21 December, 2025

Il 12 maggio, Giornata Internazionale dell’Infermieristica, è stato declinato in chiave provinciale invitando nel nostro Sulcis Iglesiente presso la sede l’assessora della Cultura Ilaria Portas, la sindaca di Villamassargia Debora Porrà, i consiglieri regionali Luca Pizzuto, Gianluigi Rubiu, Alessandro Pilurzu, per approfondire con gli infermieri e le infermiere alcuni contesti che in prospettiva andranno affrontati nel corso della XVII legislatura.

E a proposito di cultura, tema del confronto, il presidente dell’Ordine Graziano Lebiu ha posto l’accento sull’«impegno quotidianamente profuso dalla professione per sviluppare un sistema salute a misura di cittadino, ma soprattutto di “collegare la funzione di cura e assistenza che discende da tale impegno alla dimensione intellettuale e culturale del ruolo” e dell’essere infermiere e infermieri, infermiere pediatriche “sostenuti da un insieme di valori e di saperi scientifici».

Notevoli benefici economici e sociali nel nostro territorio «possono derivare anche per il tramite dell’iniziativa culturale di livello internazionale che rappresenta il Museo Filatelico Infermieristico, unico nel suo genere, a Villamassargia».

«Il Museo meriterebbe più attenzione e collaborazione da parte delle istituzioni regionali, soprattutto per la prospettiva e l’opportunità di entrare nel circuito museale regionale, valore aggiunto per l’intera comunità civica, residenziale e turistica nel Sulcis Iglesiente per tutte le bellezze di cui già dispone.»

La sindaca di Villamassargia Debora Porrà ha richiamato l’attenzione di tutti sulle «potenzialità del Consorzio AUSI di Iglesias Monteponi che può fungere da polo didattico per la formazione post base di I e II ad esempio il Master di Infermieristica di Famiglia e Comunità che nel territorio è una figura fondamentale di cui ASL Sulcis è privo», proseguendo con la proposta «di approfondire tutte le opportunità culturali in un tavolo tecnico ad hoc ed in un territorio che è già di suo un museo a cielo aperto».

L’on. Luca Pizzuto ha auspicato «una collettiva riconversione delle mentalità dell’azione amministrativa anche locale» e ha concordato con la sindaca Debora Porrà che «occorre riprendere la battaglia per la Facoltà di Scienze Infermieristiche nel Sulcis Iglesiente per dare opportunità di un percorso di studio universitario anche a chi non può permetterselo per motivi di grande sofferenza occupazionale».

L’on. Gianluigi Rubiu ha riportato al tavolo di confronto il tema della «qualità della vita delle infermiere e degli infermieri, troppo spesso professione sottoposta ad indebite pressioni sia organizzative interne che sociali esterne per il mal funzionamento della sanità nel suo complesso, per l’arrancare della medicina di prossimità, e per il persistere di un qualche dualismo tra Iglesias e Carbonia conseguente anche all’imposta unificazione di realtà sanitarie diverse e complesse per storia e conformazione geografica».

Per l’on. Alessandro Pilurzu, intervenuto da remoto, «la cultura non solo arricchisce le nostre vite, ma può anche catalizzare la crescita economica, creando opportunità per il nostro territorio e attrarre investimenti che favoriscano la sostenibilità della nostra comunità. La cultura è il motore anche del progresso sociale. Investire in essa è investire nel futuro della Sardegna e del Sulcis Iglesiente».

Ha chiuso i lavori Ilaria Portas, assessora regionale della Cultura e della Pubblica Istruzione. «La parola d’ordine territorio significa che nessuno dei 377 comuni della Sardegna e i 23 del Sulcis Iglesiente in materia di Cultura deve essere considerata periferia e nessuna comunità civica deve restare indietro e sentirsi politicamente isolata. La formazione assume un punto fermo in una stagione nuova e con importanti inversioni di tendenza, ad iniziare dal mondo accademico che guarda con interesse ad un’Università diffusa nel Sulcis Iglesiente e una logica e conseguente reale prospettiva di riscatto sociale ed economico. Più sedi periferiche, più opportunità di studio per molti e per chi non ha disponibilità. Il Museo Filatelico ha tutte le carte in regola per perfezionare le pratiche di inserimento nel circuito museale sardo e l’Assessorato sin d’ora è disponibile a collaborare per valutare i requisiti minimi e i parametri ministeriali per diventare una realtà culturale di tutto rispetto. Turismo e cultura, politica ed infermieristica possono viaggiare in direzioni convergenti.»

La giornata si è conclusa con la visita delle autorità al Museo Filatelico Infermieristico.

 

Anche quest’anno, il 1° Maggio, a Cagliari, la Festa di Sant’Efisio ha trasformato la città nel luogo dove si incontrano la fede, le tradizioni e i colori dell’Isola, in un unicum di impareggiabile bellezza, sempre attesissimo e seguito dall’intera comunità sarda e ovunque nel mondo, con grande partecipazione ed affetto.

Il servizio di Alessandro Cantone.

La Natzionale sarda parteciperà alla Corsica Cup dal 22 al 25 maggio 2024, con la nazionale siciliana, la Corsica e la rappresentativa di Saint-Martin.

Il tecnico della Natzionale sarda, Vittorio Pusceddu, ha convocato i seguenti 20 calciatori, tra i quali ci sono 2 dell’Iglesias, 2 del Carbonia, 1 della Verde Isola.

Oltre ai 2 convocati che attualmente vestono la maglia biancoblù (Porcheddu e Dore), tra i convocati ci sono ben 5 ex del Carbonia (Werther Carboni, Matteo Saias, Fabio Porru, Alberto Piras, Alessandro Aloia).

Portieri;

Werther Carboni (Sassari Calcio Latte Dolce)

Gabriele Mereu (Tharros)

Difensori:

Francesco Canu (Sassari Calcio Latte Dolce)

Matteo Saias (Kosmoto Monastir)

Luca Melis (Ghilarza)

Andrea Congiu (Orvietana)

Fabio Porru (Iglesias)

Alessio Fadda (Atletico Uri)

Centrocampisti:

Alberto Piras (Kosmoto Monastir)

Francesco Bianco (Macomerese)

Gianluigi Illario (Iglesias)

Andrea Porcheddu (Carbonia)

Giovanni Piga (Sassari Calcio Latte Dolce)

Giovanni Boi (Verde Isola)

Andrea Manca (Villasimius)

Daniele Orro (Ghilarza)

Sandro Scioni (Ferrini)

Attaccanti:

Alessandro Aloia (Costa Orientale Sarda)

Alessio Virdis (Tempio)

Gabriele Dore (Carbonia)

Il calendario.

Semifinali:

22 maggio ore 19.00 a Corte (Stadio Santos-Manfredi): Corsica-Sardegna

23 maggio ore 19.00 a Corte (Stadio Santos-Manfredi): Sicilia-Saint-Martin

Finali:

25 maggio ore 14.30 ad Afa (Stadio Municipal d’Afa): Finale terzo/quarto posto.

25 maggio ore 19.30 ad Ajaccio (Stadio Mezzavia Ange Casanova): Finalissima.

E’ ufficiale: l’11 maggio è divenuta la “Giornata Identitaria Iglesiente”. In memoria dell’eccidio dell’11 maggio 1920 il Consiglio comunale, riunito in seduta straordinaria nello stesso giorno ma dell’anno 2024, con atto solenne ha votato, all’unanimità, l’importante riconoscimento. Una celebrazione delle vittime e degli altri minatori di quella tragica giornata, passata alla storia, che con coraggio, spinti dalla disperazione, affrontarono le guardie regie nel tentativo di chiedere aiuto per condizioni di vita migliori. “Un movimento dei minatori della Sardegna, come ha ricordato Fausto Durante, segretario generale della Cgil Sardegna, presente alla proclamazione, che ha creato le condizioni, nel 1904, per indire il primo sciopero generale”. Presenti alla proclamazione, in un’aula gremita di figuranti, anche i sindaci della Valle Anzasca, nella Val d’Ossola, con cui Iglesias, dal 2016, è gemellata, oltre diversi sindaci del territorio.

La proclamazione della Giornata Identitaria Iglesiente da parte del Consiglio comunale segue la rievocazione storica di quel tragico 11 maggio 1920 per la quale, quest’anno, il Centro storico di Iglesias, con i suoi abitanti, hanno riportato indietro le lancette della storia a quei giorni inquieti e tragici grazie all’impegno dei ragazzi e ragazze dell’associazione “11 maggio 1920” e del loro pigmalione, prof. Gianni Persico, che per anni, con i colleghi e gli alunni della scuola primaria e secondaria dell’Istituto Comprensivo Eleonora D’Arborea, veri artisti in erba, ha riproposto una pagina tragica della nostra storia cittadina.  

La rievocazione storica.

Come un immenso set cinematografico le stradine e le piazze del cuore della città si sono popolate, di buon ora, di centinaia di donne, bambini e uomini vestiti con gli abiti dell’epoca, portati in modo dignitoso ed impeccabile, intenti nelle attività quotidiane, tra notabili e proprietari terrieri con le loro signore, intellettuali, artigiani e commercianti, tanti bimbi giocosi ignari della drammaticità della situazione che occorreva e poi loro, le donne, madri, mogli e fidanzate, veri pilastri familiari, di quegli uomini di miniera che lottavano da anni per avere condizioni di vita e di lavoro migliori per essi e per le loro famiglie, condannati ad una realtà che poche alternative offriva. 

Marcello Serra ha scritto: «…potrebbe dirsi che la storia della Sardegna si identifica sostanzialmente con quella delle sue miniere». Carlo Levi le miniere di Iglesias le descriveva così: «…A Monteponi è quasi notte, la valle stretta è piena di un rumore notturno di macchine, ripercosso dalle pareti dei monti; il cielo è sparso dei fumi che salgono dalle miniere, dalle rosse montagne di detriti, fino al brillare dei lumi lontani di San Giovanni, quando riempiono le strade, tornando dal lavoro, verso Iglesias, stormi di operai in bicicletta…una più antica storia di lavoro umano è condensata e compresa in queste miniere, che furono già cartaginesi e romane e pisane, abbandonate e riaperte tante volte, ricchissime di vicende…»

La storia. 

La sera del 10 maggio 1920 i minatori di Monteponi decisero, vista l’intransigenza a trattare da parte della direzione della miniera, che l’indomani avrebbero scioperato per rivendicare il pagamento, negato, di una mezza giornata persa nei giorni precedenti, per protestare contro l’aumento del prezzo del pane. Il preludio è stato raccontato magistralmente, in un’atmosfera di grande commozione, la sera del 10 maggio, nella piazza Municipio, attraverso le voci narranti di Gianni Persico, Grazia Villani e Fabrizio Congia. Ha chiuso la serata il coro Concordia Villae Ecclesiae. 

L’indomani, 11 maggio, circa duemila minatori, provenienti da Campo Pisano, San Giovanni e Monteponi marciarono verso il Municipio, arrabbiati ma fiduciosi di ottenere soddisfazione alle loro giustificate richieste chiedendo aiuto e sostegno al sindaco Angelo Corsi. Con loro anche il vice direttore della miniera di Monteponi, ing. Andrea Binetti, obbligato dai minatori ad accompagnarli. Al loro arrivo, tra la via Satta e la piazza del Comune, però, trovarono un folto schieramento di guardie regie con l’ordine di fermare il corteo. Lo scontro fu inevitabile e tutto si compì in pochi istanti: i suoni degli spari dei moschetti delle guardie risuonarono in tutte le strade del centro, superando le urla dei minatori che tentarono di mettersi in salvo. Seguirono pochi istanti di irreale silenzio, poi la realtà si palesò in tutta la sua drammaticità: una trentina di operai furono feriti dai colpi esplosi dalle guardie, di questi 5 morirono subito, altri due a distanza di alcuni giorni per le ferite riportate. Loro erano: Raffaele Serrau, 23 anni, Pietro Castangia, 18 anni, Emanuele Cocco, 37 anni e Attilio Orrù, 40 anni, tutti di Iglesias, Salvatore Meles, cinquantenne, di Bonarcado, Efisio Madeddu, 40 anni di Villaputzu e Vittorio Collu, 18 anni, di Sarroch. 

Erano trascorse da poco le 10.00 del mattino. Le urla delle donne e la disperazione dei compagni di lavoro sono state riproposte, dinnanzi a centinaia di persone, in un clima di autentico dolore e commozione, dai figuranti, cittadini comuni, che con la loro attenta e profonda partecipazione hanno permesso che questa tragica pagina di storia continui ad essere ricordata. La rievocazione storica si è conclusa, come sempre, con il corteo dei figuranti e delle autorità, preceduti dai bravi musicisti della banda Verdi, verso il cimitero dove è stata deposta una corona d’alloro sulla lapide dei caduti, tra i canti del Coro di Iglesias

Per i membri dell’associazione promotrice «questo rappresenta l’anno zero. Contiamo di far crescere, negli anni, questa rievocazione perché diventi un monito contro le ingiustizie nel mondo del lavoro. Ringraziamo l’amministrazione comunale per il sostegno e per l’importante riconoscimento con l’istituzione della giornata identitaria e le diverse associazioni cittadine che ci hanno supportato. Ma soprattutto ringraziamo le centinaia di concittadine e concittadini che hanno risposto al nostro invito e che hanno permesso, con la loro sentita e commovente partecipazione, la grande riuscita della manifestazione dimostrando uno straordinario senso di appartenenza alla città e ai suoi valori». 

Per il sindaco Mauro Usai: «Quella di oggi, per la città di Iglesias e per tutta la nostra comunità, è una giornata storica. Tutti uniti nella memoria di una giornata tragica, che ha creato un solco profondo, un prima e un dopo, nella storia della lotta dei lavoratori e delle lavoratrici di miniera, destinato a rimanere impresso nella nostra identità. Vogliamo ricordare i caduti dell’11 maggio e tutte le vittime che hanno sacrificato la propria vita per chiedere condizioni di vita e di lavoro migliori. Perché questa data deve diventare il simbolo della nostra identità costruita sui valori della democrazia, del lavoro e della giustizia sociale».

Un patrimonio enorme, un lascito ereditario materiale e immateriale, che per il sindaco «assume un valore ancora più rilevante per il recupero di quei luoghi da riscoprire e da rilanciare, ma anche un capitale umano figlio delle competenze di tante persone che portano avanti la memoria e la consegnano in dote ad un futuro da costruire insieme».

Carlo Martinelli

«È stato un campionato difficile, travagliato e sofferto fino alla fine. Ma proprio dalle difficoltà giungono spesso le migliori soddisfazioni. Il Carbonia Calcio ha raggiunto oggi la salvezza. Ciò significa che la gloriosa squadra biancoblù ha ottenuto la permanenza nella categoria dell’Eccellenza. Un campionato blasonato, onorato al meglio, con grinta, tecnica e determinazione.»

Il sindaco Pietro Morittu e l’Amministrazione comunale si complimentano con il Carbonia Calcio in tutte le sue componenti – squadra, allenatore, staff tecnico, dirigenza, società e tifosi – per un traguardo che merita di essere festeggiato nel migliore dei modi e che inorgoglisce tutta la cittadinanza.

«Un risultato che dà lustro alla città di Carbonia nel panorama sportivo regionale. Grazie ragazzi!»

Nell’ambito degli appuntamenti racchiusi tra le iniziative del ciclo Il Premio intorno, la Fondazione Giuseppe Dessì ospita l’incontro “Povertà educativa in Italia. Sentieri educativi per prevenire e contrastare l’abbandono scolastico e la dispersione sociale”, a cura dello spazio itinerante Il cambiamento nasce da dentro. L’appuntamento è per giovedì 16 maggio, a partire dalle 16.00, alla Casa Dessì, in via Roma, 65, a Villacidro.

Si tratta di un importante momento di approfondimento, di riflessione e di discussione, che costituisce un’imperdibile opportunità di crescita sociale per il territorio. Obiettivo del convegno è scandagliare la diffusione della povertà educativa in Italia, sulla base delle recenti ricerche compiute, restituendo un quadro a contorni chiari: dai concetti che la definiscono in modo corretto, alle dimensioni assunte dal fenomeno. Successivamente si esamineranno l’importanza delle decisioni e dell’impegno delle istituzioni scolastiche nel promuovere la costruzione di una società che ponga l’inclusione sociale al centro del lavoro educativo, riconoscendo che l’educazione è un’impresa collettiva che richiede significativi interventi politici di contrasto alla povertà educativa.

Al convegno parteciperanno esperti del calibro di Luca Salmieri, docente di Sociologia della cultura alla Sapienza Università di Roma; Giuseppe Scarpa, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Simaxis Villaurbana; Maria Giovanna Dessì, progettista sociale, co-fondatrice dell’Associazione Elda Mazzocchi Scarzella; Cesare Moreno, presidente dell’Associazione Maestri di Strada Onlus. Coordinerà i lavori Enrica Ena, responsabile della progettazione e del coordinamento dello spazio di dialogo e di formazione itinerante Il cambiamento nasce da dentro.
 

I componenti della grande squadra di “Monumenti aperti”, formata da centinaia di studenti, docenti, volontari e membri delle associazioni cittadine, con entusiasmo, passione e amore per la propria città, sono stati protagonisti di un grande evento culturale, turistico e storico, che ha richiamato a Carbonia migliaia di cittadini e di visitatori alla scoperta dei luoghi della nostra identità e dell’immenso patrimonio materiale e immateriale condensato in 25 siti di interesse, dislocati in modo uniforme nel centro cittadino, nei suoi borghi, nelle periferie e nelle frazioni. Diverse generazioni all’unisono: bambini e bambine, adolescenti, genitori, zii, zie, nonni e nonne, famiglie intere hanno partecipato tutte insieme a “Monumenti aperti”, animando e vivendo gli angoli più belli e talvolta nascosti della nostra città, dei suoi borghi, delle periferie e delle frazioni. Un esempio icastico di vitalità, fervore, dinamismo, partecipazione e aggregazione, socializzazione e cittadinanza attiva.

 

Maladroxia e Coa Cuaddus e, più in generale, il comune di Sant’Antioco, si confermano meta turistica di qualità, tra le eccellenze d’Italia che nel corso della stagione estiva 2024 potranno sventolare la Bandiera Blu, riconoscimento internazionale attribuito da Fee Italia, sinonimo di salubrità delle acque, di accessibilità e sostenibilità. Per il sesto anno consecutivo la spiaggia di Maladroxia potrà vantare il vessillo Blu mentre Coa Cuaddus è ormai alla terza conferma: due spiagge antiochensi restano ben salde nel prestigioso elenco delle località balneari che valgono, nell’èlite delle spiagge italiane, in quanto rispettose di una moltitudine di requisiti stringenti imposti dal rigido regolamento. Come da tradizione consolidata Maladroxia e Coa Cuaddus vedranno l’avvio della stagione Bandiera Blu il primo luglio (con il consueto rito di apertura) per poi concludersi il 31 agosto.

Presente alla cerimonia di consegna delle bandiere svoltasi questa mattina a Roma, l’assessore Pasquale Renna: «Siamo molto entusiasti di questa ulteriore confermacommenta Pasquale Renna, nella Capitale in rappresentanza dell’Amministrazione comunaleè la testimonianza del grande lavoro avviato dall’Amministrazione in collaborazione con gli Uffici comunali. Se da una parte i criteri per ottenere e conservare il vessillo diventano ogni anno sempre più stringenti, i nostri parametri si confermano ottimi».

Più che soddisfatto il sindaco Ignazio Locci: «Abbiamo puntato sul percorso della valorizzazione ambientale, anche ai fini turistici, e la Bandiera Blu è uno dei tanti frutti raccolti in questi anni. Ci inorgoglisce rientrare tra le spiagge d’Italia e tra quelle della Sardegna che possono vantare questo riconoscimento internazionale. La Bandiera Blu, non mi stanco di ripeterlo ogni anno, è uno stimolo, uno sprone a fare sempre di più e meglio».

 

Monumenti aperti prosegue il suo viaggio alla scoperta e riscoperta del patrimonio culturale, il cui racconto è come sempre affidato a studenti e volontari di ciascun territorio. Sabato 18 e domenica 19 maggio saranno 10 i Comuni che spalancheranno le porte dei propri tesori: Alghero, Chiaramonti, Ittiri, Ossi, Ovodda (solo domenica), Pabillonis, Ploaghe e Triei, tutti habitué della manifestazione, più due novità di questa edizione: Nuxis e Simala.
A fare da cornice a Monumenti Aperti, anche tante iniziative collaterali per uno sguardo ancora più profondo all’intero patrimonio.
L’elenco completo dei monumenti e degli eventi potrà essere consultato nelle pagine del sito web monumentiaperti.com dedicate a ogni territorio.