28 December, 2025

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Il Consiglio regionale ha approvato la modifica alla legge statutaria elettorale che introduce la doppia preferenza di genere con 54 voti favorevoli e 2 conrrari. 

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Testo unificato n. 259 sulla doppia preferenza di genere.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo di “Sardegna” Marcello Orrù ha chiesto il voto segreto sul passaggio agli articoli della legge.

A scrutinio segreto il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli con 34 voti favorevoli e 17 contrari.

Successivamente l’Assemblea ha cominciato la discussione sull’art. 1 e sugli emendamenti.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha annunciato il voto contrario all’emendamento soppressivo presentato e si è espresso a favore «di un dibattito palese ed alla luce del sole perché, su una materia come questa, il confronto deve essere franco nel rispetto delle ragioni di ciascuno, anche di quanti sono contrari alla doppia preferenza di genere». E’ vero, ha proseguito, «che la Sardegna sotto questo profilo è il fanalino di coda in Italia, ma è anche vero che tale principio deve essere valorizzato dalla parità di genere al momento della presentazione delle liste perché solo così si assicura il rispetto della parità a 360 gradi, non per creare riserve indiane ma per consentire la maggior partecipazione delle donne alla politica come esercizio pieno di democrazia».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, riservandosi la presentazione di un successivo emendamento orale, si è soffermato sul caso relativo ad un unico collegio con due sole candidature dove, a suo giudizio, «qualunque sia l’esito del dibattito in corso sulla doppia preferenza, si potrebbero annidare sperequazioni e disarmonie del sistema perché, se non si disciplinasse questa situazione, un genere potrebbe prevalere sull’altro e sarebbe il contrario con quanto stiamo affermando con la doppia preferenza di genere; il tema quindi va affrontato nella sua complessità».

Sempre per il Pds il consigliere Piermario Manca ha condiviso le osservazioni del presidente del suo gruppo precisando che «non è in discussione il principio di partecipazione della donne alla vita politica, noi però proponiamo una semplificazione con tutte le liste composte da candidati pari e dove sono dispari si arrotonda all’unità superiore, proprio per rappresentare i generi in modo paritario».

Il capogruppo di Art.1-Mdp Daniele Cocco in paertura ha lamentato il ritardo di 4 con cui si è arrivati alla discussione della legge, «un grande passo avanti, una legge giusta per la Sardegna, un qualcosa di importante dovuto non solo alle donne ma a tutta la comunità regionale come abbiamo detto in campagna elettorale; la storia siamo noi e nessuno si deve sentire escluso, sono orgoglioso, fiero e contento di contribuire all’approvazione di questa legge».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è detto meravigliato per alcuni interventi, perché in realtà sono sul tappeto due elementi territoriali rispetto al vincolo dei 59 consiglieri assegnati alla Sardegna: il Medio Campidano ed Ogliastra (che già esisteva prima) «dove con la presenza di un uomo ed una donna sarebbe stato eletto il più anziano, per cui se l’orientamento generale è quello dell’equilibrio nessuno può permettersi di fare il primo della classe».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha sottolineato positivamente che «il Consiglio ha superato la prova dello scrutinio segreto con il contributo della maggioranza e della minoranza ed ha auspicato una composizione paritaria delle liste al 50% fra uomini e donne».

Il Consiglio ha quindi respinto con 52 voti contrari un emendamento soppressivo.

Sull’emendamento all’emendamento n. 8 il consigliere del Pd Franco Sabatini ha ribadito la sua posizione favorevole alla doppia preferenza di genere sulla quale ha rivendicato anche la presentazione di una specifica proposta di legge. Sul collegio dell’Ogliastra, Franco Sabatini ha sostenuto che «raddoppiando i candidati non si distorcono né il risultato elettorale né la ripartizione dei resti, come dimostrano tutte le proiezioni e tuttavia la legge nasce con un difetto ed è esposta ad azioni impugnative».

Replicando a Franco Sabatini il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha messo in evidenza che «il principio introdotto dalla legge indica la sola facoltà del voto, con una lista formata da un uomo ed una donna offrendo al cittadino una possibilità, per cui non ci sono rischi di impugnazione ed il sistema può essere salvaguardato».

Messo ai voti l’emendamento è stato approvato con 50 voti favorevoli.

All’emendamento sostituivo totale n. 7 il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha proposto un emendamento orale con lo scopo di precisare le ragioni dell’alternanza uomo-donna nel caso di una lista circoscrizionale con due candidati, con riferimento al collegio dell’Ogliastra che rappresenta un unicum.

Il consigliere Giorgio Oppi ha espresso parere contrario, ritenendo il problema già risolto.

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha chiesto una breve sospensione per verificare se il principio sia stato già recepito o se occorra una precisazione.

Il presidente Gianfranco Ganau ha precisato che il punto può essere considerato recepito se l’emendamento viene approvato ed ha accordato la sospensione, senza far uscire il pubblico.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha ribadito le sue precedenti convinzioni e tuttavia, «se serve a chiarire meglio si può recepire l’emendamento orale del collega Gianfranco Congiu».

Il presidente Gianfranco Ganau ha formalizzato l’accoglimento dell’emendamento orale.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha chiesto la votazione dell’emendamento n. 7 per parti. Il Consiglio lo ha approvato a larghissima maggioranza con scrutini separati.

Subito dopo è cominciata la discussione sull’art. 2.

La consigliera Annamaria Busia ha parlato di una «norma che racchiude il cuore della legge; essendo la prima firmataria di una proposta fin dal 2015 ovviamente sono a favore ma sono contraria a tutti gli emendamenti e lo faccio per evitare il voto segreto». Ritengo infatti, ha precisato, «che una dichiarazione di voto sull’articolo di una legge impedisca la richiesta di scrutinio segreto; è bene che davanti a questa legge ci sia una espressione di voto palese ed un voto importante che cambia una impostazione sbagliata della normativa elettorale».

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiarito che, a termini di regolamento, una dichiarazione di voto non vieta la richiesta di voto segreto.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha tenuto a tranquillizzare la collega Annamaria Busia ricordando che «l’Aula ha già votato la doppia preferenza di genere ed il risultato è già assicurato, ora definiamo aspetti di dettaglio certamente importanti ma non determinanti e, da questo punto di vista, la richiesta di voto segreto significa persistere in una sfida senza significato; da parte mia sono fiducioso».

Il consigliere del Pds Roberto Desini, dopo aver ricordato la sua adesione ad una proposta di legge specifica fin dal 2015, ha lamentato che «il dibattito di questi giorni è apparso appiattito esageratamente sulle questioni del voto segreto; la maggioranza si è espressa ed ognuno risponderà alla propria coscienza assumendosi le sue responsabilità ed abbiamo dimostrato, nel precedente scrutinio, che il problema di voto segreto è stato ampiamente superato perché Consiglio ed opinione pubblica condividono questa legge e la politica non deve continuare a farsi del male».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, dichiarandosi d’accordo con tutti gli interventi precedenti, ha invitato il Consiglio a «pensare alle prospettive della legge elettorale che non si esauriscono con questo provvedimento e dovremo tornarci, per cui auspico eventualmente un ordine del giorno di tutti i gruppi per fissare un calendario di lavori in commissione Autonomia per modificare quelle parti della legge elettorale che incidono su rappresentanza di minoranze e prospettive di governabilità; sono problemi di dubbia costituzionalità che vanno affrontati, dopo aver acquisito il principio di democrazia paritaria in attuazione dell’art. 51 della Costituzione».

Il presidente del gruppo Sardegna Marcello Orrù ha detto che l’argomento del dibattito sinceramente non lo appassiona perché «la presenza femminile è senza dubbio un fatto positivo ma, nello stesso tempo, si sta evitando di discutere l’impianto della legge elettorale che per molti aspetti ha spinto il Consiglio a rasentare il ridicolo». State facendo passare la parità di genere come argomento prioritario ma non è così, ha protestato Orrù, «perché non dobbiamo dimenticare che abbiamo problemi enormi che vengono messi da parte, problemi che riguardano disoccupati, giovani, perone e famiglie che soffrono, e la stessa legge elettorale con tantissime proposte tenute nei cassetti per dare corsia preferenziale alla doppia preferenza di genere».

A nome della Giunta il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha ribadito che la Giunta ispira la sua azione di governo «al principio della società aperta in cui ognuno deve essere in grado di dare il suo contributo per migliorarla e le buone istituzioni sono la chiave fondamentale per il progresso della società». E’vero che ci sono tanti problemi, ha aggiunto, «ma i problemi si risolvono non tenendo le porte chiuse ma aprendole come hanno fatto molte altre Regioni in materia di pari opportunità, e tanti Paesi avanzati (Francia, Germania e Norvegia) che non solo prevedono quote di genere nella legge elettorale ma quote nei consigli di amministrazione privati e nei vertici di imprese quotate in borsa». E’arrivato il momento, ha concluso Pigliaru, «di andare nella direzione giusta e di fare una scelta giusta».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha sostenuto che «il voto iniziale del Consiglio ha fatto giustizia delle interpretazioni più pessimistiche e quindi non accetto di passare come uno di quei “cagnolini” che segnano il territorio; non è corretto rincorrere il monopolio delle tematiche di genere, perché il problema non è solo di orma ma culturale e va superato innanzitutto all’interno dei partiti che devono tornare nella società in modo aperto e paritario». Va bene il riferimento del presidente Francesco Pigliaru ai Paesi più avanzati d’Europa, ha concluso Attilio Dedoni, «ma dobbiamo anche affrontare i problemi concreti della Regione come i Sardi si aspettano».

Dopo l’on. Attilio Dedoni ha preso la parola l’on. Marcello Orrù (Psd’Az) che ha chiesto il voto segreto sull’emendamento soppressivo totale 2.

L’on. Pietro Pittalis (FI) ha annunciato il voto di astensione del gruppo di Forza Italia: «Lo facciamo perché vogliamo ribadire la nostra correttezza e il fatto che non ci prestiamo a tranelli e giochetti. Caro presidente Francesco Pigliaru, bisogna essere consequenziali e mi risulta che in tutte le vostre nomine non siamo proprio tante le donne indicate dalla sua giunta. Ecco, la Giunta deve essere coerente oltre a pratica affermazioni di principio».

L’emendamento è stato respinto con 5 favorevoli e 37 contrari.

Sull’emendamento soppressivo parziale 4 è intervenuto l’on. Paolo Truzzu (gruppo Sardegna) che ha citato l’on. Roberto Deriu (Pd) dicendo: «Questa legge elettorale è scritta con i piedi e noi non la stiamo affrontando, nonostante il Consiglio di Stato ce l’abbia censurata. Ci sono partiti che hanno preso più voti e hanno un consigliere in meno degli altri: non c’è solo la battaglia per il voto di genere ma ci sono anche altri temi sulla legge elettorale in genere». Per l’oratore “con questa legge elettorale sarà sempre peggio e per le donne, nonostante la riforma, che comunque premierà i partiti più grossi, sarà difficilissimo accedere”.

Per l’on. Francesco Agus (Campo progressista) “da domani si può riprendere l’esame delle proposte di modifica della legge elettorale, all’interno di un testo costituzionalmente accettabile: se non introduciamo la doppia preferenza di genere siamo contro la Costituzione. Da domani, ripeto, la commissione che presiedo potrà istruire tutte le modifiche”.

Ha preso la parola l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), secondo cui “non è in discussione la doppia preferenza di genere. Ma la presenza di tante donne anche in aula oggi dimostra che questa maggioranza va avanti senza un progetto e sotto la spinta dei cittadini. E’ del tutto evidente che si rischia, nonostante stiamo facendo un passo avanti, che il voto delle donne sia controllato e in accoppiata agli uomini carichi di preferenze. L’Udc Sardegna voterà comunque a favore”.

L’emendamento soppressivo 4 è stato respinto con 48 contrari e 2 favorevoli. Anche l’emendamento soppressivo 5 è stato bocciato con 48 contrari e 2 favorevoli e così anche l’emendamento 6.

L’on. Marcello Orrù (gruppo Sardegna) ha chiesto il voto segreto sul testo dell’articolo 2 ma l’Aula l’ha approvato con 40 voti.

Anche l’articolo 3 è stato approvato e poi il testo della legge, così come approvata e modificata.

Per dichiarazione di voto l’on. Luca izzuto (Mdp) ha detto: «Più che alle donne mi rivolgo alle bambine del domani, alle quali dico che noi apriamo oggi una strada ma domani toccherà a voi percorrerla. Vi faranno credere che dovrete assomigliare alle modelle ma lo diranno soltanto perché avranno paura di voi e della vostra intelligenza e creatività. Bambine del domani: mettetevi in ascolto con le grandi donne della nostra terra, non con le veline. Abbiate coraggio di prendervi il futuro».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha chiesto: «Vorrei che si desse chiaramente il segnale che questa legge entra immediatamente in vigore dopo la sua pubblicazione. Non vedo nulla di tutto ciò nel testo».

Il presidente Ganau ha spiegato che questo avviene per effetto della disciplina prevista dall’articolo 15 dello Statuto.

Per l’on. Alessandra Zedda (FI) “questo strumento di democrazia era necessario e dobbiamo ringraziare le colleghe donne che si sono battute ma anche i colleghi uomini. Oggi viene riequilibrata una parità che mancava e dobbiamo ringraziare anche chi ci ha fatto capire che sono maturi i tempi per ridurre le differenze. Il prossimo Consiglio regionale avrà di certo una maggiore rappresentanza femminile”.

L’on. Francesco Agus (CP) ha ringraziato “i colleghi di maggioranza e minoranza che hanno collaborato in commissione Autonomia e in Aula per arrivare a questo. E’ un voto di grande portata e in un momento come questo, in cui la politica è sotto attacco, il risultato è davvero importante. Ora torniamo in commissione per il resto della legge elettorale”.

Ancora per Forza Italia è intervenuto l’on. Stefano Tunis, che ha detto: «Non è una vittoria che qualcuno si può intestare ed è bene che tutti restiamo sobri. Immaginare che oggi si sia ridotta tutta la sperequazione tra uomo e donna non solo è retorico ma è falso: bisogna prima che l’accesso alle istituzioni e al lavoro sia libero per le donne e non attraverso la graziosa benevolenza degli uomini. Ma per questo non servono leggi ma cultura e conquiste sociali nel tempo. Quel giorno ci sarà davvero una grande vittoria: oggi non ci è consentita la retorica».

Per l’on. Rossella Pinna (Pd) “questo non è un momento storico ma è comunque un traguardo significativo: stiamo recuperando un pezzo della società e lo dobbiamo a quelle donne che si sono battute con un movimento trasversale fuori da questo palazzo”.

Parole di soddisfazione sono arrivate anche dall’on. Emilio Usula (Rossomori): «In questo lungo iter ho intravisto ostilità e pregiudizi sulla forma e sul contenuto di questa riforma. Ma ora serve una nuova legge elettorale, perché in quest’Aula manca il voto di oltre centomila sardi. Una legge che contenga  correttivi sostanziali ma intanto oggi questo stralcio di riforma è rispettoso delle donne, anche al fine della tenuta stessa della nostra democrazia».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) “le donne sono capaci anche più degli uomini di amministrare la cosa pubblica e spesso, come nel caso della collega Alessandra Zedda, sono anche più votate degli uomini. Ma non accetto l’ipocrisia di questi mesi: tutti erano contrari a che questa legge passasse e oggi la legge sta invece passando”.

«Anche io in maniera sobria dichiaro di essere orgogliosa di far parte di questa legislatura», ha detto l’on. Daniela Forma (Pd), «Oggi facciamo un passo avanti e ringrazio il presidente Francesco Pigliaru ed il presidente Gianfranco Ganau, che hanno guidato la maggioranza a pochi giorni dal 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne».

L’on. Paolo Zedda (Art.1-Sdp) è intervenuto in sardo e ha detto: «Ringrazio l’associazione Feminas che più di tutte si è battuta per la rappresentanza delle donne in Consiglio regionale. Noi abbiamo una bassissima rappresentanza di donne nelle istituzioni mentre non è così in Europa. Con un rappresentante femminile ogni 15 come si può pensare di rappresentare una società che invece conta più donne che uomini?».

I Riformatori hanno preso la parola con l’on. Crisponi, che ha detto: «Voto favorevole ma sia chiaro che tutte le donne che hanno collaborato, dentro e fuori da qui, vanno ringraziate per quello che hanno fatto».

L’on. Desini (PDS) ha detto: «Come spesso accade in Italia le cose normali le facciamo diventare straordinarie. Ma il vero problema adesso è rimettere ordine a quella cosa brutta che è la legge elettorale. Ma alle donne dico: iniziate a votarvi tra di voi, smettetela di farvi la guerra tra di voi».

Per il Pd ha preso la parola l’on. Luigi Lotto: «E’ davvero il caso di dire: finalmente. Perché oggi stiamo facendo una buona cosa eliminando il difetto principale della legge elettorale. Ora siamo in linea con i tempi e con tutti i Comuni d’Italia: non sarà perfetta ma è una legge molto più giusta della precedente».

L’on. Christian Solinas (Psd’Az) ha parlato a nome del partito e ha annunciato il voto favorevole: «La nostra storia è nel segno della parità di genere e consentitemi di ricordare Maria Teresa Sechi, eletta a Oristano primo presidente donna di una provincia italiana. E consentitemi di ricordare la militante sardista e antifascista Marianna Bussalai, che ha cucito la prima bandiera del Psd’Az. Su questi temi la nostra storia insegna che non diciamo parole ma abbiamo fatto».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) “sarebbe stato meglio un sistema elettorale di collegi uninominali con candidature uomo donna alternate. Non credo che la doppia preferenza di genere sia il metodo più utile o più efficace ma mi adeguo alla volontà della maggioranza”.

L’on. Marco Tedde ha esordito dicendo: «Questa è un’eterogenesi dei fini e noi la stiamo consumando. Il fine è nobile ma gli strumenti sono sbagliati e infatti condivido le parole di chi mi ha preceduto, nonostante militiamo in partiti diversi. Abbiamo sviluppato un percorso normativo non a tesi ma ad applausi. E mi spiace che il presidente Pigliaru sia intervenuto soltanto quando si è capito che il voto sarebbe stato favorevole. Io voglio ringraziare la collega Zedda che ci ha convinti ed i colleghi che hanno votato contro, nonostante gli sberleffi».

Per l’on. Alessandro Collu (Pd) “è arrivato il momento di  cambiare, perché le donne servono nelle istituzioni. Ma la riforma non è tutta qui”.

Contrario l’on. Paolo Truzzu (Sardegna), che ha detto: «Ringrazio chi si è battuto per raggiungere questo risultato ma oggi è la giornata dell’ipocrisia perché sappiamo bene che non tutti voteranno secondo coscienza».

Il presidente Francesco Pigliaru ha parlato di “giornata davvero importante e c’è poco da aggiungere rispetto a quanto detto dalle colleghe consigliere. Oggi è stato fatto un passo avanti che colma una lacuna e ci affianca alle Regioni che stanno facendo le cose giuste.   Negli incarichi della Regione Sardegna le donne sono di più rispetto alle altre regioni e questo per noi è un motivo di orgoglio”.

Per l’on. Cossa (Riformatori) “oggi è un momento importante e avevamo dubbi sull’esito e sulle capacità di questo Consiglio di interpretare quanto si muove nella nostra società. Siamo in ritardo e lo sappiamo, soprattutto noi che siamo l’unico partito che non ha votato la precedente legge elettorale proprio perché allora non fu introdotta la doppia preferenza di genere”.

Anche l‘Udc ha preso la parola con l’on. Rubiu: «Votando favorevolmente questa legge ci stiamo allineando con quanto già fatto nei Comuni e in altre regioni. Non è altro che un atto di civiltà e giustizia: non è un risultato di destra né di sinistra. E’ un risultato della politica, di quelle donne e di quelle consigliere che ci hanno sostenuti nella battaglia».

Per l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) “questa è una buona pagina del Consiglio regionale e lo dico senza retorica. Quando la politica vende le donne in prima linea, è una politica di inclusione. Di rispetto e di pace. Lo diceva Gabriella, nome di battaglia di Tina Anselmi, prima donna ministro della Repubblica italiana. A lei mi ispiro in questo momento perché è stata protagonista di grandi e coraggiose battaglie per le donne e firmò la legge 194 per l’interruzione di gravidanza, nonostante non fosse d’accordo”.

L’on. Annamaria Busia (Campo progressista) ha detto: «Non era scontato l‘esito di questa legge ma è stata una bella prova di democrazia, non scontata. Non è una legge risolutiva, non basterà da sola a risolvere tutti i problemi della parità di genere. Ma questo ci spettava fare e questa legge cambierà sul serio le proporzioni in questo parlamento: lo dicono gli esiti delle elezioni nei Comuni e nelle regioni dove è stata introdotta. Ora però ringrazio il presidente della Regione, che ha assunto il suo ruolo e ha detto che la doppia preferenza era ed è un punto programmatico. Ma ringrazio le colleghe per l’impegno e i colleghi per il dibattito, in piena democrazia».

Per il Partito dei Sardi l’on. Gianfranco Congiu ha parlato di “partita su due tempi in più anni. E’ stato un lavoro reso possibile grazie al presidente della commissione Autonomia e sono felice di aver preso le difese di tutti i territori sardi, per un fatto di giustizia sociale”.

L’on. Walter Piscedda (Pd) ha detto: «Non vorrei che qualcuno possa pensare che chi non interviene non è favorevole e per questo intervengo. E’ una cosa talmente ovvia che non meritava in certi momenti tanto scalpore ma questo piccolo passo spianerà la strada a una maggiore rappresentatività delle donne: non è un favore al gentil sesso perché la storia ci insegna che tutto può cambiare».

Per Mpd è intervenuto l’on. Daniele Cocco, secondo cui “qualche mese fa era impensabile tutto questo e lo dobbiamo innanzitutto alle nostre consigliere, al presidente Francesco Pigliaru e al presidente Gianfranco Ganau. Abbiamo fatto una cosa importante ma non sufficiente: non ci sono primogeniture perché abbiamo fatto il nostro dovere con un voto di civiltà”.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha dichiarato il voto a favore del gruppo ed ha ribadito la volontà del centrosinistra per caratterizzare la legislatura nel segno delle riforme ed ha evidenziato “la compattezza della maggioranza che ha retto anche alla richiesta del voto segreto arrivata dai banchi del centrodestra”. «Questo è un provvedimento dell’intero Consiglio – ha concluso il capogruppo Pd – ed è un voto che dà dignità a quest’Aula e alla politica sarda».

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha dichiarato il voto a favore del gruppo ed ha affermato: «Siamo arrivati preparati all’appuntamento con questa legge ed abbiamo saputo allontanare alcuni sospetti che qualcuno in maniera meschina aveva adombrato». Pietro Pittalis ha quindi rivelato: «Su questo provvedimento ho posto un problema di fiducia all’interno del gruppo e lo stesso avrebbe dovuto fare il presidente Francesco Pigliaru per metterci la faccia con la sua maggioranza».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi posto in votazione il testo finale della legge che è stato approvato con 50 voti favorevoli e 2 contrari.

Proclamato l’esito della votazione, il presidente ha, dunque, comunicato la convocazione del Consiglio per martedì 28 novembre alle 10.00.

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Il Comitato di indirizzo e di controllo per la gestione del Patto per la Sardegna, che ha il compito di verificarne lo stato di attuazione, ha fatto il punto ieri sera, a Roma, su avanzamenti, riprogrammazione, azioni realizzate e lavori in corso.
Al tavolo di lavoro, il presidente della Regione Francesco Pigliaru ed il ministro della Coesione Territoriale Claudio De Vincenti, insieme ai responsabili tecnici. Del Comitato, che lo scorso febbraio si era riunito a Villa Devoto, hanno infatti preso parte rappresentanti della Agenzia per la coesione territoriale, del Dipartimento per le politiche di coesione e del Dipartimento per la programmazione ed il coordinamento della politica economica e per la Regione Sardegna il Direttore Generale Alessandro De Martini.
Per accelerare le azioni e la spesa delle risorse è stata proposta una riprogrammazione del Patto su diversi interventi importanti. A partire dal progetto per la messa a norma antincendio, l’efficientamento e la funzionalità delle strutture sanitarie, per il quale sono stati previsti 100 milioni di euro e che rafforzano e migliorano la rete ospedaliera appena approvata.
Due milioni e mezzo sono stanziati per favorire l’accesso e la fruizione dei servizi digitali nelle scuole; la valorizzazione dei beni culturali, campagne di scavi, emergenze archeologiche e restauri, contano su 4 milioni di euro; riprogrammati 3 milioni per l’impiantistica sportiva, e 1,2 milioni per l’innovazione dell’offerta formativa degli istituti tecnici superiori. Il trenino verde potrà contare infine su 5,3 milioni di euro. Sono soggetti a riprogrammazione delle risorse anche gli interventi di approvvigionamento idropotabile relativamente alla progettazione del secondo e terzo lotto dello schema 39 (3,5 milioni); per l’eliminazione degli svincoli a raso sulla Strada Statale 554 (23,5 milioni); relativi al Piano di edilizia scolastica Iscol@ 2015-2017 (66,8 milioni); per gli studentati universitari di Cagliari e di Sassari con rispettivi 15,7 e 20 milioni di euro. Riprogrammate le risorse pari a 50,6 milioni anche per la riqualificazione, l’ampiamento e l’efficientamento dei porti principali della Sardegna.
Questi gli avanzamenti registrati rispetto al comitato di indirizzo del febbraio scorso: 68 milioni per la riduzione delle perdite sul sistema idrico, 90,12 milioni per la messa in sicurezza delle aree a rischio dissesto idrogeologico e ulteriori 56,17 milioni per l’edilizia scolastica.
Diversi gli interventi conclusi, in stato di attuazione e in progettazione. Tra questi è realizzata l’azione di concessione degli ammortizzatori sociali 2014 per 40 milioni di euro, è in corso di esecuzione il revamping del termovalorizzatore dei rifiuti urbani di Macomer per 42,1 milioni. Tutti appaltati per 23,5 milioni i sei interventi per il riammodernamento della Strada statale 554. Aggiudicata la gara ai primi di novembre, entro la fine dell’anno ci sarà la consegna dei lavori del tratto Piazza Repubblica- Piazza Matteotti della metropolitana di Cagliari per un importo pari a 22,5 milioni. Sul programma per l’edilizia scolastica Iscol@ da 66,8 milioni, si registrano 10 milioni di spesa. Infine sono già state impegnate risorse pari a 38,4 milioni di euro, su 50 milioni complessivi, nei confronti dei soggetti attuatori per interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle strade.
Il Patto per lo sviluppo della Sardegna dispone di oltre 2,8 miliardi di euro per colmare il ritardo infrastrutturale, ambientale ed economico della regione. Contiene interventi finanziati e cofinanziati da risorse proprie del Patto, da risorse derivanti dal Piano operativo FSC Infrastrutture e dal Piano operativo FSC Ambiente.

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Il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, in riferimento all’articolo pubblicato su “La Provincia del Sulcis Iglesiente”, dal titolo “Le donne impegnate negli enti locali si mobilitano per l’approvazione della legge sulla doppia preferenza di genere”, ci ha inviato una nota, con la quale «intende esercitare il diritto di rettifica», in quanto «l’articolo contiene un’inesattezza di fondo: il Sindaco non ha mai firmato alcun appello a favore della doppia preferenza di genere, diversamente da quanto scritto nel pezzo, in cui il primo cittadino di Carbonia appare, erroneamente, tra i firmatari dell’appello stesso».

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Terza sconfitta stagionale, seconda interna, per la Sulcispes, nel campionato di serie D di basket maschile. A violare il PalaGiacomoCabras questa volta è stata l’Astro, formazione tutt’altro che irresistibile, che si è imposta con il netto punteggio di 77 a 63, primo tempo 40 a 37, sempre a favore dell’Astro.

La Sulcispes ha condotto il punteggio solo nel primo quarto, chiuso in vantaggio per 22 a 18, poi ha subito il ritorno degli ospiti che, con un parziale di 22 a 15, sono andati al riposo avanti di 3 lunghezze: 40 a 37. Equilibrio nel terzo set, chiuso dall’Astro sopra di 2 punti, 17 a 15, per il punteggio globale di 57 a 52, poi crollo della Sulcispes nell’ultimo quarto, nel quale l’Astro ha inflitto ai lagunari un parziale di 20 a 11, per il definitivo 77 a 63.

«Abbiamo perso un’occasione abbastanza ghiotta – dichiara coach Paolo Massidda – peccato, perché siamo rimasti in partita abbastanza bene, eccezion fatta per il finale, nel quale siamo crollati. Qualche forzatura di troppo in attacco, oltre alle assenze importanti, ha inciso. Ma non c’è da farne un dramma: è stata una settimana difficile, nella quale non abbiamo potuto preparare al meglio la partita per diversi motivi. Adesso concentriamoci suil prossimo incontro, nuovamente casalingo, contro l’Elmas, sperando di aggiudicarci il match.»

«Domenica abbiamo impattato bene la partita, poi le assenze e il poco allenamento della scorsa settimana dovuto ad influenze ed impegni vari, hanno sicuramente inciso negativamente sul risultato – spiega il presidente Salvatore Ingrande – le assenze di Aralossi, che speriamo di recuperare per fine gennaio, di Piras e Pintus e la condizione ancora precaria ma in recupero di Castiglia, si sono fatte sentire. I ragazzi, comunque, non hanno mai mollato e sono certo che una volta recuperati tutti gli uomini e con l’allenamento costante in settimana, i risultati arriveranno.»

Sulcispes – Astro 63 a 77 (22 a 18, 15 a 22, 15 a 17 e 11 a 20).

Sulcispes: Casula 8, Rasset 21, Castiglia 16, Cavassa 9, Tosadori 7, Peloso 2, Era, Basciu, Ingrande. All.: Massidda.

Astro: Uras, Cuncu 10, Farci 12, Mennella 18, Pilia 15, Pani10, Cordeddu 9, Biggio R., Ibba 3, Cocco. All.: Canalis.

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Questa mattina gli studenti della scuola elementare di Is Meis, a Carbonia, sono stati i protagonisti dell’iniziativa “Per fare il futuro ci vuole un albero”. Nella piazza antistante alla scuola, i bambini, coordinati dalle maestre, hanno piantato lecci, carrubi, biancospini e aceri. Era presente l’assessore del Personale del comune di Carbonia, Paola Argiolas.

La prima giornata dell’iniziativa si era svolta domenica 19 novembre, nelle seguenti sedi:

1. Piazza Jules Verne;

2. Parco tra via Santa Caterina e via Sanzio; 

3. Piazza Carta, a Cortoghiana;

4. Parco “Ex Cava” di via Biella, a Bacu Abis.

L’iniziativa “Per fare il futuro ci vuole un albero” ha consentito la messa a dimora di nuove piante, realizzando così alcuni spazi adibiti a boschi urbani. Il progetto diventerà un appuntamento continuativo nel tempo, con lo scopo di recuperare gli anni di ritardo nell’applicazione della legge n. 10 del 2013, che prevede la piantumazione di “un albero per ogni nuovo nato”. 

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Il Circolo del cinema Immagini presenterà mercoledì 29 novembre 2017, alle ore 11,00, presso la Sala Convegni della Fondazione Siotto, a Cagliari, la tredicesima edizione del festival del cortometraggio mediterraneo Passaggi d’Autore: Intrecci Mediterranei, che si terrà a Sant’Antioco dal 5 al 10 dicembre 2017.

Sei giornate intense di programmazione e una edizione ancora più ricca di contenuti, racchiusi in una sapiente formula dal Circolo Immagini di Sant’Antioco. Una straordinaria occasione per scoprire attraverso il codice universale del cinema le molte facce della cultura mediterranea: tradizione e modernità, paesaggi urbani e rurali, fantasia e cruda realtà, che rappresentano nonostante le mille contraddizioni, un intreccio di storie e linguaggi che aiutano a capire il mondo contemporaneo. Questa edizione vedrà come paese ospite il Marocco, un mondo da scoprire attraverso la sua lunga tradizione cinematografica. Uno spazio importante sarà dedicato al tema dei bambini migranti, protagonisti di un docufilm che verrà presentato da loro durante il festival. Per il secondo anno si rinnova inoltre l’appuntamento con la giornata dedicata alle webserie, uno dei generi più interessanti in questo momento. Al centro della programmazione quotidiana come sempre la proiezione dei cortometraggi della sezione “Intrecci mediterranei, il cuore del festival. E ancora: una mostra fotografica, musica dal vivo e molto altro in questa edizione imperdibile di Passaggi d’Autore: Intrecci Mediterranei.

Nel corso della conferenza stampa, nella sede della Fondazione Siotto, verrà illustrato il programma dettagliato di questa edizione dal presidente del Circolo del Cinema “Immagini”, Luciano Cauli, e dal direttore artistico del festival Ado Hasanović, alla presenza di Dolores Calabrò, anima dell’organizzazione.

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La commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto (Pd) si riunirà domattina alle 10.30 (mercoledì 22 novembre) per l’esame delle problematiche del comparto pesca ed acquacoltura in Sardegna: in programma l’audizione del Consorzio Biotecno Mares. Successivamente la commissione proseguirà i lavori con la discussione della proposta di legge n.45 (Custodia e messa in sicurezza del sito minerario di Olmedo).

Per quanto riguarda le altre commissioni il lavoro sarà incentrato sulla manovra di bilancio 2018-2020. Se ne occuperanno, in particolare, la commissione competente presieduta da Franco Sabatini (Pd) e la commissione Sanità e politiche sociali, presieduta da Raimondo Perra (Psi).

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«La doppia preferenza di genere, all’esame del Consiglio regionale oggi, deve essere votata perché la società civile ne ha un’esigenza e necessità impellente, oltre ad essere richiesta a gran voce da tutti, perché la donna in Sardegna non sta bene e di riflesso la famiglia, la società sarda e l’isola tutta.»

Lo scrive, in una nota, la segreteria del Coordinamento 3-Donne di Sardegna, composta da Simona Corongiu, Carla Madau, Rita Mameli, Rita Corda e Carla Puligheddu.

«Vogliamo continuare di questo passo? Noi no: perché abbiamo una visione per la Sardegna del futuro: più sarda, più giovane, moderna, più giusta e competitiva dove tutti possano sentirsi protagonisti e felici di partecipare alla vita pubblica. La donna nel mondo occidentale è stata sempre subordinata all’uomo ed ha sempre dovuto lottare strenuamente per la conquista ed il riconoscimento dei propri diritti – aggiungono Simona Corongiu, Carla Madau, Rita Mameli, Rita Corda e Carla Puligheddu -. Così stanno facendo le donne in Sardegna adesso e da qualche decennio, con la mobilitazione dei  movimenti, delle reti e delle rappresentanti istituzionali, perché fosse riconosciuta la possibilità di essere elette nella massima assemblea regionale, dove poter portare un punto di vista nuovo realmente agganciato ai problemi reali delle persone, delle famiglie e della società.»

«Con l’approvazione della doppia preferenza di genere – concludono Simona Corongiu, Carla Madau, Rita Mameli, Rita Corda e Carla Puligheddu – questo sarà possibile e la democrazia sarà più compiuta anche in Sardegna.»

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Prosegue mercoledì 22 novembre, al Teatro Adriano di Cagliari, la decima edizione del Puntodivista Film Festival, il concorso itinerante internazionale di cinematografia diretto da Romano Usai. Alle 20.45, in apertura di serata, la proiezione del 3° gruppo dei corti finalisti che vede quattro opere provenienti da Italia, Sardegna e Spagna: “Mokusatsu” (in lingua giapponese) di Nour Gharbi, parigino di nascita e diplomato alla Sorbona che attualmente lavora a Roma; “Pipinara” di Ludovico Di Martino; “A casa mia” regia di Mario Piredda e “El a traco” di Alfonso Díaz.

A seguire la commedia degli italiani raccontata da Italo Moscati, grande esperto di cinema, scrittore, sceneggiatore e regista, nell’incontro dal titolo “Totò & Ettore: da Antonio De Curtis a Ettore Scola“. Una dedica tra film e musica dal vivo a due grandi figure della storia della settima arte: Antonio De Curtis, in arte Totò, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani, edEttore Scola, regista di film celebri come “C’eravamo tanto amati”, “Una giornata particolare”, “Brutti, sporchi e cattivi”, che ha reso celebre il cinema italiano nel mondo con la sua profonda analisi dell’Italia dalla fine della seconda guerra mondiale all’inizio del terzo millennio. «Entrambi sono al centro di un coro di voci, quelle dei tanti autori che hanno cercato di andare in profondità nella società italiana per capirla attraverso la chiave dell’ironia, del paradosso, della satira», spiega Moscati. Interazioni musicali di Gianni Coscia (fisarmonica), fisarmonicista e compositore tra i più apprezzati nella scena jazz europea che vanta prestigiose collaborazioni con i più grandi jazzisti tra i quali Enrico Rava, Paolo Fresu, Richard Galliano, Gianluigi Trovesi e tanti altri. Interventi interpretativi dell’attrice cagliaritana Manuela Loddo.

La serata è con degustazione.

 

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Antonio Gramsci, politico e intellettuale sardo oggi di fama internazionale, nato ad Ales il 22 gennaio 1891, è morto il 27 aprile 1937, dopo oltre dieci anni di sofferenze nelle prigioni fasciste.

Quest’anno 2017, in cui ricorre l’ottantesimo anniversario della sua morte, è stato dichiarato “Anno Gramsciano” dalla Giunta della Regione Autonoma della Sardegna; inoltre una mozione approvata all’unanimità il 2 marzo dalla Consulta regionale per l’Emigrazione della Regione sarda e fatta propria dal Consiglio Direttivo nazionale della F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), svoltosi a Milano il 26 marzo, ha invitato i circoli di tutto il mondo a ricordare questa grande figura di sardo, le cui opere sono tradotte, conosciute e apprezzate – appunto – in ogni parte del mondo.

Nel 2017 molte associazioni sarde affiliate alla F.A.S.I. hanno organizzato (Bergamo, Bologna, Cinisello Balsamo, Cremona, Fiorano Modenese, Livorno, Roma – “Il  Gremio”, Torino – “A. Gramsci”) o stanno per organizzare (Milano-Vimodrone-Cesano Boscone; Cornaredo) incontri sul tema.

Nel pomeriggio di sabato 18 novembre è stata la volta del Circolo “Sarda Tellus” di Genova, presieduto da Lucia Cireddu. Nell’auditorium della sede del prestigioso Museo Sant’Agostino, di cui è direttore Adelmo Taddei, un folto pubblico (in prima fila Renzo Caddeo, coordinatore dei Circoli F.A.S.I. del NordOvest, e Virgilio Mazzei, già presidente del Circolo e già componente del Comitato Esecutivo nazionale della F.A.S.I.) ha seguito gli interventi dei relatori. Dopo i saluti della presidente del Circolo e del direttore del Museo (che ha elogiato l’attività della “Sarda Tellus” in quanto propone sempre iniziative di alta qualità), Claudio Montaldo (già vicesindaco di Genova, già assessore della Salute della Regione Liguria) ha osservato che, se è vero che oggi Gramsci è famoso in tutto il mondo, c’è da chiedersi che cosa ha perduto il nostro Paese per il fatto che  gli è stato impedito di comunicare: certo non poteva essergli proibita, nelle prigioni fasciste, la possibilità di pensare, ma poteva farlo – in una condizione peraltro di incredibili sofferenze fisiche – solo “a futura memoria”.       

Montaldo ha rievocato sinteticamente le vicende biografiche di Gramsci: date le disagiate condizioni economiche della famiglia dovette frequentare l’Università di Torino in uno stato di paurosa povertà. La scoperta della classe operaia torinese del primo Novecento lo indusse a immergersi nelle lotte sociali e politiche (in particolare ai tempi dell’organizzazione dei Consigli di fabbrica). In carcere – nonostante le pressioni e le provocazioni – non smise la sua battaglia culturale contro l’ideologia fascista. Il grande sardo (Gramsci per tutta la vita rimase profondamente legato alle sue origini isolane) ha meriti non solo in campo politico ma anche in ambito culturale (in particolare per lo studio della  letteratura popolare, per esempio i romanzi d’appendice della vogherese Carolina Invernizio).

Paolo Soddu, docente di Storia contemporanea nell’Università degli Studi di Torino, ha ricordato che Gramsci non è stato solo un grande intellettuale ma anche un grande leader di partito (formazione politica che lui definiva non a caso “intellettuale collettivo” avente una funzione nazionale). Togliatti ha il merito di aver compreso che il fascismo era un “regime reazionario, sì, ma di massa”, che godeva cioè di un ampio consenso. Gramsci, nei suoi “Quaderni del carcere” approfondisce la riflessione su quello che il fascismo rappresenta, cioè la sconfitta non solo del movimento operaio ma anche quella sua personale, e la vittoria, non solo in Italia, del capitalismo. Anche in carcere Gramsci non smette di pensarsi come leader di partito.

Pur con i loro caratteri di  “rapsodicità” le pagine dei “Quaderni” rappresentano una riflessione sulla contemporaneità fatta con i ferri del mestiere dello storico e quindi bisogna mettere assolutamente in rilievo la dimensione globale del suo pensiero. Gramsci è certo uomo del suo tempo ma è capace di  intravvedere i fattori nuovi, addirittura i cambiamenti epocali, che stanno trasformando, per esempio, il mondo del lavoro (si vedano gli scritti su “americanismo e fordismo”).

La sistematizzazione per aggregazioni tematiche che Togliatti (con la collaborazione di Felice Platone) ha fatto  nell’immediato dopoguerra dei frammentari “Quaderni del carcere” ha permesso una conoscenza di massa delle considerazioni gramsciane ed ha consentito al PCI di avere un formidabile apparato ideologico fondamentale nell’opera di “socializzazione democratica degli Italiani”.

Dopo la loro pubblicazione nel 1975 in edizione critica a cura di Valentino Gerratana, certo i “Quaderni” sono  diventati, soprattutto, materia di studio degli specialisti, ma concetti come quelli di “intellettuale collettivo”, “rivoluzione passiva”, “blocco storico” o “egemonia” hanno avuto tutto l’agio di radicarsi nella conoscenza di massa grazie alla edizione dei “Quaderni” tematici.

Antonio Gramsci (sardo ma anche torinese, romano, moscovita) è stato un intellettuale globale cosmopolita che nel chiuso del  carcere ha cercato di cogliere la modernità.

Nell’occasione della manifestazione genovese è stato possibile anche presentare tre libri su Gramsci editi negli ultimi anni in Sardegna.

Marco Marras in “I Gramsci a Sorgono” (Ghilarza, Iskra, 2014) racconta del soggiorno per sei anni, in quel paese, della famiglia Gramsci: vi si era trasferita da Ales perché il capofamiglia, Francesco, doveva andare  ad occupare il posto di responsabile del locale Ufficio del Registro.

Quegli anni furono segnati da un terribile dramma familiare: il padre Francesco fu arrestato il 9 agosto 1898, con l’accusa di peculato, concussione e falsità in atti, e il 27 ottobre 1900 venne condannato al minimo della pena con l’attenuante del «lieve valore»: 5 anni, 8 mesi e 22 giorni di carcere, da scontare a Gaeta. Venendo a mancare lo stipendio del padre, la famiglia Gramsci fu ridotta in condizioni di estrema miseria, che la madre affrontò con coraggio straordinario valendosi anche della collaborazione del piccolo Antonio, già colpito dal morbo di Pott.

Franco Sonis, autore di  “Antonio Gramsci. Le radici materne” (edizioni Sguardi Sardi di Mogoro, Oristano, 2016), a seguito di approfondite ricerche d’archivio, ha sviscerato tutte le vicende delle famiglie degli ascendenti di Peppina Marcias, eroica mamma di Gramsci, figura di eccezionale forza fisico-morale, della quale ha certificato che non era nata a Terralba, come era stato finora ripetuto, ma che aveva origini riferite ai due paesi di Pabillonis, e Forru, oggi Collinas.

Tonino Cau, leader dei “Tenores di Neoneli”, sull’esempio di “Zuighes”, ha pubblicato (presso Nero a Colori, di Oristano, 2017), un volume intitolato “Gramsci, un’Omine, una Vida”. Centonovanta pagine, ciascuna delle quali riporta cinque ottave in sardo (con traduzione in italiano) scritte da Cau per raccontare la vita  di questo Uomo eccezionale qual è stato Antonio Gramsci.

Scrive Cau, in chiusura: «Io ho creato ‘un presupposto’, cioè il libro, un racconto in maniera originale (in lingua sarda, logudorese) della vita di Gramsci. Dal libro discende poi lo spettacolo dei Tenores di Neoneli, che abbiamo già cominciato a proporre e a lungo proporremo ovunque sarà richiesto. Il pubblico dirà, come sempre, e darà il suo responso».

Paolo Pulina