23 December, 2025

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«L’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu deve revocare la gara d’appalto per il servizio di vigilanza nelle Asl e nelle pubbliche amministrazioni: determinerà un taglio delle retribuzioni che porterà molti stipendi a 6/700 euro al mese, un nuovo sottoproletariato indegno di un paese civile». A dirlo è il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa.

«Forse la Giunta Pigliaru vuole ampliare la platea delle famiglie che saranno costrette a chiedere l’elemosina di cittadinanza; ed è la ulteriore dimostrazione che, come diceva Montanelli, la sinistra ama così tanto i poveri che cerca sempre di aumentarne il numero – aggiunge Michele Cossa. -, ma stavolta hanno superato il limite della decenza, soprattutto dopo che il Consiglio regionale, ben prima che venisse bandita la gara, aveva approvato la risoluzione n. 12/2015, che mirava proprio ad evitare che si potessero creare situazioni di questo genere, già viste l’anno scorso con l’appalto di vigilanza degli uffici regionali, che ha messo in ginocchio decine di lavoratori.»

«La Giunta ponga riparo a questa vergogna, che forse è in linea con i valori del PD ma che rappresenta – conclude Michele Cossa – un insulto alla Costituzione repubblicana e alla dignità persone.»

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E’ iniziata presto la giornata odierna al ventinovesimo festival Time in Jazz, che si preannuncia come sempre fitta di appuntamenti: alle 9.00 del mattino a Berchidda, nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano (patrono del paese), messa musicata “Lucia e gli occhi santi”, dedicata alla santa compatrona di Berchidda e, per i devoti, protettrice degli occhi e della vista. Ad accompagnare la funzione religiosa, il flicorno dell’enfant du pays Paolo Fresu e il Quartetto Alborada: Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola, Piero Salvatori al violoncello. Nato nel 1996, il complesso d’archi ha un repertorio che, accanto alle composizioni originali per l’ensemble, privilegia la musica barocca e del Novecento con particolare attenzione per gli autori minimalisti. L’incontro fra Paolo Fresu e il Quartetto Alborada, già apprezzato in tante occasioni, è la testimonianza della poliedricità del trombettista di Berchidda, sempre pronto a misurare la sua ormai riconosciuta freschezza e naturalezza artistica con un mondo “classico” che ha reso proprio nella sua originale interpretazione.

Per Paolo Fresu altro impegno a mezzogiorno nella suggestiva cornice del Castello Doria a Chiaramonti, dove incontra il polistrumentista Mino Cinelu che così, dopo il duo della sera prima con Rita Marcotulli, sarà parte di un nuovo, inedito dialogo in musica. Classe 1957, natali francesi con radici paterne in Martinica, Cinelu è un musicista eclettico, che ha collaborato con nomi del calibro di Miles Davis, Weather Report, Herbie Hancock, Stevie Wonder e Lou Reed, tra i tanti, costruendo la sua fama sulla facilità di confrontarsi con un’ampia gamma di stili. Compositore, produttore e band leader, alla testa del World Jazz Ensemble dimostra la sua maturità artistica e la passione per le nuove sonorità, un’attitudine propria anche di Paolo Fresu, che, partendo dai territori del jazz è sempre capace di andare oltre le convenzioni di genere entrando in sintonia con musicisti provenienti da contesti eterogenei, dal pop alla musica tradizionale, dalla musica colta alla canzone d’autore.

Nel pomeriggio (ore 18.00), all’indomani della sua esibizione in piano solo a Telti, torna in azione anche Stefano Battaglia, stavolta a Tula, nella chiesa medievale di Santa Maria di Coros, e alla testa del suo collaudatissimo trio, con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria. Una formazione che respira all’unisono sulle ali del massimo interplay, protagonista degli ultimi tre album pubblicati dal pianista milanese per l’etichetta ECM: “The River Of Anyder”, “Songways” e “In The Morning”; un tributo, quest’ultimo, al compositore americano Alec Wilder (1907-1980), sulla cui opera Stefano Battaglia ha lavorato per anni, spaziando in modo trasversale dalle popular songs alle art songs, dalla musica per il teatro all’opera, dalla night music ai lavori per l’infanzia.

Altre sonorità e atmosfere, alle 21.30 in piazza del Popolo a Berchidda, con il progetto Last of songs della cantante (e attrice) Irit Dekel e del polistrumentista Eldad Zitrin (fisarmonica, tastiere, chitarra), qui affiancati da Adi Hartzvi al contrabbasso e Elad Cohen Bonen alla batteria e alle percussioni. Un sodalizio nato nel 2011, quello tra i due artisti israeliani, e approdato l’anno scorso al primo, omonimo album: un disco caratterizzato dalla riuscita combinazione di differenti stili e colori musicali – jazz, folk contemporaneo, pop tradizionale -in una originale rilettura di canzoni classiche come “Willow Weep For Me”, “Bye Bye Love”, “You Don’t Know What Love Is”, “Good Morning Heartache”, tra le altre.

Poi, nella seconda parte della serata, sul palco di Berchidda piazza le tende Bombino con il suo desert blues. Goumar Almoctar, questo il nome all’anagrafe del chitarrista, è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell’Africa, nella tribù dei Tuareg Ifoghas, in lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo. Bombino si rifà alle sonorità tipiche degli anni Sessanta e Settanta, da Jimi Hendrix a Jimmy Page, inserendole in un contesto rock-blues di matrice americana arricchito da vocalismi in Tamasheq, la lingua Tuareg; le sue melodie elettrizzanti trasudano un groove irresistibile, una versione del blues densa e magmatica. Tre gli album all’attivo: “Agadez”, del 2011, seguito nel 2013 dall’acclamatissimo “Nomad” e quest’anno da “Azel”, registrato a Woodstock: un vero e proprio sogno diventato realtà per un artista che considera Jimi Hendrix e Carlos Santana tra le sue maggiori fonti di ispirazione. Con Bombino, oggi sul palco di Berchidda, saliranno Avi Salloway alla chitarra, calabash e voce, Youba Dia al basso e voce, e Corey Wilhelm al djembe.

Spenti i riflettori in piazza del Popolo, la vigilia di Ferragosto riserva un fine serata scoppiettante al Parco della Musica di Berchidda con le due formazioni del paese a base di fiati: la Banda Bernardo De Muro di Berchidda e la Funky Jazz Orkestra. La scaletta prevede una prima parte con la Funky Jazz Orkestra alle prese con la “Freesuite”, un’idea originale del suo direttore Antonio Meloni e di Paolo Fresu, incentrata su brani scelti prevalentemente dal repertorio del quintetto storico del trombettista, debitamente arrangiati e rivisitati su misura delle caratteristiche espressive e tecniche dei ventidue elementi della formazione berchiddese. Sarà poi la volta della Bernardo De Muro, la “storica” banda del paese, nata nel 1913, fucina per giovani talenti, compreso Paolo Fresu, che ancora undicenne ha mosso tra i suoi ranghi i primi passi nella musica. Previsti anche momenti in cui i due organici suoneranno insieme, e la partecipazione di solisti ospiti tra cui il trombonista Salvatore Moraccini e lo stesso Fresu.

Funky Jazz Orkestra (foto Roberto Cifarelli)

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Alborada e Paolo Fresu Banda B.Demuro 001 10.08.2009 (P.Ninfa) Mino Cinelu Bombino (m)

Paolo Fresu _2015 (ph © Roberto Cifarelli1905)

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Stefano Battaglia Trio (foto@Caterina Di Perri)04

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Seconda serata, a Nureci, per Mamma Blues, la tre giorni dedicata alla musica del diavolo in programma fino a Ferragosto nel centro dell’Alta Marmilla a chiusura della diciottesima edizione del Festival Dromos. Oggi l’Arena Mamma Blues accoglie Pat Thomas, la “Golden Voice Of Africa”, in concerto (alle 22) con la Kwashibu Area Band, formazione guidata dal polistrumentista Kwame Yeboah e dal sassofonista Ben Abarbanel-Wolff al sax, con Philip Sindy alla tromba, Emmanuel Opoku Ware alle tastiere e alla chitarra, Emmanuel Ofori al basso, Prince Larbi alla batteria ed Eric Owusu alle percussioni. Prima di salire sul palcoscenico un altro appuntamento attende il cantante ghanese: uno spazio di confronto con il pubblico alle 20.00 alla Corte Saba.

“Prima rock star” del Ghana, Pat Thomas è una delle figure centrali di quella generazione di musicisti che negli anni Sessanta e Settanta diedero nuova linfa all’highlife – il genere musicale nato agli inizi degli anni Cinquanta, e caratterizzato dal connubio tra ritmi tradizionali, influssi caraibici e strumenti occidentali -, innestando nuovi arrangiamenti e contaminazioni con l’Afrobeat, le sonorità afro-disco e i fiati del jazz. Fondamentale, all’inizio della sua carriera, l’incontro con il chitarrista, compositore, arrangiatore, bandleader e produttore Ebo Taylor, altro protagonista della scena musicale ghanese già dalla fine degli anni Cinquanta.

Quest’ultimo compare anche nel nuovo disco di Pat Thomas, uscito la scorsa estate per l’etichetta di culto londinese Strut e realizzato con la Kwashibu Area Band con la collaborazione di un altro nome di spicco della musica africana, il batterista nigeriano Tony Allen (anche lui ospite di Dromos lo scorso 6 agosto a Baratili San Pietro). Il lavoro discografico ripercorre i quasi cinquant’anni di musica del cantante ghanese, donando nuova luce a un importante percorso culturale, e proiettandolo verso il futuro.  

A precedere il concerto di Pat Thomas & Kwashibu Area Band, nella prima parte della serata all’Arena Mamma Blues riflettori puntati su Moses Concas, il ventiseienne musicista sardo vincitore quest’anno di Italia’s Got Talent, con la sua straordinaria combinazione di armonica a bocca e beatbox che ha conquistato il cuore dei giudici e degli spettatori. Al talent televisivo è approdato dopo anni di pratica, due dei quali passati a Londra, la città dove vive. 

Il dopofestival nei Giardini del Sottomonte, intorno alla mezzanotte, vede invece di scena il Rubens Power Trio. Il gruppo isolano, formato da Rubens Massidda alla voce e alla chitarra, Mauro Mulas all’organo hammond e Matteo Ledda alla batteria, propone un repertorio a base di rock and blues, con rivisitazioni del grande Robert Johnson, dei maestri del Chicago blues come Muddy Waters, John lee Hoocker e Little Walter, e di formazioni degli anni Sessanta come i Cream e la Jimi Hendrix Experience. 

Lunedì (15 agosto) il gran finale di Dromos nella notte di Ferragosto è con una star internazionale del calibro di Sarah Jane Morris. La cantante inglese incontra il pubblico alle 20.00 alla Corte Saba e alle 22.00 sale sul palco dell’Arena Mamma Blues, accompagnata da Tony Remy alla chitarra, Alastair Gavin alle tastiere, Henry Thomas al basso e Liam Genockey alla batteria. Apertura di serata e dopo festival con il blues, le sonorità funk e la black music dei Bad Blues Quartet, formazione cagliaritana che riunisce cantante Eleonora Usala, Federico Valenti alla chitarra, Simone “Speemo” Arca al basso e Francesco “Frank” Stara alla batteria.

Martedì (16 agosto) un ulteriore appuntamento fuori programma: la band romana Fleurs du Mal in concerto alle 19 (ad ingresso gratuito), nella piscina dell’Arena Mamma Blues.

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Nuovo appuntamento, domenica sera, per tutti gli amanti del divertimento e dello swing: Paolo Belli arriva al Palapaise di Carloforte (Via Pianosa ex campo sportivo Pino Solitario) in occasione del “Carloforte Summer Festival”, kermesse musicale organizzata dal Comune di Carloforte, con #sialodatalamusica, il Tour 2016.

Lo spettacolo di Paolo Belli e Big Band è ritmo coinvolgente e puro divertimento, un mix vincente fatto di musica e gag esilaranti che coinvolgono i suoi musicisti sul palco ma anche il pubblico presente in piazza. Non un semplice concerto, ma un vero e proprio show, condito dallo stile inimitabile ed inconfondibile di Paolo, fatto di swing travolgente e tanto divertimento. Non mancano inoltre gli omaggi ad alcuni maestri che hanno influenzato la sua carriera, tra i quali Renato Carosone, Enzo Jannacci e Paolo Conte. Al tour di #sialodatalamusica il compito di ripetere il successo delle tournée che negli ultimi anni lo hanno visto protagonista sui palchi di tutta Italia, con un crescente apprezzamento di pubblico e critica, arrivando a segnare nel 2015 la cifra “record” di 50 date nei 12 mesi. 

Anche questo nuovo tour ha una forte componente “social”, grazie a foto e dirette video postate su Facebook e Twitter in tempo reale.

La big band di Paolo Belli è composta da: Mauro Parma (batteria), Enzo Proietti (piano e hammond), Gaetano Puzzutiello (contrabasso e basso), Peppe Stefanelli (percussioni), Paolo Varoli (chitarre e banjo), Pierluigi Bastioli (trombone e basso tuba), Nicola Bertoncin(tromba), Daniele Bocchini (trombone), Gabriele Costantini (sax contralto e tenore), Davide Ghidoni (tromba) e Marco Postacchini (flauto, sax baritono e tenore).

Info biglietti: Platea 17,50 € – Tribuna 22,50 € – Acquisti online www.boxofficesardegna.it – Infopoint Comune di Carloforte Piazza Carlo Emanuiele III.

ph©campanini/baracchi

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Galleria Henry 1

Dopo l’annunciato passaggio di Porto Flavia al comune di Iglesias, Galleria Henry passerà al comune di Buggerru. «In questi giorni si è tanto parlato della Galleria Henry e del trasferimento della proprietà al comune di Buggerru – scrive il sindaco di Buggerru, Laura Cappelli, nel suo profilo facebook -. Non appena l’atto verrà formalizzato, è intendimento dell’Amministrazione, porre in rete sia la Galleria, sia il Museo del Minatore».
«Le due strutture dovranno lavorare parallelamente, in quanto l’attrattiva creata dalla notorietà della Henry verrà “sfruttata” per far conoscere ai tanti visitatori, il nostro Museo del Minatore – aggiunge il nuovo sindaco di Buggerru -. Sabato 13 agosto, alle ore 21,30, il Museo aprirà al pubblico, per esporre un lavoro consistente nel recupero di decine di disegni realizzati dai tecnici delle miniere e salvati in maniera del tutto occasionale. La mostra – conclude Laura Cappelli – è curata dal nostro assessore della Cultura, Simona Spada, la quale, con il prezioso aiuto dei consiglieri, dell’ingegner Stefano Massole e del signor Carlo Plaisant, ha svolto un lavoro interessante e prezioso.»

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Uno dei sassofonisti più importanti della scena jazzistica internazionale tiene banco a Berchidda nella sesta giornata di Time in Jazz. Charles Lloyd è l’atteso protagonista della serata di domani (sabato 13) in piazza del Popolo, “palco centrale” del festival ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale (ma con appuntamenti sparsi anche in altri centri del nord Sardegna). Classe 1938, direttore musicale nel gruppo di Chico Hamilton e poi compagno di band di Cannonball Adderley nei primi anni Sessanta, Charles Lloyd ha guidato nella seconda metà di quel decennio una formazione storica (con un giovanissimo Keith Jarrett, tra gli altri membri) che ha registrato uno dei primi album jazz a vendere oltre un milione di copie (“Forest Flower”, 1967). Praticamente assente dalla scena jazz negli anni Settanta, il sassofonista compare invece in dischi dei Doors, dei Canned Heat e dei Beach Boys. Avvicinato dal pianista Michel Petrucciani nel 1981 riprende a suonare per due anni, per poi ritirarsi di nuovo. Torna a esibirsi occasionalmente nel 1987 e 1988, poi nel 1989 ricomincia a girare. Inizia anche a registrare per l’ECM, inaugurando una lunga serie di dischi in cui figurano musicisti come Bobo Stenson, Billy Hart, Billy Higgins, John Abercrombie, Brad Mehldau, Geri Allen, Zakir Hussain. Uscito lo scorso gennaio per la Blue Note, “I Long To See You”, la sua più recente fatica discografica, lo vede in compagnia, tra gli altri, del chitarrista Bill Frisell. Jason Moran al pianoforte, Harish Raghavan al contrabbasso e Eric Harland alla batteria sono invece i membri del suo quartetto di scena nel secondo set di domani (sabato 13) a Berchidda.

A precedere il concerto Charles Lloyd, la prima parte della serata, con inizio alle 21.30, propone una produzione originale del festival con l’inedito incontro tra due musicisti dalle diverse esperienze e provenienze artistiche: la pianista romana Rita Marcotulli, nome di primo piano della scena jazzistica italiana, e l’eclettico polistrumentista francese, con radici in Martinica, Mino Cinelu. Un duo che promette sorprese, sull’onda della vocazione alla sperimentazione e all’interplay che caratterizza entrambi. Partita da studi classici per approdare al jazz, Rita Marcotulli raggiunge presto il successo grazie al suo stile intimo e allo stesso tempo capace di amplificare le emozioni, che la porta a calcare le scene internazionali accanto a jazzisti come Jon Christensen, Palle Danielsson, Peter Erskine, Joe Lovano, Michel Portal, Enrico Rava, Pat Metheny, Billy Cobham. Originario della Martinica, Mino Cinelu è un artista dai molti talenti, come testimonia anche il lungo e prestigioso elenco delle sue collaborazioni, in studio di registrazione e sul palco, con artisti di ambiti diversi (jazz, funk, rap, electro, flamenco e pop) e del calibro di Miles Davis, Weather Report, Herbie Hancock, Sting, Lou Reed, Antonio Carlos Jobim, Brandford Marsalis, Cassandra Wilson, Dizzy Gillespie, Elton John, Gato Barbieri, Gil Evans, Kenny Barron, Laurie Anderson, Pat Metheny, Pino Daniele, Richard Galliano, Stevie Wonder, Wayne Shorter, Zucchero, per fare qualche nome. 

Rita Marcotulli arriverà all’appuntamento serale in piazza del Popolo reduce dall’altro impegno che la attende invece in mattinata, a mezzogiorno, nei pressi di Loiri San Paolo, sulla spiaggia di Porto Taverna, con il progetto BAM, acronimo ricavato dalle iniziali dei tre componenti dell’organico: l’eclettico contrabbassista pugliese Marco Bardoscia, il versatile quartetto d’archi Alborada (Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al violoncello) e appunto, Rita Marcotulli. Un progetto nato da un’idea di Bardoscia e della violinista Sonia Peana, e che si muove, originariamente, intorno a brani dello stesso contrabbassista e adattamenti studiati per questa formazione, per arrivare a composizioni della Marcotulli e del quartetto Alborada, lasciando spazio anche all’improvvisazione. Le diverse fonti musicali si fondono per dare spazio a qualcosa di nuovo, fresco e originale, tra sonorità macedoni, isolane e mediterranee, che emergono naturalmente e senza forzature, sottolineando l’essenza stessa di ogni componente: il quartetto d’archi svolge un ruolo di sostegno ai solisti e, al tempo stesso, è anche una terza entità musicale autonoma.

Nel pomeriggio il festival fa tappa a Telti, dove, alle 18.00, nella chiesa di Santa Vittoria, è di scena un altro nome di spicco della scena jazzistica italiana, Stefano Battaglia, con un programma di improvvisazioni al piano che, sotto il titolo “Questo ricordo lo vorrei raccontare”, ripercorre in musica l’opera del fotografo Mario Giacomelli (1925-2000), ispirata dai versi di poeti come Emily Dickinson, Franco Costabile, Cesare Pavese, Edgar Lee Master. Classe 1965, Stefano Battaglia è un pianista attento al suono e alla melodia: forte di una solida preparazione musicale che l’ha portato dapprima a mettersi in luce in ambito “classico”, conta un vasto curriculum di collaborazioni importanti e progetti propri, qualcosa come tremila concerti all’attivo e una discografia di oltre cento titoli che gli ha fruttato premi e riconoscimenti in patria e all’estero. Nel 2004 ha inaugurato la collaborazione con la prestigiosa etichetta tedesca ECM, che ha pubblicato cinque suoi album; i tre più recenti lo vedono alla testa del suo collaudatissimo trio, con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria, che anche il pubblico di Time in Jazz potrà apprezzare in concerto domenica pomeriggio a Tula, nella chiesa di Santa Maria di Coros (ore 18.00).

BAM (ph © Roberto Cifarelli) m Mino Cinelu 1 Rita Marcotulli (foto di Paolo Soriani) (2m) Stefano Battaglia (foto@Caterina Di Perri)01 (m)Charles Lloyd (2m)

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E’ in programma oggi, per le vie del Centro Storico di Iglesias, la XXII edizione del Corteo Storico Medioevale “Città di Iglesias”, organizzato dalla Società dei Quartieri Medioevali di Villa Ecclesiae.

Ospiti di questa edizione del Corteo Storico Medioevale saranno la Compagnia Alfieri & Musici “L’Araba Fenice” di Corinaldo-Ancona  e il Gruppo Musici e Sbandieratori di Noale (Venezia).

Sfilerà nel corteo il gonfalone della città di Pisa, gemellata con Iglesias. Il corteo partirà alle ore 19.00 dal Parco dell’Associazione Mineraria Sarda di Via Roma.

Stamane, nella sala consiliare del Palazzo Municipale, si svolge la cerimonia celebrativa dei XXII del Corteo Storico Medioevale, con lo scambio di doni tra i gruppi partecipanti.

Anche quest’anno l’Estate Medioevale Iglesiente si arricchisce grazie alla rievocazione di vita medioevale “Iglesias A.D. 1323”, a cura della Società dei Balestrieri di Villa Ecclesiae. L’iniziativa è stata organizzata ieri e oggi nel chiostro di San Francesco.

Corteo medievale

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Gianluigi Rubiu 5 copia

Un progetto in grado di dare una nuova spinta al settore dell’edilizia in Sardegna, mettendo regole certe e meno stringenti anche sul mondo delle campagne. A sollecitarlo è il capogruppo regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu che ha presentato una mozione per sbloccare la legge urbanistica: «Il rischio è, alla scadenza della normativa sul Piano casa (alla fine dell’anno) – sottolinea il capogruppo dell’Udc – che non ci possa essere nessuna legge di settore, creandosi così un pericoloso vuoto normativo, deleterio per il comparto, privo di una base operativa».

La Confartigianato lamenta un declino senza fine dell’edilizia isolana risucchiata nel vortice della crisi e con un piano casa ormai inadeguato a dare ossigeno al settore: «Il barometro dell’edilizia in Sardegna segna ancora bassa pressione, visto che tra il 2014 e il 2015 le imprese sono calate del 3,2 % (- 461 unità) e gli addetti del 15,6 per cento (pari a una contrazione di 6mila occupati) – aggiunge Gianluigi Rubiu -. C’è la necessità di ridare centralità all’industria del mattone, ponendo le basi per la ripresa delle imprese, con regole chiare sul territorio». L’assessore Cristiano Erriu ha promesso che l’intervento approderà presto in aula: «Ancora nulla è stato fatto – conclude Gianluigi Rubiu -. Diventa necessario, dunque, approvare una mozione per dare una legge urbanistica alla Sardegna, mettendo ordine ad un settore immobilizzato da norme restrittive e punitive. Un provvedimento snello e operativo che agevoli imprese, famiglie e il sistema economico isolano, uscendo da questioni puramente ideologiche che hanno sinora ingessato l’edilizia. Solo con una nuova legge l’urbanistica potrà trascinare in modo virtuoso i comparti del turismo, dell’artigianato e dell’agricoltura».

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Era il 1981 quando la città di Carbonia diede i natali al piccolo, oggi uomo, Giorgio Manca, che a 6 anni divenne campione regionale di pattinaggio artistico. I suoi allenatori erano Efisio Scioni e Assunta Demuro.

Tutto sembrava segnato! Le sue vittorie però non lo portarono nella Penisola e forse per questo lasciò il pattinaggio e, ancora adolescente, si avvicinò alla boxe, sport ben più adeguato alle “esplosioni” dovute all’età. Di pari passo iniziò a potenziare i suoi muscoli in palestra.

Un forte cambiamento nella sua vita sportiva, Giorgio sperava tanto di salire presto sul ring, ma in due anni non fece neanche un incontro importante compatibile con i suoi sogni e le sue aspettative. «Bisogna essere pronti al 100%» diceva il suo allenatore.

A quel punto, Giorgio si rese conto che forse neanche quello era il suo destino… A 19 anni partì per svolgere il servizio militare e, ciononostante, continuò i suoi allenamenti con i guantoni.

L’anno successivo una missione lo portò in Kosovo. Al suo rientro appese i guantoni della boxe per indossare quelli della “kick boxing semi contact”. L‘allenamento era molto duro, come nella boxe, ma di gran lunga più divertente. Ricevette la sua prima cintura ma non andò oltre il terzo posto. «La mia concentrazione era più su come mettere ko l’avversario, piuttosto che su come raggiungere la tecnica perfetta», racconta Giorgio.

Arrivò però la sua seconda missione che stavolta lo portò in Iraq. «Le ore lavorative erano estenuanti – racconta Giorgio – tanto che con la mia squadra cominciai a seguire delle schede di allenamento con l’obiettivo della crescita muscolare, presto iniziai a vedere dei risultati, forse anche dovuti al fatto che partivo già in buona forma fisica, dato lo sport praticato in precedenza. Iniziai a provare delle sensazioni e presto mi resi conto che erano quella giuste, la mia autostima iniziò a crescere ma… ricevetti la mia destinazione finale come bersagliere in provincia di Pordenone, pensai perfino di cambiare lavoro, ma la mia compagna, oggi mia moglie,  mi convinse a provare ad accettare la mia destinazione con positività».

Tanti cambiamenti minavano in continuazione la tranquillità della vita di Giorgio che nella nuova destinazione non si trovava bene, tanto ad arrivare ad abbandonare persino lo sport che, sin da piccolo, era il suo passatempo preferito.

Arrivò la sua terza missione, meta Libano, e proprio in quella occasione Giorgio si rese conto che il suo fisico non era più lo stesso, una battuta del suo capitano lo fece riflettere tanto da portare avanti una sfida con se stesso «sarebbe tornato quello di prima anzi meglio!»

Nel giro di tre mesi Giorgio riuscì a tornare al suo peso forma, tanto che nel 2009 iniziò a gareggiare, sotto le cure di un preparatore, e nessun impegno, neanche le missioni, lo hanno più allontanato dal suo obiettivo.

Nel 2011 durante una missione in Afghanistan, Giorgio vince il primo premio per la sua categoria in un campo dell’esercito statunitense.

Nel 2013 un infortunio rimette in discussione i suoi obiettivi sportivi, ma non si lascia intimorire, combatte e alla sua prima gara di body building si classifica ottavo su trentadue atleti partecipanti. «Un’emozione unica quella provata in quel momento ed in tutte le altre gare successive.»

Da quel momento una pioggia di attestati e diplomi arriva a colorare la vita di Giorgio Manca: personal trainer, preparatore atletico, educatore alimentare…

«Quando salgo sul palco sono soddisfatto della mia forma, risultato dei miei tanti sacrifici, anche quando sento il dolore determinato da alcune pose, continuo a sorridere e a ripetermi che non devo mollare, che devo resistere per poi raggiungere la serenità che sempre mi investe a fine gara». Il bambino è cresciuto, è diventato prima adolescente ed ora uomo, al suo preparatore da quasi due anni, Alberto Grazia, a sua moglie e a sua figlia deve il supporto più grande per uno stile di vita completamente diverso dal loro.

In questa stagione sportiva Giorgio Manca non è mai sceso dal podio, la sua tenacia e suoi sacrifici sono stati premiati, tanti premi lo hanno fatto sempre restare in pole position sino al fantastico primo premio alla gara Mister Universo della federazione IBFA di Biagio Filizola conquistato il 3 luglio a Sapri.

Le sue ambizioni sono «volare sempre più in alto» ed essendo diventato istruttore di discipline sportive nella caserma G. Duca, a Verona, uno dei suoi obiettivi è fortificare l’autostima dei suoi allievi.

E’ proprio questo il motivo che mi ha spinto a raccontarvi la sua storia… esempi come questi devono essere da stimolo per tutte le persone che credono nell’importanza di praticare uno sport a livello agonistico, per curare il fisico e la mente, portandoli al raggiungimento di un equilibrio stabile.

Ma a Giorgio non manca neanche il buon cuore e lo dimostra partecipando a gare di beneficienza e dimostrando doti di “grande campione” sotto più punti di vista: sportivo ed umano, doti pressoché inscindibili fra loro.

Nadia Pische

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I risultati conclusivi di Goletta Verde 2016, la storica campagna estiva di Legambiente, realizzata grazie al sostegno del Consorzio obbligatorio degli oli usati (COOU) e dei partner tecnici NAU e Novamont, sono stati presentati oggi a Roma da Serena Carpentieri e Giorgio Zampetti, rispettivamente responsabile Campagne e responsabile Scientifico di Legambiente e da Andrea Di Stefano di Novamont, che hanno illustrato il quadro emerso dalla campagna di monitoraggio scientifico, durante i due mesi di viaggio di Goletta Verde partita dalla Liguria e conclusasi in Friuli Venezia Giulia.

I punti di prelievo sono stati selezionati grazie al lavoro dei circoli di Legambiente e alle segnalazioni dei cittadini giunte attraverso il servizio SOS Goletta. Il monitoraggio di Goletta Verde ha l’obiettivo di rilevare e denunciare la presenza di scarichi non depurati che continuano a riversarsi in mare e non vuole sostituirsi a quello delle autorità preposte ai controlli sulla balneazione. Proprio per questo, i prelievi sono concentrati nei punti critici: foci di piccoli e grandi corsi d’acqua, di fossi, canali e scarichi, che costituiscono i principali veicoli dell’inquinamento da batteri fecali in mare, dove sussiste il “maggior rischio” di contaminazione.

I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto del ministero della Salute del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.

Su 265 campioni di acqua analizzati, il 52% è risultato con cariche batteriche elevate. Circa 25% della popolazione italiana ancora non coperta da depurazione. Scarichi non depurati peggiori nemici del turismo. Scarsa l’informazione ai cittadini: pochi i cartelli di divieto di balneazione e quelli informativi sulla qualità delle acque. Ma un modello positivo esiste: le aree marine protette che favoriscono la ricerca, promuovono il turismo sostenibile, creano occasioni di buona economia.

Un punto inquinato ogni 54 km di costa, ancora una volta sotto accusa la mancata depurazione. Dei 265 punti monitorati, uno ogni 28 km di costa, dal laboratorio mobile di Goletta Verde di Legambiente, il 52% è risultato inquinato o fortemente inquinato. L’88% di queste criticità è in corrispondenza di foci di fiumi, fossi, canali o scarichi presenti lungo la costa. Più della metà di questi sono in prossimità di spiagge e stabilimenti e quindi frequentati da bagnanti.

«Purtroppo i risultati deludenti in prossimità di foci, fossi e canali non ci sorprendono – commenta Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – dal momento che il problema riguarda non solo le aree costiere ma interessa gran parte del territorio nazionale. Nonostante siano passati 11 anni dalle scadenze previste dalla direttiva europea sulla depurazione, l’Italia, infatti, è ancora in fortissimo ritardo.  Circa il 25% della popolazione non è coperta da un adeguato servizio di depurazione e un terzo degli agglomerati urbani a livello nazionale è coinvolto da provvedimenti della Commissione europea. Sul nostro Paese pesano già due condanne e una terza procedura d’infrazione. Oltre i costi ambientali, ci sono inoltre quelli economici a carico della collettività: a partire dal 2016, il nostro Paese dovrà pagare 480 milioni di euro all’anno, fino al completamento degli interventi di adeguamento.»

Nel fare un bilancio del monitoraggio di Goletta Verde, è importante specificare che le differenti condizioni meteorologiche riscontrate al momento dei prelievi, la variabilità del numero di presenze nelle località costiere e le caratteristiche morfologiche che variano da regione a regione, non consentono di stilare una classifica nazionale. Si distingue positivamente la Sardegna, con poche criticità riscontrate solo in corrispondenza di foci di corsi d’acqua o canali. Buona anche la performance della Puglia, in cui si è registrato un miglioramento rispetto allo scorso anno. Mentre in alto Adriatico la situazione migliore si registra in Veneto. Le situazioni più critiche si trovano, invece, in Calabria, interessata nelle ultime settimane anche da diverse proteste da parte delle comunità locali per “mare sporco”, da divieti di balneazione e da interventi delle forze dell’ordine per irregolarità nel servizio di depurazione, nelleMarche e in Abruzzo, regioni penalizzate anche dall’elevato numero di corsi d’acqua, canali e fossi che sfociano in mare.

Se nell’edizione 2016 oltre la metà dei punti sono risultati inquinati, 1 su 5, soffre di ‘inquinamento cronico’, in quanto dal 2010 ad oggi è risultato fuori i limiti di legge per almeno 5 volte. Di questi il 94% corrisponde a foci di fiumi, torrenti, scarichi e canali. Tutte le regioni costiere hanno almeno un punto “malato cronico“, ma in alcune la situazione è particolarmente rilevante, con almeno 5 punti campionati che risultano inquinati ormai da anni (Marche, Liguria, Lazio, Campania e Calabria).

«Gli scarichi non depurati sono i peggiori nemici del turismo – aggiunge Giorgio Zampetti -. Il nostro monitoraggio ha l’obiettivo di non fermarsi alla sola denuncia, ma soprattutto di avviare un approfondimento e confronto per fermare l’inquinamento da mancata depurazione che si riversa in mare. Per alcune situazioni critiche da diversi anni, grazie alla stretta collaborazione con le forze dell’ordine e le amministrazioni locali, si è arrivati a individuare le cause e risolvere il problema. Ora c’è la legge sugli ecoreati, che prevede anche il reato di inquinamento ambientale, valido strumento contro chi continua a scaricare illegalmente nei fiumi e nel mare.»

Tra le foci di fiumi, i fossi e i canali monitorati da Legambiente quest’estate, 1 su 3 non viene campionato dalle autorità competenti perché si tratta di luoghi non adibiti alla balneazione stando ai profili di costa redatti a inizio stagione da Regioni e Comuni. Spesso, però, sono frequentati dai bagnanti perché mancano i cartelli di divieto di balneazione, a cui dovrebbero provvedere i Comuni: assenti nell’74% dei punti visitati dai tecnici di Goletta Verde.

Ancora peggiore il dato sulla presenza dei cartelli informativi in spiaggia, che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare (in base alla media dei prelievi degli ultimi quattro anni), i dati delle ultime analisi e le eventuali criticità della spiaggia stessa. Secondo la normativa, i Comuni costieri sono obbligati ad apporli ormai da due anni ma i tecnici di Goletta Verde li hanno avvistati solo nel 5% dei casi.

«Durante l’estate abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni di mare sporco da parte dei bagnanti grazie al servizio Sos Goletta – racconta Serena Carpentieri, responsabile Campagne di Legambiente -. Le persone sono spesso disorientate, non sanno a chi rivolgersi per denunciare casi di inquinamento, dove consultare i dati ufficiali, come capire se stanno facendo il bagno in acque sicure e controllate. È indispensabile che il Ministero della Salute istituisca un numero verde per raccogliere le segnalazioni di cittadini e turisti e avvii, in collaborazione con le Regioni e gli enti locali, una chiara campagna informativa. Infine, non è più tollerabile l’assenza di cartelli di divieto di balneazione nelle aree dove non si può fare il bagno e i cartelli informativi sulla qualità delle acque. L’accesso all’informazione è un diritto di cittadini e turisti e un dovere per le autorità competenti e per tutti i comuni costieri, cosi come previsto dalla normativa sulla balneazione.»

Va evidenziato, inoltre, l’inquinamento da rifiuti, che arrivano dai fiumi, dal mare e da terra e che accomunano tutti i 265 luoghi esaminati da Goletta Verde. Solo nel 14% di questi non è stata rinvenuta spazzatura, che molto spesso, invece, si accumula in vere e proprie discariche in mezzo alla sabbia. A farla da padrona è la plastica ma non mancano i rifiuti che derivano dall’inefficiente depurazione; le foci dei corsi d’acqua e i canali portano con sé non solo batteri ma anche rifiuti solidi buttati nel wc e che per mancata depurazione o scarichi illegali arrivano sulle spiagge. Cotton fioc, assorbenti, blister, addirittura deodoranti da wc che sono stati ritrovati nei pressi dei punti di campionamento nel 18% dei casi. E non è un caso che nell’83% di questi luoghi siano state riscontrate cariche batteriche oltre la norma, derivanti dalla stessa cattiva depurazione. Questi i primi elementi che emergono dai nuovi dati raccolti da Goletta Verde sulla presenza e la tipologia dei rifiuti in ambiente marino, nell’ambito di un’indagine, condotta con il contributo di Novamont e la collaborazione di Enea, che avrà come risultato non solo la quantificazione ma anche la caratterizzazione dei rifiuti presenti sulle spiagge e in mare.

«L’acquisizione di importanti dati, sempre più approfonditi grazie allo sforzo di Goletta Verde, è uno degli obiettivi che spinge Novamont a sostenere le attività condotte dalla campagna – sottolinea Andrea Di Stefano, Responsabile Progetti Speciali – una fotografia puntuale dei problemi rappresenta un’opportunità per la ricerca di soluzioni che possano da una parte ridurre il rischio di inquinamento e dall’altra favorire l’adozione di stili di vita più sostenibili e all’insegna della minimizzazione dei rifiuti non riciclabili alla fonte.»

Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è stato il main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo da 32 anni, il COOU garantisce la raccolta degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l’olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 90% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. «La difesa dell’ambiente, in particolare del mare e dei laghi – spiega il presidente del COOU, Paolo Tomasi – rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del Consorzio con la sua filiera non evita solo una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese».

Il viaggio di Goletta Verde è stato accompagnato dalla mostra itinerante “30 anni dalla parte del mare”, realizzata con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare e la collaborazione del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e delle aree marine protette di Cinque Terre, Secche di Tor Paterno, Regno di Nettuno, Costa degli Infreschi e della Masseta, Capo Carbonara, Isole Egadi e Isola di Ustica e di Federparchi. Per illustrare come negli ultimi trent’anni sia cresciuta l’attenzione e la sensibilità del Paese verso le azioni di tutela e valorizzazione della risorsa mare. Dalle battaglie degli anni ‘80 contro gli scarichi selvaggi in mare, alla legge sulle aree protette e sulla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, passando per la prima commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, le battaglie contro i condoni edilizi e gli abbattimenti degli ecomostri, termine coniato da Legambiente nell’avviare la grande battaglia contro gli abusi, molti dei quali realizzati a picco sul mare e in aree di pregio. Infine la legge tanto attesa sugli ecoreati, il collegato ambientale e l’approvazione il 15 giugno scorso della norma sulle agenzie ambientali, che rappresenta il terzo anello di una serie di riforme ambientali indispensabili per avviare una riconversione ecologica dell’Italia. Importanti traguardi che consentono di misurare quanta strada sia stata fatta e indicare il modello di sviluppo da mettere in campo. Il modello concreto è quello delle Aree marine protette che favoriscono la ricerca, promuovono il turismo sostenibile, creano occasioni di buona economia e pratiche virtuose che sono diventate modello ed esempio per i territori circostanti rappresentando un vero e proprio volano economico e da questa consapevolezza occorre ripartire.

 

I RISULTATI DELLE ANALISI DI GOLETTA VERDE 2016

(I prelievi sono stati effettuati dal 08 giugno al 08 agosto 2016)

Regione

Km di costa

Punti

monitorati

Totale oltre

i limiti

Dati di dettaglio punti inquinati

Fortemente
inquinati

Inquinati

Abruzzo

126

9

7

6

1

Basilicata

62

4

3

3

0

Calabria

714

24

18

15

3

Campania

470

31

20

16

4

Emilia Romagna

163

12

3

1

2

Friuli Venezia Giulia

117,8

8

3

1

2

Lazio

361,5

23

16

13

3

Liguria

349

24

16

12

4

Marche

173

12

9

9

0

Molise

35,4

3

2

1

1

Puglia

865

30

7

6

1

Sardegna

1731

29

6

5

1

Sicilia

1484

26

17

17

0

Toscana

601

19

9

8

1

Veneto

160

11

1

1

0

TOTALI

7.412,6

265

137

114

23

Su www.legambiente.it/golettaverde in sezione Analisi, è possibile visualizzare la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.

LEGENDA

Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e Decreto del Ministero della Salute del 30 marzo 2010) i giudizi di Goletta Verde si esprimono sulla base dello schema seguente:

INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml

FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml

Stato delle inadempienze e condanne a carico dell’Italia nei confronti dell’attuazione della Direttiva 91/271/CE.

Regione/

Prov. Autonoma

Tot agglomerati* 2013 (Istat)

Totale agglomerati* in infrazione e/o condannati

% agglomerati in infraz. o condannati sul totale regionale

C 565-10

C 85-13

Proced. Infraz.

2014-2059

Campania

151

122

81%

10

0

115

Sicilia

336

244

73%

62

5

175

Calabria

239

148

62%

18

0

130

Marche

91

47

52%

0

2

47

Basilicata

85

41

48%

0

0

41

Lombardia

391

125

32%

0

14

114

Liguria

60

18

30%

9

0

9

Sardegna

240

66

28%

0

3

64

Puglia

171

44

26%

6

2

37

Friuli Venezia Giulia

84

20

24%

2

10

8

Umbria

38

9

24%

0

0

9

Abruzzo

137

28

20%

1

1

26

Toscana

229

42

18%

0

0

42

Veneto

222

37

17%

0

1

37

Valle d’Aosta

20

3

15%

0

1

2

Prov di Bolzano

34

2

6%

0

0

2

Emilia Romagna

207

10

5%

0

0

10

Lazio

196

8

4%

1

1

6

Prov di Tento

57

2

4%

0

0

2

Piemonte

171

4

2%

0

1

3

ITALIA

3159

1020

109

41

879

* Agglomerato: Comune o insieme di comuni interessati dallo stesso sistema di depurazione

 

Fonte: Unità di Missione del Governo “Italia Sicura” e Istat (Censimento acque giugno 2014 (dati 2012) – Elaborazione Legambiente. Nb: nella lettura dei dati si consideri che alcuni agglomerati sono coinvolti sia in una delle due condanne che nell’ultima procedura d’infrazione.

Le Regioni con più della metà degli agglomerati interessati dalle procedure europee sono la Campania con l’81% degli agglomerati a livello regionale condannati o interessati in procedure d’infrazione, la Sicilia, con il 73%, a Calabria con il 62% e le Marche con il 50,5%. Le Regioni costiere con il minor numero di agglomerati coinvolti sono il Veneto 17%, la Toscana 18% e il Friuli Venezia Giulia 24%.

Causa C 565/10 (dalla procedura d’infrazione 2004/2034): relativa agli agglomerati > 10.000 a.e. che scaricano in aree cosiddette “sensibili”. L’inadempienza dello Stato italiano è relativa agli obblighi di predisposizione dei sistemi di raccolta (Dir. 91/271/CEE, art. 3) e dei sistemi di trattamento (art. 4 e 10). La Sentenza della Corte di Giustizia è del 19 luglio.

Causa C-85/13 (dalla procedura d’infrazione 2009/2034): relativa allo stato di attuazione per gli agglomerati > 2.000 a.e.. L’inadempienza dello Stato italiano è relativa agli obblighi di predisposizione dei sistemi di raccolta (Dir. 91/271/CEE, art. 3) e dei sistemi di trattamento (art. 4 e 10). La Sentenza della Corte di Giustizia è del 10 aprile 2014.

Procedura d’infrazione 2014/2059, relativa agli agglomerati con carico generato superiore a 2.000 a.e.. La contestazione riguarda la non conformità agli articoli 3, 4 e 5 della direttiva 91/271/CEE.

 

Importo delle sanzioni da condanne UE per i ritardi sulla depurazione

(dal 1 gennaio 2016 fino a completamento degli interventi).

Regione

Milioni di Euro / anno

Sicilia

185

Lombardia

74

Friuli Venezia Giulia

66

Calabria

38

Campania

21

Puglia

19

Sardegna

19

Liguria

18

Marche

11

Abruzzo

8

Lazio

7

Valle d’Aosta

5

Veneto

5

ITALIA

476