dell’acqua rappresenta l’asse portante della sopravvivenza e dello sviluppo economico dell’isola. A differenza di altre regioni di Italia la Sardegna, in quanto isola, ha un sistema di scambi idrici chiuso e utilizza per circa l’80% acque superficiali invasate. «Il sistema multisettoriale varato nel 2006 ha proprio l’obiettivo di garantire una gestione unitaria e solidaristica della risorsa idrica tra le diverse aree dell’isola e per i diversi usi, con priorità per gli usi civili. Non a caso accanto al gestore unico, Enas, che ha la responsabilità diretta delle infrastrutture, c’è la Regione che ha mantenuto la titolarità delle concessioni».

Edoardo Balzarini ha poi ricordato che «l’approvvigionamento idrico in Sardegna oggi è garantito da 40 dighe, principalmente “grandi dighe”, per alcune delle quali sono state affrontate le problematiche di collaudo e di verifica dei parametri di sicurezza. Proprio per garantire la sicurezza, in alcuni casi, le capacità di invaso possono essere limitate, e i collaudi avvengano per successivi livelli di innalzamento idrico che sappiamo essere limitati per la ridotta piovosità».

L’assessore ha precisato che i dati più aggiornati registrano una capacità di accumulo potenziale complessiva in Sardegna pari a circa 1 miliardo e 750 mila metri cubi d’acqua. A oggi risultano presenti circa 1.290 milioni di metri cubi, ossia il 73 per cento della capacità di invaso delle dighe sarde. «A fronte di un fabbisogno complessivo teorico di 700 milioni di metri cubi annui (di cui 450 per l’irriguo, 230 per il potabile e 20 per l’industriale) – ha detto Edoardo Balzarini – ci troviamo nella necessità non soltanto di programmare e realizzare opere per adeguare e potenziare gli invasi, ma anche di esercitare una capacità di gestione della risorsa idrica che sia quanto mai equilibrata e oculata, tenendo conto delle esigenze di un approvvigionamento primario idropotabile ma anche del mondo agricolo che rappresenta una componente importantissima dell’economia dell’Isola ed, inoltre, della regolazione pluriennale delle risorse idriche invasate».

«Per questo è stato attivato già da anni un sistema di monitoraggio presso la Direzione generale del Distretto idrografico e, sempre per questo, l’Autorità di bacino si riunisce periodicamente per monitorare i dati e lo fa sulla base dei tavoli tecnici attivati principalmente con gli utilizzatori del sistema idrico integrato e del mondo agricolo. Il Governo regionale – ha concluso Edoardo Balzarini – opera consapevolmente nella gestione delle risorse idriche disponibili e ha dimostrato di non essere insensibile a porre rimedio a questioni che si trascinano da tempo come quella della non adeguata manutenzione e adeguamento strutturale delle proprie dighe.» 

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Il Consiglio comunale di Sant’Antioco è stato convocato in seduta straordinaria, prima convocazione, per domani, mercoledì 11 aprile, con inizio dei lavori alle 19.00 e termine entro le 22.00, presso la Sala consiliare, per la trattazione del seguente ordine del giorno:

  • Interrogazione presentata dai gruppi consiliari “Genti Noa”, “Sant’Antioco Attiva”, “Insieme per Sant’Antioco” su: “Operazioni di imbarco armi destinate alla guerra nel porto di Sant’Antioco”;
  • Mozione presentata dal gruppo “Genti Noa” su: “Demanio marittimo – integrazione zone PIP”;
  • Mozione presentata dal gruppo “Genti Noa” su: “Interventi di messa in sicurezza e decoro urbano Piazza Alcide De Gasperi (Praccia’e Cresia)“;
  • Mozione presentata dai gruppi consiliari “Genti Noa”, “Sant’Antioco Attiva”, “Insieme per Sant’Antioco” su: “nomina componenti del Consiglio comunale nel Consiglio di Amministrazione della Pro Loco”.
  • Concessione civiche benemerenze. 

Si tratta del recupero della seduta saltata il 27 marzo per la mancanza del numero legale, convocata su richiesta dei consiglieri dei gruppi di minoranza, e disertata dagli stessi in segno di protesta, in aperta contestazione per l’orario di convocazione, le 12.30.

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Importante passo avanti nel percorso che porterà al trasferimento definitivo dei siti minerari di interesse turistico ai Comuni in cui sono situati. L’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, nei giorni scorsi ha fatto il punto con i Sindaci che hanno fatto richiesta di acquisizione, ricordando che importanti siti minerari sono già stati messi a disposizione e utilizzati in chiave turistica. Per passare dalla situazione provvisoria attuale ad una definitiva, nella quale sia stabilito cosa competa ad ognuno degli enti coinvolti, l’iter, ferma restando la centralità del Parco stabilita con delibera di Giunta nel 2014, prevede l’approvazione del Piano di gestione presentato dal Parco Geominerario, aggiornato dopo il confronto con Igea ed il via libera del Comitato tecnico-scientifico dell’ente.
«Al Parco Geominerario – ha precisato l’assessore Maria Grazia Piras -, è stata affidata dalla Giunta la gestione unitaria dei siti minerari, mentre Igea avrà la manutenzione e messa in sicurezza. Non appena il Comitato scientifico si pronuncerà, il Piano di gestione sarà approvato dalla Giunta e il percorso a cui si è lavorato in questi anni potrà dirsi definitivamente concluso.»
Contemporaneamente, secondo quanto spiegato dall’assessore dell’Industria ai Sindaci, è stato avviato l’iter che riguarda i Cammini nell’area del Parco Geominerario: Igea ha ultimato l’analisi dei percorsi e ne ha condiviso l’esito con il Parco. Anche in questo caso, sarà l’ente a predisporre il Piano gestionale, con le attività da mettere in campo in chiave turistica e i soggetti coinvolti.

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«Ancora criticità all’interno della Casa Circondariale di Bancali; questa volta, almeno, senza danni alle persone.»

A dichiararlo è il segretario generale Aggiunto dell’OSAPP, Domenico Nicotra, che rende nota la circostanza che il primo attore di questi eventi critici è sempre lo stesso detenuto alta sicurezza che questa volta ha “solamente” procurato danni alla stanza detentiva, che pare non sia di suo gradimento.

«È impossibile – conclude il sindacalista dell’OSAPP -, che ancora oggi si debba assistere ad episodi del genere e che fortunatamente questa volta non ha avuto ulteriore ripercussioni grazie all’importante operato dei Poliziotti Penitenziari.»