22 December, 2025

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In Sardegna calano i consumi elettrici delle imprese e la produzione di energia fotovoltaica.

Se i primi segnano una sostanziale stabilità (-0,2%, 2015 su 2014), per i secondi la perdita del -3,8% (2015 su 2014) rappresenta una battuta d’arresto preoccupante per tutto il settore delle rinnovabili.

«Il primo dato è, purtroppo, legato strettamente alla crisi delle imprese – commenta Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – mentre il secondo è un campanello d’allarme da non sottovalutare perché nelle rinnovabili lavorano migliaia di addetti, e perché in queste fonti di energia alternativa si sta investendo tantissimo.»

I dati sull’energia consumata e prodotta in Sardegna tra il 2015 e il 2014, forniti da Terna, GSE e Istat, sono stati rielaborati da una indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna.

Come scritto, in Sardegna i GigaWatt consumati nel 2015 sono stati 6.037,9, in calo dello 0,2% rispetto al 2014. Il calo più marcato lo registra l’Industria con -0,9% contro la crescita del Terziario +0,9% .

A livello nazionale il settore è cresciuto dell’1,6%. Tra le regioni boom del Trentino con +4,5% mentre il peggior risultato, con -5,1%, è stato registrato in Puglia.

Tra le province sarde, importante crescita per Oristano (+5,9%) e debacle per Nuoro con -16,8%.

Segno negativo anche per la produzione di energia fotovoltaica: nel 2015 sono stati prodotti 916,7 GigaWatt in totale, il 3,8% in meno rispetto al 2014. Da segnalare la quota altissima di kilowatt prodotti per abitante: 553 contro una media nazionale di 378, che pone la nostra isola, in ogni caso, al settimo posto per la produzione di energia elettrica fotovoltaica per abitante (prima la Puglia con 900 e ultima la Liguria con soli 54).

Nelle province, boom di Oristano con 182,2 GigaWatt prodotti e ben 1.129 Watt prodotti per ogni abitante.

In ogni caso la Sardegna è la 4ª regione italiana con la più alta propensione alla produzione di energia da fonti rinnovabili al netto dell’idrico – data da fonte eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica e biomasse, inclusa la parte dei rifiuti non biodegradabili – con 1.083 Watt di potenza efficiente per abitante, dietro a Molise con 1.849 watt per abitante, Basilicata con 1.582 Watt per abitante e Puglia con 1.276 Watt per abitante.

«Quello delle energie rinnovabili è un sistema importantissimo perché alle imprese manifatturiere consente produzioni pulite e semi-indipendenti – continua la Folchetti – e a quelle dell’installazione e della manutenzione permette di avere un ampio bacino di interventi a garanzia di sistemi sempre efficienti.»

«Il settore dell’installazione e manutenzione – continua la presidente Folchetti – però è molto delicato e fragile, perché sottoposto costantemente alle repentine innovazioni, alle fluttuazioni del mercato elettrico, all’andamento delle imprese e dei consumi domestici.»

Per questo, Confartigianato Sardegna ritiene molto importante il bando della Regione, pubblicato alla fine di novembre, riguardante l’efficientamento energetico delle imprese, attraverso il quale l’assessorato dell’Industria ha stanziato 2,5 milioni di euro per azioni di Audit sulle attività produttive, ovvero per conoscere come e quanta energia viene consumata e quali interventi migliorativi possono essere attuati.

«Da ciò che abbiamo saputo – continua la Folchetti – le aziende stanno rispondendo massicciamente a questo bando e ciò è positivo e rappresenta la voglia di crescere e migliorare. Speriamo che tutte le richieste possano essere soddisfatte.»

Un’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato di pochi mesi fa, indicava in 2.540 le imprese potenzialmente interessate dalle fonti rinnovabili. Protagoniste di tale filiera, rappresentandone il 94,3%, sono le 2.396 imprese operanti nell’Installazione di impianti elettrici che fanno per l’appunto parte dei Lavori di costruzione specializzati.

A livello provinciale, le imprese della filiera delle rinnovabili (FER) sono maggiormente presenti nel territorio di Cagliari dove, nel 2015, se ne contavano 1.157 pari al 45,5% delle FER presenti in tutta la regione, seguita da Sassari con 838 imprese FER pari al 33,0% del totale regionale, da Nuoro con 338 imprese FER pari al 13,3% del totale regionale e Oristano con 208 imprese FER pari all’8,2% del totale regionale.

«Per proseguire la crescita di questo “sistema” – sottolinea ancora la presidente Folchetti – è necessario garantire maggiore stabilità al settore, anche mediante la rimodulazione degli incentivi con percentuali che dovrebbero variare in funzione dei risparmi energetici effettivamente conseguibili dai singoli interventi».

«Incentivare gli investimenti nella filiera FER – conclude la Folchetti – è un punto fondamentale per il futuro dell’intero comparto dell’edilizia green, con ricadute importanti sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale degli edifici, sia dell’occupazione nel settore edile in generale.»

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, sollecita l’approvazione di misure urgenti per sostenere il comparto agrozootecnico.

«Non si può tollerare che il prezzo del latte per gli allevatori non arrivi neppure a coprire le spese minime – sottolinea Gianluigi Rubiu -. Si tratta di un’emergenza economica per la Sardegna. L’oro bianco dell’Isola deve essere protetto e tutelato. Basta ambiguità e salti nel buio, si convochi immediatamente la quinta commissione regionale (attività produttive e agricoltura), con un tavolo di confronto che veda coinvolti gli attori protagonisti i pastori, rappresentati dalla neo costituita organizzazione interprofessionale specifica per il latte ovicaprino -. Proporremo alla Regione – aggiunge Gianluigi Rubiu – di ripristinare il prestito di conduzione alle aziende agro zootecniche oggi in forte difficoltà, in modo da evitare che gli allevatori siano ostaggio degli industriali. La Regione trovi le risorse, pari a circa 40 milioni di euro, per azzerare i depositi di prodotto e acquisire quindi le scorte di formaggio nei caseifici isolani. Soluzioni che consentirebbero di uscire da una crisi senza precedenti a causa del basso costo del latte pagato agli allevatori.»

Con i portatori d’interesse – conclude Gianluigi Rubiu – ovvero allevatori, industriali, mondo della cooperazione si mettano in campo tutte le proposte per contrastare il declino del comparto. La politica sarda non può abbandonare il mondo agropastorale. Sarebbe  un ulteriore fallimento di questa maggioranza. Sul latte e sul formaggio prodotto ruota la vera economia della Sardegna, con un indotto economicamente straordinario, visto che il mondo agricolo rappresenta la nostra storia, cultura e tradizione.»

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Il Consiglio regionale si riunisce alle 16.00 per l’esame del disegno di legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio 2017. I capigruppo, riuniti sotto la presidenza di Gianfranco Ganau, hanno deciso di portare all’esame dell’Assemblea anche la mozione 260 (Satta e più) «sulla grave situazione che sta attraversando il settore lattiero-caseario e il sistema delle cooperative casearie per la mancata vendita delle giacenze» e tutti gli altri provvedimenti sullo stesso argomento e, se licenziato dal collegio dei questori,  il bilancio del Consiglio. 

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Accordo tra il Comune di Teulada e il Marina di Teulada per implementare i servizi del porto.

«Il Marina di Teulada verrà finalmente dotato dei servizi di un moderno Marina per intercettare nuovi flussi di turismo nautico qualificato», così Mauro Scali, amministratore delegato della società di gestione dello scalo teuladino, ci racconta le novità che interessano il porto turistico ubicato nel sud della Sardegna.

«Attraverso una partnership con i migliori operatori locali – prosegue Scali – il Marina si doterà di tutti i servizi fondamentali per una clientela sempre più esigente, come l’officina meccanica, il market, la lavanderia, il servizio noleggio veicoli elettrici, il servizio di concierge ed il punto di ristoro con i migliori prodotti della zona. Inoltre, grazie ad una forte collaborazione con l’amministrazione comunale di Teulada e la Regione Sardegna, sono previsti per il 2017 importanti interventi finalizzati a migliorare e rendere ancora più sicura l’infrastruttura.»

«Questi sviluppi – dice il presidente della Marina di Teulada srl, Massimiliano Arrus – sono frutto del rapporto costruttivo con l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Daniele Serra, che esprime grande soddisfazione per il recente accordo stipulato con la società di gestione, convinto che la portualità turistica possa rappresentare un volano in grado di generare un significativo indotto economico per il territorio.»

Marina di Teulada fa parte del gruppo Marinedi, realtà nazionale che promuove la creazione, la gestione e il rafforzamento di una rete portuale turistica mediterranea, ossia un sistema di Marina interconnessi in grado di erogare servizi di alta qualità.

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La Regione Sardegna parteciperà anche quest’anno alla Bit, Borsa Internazionale del Turismo, con un proprio spazio espositivo. L’edizione 2017 della BIT di Milano si terrà presso la nuova sede di Fieramilanocity e Mi.Co. da domenica 2 aprile 2017 a martedì 4 aprile 2017.
All’interno dello stand Sardegna, riservato agli operatori, si svolgerà il workshop del Buy Italy e del Buy Club secondo il seguente programma:
– domenica 2 aprile apertura al pubblico e agli operatori professionali;
– lunedì 3 e martedì 4 aprile riservato agli operatori professionali.
Saranno ammesse alla partecipazione un numero massimo di 70 imprese secondo le seguenti tipologie:
– tour operator
– trasporto vettori
– ricettività
– altro
Lo stand della Regione ospiterà un massimo di 70 imprese, per le quali la quota di partecipazione è di 200 euro per singola azienda, cui dovranno essere aggiunte le spese di viaggio, vitto e alloggio del personale.
Gli operatori turistici che vogliano essere ospitati all’interno dello spazio espositivo della Regione dovranno farne richiesta entro entro le ore 12.00 del 23 gennaio 2017.
Per ulteriori informazioni è possibile inviare un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica: tur.promozione@regione.sardegna.it .

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Il termine “meningite” si riferisce a una condizione clinica di gravità variabile, che, soprattutto, può essere determinata da germi assai vari che colpiscono in maniera episodica, difficilmente prevedibile, attraverso contatti/portatori sani, la cui identificazione è importantissima per sviluppare azioni di contenimento della diffusione dei germi stessi.
Possono causare la meningite batteri come il meningococco (di vari ceppi, come il tipo B e il tipo C, molto aggressivo, di recente e alta visibilità nelle cronache a causa della sua concentrazione in Regione Toscana e della sua letalità, oppure altri tipi come A, Y, W135), lo pneumococco (l’agente della polmonite invasiva), l’emofilo influenzale, ma anche il bacillo della tubercolosi, così come stafilococchi, streptococchi e batteri coliformi (batteri comuni, ma con aggressività variabile, spesso secondo le condizioni di salute della persona colpita), che però non danno origine alla malattia nella sua forma invasiva.
Nel 2016 sono stati segnalati 178 casi di meningite da meningococco, con un’incidenza in lieve aumento rispetto al triennio 2012-14, ma in diminuzione rispetto al 2015. Ciò è dovuto alla presenza in Toscana di una trasmissione più elevata che nel resto d’Italia, dove la situazione è costante, soprattutto per quanto riguarda l’infezione da meningococco di tipo C negli adulti già notata nel corso del 2014.
Il numero totale dei casi di meningite, dovuti, quindi, anche agli altri germi indicati, è passato da 1.479 nel 2014, a 1.815 nel 2015 e a 1.376 nel 2016, quindi con una discreta diminuzione rispetto al biennio passato. Per esempio, si sono verificati 940 casi di meningite da pneumococco nel 2016 (rispetto ai 1.256 casi del 2015) e 80 da emofilo (rispetto ai 131 del 2015): come si vede una tendenza in diminuzione.
E’ anche da dire che la letalità della meningite è di circa il 10% nei casi dovuti a pneumococco (98 deceduti su 940 pazienti nel 2016) e di circa il 12% nei casi da meningococco (21 su 178 pazienti), che aumenta al 23% nel caso in cui il ceppo di meningococco sia il C (13 su 51 pazienti).
Non si intende certamente minimizzare la gravità, spesso, della patologia, ma semplicemente riportare la questione entro i parametri della documentazione oggettiva.
Al momento non esiste alcuna situazione epidemica, la circolazione dei germi che causano la malattia è nella norma attesa in linea coi numeri degli ultimi anni, il presidio preventivo rappresentato dalla vaccinazione è disponibile per le classi di età a rischio e per le persone che presentano rischi particolari di contrarre una malattia invasiva grave e sarà in distribuzione gratuita secondo le previsioni del nuovo Piano nazionale, inserito per questi motivi nei Livelli Essenziali d’Assistenza che il Sistema Sanitario Nazionale eroga. I nostri ospedali e i nostri medici garantiscono comunque e sempre un’assistenza e una terapia di primissimo ordine ai pazienti che vengano ricoverati per meningite.
Il Ministero sta operando per garantire il consolidamento della copertura vaccinale, a supporto delle Regioni, anche con studi e ricerche che possano chiarire i meccanismi di trasmissione e di virulenza dei germi.
Questo non significa non essere attenti e non garantire interventi tempestivi e mirati ogni volta che si verifichi una caso di meningite, così come non ci si stancherà mai di raccomandare la vaccinazione secondo la scheda vaccinale nazionale in corso di pubblicazione, ma è altrettanto vero che l’opinione pubblica deve poter comprendere con precisione quali siano i rischi e quali siano i comportamenti da tenere, escludendo ogni ingiustificato allarmismo.
Per quanto riguarda il meningococco di tipo C, il più letale, le cifre dicono che ha causato 36 decessi negli ultimi quattro anni, in una popolazione di quasi 65 milioni di persone. Considerando tutti i ceppi di meningococco che danno la meningite, non si supera il 10% della letalità, anche in questo caso con 711 casi nel quadriennio (178 nel 2016) e 77 decessi registrati complessivamente (17 nel 2016). Se consideriamo l’intero quadriennio analizzato (dal 2013 al 2016), abbiamo 629 decessi per meningite da qualsiasi causa, a fronte di 6786 pazienti diagnosticati.
Per dare un’idea comparativa, i decessi da incidente stradale nel nostro Paese sono stati 3.419 solo nell’anno 2015.

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Sono state approvate, su proposta dell’assessore Massimo Deiana, le linee di indirizzo strategiche per il nuovo bando sulla continuità territoriale aerea. Il provvedimento riguarda i collegamenti da Alghero, Olbia e Cagliari per Roma-Fiumicino e Milano-Linate. Il documento, nato dopo un lungo e complesso lavoro di elaborazione tecnica e di condivisione con tutti i portatori di interesse, sarà inviato in Consiglio regionale per l’acquisizione del parere della IV Commissione. I dettagli saranno presentati alla stampa nei prossimi giorni.

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Su proposta di delibera dell’assessore della Pubblica Istruzione Claudia Firino, la Giunta regionale ha approvato le linee guida del Piano di dimensionamento scolastico e dell’offerta formativa per l’anno 2017/2018. Sulle scelte dell’Esecutivo guidato da Francesco Pigliaru, nelle scorse settimane si sono sviluppate forti contestazioni da parte delle opposizioni che hanno annunciato battaglia in Consiglio regionale.

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La Giunta regionale, riunita a Villa Devoto con il vice presidente Raffaele Paci, su proposta dell’assessore Cristiano Erriu ha deliberato ieri lo scioglimento del Consiglio comunale di Arzachena, in seguito alle dimissioni del sindaco Alberto Ragnedda. Il presidente Francesco Pigliaru ha firmato il decreto di nomina del commissario straordinario per la provvisoria gestione del Comune. L’incarico è stato affidato a Antonella Giglio.

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Ieri mattina, nella sede dell’assessorato regionale del Lavoro, in via San Simone a Cagliari, l’assessore Virginia Mura ha incontrato il responsabile della direzione regionale dell’Inps Maurizio Emanuele Pizzicaroli, per fare il punto sulla chiusura dei pagamenti della Mobilità in deroga per l’annualità 2014.
«Siamo riusciti a far sì che i fondi Fsc possano essere utilizzati per far fronte a situazioni di lavoratori in difficoltà – ha commentato il presidente Pigliaru -. Ciò è stato possibile grazie agli accordi con il Governo, che ci permettono la riprogrammazione di queste specifiche risorse. Abbiamo quindi potuto destinarle dove realmente servono, con risultati concreti come questo.»
È la tappa finale del lungo percorso che ha visto la Regione intraprendere, nell’ultimo biennio, una complessa trattativa con il Governo per ottenere le risorse necessarie alla chiusura di questa partita. Si tratta di 45 milioni di euro già previsti nel Patto per la Sardegna. Grazie a queste risorse si può ora procedere al pagamento delle residue mobilità in deroga del 2014 a circa 12.000 lavoratori che attendono ancora il saldo delle indennità.
L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha già avviato la lavorazione delle pratiche, per esitare le quali è stata attivata una task force regionale, dedicata esclusivamente a questa partita. I pagamenti ai beneficiari inizieranno la settimana prossima, i primi accrediti delle somme saranno disponibili a partire da lunedì 23 gennaio. I pagamenti avverranno secondo l’ordine di anzianità anagrafica, così come concordato, a suo tempo, con le Parti Sociali. Gli interessati in possesso delle credenziali per l’accesso al portale Inps potranno verificare online lo stato di avanzamento della propria pratica.
«Oltre ad aver risolto la spinosa vicenda della Mobilità in deroga 2014 – ha detto l’assessore del Lavoro Virginia Mura -, assicuro la mia massima attenzione per dare risposta agli altri lavoratori delle aree di crisi complessa e non complessa, per i quali abbiamo lavorato con impegno insieme alle Parti Sociali alla fine dell’anno passato, raggiungendo l’obiettivo di estendere gli ammortizzatori sociali ai lavoratori, in vista della ripresa produttiva delle aziende di cui sono dipendenti.»
Contemporaneamente – infatti – procedono le lavorazioni per le annualità 2015 e 2016 della mobilità in deroga nelle aree di crisi complessa e non complessa della Sardegna, a seguito dell’Accordo siglato dalla Regione e dalle Parti Sociali il 16 novembre del 2016, che valorizzava la possibilità eccezionale offerta dal Governo alla Regione di estendere la copertura degli ammortizzatori sociali in deroga in quelle aree, fino al 50% delle risorse già ad esse assegnate, superando i limiti preesistenti.