28 December, 2025

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Si tratta di una legge importante che rafforza il rapporto e la comunicazione con il paziente, il medico e l’equipe sanitaria e disciplina in modo compiuto il consenso informato riconoscendo al paziente il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informato in modo completo e aggiornato riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati ed anche riguardo alle possibili alternative ed alle conseguenze dell’eventuale rifiuto del trattamento sanitario.

Viene altresì garantita un’appropriate terapia del dolore e l’erogazione delle cure palliative di cui alla legge 15/3/2010 n. 38 e vengono regolamentate le disposizioni anticipate di trattamento (DAT) in caso di una futura incapacità di autodeterminazione del paziente.

Argomento attualissimo, proprio i giorni scorsi la stampa locale ha riportato la notizia della richiesta di un paziente che in ASSL Carbonia avrebbe chiesto la sospensione dei trattamenti ai quali era sottoposto.

La legge sulle direttive anticipate di trattamento parte da premesse già esistenti: gli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e gli articoli 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali, ovvero l’affermazione del diritto di autodeterminazione e del consenso come condizione necessaria per qualsiasi trattamento sanitario. Il consenso riguarda un tempo futuro, qualche minuto o qualche ora, le DAT interessano un tempo più lungo e indicazioni che prevedono condizioni possibili o probabili.

Il tema verrà dibattuto sabato 27 gennaio, dalle ore 9.00, presso la sede dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche, a Musei, in via Fermi 17, da professionisti sanitari nell’interesse degli stessi e dei cittadini quando non saranno coscienti, quando avranno perso alcune capacità cognitive, quando condizioni cliniche saranno per loro intollerabili, quando un trauma o una patologia comprometterà la loro salute irrimediabilmente. 

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Dopo più di 2 anni, è ormai imminente la riapertura del parcheggio multipiano di via Verona, che era stato chiuso nell’ottobre 2015 a seguito di un incendio divampato al suo interno. 

Nelle scorse settimane sono stati ultimati i lavori di messa in sicurezza e di agibilità dell’intera struttura e, nella giornata di ieri, si è aggiunto l’ultimo tassello mancante, ovvero il sopralluogo dei vigili del fuoco, il quale ha dato esito positivo.

«La struttura verrà finalmente restituita alla città con benefici sia per i cittadini che per le attività commerciali», ha affermato il sindaco Paola Massidda.

Soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore alle Manutenzioni Gian Luca Lai: «Grazie alla riapertura del parcheggio multipiano di via Verona si amplia il numero di aree di sosta presenti in città. Sono 130 i parcheggi disponibili all’interno della struttura, situata in una zona nevralgica di Carbonia, nel cuore del centro cittadino, con ingresso in via Verona e possibilità di uscita – tramite attraversamento pedonale – nella via Gramsci. La riapertura del multipiano consentirà un agevole afflusso dei clienti verso le attività commerciali presenti nella zona. Questo intervento rientra nell’ambito del piano di riqualificazione del centro storico che abbiamo programmato nella nostra agenda politica, basti pensare alla nuova viabilità e segnaletica stradale in via Manno. Una serie di lavori tesi a favorire una migliore vivibilità e un maggiore sviluppo economico dell’intero centro storico cittadino».

La gestione delle aree di sosta a pagamento del parcheggio multipiano sarà a carico della società concessionaria del servizio, la Traffic Srl, la quale, in base al capitolato d’appalto, dovrà adempiere diverse attività: la manutenzione ordinaria del parcheggio; l’installazione di sistemi di videosorveglianza; la sistemazione dell’apposita segnaletica orizzontale e verticale.

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convegno risorse idriche

Climatologi e studiosi agroambientali delle Università sarde, responsabili dei Consorzi di bonifica, tecnici ed esperti della Regione e delle sue Agenzie, portatori di interesse, cittadini e amministratori locali si sono ritrovati ieri pomeriggio alla tavola rotonda organizzata nel compendio dell’Agenzia Agris di Tanca Regia (Abbasanta). A fare gli onori di casa sull’appuntamento dal titolo “Acqua e siccità, gestione e governo della risorsa idrica”, gli assessori dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, e dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini. Cambiamenti climatici, desertificazione, agricoltura di precisione e uso oculato dell’acqua, risparmio idrico e recupero dei reflui, costi e qualità della risorsa, perdita delle condotte e desalinizzazione delle acque marine, sono stati i maggiori temi attorno a cui si è sviluppato l’appuntamento. Nel corso del dibattito finale ha preso la parola, tra gli altri, il presidente della commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto.
«L’incontro nasce alla luce delle criticità emerse nel 2017 sul versante della siccità che ha investito tutta la Sardegna, ma anche per quello che si potrebbe affrontare nei prossimi mesi qualora non si dovessero avere precipitazioni rilevanti, che possano invertire un trend di piogge negativo – ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. Non dobbiamo perdere neanche un secondo. La risorsa destinata agli usi civili, agricoli e industriali va governata. Dobbiamo quindi capire quanta acqua abbiamo a disposizione e in che quantità è presente sui territori. Sulla base di queste informazioni si possono stilare le priorità di intervento. Ragionare quindi su due livelli: uno di breve periodo e uno di più ampio respiro. Si possono riutilizzare sempre di più i reflui per la campagna irrigua? Lo scorso anno abbiamo già finanziato interventi del genere, all’interno del piano da 30milioni di fondi FSC stanziato dal nostro Assessorato verso i Consorzi di bonifica. È tuttavia necessario ragionare con i tecnici, così da valutare se siano percorribili altri strumenti come quelli dei desalinizzatori. Oggi – ha concluso l’assessore Pierluigi Caria – abbiamo raccolto tante proposte e idee innovative. È vero siamo in una situazione di difficoltà, ma questo ci deve stimolare a trovare le soluzioni giuste per evitare momenti di criticità che condizionano il buon uso di una risorsa che va tutelata e gestita in modo responsabile.» 
«Di fronte alle criticità che stanno emergendo sul fronte dell’approvvigionamento idrico – ha dichiarato l’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini – dobbiamo lavorare in un’ottica di sistema. Si tratta di una questione che riguarda tutta la Regione intesa nel doppio significato geografico e politico. È molto importante in questa direzione il lavoro che sta svolgendo la Cabina di regia sull’emergenza idrica, struttura tecnica istituita con deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino nel gennaio 2016 ed incaricata dei compiti di monitoraggio, verifica dei fabbisogni, con il coinvolgimento dei soggetti attuatori, e di proposta, al comitato istituzionale degli interventi per contrastare l’emergenza». Edoardo Balzarini ha ricordato che «l’attività di programmazione dell’uso corretto e sostenibile delle risorse idriche è in capo all’Autorità di Bacino regionale, presieduta dal presidente della Regione, di cui fa parete l’assessore dei Lavori pubblici, dell’Agricoltura, dell’Ambiente e dell’Industria oltre ai rappresentanti degli Enti locali. L’azione costante della Giunta Pigliaru per fronteggiare la crisi idrica si è poi dispiegata in azioni finanziarie concrete quali, ad esempio, lo stanziamento di 50 milioni del Patto per la Sardegna, destinati al miglioramento della capacità di invaso dei bacini e alla loro messa in sicurezza. Altre preziose risorse poi vengono stanziate in base al Mutuo infrastrutture e al Piano nazionale invasi.»
Sul tema delle infrastrutture è intervenuto anche l’amministratore unico di Enas Giovanni Sistu che ha ribadito l’importanza degli interventi per rafforzare il sistema di intrerconnessione tra le dighe esistenti.
Alberto Piras, direttore dell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna, ha chiarito che l’attuale quadro dei bacini richiede massima attenzione e un’accurata riflessione su un uso corretto della risorsa idrica. Giuseppe Bianco, responsabile del Dipartimento Meteoclimatico dell’Arpas, ha spiegato che «siamo davanti a un fenomeno siccitoso molto grave con una riduzione media della piovosità del 20-30% con punte in certi casi del 50%». 
Sulle buone pratiche dell’uso dell’acqua in agricoltura ha fatto un passaggio anche il direttore generale di Agris Sardegna, Roberto Zurru, «Esistono spazi enormi per aumentare l’efficienza dell’uso dell’acqua irrigua in termini di consumo per kg di prodotto coltivato e per il miglioramento della qualità dei frutti. Questo vuol dire che dobbiamo lavorare ancora tanto sulle tecniche agricole avanzate, che vanno trasmesse sempre di più agli imprenditori delle campagne.»
Al termine dei lavori il presidente dell’ANBI Sardegna, Gavino Zirattu, ha chiesto che venga istituito un tavolo permanente per affrontare il tema della crisi idrica e per ridurre il costo dell’acqua a carico degli imprenditori agricoli.
Disponibilità degli invasi. Secondo i dati elaborati dal Distretto idrografico della Sardegna e tenendo conto che gennaio è storicamente il mese con la minor capacità di raccolta degli invasi, oggi nelle dighe dell’Isola ci sono 798 milioni di metri cubi d’acqua. Il picco in positivo degli ultimi 18 anni si era registrato nel 2010 con un miliardo e 693 milioni di metri cubi. I punti più bassi invece nel 2001 e nel 2002 con 370 e 390 milioni di metri cubi. Le situazioni maggiormente critiche vengono segnalate nel settore nord-occidentale (Alto Temo, Cuga, Bidighinzu, Surigheddu) con 17 milioni metri cubi d’acqua (erano 32 milioni nello stesso periodo del 2017); nell’Alto Coghinas (Sos Canales-Monte Lerno) sono invasati 11 milioni contro i 31 dello stesso periodo dello scorso anno e nell’Alto Cixerri sono 990mila rispetto ai 4,2 milioni di 12 mesi fa. Situazione difficile anche nel Basso Sulcis, dove la disponibilità idrica è passata dai 20,7 milioni di metri cubi ai 10,6 milioni.

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Ieri mattina, presso il Comando Militare Esercito Sardegna, l’ultramaratoneta Roberto Zanda ha presentato la sua prossima impresa, la “YUKON ARCTIC ULTRA 2018”, una sfida estrema che impegnerà l’atleta sardo in un ambiente caratterizzato da soverchie difficoltà ambientali, inconsuete per le latitudini isolane.

Dopo il saluto del Generale di Divisione Giovanni Domenico Pintus, Comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, è stato presentato il trailer documentariol’Uomo del caldo sfida il freddo, realizzato dal Team “I documentari sulle strade dell’Avventura” per raccontare l’ardua preparazione e l’allenamento seguito per poter affrontare con successo i 480 chilometri di un percorso che si sviluppa in Canada e Alaska con temperature che raggiungono anche i -50 gradi Celsius.

Roberto Zanda nell’intrattenersi con gli organi d’informazione, ha illustrato la sua nuova avventura e l’equipaggiamento tecnico che impiegherà nell’ambito della spedizione in Canada.

 

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L’incontro ristretto tra le organizzazioni sindacali nazionali e la Sider Alloys, la società che dovrebbe rilevare lo stabilimento ex Alcoa di Portovesme, fissato per la giornata di lunedì 29 gennaio, è stato rinviato. La nuova data non è stata ancora fissata. L’incontro è molto atteso per conoscere il piano industriale dell’azienda e quindi per un confronto sul numero dei dipendenti che dovrebbero far parte del progetto di rilancio produttivo. Questo confronto avrebbe dovuto avere inizio nell’incontro tenutosi lo scorso 11 gennaio ma lo stesso è stato tanto breve quanto interlocutorio. La prossima data certa già fissata è quella del 15 febbraio, quando secondo il cronoprogramma annunciato in occasione della visita del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda a Portovesme, dovrebbe essere ufficializzata l’acquisizione dello stabilimento da parte della Sider Alloys ma, al momento, contrariamente a quanto annunciato nella stessa occasione alla presenza del ministro, non è stata ancora ufficializzata l’acquisizione transitoria dello stabilimento da parte di Invitalia.

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E’ prevista per domani una giornata di mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori Eurallumina con manifestazione davanti all’assessorato regionale dell’Ambiente.

La RSU Eurallumina in una nota ribadisce la ormai non più procrastinabile definizione in termini positivi dell’interminabile iter, considerando ampiamente dettagliato e garantito il pieno rispetto delle rigorose normative sui temi ambientali e sanitari.

La RSU Eurallumina, nel proseguimento dello stato di mobilitazione permanente ha annunciato l’innalzamento del livello delle iniziative tese al raggiungimento di tale obiettivo, se in tempi celeri non si arrivasse alla chiusura del verbale da sottoporre a delibera regionale per la V.I.A. e la successiva A.I.A. di competenza della provincia del Sud Sardegna.

La mobilitazione generale nella giornata di domani, giovedì 25 gennaio 2018, prevede la sospensione di tutte le attività operative all’interno dello stabilimento (escluse sicurezza, emergenze ed impianto TARI), e la manifestazione ed il presidio davanti all’assessorato regionale dell’Ambiente, in via Roma a Cagliari, a partire dalle ore 8,30.

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Migliaia di giovani alla ricerca di un lavoro e studenti provenienti dalle scuole di tutta la Sardegna hanno varcato questa mattina i cancelli del Sardinian Job Day 2018, alla Fiera di Cagliari, per incontrare le aziende partecipanti e sostenere i circa tremila colloqui previsti nella giornata di oggi, la prima delle due in programma. L’iniziativa, dedicata alle politiche attive per il lavoro e firmata dalla Regione Sardegna con l’organizzazione dell’Aspal (Agenzia sarda per le Politiche attive del Lavoro), è stata inaugurata questa mattina dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti.
Insieme a loro, nella visita agli stand, l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ed il direttore generale dell’Aspal, Massimo Temussi.
La mattinata è proseguita con il convegno “Le riforme del lavoro e gli effetti sulla Sardegna. Come stabilizzare la crescita occupazionale”, che dopo i saluti del sindaco Zedda e l’introduzione di Massimo Temussi, ha ospitato gli interventi del presidente Francesco Pigliaru, del ministro Giuliano Poletti e del presidente dell’Anpal (Agenzia nazionale per le Politiche attive del Lavoro) Maurizio Dal Conte.
Prima di recarsi in Fiera, il ministro Giuliano Poletti è stato accolto a Villa Devoto dal presidente Francesco Pigliaru. 

Nel pomeriggio spazio alle testimonianze di personaggi del mondo dell’impresa e del lavoro, Flavio Manzoni, direttore del Design Ferrari, e Alberto Onetti, fondatore e CEO di Mind The Bridge, che raccontano, introdotti e intervistati da Giuseppe Deiana (L’Unione Sarda), le sfide affrontate e le competenze trasversali acquisite.
Al Sardinian Job Day partecipano anche 11 servizi per l’impiego pubblici di 9 paesi europei (Germania, Spagna, Francia, Belgio, Polonia, Slovenia, Portogallo, Romania, Finlandia), a conferma della propensione sempre maggiore dell’Aspal a stringere collaborazioni con le best practice a livello internazionale. La manifestazione è stata anche l’occasione per la firma di un protocollo di intesa tra il direttore generale dell’Aspal Massimo Temussi ed il responsabile del Wup, l’ufficio regionale per il lavoro di Cracovia, in Polonia, per attività di collaborazione e scambio di metodologie e prassi per migliorare i servizi offerti in entrambi i Paesi.

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Si è svolta questa mattina, nella sede dell’assessorato della Pubblica Istruzione, la conferenza stampa di presentazione della delibera che modifica i parametri per l’accesso ai contributi per lo spettacolo dal vivo. L’assessore Dessena, insieme ai rappresentanti degli organismi di spettacolo, ha illustrato le variazioni più rilevanti ai criteri che regolano i finanziamenti al mondo del teatro, della musica e della danza. Su proposta di delibera dell’assessore della Cultura Giuseppe Dessena, infatti, la Giunta ha approvato le modifiche, ammodernando e adattando l’applicazione dell’articolo 56 della legge regionale 22/90.
«È una grande soddisfazione essere riusciti a modificare una delibera che permaneva da tanti anni, causando un diffuso e generale scontento del comparto – ha detto Dessena -. Sui criteri vigenti ci sono stati problemi ogni anno e richieste continue di modifiche da parte degli operatori dello spettacolo dal vivo. Si è giunti finalmente a un primo risultato condiviso, che soddisfa meglio le attuali esigenze, attraverso modalità delle quali siamo particolarmente convinti e orgogliosi, ovvero con un tavolo inclusivo e partecipato insieme a tutti i rappresentanti del settore. Con gli organismi ci si è più volte riuniti e si è discusso ogni dettaglio, facendo riferimento all’evoluzione del quadro normativo in materia. Ma più che alla composizione delle strutture abbiamo concordato di dare priorità alla valutazione dei progetti. Questo è solo un primo passo: da qui a breve riuniremo di nuovo il tavolo per parlare del disegno di legge.»
Il percorso di ascolto intrapreso in questi mesi tra l’Assessorato ed i rappresentanti delle organizzazioni dei settori ha portato a diverse modifiche dei criteri. Tra queste, l’introduzione di nuove tipologie di soggetti ammissibili, i requisiti di accesso al contributo regionale e alle premialità, e alcuni aspetti concernenti la rendicontazione. «Al bando potranno accedere, per esempio, le compagnie che abbiano tre anni di attività invece che cinque – ha precisato l’assessore Dessena – e potranno inoltre partecipare le aggregazioni Ats e Ati (associazioni temporanee di scopo e impresa) che precedentemente non erano previste. Incentiviamo questa buona pratica dell’aggregazione con premialità significative. Il punteggio è stato sostanzialmente ricalibrato: dalla struttura, ovvero dalla capacità occupazionale e di gestione dei teatri, la valutazione si sposta agli elementi relativi a produzione, diffusione e organizzazione degli spettacoli, dunque alla qualità». 
I nuovi criteri. Al bando potranno accedere le compagnie che abbiano tre anni di attività invece che cinque, come precedentemente previsto. Tra i soggetti ammissibili sono inoltre previste le aggregazioni, ovvero Ati e Ats (associazioni temporanee di impresa/scopo).
E’ stata inserita la distinzione tra rassegne e festival, con riferimento alla durata temporale: la rassegna deve contenere almeno 15 spettacoli con titoli diversi, in un unico cartellone, che sia la sintesi di un progetto culturale coerente.
Il calcolo del contributo avverrà sulla base media contributiva del triennio precedente e non più del quadriennio. E’ stata inoltre stabilita la differenziazione tra gli organismi di nuovo inserimento e quelli già inseriti nella programmazione. Gli organismi di nuovo inserimento non accedono ai contributi premiali.
E’ stato abbassato il punteggio minimo per l’accesso alla premialità, che passa dai precedenti 30 agli attuali 25 punti, nelle schede di valutazione. Per le compagnie di produzione che hanno sede legale e svolgono l’80% della attività spettacolistica nelle province di Nuoro, Sud Sardegna, Oristano, (o ex province) di Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra ed Oristano, il contributo regionale può rappresentare fino al 70% delle spese sostenute: gli organizzatori di rassegne e festival devono svolgersi nei territori disagiati.

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Torna in scena per una serata speciale organizzata dall’associazione Codice Segreto lo spettacolo di Lucidosottile “Cinquetto tirato a lucido: il concerto che sconcerta”. Appuntamento sabato 27 gennaio all’Auditorium Comunale di piazzetta Dettori a Cagliari con inizio alle ore 20.45, per un appuntamento il cui ricavato servirà a sostenere il progetto di “Vita Autonoma”, iniziato nel lo scorso anno per i giovani dell’associazione che si occupa di organizzare attività per l’integrazione di persone con differenti abilità. Ingresso 12 euro, prevendita presso il Centro Sociale Exmè in via Sanna (angolo via Santa Maria Goretti) a Pirri mercoledì e giovedì dalle 9.00 alle 13.00 e venerdì dalle 9.00 alle 17.00, info alla mail info@codicesegreto.net.

Scritto da Tiziana Troja e Maurizio Temporin e diretto da Tiziana Troja, “Cinquetto tirato a lucido: il concerto che sconcerta” è uno spettacolo scoppiettante con gag e colpi di scena che vede protagonista il gruppo Cinquetto, composto da Carla “Dottoredda” Caredda, Federico “Federique” Melis, Stefano “Oni” Onano, Daniela “La Riccia” Pibiri e Alessandro “Panda” Ragatzu. “Cinquetto tirato a lucido” è così un viaggio musicale tra swing, pop, rock, gospel, soul e classico, un concerto continuamente interrotto da incidenti, gag, baruffe fra i protagonisti che, brano dopo brano, scopriranno i loro caratteri, i loro vizi, le loro manie, le idiosincrasie attraverso dialoghi ironici e dissacranti. Un mescolarsi di voci e pianoforte, melodie e cori, con un ensemble che già con il nome esprime il suo carattere carico di brio e leggerezza.

L’associazione Codice Segreto è un’associazione di promozione sociale che si occupa di organizzare attività per l’integrazione delle differenti abilità. L’obiettivo è creare opportunità di socializzazione e di stimolo per l’autonomia individuale, opportunità di incontro, confronto, crescita, sostegno e divertimento.

Il progetto di Vita Autonoma, iniziato lo scorso anno, prevede un incontro settimanale e dei pernottamenti fuori casa durante il week end per aver modo di toccare con mano quali sono le dinamiche reali della vita autonoma e sperimentare e rafforzare le abilità apprese. Il progetto nasce dalla necessità di preparare i giovani dell’associazione ad una vita indipendente, lontana dalle proprie famiglie, in un contesto abitativo che consenta di sentirsi veramente uomini e donne adulte e vuole essere una palestra di autonomia in grado di aiutare i giovani a rafforzare le competenze già acquisite nel corso degli anni e svilupparne di nuove che li aiutino nella vita quotidiana, garantendo un miglioramento alla qualità della loro vita e a quella della loro famiglia.

All’interno del percorso sono previste delle trasferte per i giovani atleti che svolgono attività sportiva coordinata dalla Polisportiva Popolare Exmè. I giovani, infatti, si stanno allenando per la loro partecipazione ai Giochi Nazionali Estivi Special Olympics che si svolgeranno a Montecatini dal 4 al 10 giugno prossimi, un’ulteriore palestra per lo sviluppo delle autonomie individuali.

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Una nuova piattaforma per l’emergenza lavoro e per lo sviluppo non è un elenco di richieste e di proposte ma è prima di tutto la condivisione di scelte sulle quali promuovere e sostenere la partecipazione e la mobilitazione della nostra gente insieme alle istituzioni, alle forze politiche e sociali, economiche, culturali.

Nel mio intervento nel numero 311 del periodico “La Provincia del Sulcis Iglesiente” del 29 dicembre scorso, ho concluso ricordando la grande marcia per lo sviluppo che nell’autunno del 1992 ha raggiunto a piedi tutti i comuni del nostro territorio, ha portato la marcia a piedi a Cagliari il 30 ottobre con la più grande manifestazione popolare che si ricordi e ha quindi raggiunto Roma a piedi da Civitavecchia dove siamo sbarcati la mattina del 5 dicembre e quindi entrati a Roma nella tarda serata del giorno dell’Immacolata. La mattina seguente la marcia ha raggiunto il Vaticano per l’udienza col Papa Giovanni Paolo II che ci ha incoraggiato ad andare avanti “per il lavoro si fa questo e altro”.

40 marciatori, consapevoli di essere rappresentanti non solo delle realtà lavorative da cui provenivano ma anche dell’intero Sulcis Iglesiente che, a sua volta, si sentiva pienamente rappresentato da loro.

Non ci sono alternative possibili per affrontare la gravissima situazione del territorio. Nell’intervento del numero scorso ho richiamato il decreto per il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa. Ora invito tutti a leggere il dossier sull’area di crisi del Sulcis Iglesiente, predisposto dalla Regione Sardegna nel 2016 per la richiesta al Governo del riconoscimento di area di crisi e vi invito a rileggere i dati che sono stati pubblicati sempre nel numero scorso come riportati dal dott. Franco Manca nel convegno della Cisl del 7 dicembre 2017. Dati che si possono così sintetizzare nel confronto tra il 2008 e il 2016: le persone in cerca di lavoro nel 2008 erano 5.000 mentre nel 2016 erano raddoppiate cioè 10.000; il tasso di disoccupazione è passato dal 10% al 20,6% e quello giovanile dal 42,9% al 59,8%, mentre il tasso di occupazione scende dal 50,4% al 43,8%.

L’esigenza di costruire una nuova piattaforma non può essere ignorata e ciò significa fare delle scelte in grado di affrontare insieme l’emergenza lavoro e le prospettive di nuovo sviluppo.

Sicuramente dalle scelte che saremo capaci di fare, se saremo capaci di farle, dipende la possibilità di costruire consenso, condivisione, partecipazione e solo in questo modo  la marcia può ripartire.

Dal coordinamento dei Riformatori Sardi è partita una richiesta in questa direzione per l’apertura del confronto con tutte le istanze rappresentative del territorio. Ce la metteremo tutta per alimentare la speranza.

Abbiamo l’urgenza di mettere a frutto le nostre possibilità e possiamo farlo facendo le scelte giuste per una piattaforma che per i Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente  dovrà fondarsi su quattro piani tra loro coordinati e in grado di dare risposte all’emergenza lavoro e alle scelte per le prospettive di sviluppo, fermo restando che dobbiamo difendere le nostre industrie:

  • Piano Sulcis, che dovrà essere oggetto di un profondo aggiornamento su scelte condivise nel territorio per le quali spendere le risorse finanziarie ora non spese, non spendibili e quelle da rimodulare;
  • Piano di lavori pubblici e privati incentivati, adeguato allo stato di emergenza, basato sulla certezza dei finanziamenti e dei tempi e sulle scelte del territorio in grado di dare lavoro alle imprese locali e alla manodopera locale per l’infrastrutturazione urbana e territoriale come base per le nuove prospettive di sviluppo;
  • Piano di riconversione e di riqualificazione nei comparti dell’industria, dell’agricoltura, del turismo e dell’artigianato, come previsto dal decreto sull’area di crisi e che dobbiamo ancora cominciare a definire, cosa che ci viene richiesta dal medesimo decreto;
  • Piano di formazione specifico come fattore determinate nell’ambito degli interventi con l’obiettivo di raggiungere anche quella fascia ampia di giovani e meno giovani che rischia di restare fuori dallo studio e dal lavoro per la vita.

Peppino La Rosa