23 December, 2025

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Saranno Nek e Fiorella Mannoia le star della musica leggera italiana protagoniste del 15° Girotonno, il 23 e 24 giugno 2017, sul megapalco del Palapaise di Carloforte. La grande rassegna dedicata alla valorizzazione dell’antica cultura di tonni e tonnare che si tiene nell’Isola di San Pietro, quest’anno andrà in scena dal 22 al 25 giugno, quasi un mese dopo rispetto alle ultime edizioni, per evitare la concomitanza con l’appuntamento elettorale amministrativo che la prossima primavera, in date ancora da stabilire ma, presumibilmente, tra metà maggio e metà giugno, prevede l’elezione del nuovo sindaco e del nuovo Consiglio comunale.

Dopo le quattro star della 13ª edizione, che vide esibirsi sul palco del Pino Solitario Renzo Arbore, Fedez, Francesco De Gregori e Francesco Renga, e le due dell’edizione di un anno fa, Mario Biondi e Antonello Venditti, l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Simeone ha voluto tenere i livello della proposta musical ancora ad altissimo livello, con Nek e Fiorella Mannoia. I biglietti per i due concerti sono già in vendita.

Il fulcro del 15° Girotonno, al di là della musica, sarà come sempre la “Tuna Competition”, la gara gastronomica internazionale.

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Proseguono, nella sede del Liceo Classico di via Brigata Sassari, le attività della Lutec (Libera Università della Terza Età Carbonia) che da anni collabora con il comune di Carbonia. Nella programmazione dei mesi di marzo, aprile e maggio, sono state inserite numerose lezioni, a cui si aggiungono, laboratori di musica e teatro, corsi di ginnastica e inglese, viaggi culturali ed eventi teatrali.

Gli incontri in programma abbracciano diverse discipline: storia, storia della Sardegna e del territorio, filosofia, storia dell’arte, letteratura, diritto, archeologia e geologia.

Il prossimo incontro è in programma domani, martedì 7 marzo, con inizio alle 16.30, sul tema “Storia del territorio – 10 aprile 1965: la marcia per la vita”, con relatore il giornalista Sandro Mantega.

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Brutta sconfitta, per la VBA/Olimpia Sant’Antioco, a Gorgonzola, nella partita con la Ticomm&Promaco, valida per la quinta giornata del girone di ritorno della regular season del girone B del campionato di B1 di volley maschile. La squadra di Graziano Longu è uscita sconfitta dal campo lombardo con il punteggio di 3 a 2 (25-23, 25-21, 18-25, 17-25, 16-14), contro un avversario che, sulla carta, sarebbe dovuto essere ampiamente alla sua portata, contro una squadra penultima in classifica, ormai con un piede in B2.

La squadra biancoblu ha avuto un approccio alla partita sbagliato, è andata sotto di due set, ha reagito con orgoglio riportandosi abbastanza agevolmente in parità con due parziali netti, ed ha finito col perdere di stretta misura 16 a 14 al tie-break, portando a casa un solo punto, grazie al quale mantiene saldamente, comunque, la sua quarta posizione in classifica, alle spalle delle tre grandi Pallavolo Saronno, Diavoli Rosa Brugherio e Tipiesse Mokamore, tutte vittoriose rispettivamente per 3 a 1 sul Granaio Concorezzo, 3 a 0 sul Cus Insubria Volley e 3 a 0 sul campo della Silvio Pellico. Nel derby sardo tra Pallavolo Sarroch e Pallavolo Olbia, s’è imposta la squadra di casa (prossimo avversario della VBA/Olimpia, sabato sera al PalaGiacomoCabras) per 3 a 1, ora alle spalle della squadra lagunare, al quinto posto, distanziata di 9 punti.

A Gorgonzola il migliore della VBA/Olimpia è stato l’opposto Mirco Dalmonte, autore di ben 29 punti, miglior realizzatore dell’intero incontro.

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La Scuola Civica di Politica “La città in comune”, in rete con altre cinque associazioni (Gennarta, Le dodici stanze dell’anima, Associazione Socio Culturale “Tutto cambia” – liberi di essere, Associazione di Promozione Sociale progettobarega.org, Umanità Nuova) insieme ad altre realtà associative che collaborano e a singole persone che hanno messo a disposizione le loro competenze, ha iniziato il cammino per la gestione biennale della chiesa del Salvatore e per la sua valorizzazione quale spazio sociale della comunità, con un bioaperitivo condiviso e un gioco partecipativo.

«La finalità di questo momento è la creazione di un gruppo affiatato e coinvolto in questo lavoro comune, con umiltà e piacere da parte di tutti – spiega Marina Muscas, rappresentante della Scuola civica di politica -. Ritrovarci fra “vicini” significa parlarci, sentirci vivi, costruire insieme; entrare in sintonia su cosa si intenda per biodiversità, sul valore dei luoghi e delle relazioni; chiacchierare e trovare fili da tessere, argomenti da scavare, valori concreti da abbracciare. Il tutto con l’apporto di diverse generazioni, anche dei bambini.»

Ecco perché, circa 60 persone si sono date appuntamento, condividendo del cibo autoprodotto con l’uso di ingredienti biologici locali ed erbe spontanee raccolte insieme. Le idee sono circolate e sono state sintetizzate attraverso un gioco di progettazione partecipata.

«Si tratta di un gioco ideato dalle associazioni che si occupano di cohousing a Milano – dice Stefania Casula, rappresentante del progetto Barega -. Non ha un carattere scientifico, ma serve a portare le persone a riflettere su tematiche contestualizzate. E’ una sorta di brain-storming strutturato, in cui ciascuno può esprimersi e arricchire gli altri.»

La chiesa della Salvatore, con la sua storia e il giardino intorno, è un luogo che richiama la semplicità, la piccola aggregazione, l’incontro tra diverse culture, l’utilizzo da parte della comunità di spazi agricoli. Conservare e valorizzare questo monumento significa dargli vita, seguendo un filo che intreccia la tradizione con l’innovazione.

Il progetto sta partecipando ad un bando nazionale. Tutti possono contribuire a votarlo.

https://community-fund-italia.aviva.com/voting/progetto/schedaprogetto/16-1081

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Donne in miniera tra passato e futuro. È il tema dell’incontro dibattito che l’associazione Amime (Associazione minatori memoria) organizza per l’8 marzo, alle 17.30, nella sala Remo Branca, in piazza Municipio, a Iglesias. Parteciperanno Anna Maria Landis, già preside dell’istituto minerario; Iride Peis, scrittrice; Chiara Firinu, vincitrice di vari premi di poesia sulle miniere; Elena Zillo, geologo e direttore concessioni minerarie Igea; Rita Ibba, prima minatrice Carbosulcis.

Coordinerà i lavori, la giornalista de L’Unione Sarda Stefania Piredda. 

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«Quello che sta succedendo al Centro per la Sclerosi Multipla del Binaghi è un esempio paradigmatico di quello che sta succedendo nella sanità sarda da tre anni a questa parte. Uno strisciante processo di progressiva riduzione dell’offerta, che avviene giorno per giorno, e ogni giorno una nuova cattiva notizia, piccola magari, che riguarda poche persone ma dannosa, sembra che si voglia andare verso una forma di eutanasia dolce.» La denuncia arriva da Michele Cossa e Franco Meloni, rappresentanti dei Riformatori sardi, annunciando la presentazione di un’interrogazione sull’argomento.

«Che si debbano interrompere servizi indispensabili per i malati – prestazioni ampiamente programmabili perché riguardano malati cronici  – è il segno di una inaccettabile sciatteria gestionale che ormai pervade il sistema, aldilà delle ridicole vanterie dell’assessore Arru e del suo presidente .- aggiungono Michele Cossa e Franco Meloni -. Possibile che non si riesca a rinnovare tempestivamente una semplice convenzione da pochi soldi? Possibile che si debba arrivare a interrompere un servizio ambulatoriale  così delicato? Possibile che nessuno si senta in dovere di far qualcosa o almeno di chiedere scusa ai pazienti?»

«Tutto questo rivela una grave carenza di governo generale del sistema, che a questo punto non riguarda più, o almeno non tanto e non solo, la Regione quanto l’ATS Sardegna e la sua articolazione  cagliaritana, la cosiddetta Area socio sanitaria. Chi vive tutti i giorni il dramma, le sofferenze  e le ansie di una patologia subdola come la Sclerosi Multipla sa cosa significa dover rinunciare a servizi come questi, ma chi non ha il problema non può permettersi il lusso o la crudeltà di ragionare solo in termini ragionieristici e prendere a cuor leggero decisioni disastrose per la gente. O ancora peggio, di ignorare per ignavia i problemi. Che fine ha fatto – concludono Michele Cossa e Franco Meloni – il supermanager venuto dal mare a “miracol mostrare”?»

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Il Cagliari sognava di bissare la vittoria sull’Inter ed ha finito col perdere male: 1 a 5. La squadra rossoblu ha retto un tempo, il primo, chiuso sotto di un goal, 1 a 2 (reti di Ivan Perisic e Éver Banega poco dopo la mezz’ora e goal di Marco Borriello al 41′, con un preciso colpo di testa), ma in avvio di ripresa, quando sperava di riuscire a partire forte e di rimettere in discussione il risultato, ha incassato subito il terzo goal, ancora di Ivan Perisic, autore di una doppietta, ed ha finito col mollare, subendo altri due goal, di Mauro Icardi su calcio di rigore e di Roberto Gagliardini.

La sconfitta con l’Inter, nonostante la dichiarata ambizione rossoblu della vigilia di puntare alla vittoria, ci sta, ciò che stona, ancora una volta, sono le proporzioni della sconfitta, la terza con 5 goal al passivo in casa (in precedenza 3 a 5 con la Fiorentina, prossimo avversario domenica 12 marzo a Firenze; 0 a 5 con il Napoli), la quarta in assoluto (1 a 5 a Torino con i granata).

La classifica è più che tranquilla, con la sconfitta del Palermo a Torino, il margine sulla terz’ultima posizione resta di 16 punti, quasi una certezza assoluta, ma certamente le sconfitte quando sono così pesanti bruciano tanto.

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Amara sconfitta per il Carbonia, a Terralba, contro la formazione di Sebastiano Pinna, 0 a 2, risultato identico a quello con il quale il Guspini Terralba si impose nella gara d’andata al “Carlo Zoboli”, il 6 novembre. La sconfitta è resa ancora più amara da alcune discutibili decisioni arbitrali che, nel secondo tempo, quando il risultato era ancora in bilico, per il goal realizzato da Angelo Marci alla mezz’ora su calcio di rigore, assegnato dal direttore di gara per un fallo di mano commesso in area da Claudio Cogotti su conclusione dello stesso giocatore, hanno portato alle espulsioni per somma di ammonizioni di Nicola Serra e Marco Foddi, oltre a quella del tecnico biancoblu Andrea Marongiu. E solo nel finale, in 11 contro 9, dopo che il Carbonia ha sfiorato più volte il pareggio, il Guspini Terralba ha realizzato il secondo goal che ha fissato il risultato sul 2 a 0, con Diego Flumini.

Il Samassi ha prontamente approfittato del passo falso del Carbonia (proprio come aveva fatto il Carbonia sette giorni fa quando i campidanesi hanno pareggiato a Oristano), superando il Selargius per 3 a 1 e lasciandosi alle spalle i minerari a 3 punti, mentre il Guspini Terralba è sempre terzo, ora a 6 punti dal Carbonia. Vittoria per 3 a 1 anche per il Seulo 2010, sulla Villacidrese.

La giornata ha confermato la crescita del Carloforte, passato sul campo del Sant’Elena per 2 a 0 ed ora al 7° posto, con 28 punti, un punto davanti al Siliqua, fermato sul 2 a 2 in casa su un Bari Sardo in continua crescita, e al Selargius, e due sul Sant’Elena. Ora la salvezza dei tabarchini è più vicina.

Chi invece dovrà soffrire per raggiungere la salvezza, è la Monteponi del neo tecnico Claudio Sanna che, dopo il ko di Carloforte, ha perso anche in casa contro la Frassinetti Elmas di Virgilio Perra, 0 a 1, e rimane ultima a due punti dalla Villacidrese e a tre punti dal Quartu 2000 che, dopo due umilianti sconfitte per 7 a 0 e 8 a 0, ha colto un prezioso pareggio, 3 a 3, sul campo della San Marco, ad Assemini. L’Arbus, infine, ha superato di misura la Tharros, per 1 a 0.

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Venerdì 3 marzo si è tenuta la conferenza socio-sanitaria composta dai Sindaci del territorio, che hanno incontrato la responsabile del ASS 7 Dott.ssa Maddalena Giua.

Ho rappresentato la necessità di completare il percorso di riorganizzazione sanitaria, rimodulando alcuni aspetti che hanno evidenziato criticità. Rivalutare gli organici non sulla base delle prestazioni erogate attualmente, ma sulla necessità di soddisfare richieste di prestazioni nel territorio, che attualmente sono soddisfatte presso altre strutture esterne, a causa dei lunghi tempi di attesa.

In particolare per il CTO:

• Completare al più presto il nuovo PS per eliminare i disagi attuali, ed offrire le migliaia di prestazioni, erogate ogni anno dagli operatori, in un ambiente moderno, spazioso ed accogliente.

• Istituire la Terapia intensiva potendo così trasferire la Rianimazione dal Santa Barbara, ottimizzando così la distribuzione degli operatori dell’Anestesia.

• Adeguare l’organico della U.O. della Medicina attualmente carente per il pensionamento di alcuni medici.

• Terminate le nuove sale operatorie, metterle finalmente in attività, con l’ adeguamento degli organici.

• Rivalutare l’ apertura 7 giorni su 7 della Chirurgia, implementando così le prestazioni chirurgiche in elezione, risparmiando così sulla mobilità passiva verso le strutture convenzionate.

• Eseguire i lavori previsti nel blocco vecchio per poter trasferire il laboratorio analisi.

• Iniziata l’ attività del nuovo reparto di Ostetricia e Ginecologia, che vede già in proiezione una crescita del numero dei parti, è necessario attivare la parto-analgesia, ormai richiesta da tante partorienti.

Altri temi sono stati affrontati quali:
• l’attivazione delle “Case della salute” per fornire prestazioni integrate nel territorio;
• il ripristino dell’attività h 24 del Servizio di emodinamica al Sirai con l’assunzione di nuovi medici;
• l’adeguamento del personale infermieristico e degli OOSS ed altro.

La riunione interlocutoria si è conclusa con l’impegno di riprendere un confronto continuo tra la nuova Dirigenza dell’ATS ed i Sindaci.

Emilio Gariazzo

Sindaco di Iglesias

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Un ironico e grottesco affresco della società – tra vizi e (rare) virtù – nell’Italia del primo Novecento con “Sorelle Materassi” – intrigante e originale pièce teatrale firmata da Ugo Chiti (uno dei più noti drammaturghi contemporanei) e liberamente tratta dall’omonimo e fortunato romanzo di Aldo Palazzeschi, in tournée nell’Isola sotto le insegne del CeDAC per la stagione 2016-17 de La Grande Prosa nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.

Sotto i riflettori due signore della scena come Lucia Poli e Milena Vukotić – protagoniste insieme a Marilù Prati e a un’affiatata compagnia (che comprende Gabriele Anagni, Sandra Garuglieri, Luca Mandarini e Roberta Lucca) per la regia di Geppy Gleijeses, incarnano i personaggi nati dalla penna del poeta e scrittore fiorentino, figura di spicco nella vivace e feconda stagione delle avanguardie letterarie del secolo breve.

Sorelle Materassi” debutterà -in prima regionale – martedì 7 marzo, alle 21.00, al Teatro Comunale di Sassari per approdare mercoledì 8 marzo, alle 20.45, al Teatro Centrale di Carbonia, giovedì 9 marzo, alle 20.30, al Teatro Eliseo di Nuoro e infine venerdì 10 marzo, alle 21.00, al Teatro Comunale Nelson Mandela di Santa Teresa Gallura.

Un “ritratto di famiglia” dipinto con sottile umorismo da cui emergono i caratteri di Teresa e Carolina Materassi, due mature signorine che grazie all’arte sapiente e al duro lavoro di ricamatrici son riuscite a conquistare il rispetto e perfino ad assurgere a una posizione di un certo prestigio presso la borghesia cittadina, ma son rimaste fin troppo ingenue e ignare del mondo, tanto da lasciarsi facilmente incantare dal fascino e dalla prestanza virile di un giovane nipote, apparso all’improvviso a sconvolgere la quieta routine delle loro esistenze. Il giovanotto, Remo, figlio di un’altra sorella morta ad Ancona, bello quanto spregiudicato, spiritoso e mondano, non si perita di approfittare della generosità e dell’indulgenza delle zie, fin troppo ben disposte nei suoi confronti e pronte a spendere fino all’ultimo centesimo dei risparmi di una vita di sacrifici per soddisfarne i capricci.

In quel gineceo – oltre alle due sorelle maggiori, e alla minore Giselda, da loro accolta dopo il fallimento del suo matrimonio (ormai disincantata e amareggiata), c’è pure la fedele domestica – il nipote per quanto superficiale, egoista, approfittatore, prodigo e dissoluto, porta una ventata di giovinezza, un’inattesa vivacità e quasi una promessa di felicità risvegliando desideri sopiti e dimenticati nel vuoto d’amore in cui le sue zie si erano ormai abituate a trascorrere i loro giorni. Egli finisce con l’incarnare – suo malgrado – il mito del superuomo celebrato nei fasti del Ventennio e le ricamatrici si fanno vestali di quel culto pagano, disposte a sperperare l’intero esiguo patrimonio per favorire l’ascesa mondana di quel giovane tanto pieno di spirito, immolandosi per veder splendere e accrescere la sua luce.

Feroce parodia della borghesia di provincia – con i suoi rigidi principi e valori morali, cui le sorelle Materassi si sono attenute per tutta una vita, soffocando in sé ogni impulso contrario e vincendo le proprie debolezze fino a mortificare la propria femminilità, dedicandosi interamente a comporre raffinati e preziosi corredi per le spose e eleganti parure di biancheria per le dimore delle agiate famiglie cittadine, il romanzo di Palazzeschi mette in ridicolo le ambizioni e le convenzioni, ma specialmente l’ipocrisia della società. La pièce riprende i velati toni satirici, lasciando affiorare attraverso le battute, le azioni e le situazioni, la dimensione dell’inconscio dei personaggi, i pensieri più segreti e inconfessabili, le intuizioni e le intenzioni, ma anche la magia di un gioco di finzione capace di mettere a nudo la verità.

Fotografia di un’epoca ricca di contraddizioni – tra la tradizionale morale cattolica e l’avvento della modernità, l’eco e le ferite della “grande guerra” che sconvolse l’Europa e la roboante propaganda del regime, ma anche la fervida temperie delle avanguardie che introdussero una nuova estetica e un’altra visione del mondo – “Sorelle Materassi” ripropone, rovesciandolo, un archetipo già presente in “Canne al vento” di Grazia Deledda. Il rimpianto di una giovinezza sfiorita all’ombra di un ferreo senso del dovere, ma anche del terrore dello scandalo, con l’obbligo di salvaguardare il buon nome della famiglia, si fa più acuto davanti alla consapevolezza delle gioie perdute, dell’inutilità di una rinuncia apprezzabile agli occhi del mondo ma grave di tutto il peso di una sconfinata infelicità.

Le “Sorelle Materassi” rappresentano – a loro insaputa – il simbolo di un’esistenza interamente trascorsa nel rispetto di nobili ideali uniti ad una certa accortezza negli affari, e solido senso pratico, ma comunque lontano dalle tentazioni del mondo, finché e quasi paradossalmente un’incarnazione della libertà non disgiunta da una certa sfrontatezza viene ad abitare sotto lo stesso tetto. Il fulgore della giovinezza maschera gli evidenti difetti del carattere, e le mature protagoniste si lasciano affascinare e come inebriare dal profumo di quell’inattesa primavera, sorde a ogni richiamo si concedono vaghi sogni se non desideri proibiti, pagando infine a caro prezzo la loro debolezza, fino a trovarsi sull’orlo del baratro, ma pur nella rovina risuona ancora tra i rimpianti e non senza malinconia l’eco di quella breve ma esaltante illusione di felicità.